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Autore: Claudia    29/12/2007    7 recensioni
Dopo il proprio matrimonio con l'ultimo discendente dei Malfoy, Ginevra Weasley abbandona i propri affetti ed i propri cari per vivere la sua vita a fianco del consorte. Completamente emarginata dalla propria famiglia, Ginevra conduce una nuova esistenza tanto che la povertà così rinomata dei suo familiari è ormai un lontano ricordo. Tuttavia, il presente è pronto a portare alla luce vecchi ricordi dimenticati e molto spesso, tutt'altro che belli. [Capitoli revisionati]
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo IX

Capitolo 9

Sotto a un cielo color del sangue - parte b (il passato che ritorna IV)

 

No one's here and I fall into myself

This truth drives me into madness

I know I can't stop the pain if I will it all away.

Whisper ~ Evanescence

 

 

Quando anche il mantello coprì le sue gracili spalle, Ginny uscì dal proprio dormitorio affiancata da Erika. Abbottonò con leggiadria i bottoni dorati che chiudevano parzialmente il mantello sul davanti e lasciò cadere i lembi di quest'ultimo lungo le gambe. Come notò estasiata Erika, l'abito nero che Ginny stava indossando per quell'occasione era adornato ai bordi da striature dorate che risaltavano sul nero velluto. La pelle diafana di Ginny, insieme ai suoi capelli ramati, risaltavano meravigliosamente. Erika provò una punta di invidia per la semplice, ma austera bellezza dell'amica. Sotto al mantello, Ginny si aggiustò la casacca che era esattamente dello stesso colore, rifinita al collo e ai polsi da dei ricami anch'essi dorati.

Ginny non aveva mai dubitato del prestigio di Hogwarts e, per quel che ne sapeva, divise del genere erano indossate solo nelle grandi occasioni. Abbassò lo sguardò e notò lo scintillio dello stemma della Scuola che le risaltava sul petto, accompagnato dal Grifone simbolo della sua casata.

Si sentì sciocca, ma vestita a quel modo aveva ripreso un po' del coraggio che aveva sentito inesorabilmente scivolare alla notizia di Andrew. Le mani, che fino a qualche minuto prima tremavano per l'agitazione, erano ferme, nascoste da guanti di morbido velluto.

"Sei un incanto Ginny!" Le disse entusiasta Erika.

"Non capisco perché ti ecciti tanto... questa uniforme è stata ideata per un uomo."

Mentre camminava, i lembi del mantello fluttuavano al ritmo del suo passo, lasciando intravedere i lunghi pantaloni che coprivano le gambe della ragazza.

"Se tu fossi un maschio, mi innamorerei seduta stante di te!" Ridacchiò Erika, facendo notevolmente arrossire l'amica.

"Smettila, rischi di darmi false speranze."

Entrambe si misero a ridere e Ginny fu grata all'amica che, con metodi tutti suoi, aveva smorzato la tensione che fino a qualche secondo prima l'attanagliava.

Quando entrarono nella sala, la giovane Weasley osservò con palese imbarazzo, gli sguardi dei presenti puntati su di lei. La professoressa McGranitt le si avvicinò sorridente e con lo stesso sguardo ammirato di molti.

"E' incantevole signorina Weasley," Disse con tono dolce la maga.

"La ringrazio, professoressa." Rispose Ginny, diventando rossa quanto i suoi capelli.

Con un cenno di saluto, si allontanò da Erika, e, affiancata dalla McGranitt, percorse il corridoio centrale che conduceva alle postazioni del Preside e dei professori. Niente le impedì di sentire mormorii e frasi di apprezzamento sul proprio conto, provenienti perfino dalle schiere dei Serpeverde. Quell'approvazione generale le fece guadagnare un poco di fiducia in se stessa e, a testa alta, giunse al cospetto del Preside Silente.

"E' molto graziosa con quell'abito, signorina Weasley." Silente sorrise da sotto la lunga barba e Ginny, in forma di cortesia, fece un leggero inchino, ringraziandolo del complimento fattole. Di lì a pochi minuti fu fatta accomodare su una sedia preziosamente decorata, collocata a sinistra del preside. Alzando lo sguardo, vide tutta la Sala di Hogwarts contraddistinta dalla folla di studenti che, vocianti e impazienti, sedevano ai propri tavoli. Per un attimo, a quella vista, Ginny rimase impietrita, essendo poco avvezza ad osservare i propri compagni da una postazione più alta e di maggior prestigio.

Cercò di distrarsi scorrendo con lo sguardo uno ad uno i professori. In fondo alla lunga tavola vide Hagrid vestito di tutto punto che, notandola, le fece un sorriso accompagnato da un leggero cenno della mano. Un modo per incitarla a stare calma. Ginny gli sorrise a sua volta e spostò lo sguardo sulla Cooman. Quest'ultima, pur sapendo di essere osservata dalla ragazza, la ignorò volutamente cercando di instaurare una conversazione appropriata con Hagrid.

Quell'atteggiamento non ferì minimamente Ginny che, anzi, fu grata alla professoressa per averla risparmiata di una sua minima attenzione. E per ultimo, il suo sguardo incrociò quello di Piton che, come era prevedibile, l'osservò con occhi duri e severi. Probabilmente non aveva acconsentito di buon grado alla sua piena partecipazione a quell'evento e come era tipico del suo essere, era certa che avrebbe preferito di gran lunga un Serpeverde nei panni del Rappresentante.

Ma dal canto suo, bastava la vicinanza di Silente per renderla tranquilla e serena. Come le aveva consigliato in precedenza Erika, Ginny prese a pensare ai propri amici e alla voglia che aveva, nonostante tutto, di rivederli.

**

 

"Harry l'Espresso si fermerà tra pochi minuti, non vieni?"

"Arrivo."

