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Autore: cipolletta    12/06/2013    3 recensioni
Aileen Jackson era un ragazza normale, più o meno.
A parte il suo nome, che le dava il voltastomaco solo a sentirlo, era una ragazza come tutte le altre.
A parte la sua iperattività e dislessia.
A parte che suo padre, era Poseidone.
Anche Isaac Lahey era un ragazzo normale.
A parte la sua velocità, il suo udito e olfatto.
A parte che era un lupo mannaro.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Isaac Lahey, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ti amo Aileen cazzo.
Ti amo Aileen cazzo.
Ti amo Aileen cazzo.
Ti amo Aileen cazzo.
Ti amo Aileen cazzo.
Ti amo Aileen cazzo.
-Aaaaaaaaaaah- con un urlo si svegliò e si mise a sedere, portandosi una mano sul cuore che batteva a mille.
Sempre lo stesso incubo di ogni notte.
Da una settimana circa, cioè da quando era stata dimessa dall’ospedale, non faceva altro che sognare sempre lo stesso ragazzo che le ripeteva quella frase all’infinito.
Non sapeva chi fosse, aveva il volto oscurato e la voce ovattata, ma le sembrava sempre così dannatamente reale. Peccato che nessuno in vita sua le aveva mai detto una cosa del genere e probabilmente nessuno lo avrebbe fatto per ancora un bel po’ di tempo.
Eppure non poteva far altro che pensare che qualcuno glielo avesse detto per davvero, magari in un momento in cui lei non  stava ascoltando o magari perfino quando lei stava dormendo.
Scrollò la testa scacciando quei pensieri assurdi e lanciò uno sguardo alla sveglia.
Le 7 e dodici della mattina e lei era già sveglia.
La scuola quel giorno sarebbe cominciata alle 8 e mezza , perciò aveva tutto il tempo del mondo per prepararsi alla meglio e soprattutto con calma.
Si alzò dal letto e appoggiò un piede a terra, stranamente contenta del pavimento freddo. D’altronde erano a fine maggio e lei cominciava ad accusare sempre più caldo.
Si diresse in bagno e si liberò del pigiama verde acido appena chiuse a chiave la porta di legno di ciliegio.
Attraversò la stanza e fece per alzare il piede ed entrare nella doccia quando intravide il suo riflesso allo specchio e come ogni mattina non riuscì ad evitare di scrutarsi ogni centimetro di pelle.
La cicatrice alla spalla era lì e la conosceva bene, ma ce ne erano due di cui l’origine era incerta, soprattutto una.
La cicatrice profonda all’altezza dello stomaco era un mezzo mistero. Era collegata alla sua settimana di coma ma ancora non capiva bene come. Suo fratello Percy le aveva raccontato di come fosse brutalmente caduta dalle scale e di come avesse perso conoscenza finendo in coma, appunto. Le aveva anche raccontato di come avesse infranto la finestra accanto al corrimano e di come un vetro le si fosse conficcato nello stomaco, ma era ovvio anche alle orecchie di un bambino come la storia non stesse in piedi da sola.
C’era qualcosa che non tornava. Solamente che Aileen quel qualcosa ancora non sapeva cosa fosse.
Sarà stato il fatto che lei non si ricordasse niente di niente o forse perché sentiva una specie di buco dentro di sè. Era come se al puzzle della sua vita mancasse un pezzettino. Ma non uno di quei pezzettini che fanno da cornice o stanno negli angoli, no. Mancava proprio uno dei pezzettini principali, di quelli che si incastrano su tutti e quattro i lati e che senza i quali il puzzle non avrebbe avuto alcun senso.
Su un fianco destro poi si era ritrovata quattro cicatrici lunghe e fine , distanti pochi millimetri l’una dall’altra parallelamente. Erano nella posizione come se qualcuno dai lunghi artigli l’avesse graffiata in malo modo.
E se la cicatrice alla pancia era un mistero, queste lo erano se possibile ancora di più , visto che nessuno riusciva a spiegarle né come né quando se le fosse procurate.
Quando cercava di sollevare l’argomento tutti le sviavano il discorso o alzavano le spalle con noncuranza e questo ad Aileen dava i nervi.
Possibile che si ritrovasse così tante cicatrici e non si ricordasse nulla???
C’era un’altra cosa che la tormentava ultimamente. Tutti si comportavano come se fosse di cristallo. Come se si potesse rompere in mille pezzi da un momento all’altro.
Aileen li aveva visti gli sguardi di Percy, che di soppiatto la scrutava silenziosamente e cercava segni di chissà che cosa sul suo viso. Li aveva visti gli sguardi di Tyson, di Lydia e perfino di Dioniso.
Se c’era poi una cosa più anormale di tutte era proprio quella. Da quando il Signor D. si preoccupava per lei? Eppure era andato a trovarla ben tre volte in una settimana.
Era più di quanto lo avesse mai visto in tutte le sue estati passate al campo mezzosangue.
L’unico che fin ora si comportava normalmente con lei, trattandola come una ragazza di tutti i giorni e non come una delicata porcellana era stato Nico e di questo ,Aileen gliene era grata fino al midollo.
Non ne poteva più di sguardi compassionevoli da parte di tutti. Non ne poteva davvero più di riuscire a saltare sempre la fila alla mensa o alle macchinette perché tutti avevano pena della povera ragazza uscita dal coma.
Ispirò ed espirò aria talmente rumorosamente che poté osservare il suo petto alzarsi ed abbassarsi.
S’infilò sotto il getto d’acqua tiepida ed insieme allo sporco dei capelli lavò via anche tutti i suoi pensieri.
 
