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Autore: Johnlockistheway    13/06/2013    4 recensioni
Merlino e Morgana. Due scelte di vita. Bene e male. Odio e amore. E un solo destino: il Loro.
Dal capitolo 1: Morgana si era voltata incredula verso Merlino e, guardandolo, all'improvviso tutti i pezzi che aveva nella testa erano andati al loro posto.
Non aveva più alcun dubbio: il ragazzo che le stava davanti era il mago più potente del mondo.
Dal capitolo 12:“Dopo quello che la mamma ti ha fatto...come sei riuscito ad amarla ancora? A fidarti di lei?"(...)
"Non ce l'ho fatta perché sono stato forte o paziente. Ce l'ho fatta perché l'amavo. E credi a me, figlia mia. L'amore vince veramente su tutto. Sempre”.
Dal capitolo 17: "Buongiorno principessa"

(fa parte della serie L'amore vince su tutto)
SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO (sorry)
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Drago, Merlino, Morgana, Nuovo personaggio | Coppie: Merlino/Morgana
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore vince su tutto'
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Capitolo per voi, per farmi perdonare, e in particolare a Sim, la mia sorellona

RIASSUNTINO: Merlino è caduto nelle grinfie di suo zio, che l'ha paralizzato e ora il mago si trova completamente nelle sue mani. Che succederà?

Sole.

Un sole bruciante che gli penetrava sotto le palpebre chiuse, infastidendolo.

Stizzito, il mago aprì gli occhi.

Da dove diavolo poteva venire tutta quella luce? Nello “studio” di Salazar c'erano sì delle finestre, ma erano tutte sbarrate.

Forse, se non avesse pensato al buio di quella stanza, Merlino non si sarebbe stupito così tanto di quello che il suo sguardo incontrò pochi secondi dopo.

Si aspettava di trovare un soffitto e invece sopra di lui c'era il cielo.

Un cielo limpido, con qualche leggera nuvoletta a sbuffo, e con un sole caldo e splendente che torneggiava sopra di lui.

Frastornato, Merlino si mise a sedere poggiando con le mani per terra, scoprendo così che sotto di lui c'era della morbida erbetta verde.

Un soffio di brezza gli portò addosso l'odore del bosco e il profumo dei fiori che, si rese conto, erano sbocciati anche tutto intorno a lui.

Ma che diavolo...?” fece, alzandosi in piedi per guardarsi attorno.

Si trovava in una radura circolare, tutta fiorita e circondata da fitti alberi; poco più in là scorreva un fiumiciattolo e, vicino alla riva, si trovava un'enorme roccia che lo fissava.

Il mago stava per passare oltre con lo sguardo quando un pensiero lo attraversò: le rocce non possono fissare le persone, e non hanno nemmeno gli occhi.

Quindi... se quella non era una roccia...

KILGARRAH!?” urlò, spalancando gli occhi all'inverosimile.

Già... anch'io sono felice di vederti. E oh, sì, sto bene, grazie per avermelo chiesto”

Merlino si avvicinò, incredulo.

Scu-scusami è solo che...”

Cosa?” lo incoraggiò il drago, sbattendo le palpebre.

COME DIAVOLO HO FATTO AD ARRIVARE FINO A QUA?” esplose il giovane.

Non che fosse arrabbiato, certo, ma lo spaventava il fatto di non ricordare assolutamente nulla da quando era con suo zio fino al momento in cui si era risvegliato lì.

Il drago sbuffò.

Sta calmo giovane mago. Non c'è bisogna di urlare in questo modo. So che probabilmente tutto questo ti sembrerà strano, e che ti spaventerà anche un poco questa situazione, ma davvero, se tu adesso ti sedessi, potrei spiegarti tutto”

Merlino lo fissò per un momento, diffidente, prima di avvicinarsi zoppicando e sedersi meccanicamente davanti alla bestia.

Ti ascolto” disse solo.

