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Autore: AbbieWriter    13/06/2013    1 recensioni
'White Horse Tavern' diceva la grande insegna blu a caratteri bianchi. Il locale era piuttosto affollato, perciò mi imbucai tra la gente del posto e i turisti armati di Canon, e cercai un posto dove sedermi. Optai per il bancone, e mi accomodai su uno sgabello alto, poggiando i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani. Osservando pigramente il posto, notai un ragazzo seduto da solo a un tavolo, con l'espressione concentrata su un album da disegno, che muoveva freneticamente la matita sul foglio di carta. Rimasi incuriosita da lui, fino a quando non alzò lo sguardo verso di me, e i nostri occhi si incrociarono. Fu lì che il tempo si fermò.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Biip. Biip. Biip.
 
Cosa diavolo era quel suono infernale?
Tentai di dimenticarlo ricoprendo la mia testa con il cuscino, ma il suono risultò soltanto più ovattando, ma ugualmente insopportabile. Poi ricordai. Uscendo con la testa dal mio rifugio caldo e morbido, allungai un braccio tastando la superficie del comodino accanto al mio letto, trovando la sveglia che strillava imperterrita e ponendo fine alle sue lamentele. Mi voltai a pancia in su e presi a sveglia in mano. 6.57. Quella sveglia aveva suonato per due minuti buoni.
Mi alzai pigramente e mi infilai nella doccia, aprendo il getto d’acqua fresca che mi bagnò tutto il corpo. Una ventina di minuti dopo ne uscii pulita e profumata, pronta ad affrontare un altro giorno di scuola. Entrai nuovamente in camera da letto con un asciugamano avvolto intorno al corpo, e notai la valigia poggiata al muro. Ma certo! Oggi sarei partita per New York. Il mio volto si illuminò, e ad un tratto quella era diventata una bellissima giornata. Mi asciugai i capelli e mi preparai, lasciando la divisa scolastica sulla sedia della scrivania e vestendomi finalmente coi miei vestiti. Mi misi un filo di trucco e scesi a fare colazione.
I miei genitori erano già a tavola: mio padre seduto, che sfogliava il giornale con una mano e con l’altra si portava la tazza di caffè alla bocca, con il suo immancabile auricolare all’orecchio destro; mia madre era seduta sul davanzale della finestra, mentre sorseggiava una delle sue tisane disgustose e iperdietetiche, e guardava attentamente il suo cellulare. Non fecero caso a me, quando mi sedetti e iniziai a fare colazione, o almeno credevo.
-Dov’è la tua divisa scolastica, Emily?- mi chiese mia madre, continuando a tenere lo sguardo fisso sul suo telefono.
-Oggi parto per New York in gita scolastica, mamma- le ricordai. Lei si voltò verso di me e mi rivolse uno sguardo distratto, come se stesse attentamente cercando di ricordare. Poi tornò al display.
-Hai tutto pronto? La domestica ti ha aiutato a fare la valigia?- mio padre che tentava di fare conversazione. Mi scappò un sorriso sprezzante, mentre guardavo il mio cibo. Se lo aveva notato, non me lo fece capire. Mormorai un sì disinteressato. Appena finii la colazione, il campanello annunciò il puntuale arrivo di Maggie, che come ogni giorno passava a casa mia per andare insieme a scuola. Presi la valigia e salutai in modo generale con un ‘Ciao a tutti!’ più squillante di quanto volessi. Dalla cucina i miei genitori mi rivolsero un altro saluto distratto e i domestici di casa mi salutarono formalmente. Aprii la porta e Maggie si fiondò su di me, abbracciandomi. Era la prima persona che ero felice di vedere quella mattina.
 