Quella mattina Lydia non era passata a prenderla visto che sarebbe entrata un’ora dopo, così Aileen si avviò verso la scuola di Beacon Hills a piedi, non dopo una breve litigata col fratello che sosteneva che fosse ancora troppo debole per camminare.
Lei di tutta risposta aveva afferrato lo zaino Eastpak e se ne era uscita di casa in fretta, lasciando Percy , Sally e Tyson ai loro confabuli mattutini.
Quella mattina stranamente , guardandosi allo specchio prima di scendere a far colazione si era piaciuta e così aveva deciso di indossare qualcosa di più impegnativo rispetto alle sue solite t-shirt e jeans lunghi.
Ora si trovava così a camminare per la via principale del paese con dei shorts a vita alta color pesca, un top dalle spalline fine color menta ,che le arrivava all’ombelico ma non lasciava nulla scoperto visto i pantaloncini, degli stivaletti alti fino alla caviglia color crema e un maglioncino bucherellato sempre dello stesso colore degli stivaletti che aveva poi infilato con un angolo dentro agli shorts, per farlo più corto.
Non aveva però rinunciato alla sua solita crocchia disordinata anche se stavolta aveva aggiunto un cerchietto color menta che spiccava fra i suoi capelli.
Doveva ammettere di aver pensato anche di truccarsi, ma alla fine aveva deciso che per quella mattina era anche troppo , così era uscita di casa solo con un po’ di burrocacao alla ciliegia sulle labbra.
 
-Ehi bellezza- esclamò qualcuno fischiando.
Aileen si voltò verso la voce e vi trovò un Nico vestito, stranamente, con una t-shirt color vinaccia e dei jeans chiari con le Air Force bianche.
-Nico!- esclamò la ragazza arrestando il passo svelto e lasciando che il semi dio la raggiungesse – cosa ci fai qui?- domandò una volta che le era accanto.
-Facevo una passeggiata mattutina e chi ti vedo? Jackson che cammina a passo svelto!- spiegò facendo ridacchiare la ragazza.
-Sto andando a scuola…- precisò Aileen roteando gli occhi- Ma la mia voglia è pari a meno cinquanta- concluse sbuffando.
-Probabilmente tuo fratello mi ucciderà, ma tanto io sono il figlio di Ade e quindi sfrutto la cosa a mio vantaggio….-
Aileen assottigliò gli occhi- Mi stai chiedendo di fare sega con te?- indagò
Nico alzò lo sguardo verso il cielo dove un sole mattutino splendeva alto e arricciò il naso- Effettivamente si, ti sto proponendo di marinare la scuola avec moi-
La ragazza ridacchiò ricordandosi di come in realtà Nico non avesse proprio diciannove anni e per questo motivo delle volte odiava sentire certi termini moderni. A pensarci bene Nico aveva quell’età, solo che se non fosse stato intrappolato dai mangiatori di Loto per più di cinquant’anni ora ne avrebbe avuto molti di più.
- Avecbeaucoup de plaisir- rispose in un perfetto accento francese.
-E così parli pure francese. Credevo di conoscerti Aileen Jackson… mi sbagliavo évidemment-
Conclusero il discorso con una fragorosa risata per entrambi mentre Nico passava un braccio intorno alle spalle graciline di Aileen e si avviavano dalla parte opposta dell’edificio scolastico che si cominciava ad intravedere da dietro gli alberi.
 