Ron si soffermò a guardare l'amico che, con aria pensierosa e serena, osservava l'avvicinarsi di Hogwarts. L'erba e gli alberi, ormai verdi per l'imminente arrivo della primavera, sfrecciavano davanti ai suoi occhi come i miraggi di un' oasi. Aprì un poco il finestrino e respirò a pieni polmoni l'aria che aveva dimenticato da molto tempo. Notando la vicinanza di Ron, Harry sorrise, richiudendo con uno scatto il vetro.

"E' bello vedere che certe cose sono sempre le stesse."

"Già. Speriamo che sia veramente così." Sospirò Ron.

"Stai forse pensando a Ginny?"

Ron arrossì un poco di fronte alla perspicacia dell'amico.

"E' da un anno che non la vedo. A Natale eravamo tutti impegnati come Auror e non sono tornato a casa."

"Da come parli sembra che Ginny sia la tua ragazza."

Dallo scompartimento uscì Hermione che, con qualche difficoltà stava trascinando il proprio bagaglio.

"Ma che centra? Ginny è mia sorella, non essere stupida!"

"Guarda che quello stupido sei tu," Gli ribattè secca Hermione ,"volevo soltanto dirti che è ammirevole la tua preoccupazione per Ginny, ma non ti devi assillare... Ginny non è certo morta per non averti visto."

"Cosa vorresti dire con questo?!" Ron gonfiò le guance indispettito.

"Avanti voi due, smettetela." Harry sorrise ai due compagni.

"Uffa, io vi esprimo tutta la mia sensibilità e invece voi mi offendete!" Disse stizzito Ron.

"Guarda che io ed Harry sappiamo benissimo cosa ti frulla in mente: hai paura che Ginny non sia più la sorella dolce e timida che hai lasciato. Ma, Dio, Ron è passato solo un anno!" Disse esasperata Hermione.

"Un anno, tre, non ha differenza. Le persone cambiano anche a distanza di soli dodici mesi. Guarda noi!"

Alle parole di Ron, il sorriso di Harry si spense.

"Stiamo diventando dei mercenari." Disse infine Ron, dando un leggero pugno alla parete del treno.

"Adesso smettila, Ron. Non siamo mercenari. Siamo maghi che lottano per la salvaguardia del mondo magico."

"Ciò non toglie che abbiamo ucciso delle persone con queste mani." Disse sollevando i palmi verso di loro.

"Basta!" Disse Harry con tono deciso e severo ,"non mi sembra nè il momento nè il luogo adatto per affrontare un argomento simile."

La durezza di quelle parole, mise a tacere i due compagni.

Harry lanciò un ultimo sguardo alla boscaglia nei pressi di Hogwarts, fino a quando la voce di uomo li annunciò del loro arrivo alla Scuola di Magia.

"Sei sempre tra i piedi Potter." Draco Malfoy, esattamente dietro ad Harry, osservò il ragazzo moro con un'espressione mista a disprezzo e a scherno. Dietro l'ex Serpeverde, Tiger e Goyle trascinavano i loro bagagli e quelli di Pansy. La ragazza, invece, stava comodamente appoggiata a una parete attendendo la fermata del treno.

"Come vedi lo spazio è quello che è Malfoy, se non ti va bene... vola."

A quelle parole, gli occhi grigi dell'ex Serpeverde si strinsero in due fessure, mentre sul volto di Harry si faceva largo un sorriso di chi sapeva di aver colto nel segno. Il volo senza l'uso delle scope era una prerogativa dei Mangiamorte, una delle tante abilità di cui andavano fieri.

"Vorrà dire che San Potter avrà l'onore di scendere per primo dal treno. Ma fossi in te mi guarderei bene alle spalle."

"Senza dubbio." Rispose Harry, voltandosi verso la direzione opposta.

Le ruote del treno stridettero lungo i binari e, dopo un ultimo scossone, il treno si arrestò completamente. Ad attenderli vi erano grandi carrozze trainate da cavalli bianchi molto simili ad unicorni, ma che, come si accertò Hermione in seguito, presentavano comunque delle sostanziali differenze.

Harry osservò da sopra le sue lenti le numerose persone scese dal treno che arrancavano verso le carozze con dietro i propri bagagli. Un senso di nostalgia lo pervase ed ebbe la tentazione di ripetere ciascun anno di Hogwarts per assoporare solamente i bei momenti trascorsi.

**

La Cerimonia di Benvenuto ebbe inizio nel momento stesso in cui Silente si alzò in piedi, battendo i palmi delle mani per accogliere la schiera di persone che stava entrando nella Sala. Ogni Casa era stata dotata di un lungo tavolo supplementare a cui far accomodare gli ospiti del giorno. L'entrata di Harry fu acclamata a gran voce tra la schiera dei Grifondoro, mentre i Serpeverde si stringevano attorno a Draco Malfoy, esultando felici. Dall'alto, Ginny osservò suo fratello e i suoi amici che, impacciati prendevano posto alla tavola dei Grifondoro, mentre, esattamente dalla parte opposta riconobbe Malfoy parlare con Pansy, Tyger e Goyle.

Malfoy era esattamente come lo aveva immaginato. Sia lui che Harry erano cresciuti non solo in altezza, ma avevano maturato i loro aspetti e il loro portamento. D'altro canto, Malfoy possedeva un'eleganza innata e, fasciato nel suo abito nero, stava dando lezioni di grande stile.

Ginny osservò Rosemary avvicinarsi al biondo Malfoy. Desiderò destare lo sguardo dai due con tutta se stessa, ma ogni loro movimento impediva qualsiasi sua iniziativa. Vide Malfoy abbassare il volto all'altezza di quello della ragazza e sfiorarle una guancia con le labbra.

Finalmente distolse lo sguardo, mentre la sua espressione assumeva un'aria stranamente imbronciata.

"Non vedo Ginny, dov'è?" Domandò Ron, osservando la lunga tavola dei Grifondoro alla ricerca della sorella.

"Non la vedo nemmeno io, forse sarà in ritardo..." Disse pensiero Harry, non scorgendo la chioma rossa e fulva della ragazza.