Vedi” cominciò il drago “Dopo essere fuggito da tutti quegli attacchi grazie a te, sono volato non troppo lontano, e così ho sentito la strega e quell'altro mago urlarsi contro a vicenda e poi urlare contro di te. A quel punto, ho sentito anche la tua voce e ho deciso di intervenire. Sapevo che nessuno dei maghi li presente sarebbe stato pronto e abbastanza informa per lanciare un incantesimo, e comunque sono in grado di difendermi da un singolo sortilegio. Sono tornato indietro e quando sono arrivato ho visto te, a terra. Quando ho capito che non eri più legato alla strega ti ho afferrato e ho viaggiato molto per allontanarmi il più possibile. E adesso eccoci qui”

Il mago batté le palpebre, stupito.

Quanto sono rimasto... incosciente?” domandò.

La creatura scosse il capo.

Molto. Abbastanza perché pensassi male, almeno. Sinceramente, credevo che non ti saresti svegliato più”.

Merlino si mordicchiò il labbro.

Era davvero andata così?

Si era davvero trattato tutto di un sogno?

Cosa c'è adesso?” domandò Kilgarrah, studiandolo.

Niente. È solo che... mentre ero incosciente ho come... sognato... una cosa strana”

La bestia annuì, comprensiva.
“Sì, può essere. Avevi la febbre alta quando siamo arrivati qui”

Merlino sospirò, chiudendo gli occhi.

Voleva credere che fosse così, davvero.

Voleva credere che era salvo, che era lontano dalla strega e dalle sue torture.

Lo voleva.

Ma quella storia sembrava troppo strana.

Com'era possibile che non si fosse accorto di nulla?

E perché mai la sua mente avrebbe dovuto fargli sognare una cosa così orribile come un colloquio con suo zio?

Eppure adesso si trovava lì.

Lì, seduto su quel prato fiorito, la piacevole brezza a scompigliarli i capelli.

Sentiva l'erbetta morbida solleticargli i palmi delle mani, e il sole scaldargli il viso.

Sovrappensiero, immerse una mano nel fiumiciattolo.

Subito, l'acqua gli scivolò sul dorso dell'arto; era così fresca, vivida,così... reale.

Il mago sospirò di nuovo.

E così, adesso non ti fidi neanche più di me”

Merlino aprì gli occhi.

No. Non è così. Solo che mi sembra tutto così strano...”
Kilgarrah appoggiò il grande muso sulle zampe, portandosi con la testa al livello del mago.

I due rimasero a fissarsi in silenzio, per un lungo periodo.

Mentre il drago pensava ai fatti suoi, Merlino ripensava alle sue parole.

Ti vedo turbato, giovane mago. Se posso saperlo... che cosa hai sognato? Sempre che non ti dispiaccia dirmelo”
Il ragazzo annuì, come a dire che no, non gli dispiaceva.

Beh... nel mio sogno c'era Salazar. Lui... lui mi portava nella sua stanza. Era molto arrabbiato. Poi, di colpo si è calmato. Mi ha fatto delle domande in modo gentile. Però l'ha fatto solo per ingannarmi: mi ha paralizzato e poi mi ha messo qualcosa nel collo. Dopodiché mi sono svegliato qui”

Capisco” fece la bestia “Eppure Merlino, adesso sei qui. Non puoi negare l'evidenza. Nessuno può essere in due posti contemporaneamente”
Kilgarrah sorrise.

Nemmeno tu, Emrys”

Dopo quelle parole, il mago iniziò a sentire la tensione scivolare via.
Il drago aveva ragione: non poteva davvero essere in due posti insieme.

Era lì, in quel prato, con Kilgarrah.

Era al sicuro.

Sorridendo a sua volta, si stese sull'erba, richiudendo gli occhi.

Si sentiva sfinito e dolorante, ma almeno non era morto.

Già... probabilmente hai ragione tu”.

