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Autore: Soraya Ghilen    12/06/2013    1 recensioni
Se Lorenzo avesse ottenuto dal Papa un armistizio di un anno in cambio di alcuni personagi di rilievo della vita plitica di allora (come suo fratello Giuliano, Leonardo e altri)?
E se tra gli amici di Da Vinci ce se sia una che si innamorerà del conte Riario tanto da mettere in dubbio la sua lealtà non solo verso Firenze ma verso lo stesso Leonardo?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Storia di un amore quasi impossibile'
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Cap 2: Ti voglio bene, Leonardo!
I primi giorni furono un susseguirsi di vento e pioggia.
Chiusi nel palazzo di Riario, i giorni sembravano non passare mai!
Il terzo giorno, non diverso dal primo, ero tentata di non uscire dalle mie stanze.
Riario aveva mantenuto fede alle sue promesse. Infatti non ci aveva fatti rinchiudere nelle segrete ma aveva dato una stanza ad ognuno di noi. La mia era piccola con un letto, una specchiera, una scrivania, una toletta, un armadio e una piccola finestra che dava  sul cortile interno del palazzo.
Un dubbio, però, mi attanagliava l’anima e non mi dava pace: cosa provava Nico per me? O meglio, perché sentivo che non mi amava più come un tempo? E, cosa fondamentale, perché sembrava importarmi tanto?
Mi alzai, mi lavai, mi vestii e mi precipitai nelle stanze di Leonardo. Iniziai a bussare come una che fugge da un branco di cani affamati che non vedono l’ora di sbranarmi. Il mio maestrò venne ad aprire con l’aria di chi ha passato la notte sveglio portando avanti le sue folli opere.
“ciao Cristina.” Mi disse, con la sua solita energia “che succede?” Io non sapevo cosa dire perché effettivamente sapevo quali erano le risposte alle mie domande.
“Ho bisogno di parlare con voi” lui si fece da parte e mi invitò ad entrare. La sua stanza era abitata da soli tre giorni ma era già  piena zeppa di fogli e appunti. La sua mente non riposava mai e questa sua peculiarità da sempre mi affascinava e al contempo mi inquietava.
Si chiuse la porta alle spalle e mi fece sedere sul letto, come ogni volta che andavo a trovarlo, d’altronde.
“che cosa succede?” mi chiese, una volta che fummo faccia a faccia.
“io, come dire, ho un piccolo problemino che mi tormenta da molto tempo ma non sapevo se parlarvene o meno.” Quando sono nervosa parlo e non smetto più e questo Leonardo lo sapeva bene “In realtà non ne ho mai parlato con nessuno perché è una cosa che mi spaventa perché non so se è bella o brutta perché lo sai come sono fatta….” Notai lo sguardo del mio maestro e capii che forse facevo meglio ad accorciare il mio sproloquio e ad andare dritta al punto, ma non ne avevo il coraggio. Lui dovette capirlo perché mi prese le mani fra le sue “Cristina, ti conosco da quando sei poco più di una bambina e lo sai che con me puoi, anzi devi, parlare liberamente. Io non voglio altro che la tua felicità”. Io continuavo a non parlare “Cristina così mi fai venire l’ansia!” presi coraggio emi decisi finalmente ad aprire il mio cuore all’unica persona che, nel corso degli anni, si fosse mai presa veramente cura di me “Secondo voi Nico mi ama ancora?”
Lo sguardo di Leonardo diceva tutto quello che pensava “e tu mi hai fatto prendere un colpo per questo?” io annuii “Cristina, prenditi a calci nel sedere da sola perché io sono troppo occupato a cercare di capire i tuoi pensieri contorti per farlo!” vedendo la mia espressione contrita, si sentì in dovere di aggiungere “Mettiamola così, se Nico non è innamorato di te domani mi sposo con Zoroastro!”
“Siete talmente disperato?!” a Leonardo caddero le braccia.
“Non hai capito!” disse “E non azzardarti mai più a pensare che io possa per davvero sposare Zoroastro!” feci per ribattere ma mi zittì. Poi prese posto di fronte a me e si accovacciò alla mia altezza “Nico non mi dice molto ma quando parliamo i nostri discorsi finiscono sempre per avere te come nucleo centrale. Non dirmi che non ti accorgi che quando ci sei tu diventa sbadato, goffo, disattento e di un colore che va molto vicino al rosso cardinale!” fece una pausa per farmi riflettere su quello che ave detto “Se questo non è un innamorato allora non lo è nessuno, mia diletta!”
“Vado da lui!” dissi, partendo verso la porta. Il mio maestro mi trattenne per un braccio, riscaraventandomi sul letto.
“Per dirgli cosa?” si schiarì la voce, come per imitarmi “Sai Nico, ho parlato con il maestro che mi ha fatto notare che tu, quando io sono presente, ti rincoglionisci e diventi più rosso della veste di Lorenzo De’ Medici però io sono confusa su quello che provo per te –non dire che non è così perché di suono a Zoroastro in fronte!- e quindi voglio prenderti con me ma, appena capirò che per me sei poco più di un fratello, ti mollerò passando sopra al tuo povero cuore esangue!” concluse “che te ne pare?” mi chiese, con il suo sorriso strafottente.
“Mi pare che siete un mostro e per questo adesso me ne torno nei miei appartamenti!” feci per uscire. Quando ebbi aperto la porta, lui mi disse “Qualunque cosa tu decida di fare con Nico ricorda che io sono sempre con te!”
Con un sorriso, diedi l’unica risposta che quella frase meritava “Ti voglio bene, Leonardo!” e poi sparii oltre l’uscio di legno.

 
Angolo di Sol: ciao! Bene Leonardo ha detto al sua sui sentimenti di Cristina per Nico, ora vediamo lei cosa deciderà di fare e, cosa fondamentale, cosa farà Riario!
  
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