Il vociare nella Sala fu interrotto dallo schiarimento di voce di Silente. Notando che il preside era in procinto di parlare, tutti i presenti nella sala sedettero compostamente ai loro posti.

"Hogwarts vi dà il benvenuto, ragazzi miei."

"Quel vecchio è diventato ancora più orrendo." Pansy fece una smorfia, mentre appellava a quel modo il preside. Accavallò le gambe sotto al tavolo, assumendo un atteggiamento che attirò l'attenzione di molti Serpeverde seduti nelle vicinanze.

Quando si accorse di aver posato gli occhi sul tavolo dei Grifondoro, Malfoy riportò la sua attenzione sul preside, ridacchiando del commento di Pansy. I suoi occhi grigi si fecero più intensi scorgendo una macchia nera esattamente dietro a Silente.

"Abbiamo preparato un'accoglienza che spero tutti voi gradirete." Silente si scostò, lasciando intravedere l'esile figura di Ginny, avvolta dal suo mantello nero e dorato. Ron ed Harry, vedendo la ragazza al fianco di Silente, sussultarono, mentre Hermione sorrise felice, battendo le mani.

"Cosa ci fa Ginny lì? E vestita a quel modo poi?" domandò boccheggiando il rosso Weasley.

"Sei proprio un ignorante Ron," Disse sarcastica Hermione. "Durante le cerimonie importanti vi è sempre un Rappresentante degli Studenti che partecipa all'evento affiancando il Preside. Solitamente lo si diventanta per la carica di Prefetto che si ha spillata al petto. In questo caso Ginny rappresenta l'autorità stessa di Hogwarts." concluse orgogliosa del suo sapere e della sua amica.

"Come vedi," aggiunse poi "se l'è cavata benissimo anche senza di te."

Ron rimase in silenzio con lo sguardo rivolto alla sorella, pienamente d'accordo con le parole di Hermione.

Ginny fece un passo in avanti superando Silente, liberò le mani da sotto il mantello e sollevò in alto la propria bacchetta. Mosse le labbra in modo quasi impercettibile e dall'apice della sua bacchetta una luce abbagliante avvolse la stanza. Un secondo dopo, tutta la Sala traboccava di cibo e bevande. Molti studenti alzarono lo sguardo verso il soffitto, da cui piano piano presero a scendere piccole luci dorate e luccicanti che caddero nella Sala come stelle cadenti. Le pareti della Sala si trasformarono assumendo la forma di alberi e cespugli e, in pochi secondi, la grande stanza scomparve, immergendoli nell'aperta campagna circostante Hogwarts. La raduna creata dalla magia di Ginny era ricca di fiori colorati, mentre il sole, alto nel cielo, scaldava la terra.

"Magnifico..." Disse Hermione, farfugliando per lo stupore.

"E G-Ginny... ha fatto tutto questo...?" Domandò esitante Ron, mentre una farfalla si posava sul proprio bicchiere.

"Spero che la nostra accoglienza vi sia cosa gradita." Disse Ginny, con tono delicato, facendo un leggero inchino verso gli studenti.

"E' stata molto brava, signorina Weasley." le Disse la McGranitt appoggiando una mano affusolata sulla spalla della ragazza.

Dalle lunghe tavolate, Ginny ricevette numerosi applausi.

"Adesso, anche lei può prendere posto e festeggiare come gli altri. La chiameremo noi per dopo."

Ginny fece un breve inchino, sorridente e mentre si apprestò a scendere la scalinata che l'avrebbe portata dai propri amici notò che per raggiungere la proprio tavola era d'obbligo passare accanto a quella dei Serpeverde. Inghiottì pesantemente, sperando di passare inosservata agli occhi della Parkinson e di Malfoy. Prese a camminare con passo spedito, scostando il lungo mantello nero dalle proprie gambe. Benché guardasse diritto davanti a sè, si bloccò di fronte al piede affusolato della Parkinson che aveva tutta l'aria di giocarle un brutto scherzo.

"Oh, ma guarda, la nostra pezzente si è fatta scaltra..." Disse con voce stridula Pansy. Ginny non degnò minimamente di uno sguardo la Serpeverde, che, vedendosi ignorata, offesse Ginny con le parole peggiori.

"Non sono diventata scaltra," Disse finalmente Ginny, rivolgendo i suoi occhi color nocciola verso la ragazza ," è il tuo piede che è diventato come quello di un elefante." Detto ciò con tono tagliente e privo di emozioni, Ginny andò oltre la Parkinson. La Serpeverde rimase impressionata per la lingua tagliente che Ginny aveva dimostrato di avere. La giovane Weasley sospirò mentalmente, ringraziando il cielo per aver superato l'impiccio in modo tanto egregio.

Fu in quel momento che sollevò il capo, convinta dello scampato pericolo. E fu proprio in quel momento che si pentì di averlo fatto. Vide due occhi grigi puntati su di lei, mentre con leggiadria percorreva lo spazio che la divideva dai suoi compagni. Draco Malfoy, l'essere più indefinibile che conosceva, aveva di nuovo posato lo sguardo su di lei. Non seppe se per l'imbarazzo o per l'improvviso disagio, Ginny scostò lo sguardo dirigendosi a grandi passi verso la figura di Ron che, trepidante, la stava attendendo in piedi.

Vedendo il volto sorridente e disteso del fratello, il cuore di Ginny si rilassò notevolmente. Abbracciò Ron con un impeto di felicità che non credeva nemmeno sua. Il giovane Weasley, da parte sua, contraccambiò il gesto, meravigliato ma felice per il gesto prorompente della sorella. Dopo aver fatto lo stesso con Harry, Hermione e gli altri ragazzi che conosceva, Ginny prese posto accanto ad Erika, voltando volutamente le spalle ai Serpeverde.

"Ginny sei stata fantastica, questa magia è stupenda!" Disse Hermione con sguardo estasiato.

"Grazie, ma non è unicamente opera mia. Ci abbiamo messo dei giorni per idearla." Disse la ragazza, ben disposta a parlare.