Io ho sempre ragione”
“La modestia è la tua qualità migliore, Kilgarrah”

Il drago ridacchiò, e presto anche il mago si aggiunse alla risata.

Tutto sembrava andare bene.

Almeno, fino a che la bestia non parlò di nuovo.

E poi diciamocela tutta Merlino: Salazar non potrebbe mai domandarti se hai sete”

Il ragazzo ridacchiò.

Già, quello non sarebbe capace di essere gentile nemmeno se...”
All'improvviso, al mago mancò l'aria.

No.

Non era possibile.

Che succede giovane mago? Non ti senti bene?”
Merlino si tirò su.

Come lo sapevi?” chiese, gelido.

Cosa?”
“Come facevi a sapere quello che mi ha chiesto?”
Il mago lo fissò.

Merlino, me l'hai detto tu poco fa. Non capisco cosa...”
“Non è vero. Io non ti ho mai detto quello che mi aveva domandato Salazar. E ciò significa che tu non sei Kilgarrah”
“Non essere sciocco, giovane mago, certo che sono io! Chi altri potrei essere”

No...” Merlino si alzò, allontanandosi da lui “Tu non sei lui. Io lo so che non lo sei!”
Improvvisamente, la bestia scoppiò a ridere.

Ma non era una risata normale.

Era malvagia, folle, ed era stridula: non somigliava nemmeno vagamente a quella del drago.

Bravo Merlino. Mi hai scoperto”.

A quelle parole, Merlino iniziò a correre.

E adesso che vuoi fare eh? Scappare? Scappa, scappa pure! Non andrai lontano!”
Il mago non lo ascoltò, e continuò a correre.

Correva veloce, mentre sopra di lui il cielo diventava nero.

La brezza divenne improvvisamente un vento gelido, freddo, che gli spezzava il fiato.

La foresta si trasformò: di colpo, ogni ramo era un artiglio che cercava di ghermirlo, graffiarlo.

Il giovane corse più veloce,i polmoni che bruciavano, nelle orecchie la risata malvagia della creatura.

Corse, corse e corse, fino a che di colpo uscì dalla foresta e si trovò davanti a uno spettacolo pauroso.

Davanti a lui, c'era solo un enorme voragine nera.

Cercò di rallentare, ma ormai era troppo tardi: urlando, cadde all'interno di essa.

Vide il buio venirgli incontro mentre precipitava giù, giù, sempre più a fondo, fino a quando una luce bianca cominciò a venirgli incontro: sembrava un buco.

Il mago vi cadde dentro e, di colpo, ruzzolò sul un prato.

Quando si alzò, Merlino emise un suono strozzato, simile ad un singhiozzo, per lo stupore: si trovava al punto di partenza.

Era di nuovo nella radura circolare, anche se adesso tutto aveva un aspetto molto più minaccioso.

L'aria fredda lo colpì con violenza, mentre intorno a lui tutto ciò che c'era di bello veniva spazzato via.

Tuttavia, la cosa più sorprendente, era la creatura che si trovava al posto del drago.

Era un essere enorme, dal colorito nerastro, con grandi zampe e due ali chiuse attorno al corpo.
La coda si arrotolava su se stessa, stringendosi da sola con le possenti spire.

E poi c'erano gli occhi: due occhi come braci ardenti, dalla pupilla felina, che fissavamo il mago con scherno e bramosia.

Che c'è, giovane mago” lo apostrofò con voce tagliente, stridula, beffarda.
“Non hai mai visto un incubo prima d'ora? E si che tu ne fai tanti, di incubi. O forse mi sbaglio?”

La creatura rise, facendo accapponare la pelle del mago.

A quel punto, in preda al panico, Merlino riuscì a fare solo una cosa: girarsi e correre, allontanandosi il più che poteva da quella cosa che sembrava uscita direttamente dalla bocca degli inferi.

