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Autore: Sophie_Niall    13/06/2013    2 recensioni
Sophie ha quasi 17 anni e si è trasferita in Irlanda dopo le medie. Prima viveva a Milano, dove ha conosciuto Marco (per cui ha una cotta da anni) e Margherita, la sua migliore amica. Sophie fantastica su una possibile storia con Marco, ragazzo di Sonia e amico stretto di Elena. Un giorno Sophie conosce Niall, che si innamora di lei, che però non lo degna di uno sguardo.
Margherita, aspirante ballerina, è cotta di Louis, ma un ragazzo, Federico M., proverà a farle deviare la strada cercando di farla innamorare di lui...
Riusciranno le due ragazze a trovare la persona giusta per loro, in mezzo a tante avventure? E riuscirà Niall a conquistare il cuore di impegnato di Sophie?
Dedicata alla mia migliore amica
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 1 – UN INCONTO IMPROVVISO
 

Sophie

Certe volte ripenso ancora a quel giorno. Avevo diciassette anni e mi ero trasferita a Mullingar dopo la terza media, prima vivevo a Milano. Andavo a studiare in un collegio di Dublino. Era un venerdì di giugno quando stavo camminando in una vietta isolata dal mondo per tornare a casa dopo essere uscita dalla mia scuola che mi scontrai con un ragazzo e caddi per terra. Lui mi aiutò a rialzarmi e io riuscii finalmente a guardarlo in faccia. Era alto, biondo e con degli occhi blu oceano. Per me fu amore a prima vista. Restai a guardarlo per un po’ senza dire una parola, infatti fu lui il primo a parlare. Ragazzo: “Scusami, non ti ho vista e... ti sei fatta male?” Io: “No, no, tranquillo, tutto a posto.” Ragazzo: “Sicura che è tutto a posto? Ti sta sanguinando il ginocchio!” Io abbassai la faccia per guardarmi la gamba e caddi nuovamente a terra svenuta.
Mi risvegliai e davanti a me c’era quel ragazzo ad un centimetro dalla mia faccia. Probabilmente sono svenuta per l’ennesima volta, pensai. Io gli sorrisi e lui si spostò. Ragazzo: “Scusami tanto, non volevo.” Io: “Non devi scusarti, non hai fatto nulla, credo.” Ragazzo: “Non farti illusioni con me, ok?” Io: “Ok, ma io non mi stavo facendo illusioni.” Ragazzo: “Era per precauzione.” Io: “Tranquillo, non sono stupida.” Ragazzo: “No, non ho detto che sei stupida...” Io mi alzai dal letto. Io: “Ma l’hai pensato. Ora è tardi, dovrei tornare a casa.” Ragazzo: “No, no, aspetta ancora dieci minuti!” Lui uscì di corsa dalla stanza. Mi guardai attorno: c’era un muro azzurro con attaccati un sacco di poster di Justin Bieber e degli One Direction. Fu in una di quelle tante foto che vidi la faccia di quel ragazzo biondo con gli occhi azzurri e sotto c’era scritto Niall, probabilmente il suo nome. Dopo un po’ la porta della stanza si aprì e lui entrò con in mano un vassoio e lo posò sul comodino vicino al letto su cui ero sdraiata. Io: “Cosa mi è successo?” Ragazzo: “Sei svenuta e io ti ho portato qui, a casa mia.” Io: “Grazie mille, se vedo anche la più piccola gocciolina di sangue svengo.” Lui si sedette sul mio letto e io gli indicai un poster. Io: “Sei tu quello?” Ragazzo: “Sì, scusa se non mi sono ancora presentato, mi chiamo Niall.” Io: “Io sono Sophie.” Niall: “Dove abiti?” Non credi che sarebbe meglio non correre? Io: “A Mullingar, in periferia.” Niall: “Anche io, guarda, questa è casa mia!” Mi affacciai alla finestra di fianco al letto. Io: “Ecco, io abito lì. Wow, di fronte a te! E’ strano però che non ci siamo mai incrociati...” Niall: “Non è strano.” Io: “Come non è strano?” Niall: “Io faccio parte di una band di ragazzi cantanti strafamosa ed è chiaro che non ci siamo mai incontrati.” Io: “Come una band di cantanti strafamosa? Quella lì?” Niall: “Sì. Non ci conoscevi?” Io: “A dire il vero... no.” Quello che dicevo era la pura verità, non mi ero mai interessata tanto ai concerti di Dublino, odiavo quella città. Ci andavo soltanto per andare a scuola. Addentai uno dei tre biscotti che c’erano sul vassoio. Niall: “Ah, certo, la merenda!” Io: “Sì, ho fame.” Niall: “Anche io sono un gran mangione. Ti ho portato anche del tè.” Temevo quell’affermazione. Niall: “Perché quella faccia? Non ti piace?” Io: “No! Sì che mi piace!” Una bugia del genere non l’avevo mai detta. Presi la tazzina e assaggiai il tè: lo trovai molto buono. Questo ragazzo deve essere magico, magari ho di fronte un angelo: biondo, occhi azzurri, riesce a farmi bere il tè e a farmelo piacere! Niall: “Ti piace? Avevi una faccia prima!” Io: “Certo che mi piace, il primo tè che mi piace in vita mia.” Perché non ero riuscita a controllarmi? Niall: “Allora non ti piace il tè!” Come rimediare? Io: “In generale no, ma questo stranamente sì.” Che figuraccia! Finii di bere il tè e mi alzai dal letto. Anche Niall si alzò e mi accompagnò fino alla porta. Niall: “Domani è sabato, ti va di uscire?” Io: “Uhm... Non so... dammi il tuo numero, così posso pensarci tranquillamente. E tu non farti illusioni!” Niall: “Ahahahah, ok. Tieni.” Mi scrisse il suo numero su un pezzetto di carta e me lo diede in mano. Infine mi aprì la porta. Io: “Ciao!” Niall: “Ciao!” Attraversai  la strada e arrivai a casa. Mia mamma era furiosa. Mamma: “Ora mi dici immediatamente dove sei stata per tre ore! Ti aspettavo per le due e tu arrivi alle cinque!!” Io: “A casa di un amico.” Mamma: “E non mi avvisi né niente!?!! Ma ti sembra normale?!” Io: “Sì mamma, abita nella casa qui di fronte.” Mamma: “Ah, ok. Ma la prossima volta ricordati di avvisarmi.” L’avevo smerdata completamente. Evvai! Andai nella mia stanza, mi tolsi l’uniforme che avevo addosso (per andare a scuola avevo l’uniforme – gonna a quadri bianca e rossa, polo bianca con lo stemma della scuola in alto a destra, calze bianche fino al ginocchio, all star rosse e per l’inverno avevo anche una giacchetta rossa – ) e indossai un paio di jeans corti con una maglietta verde. Guardai gli impegni che avevo scritto sul mio calendario.
 

