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Autore: attagirl    12/06/2013    0 recensioni
Questa è la mia prima ff vera e propria. Parla di Arthur, Inghilterra, e di suo fratello Scozia. Non ho usato spunti storici per scrivere, ma solo brevi episodi della loro infanzia che Arthur ricorda, durante una giornata intensa ed un meeting delle Nazioni. Se siete ancora interessati e non vi ho annoiati, allora vi auguro una buonissima lettura :)
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Scozia
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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-...Ok, everything is perfect! Thank you, everyone! You did a great job!- ringraziò poi l'Inglese a tutti i camerieri che stavano preparando la sala della conferenza. Questi si congedarono e aspettarono che arrivasse l'ora del meeting per entrare e intrattenere gli ospiti con bevande e viveri.
Arthur allora rimase da solo, nella stanza, ad aspettare. Erano ancora le 8 di mattina, ma sapeva che i soliti mattinieri sarebbero presto arrivati. Nemmeno il tempo di finire nella sua mente il pensiero, che subito alla porta si affacciò un "giovane" dai tratti orientali, che, garbatamente, salutò.
-Ohayogozaimasu, Iggyri-san! Mattiniero anche lei, vedo.- sorrise il giapponese, entrando lentamente nella stanza e posando la sua valigetta.
-Good morning, Kiku! Mattiniero anche tu, come sempre!- salutò di rimando sorridendo Arthur.
-Ho saputo che anche la tua Borsa ha avuto un improvviso calo. Tutto a posto?- chiese incuriosito e dispiaciuto il biondo.
-Ah...- il giapponese si bloccò, a quella domanda-...Purtroppo, la crisi inplica l'aumento dei prezzi..anche per il sushi...adesso anche solo le uova sono un alimento costoso..! Coff coff volevo dire, sì, grazie dell'interessamento! e' tutto a posto!- sorrise come soleva fare il giapponese.
Passarono le ore e pian piano la sala si riempì sempre di più. I più mattinieri arrivarono poco dopo Kiku, mentre i soliti ritardatari( ogni riferimento ai due Italia e a Spagna sono puramente casuali) arrivarono a pelo.
Il meeting venne aperto dalla squillante ed energetica voce di Alfred, l'Americano, come praticamente ogni meeting Mondiale a noi conosciuto.
Alfred. La causa per cui Arthur odiò la pioggia.Il giorno in cui gli aveva dichiarato guerra per l'indipendenza, pioveva. Pioveva forte. Come quel giorno di lontana infanzia. La pioggia per Arthur divenne una cosa sia positiva che negativa.
Il meeting passò veloce, come al solito: alla fine le due Coree si erano messi a litigare, lui stava a litigare con Francia e con America, Germania cercava di dare un controllo alla situazione, ma Italia cominciava a parlargli e non smetteva più di parlare di pasta, tanto che persino Germania si arrendeva. Ma quel giorno decise di stare calmo e aspettare che tutti uscissero prima di lui. Non v'era un motivo preciso, semplucemente non aveva la minima intenzione di uscire prima del dovuto come sempre. E dire che quei meeting servivano, come giustamente diceva Germania, a risolvere i problemi, mentre con esse se ne aggiungevano e basta, e si finiva sempre in continue risse.
Gli ultimi che abbandonarono la sala furono Grecia (che pareva particolarmente stremato, forse per lo stato economico in cui era, che continuava a lanciare occhiattacce a Svizzera*), Cina e Austria(per la loro lentezza) e Francia che gli stava cercando di palpare il fondoschiena come "saluto". Dopo che li ebbe salutati tutti e mandato al diavolo Francia circa 20 volte, si risedette dove era stato tutto il tempo, per prendersi un po' di respiro.
Approfittò di questo attimo di calma per concedersi un pisolino, nonostante la posizione fosse decisamente scomoda, su una sedia, con la testa appoggiata alle braccia. Si addormentò praticamente subito, forse per la stanchezza dei nervi causata da quel mangia-lumache vinofilo. Fu allora che sognò nuovamente, ma non era lo stesso sogno di quella mattina. Era completamente diverso.
 
Era lui, Arthur, di nuovo bambino, che correva ditro al fratello maggiore Ian, che scappava ridendo insieme agli altri loro fratelli. Stavano probabilmente giocando a chiapparello, e Arthur, come ben ricordava, doveva sempre prendere. Come se per uno scricciolo fosse facile correre dietro ai fratelli molto più robusti di lui! Mentre correva, tuttavia, inciampò perdendo improvvisamente l'equilibrio.
Si mise a piangere chiamando con tutta la voce che aveva i fratelli, ma solo uno di loro si girò. Era Ian, che ora lentamente gli si avvicinava. Ma Arthur temeva che il fratello gli avrebbe dato una botta come suo solito, così gridò spaventato, implorandolo " No! Per favore, non farmi male! Non farmi del male!" . Il maggiore, giunto a pochi passi da lui, non disse nulla. Si chinò e rimase a fissarlo, con la solita espressione monotona e accigliata. Arthur non vide più molto bene, perchè le lacrime coprivano. Il maggiore mosse la bocca per dire qualcosa, ma la voce non riuscì ad udirla. Poi, una cosa che mai si sarebbe aspettato dal fratellone. Questo, con forza mescolata a dolcezza, lo sollevò da terra e cominciò a carezzarlo. Arthur rimase piacevolmente colpito da quel gesto, ma non disse niente, per paura che, facendolo, avrebbe spezzato quell'armonia o il fratello si sarebba arrabbiato. Poi, alzò lo sguardo verso di lui, e Ian ora aveva un'espressione addolcita. Arthur, vedendolo così, non poté far altro che sorridere contentissimo. Ma era davvero suo fratello o era una qualche creatura mitologica che ne aveva preso le sembianze?
Quell'attimo di quiete sarebbe durato un'eternità, se non fosse stato che Ian cambiò improvvissamente espressione, corrugando la fronte e urlandogli contro "Arthur! Svegliati, moscerino! Che diavolo stai a dormire qui?!?!"
 
-Cosa?!- si svegliò bruscamente l'Inglese, rendendosi conto di essere ancora nella sala del meeting e che era passato parecchio, dato che era oramai sera, come la luce fuori dalla stanza suggeriva. Poi, mentre alzava la testa per guardarsi intorno, una folata di fumo gli arrivò dritta dritta in faccia.
-Coff coff!! Ehi! Chi è l'imbecille che sta fumando?!- fu l'impulso a parlare al posto suo. Difatti, appena dietro la coltre di fumo intravide una chioma rossa e due occhi smeraldo, si zittì.
  
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