Corri, corri pure!” gli urlò dietro l'incubo, ridendo a più non posso “Non puoi scappare dalla tua mente, Merlino! Sei in trap-po-la”

Difatti, pochi secondi dopo, il mago raggiunse nuovamente il baratro dove era caduto, che per lui era anche il confine che non permetteva la sua fuga.

Disperato, iniziò a correre costeggiandolo, cercando un qualsiasi punto dove si potesse proseguire.

Dietro di lui la creatura rideva, rideva, rideva.

Merlino piangeva: grosse lacrime gli scendevano lungo le guance rosse per lo sforzo della corsa, mentre la sua stessa mente si accaniva contro di lui.

Non poteva scappare, non poteva scappare da se stesso.

La creatura aveva ragione: era davvero in trappola.

Oh sì! Paura! Posso sentirla... riempire l'aria... la terra... l'acqua... e me stesso! Ti prego, non fermarti. È così... buona”

Il giovane singhiozzò, disperato.

Smettila... smettila ti prego! Lasciami andare!”

Ma se non ti ho nemmeno preso, come posso fare?” lo schernì la creatura, sogghignando.

Merlino accelerò la corsa: il cuore gli scoppiava, ma voleva andarsene da lì.

Di colpo, mentre correva, si sentì afferrare e trascinare in aria.

AAAAAAAAAA!” urlò, terrorizzato, trovandosi faccia a faccia, se così si poteva chiamare, con il mostro.

Adesso, se vuoi, puoi chiedermi di liberarti”ridacchiò.

Lasciami!” fece, divincolandosi più che poteva “Mettimi giù, ti prego!”

La creatura lo fisso, scoprendo i denti aguzzi.

Voi umani siete così interessanti... mi piacerebbe passare altro tempo a divertirmi con te, piccoletto, ma purtroppo ho le veglie contate. Temo che dovrò divorarti subito”

No... no aspetta!”

Senza ascoltare le proteste e le suppliche del mago, il mostro iniziò ad avvicinarlo a se, spalancando le fauci.

No! Lasciami, ti prego! Non mangiarmi!”

A nulla valsero le urla e i tentativi di ribellione di Merlino: di colpo, il mago sentì le fauci della bestia chiudersi intorno a se, mentre, con un urlo, scompariva dentro di esse.

NOOOOOOOOOOO!”

Il giovane si svegliò di colpo, urlando a pieni polmoni e rizzandosi in piedi, con addosso ancora l'istinto di scappare.

Tuttavia, le gambe non lo ressero e si ritrovò bocconi sul freddo pavimento di pietra di Salazar.

Singhiozzando, cercò con la mano l'ago che aveva nel collo e, appena lo trovò, lo strappò via, facendosi anche male.

Poi, ansimando, crollò sotto al peso della paura, della stanchezza e della disperazione.

Rimase lì, piangendo, fino a quando non si fu calmato.

Dopodiché, lentamente, appoggiò le mani a terra e si mise seduto.

La prima cosa che notò, fu che vicino a lui c'era il corpo di suo zio.

Essendo così sconvolto, il mago non aveva notato prima la strana assenza dello zio, ma adesso che lo vedeva lì, steso a terra, iniziò a domandarsi cosa stesse succedendo.

Con cautela, allungò una mano tremante fino a toccarlo: l'uomo, oltre che pallido, era anche freddo.

Tuttavia, uno sbuffo d'aria sulla mano gli confermò che era ancora vivo, e quello significava solo una cosa: non aveva tempo da perdere.

Senza nemmeno pensare a quello che faceva, il mago si appoggiò ad un tavolo, tirandosi in piedi, e si avviò barcollando verso la porta.

Appena la raggiunse, la aprì un poco per cercare di capire dove si trovasse: nonostante la confusione, infatti, sapeva che non sarebbe stato per niente intelligente cercare di uscire dalla porta principale.

Così, sbirciando, Merlino notò che la stanza si trovava al centro di un lungo corridoio.