Venerdì 6 Scuola – pomeriggio libero
 
Sabato 7 Allenamenti nuoto tutto il giorno (portare il pranzo)
 
Domenica 8
 
Giornata libera
Lunedì 9  
 
Martedì 10 Allenamenti nuoto del pomeriggio
 
Mercoledì 11 Appuntamento con Fede alle 3:00 p. m. a Dublino per il compito d’inglese
 
Giovedì 12 Allenamenti nuoto del pomeriggio
 
 
Avevo gli allenamenti per le gare di nuoto... che noia! Certo, il nuoto era la mia vita, ma gli allenamenti proprio no!
Per entrare nella squadra femminile di Dublino non c’era voluto molto e l’allenatrice che avevamo era gentile e comprensiva. Da poco lei se n’era andata e ne era arrivata un’altra che era tutto il suo contrario: severa e non ammetteva un minimo sbaglio in tutti gli stili, ci riteneva delle perdenti. Noi poverette dovevamo sopportarcela così com’era perché non c’era verso di farle cambiare opinione. Mandai un messaggio a Niall dicendo che non sarei potuta uscire con lui perché dovevo andare a Dublino per allenarmi. Lui mi rispose con un semplice ‘Non importa, sarà per un’altra volta.’ Mi sedetti sul letto, presi il mio computer e scrissi a Margherita un’e-mail.
 
