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Autore: AyrinL    13/06/2013    2 recensioni
AU Seblaine, long tratta dal film One Day.
Blaine e Sebastian sono migliori amici fin dai tempi del liceo. Cosa accadrà ai due nel corso degli anni? Quanto tempo ci vorrà prima di capire che sono fatti l'uno per l'altro? Cosa riserverà per loro il destino?
"- Blaine, gli amici ti chiedono come stai, anche se poi non gliene importa davvero a nessuno. I migliori amici invece parlano con te esattamente come un bravo psicologo che scava nell’animo di un suo paziente. Solo che lo fanno gratis."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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15 Luglio 2003

 




Erano trecentosessantacinque giorni che Blaine si svegliava sentendosi l’uomo più felice del mondo.

Un anno. Quante cose possono cambiare in un anno? Molte, se solo lo si desidera.  Sebastian si sentiva completamente rinato. Tante volte era morto dentro e poi si era rialzato più forte di prima, ma quella volta era diverso. Si sentiva invincibile contro il mondo, e non l’ossessionava più la paura di poter ricadere di nuovo. No, Sebastian non aveva più paura.
Aveva accanto a sé un uomo che amava davvero. Che amava da sempre, ma era sempre stato troppo cieco per accorgersene.

E Blaine… lui aveva accanto a sé l’uomo che da sempre desiderava e lo aveva reso una persona nuova.
Blaine aveva insegnato a Sebastian ad amare. Lo aveva insegnato svegliandolo ogni mattina baciandolo dolcemente sulle labbra.
E Sebastian aveva imparato ad amare ascoltando la voce soffusa di Blaine che diceva “ti amo”.
Aveva imparato a rispondere “anch’io, Blaine”, con la voce di chi ha conosciuto l’amore attraverso le labbra del suo amato, e non importava se a volte si sentiva fin troppo stucchevole: sorrideva, perché il vecchio Sebastian non avrebbe mai lasciato post – it in giro per le stanze, non si sarebbe mai svegliato la mattina per comprare i cornetti caldi, non avrebbe mai lasciato tutto per trasferirsi a Parigi per un ragazzo, non avrebbe mai cambiato tutti i suoi piani per qualcuno.

E invece, eccolo lì. 
Dopo un anno, a scoprire giorno dopo giorno cosa significa amare, donare tutto se stesso ad un’altra persona.
Entrambi avevano conosciuto finalmente il sole. Vivevano una quotidianità fatta di sorrisi, carezze, complicità. Ogni giorno il cuore ricordava loro che ormai avevano conosciuto l’amore vero, quello che salva le vite.
E forse Sebastian era ancora un allievo un po’ carente in fatto di sentimenti, forse non avrebbe mai capito cosa significasse realmente amare, ma non importava: tutto ciò che faceva lo faceva con tutto il cuore, e questo già bastava.



Quella mattina Blaine si svegliò più agitato del solito. Non aveva mai dato pese alle ricorrenze, eppure quella volta era diverso. Si svegliò alle sei del mattino, perché le farfalle allo stomaco non tenevano chiusi gli occhi, perché quei stessi occhi volevano saziarsi fin da subito della vista di Sebastian addormentato accanto a lui. Cominciò a girovagare per la casa e a far scorrere le dita tra i libri della sua libreria.
Prese “Le Notti Bianche” di Dostoevskij, al quale era profondamente legato, forse perché il Sognatore di quelle pagine gli ricordava terribilmente il vecchio Blaine di qualche anno prima.
C’era una frase sottolineata in rosso più volte.
Io vorrei farti dormire, ma come i personaggi delle favole, che dormono per svegliarsi solo il giorno in cui saranno felici.
Ecco, finalmente, anche lui si era risvegliato il giorno della felicità. Insieme a Sebastian. Avevano atteso tanto, a lungo, e non importava più nulla: c’erano solo loro due.
Chiuse gli occhi, ricordando per un momento l’inizio della loro storia, il momento in cui le loro labbra si incontrarono per l’ennesima volta, ma, finalmente, senza scappare, senza avere paura, senza tirarsi indietro come tutte le altre volte.
Decise allora di vestirsi immediatamente per andare a far compere: un giorno speciale meritava una colazione speciale. E sorrise, perché pensò che molto probabilmente Sebastian non avrebbe ricordato facilmente l’occasione.
E si, sarebbe accaduto esattamente ciò che aveva sempre immaginato: si sarebbe offeso, avrebbe tenuto il muso per qualche ora in attesa di un regalo in extremis del suo ragazzo. Probabilmente una cena a lume di candela, e allora lui l’avrebbe perdonato, perché avanti, come avrebbe potuto resistere davanti il sorriso di Sebastian?
Il suo cuore si scioglieva, solo a pensare a quei sorrisi maliziosi che rivolgeva solo a lui. Alle fossette che si creavano e a quella luce nelle sue iridi verdi.