-Paul… come te lo devo dire? Tu.Non.Mi.Piaci. Punto, fine della storia. Aria!- esclamò esasperata una Lydia alle prese con un quattordicenne tutto brufoli, occhiali ed apparecchio.
La ragazza si chiese se per caso ultimamente, da quando era stata scaricata da Jackson Whittemore, avesse attaccato un cartello dietro le spalle con scritto ‘parlatemi’.
Estrasse dalla Gucci il suo gloss e si specchiò nel piccolo specchietto rosa che aveva attaccato dentro l’armadietto ad inizio anno.  Passò un nuovo strato appiccicoso sulle labbra carnose e lo richiuse velocemente.
Un picchiettio sulla spalla destra la fece sobbalzare.
-Paul…seriamente..??- esclamò esasperata girandosi e trovandosi davanti ad un Tyson confuso.
-Non… non sono Paul- ribatté quasi offeso
-Ciao Tyson…- si corresse rigirandosi verso l’armadietto e chiudendo l’anta- cosa c’è?- chiese gentilmente voltandosi nuovamente e ritrovandosi faccia a faccia.
-Ehi Martin!!- un urlo stoppò il ciclope dal parlare e Lydia rabbrividì al sentire ed al riconoscere quella voce, ma fece finta di nulla.
-Martin sei diventata sorda?- Jackson si avvicinò spavaldo ai due e si parò al lato della ragazza, accarezzandole una spalla.
Lydia si scostò rapidamente e lo guardò con gli occhi sbarrati. – Che cosa vuoi da me Whittemore?- chiese scocciata.
Jackson rivolse uno sguardo più che eloquente a Tyson che ci mise un po’ ad afferrare il concetto ma quando capì cosa intendesse alzò i tacchi e con un cenno del capo si dileguò.
Lydia sbuffò sonoramente- Ti ho fatto una domanda- sibilò a denti stretti.
-Volevo solo chiederti come mai in queste settimane sei diventata così…così fredda. Prima credevo fosse solo una questione passeggiera ma ora… non ti capisco sai Martin?-
- Uao. Che perspicacie. E secondo te, perché io dovrei comportarmi da fredda?-
-Lydia…- le mise una mano sulla spalla, di nuovo- ti sto chiedendo una seconda possibilità- enunciò guardandola negli occhi.
La rossa prese un gran respiro. – Hai lasciato la tua ragazza?-
Jackson annuì.
Lydia prese un altrograndissimo respiro.
Quella probabilmente era l’occasione che aspettava da quanto lui si era messo con.. con Silver.
Quanto tempo era che desiderava che un giorno Jackson fosse venuto da lei e le avesse chiesto di ritornare quelli di tempo prima?
Quante volte si era immaginata lei per mano nella mano del ragazzo per i corridoi della scuola, senza nascondersi, senza preoccuparsi che girassero voci sul tradimento di Jackson, come ai vecchi tempi?
Che poi, dire vecchi tempi era proprio esagerato.
Erano giusto due anni prima. Soli due fottutissimi anni prima la sua vita era perfetta.
Aveva Jackson accanto, era la più invidiata e guardata nella scuola, faceva shopping un giorno si e l’altro pure  ed aveva tante amiche.
Ora era un bocconcino single per sfigati, le ragazze cominciavano a snobbarla , aveva si e no due amiche e … da quant’era che non comprava nemmeno un misero mascara o un misero top?Almeno una settimana.
Decisamente troppo.
Dare una seconda possibilità a Jackson era come lasciare che uno spiraglio di luce entrasse in quella crepa che ormai era la sua vita.
Ma era vero anche che dargli una seconda possibilità sarebbe stato come dargli un’altra pallottola per la sua pistola, perché la prima volta aveva mancato il bersaglio.
Aveva sempre odiato gli incoerenti, Lydia.
Ed ora lei non era di meno, continuando a volerlo ma allo stesso tempo odiandolo.
Cosa avrebbe dovuto fare?
-Lydia… rispondi.. Tu mi ami?- le chiese prendendola alla sprovvista.
Già.. lei lo amava?
O amava solamentel’idea di esserne innamorata?
Sospirò- Non lo so- ammise – ma …- scostò nuovamente la mano del ragazzo dalla spalla- ma non voglio tornare con te-
Si allontanò a gran passo e se represse l’istinto di voltarsi e saltargli al collo per poi baciarlo, non lo diede a vedere, decisa a smetterla una volta per tutte con il pensiero di Jackson fisso in mente.
D’altronde, anche se il suo cuore lottava per dire che non era vero, sapeva che Jackson le parlava così per un solo scopo, purtroppo.
Non voleva un ragazzo che la lusingasse per portarsela a letto, non più.
 
