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Autore: Salice_    13/06/2013    5 recensioni
SEQUEL di "Il mio cuore è gelido come l'inverno."
Sono passati sei mesi dalla battaglia finale contro Deep Blue e, da quel giorno, Zakuro non ha mai più visto Kisshu, l'alieno del quale è perdutamente innamorata.
Ma il destino, burattinaio maldestro, li farà rincontrare, divertendosi a spezzare e riallacciare le vite dei due amanti.
Con un nuovo e potente nemico da fronteggiare, la storia d'amore tra la Mew Lupo e l'alieno dagli occhi dorati prosegue.
Kisshu sbatté violentemente la ragazza contro il muro, i suoi occhi dai tratti felini illuminati dalla rabbia e dal rancore.
- Come puoi far finta di nulla, Zakuro?! – urlò esasperato. – Sono sei mesi, sei fottutissimi mesi che non ci vediamo, sei sparita dalla mia vita, mi hai fatto star male come un cane e hai ancora il coraggio di guardarmi negli occhi dicendomi una cosa del genere?! Tu mi fai schifo! –
Zakuro, per tutta risposta, si sollevò dalla parete contro la quale era stata spinta, e assestò uno schiaffo secco sulla guancia dell’alieno; questo si portò una mano alla parte lesa, guardando Zakuro stupefatto.
- Sei solo un idiota, Kisshu. -
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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Sotto la pioggia.

Zakuro camminava lentamente per le affollate vie di Tokyo, un ombrello scuro quanto il suo animo per ripararla dalla pioggia che cadeva dal cielo come lacrime silenziose.
La ragazza paragonava spesso quelle gocce d’acqua alle lacrime che lei stessa non riusciva a versare in molte situazioni; le emozioni, per quanto vengano represse e soffocate, prima o poi devono manifestarsi.
“E quando accadrà, chissà quale reazione potrò mai avere.”
Erano ormai tre mesi che Kisshu era sparito, abbandonandola nel pieno di una guerra con una scusa labile e che non reggeva il peso delle sue azioni.
Zakuro si abbandonò su una panchina nei pressi di un parco e chiuse l’ombrello, lasciando che la pioggia le bagnasse i capelli e le scorresse sulle guancie come lacrime fittizie.
“Ha detto che sarebbe stato meglio per me vivere lontana da lui, ma per quale motivo? Ho giurato di rimanergli vicina nonostante la situazione difficile in cui si trovava, nonostante tutto. Però, ha preferito andarsene senza spiegazioni.”
Il suo antivento grigio era ormai zuppo d’acqua e alcuni bambini avvolti in un impermeabile la additavano, probabilmente chiedendosi perché rimanesse da sola sotto la pioggia quando aveva un ombrello, ma poco importava.
Zakuro si massaggiò gli occhi stanchi con le dita, per poi tornare a fissare la strada di fronte a lei senza realmente vederla.
“Ma io, come posso biasimarlo? Alla fine, Kisshu ha fatto ciò che io feci a lui tempo fa. È fuggito dai problemi, così come sono fuggita io. Non sono nella condizione migliore per giudicarlo e incolparlo per la sua scelta, non quando sono stata la prima a metterla in atto.”
Immersa in questi pensieri, Zakuro quasi non si accorse di qualcosa che suonava insistentemente nella sua borsa.
Quando avvertì il suono cominciò a cercare, pensando si trattasse del cellulare, e rimase sorpresa nell’accorgersi che era il suo ciondolo Mew a produrre quel rumore.
Dopo essersi rapidamente guardata intorno, afferrò il monile e rispose alla chiamata.
- Eccomi. -
- Zakuro, guai in vista. – la raggiunse la voce di Ryan, distorta dall’apparecchio – C’è stato un attacco nei pressi della scuola elementare. Le altre ragazze stanno già correndo sul posto. –
Alla Mew Lupo si gelò il sangue nelle vene: era da settimane ormai che non subivano l’attacco di Chimeri.
- Perfetto, vado subito. -
Chiuse velocemente la comunicazione e cominciò a correre sul luogo della battaglia, gli stivali che calpestavano e schizzavano l’acqua delle pozzanghere, l’ombrello abbandonato solitario vicino alla panchina.
Dopo una decina di minuti di corsa, raggiunse il quartiere della scuola elementare: lì le sue compagne di squadra erano già trasformate.
Zakuro compì rapidamente la metamorfosi e si unì al Mew Team, che si guardava attorno con circospezione.
- Che è successo? – domandò immediatamente rivolta a Mew Ichigo.
