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Autore: Yohao88    28/12/2007    1 recensioni
Lo scontro tra il Team Terme Funbari e il team The Ren si è concluso da poco, è terminata così anche la prima fase del torneo. Compagni che hanno percorso assieme lo stesso cammino si troveranno davanti a strade diverse. Fare la propria scelta a volte è una cosa difficile, ma più difficile ancora è tenervi fede fino alla fine. Non si può sapere come andrà a finire, non si può sapere cosa cambierà e cosa no. Bisogna solo avere il coraggio di proseguire fino in fondo...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hao Asakura, Yoh Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Horo Horo osservò il compagno che correva con lui tra gli alberi, poi tornò a rivolgersi al sentiero. Dov’erano quei maledetti totem?! Li cercavano ormai da un sacco di tempo! E non potevano permettersi di perderne molto. Anche l’aria sembrava farsi sempre più pesante. D’un tratto, un’orribile sensazione gli attraversò con un brivido la schiena. Era come se fosse appena accaduto qualcosa di assai spiacevole. E capì subito che non l’aveva avvertito solo lui.
«Accidenti! Muoviamoci, Horo Horo!!» esclamò Ren, stringendo il pugno attorno alla spada. «L’aura di Yoh è diminuita all’improvviso, non si sente quasi più!»
Horo Horo si morse teso il labbro inferiore, per poi voltarsi a guardare il giovane accanto a lui.
«Ren… tu pensi che…»
«Io non penso proprio nulla!!» ribatté il ragazzo. «Yoh è ancora sano e salvo! Sicuramente! Se ci sbrighiamo, potremo…!!»
«Ormai è troppo tardi!»
I due giovani si bloccarono all’istante, voltandosi verso il punto da cui era venuta quella voce, trovandovi Opacho, che saltato fuori da un cespuglio, alzò lo sguardo su di loro.
«Il signor Hao ha appena sconfitto il signor Yoh!»
«Cos… cos’hai detto?!!» esclamò Horo Horo, incredulo quanto il compagno al suo fianco.
«Hai sentito bene!» replicò Opacho, con sicurezza. «Il signor Hao ha ripreso in sé la sua metà! E’ finita!»
«No…! Non ci credo!!» esclamò Ren, con rabbia, stringendo l’impugnatura della spada. Non poteva essere vero!! Non poteva!!
«Muoviti, Horo Horo!!! Mi rifiuto di credere alle sciocchezze di un moccioso!!»
Riprese a correre con l’amico, seguito da Opacho, e d’un tratto, in lontananza, apparvero le porte dei Totem.

«Anna! L’aura di Yoh che avvertivamo fino a poco fa sta sparendo!!»
Ryu si rivolse alla ragazza che correva con loro nel bosco. Non l’aveva mai vista così tesa.
«Maledizione! No, non lo accetto!!» esclamò l’itako, accelerando il passo, nonostante ormai fosse quasi senza fiato. Yoh era quasi scomparso, invece la presenza di Hao si sentiva ancora fin troppo chiaramente. Era un incubo! Era di sicuro un incubo!!
«Ditemi che non è vero!» balbettò Manta, con un sorriso tremante.
«Mi dispiace, invece! Purtroppo è così!»
Bloccandosi, tutti eccetto Anna si voltarono sorpresi alle proprie spalle.
«Luchist! Marco! Signorina Jeanne!» esclamò Ryu, mentre i due uomini e l’Iron Maiden si avvicinavano a loro.
«Che cosa vuoi da noi?!» sbottò Anna, seccata.
«Non certo battermi, ma solo dirvi che oramai non avete speranze…» rispose Luchist. «I Totem sono in fondo a questa strada. Chissà… Se vi sbrigate forse siete ancora in tempo…» aggiunse, con un lieve sorriso. «Ma stando a quel che ci ha detto Opacho… non credo proprio possa essere così. Mi spiace per voi, ma il signor Yoh ha già perso completamente questa battaglia…»
Anna si voltò appena ad osservare le espressioni provate di Marco e Jeanne, i volti stupiti dei propri compagni. Luchist non aveva mentito… e lei lo sapeva. Stringendo i pugni, riprese a correre. Poteva ancora permettersi di sperare? Era davvero finita?! Ma perché?!!

