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Autore: _ayachan_    29/12/2007    9 recensioni
Naruto e Sakura: il giardino dell’Eden; i fratelli Uchiha: il serpente e la mela… Il peccato originale: il tradimento.
"Tutto ciò che credevo sicuro, si sgretolerà tra le mie mani...
Il mio passato, il mio presente, e il mio futuro...
Chi sono io?
Naruto o Kyuubi?"

[Pairing: cambieranno in corso d'opera, anche drasticamente! Threesome, in ogni caso. Molte]
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Naruto-37

Capitolo trentasettesimo

Ostacoli e prigioni





E no.

No, non aveva senso.
Non senza una motivazione chiara e valida.
Neji ci aveva meditato sopra tutta la notte, ed era giunto alla conclusione che l’abbandono di Tenten non poteva essere accettato così, con una scrollata di spalle. Il suo sogno era sempre stato quello di emulare Tsunade, il quinto Hokage; non era neppure concepibile che all’improvviso smettesse di uscire in missione.
Per questo quella mattina bussò alla porta di casa sua.
La madre di Tenten per poco non ebbe un mancamento a vederselo sulla soglia, in tutto il suo nobile – e soprattutto ricco – splendore, e mentre lo faceva entrare non smise un istante di tormentare una ciocca di capelli tra le dita. Capelli neri come quelli di sua figlia, non poté fare a meno di notare Neji. E lisci. E brillanti.
E’ buffo come cose cui non abbiamo mai fatto caso all’improvviso diventino immensamente evidenti, quando la prospettiva cambia.
«Tenten!» chiamò la madre, con voce visibilmente nervosa. «Ci sono visite!»
«Mamma...» sbuffò lei da un’altra stanza, in tono esasperato. «Se mi hai chiamato perché c’è di nuov...» le parole le morirono in gola, quando mise piede nel corridoio.
Si fermò sulla soglia della stanza, una mano sullo stipite, e fissò Neji.
«Oh» mormorò piano. «Sei tu»
Sua madre passò lo sguardo dall’uno all’altra, in ansiosa attesa.
«Mamma» disse Tenten, sbuffando leggermente. «Puoi preparare del tè e portarcelo in camera? Neji, vieni»
Mentre la prima scompariva in cucina, nonostante il palese desiderio di restare ad origliare – la passione per il pettegolezzo era un difetto di famiglia – il secondo raggiunse Tenten nella sua stanza.
Non ci era mai entrato prima, e la trovò... molto più femminile di quanto si aspettasse. Tendine rosa, colori chiari, ordinata, pulita... kunai sulla scrivania e orsetti di peluche sul comodino. Un contrasto bizzarro.
«Ehi, non ti guardare troppo attorno» lo rimproverò lei, arrossendo. «Sei qui per parlare con me, non con i soprammobili»
«Ah, sì... scusa» borbottò lui, raggiungendola attorno a un tavolino basso. Si inginocchiò davanti a lei, rigido, e la fissò. «Sai perché sono qui» disse, e non era una domanda.
«Immagino che tu voglia una spiegazione per quello che è successo ieri...» sbuffò Tenten. «Senti, mettiamo in chiaro le cose: io ti ho fatto accomodare per gentilezza, e perché mia madre è quasi svenuta quando ha saputo che sarei stata in gruppo con te, figurarsi se ti avrebbe lasciato andar via senza una degna ospitalità... ma, francamente, ritengo che tu sia l’ultima persona cui devo spiegare qualcosa»
Neji si accigliò immediatamente.
«L’ultima persona?» ripeté, discretamente offeso.
Tenten appoggiò il gomito al tavolino e il mento alla mano, con l’aria di chi si trova a spiegare una cosa ovvia e molto noiosa a un bambino particolarmente irritante.
«Ho passato anni a morirti dietro, diciamocelo» esordì senza girarci intorno. «Tu mi hai mai considerata una sola volta? E non dirmi che non lo sapevi, non sottovalutarmi così. Allora, finalmente ho deciso di mettere la testa a posto e iniziare a vivere la mia vita senza di te... e tu all’improvviso mi chiedi di uscire, vuoi conoscere i miei problemi, fai il comprensivo... E’ perlomeno logico che io mi senta un tantino irritata dalla tua persona, se permetti»
«Io sono qua come compagno di squadra» puntualizzò lui. «I secondi fini sono unicamente nella tua testa, il che dimostra che bene o male ci pensi ancora, comunque» Tenten arrossì di nuovo, seccata. «Ma non è questo il punto. Il punto è che anche se ti conoscessi soltanto da una settimana, mi verrebbe spontaneo chiedermi ‘perché ha lasciato il gruppo così all’improvviso’? Non hai dato nessun tipo di segnali prima, non hai lasciato intendere nulla, non una parola, un cenno... La tua decisione ci è piombata tra capo e collo, spero tu te ne renda conto»
Tenten distolse lo sguardo, a disagio.
«...E’... un problema... abbastanza improvviso» mormorò, esitante. «Senti, non credi che anche io vorrei continuare a vivere come vivo ora? Amo essere ninja, il mio idolo è la principessa Tsunade, mi sono sempre trovata a mio agio in quell’ambiente... Ma... succedono cose, nella vita, che uno non si aspetta. Imprevisti. E tutto cambia. Io... non ho smesso di essere ninja. Semplicemente, d’ora in poi mi muoverò solo sporadicamente»
«Questa non è una spiegazione» protestò Neji. «Che genere di imprevisti? Cosa è successo esattamente?»
«Non c’è bisogno che tu lo sappia» lo liquidò lei, sbrigativa. «Queste non sono faccende che ti riguardano»
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che Neji si era arrabbiato?
E quanto tempo era passato dall’ultima volta che qualcuno aveva osato contraddirlo così apertamente?