- Non ne ho idea. – rispose la Leader – Il monitor segnalava un attacco alieno, ma qua pare che non ci sia niente e nessuno. Non ci sono nemmeno segni di lotta o altro. –
Come un gelo che cala lentamente nello stomaco, in Mew Zakuro cominciò sempre più a farsi strada la convinzione che fossero state attirate in una trappola.
Si rivolse alle compagne, mormorando: - Ragazze, penso sia meglio andarcene di qui al più presto. –
- Non credo proprio. -
Il gruppo si voltò giusto in tempo per vedere Cordelia apparire di fronte a loro, le mani appoggiate sui fianchi.
“Lo sapevo!”
- Bene bene, - proseguì l’aliena avanzando lentamente verso le Mew Mew – Sono felice di constatare che siete cadute nella mia trappola. Vedo che inviare un falso allarme ai vostri sistemi di ricezione ha dato i suoi frutti. -
- Non vedo come potremmo essere in trappola! – esclamò Mew Minto stringendo i pugni – Siamo pur sempre cinque contro una! –
- Questo sì. – concesse Cordelia fingendo di riflettere sulla questione. – Ma c’è anche da dire che, in tutte la battaglie che avete combattuto contro i miei Chimeri, ho avuto il tempo di studiare il vostro modo di lottare e calcolare i vostri punti deboli. –
“Bastarda, aveva pianificato tutto per arrivare a questo.”
- Forza ragazze, attacchiamo! – urlò Mew Ichigo, e le cinque Mew Mew si lanciarono al volo sull’avversaria, le armi alla mano.
Cordelia le scartò facilmente tutte quante, evitando per un soffio il Fiocco Immobilizza di Mew Purin; in un attimo fu su Mew Retasu, che cercò di attaccare ma vide le sue nacchere sbalzate via da un semplice gesto della mano dell’aliena.
- Ad esempio, - cominciò Cordelia afferrando la Mew Focena per il collo e portandola in alto con sé per alcuni metri – Tu sei debole e non adatta alla guerra. -
E con questo la scagliò con forza a terra, dove si accasciò, priva di sensi.
- Tu invece, - continuò volando verso Mew Minto, che si stava avvicinando a lei dall’alto, e colpendola con un precisissimo fascio di luce blu proprio all’attaccatura delle ali – Quando non sei in volo non possiedi nessuna caratteristica degna di nota. –
Mew Minto cadde pesantemente al suolo; cercò più e più volte di rialzarsi in aria, ma sulla sua schiena si trovava una profonda ferita dalla quale sgorgava inesorabilmente sangue che andava a macchiarle il vestitino azzurro. Invano tentò di prendere la mira e colpire la nemica con le sue frecce: aveva ragione, quando si trovava al suolo era del tutto destabilizzata e non aveva un minimo di precisione.
Nel mentre, Mew Purin continuava a scagliare il suo attacco, ma Cordelia era troppo veloce.
- Per quanto riguarda te, - riprese Cordelia teletrasportandosi di fronte a Purin – Sei fin troppo agile. -
L’aliena creò così un’enorme sfera di energia dal palmo delle sue mani aperte, che scagliò contro Mew Purin; un attacco talmente potente e di così grande estensione era impossibile da evitare, e la ragazzina si ritrovò accasciata contro la parete della scuola, coperta del suo stesso sangue.
Cordelia si portò a debita distanza e proseguì implacabile con la sua estenuante spiegazione: - Per questo motivo l’unico modo per metterti k.o. è scagliare un attacco su larga scala e avere il 100% di probabilità di colpirti. –
Mentre Cordelia si occupava di Mew Purin, però, Zakuro si era portata silenziosamente alle sue spalle e si era arrampicata sulla facciata di un edificio poco distante. Con un balzo, si ritrovò dietro alla sua nemica, pronta a colpirla a tradimento, quando…
…Quando Cordelia la intercettò con la coda dell’occhio e, senza nemmeno voltarsi, le assestò una precisa gomitata nella faccia. Mew Zakuro cadde rovinosamente sull’asfalto, la sua frusta schizzata chissà dove, mentre un fiotto di sangue sgorgava dalla sua bocca. La Mew Lupo alzò la testa in tempo per vedere l’aliena piombare su di lei e saltare con tutta la sua forza sulla sua gamba, che emise un rumore terribile; Zakuro urlò dal dolore, la bocca ancora impastata dal sangue e la gamba piegata in un’angolazione del tutto innaturale.