Un ghigno soddisfatto curvò le labbra di Hao. Non vi era più alcun segno di vita da parte di Yoh. Non avvertiva più nemmeno il minimo pensiero. Ormai era suo. Sostenne con il braccio il corpo inerte del giovane, che s’inclinò appena verso di lui.
«Yoh!»
Amidamaru allungò una mano verso il ragazzo, per poi guardare con rabbia il giovane davanti a lui.
«Hao! Lascialo!»
«Amidamaru…» mormorò l’onmyoji, con un lieve sorriso. «Tu sapevi tutto. Non potevi convincerlo a desistere? Ah… Forse sapevi già che non ce l’avresti fatta…»
Il samurai serrò i denti, senza rispondere.
«Non ti preoccupare, spirito…» continuò Hao. «Avrai l’onore di poter assistere al mio trionfo…»
«Non ci sarà mai nessun trionfo per te, Hao!! Anche se creerai il tuo regno, troverai troppe persone in disaccordo con te! Anche gli sciamani sono e restano comunque esseri umani!!»
«Hai ragione! Ma non sarà un grave problema convincerli, sta’ tranquillo…» rispose Hao, con tono provocatorio. «In fondo, le tue parole sono quelle di chi sa di essere stato sconfitto. Anche Yoh, alla fine, ha deciso di arrendersi al suo destino. Una scelta intelligente da parte sua, non trovi?»
«No! Yoh non si è arreso! Yoh ha solo continuato a sperare che tu potessi cambiare!» ribatté Amidamaru. «Non riesco a crederci…! Yoh ha sofferto moltissimo a causa tua, ma ha continuato comunque a fidarsi di te! Anch’io… per un momento ho sperato che potesse aver avuto ragione…» Lo spirito abbassò appena la testa, tacendo per qualche istante. «… e che tu… tenessi davvero a lui…»
«Io non gli ho mai dato motivo di non crederlo, Amidamaru. Non ho mai tradito la fiducia di Yoh, quello che avrei fatto lo sapeva bene anche lui, nemmeno tu puoi negarlo…» rispose Hao, con estrema calma. «In fondo, Yoh è la mia unica, vera famiglia. Mi sono divertito a stare in sua compagnia. L’unica cosa che davvero mi dispiace è il non avergli mai detto apertamente quanto si stesse illudendo, anche se sono certo lo sapesse lui stesso…» Sospirando appena, il giovane sorrise freddamente, con lieve malizia. «Ti sbagli, Amidamaru, e dovresti saperlo bene… che per me al mondo non c’è mai stata cosa più importante di Yoh…Altrimenti… perché avrei continuato a cercarlo da quando è nato?»
Amidamaru fissò con disprezzo il sorriso beffardo del giovane.
«Sei senza cuore, Hao! Non meriti nemmeno un briciolo dell’affetto che Yoh ti ha dato!!»
Hao gli sorrise soltanto, con aria indifferente e compiaciuta. Un attimo dopo, però, spalancò gli occhi, fissando incredulo il giovane su cui ancora teneva la propria mano. All’improvviso, i pensieri di Yoh erano tornati ad occupare la sua mente, il suo cuore aveva ripreso a battere.
«No… Non è…»
Si sentì come se lo spirito del fratello gli fosse stato strappato di mano. Stupefatto, osservò Yoh, che con un gemito quasi impercettibile, si mosse appena, poggiando una mano a terra.
«Yoh…» sussurrò Amidamaru, meravigliato.
Il giovane sorrise stentatamente, afferrando il polso del fratello, vicino al suo petto.
«Mi sa… che ti sbagli, Amidamaru…» mormorò, ansimando.
Hao non si mosse, rimanendo a fissare il ragazzo. Un pensiero fastidioso arrivava di continuo alla sua mente. L’aveva percepito molte altre volte, prima di quel momento. E allora perché solo ora sembrava arrivargli al cuore come un pugno? Yoh l’aveva preso alla sprovvista…
«Ehi, Hao…»
Parlando a fatica, il ragazzo alzò lo sguardo sul fratello, e sorrise di nuovo.