Ai lati della porta c'erano due armature e, poco più in là, poteva distinguere un piccolo passaggio che riconobbe immediatamente: portava dritto di sotto, e lo usavano i servi per andare più velocemente alle cucine del palazzo.

Per una volta nella sua vita, il giovane ringraziò il cielo: Artù non era mai stato paziente per quanto riguardava il cibo e così lui, negli anni, aveva imparato a usare quel genere di scorciatoie.

Una volta capita la sua ubicazione, richiuse piano l'uscio e gettò uno sguardo all'uomo steso per tessa, che per fortuna sembrava non essersi mosso.

E adesso che faccio?” sospirò sconsolato, appoggiandosi al portone.

Non poteva di certo rendere e uscire come se niente fosse: di sicuro c'erano in giro un sacco di guardia e lui non era armato e non era in grado di combattere.
Inoltre, come se non bastasse, si sentiva scosso e debole, e probabilmente non sarebbe stato in grado di combattere a lungo con la magia.

E per dare un tocco finale al problema, si aggiungeva anche il fatto che molte delle persone lì erano maghi e, per giunta, sapeva che Morgana non se lo sarebbe lasciato sfuggire di mano.

Ancor più sconsolato e arrabbiato di prima, Merlino si sedette per terra.

Se almeno ci fosse un posto dove potermi nascondere... o un passaggio poco usato. Ma quelli sono solo i passaggi segreti e...”
Di colpo, si bloccò, spalancando gli occhi blu: i passaggi segreti.
Ma certo!

Quelli più usati li conosceva anche Morgana, ma lui li conosceva tutti a menadito e sapeva di passaggi che nemmeno Artù conosceva.
E, ora che gli veniva in mente, quello più vicino si trovava proprio in quella stanza.

Subito, si alzò in piedi, animato dalla speranza, e tirò leggermente verso di sé uno dei sostegni delle torce.

Subito, una parete si aprì, rivelando il passaggio.

Stanco, ma determinato, il mago lo imboccò di corsa.

Finalmente la fortuna inizia a girare” pensò, speranzoso.

 

*

Poco dopo...

 

Merlino camminava da un un pezzo ormai.

Addentrandosi e muovendo di passaggio in passaggio, era quasi riuscito a raggiungere l'uscita che sboccava nei boschi fuori dal castello.

La stessa, pensò, da cui aveva liberato Mordred, il bambino druido, nonostante gli avvertimenti del drago.

Finalmente, mentre pensava a lui, iniziò a vedere uno spiraglio di luce, così accelerò il passo e, in men che non si dica, si ritrovò in piedi nella foresta, fuori da Camelot e, momentaneamente, al sicuro.

Devo muovermi” pensò, serio “Adesso sono fuori, va bene, ma se Salazar non ha già ripreso conoscenza tra poco lo farà. Devo sbrigarmi prima che succeda!”

Così, recuperato un ramo per appoggiarsi, iniziò a camminare rapidamente, dirigendosi dalla parte opposta rispetto al castello.

Era ormai passata una mezza veglia quando, in lontananza, sentì suonare le campane del castello: stavano dando l'allarme.

L'avevano scoperto, e adesso si sarebbero messi subito a cercarlo.

La caccia era iniziata.

 

*

Stava ormai calando la sera.
Merlino, determinato a non mettere più piede in quel maledetto castello come prigioniero, aveva camminato piano e a lungo, senza mai fermarsi.

Forse sarà meglio prendersi una pausa” si disse, sedendosi su un tronco ricoperto di muschio.

Dopo essersi accomodato, il mago si guardò attorno, circospetto: si trovava in un piccolo spiazzo, quasi interamente occupato dal tronco sul quale era seduto.

Intorno a lui, i grilli cantavano, sereni, senza curarsi di lui.

Sapeva che avrebbe dovuto rimettersi in marcia ma era dura.