-No non ci credo!!!- esclamò ridendo Aileen provocando altre risate da parte di Nico.
- Giuro!!!- disse il moro portandosi una mano sul cuore – ho visto con i miei occhi due anime che ci provavano l’uno con l’altra. Ero nella prateria degli Asfodeli-
-Avrai visto sicuramente male su!- rimbeccò la ragazza tirandogli un leggero pugno sul braccio.
-E va bene, come vuoi. Sai che è quasi l’ora della tua uscita da scuola?- domandò mettendo le virgolette alla parola ‘uscita’.
Aileen scrollò le spalle e sbuffò – Credo che sia meglio che vada allora. Non vorrei davvero che mio fratello ti butti nel Tartaro. E credimi, lo farebbe.-
Nico si abbandonò all’ennesima risata e le passò lo zaino blu che per gentilezza le aveva portato tutta la mattina.
Aileen lo afferrò e mettendoselo in spalla sorrise all’amico, mettendo in mostra i suoi denti bianchi e le fossette lievemente accennate.
-Mio fratello è sempre più protettivo, non trovi?- domandò ingenuamente.
-Naaah, sai com’è fatto Percy, si preoccupa per tutti, è la sua natura-
Aileen ridacchiò un poco e annuì.
Quella mattina non aveva fatto altro che ridere, scherzare e sorridere come non faceva da tempo. Non è che con Lydia non stesse bene ma con Nico era tutto diverso, poteva essere la vera se stessa, poteva parlare di tutto quello che le piaceva senza preoccuparsi di dire o spifferare troppo  di qualcosa.
E cavolo se si era divertita quella mattina.
Nico probabilmente era uno dei suoi amici più cari. Si ricordava la prima volta che l’aveva conosciuto. Quando Percy l’aveva portato nella loro vecchia casa di New York a prima vista quel ragazzo pallido e dai capelli corvini le era sembrato un sacco noioso, per non parlare poi della nomina che si portava dietro.
Insomma nessuno avrebbe mai creduto che un figlio di Ade potesse essere così simpatico.
Fortunatamente lei non era stata mai una persona che si ferma alle prime apparenze.
 