«Avevi ragione su di me… Hai sempre avuto ragione…»
«Cosa?! Yoh…!» esclamò Amidamaru, stupito da quelle parole. Ma lui non gli diede bado, osservando Hao, che ancora non aveva detto nulla.
«Avevi ragione… Io sono davvero uguale a te…»
«Taci, Yoh!» esclamò l’onmyoji, mentre i pensieri del fratello s’insinuavano ancora tra i suoi. «Come puoi essere… ancora qui?!!»
Yoh continuò a sorridergli, con calma.
«Ad essere sinceri, non lo so… E’ come… se ad un certo punto avessi desiderato di tornare indietro. Ma forse… sono qui perché ho capito una cosa…» disse, con voce fioca. «Ho capito… che ti voglio aiutare. Ho capito che voglio diventare Shaman King proprio per realizzare il tuo stesso sogno…»
Amidamaru lo fissò sempre più confuso, senza sapere cosa pensare, e si sorprese nel capire che anche Hao era nello stesso stato, mentre osservava agitato il giovane che riprese a parlare.
«Ma ciò significa… che anche il tuo desiderio è uguale al mio, Hao…»
«Che cosa?!!»
«Sì, è così…» rispose Yoh, chinando la testa. «Forse, per un istante sono davvero tornato a far parte di te. E nei giorni che ho passato in tua compagnia ho potuto rendermi conto di cosa volesse dire… essere la tua metà. Mi sembra quasi… di poterti leggere nel cuore… E forse è proprio per questo… che anch’io sto cercando la stessa cosa…» Fece una breve pausa, tornando a guardare il fratello, e il sorriso sul suo volto si addolcì. «Credo di poter dire… che tu vuoi eliminare gli esseri umani non per dominare… ma solo per poter riavere la vita serena e tranquilla che loro ti hanno portato via…»
A quelle parole, Hao sbarrò gli occhi, osservando il triste sorriso sul viso del giovane, ascoltando incredulo le sue parole.
«Ma in fondo al cuore, Hao, sai bene che così non otterrai nulla…»
«Sta’ zitto!!!»
L’onmyoji si liberò con uno strattone dalla presa del fratello e lo colpì, furioso, con un pugno, facendolo finire a terra.
«Yoh!» esclamò Amidamaru, preoccupato. Ma Hao, alzandosi, tese una mano verso lo spirito, che si dissolse all’istante.
«Come puoi esserti liberato?!! Come puoi dire tutto questo di me?!! Cosa vuoi saperne di me?!!» gridò, con rabbia, rivolto al ragazzo steso al suolo, che gemette appena. «Tu non puoi sapere nulla! Sei una nullità al mio confronto!! Io diventerò Shaman King per dominare questo mondo! E i più deboli saranno destinati a scomparire!! Come accadrà ora… a te!»
Tese il palmo della mano verso il fratello, steso immobile sul terreno. Ma di nuovo fece caso ai suoi pensieri. Un’idea fastidiosa, di cui Yoh era convinto, un pensiero che mai nessuno aveva rivolto a lui così sinceramente. Non aveva alcun senso! Non aveva alcun senso nemmeno tenere in vita un fratello tanto cocciuto! Un attimo e l’avrebbe fatto sparire per sempre! Rimase immobile, serrando i denti, con il braccio tremante ancora proteso verso Yoh, percependo che il giovane aveva perso i sensi. Ma poi, sospirando rabbioso, ritirò la mano, e con un fruscio del mantello, si voltò, dirigendosi verso le colonne.


«Anna!! Guarda!!»
Manta indicò il sentiero di fronte a sé, dove, tra gli alberi, cominciavano ad intravedersi due enormi totem.
Anna li osservò, determinata. Dovevano arrivare in tempo! Dovevano fare in tempo!!
«Oltre quelle colonne troveremo il signor Hao!» disse Luchist, con un sorriso. «Se sarete fortunati, potrete assistere alla sua incoronazione!»
«Sta’ zitto!!» esclamò Anna, con rabbia, continuando a correre. «Finché ci sarà Yoh…!»