- Tu invece, Zakuro, sei scaltra e giochi sporco: ho imparato a guardarmi alle spalle, per tua sfortuna. -
- Che cosa vuoi realmente?! – urlò Mew Zakuro con rabbia e in preda al dolore, cercando gli occhi color del ghiaccio della sua avversaria.
Quella stirò le labbra in un sorriso folle, malato.
- Sai, il mio vero obiettivo siete voi. È una questione di orgoglio: voi mi avete sfidata, e dovete essere distrutte. -
Ora restava solo Mew Ichigo. La leader delle Mew Mew, durante quella rapida lotta, era rimasta come impietrita, senza sapere che cosa fare, guardando impotente le sue compagne venir abbattute una ad una.
Cordelia si voltò verso di lei, la lunga coda di capelli corvini che danzò come una fiamma scura durante la sua giravolta.
- Bene, ora siamo io e te. Il tuo problema, cara Ichigo, è che da sola non sei in grado di fare nulla. -
E con queste parole, Cordelia si scagliò su di lei. Richiamò il suo gatto a nove code con una velocità incredibile e disarmò con esso Mew Ichigo, che vide la sua arma a forma di cuore sfuggirle dalle mani guantate, portata via dalla frusta della nemica.
 - Ops, vedo che sono in vantaggio. – osservò Cordelia, il sorriso isterico che si allargava a dismisura sulle sue labbra, deturpando quel bel viso diafano. Improvvisamente, però, schioccò le dita e la sua arma si dissolse.
Ichigo rimase a fissare quella scena per una frazione di secondo di troppo: Cordelia, infatti, ne approfittò per colpirla con un calcio allo stomaco, facendola cadere all’indietro.
- Ho pensato di giocare allo stesso livello, senza armi, ma vedo che sono in ogni caso nettamente superiore a te. -
Cordelia si aprì in una risata, che persistette anche durante il corpo a corpo, mentre parava i pugni di Mew Ichigo immobilizzandole le mani e le torceva il braccio all’indietro.
Le altre ragazze cercavano in tutti i modi di rialzarsi per dare manforte alla loro leader, ma senza riuscirci.
Cordelia continuava a ridere e menar colpi precisi su Mew Ichigo, che ormai faceva una gran fatica a difendersi, mentre la pioggia continuava a imperversare su di loro. La Mew Neko cadde a terra e l’aliena si portò a passo risoluto su di lei, quando una vocina robotica raggiunse le orecchie dei presenti.
- Ichigo! Ichigo! -
Il piccolo Masha era spuntato da chissà dove e stava cercando, al massimo delle sue capacità, di prendere parte alla battaglia. Afferrò con la piccola bocca l’estremità della coda di Cordelia, che, sorpresa, ruotò velocemente su di sé: il robottino rosa finì sbalzato via, portando con sé alcuni ciuffi di capelli corvini.
- E’ finita, Mew Ichigo! – esclamò la sovrana dopo essersi ricomposta, evocando nuovamente il suo gatto a nove code e levandolo sopra la testa.
Ma il colpo diretto a colpire la leader delle Mew Mew non la raggiunse mai, bloccato da una sorta di barriera invisibile: Pie e Taruto si erano appena teletrasportati sul campo di battaglia.
Pie era comparso al fianco di Ichigo e l’aveva protetta dall’attacco di Cordelia, mentre Taruto lanciava occhiate disperate al resto della squadra, constatando le condizioni delle ragazze.
- Voi! – gridò Cordelia, l’esultanza che aveva rapidamente lasciato spazio alla rabbia.
- Noi. – convenne Pie con voce incolore, - Ora basta Cordelia, le ucciderai. Ci ritiriamo. –
E con questo, i due fratelli si scambiarono un segno d’intesa; schioccarono le dita e il gruppetto si dissolse quasi all’istante.
Prima che tutte le numerose increspature d’aria sparissero completamente, la voce di Pie risuonò nuovamente nel vento, sicura e minacciosa.
- Ricorda: hai vinto la battaglia, ma non la guerra. -
Cordelia, rimasta sola, si lasciò andare ad un urlo di rabbia, per poi sputare a terra, furiosa.

 
Angolo Autrice:
Eccomi, scusate per il ritardo!
Come vedete, nel mentre le ragazze si sono trovate nuovamente ad affrontare Cordelia, che ormai conosce alla perfezione tutti i loro punti deboli e sa come sfruttarli a suo vantaggio.
Come pensate si evolveranno le cose? Recensite in tanti!
Un abbraccio,
Salice_

   
 
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