Quando la campanella dell’ultima ora suonò, Isaac raccolse il suo zaino da terra e sgattaiolò fuori dall’aula in men che non si dica, evitando accuratamente di incontrare i suoi amici.
Non voleva vedere né parlare con nessuno. Tutti gli avrebbero detto la stessa cosa tanto.
E’ solo una ragazza, fattene una ragione e vai avanti. Ne incontrerai una più bella più simpatica più questo più quello e bla bla bla.
Il problema era che lui, le altre, non le vedeva proprio. Ogni volta che in corridoio incrociava lo sguardo con quello di una ragazza, immediatamente pensava solo che al suo sguardo, al blu intenso di Aileen.
L’unico che probabilmente era riuscito a comprenderlo era stato Scott, ma Isaac non aveva raccontato tutta la verità.
E’ vero Scott e gli altri sapevano ormai che Aileen ,suo fratello e gli altri non erano quello che sembravano, e l’avevano capito da quello scontro dove lui aveva rischiato di ucciderla, ma non si sentiva di raccontargli proprio tutto.
Si fidava del suo migliore amico, ma sarebbe stato come tradire Aileen e lui non lo avrebbe mai fatto.
Anche se lei ormai, non ricordava nemmeno che lui esistesse.
Era questo che lo uccideva da dentro, lo logorava lentamente fino a togliergli il fiato.
Lei non ricordava nulla di lui, di tutto quello che era successo.
Come fosse possibile Isaac non lo sapeva, ma aveva giurato ,quel giorno in cui Aileen si era svegliata, di scoprirlo.
Ora però non sentiva la forza necessaria per farlo.
Forse doveva fare come gli aveva consigliato Stiles. Ricominciare da capo, da zero, insomma… dimenticare anche lui.
No, non avrebbe dimenticato, non ce l’avrebbe fatta.
La fregatura erano proprio i ricordi. I baci rubati, quelli dati all’ultimo secondo prima di andare via. Quelle notti rimasti a parlare sdraiati nel terreno umidiccio del bosco, quando Aileen gli confessava di sentirsi al sicuro con lui e le si chiudevano gli occhi dal sonno ma non ne voleva sapere di farsi portare a casa per riposare. Le canzoni dedicate. Gli abbracci inaspettati, le mani che si intrecciavano, le ore passate insieme.
Si lo fregavano.
Dio, sembrava una femminuccia in preda alla prima cotta.
Era convinto che lui ed Aileen avrebbero potuto amarsi tantissimo.
Peccato che si erano incontrati nel momento sbagliato delle loro vite.



 
HOLA.
Ho "trovato" sull'editor di EFP un nuovo font che mi fa impazzire ahahahaha, ok stop basta.
Avete vistoooooo???
Solo tre giorni ed ho aggiornatoooooooooooooooooooooooooo
Appalusi, grazie, grazie, grazie *si inchiana e prende al volo rose rosse*.
Se leggerete questo capitolo domani , cosa poi molto possibile, possiamo dire che sono quattro giorni.
Che poi, no, perchè sono le 23:29 e quindi non è scoccata la mezzanotte e quindi ho aggiornato TRE giorni dopo.
Non vi ci abituate a 'sta velocità però sono sicurissima che aggiornerò comunque molto più regolare :D
OGGI è FINITA LA SCUOLA.
Abbiamo fatto i gavettoni e quelli del quinto mi hanno inseguita per tutta la fermata dell'autobus ed alla fine mi hanno fracicata. 
Poi ho fatto il primo bagno al lago e sono troppo gasata :D YEAH.
Okkkkkkk dopo avervi raccontato cose di cui probabilmente non ve ne frega un *BIP* passiamo a parlare del capitolo.
E' di passaggio e non succede un granchè, i know.
Però i capitoli di passaggio delle volte, servono, you know.
Ed è anche piuttosto triste, soprattutto il Pov Isaac che mentre lo scrivevo mi si stringeva il cuore :'(
Il prossimo capitolo succederà qualcosa ma sarà sempre di " passaggio" perchè.... beh poi vedrete.
Spero vi sia piaciuto, lo so che non è proprio questa meraviglia , però appunto era di passaggio ( avrò detto passaggio tipo ottanta volte )
Un bacione one one 
Cipolletta.
( Me la lasciate una recensione vero? :3)


IMPORTANTE:
Guardate qua cosa mi ha disegnato la caro di Caro_Ari:
 ( lo so è a testa in giù D:) 

Spero non ti sia dispiaciuto se li ho pubblicati ma erano troppo.... asjsgdjskdhakalhdakasjals ( belli)
Per chi non avesse capito è Aileen.

Publicità tà tà tàààà:


I'm Howling for you: 
http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1791314   
Poi se andate sulla pagina delle autrici trovate anche l'altra :)



  
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