Cara Meggy, devo dirti una cosa molto importante! Ti ricordi quando mi hai detto che Fede era partito per studiare a Dublino? Ho scoperto adesso, alla fine dell’anno, che lui viene nel mio stesso collegio!!!!!!!! E pensa che bello: la prof. d’inglese mi ha assegnato una ricerca sull’Australia da fare durante l’estate con un ragazzo nuovo. Io ho scelto Federico! Ok, sì, lo so che non è tanto bello farla durante l’estate, infatti ci siamo accordati per terminarla entro la fine del mese. E devi assolutamente sapere la novità! Oggi mi è capitata una cosa super fantastica: stavo camminando e poi un ragazzo mi è venuto addosso, sono caduta e mi sono sbucciata un ginocchio, poi sono svenuta e lui mi ha portata a casa sua e per finire in bellezza quando mi sono svegliata lui era a un centimetro dalla mia faccia. Aspetta, non so se hai capito, ma sono praticamente innamoratissima di lui... Non puoi neanche immaginare quanto è bello! E vederlo a così poca distanza da me... secondo te posso piacergli almeno un pochino? Però ha detto che con lui non devo farmi illusioni... E io me le sto già facendo. Già penso al nostro primo bacio, penso a quante volte mi dirà ‘ti amo’ e a tutto il tempo che passeremo insieme io e lui. Ah, non ti ho detto come si chiama. Niall, si chiama così (che nome complicato da pronunciare!) e fa parte di una band superfamosa di cantanti. Aspetta, penso che si chiami ‘One Direction’ o qualcosa del genere... Un nome molto simile al tuo gruppo preferito. Domani ho gli allenamenti per la prossima gara e non sai quanta voglia ho di rivedere quella lì.
Ti scongiuro, rispondimi al più presto.
La tua Soph.

 
Era da tanto tempo che non scrivevo più alla mia amica Margherita. L’Italia era lontana e mi mancava tanto. Da quando ero atterrata in Irlanda con l’aereo non facevo altro che sentire parlare inglese da tutte le parti e ormai perfino i miei genitori mi parlavano in inglese. Anche quell’insopportabile di mia sorella. L’unica persona con la quale parlavo in italiano da una settimana era Federico e poi c’era il mio diario, ma quello non conta. Avevo sempre scritto in italiano su di esso, non avevo mai cambiato lingua. E poi c’erano i miei migliori amici: Marco, Elena e Sonia. Erano anni che non li vedevo più, tante cose erano cambiate nel frattempo e i contatti tra di noi si erano quasi sciolti del tutto. Presi il mio primo diario, iniziato in quinta elementare e lo lessi. Avevo scritto tutto del mio primo fidanzamento, un fidanzamento per convenienza, niente che c’entrasse con l’amore vero. Impiegai mezzoretta per leggerlo e poi passai al mio diario della seconda media. Lì avevo scritto di quanto mi stavo staccando dalla mia famiglia, di quanto ero triste e di quanto avevo bisogno del supporto degli amici più stretti. Rilessi più volte la prima pagina, era tutta dedicata a Marco.

Caro diario, oggi ho scoperto una cosa terribile. Marco e Sonia stanno insieme da una settimana. Dovevo sbrigarmi prima, dovevo rendermi conto prima che Carlos era solo un coglione! E soprattutto, ora cosa devo fare? Devo dirlo a Marco? Come potrebbe reagire? Devo dirlo a Soni? Si arrabbierebbe? O forse è meglio se sto zitta? Sento che sto tradendo un’amica e non posso permettere a me stessa di tacere davanti a questa situazione. Credo che devo parlarne con Marco. Marco, sempre Marco. Non faccio altro che pensare a lui da tutta l’estate. Sono un po’ stufa, ma in fondo non posso farne a meno. Lui è così bello, simpatico, dolce,… Chissà, magari anche un po’ romantico. Devo smettere adesso, alla prossima volta.
  
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