Probabilmente anni.
E ora una ragazzina qualunque ci stava riuscendo, di nuovo.
Ahh... che fine aveva fatto l’autocontrollo della nobile casata Hyuga?
«Non sono faccende che mi riguardano?» esclamò, a voce alta.
E sul più bello un bussare sommesso lo interruppe.
«Chiedo scusa... ho portato il tè» disse la madre di Tenten, entrando con un mezzo sorriso. «C’è anche qualche dolcetto, se avete fame. E... ehm... N-Neji... non esitare a chiedere altro»
Ci mancava solo il balbettio sul nome...!” si trovò a pensare Tenten, esasperata.
«E... figliola...» aggiunse sua madre, avvicinandosi con tono cospiratorio. «Ho sentito per caso quello che dicevate...» il suo mormorio era quanto di più udibile ci fosse. «...Sei sicura che quelle faccende... non potrebbero riguardarlo?» domandò con un’occhiata desiderosa.
«Sì mamma, ne sono più che sicura» rispose Tenten tra i denti, vicina a una crisi di nervi. «Ora potresti gentilmente lasciarci in pace?»
«Oh. Oh, certo» sua madre si esibì nella scarsissima imitazione di una risata rilassata, si schiarì la voce e si rassettò i vestiti. «Bene. Vi lascio... vi lascio mangiare. Chiamatemi se avete bisogno. Anche tu, Neji»
Per fortuna si era trattenuta dal dire ‘Neji caro’.
Uscì dalla stanza, lasciandoli di nuovo soli, e Neji aprì subito la bocca per continuare il discorso su cui era stato interrotto; ma Tenten lo zittì alzando una mano. Lui si accigliò, mentre lei si alzava in piedi. La vide raggiungere la porta e spalancarla all’improvviso, e vide, oltre la soglia, sua madre. In perfetto nonché compromettente atteggiamento da spia consumata.
«Mamma» sibilò, assottigliando gli occhi scuri.
Quella arrossì e fece un passo indietro.
«Beh, stavo andando...» bofonchiò, e finalmente si allontanò davvero, controllata dalla figlia fino all’ultimo passo.
Solo allora Tenten richiuse la porta e tornò a sedersi, sbuffando.
«Scusala» disse secca. «E’ fatta così...» all’improvviso la sua espressione si addolcì, ma non si diede la pena di spiegare a Neji perché. E prima che lui potesse anche solo farsi venire in mente di chiederglielo, tornò alla solita faccia. «Beh, comunque... bevi il tè e poi alza le tende. Senza offesa, eh»
«Quindi posso stare qui finché la tazza non è vuota?» chiese lui, subdolo.
«Tra dieci minuti te la rovescio in testa, se non te ne sei andato» rettificò lei.
«Perché devi per forza essere così?»
«Così come?»
«Perché devi fare la sostenuta, la misteriosa? Che ci guadagni? E’ solo una vendetta?»
Tenten si passò una mano sul viso. «Per favore...» disse tra i denti, sospirando profondamente. «Puoi farmi una gentilezza? Se proprio senti l’irresistibile impulso di sapere, riesci almeno ad aspettare un po’?»
Neji corrugò la fronte perplesso. «Perché?»
Lei lo fulminò con lo sguardo. «Sai che sei seccante?»
«E’ una domanda legittima!» protestò lui.
«Perché sì» rispose lei fredda. «Anche questa è una risposta legittima»
«Inizio a trovarti insopportabile»
Tenten crollò la testa sul tavolo.
«Ti prego...» sibilò. «Finisci quel maledetto tè»
«Non mi hai ancora risposto»
Lei rialzò il capo. «Ti fidi di me?» chiese a bruciapelo.
«Non ne sono sicuro» ribatté lui. «Dopo che ci hai piantati, all’improvviso...»
«Dopo tutti gli anni che abbiamo passato nello stesso gruppo, dopo tutto quello che abbiamo visto e vissuto, pensi di non poterti fidare di me?» allibì Tenten.
«...No. Mi fido» fu costretto ad ammettere Neji.
«E allora aspetta»