«E’ troppo tardi! L’ho già detto…» la interruppe il pastore. «Ormai il signor Yoh non esiste più. Ci sarà solo il signor Hao ad attendervi…»
«Stai mentendo!!» ribatté Anna, ben sapendo che però non era così, mentre tutti rallentavano pian piano, scioccati da quello che avevano udito.
«Mi dispiace…» disse Luchist, sorridendo appena. «Non avrei motivo di mentirvi. Opacho me l’ha detto prima di avvisare anche gli altri vostri due amici. Ed è bene che sappiate che quel bimbo può leggere la mente…»
«No…» mormorò Anna, allibita. «Non posso crederci! Non è possibile!»
E riprese a correre verso le colonne.
«Accidenti! Vieni, Chocolove!!» esclamò Lyserg, mentre il suo angelo Zerel lo sollevava, e col compagno scattò veloce verso i due totem.

Era finita. Ancora un po’ e la sua millenaria ricerca si sarebbe conclusa.
Hao sorrise lievemente, osservando il Grande Spirito dalla cima della colonna su cui era seduto. In fondo, con o senza Yoh, quel potere immenso sarebbe stato suo, anche se il suo futuro non gli appariva più chiaro come lo era poco prima. Era forse la prima volta che dubitava. Ed era sicuramente la prima volta che risparmiava la vita a qualcuno. Non sapeva spiegarsi di preciso perché non l’avesse ucciso. Ma in quel momento non ce l’aveva fatta. Oh be’… se proprio fosse servito, aveva comunque il tempo per farlo in un secondo momento. Yoh o non Yoh, lui avrebbe realizzato il proprio desiderio. Aveva aspettato mille anni e finalmente era giunto il momento.
Yoh era davvero la sua più grande fortuna e al tempo stesso il suo più grande errore. Forse, ciò che aveva cercato per tutto quel tempo, ciò che aveva cercato con Yoh era qualcuno a cui dare fiducia… e qualcuno che si fidasse di lui, qualcuno che fosse identico a lui fino all’ultima goccia di sangue. In poche parole, se stesso. Ma ritrovarsi in quel modo non aveva sortito l’effetto desiderato. Yoh decisamente non era come lui. Probabilmente, a causa sua aveva appena subito la sua prima, vera, sconfitta… Ma non per questo si sarebbe scoraggiato. Il destino a volte riserva brutti scherzi. Yoh era stato uno di questi scherzi. E a questo scherzo avrebbe posto fine al più presto.
Sorridendo di nuovo tra sé, si volto indietro, verso il basso, dove Ren, arrivato in quel momento, si era accorto di lui.
«Hao!!!» esclamò il giovane cinese, alzando lo sguardo.
L’onmyoji sorrise tranquillamente, con la consueta sicurezza.
«Ciao, Ren! E’ da un po’ che non ci si vede…»
«Sta’ zitto!!!» sbottò il ragazzo. «Dov’è Yoh?!!»
«Yoh, dici?» ripeté Hao, con calma. «Non saprei. Prova a cercare tra gli alberi. A giudicare da come l’ho lasciato, non credo proprio sia riuscito a spostarsi…»
«Maledetto!!!»
Ren creò l’over soul e vi salì, raggiungendo ad alta velocità il suo avversario, che staccando appena i piedi dalla cima della colonna, sparì in una fiamma, evitando l’attacco e riapparendo a mezz’aria poco distante, sempre con un leggero sorriso sul volto.
«Riflettici prima di affrontarmi, Ren. Anche se ho perso molto furyoku, ne ho abbastanza da poter sopraffare il tuo…»
«Taci!! Non ti perdonerò mai per quello che hai fatto!!!»
Ren alzò di nuovo il Bushin Yutswe e la scarica di un fulmine trapassò l’aria, ma Hao evitò anche quella, e riapparve tra le fiamme poco più in basso, dietro al giovane che lo aveva attaccato.
«Dai, Ren! Non dovresti rischiare così il tuo potente furyoku e la vita. Non ce la potrai mai fare da solo contro di me…»
«Lo so perfettamente!!» rispose Ren, puntando su di lui, vedendolo scomparire e riapparire poi in un altro punto. In quell’esatto momento, però, Hao spalancò gli occhi, accorgendosi all’improvviso di altre tre presenze dietro di sé.
