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Autore: Crissglasses    12/06/2013    6 recensioni
Prendete una studentessa annoiata che decide di iniziare un gioco.
Prendete uno studente, annoiato pure lui, che decide di stare al gioco.
Senza conoscersi, i due iniziano a scambiarsi dei biglietti: per scriversi, per scoprirsi, per sapersi.
- - - - -
"Ciao straniero."
"Ciao io-odio-la-biologia."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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18 Marzo 2013, Lunedì

 

 

Se non fosse del tutto improbabile, giurerei di aver sentito urlare il mio nome appena entrato in casa di Ale. Dopo ho sentito come se una persona fosse cascata per terra e un'altra gli fosse saltata addosso e avesse iniziato una lotta con un cuscino.

Anche Alessio si è reso conto del rumore, e sembra perplesso.

«Ali?» urla. In un attimo cala il silenzio, poi si sentono delle voci confuse provenire da una delle stanze.

«Alice!» ripete, cercando di gridare più forte.

Per qualche secondo non succede assolutamente niente, poi la porta della camera di Alice si apre, e ne esce una testolina con i capelli tutti arruffati che fissa il pavimento.

«Che c'è?» chiede ad un volume talmente basso che non sono neanche sicuro di aver capito bene.

«Niente. Sono a casa.» fa Alessio alzando le spalle «C'è anche Andrea.» mi indica con un cenno del capo.

«Bene.» risponde Alice.

Dopodiché Alessio sembra scordarsi completamente di lei e si rivolge a me «Ascolta, tu vai in camera mia e accendi l'Xbox. Io arrivo subito.» indica la porta del bagno, e poi si avvia senza aggiungere altro.

Alice è ancora sulla porta, osserva il fratello che attraversa il corridoio e sembra essere preoccupata. Ancora non mi ha rivolto neanche un'occhiata, e non penso che abbia intenzione di farlo.

Potrei provare a dire qualcosa.

Non faccio in tempo neanche a salutarla, che compare un'altra testa sopra alla sua, è quella di Chiara, la sua amica.

Appena mi vede, le sue labbra vanno a formare una piccola “o”, e senza perdere tempo spinge fuori Alice e chiude la porta alle sue spalle.

Perciò adesso siamo solo io e lei.

Io che non so esattamente cosa fare, e lei che si rifiuta di guardarmi.

«Allora...» inizio portandomi una mano nei capelli «come va a biologia?»

Lei alza leggermente il capo, quanto basta perché io possa notare che è diventata tutta rossa.

«N-non molto b-bene.» balbetta «C-come sta Palla?»

Mi scappa un sorriso, non pensavo si ricordasse ancora del mio gatto.

«Bene, penso, non fa altro che lievitare.» cerco di farla ridere, come riuscivo a fare fino al giorno prima, ma non è più così facile. Ormai è evidente che anche lei è riuscita a scoprire chi è lo straniero con cui si scriveva. Uno straniero non tanto straniero, visto che solitamente passo più tempo a casa sua che da altre parti.

«Quindi adesso lo sai anche tu, mandarino?» le chiedo per conferma, anche se so benissimo la risposta.

Lei annuisce.

«Preferisci chiuderla qui?» continuo a domandarle «Intendo con i biglietti e tutto il resto.»

Alza di nuovo il viso. I suoi occhi stanno urlando che non vuole che niente finisca, ma le sue labbra non sono così d'accordo.

«Sì, forse è meglio.» le trema un po' il labbro inferiore mentre parla, poi continua più sicura. «Cioè, non è che non sei simpatico... o carino,» quando lo dice si colora leggermente di porpora «solo che tu e mio fratello siete... ehm, sai... siete migliori amici. Sarebbe imbarazzante.»

«Giusto.» faccio io poco convinto.

La verità è che non sarebbe imbarazzante. Sono già uscito con le sorelle di qualche mio amico, e non era una cosa impossibile, in alcuni momenti non era facile, ma ne ero uscito vivo alla fine, no?

Le cose si complicavano con mandarino perché lei era la sorella del mio migliore amico, ma non le stavo chiedendo di sposarmi, volevo solo continuare a parlarle sulla carta.

La porta del bagno che si apre annuncia che fra poco non saremo più soli, perciò Alice si butta sulla porta di camera sua e inizia a bussare con insistenza, sperando che Chiara la faccia entrare senza fare troppe storie.

E, per sua fortuna, non ci mette molto a sparire dentro la sua camera. Senza neanche un saluto.

«Che ci fai ancora impalato qui in mezzo?» chiede la voce di Alessio dalla fine del corridoio. «Pensavo che ti avrei trovato a sbavare davanti a quell'Xbox! Un giorno o l'altro me lo ruberai, ne sono certo.»

Si dirige sicuro verso la porta di camera sua, e visto che Alice è dentro la sua camera a parlottare con Chiara, io lo seguo.

Penso di parlargliene, ad Ale, di questa cosa. Cioè, ho intenzione di dirgli che si tratta di sua sorella, perché la storia dei biglietti e tutto il resto la conosce già.

Mi sono portato dietro tutte le lettere, che adesso mi pesano nella tasca dietro dei jeans come se fossero massi. Non sono più molto sicuro che parlarne con lui sia la cosa giusta, dopotutto è sempre suo fratello, non può avere un punto di vista oggettivo.

«Senti Ale, io volevo parlarti di una cosa.» lo interrompo mentre sta per accendere la console.

È il mio migliore amico, e non dirglielo sarebbe una specie di tradimento.

«Ah, sì. Sapevo che volevi parlarmene.» fa lui con noncuranza, poi diventa immediatamente serio «Amico, lo so che sei innamorato di me dalla quinta elementare, e non te ne faccio una colpa...» lo interrompo dandogli una botta sul braccio.