Aveva subito tanto in quei giorni, sia da Morgana che da suo zio.

Certo, all'inizio di quella fuga si era sentito riempire di energie, ma adesso lì, seduto da solo, nella penombra, con la temperatura che iniziava a calare, senza acqua, cibo, un posto dove andare, la stanchezza iniziava a pesare molto.

Il mago si leccò le labbra screpolate e rotte.

Quanto era passato dall'ultima volta che aveva avuto un pasto decente?

Certo, ogni tanto gli avevano dato da mangiare, ma di certo non si erano sprecati.

Sospirando, si mise le mani fra i capelli, mentre le lacrime iniziavano a pungere e premere per uscire.

Era solo, nella foresta, presto sarebbe arrivata la notte e con essa il freddo e le belve feroci, e lui non sapeva dove andare, e non aveva nemmeno più la forza di stare in piedi.

Era spacciato, punto.

Allora, però, si chiese, a che cosa era servito lottare per resistere, per scappare, se adesso si trovava in quella situazione.

Una vocina malvagia nella sua testa gli suggerì la risposta: “A niente, Merlino. Sei stato uno stupido. Adesso aspetterai qui, fino a quando, nel migliore dei casi, le belve ti troveranno e ti mangeranno. Altrimenti morirai di fame e sete. Oppure, nel peggiore e più probabile dei casi, tra poco ti troveranno, e ti riporteranno al castello, dove probabilmente ti attende già la tua punizione

Taci” sibilò lui, scuotendo il capo.

E perché mai dovrei tacere? Lo sai anche tu che questa è la verità”

Fa silenzio, ho detto!” sbottò “Non possono essere già qui, loro...”

Un fruscio lo fece zittire.

Dicevi?”

Terrorizzato, il mago si alzò in piedi.

No.

No, no, no, no!

Quel bagliore... lì in mezzo agli alberi.

Torce.

Stavano venendo a prenderlo.

Senza nemmeno pensare, il mago scattò in avanti, scappando.
Dietro di lui sentì un grido.

Merlino accelerò la corsa.

Dietro di lui sentiva i passi pesanti dei suoi inseguitori.

Non ce la faceva più.

I passi si avvicinarono.

Basta, doveva fermarsi.

Ormai l'avevano raggiunto.

Mancava poco e...

AH!” urlò, quando sentì il vuoto sotto i suoi piedi.

Pochi dopo si ritrovò a ruzzolare lungo un pendio scosceso, finendo poi, dopo alcuni secondi di caduta, a terra.

Rimase lì, stordito.

Poi, di colpo, qualcuno lo afferrò, tirandolo in piedi.

No” fece, dimenandosi “Lasciatemi! Lasciatemi ho detto! Io non ci torno là con voi! Non voglio... non voglio...”

Ormai stava singhiozzano: era finita, basta.

Stava giusto per arrendersi quando la persona che lo teneva lo lasciò andare.

Il mago si voltò per scappare quando...

M-M-Merlino?”

Una voce.

Incredula, calda, felice, famigliare.

Non ci posso credere”

Una voce amica.

Ti abbiamo trovato... Merlino...”

La voce dell'uomo a cui più teneva al mondo.

Stranito, il mago si rivoltò di scatto.

Appena lo vide, non poté credere ai suoi occhi: davanti a lui, i capelli biondi spettinati, l'armatura sporca, e lo sguardo azzurro incredulo, c'era niente poco di meno che Artù Pendragon.

 

Scusate!
Scusate scusate scusate!
Avrei dovuto aggiornare giorni, no, settimane fa.
Ma la fine scuola mi ha distrutto: verifiche ogni giorno ecc.
Però finalmente c'è l'ho fatta.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero che durante questa assenza non vi sia passata la voglia di leggere.

Lo sapete che io vi voglio bene...

Allora, perdonata?
Fatemi sapere.
Vostra

Morgana

   
 
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