«Infatti, non è solo!!!» esclamò Horo Horo, scagliando un enorme pugno di ghiaccio verso il giovane, che, stupito, fece in tempo a spostarsi quel tanto che bastava da sentir congelare solo parte della mano sinistra. Perché non si era accorto di loro? Quello che era accaduto con Yoh l’aveva distratto. Ma c’entrava anche il fatto che i suoi rivali non stavano pensando praticamente a nulla se non a sconfiggerlo. I loro pensieri risultavano confusi, ma ora che si erano mostrati tutti a lui, non sarebbe più stato un problema. Sfuggì rapidamente all’attacco simultaneo di Chocolove e Lyserg, riapparendo davanti ai quattro ragazzi.
«Che ti prende, Hao?! Come mai non attacchi?!» domandò Ren, con tono provocatorio.
Hao sorrise con calma, creando l’over soul Kurobina attorno al suo corpo.
«Potevate chiedermelo!»
Detto ciò, si lanciò sugli avversari, mentre un’enorme vampata di fuoco circondava sia lui che loro.
Ren ricomparve ansimante tra le fiamme, mentre Lyserg si affrettò ad afferrare Horo Horo, che stava precipitando, con uno dei tentacoli del suo over soul.
«Bravi!» disse Hao con un sorriso. «Vediamo quanto potete resistere…»
«Vediamo quanto potrai farlo tu!!» esclamò Ren, con rabbia.
I quattro giovani si lanciarono contemporaneamente su Hao, che per l’ennesima volta ricomparve di fronte a loro. Non appena riapparve, però, Chocolove colpì rapidamente il suo over soul, tagliandone quasi tutta la parte sinistra. Spiazzato per un istante da quell’ennesima, insolita distrazione, Hao si scansò per evitare Lyserg, che stava puntando su di lui. Ma all’improvviso sentì una dolorosa fitta sotto l’addome. Uno dei tentacoli del Mastema Dolkeem era riuscito a colpirlo! O meglio, a trafiggerlo… Con una smorfia contratta, portò una mano alla ferita. Stava già sanguinando troppo per i suoi gusti, era stato addirittura costretto a sciogliere l’over soul, ma a quanto pareva, nella confusione nessuno si era accorto veramente del danno che aveva subito. Cos’erano quelle continue distrazioni?! Non riusciva più a concentrarsi sui pensieri e sui movimenti avversari. Tutto a causa di Yoh! Quello che gli aveva detto continuava a rimbombargli nella testa. Si era innervosito. Yoh aveva mosso in lui qualcosa che gli risultava assai scomodo. L’aveva fatto esitare. Ma perché?! Non poteva essere costretto a soccombere un’altra volta!! Avrebbe dovuto eliminare quella sua maledetta metà fin da subito!! Era stato uno sbaglio lasciarlo vivere!
Riscotendosi, vide Horo Horo, Chocolove e Lyserg puntare di nuovo su di lui, e li evitò appena in tempo, svanendo di nuovo nel fuoco, per poi colpire con un pugno del suo over soul Ren, che l’aveva attaccato subito dopo. Stava esaurendo il furyoku, e non aveva il tempo necessario a curarsi. Non era stato colpito ad organi vitali, ma stava perdendo davvero troppo sangue, ora. L’ultima volta che era stato ferito a quel modo risaliva a cinquecento anni prima. Non era un ricordo confortante…
Venne di nuovo attaccato da tre dei suoi avversari, ma a fatica riuscì ad evitarli ancora una volta. Per quanto avrebbe potuto farlo ancora? Non voleva… non voleva attendere altri cinquecento anni! Con un grido, rinvigorì l’over soul e colpì con successo Horo Horo e Lyserg, che però riuscirono ad evitare di cadere al suolo, lanciandosi di nuovo su di lui. Evitò anche quell’ennesima offensiva, come fece con la successiva, ma non ce la faceva più a contrattaccare. Stringendo a pugno la mano poggiata sulla ferita, sentì l’over soul spegnersi ancora una volta. I suoi avversari si gettarono nuovamente verso di lui, ma scansatosi, udì il grido di rabbia di Ren alle sue spalle. Si voltò di scatto, rimanendo sospeso nell’aria solo grazie al furyoku che gli rimaneva, mentre, per la terza volta nella sua lunga vita, capì di aver commesso il suo ultimo errore.