«E smettila, imbecille!» gli dico ridendo, e lui fa lo stesso. «Fai un attimo il ragazzo maturo, e dai un'occhiata a 'sta roba.» faccio mentre mi sfilo i fogli dalla tasca e glieli porgo.

Lui analizza il primo per un attimo, solo il tempo per leggere la prima riga, e subito alza il capo. Ha un sorriso da idiota sulle labbra.

«Mia sorella?» chiede divertito «Davvero mia sorella?»

Lo guardo stupito, io avevo impiegato settimane prima di scoprirlo, e a lui è bastato uno sguardo? Evidentemente capisce la mia perplessità e si affretta a spiegare.

«Pensi che io non conosca la calligrafia di mia sorella? Dai, quanti sono? Quindici anni che ci convivo.» continua per un attimo a leggere il foglio che ha fra le mani, e ride di nuovo «Certo che quella ragazza ha problemi mentali, se le fosse capitato un maniaco al posto di te! Mah... io l'ho sempre detto che bisognava buttarla in manicomio quando era ancora piccola.»

Io sono davanti a lui, con la bocca leggermente aperta, stupito dalla sua reazione. Sembra quasi che non gli faccia né caldo né freddo, anzi, sembra quasi contento.

«Chiudi la bocca, Andre, altrimenti entrano le mosche.» dice dandomi un colpetto sotto il mento «Comunque devo dire che in questo momento sembri ritardato anche tu, perciò magari ci azzecchi qualcosa con mia sorella... vuoi dirmi qualcosa? O il gatto ti ha mangiato la lingua?»

«Ale, io...» inizio, ma lui mi interrompe subito facendomi il verso.

«Ale, io...» farfuglia «Ascolta, coso, io e te siamo amici da un sacco. Che cosa vuoi che ti dica?» mi batte una pacca sulla spalla «Non mi comporterò in modo diverso solo perché lei è mia sorella. Ti dirò la stessa cosa che ti ho detto per tutte le altre ragazze...»

«Stai attento sotto le lenzuola.» finisco io per lui.

«Esatto!» dice entusiasta «Non voglio ritrovarmi zio a diciotto anni.» fa una piccola pausa, e il sorriso gli svanisce un attimo dalle labbra. «Senti, lei è comunque mia sorella, e mi dispiace dirti che il sangue viene prima dell'amicizia, perciò torcile anche solo un capello e non ti ritrovi più i gioielli. Intesi?»

«Ale, non ti ho mica detto che mi interessa.» cerco di tranquillizzarlo.

«Certo che sei proprio tardo, eh? Alcune cose le so prima io di te! Mentre leggevi la sua letterina tre giorni fa canticchiavi All You Need Is Love, e lo sappiamo tutti cosa vuol dire. Cerca di prendere in giro chiunque, ma non me.»

Alessio continua a ridere mentre sfoglia le altre lettere, e ogni tanto fa qualche commento tipo «è proprio tutta suo fratello», o «questo gliel'ho insegnato io».

Io nel frattempo mi sono sdraiato sul suo letto.

Alessio mi ha dato “la sua benedizione”, e niente sembra impedirmi di continuare a sentire mandarino, se non il fatto che lei ha detto che è meglio smetterla.

Quindi, lei non avrebbe più controllato dietro lo specchio, e quindi, anche mettere un biglietto lì dietro sarebbe stato alquanto controproducente.

È un vicolo cieco. Non posso fare più niente.

L'unica cosa sarebbe invitarla ad uscire, ma non sembra molto conveniente: prima, nel corridoio, abbiamo sperimentato che ancora non siamo in grado di vederci di persona. Serve più tempo.

Basterebbe solo un'altra lettera.

Una dove potevo mettere in chiaro le cose.

Ma come cavolo gliela mando? La vedo solamente a scuola.

«Certo che sembra impossibile che vi siete visti per tutti questi anni e che fra voi due non sia sbocciato l'amore, eh?» fa Alessio in quel momento.

Mi porto una mano alla fronte, e sorrido. Io sono a casa sua, con suo fratello disposto ad aiutarmi in qualsiasi mia impresa folle, non sarà poi così difficile farle arrivare una lettera, no?

«Ascolta, tegame, ho bisogno di carta, penna...» rifletto un attimo «e magari anche del tuo aiuto.»







 


Questo capitolo è un po' 'no schif. Lo so.
Cercate di non odiarmi, ma questi ultimi due li ho scritti per dare un po' di spazio anche a Chiara e Alessio (perché ho la brutta abitudine di far interferire con i protagonisti anche i personaggi più inutili, non che loro siano inutili - anzi, io li adoro e molto probabilmente prima o poi gli dedicherò una fanfiction - ma insomma, non è che era necessario dargli così tanto spazio). Lo so che non avete capito niente dello srpoloquio sopra, ma non è importante.
E so anche che vi eravate aspettati un incontro con i fochi d'artificio, e invece questo era 'no schif. Se volete vi dico che quello vero sarà in uno stanzino brutto e polveroso, e uno dei nostri protagonisti perderà sangue (ok, non so cosa vi aspetterete da tutto questo, ma non è che incontrano un serial killer, state tranquilli. Provate a indovinare chi sarà il "ferito", piuttosto!)
Comunque altri tre capitoli e poi la chiudo (eh sì, ho deciso), perciò questo era una specie di: "Schifo prima della tempesta", o se preferite: "Schifo prima della figaggine".
Insomma, fatemi sapere quello che pensate - se ne avete voglia.
E poi sicuramente ho fatto qualche errore con i verbi, perciò se trovate qualcosa, non fatevi scrupoli e ditemelo! Grazie

E vi aspetto alla prossima, che solo Dio sa quando sarà!
  
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