"Sembra che tu abbia acquisito un'ottima padronanza della magia, davvero." Ginny sorrise soddisfatta alle parole di Harry, visto che ricevere un complimento dal Bambino Sopravvissuto era sempre un onore.

"Oh, Potter, parli proprio come un professionista." Disse Erika.

"Infatti," fece per lui Hermione ,"ormai Harry pensa unicamente dal punto di vista di un Auror."

"E se dice che la magia di Ginny è buona, vuol dire che è vero." Disse un secondo ragazzo, probabilmente anche lui un Auror.

"Grazie." Disse Ginny, arrossendo.

"Sono sicuro," prese a dire Harry osservando l'amica ,"che Ginny ci sarebbe di ottimo aiuto."

Il bicchiere che Ginny si stava portando alle labbra rimase a mezz'aria. In pratica, Harry le aveva detto di diventare un Auror.

Un Auror.

In quegli ultimi mesi aveva pensato molto al suo futuro ed era una di quelle persone che ancora non aveva trovato la sua strada. Sorrise, al pensiero che Harry inconsapevolmente stava agendo esattamente come Silente voleva.

"Davvero Ginny," le sorrise Hermione ,"hai in mente cosa vorresti fare uscita da Hogwarts?"

"No, ma diciamo che le prospettive di vita non sono molte... forse Auror è una professione alquanto rischiosa, dubito che la mamma mi lascerebbe libera di sceglierla."

"Ma che dici? Sai bene che i nostri genitori sarebbero contenti!" Disse Ron, sorpreso per la scarsa fiducia riposta in loro.

"Mhm, ma per te è stato diverso Ron. Sei un uomo e anche forte."

Hermione le sorrise dolcemente posando una mano su quella di Ginny.

"Ginny, non dimenticare che anch'io sono un Auror e sono una donna! Nel nostro lavoro quel che conta è la velocità, la concentrazione e la destrezza nell'usare le Arti Magiche. Non è una questione di muscoli, ciò che veramente conta è quello che si ha qui e qui." E con un dito indicò la propria testa e il proprio cuore.

"Hermione è molto più brava di tre uomini messi insieme, credimi!" Disse Ron, massaggiandosi un braccio probabilmente colpito dalla ragazza.

"Ci penserò, tranquilli." Disse Ginny, sorridente.

"Comunque ben presto i professori vi chiameranno uno ad uno... vedrai che la McGranitt saprà consigliarti al meglio."

"Lo spero." Disse Ginny tornando al proprio piatto.

Tra risate e scherzi rivolti contro il povero Ron, Ginny fu convocata dalla McGranitt a raggiungere il lungo tavolo degli insegnanti.

"Che altro devi fare?" le domandò Harry, mentre osservava la ragazza riassettarsi il prezioso mantello.

"Credo che dovrò stringere un po' di mani," Disse Ginny, sbuffando.

"E per quale motivo?"

"Oh, io non lo so. Chiedilo a Silente..."

Detto ciò si allontanò, facendo un breve cenno di saluto al proprio tavolo.

"Eccola qua, signorina Weasley. Le chiediamo un ultimo sforzo." Il preside Silente le sorrise dolcemente, rassicurandola.

"Cosa devo fare con esattezza?" domandò la giovane Weasley.

"Oh, lei faccia esattamente come me." Il vecchio mago fece cenno alla fila degli ex studenti di Corvonero di farsi avanti.

Ginny osservò il preside stringere poderosamente le mani degli ospiti, baciando le loro guance in un secondo momento come di consuetudine. Quando la Sala, tornata perfettamente normale, vide che lo stesso veniva fatto da Ginny, i più si accalcarono per ricevere i baci della ragazza. Ginny non notò il trambusto che il suo gesto aveva generato e non si diede pena. Solo un lieve imbarazzo l'avvolgeva nell'istante in cui si trovava faccia a faccia con la componente maschile.

Non fu per niente difficile baciare suo fratello, Harry ed Hermione. I problemi arrivarono quando il turno dei convenevoli toccò ai giovani Serpeverde.

"Voi due fate veramente schifo." Disse senteziosa Pansy, guardando con disgusto gli occhi libidinosi di Tyger e Goyle.

"Il pensiero di essere baciata da quella ragazza mi fa venire il voltastomaco." Disse con una smorfia dipinta sul volto. Tyger che tra i due era il più vicino alla ragazza si voltò verso di lei.

"Ma è normale. Tu sei una ragazza. Noi invece siamo uomini e la Weasley in questione non è niente male."

"Aspirate davvero a poco voi due," Disse aspra Pansy ,"ma del resto nessuna vi vorrebbe. Vero Dracuccio?"

"Hanno ragione loro." Sentenziò Malfoy, senza rigiri di parole.

Pansy fece un espressione meravigliata, non capendo se Malfoy stesse scherzando o dicendo sul serio. Il biondo Serpeverde si voltò verso la ragazza, dispiegando le labbra in un ghigno.

"Pansy, Pansy..." Disse scuotendo la testa ,"lo dovresti sapere che gli uomini sono come dei lupi affamati. A loro basta che la preda sia fresca e giovane." E detto ciò afferrò con una mano diafana il volto della ragazza.

"Comunque, baciare una sporca Weasley è rivoltante."

Quelle parole rinfrancarono l'animo di Pansy che, non comprendendo appieno l'atteggiamento di Malfoy, si limitò ad emettere una lieve risata di scherno.

"P-professoressa McGranitt?"

"Dimmi cara."

"E'... è proprio necessario che debba baciare anche i Serpeverde? Cioè... io..."

La maga sorrise affettuosamente alla ragazza.

"Anche questo fa parte del piccolo sforzo che il preside le ha chiesto di fare."

"Si, ma non lo chiamerei piccolo..."

Il pensiero di avvicinarsi a pochi centimetri dal volto di Tyger e Goyle le mise l'agitazione di stomaco. Quando poi vide la chioma bionda di Malfoy si sentì doppiamente male. Non era esattamente quello il modo con cui voleva evitare il ragazzo.