Il fruscio delle foglie attraversò il bosco silenzioso, assieme all’aria stranamente fredda.
Yoh spalancò gli occhi all’improvviso, e si rizzò a sedere con un gemito. Ma… cos’era stato a svegliarlo? Osservò gli alberi attorno a sé. Qualcosa non andava. Qualcosa… lo chiamava. Perché aveva un’orribile sensazione? Avvertiva un pericolo. Cosa stava succedendo? Senza pensare oltre, afferrò l’Harusame e la Futsunomitama, e corse come non aveva mai fatto verso le colonne dei totem, ignorando le ferite, ignorando tutto, tranne la strana sensazione di dover fare in fretta.

«Presto, muoviamoci!! Ormai ci siamo!!»
Anna corse a perdifiato con i compagni, dopo aver oltrepassato le colonne che li separavano dal Grande Spirito.
«Ren e Horo Horo sono già là!!» disse Ryu, preparando la sua spada.
«Non m’interessa!!» ribatté Anna, con rabbia, mentre tutti la guardavano stupiti. «Hao pagherà per quello che ha fatto!! Lo costringerò a dire addio a questo mondo! Fosse l’ultima cosa che faccio!!»
«Signorina Anna…» mormorò Tamao, preoccupata. Non l’aveva mai vista tanto furiosa. E le dispiaceva vederla così. Ma sapeva che per Yoh non si sarebbe fermata davanti a nulla.
Un istante dopo, però, sia Anna, sia Ryu, Faust, sia Marco, Jeanne e tutti gli altri si bloccarono increduli davanti a ciò che si parò loro davanti.
Ren fissò furibondo il ragazzo di fronte a lui, senza nemmeno far caso all’insolito stupore sul suo volto. Ritrasse la lama dell’over soul dietro di sé, pronto a colpire.
«Tu non sei imbattibile, Hao! Yoh aveva ragione! E non esiterò certo…» esclamò, con voce tremante di rabbia. «… ad uccidere colui che ce l’ha portato via!!!»
Hao osservò immobile la lama che venne scagliata fulminea contro di lui. Anche stavolta… Non poteva crederci… La fine di una vita… Altri cinquecento anni nei suoi peggiori incubi… Era finita anche quella vita, come tutte le altre. Ancora un istante e tutto sarebbe scomparso. Perché?
All’improvviso, nella sua testa esplose la voce di Yoh, che chiamava il suo nome. Quella voce arrivò a lui come un lampo di luce. Ma quel grido silenzioso venuto dal cuore di Yoh fu l’ultimo pensiero che avvertì.
Anna, Manta, Ryu, Faust, Luchist, Marco, Jeanne, Tamao, … sia persone che spiriti, anche Lyserg, Horo Horo e Chocolove, rimasero solamente in silenzio, incapaci di reagire, osservando increduli ciò che era accaduto.
Hao fissò con gli occhi sbarrati il ragazzo davanti a lui, senza più nemmeno la forza di parlare, senza neanche accorgersi del sangue che sporcò il suo mantello, scivolando sulla lama dell’over soul. Non era… possibile…
Muovendo appena le labbra da cui però non uscì alcun suono, Ren rimase, senza fiato, a guardare l’enorme spada azzurro limpido che svaniva in una flebile luce argentea, dopo aver portato fin lì il ragazzo sospeso a braccia aperte di fronte a lui, apparso all’improvviso con il suo over soul oramai spento.
«Yo-Yoh…» mormorò, lasciando dissolvere la grande lama che aveva colpito il ragazzo tra lui e Hao.
In un attimo che parve un’eternità, l’Harusame e la Futsunomitama scivolarono dalle mani del giovane, che precipitò inerte verso terra.