Blaine ancora non riusciva a crederci che finalmente stava vivendo la sua favola. La sua favola iniziata all’improvviso. Era bello finalmente svegliarsi senza pesi sullo stomaco, e vivere alla giornata, senza pensare a cosa sarebbe successo il giorno dopo.
Si vestì in fretta e furia, non lasciando alcun biglietto per Sebastian, perché solitamente il suo fidanzato dormiva fino alle dieci.
Abbandonò il libro sul divano e chiuse la porta dietro di sé lentamente, cercando di non far rumore.


Nonostante la prudenza di Blaine, il sonno leggero di Sebastian venne interrotto dal cigolio della porta di legno. Aprì gli occhi, tentò di mettere a fuoco l’ora sulla sveglia. Quando realizzò che erano appena le sei e trenta del mattino, sbruffò e mise la testa sotto il cuscino. Ma quando sentì il letto più leggero, si volse e notò che Blaine non c’era.
- Blaine?
Ma la sua voce risuonava per la casa vuota. Si alzò, scostò le tende e portò una mano sulla fronte per difendersi dalla luce del sole appena sopra l’orizzonte. Davanti a lui alcune case di periferie. Certo, non era come avere davanti a sé la torre Eiffel sullo sfondo, ma… era pur sempre casa.

Lì si sentiva a casa. Si sentiva così a proprio agio che poté constatare, quella mattina, come era cambiata quella casa dal giorno in cui si era trasferito.
Blaine era un tipo fin troppo disordinato. Lui si giustificava dicendo che “era il suo disordine creativo”, quello in cui si immergeva per scrivere.
Sebastian invece era un tipo fin troppo ordinato e meticoloso, e da quando lui era lì le cose erano decisamente più in ordine.
C’erano molte più fotografie vicino i muri, c’erano foto del liceo, quando entrambi indossavano ancora le divise della Dalton, c’erano le foto delle vacanze, c’era quella stampa dei Beatles presa al mercatino delle pulci che Sebastian aveva voluto a tutti i costi, c’era di tutto vicino a quelle pareti che una mattina avevano deciso di tinteggiare di blu: sembrava un appartamento di un universitario, ed era così che si sentivano: sciocchi, giovani, ingenui, maledettamente felici.

Scese le scale e qualcosa lo colpì allo stomaco quando, acceso il suo cellulare, vide la data impresso sullo schermo.
15 luglio.
All’improvviso ricordò tutto. Ricordò che esattamente l’anno prima la sua vita era cambiata. Esattamente un anno prima aveva avuto il coraggio di cambiare le carte in tavola, prendendo il primo volo per Parigi e fuggire tra le braccia di Blaine.
Arrivato nel soggiorno, vide il libro abbandonato sul divano, e quella frase sottolineata più volte. La carta delle pagine sarebbe diventata molto presto polvere, per quanto quel libro era assiduamente letto sia da Blaine che Sebastian.
Prese un respiro profondo: non aveva preparato niente per Blaine.
Pensò che magari anche Blaine l’avesse dimenticato, dato che non aveva accennato a nulla nei giorni precedenti. E se fosse stato un trucchetto il suo? Cominciò a ridere di se stesso: si stava creando un mucchio di problemi per una ricorrenza. Ma è così l’amore, che rende,a  volte, ingenuamente stupidi.

Poi, ebbe l’illuminazione.


Si vestì in fretta e in furia e uscì fuori di casa, e solo quando era in macchina si accorse che a quell’ora i negozi non sarebbero mai stati aperti.


Blaine e Sebastian non si incontrarono fino all’ora di pranzo che consumarono velocemente nel loro appartamento.
Sebastian non accennò al loro anniversario, ma restò in attesa di un commento da parte di Blaine che non avvenne. Che se ne fosse dimenticato realmente?
In realtà Blaine, attendeva da parte sua anche un solo accenno, ma nulla, come aveva previsto.

Così lasciò subito Sebastian, poiché aveva un colloquio con il suo editore.
- Devo scappare Seb… non avevamo nulla in programma per oggi, no?
Blaine lo guardò allusivo, sperando fino all’ultimo.
- No Blaine, assolutamente niente.
E Blaine se ne andò via sconsolato.
Rimase un po’ deluso, si aspettava almeno un commento da parte di Sebastian, gli sarebbe bastato un semplice bacio sulle labbra seguito da un dolce “buon anniversario, amore mio.”  Ma Blaine non poteva immaginare quello che Sebastian aveva preparato per lui, e quando alle sette di sera tornò a casa, si trovò dinanzi uno spettacolo a dir poco esilarante.