Si fece mentalmente coraggio e quando aprì gli occhi vide di fronte a sè, Pansy Parkinson. La ragazza, come notò Ginny, non era poi molto cambiata, ma aveva mantenuto il suo pessimo carattere. Ginny ricordava le parole offensive che aveva rivolto al suo piede ed era quasi certa che, in un modo o nell'altro, Pansy le avrebbe fatto pagare la sua insolenza. In segno di disprezzo, Pansy le strinse solo la mano e se ne tornò risoluta al proprio tavolo. Ginny ne fu sollevata e ringraziò mentalmente la giovane donna.

L'accoglienza di Tyger e Goyle fu invece abbastanza drammatica per Ginny. La giovane Grifondoro, infatti, si accostò ai due energumeni trattenendo il più a lungo possibile il respiro. I due, invece, se ne andarono soddisfatti, ghignando come stupidi ed intimorendo coloro che intralciavano la loro strada.

Quando Ginny rilassò i muscoli del volto, vide un'ombra pararsi di fronte a lei. Alzando lo sguardo, vide Draco Malfoy osservarla con il consueto ghigno stampato in volto. Ebbe la voglia di ritrarsi, ma fece violenza su se stessa per rimanere ben ferma nella sua posizione. Al suo risveglio, quella mattina, aveva fatto numerosi tentativi di fronte allo specchio per decidere l'espressione migliore da mostrare di fronte a Malfoy. Ma, purtroppo, in quel momento, l'aveva dimenticata.

"Che hai Weasley? A me niente baci?" Disse, con tono ilare e di scherno.

"Non posso volare, Malfoy. A meno che tu non decida di abbassarti." Disse, leggermente imbarazzata. Ma ciò che aveva detto corrispondeva a verità. Draco Malfoy era notevolmente cresciuto in altezza, superando di gran lunga sia Harry che suo fratello. Probabilmente era cresciuto solo fisicamente e non di cervello.

Senza esitare Malfoy si chinò all'altezza di Ginny che, vista la mossa improvvisa, sussultò. Il ragazzo nascose il volto accanto alla guancia di Ginny, impedendo a quest'ultima di vederne il viso. Il rossore sulle guance della ragazza si accentuò notevolmente quando sentì le labbra sottili del giovane posarsi sulla sua pelle. Benché avesse ripetuto quel gesto ad altra gente prima di lui, Ginny sentì il proprio cuore mancare di un battito. E presa dall'agitazione totale, non si accorse della stretta di mano che Malfoy le stava dando.

"Non pensavo di farti ancora tutto questo effetto, Weasley. Non sei cambiata di una virgola." Disse il ragazzo con aria di scherno.

"Fino a prova contraria," Disse la rossa stringendo la stretta della sua mano ,"non sono mai stata succube al tuo fascino."

Malfoy fece spallucce e con la solita aria trionfante, raggiunse i tavoli della propria casa. Ginny l'osservò allontanarsi e, spostando lo sguardo, vide Rosemary dalle file opposte che la puntava impassibile. Ripensando ai timori che la ragazza nutriva nei suoi confronti, Ginny si sentì estremamente a disagio e desiderò ardentemente di andarsene.

L'ultimo su cui si posarono le labbra di Ginny fu Kyle McGraw. La ragazza si sorprese non poco nel trovarselo davanti e si ricordò solo allora che Kyle aveva lasciato Hogwarts ormai da un anno, esattamente con suo fratello ed Harry. Rimase interdetta, osservando il ragazzo che, apparantemente dimentico delle loro passate controversie, le sorrise.

"Ciao Gin."

La rossa fece un cenno con il capo e lo salutò come richiesto da Silente. Kyle si allontanò all'istante, senza proferir parola, mentre Ginny lo seguì con lo sguardo fino al tavolo dei Tassorosso. Quando Kyle si sedette, una ragazza mora, molto carina, strinse un braccio del ragazzo che la ricambiò con un leggero bacio sulle labbra.

Kyle s'è fatto la ragazza, pensò Ginny, notevolmente rinfrancata.

Infine, a conclusione della cerimonia, Silente la raggiunse congratulandosi con lei e congedandola dai suoi doveri.

Ogni fibra del corpo di Ginny si rilassò.

**

Corse giù per la rampa delle scale, facendo ben attenzione che non si muovessero di punto in bianco cambiando la loro posizione. Si sistemò la cravatta al collo e si aggiustò la gonna al livello della vita. Era corsa nei dormitori per cambiarsi di abito e vestita con i classici colori del Grifone, puntò verso l'aula della prima lezione. Aveva lasciato i suoi amici nella Sala, ignara delle lezioni alle quali avrebbero assistito.

"Ginny! Di quà!" Quando Ginny entrò nella stanza di Trasfigurazione, vide Hermione alzarsi per attirare la sua attenzione.

"A quanto pare la vostra prima lezione l'avrete con la mia classe!" Disse felice Ginny, sedendosi accanto all'amica.

"A dir la verità siamo stati smistati... non so dove siano Harry e Ron." Le rispose pensierosa Hermione.

Ginny posò i propri libri sul banco e sorrise.

"Conoscendo la fortuna di mio fratello, probabilmente sarà a una lezione di Piton."

Le due ragazze ridacchiarono complici, fino all'arrivo della McGranitt.

"Ho intenzione di godere a fondo di questa lezione," Disse seria Hermione ,"è stata da sempre una delle mie materie preferite."

E come aveva previsto Ginny, per tutta la durata della lezione, Hermione si mise in luce fornendo ogni genere di risposte, esasperando la stessa McGranitt. Uscite dall'aula, il sorriso della ragazza era spaventosamente raggiante. Ginny sospirò e, dal fondo del corridoio, intravide Harry e suo fratello avanzare verso di lei. Harry notando l'espressione della fidanzata scosse il capo, intuendo alla perfezione il comportamento di Hermione durante la lezione.

"A che lezione avete assistito?" Domandò Ginny ai due ragazzi.