«Yoh!!» esclamò Ren, gettandosi per tentare di prenderlo. Ma Hao, rimasto immobile fino a quel momento, svanì improvvisamente tra le fiamme, davanti a lui, e, riapparendo quasi subito più in basso, prese sulle braccia il corpo del fratello, scendendo lentamente verso terra, dove, inginocchiandosi, lo depose, senza più muoversi.
«No…» mormorò Manta, con un sorriso forzato. «Non mi direte che Yoh…»
Tamao portò una mano alla bocca, lasciandosi sfuggire un singhiozzo. Perfino Anna rimase immobile, scioccata, come se in lei fosse svanita ogni forza. Ryu, Luchist, Jeanne e Marco osservarono increduli i giovani di fronte a loro. Chocolove e Horo Horo, sostenuto dal compagno, scesero lentamente a terra, rimanendo a bocca aperta davanti a ciò che era accaduto. Lyserg fece svanire l’angelo che lo aveva riportato al suolo, lasciandosi cadere in ginocchio.
Nessuno… Nessuno si sarebbe mai aspettato un gesto del genere dal ragazzo che, invece del suo spirito, ad Hao aveva deciso di dare la vita.
Ren, ancora sospeso sopra i due ragazzi, serrò i denti e gridò disperato, riscotendo tutti dal torpore che li aveva presi, e gettandosi su Hao col proprio over soul.
«Lascialo!! Lascialo immediatamente!!!»
Ma ancora prima di arrivare al bersaglio, fu respinto da una sorta di barriera invisibile, che spezzò il suo Bushin come fosse il più volgare dei cristalli. Il giovane riuscì a malapena a sorprendersi di ciò che l’ormai quasi insignificante furyoku di Hao aveva provocato, prima di venire sbalzato via, cadendo a terra, esausto.
Tutti fissarono stupiti il giovane rimasto a testa china in silenzio, con Yoh ancora tra le braccia.
Hao osservò gli occhi chiusi del fratello, da cui vide scivolare una lacrima. Non riusciva a spiegarsi perché era successo… Aveva ricevuto un colpo tanto potente da ucciderlo all’istante, ben sapendo a cosa andava incontro. Ma l’aveva salvato… Perché l’aveva fatto?
Forse… era proprio per questo che era sempre stato certo di non poter essere sconfitto da Yoh, perché non si era mai chiesto… in che modo sarebbe successo. Ma lui non era mai stato un tipo che accettava le sconfitte.
«No… non può essere…» balbettò Horo Horo, allibito. «Yoh non può essere…»
«Morto?»
Tutti sobbalzarono, mentre Hao, posato delicatamente a terra il corpo del fratello, si alzava in piedi. Il sangue usciva ancora dalla ferita che aveva riportato, sporcando i suoi abiti, ma lui sembrava non farvi nemmeno caso.
«Capisco solo ora… il punto a cui Yoh voleva spingersi pur di fermarmi…» disse, serio, con una tale calma che tutti si allarmarono nuovamente. Alzò lo sguardo, con un impercettibile sorriso sul volto. «Per questo, giuro alla sua anima che non lo lascerò morire… in questo modo…»
«Aspetta!» esclamò Anna, sospettosa, facendosi avanti. «Cos’hai intenzione di fare?!!»
Hao si voltò appena verso le persone dietro di lui, che osservarono spaventate il sottile sorriso che curvò di più le sue labbra. Poi tornò a guardare Yoh. Gli era rimasto pochissimo furyoku. Doveva riuscire ad ogni costo. Era la sua ultima possibilità.
«No!!» esclamò Lyserg, gettandosi sul nemico. Anche Horo Horo fece lo stesso, creando tempestivamente l’over soul.
«Fermati, Hao!!»
Ma il giovane non diede loro bado e tese una mano sul fratello.
«Cho… Senji Ryakketsu…» disse, in un sussurro, e stringendo i denti concentrò tutto il furyoku che gli era rimasto in corpo.
Tutti spalancarono gli occhi, scioccati. Horo Horo, Lyserg, Chocolove e Ren si lanciarono sul giovane, in un ultimo, disperato tentativo, ma videro soltanto il pungente sorriso sul suo volto, prima che, con un boato simile ad un’esplosione, un vortice di fuoco di impressionante potenza inghiottisse i due fratelli e tutto ciò che era loro attorno.