Il soggiorno era addobbato di candele e fiori di carta sparsi un po’ovunque. Vicino al camino spento, due cuscini a terra e, attorno a loro… dei peluche. Sebastian sbucò dalle scale, sorridendo.
- Ehm, Seb? Cosa succede?
- Buon anniversario Blaine.
E prese il suo viso tra le sue mani, abbassandosi e poggiando le sue labbra sulle sue. Sentì Blaine sorridere nel bacio, per poi staccarsi e dare un’occhiata allibita alla stanza.
- Cosa… cosa sono questi? – disse, indicando i peluche a terra.
- Sono i nostri testimoni di nozze.
Blaine strabuzzò ancor di più gli occhi.
- Tu sei matto.
- Perché? Non ci è ancora permesso sposarci qui in Francia, quindi ho pensato: al diavolo le cose ufficiali.
Blaine esaminò ancora una volta la stanza e i pupazzi ai lati dei cuscini. Non riusciva a proferire parola per l’incredulità di quel gesto.
- Blaine, ci sei?
- Io… non credo di sentirmi molto Blaine.
- Oh, ho capito, sono un cretino, come ha fatto a dimenticarlo!
- Dimenticare cosa?
Sebastian si inginocchiò davanti a Blaine, prendendogli le mani.
- Blaine Anderson, mi vuoi sposare e rendermi l’uomo più felice del mondo?
Blaine cominciò a ridere: si era immaginato tante volte quel momento nella sua testa, e adesso era tutto così diverso… era persino meglio di come se lo aspettava. Si inginocchiò anch’egli davanti al suo ragazzo, baciandolo con passione e ripetendo più volte ‘si’ nel bacio, chiedendosi come aveva fatto a innamorarsi di un uomo così… ecco, non trovava mai le parole per descriverlo.
Sebastian lo condusse ai cuscini, e Blaine e notò vicino ai cuscini due fedine di legno.
- Oh, certo, queste sono le nostre fedi.
- Si, e… oh, ti presento i nostri testimoni di nozze. Blaine, ti presento Spongebob Squarepants e Patrick Stella.
- Oh, piacere signor Spongebob, è un grande onore averla qui con noi oggi.
Sebastian cominciò a ridere, dopo qualche minuto non riuscivano ancora a calmarsi per l’ilarità della situazione.
- Blaine, adesso calmati: è il momento delle promesse.
- Ma io non ho scritto nessuna promessa!
- Tranquillo, comincio io.
Sebastian si fece serio, prese le sue mani e lo guardò intensamente negli occhi. Avrebbero ricordato quel momento per tutta la vita.



- Sai Blaine, faccio fatica a credere che sia già passato un anno. Questo è stato in assoluto l’anno più felice della mia vita. Non potrò mai ringraziarti abbastanza per i momenti che mi hai regalato. In questi mesi hai ricomposto i cocci della mia esistenza in frantumi che sembrava essere irrecuperabile, ma tu… tu non ti sei arreso, hai raccolto ogni singolo pezzo di me e mi hai reso una persona nuova. Hai fatto sorgere il sole nel mio cuore e finalmente posso assaporare ogni singolo attimo di felicità senza aver paura che qualcuno me la porti via. Con te al mio fianco mi sento invincibile. Tu sei il mio migliore amico, sei un fratello, un padre, sei l’amante perfetto, sei tutto ciò che mi rende completo. Senza di te sarei ancora quell’uomo immaturo di qualche anno fa, che ricercava la felicità lì dove non doveva essere cercata. Tu mi hai insegnato cosa significa amare, e cioè desiderare di restare per sempre accanto una sola persona. Quella persona sei tu: sei l’unica certezza che ci sia mai stata nella mia vita, e non rischierò mai più di perderti, per nessuna ragione al mondo.


Poi prese l’anello e lo fece indossare ad un Blaine ormai sull’orlo delle lacrime, che guardava adorante Sebastian, chiedendosi come fosse possibile che proprio a lui sia toccata quella felicità enorme.
Avevano lottato a lungo per ritrovarsi fino a quel punto, e Blaine capì allora che la vita è fatta di attese, e solo chi è in grado di attendere potrà conoscere quella che è la vera e unica felicità: l’amore. 
   
 
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