"Cura delle Creature Magiche! Hagrid è stato fantastico! Esattamente come lo ricordavo!" Disse entusiasta Harry.

Notando il volto rabbuiato del fratello, Ginny sorrise.

"E tu Ron?"

"Pozioni." Borbottò il ragazzo, disegnando con il piede cerchi immaginari sul pavimento.

"La tua fortuna mi lascia senza parole," Disse sarcastica Hermione.

"Mi ha rimproverato esattamente come in passato, solo perché non mi è riuscita una pozione. Accidenti a lui!"

"E scommetto che ti ha detto "Weasley, ti hanno accettato come Auror solo per compassione!"

"Qualcosa del genere. Mi ha rinfacciato che perfino mia sorella è più brava di me."

"Spiacente, ma a Pozioni ho ottimi voti, modestia a parte." Senteziò Ginny orgogliosa.

"Vuol dire che il mondo sta giungendo al termine, Weasley."

Riconoscendo la voce, il gruppetto di amici si voltò indietro per vedere Malfoy che, con la postura eretta, stava godendo delle proprie parole.

"Forse." Gli disse Ginny, desiderosa di smontare l'arroganza del ragazzo.

"Purtroppo," Prese a dire Malfoy con aria annoiata ,"pare che debba seguire l'ora di Pozioni con la tua classe, Weasley."

"Oh, ma che sfortuna Malfoy... " Disse Ginny con una smorfia.

Hermione guardò l'orologio magico che teneva al polso "Allora ti conviene andare Ginny. Piton è sempre stato molto intransigente sui ritardi degli studenti."

Ginny fece un cenno col capo e, sistemandosi i libri sotto ai bracci, superò Malfoy dirigendosi verso i sotterranei di Hogwarts.

Rimasto solo col trio, Malfoy dispiegò le labbra in un ghigno.

"Mi raccomando Lenticchia, medita sulle parole di Piton." Disse, riferendosi a Ron.

Il giovane Weasley fece uno scatto in avanti, ma fu bloccato dalla presa di Harry.

"Piantala Malfoy. Possibile che in un anno tu non sia minimamente cambiato?" Gli domandò Hermione, contrariata.

"Cambiato?" Malfoy fece un'espressione derisoria. "Ma certo che sono cambiato Mezzosangue. E presto ve ne accorgerete." Harry alzò un sopracciglio, notando che quell'ultima espressione sembrava più rivolta ad uno di loro in particolare.

Malfoy si voltò, dirigendosi verso la stessa direzione presa in precedenza da Ginny.

"Tenetevi ben strette le persone che amate."

Le parole di Malfoy giunsero come un impercettibile bisbiglio alle orecchie di Harry.

Quel giorno, il destino aveva dato loro un avvertimento. Un avvertimento che avevano, inconsapevolmente, ignorato.

**

Ginny osservò l'espressione soddisfatta sul volto di Piton. Era chiaro come il sole che la presenza dei suoi ex protetti l'aveva fatto rinascere a nuova vita. Fin dall'inizio della lezione, parole di scherno ed offese erano state costantemente rivolte alla sua classe. Da circa un quarto d'ora dall'inizio aveva fatto domande a raffica su tutti gli studenti di Grifondoro, umiliandoli apertamente di fronte agli ex Serpeverde che, naturalmente, sostenevano a parole il loro insegnante. Fortunatamente per lei, Ginny aveva risposto correttamente a tutte le domande insidiose di Piton, rispondendo con intelligenza, in modo pacato e per niente di sfida. Come lei, anche Erika ebbe la fortuna di salvarsi dalle grinfie dell'insegnante.

Quando Piton prese a scrivere alla lavagna la formula della pozione da creare, Ginny trasse un sospiro di sollievo.

"Bene, adesso dividetevi in coppie. Un Grifondoro e un Serpeverde dovrebbero essere sufficienti per preparare questo tipo di pozione." Dopo un secondo di silenzio continuò arcigno "Mi correggo. Un Serpeverde dovrebbe essere più che necessario."

Erika, di fianco a Ginny, si voltò e con suo grande disgusto scoprì di far coppia con Goyle. Ginny, sghignazzando per la sfortuna dell'amica, notò con grande soddisfazione che il suo posto era esattamente l'ultimo della fila di banchi. Con la bacchetta, fece comparire gli ingredienti e il pentolone, preparandosi a creare la pozione individualmente.

"Cosa crede di fare, signorina Weasley?" Piton le si parò davanti con aria minacciosa.

"Preparare la pozione." Disse con naturalezza Ginny.

"Capisco. Vada immediatamente insieme a Malfoy e a Richardson." Disse Piton senza ammettere alcuna replica.

Delusa per la non riuscita del suo intento, Ginny si avvicinò al banco del compagno e notò che il volto di Richardson era bianco cadaverico. La ragazza si affiancò accanto al ragazzo, cercando in tutti i modi di evitare qualsiasi contatto con il Serpeverde.

"Richarson!"

Sentendo il proprio nome pronunciato dal tono autoritario di Malfoy, il Grifondoro ebbe un leggero sussulto, mentre, con sguardo disperato, si voltò verso il biondo Serpeverde.

"Potresti dire alla stracciona della Weasley che non ho la minima intenzione di rimanere coinvolto in qualche sua geniale impresa?" Disse, puntando lo sguardo di fronte a sè. Senza dare il tempo a Richarson di replicare, Ginny senteziò

"Richardson, potresti dire allo stupido Furetto di evitare di fare il gradasso come a suo solito?"

Il giovane Grifondoro aprì la bocca per parlare, ma fu malamente interrotto da un pugno di Malfoy contro il tavolo.

"Come osi, pezzente, darmi del Furetto?"

"E tu come osi chiamarmi stracciona, pezzo di cretino!" Ribattè risoluta Ginny, guardando Malfoy diritto negli occhi.

Accorgendosi che Richardson, in mezzo a loro, aveva preso a tremare come una foglia, Ginny distolse lo sguardo da Malfoy e cercò di concentrarsi sugli ingredienti della pozione.