-Oddio Em, stai benissimo!- esclamò lei mentre camminavamo per il vialetto di casa. A dire il vero anche lei stava molto bene. Avevamo stili diversi, ma a quanto pare gli opposti si attraggono.  Lei si vestiva in modo più alternativo, più dark in un certo senso. Io ero molto più classica, adoravo i vestiti, le gonne e i colori pastello. Infatti oggi lei era molto.. nera?, io mi ero vestita in modo più semplice. Le dissi che stava bene anche lei e parlammo del più e del meno, fino a quando arrivammo all’entrata della scuola. Lì, un grande gruppo di ragazzi chiacchierava e aspettava vicino a un gigantesco pullman. Ci avvicinammo alla piccola folla, incontrando i nostri compagni di classe. Mentre ci salutavamo e parlavamo tra noi, notai che oltre alla nostra classe si univano anche altre due classi. Capii poi con dispiacere che una delle due classi era quella di..
-…Chris- dissi in un soffio vedendo il ragazzo avvicinarsi pericolosamente a noi. Maggie seguì il mio sguardo e la sua espressione si tramutò in qualcosa misto all’odio e al disprezzo. Si mise un po’ davanti a me, come per coprirmi.
-Ehi, spilungone, che diavolo ci fai qui?- chiese Meg a Chris, anche se quella sembrava tutt’altro che una domanda. Lui rispose con un sorrisetto furbo, rivolto a me. I suoi occhi verde scuro fissarono i miei azzurri, e la rabbia mi ribollì in ogni centimetro del corpo.
Chris frequentava la mia stessa scuola, ma in una classe diversa. Aveva i capelli biondo cenere, gli occhi di un verde scuro e uno spruzzo lievissimo di lentiggini, che non si notavano per niente; probabilmente alcuni nemmeno sapevano che ce le avesse. Era molto alto per la sua età, ed era piuttosto muscoloso. L’anno prima eravamo fidanzati, e lui non ha mai accettato il fatto che avessi rotto con lui. Era popolare a scuola, e nessuna ragazza l’aveva mai lasciato. Dalla rottura, non la smetteva di tormentarmi. Mi prendeva in giro, insultava e derideva, ma io lo lasciavo fare, perché tanto sapevo che era un modo per dimenticarmi, e che non ci era ancora riuscito.
-Adesso hai anche la guardia del corpo, Richards?- mi chiese in modo retorico, sempre con quel sorrisetto del cazzo stampato sulla faccia. Gli rivolsi un occhiataccia, e Maggie parlò al posto mio.
-Sta’ alla larga da lei, capito? Altrimenti sarai uno spilungone senza le palle- lo minacciò, provocando risate generali. Chris si guardò intorno nervoso, poi si girò e tornò al suo gruppo. Mimai un ‘grazie’ con le labbra a Meg, e lei mi fece l’occhiolino.
-Andiamo, stanno facendo salire sul pullman- dico io, e ci facciamo spazio tra gli altri studenti.
-Emily Richards!- gridò la mia insegnante di storia, mrs.Johnson. Meg mi gridò di tenerle il posto, annuii e salii sul pullman. Presi un posto non troppo avanti, e mi sedetti vicino al finestrino, osservando la strada sotto di me. Dopo qualche secondo vicino a me si piazzò Chris.
-Ciao bellezza- mi disse languido. Alzai gli occhi al cielo e tornai a fissare oltre il finestrino.
-Sparisci- gli intimai, ma lo conoscevo, ed era un tipo testardo.
-Non così in fretta. Ora non hai la tua amichetta a proteggerti- affermò convinto.
-Non ci sperare troppo, Collins- rispose una voce fuori campo, che poi capii essere quella di Maggie. Questa volta, Chris si alzò, sfiorando appena il soffitto dell’autobus.
-Qual è il tuo problema, Smith?- urlò lui. –Vedi di farti i cazzi tuoi, non è colpa mia se non ti caga nessuno e per passare il tempo difendi la tua amichetta- aggiunse, scatenando la rabbia della mia migliore amica. A quel punto mi alzai anche io, guardando Maggie negli occhi.
-Meg, lascialo perdere, non ne vale la pena- e sperai di averla convinta, quando la Johnson fece irruzione nella conversazione.
-C’è qualche problema qui? Collins, va’ a sederti con i tuoi compagni- disse in tono pacato ma deciso. Chris si avviò controvoglia verso gli ultimi sedili del pullman, e noi ci sedemmo nei nostri.
-Mi salvi sempre in queste situazioni, non so come fare con lui- dissi a Meg una volta partiti.
-Non preoccuparti, è grande e grosso ma è senza cervello, lo fa per divertirsi- disse lei tranquilla. Poi continuò. –Sono eccitatissima di andare a New York. Ci sono stata tante volte, ma con te è diverso-
-Anche io sono felice, sono sicura che ci divertiremo come matte- dissi ridendo.
Per tutto il viaggio chiacchierammo, ridemmo e ascoltammo musica. Verso la fine del viaggio Maggie si addormentò, perciò io mi infilai le cuffie isolandomi dal casino infernale del pullman e guardai fuori dal finestrino, liberando i miei pensieri e le mie preoccupazioni. Ero felice di andare a New York, ma ero anche preoccupata. Non sapevo esattamente il perché, ma era una delle più importanti e popolate città del mondo, sarebbe potuto accadere di tutto. E poi c’era Chris, che riusciva sempre a rovinare tutto.
Senza accorgermene, mi ero addormentata. La mano e la voce di Maggie mi svegliarono.
-Ehi, Em. Emily, sveglia! Siamo arrivati- disse lei sorridendo, e sorridevo anch’io.



 

Sono quii (?) No okay lol questo è il secondo capitolo della mia ff. Già qui ci sono un po' più informazioni sui personaggi, o comunque situazioni o atteggiamenti che delineano maggiormente il carattere dei personaggi e le relazioni che ci sono tra loro. Grazie per le recensioni che ho avuto per il primo capitolo, io amo scrivere, e leggere quei commenti positivi mi ha fatto girare per casa saltellando come una cretina (?) okay, spero di avere un po' di recensioni anche qui.. a presto!

Personaggi: -Emily


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-Maggie


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-Chris

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E poi ho trovato per caso su tumblr una gif con i personaggi che ho scelto io lol quindi prendetela come Emily e Chris quando stavano insieme :')


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