Passo qualche istante prima che qualcuno tentasse di rialzarsi. I primi a farlo, si guardarono attorno storditi, cercando di intravedere qualcosa che potesse far capire cos’era accaduto. Le lingue di fuoco che avevano celato ai loro occhi addirittura il Grande Spirito si erano ormai spente, ma una leggera foschia grigiastra aleggiava ancora davanti a loro. Il foulard scarlatto di Anna volò via con il vento che si era alzato, mentre la ragazza, inginocchiata a terra, immobile, si rese improvvisamente conto di ciò che di lì a poco sarebbe apparso davanti ai loro occhi. Non poteva essere…
Rimanendo in piedi con uno sforzo, Hao si lasciò sfuggire una leggera smorfia di dolore, ma sorrise lievemente, compiaciuto. Un attimo dopo, con un sussulto e una violenta inspirazione, Yoh riaprì gli occhi sul cielo sopra di lui.
«Yoh…» mormorò Anna, mentre le persone che pian piano si rialzavano attorno a lei, la guardavano confuse e stupite.
«Cos’è successo, Anna?» domandò, allarmato, Chocolove. «Non mi dirai che Hao… che Yoh è… »
«No… non è possibile…» balbettò Lyserg, spalancando gli occhi stupito, accorgendosi d’un tratto di cosa era accaduto. «Hao… lo ha…»
I due ragazzi fissarono senza fiato il giovane che aveva appena riaperto gli occhi, così come fecero Horo Horo e Ren, che, sollevatosi con le braccia da terra, li osservò meravigliato.
Nessuno trovò qualcosa da dire, e nemmeno la forza di parlare. Ciò che era successo… non aveva alcun senso…
Yoh rimase disteso sul suolo di pietra, osservando per un po’ il cielo azzurro sopra di lui. Accorgendosi, però, d’un tratto della profonda ferita che aveva sul petto, serrò le palpebre con un gemito.
«Mi spiace, ma non ho potuto fare più di così…»
Udendo quelle parole, il giovane riaprì di scatto gli occhi, e voltandosi mise a fuoco il volto stanco di Hao, che gli rivolse un calmo sorriso.
«Accidenti a te, Yoh…» mormorò il ragazzo, con un po’ d’ironia, lasciandosi cadere in ginocchio con il volto contratto per il dolore.
Non riuscendo a trovare il fiato sufficiente per parlare, Yoh sorrise soltanto, rassicurante. Osservando poi il respiro un po’ affannoso del fratello, notò la ferita su cui lui teneva una mano, sotto al mantello sporco di sangue. Hao si accorse della sua preoccupazione, ma fece finta di nulla, anche se il dolore segno di nuovo il suo viso.
«Sai, Yoh…» mormorò, con voce tremante, tentando a stento di rimanere cosciente. «Tu… sei il più grosso errore… della mia vita…»
E con quelle ultime, ironiche parole, si accasciò a terra, perdendo i sensi. Yoh lo osservò in silenzio, stupito, ma poi sorrise serenamente. Serrando i denti, avvertì un’altra fitta al costato. Gli sembrava di aver corso per miglia e miglia, e di certo aveva perso molto sangue. Ma non aveva voglia di preoccuparsi del dolore. Riuscì finalmente a sentirsi nuovamente rilassato, mentre cominciava ad udire le prime voci che erano tornate a chiamarlo. Si voltò verso il cielo sopra di lui. Almeno… ora era davvero tutto finito. E con un sorriso, chiuse di nuovo gli occhi.
Tutte le persone li presenti ci misero un po’ a riaversi da quegli strani avvenimenti, prima di poter correre finalmente dai due giovani. Dopo qualche minuto, arrivarono non si sa come anche i soccorsi dei Pache, che aiutarono chi ne aveva bisogno tanto fisicamente quanto moralmente, portando poi via tutti da quel luogo.
Per volere del Grande Spirito, fu decisa la sospensione del torneo per qualche tempo, e coloro che avevano vissuto quella sorprendente avventura tornarono a viverla quasi come un ricordo nell’isola abbandonata dove tutto era iniziato.
  
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