"Una pozione del genere si è capaci di preparla in pochi minuti, lo sai Weasley?" Disse derisorio Malfoy.

"Naturale, visto che ti sei diplomato l'anno scorso. Nel caso in cui il tuo povero cervello limitato non lo avesse capito io e Richardson siamo sempre all'ultimo anno." Gli rispose Ginny serafica.

Sentendosi in difficoltà, Malfoy aggiunse.

"Queste pozioni ero capace di prepararle anche senza l'aiuto del professore."

"Allora, genio, a te l'onore."

"Cosa succede qui?" L'ombra di Piton coprì per intero l'esile figura di Ginny.

"Niente, professore," Senteziò Ginny in modo arguto "Malfoy stava solo dicendo che avrebbe preparato da solo la pozione, per dimostrarle la sua bravura con il passare del tempo."

Piton osservò Ginny e, pienamente convinto delle parole della ragazza, elogiò la decisione di Malfoy. Quando il professore scomparve alla loro vista, Malfoy digrignò i denti contro la giovane Grifondoro.

"Maledetta!" Le disse, a denti stretti.

"Ma come, Malfoy? Non sono banali queste pozioni per te?"

Imprecando contro la ragazza, Malfoy iniziò a preparare la pozione, sotto allo sguardo vittorioso di Ginny. Al termine della lezione, come aveva previsto, lei e Richardson non si presero alcun merito da parte di Piton, ma godettero pienamente dello scherzo fatto a Malfoy.

**

"Una partita di Quidditch?" Harry distolse l'attenzione dalla propria cena.

"Sì, avrà luogo domani pomeriggio. Domani mattina cavalcherete le scope per allenarvi un po'. Ma per questo dovrete parlare con il capitano della squadra." Ginny chiuse il pacco di fogli da cui aveva appreso la notizia e con aria serena si sedette al proprio posto.

"Tu non fai parte della squadra?" Sentendosi chiamata in causa, Ginny scosse la testa.

"No, essendo già prefetto e dovendo studiare per gli esami, non avrei molto tempo da dedicare al Quiddicht."

"Io invece ero in squadra!" Disse Ron allegro, osservando che, in qualcosa, superava la sorella.

"Certo Ron," Disse Hermione acida "Con l'unica differenza che non eri prefetto e che non studiavi."

"E' da tanto che volevo chiederti una cosa, Hermione." Disse il giovane Weasley, guardando storto l'amica. "Che ho fatto di male per ricevere tutte queste frecciatine?"

Hermione, fingendo indifferenza, replicò "Niente. Prenderti in giro è altamente stimolante."

"Dovresti esserne fiero, Ron," Gli disse Harry ridacchiando "Stimolare Hermione non è per niente facile."

"Oh, ma in questo tu dovresti riuscirci meglio di me... amico mio."

Le parole chiare ed esplicite di Ron, freddarono Harry e misero Hermione in tremendo imbarazzo. Ron, sorrise e, ridacchiando per le due vendette ottenute in un sol colpo, addentò il coscio di pollo che aveva nel piatto.

**

Dopo mangiato, tutto il divertimento scatenato dalla battuta di Ron, volò via dai pensieri di Ginny. La giovane Grifondoro stava in piedi, col busto ben eretto, di fronte a una porta che mostrava chiaramente lo stemma dei Serpeverde sulla parte frontale. Bussò per tre volte, fino a quando la porta di legno pesante si aprì di fronte a lei. Fece un passo in avanti ed entrò nella Sala adibita agli ex studenti di Serpeverde. Vedendola entrare e riconoscendola come la ragazza che aveva dato loro il benvenuto, molti ragazzi l'accolsero con sguardi biechi e libidinosi.

Ginny si fece mentalmente coraggio e cercò di simulare una voce sicura e per niente intimorita.

"Come Prefetto, sono venuta a dirvi che domani pomeriggio si terrà una partita di Quidditch."

Sollevata dall'interesse che quella notizia sembrava aver suscitato, Ginny continuò a parlare.

"Per maggiori dettagli dovrete rivolgervi al Capitano della vostra squadra, la partecipazione è aperta a tutti. Da quel che mi è stato detto pare che sarà uno scontro tra le quattro case. Le squadre che daranno iniziò al torneo saranno scelte per estrazione."

"E dimmi, bellezza, tu saresti il premio per il vincitore?"

Spiazzata per una simile pretesa, Ginny non riuscì a non arrossire.

"Che domande stupide," Disse. "Chiaramente no."

"Oh, ma così ci togli il divertimento." Replicò una voce alle sue spalle.

Prima ancora che Ginny potesse riconoscere il padrone di quelle parole, sentì un braccio circondarle la vita e sollevarla un poco da terra. Si voltò, pronta a schiaffeggiare l'autore del gesto, ma la sua mano non giunse mai a destinazione. Draco Malfoy le sorrise mellifluo, osservando lo sguardo sorpreso di Ginny con i suoi occhi grigi e intensi.

"Potresti farci anche divertire. Non dirmi che nel giro di un anno sei diventata una santarellina."

Ginny si liberò dalla stretta esercitata alla sua vita, e, senza remora alcuna, diede uno schiaffo ben assestato al biondo Serpeverde. Malfoy, strofinandosi la guancia lesa, mostrò un'indifferenza che sorprese la ragazza.

La giovane Weasley si ritrasse titubante e senza attendere un minimo gesto da parte di Malfoy, abbandonò la stanza in fretta e furia, sbattendo con forza il portone di legno. Dopo pochi passi, sentì una presenza alle sue spalle e una stretta micidiale attorno al suo esile polso. Malfoy, avvolto dalla sua espressione imperturbabile, rinnovò la sua presa intorno all'arto della ragazza.

"Non credere che permetta a una misera Weasley di schiaffeggiarmi a questo modo." La voce monocorde del ragazzo, spaventò non poco Ginny.

"E sentiamo, cosa vorresti farmi Malfoy? Uccidermi?"

"Potrei farlo." Le rispose il Serpeverde, privando la sua voce di qualsiasi emozione.

"Lo so perfettamente. Come so che non lo farai." Disse Ginny, assumendo una punta di sicurezza nella voce.

Malfoy non rispose, si limitò ad osservare la ragazza, esigendo una risposta solo con lo sguardo.

"Avanti, Malfoy. Non puoi uccidermi rischiando di essere scoperto come un bambino. Se in questo momento morissi, sarebbe facile pensare che sei tu il colpevole... sanno che mi hai seguito. Mettere a repentaglio il tuo prestigioso posto ministeriale e macchiare il nome dei Malfoy... i bravi bambini non lo fanno."

Ginny sentì le dita affusolate di Malfoy stringere ulteriormente la sua pelle; a stento, Ginny trattenne un gemito di dolore.

"Questo tuo comportamento irrispettoso nei miei confronti... sta pur certa che prima o poi lo correggerò. E allora non potrai permetterti nessuna di queste parole."

Ginny alzò un sopracciglio, non capendo il senso di quell'affermazione.

"Tu non dovrai fare proprio un bel niente Malfoy. Se proprio vuoi correggere qualcuno, inizia dalla Parkinson, o ancor meglio dalla Zleger... e lascia in pace me." Riacquistato un po' del coraggio perso, Ginny liberò il polso dalla stretta di Malfoy.

La ragazza fece per andarsene, ma Malfoy la scaraventò contro la parete, impedendole qualsiasi via di fuga.

"Tu, Weasley, hai sempre vissuto in un mondo pieno di stupide favole. Ma la realtà è ben diversa e prima o poi dovrai accorgerti che nel mondo in cui vivi sei semplicemente un essere insignificante, della cui vita non importa a nessuno."

Con quelle parole, Malfoy afferrò il volto di Ginny ed unì, con violenza, le sue labbra a quelle della giovane Grifondoro. Ginny gemette mentre un rigolo di sangue le scese lungo il mento, macchiando il colletto della camicia. Malfoy abbandonò la presa sulla ragazza e, sotto al suo sguardo terrorizzato, si leccò le labbra, assoporando il sangue di Ginny. Un sorriso, che alla giovane Weasley parve terribile, comparve sulla bocca sottile del Serpeverde.

"E quelle favole... sarò io a distruggerle."

Senza pronunciare altre parole, Malfoy prese a camminare verso la direzione della Sala. Ginny, benché immersa in uno stato di completo terrore, sentì, seppur in modo impercettibile, la risata gelida del ragazzo.

La giovane Grifondoro scivolò a terra, mantenendo le spalle ben salde alla parete retrostante.

Sentì il bruciore delle lacrime scenderle sulle guance, mentre, tra singhiozzi più o meno intensi, il destino aveva preso a muoversi verso una direzione a lei del tutto sconosciuta.

**

"Ginny."

Hermione posò un mano sulla spalla della ragazza e si sorprese, vedendola sussultare per quel semplice gesto. Da due giorni, sia lei che Harry avevano notato un cambiamento nella giovane amica. La vitalità, che di solito contraddistingueva la rossa Weasley, era completamente scomparsa, lasciando il posto a una ragazza più pallida del normale.

"C'è forse qualcosa che non va? Con noi ne puoi parlare, sai?"

Ginny, seduta sul divano della Sala, scosse con vigore la testa, accennando a un sorriso poco rassicurante.

"Tutto bene. Forse sono solo un po' stanca per via degli esami. Vorrei avere il tuo cervello, Hermione."

La ragazza sorrise, scompigliando con una mano la chioma di Ginny. Hermione sospirò parzialmente rincuorata.

"Cosa hai fatto al labbro?" domandò in seguito, notando il piccolo taglio sulla bocca di Ginny.

La giovane Grifondoro simulò un sorriso.

"Oh, questo?" domandò indicando la piccola ferita ,"mi sono tagliata accidentalmente."

Vedendo Hermione poco convinta, Ginny si affrettò a deviare la conversazione sulla partita di Quidditch ormai imminente.

"Harry e Ron sono in squadra, vero?"

"Già, e come al solito Harry avrà il ruolo del Cercatore."

"Mhm, Ron mi ha detto che avrà di nuovo a che fare con i Bolidi. L'ultima volta che ha giocato a Quiddicht è caduto dalla scopa per colpa loro. Se mamma lo sapesse gli impedirebbe di giocare... le ci è voluto una settimana per rimettergli le ossa a posto."

Hermione rise sommessamente.

In seguito, osservando l'espressione triste dell'amica, Ginny si incupì.

"Dimmi Hermione, non sono l'unica ad avere dei pensieri, vero?"

Hermione, sorpresa per le parole dell'amica, alzò di scatto la testa.

"Oh, ma che dici..." Il suo tentativo di convincimento non fu molto brillante e, notando che l'espressione di Ginny non era minimamente cambiata, sospirò.

"Lo sai perché siamo tornati ad Hogwarts, Ginny?"

La domanda dell'amica, lasciò Ginny interdetta.

"Mhm, credevo per darci una mano a scegliere le nostre strade..." Disse la giovane Weasley pensierosa.

Hermione scosse con vigore il capo e, guardandosi intorno, abbassò il tono della voce.

"Siamo qui per volere dell'Ordine."

Ginny sgranò lo sguardo, pensando che sua madre non le aveva accennato niente nelle sue lettere.

"Una settimana prima del nostro arrivo, Tu-sai-chi ha minacciato di uccidere quello che lui stesso ha definito il futuro del vostro mondo."

L'espressione di Ginny sembrò non cogliere il significato di quell'affermazione. Hermione, notando che l'amica non aveva compreso, si morse il labbro inferiore.

"In altre parole vuole distruggere voi, Ginny."

La giovane Weasley sussultò, terrorizzata.

"Vuole distruggere tutti coloro che frequentano Hogwarts. Il nostro futuro siete voi."

  
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