«Il 23 luglio era il compleanno di Sasuke!» esclamò Ino, piombando disperata nell’appartamento di Naruto.
Sakura, che gli aveva aperto quando l’aveva sentita sfondare la porta a pugni, inarcò un sopracciglio.
«Lo so» sospirò, facendosi da parte per lasciarla entrare. «Ma non mi sembrava il caso di fargli una festa, e soprattutto non mi sembrava il caso di pubblicizzarlo troppo...»
«Ahh, che persona orribile sono!» gemette Ino facendosi avanti, e si lasciò cadere sul divano con aria melodrammatica. «Come ho potuto scordarlo?»
Sakura aprì il frigo e tirò fuori una bottiglia di tè freddo, gettandole un’occhiata.
«Eri con Sai, vero?» chiese, in tono discorsivo.
L’altra non ebbe bisogno di rispondere. Bastò il suo rossore a confermare.
«Ultimamente... state molto insieme» continuò Sakura, riempiendo un bicchiere di tè e portandoglielo. «Soprattutto in questi quindici giorni»
Ino affondò il naso nella sua bevanda, nascondendosi dagli occhi troppo acuti dell’amica.
«Ha qualcosa a che fare con la missione di Shikamaru?»
La bionda si strozzò.
Prima che il bicchiere crollasse al suolo e si frantumasse sul tappeto, Sakura glielo tolse dalle mani e le tese un fazzoletto di carta.
«C-che cavolo dici?» sbottò Ino, con il volto arrossato e gli occhi velati. «Io amo solo Sasuke, lo sai! Ora che tu stai insieme a Naruto, poi...! Cough! Cough!»
Sakura abbassò le palpebre, e si appoggiò al tavolo con i fianchi.
«Ino... Quanto ancora hai intenzione di portare avanti questa storia?» chiese, piano.
L’altra evitò di incrociare i suoi occhi. Lentamente smise di tossire e riprese a respirare normalmente. Il suo bicchiere mezzo vuoto, ancora tra le mani di Sakura, rifletteva la luce che entrava dalla finestra, frammentandola in raggi colorati che andavano a colpirla baluginando.
«Credi che io sia una stupida, eh Ino?» insisté, senza alzare la voce.
«Hn... tu?» sorrise lei, amara. «Tu che sei sempre stata così intelligente...? Tu, che ho scelto come fonte per superare l’esame da chuunin, quella volta che poi non l’abbiamo passato?»
«Allora mi stai solo prendendo in giro?»
Ino scosse la testa, ad occhi bassi.
Sakura la guardò.
«...Lo stai facendo per me, vero?» mormorò. «Continui a ricordarmi che ora lui può essere tuo, perché io ho Naruto... Continui a dirmi di non distrarmi, di pensare a chi amo... perché non vuoi vedermi ingarbugliare le cose, vero? In realtà... tu non pensi più a Sasuke già da molto, molto tempo...»
Ino rise piano, amaramente.
«Non è del tutto vero...» ribatté, alzando finalmente gli occhi. «Sasuke è stato il mio primo amore. Non riuscirà mai ad essermi indifferente, avrà sempre un posto nel mio cuore... ma... se ne è andato, Sakura. E’ stato via così a lungo... e in fondo... anche quando era a Konoha... chi di noi gli era più vicina? Io o tu? E’ una risposta semplice. Con te, in fondo... ho sempre perso. Sempre»
«Ino...»
«Ahh, risparmiamoci la scena strappalacrime!» Ino si alzò in piedi di scatto, passandosi una mano sugli occhi e sbuffando sonoramente. «Almeno questa volta non devo lottare contro di te!»
Ma questa volta, forse, è una battaglia persa in partenza...” si trovò a pensare Sakura, con un moto di sincero dispiacere per l’amica. Un’amica con cui, da piccola, aveva condiviso tutto. Che l’aveva salvata dalla solitudine, che le aveva dato il coraggio che a lei mancava... che le era stata accanto, finché Sasuke non le aveva divise.
Perché erano sempre gli uomini a far soffrire Ino?
«Lui...» disse, d’impulso. «Se... Se non si accorge di te, è un idiota»
Ino la fissò, vagamente sorpresa, e poi sorrise.
«Lo so» si limitò a dire, strizzandole l’occhio. «Ora... Ora vado, però. Ero venuta solo per la faccenda del compleanno... non avevo previsto di trattenermi» rise nervosamente, scostando una ciocca ribelle dietro l’orecchio. «Ci... Ci vediamo, Sakura. E non deviare dalla retta via!»
Sull’ultima frase sembrò riguadagnare parte del suo vecchio cipiglio, ma il suo sorriso si spense troppo in fretta.
Le voltò le spalle, quasi a proteggersi, e raggiunse la porta da sola. Non attese che Sakura la facesse uscire, ci pensò da sé.
La padrona di casa la lasciò andare, comprendendo il suo turbamento e il suo imbarazzo... Probabilmente anche Ino si rendeva conto della difficoltà del suo ultimo amore... probabilmente anche lei vedeva scarsissime speranze. D’altro canto... non poteva continuare ad illudersi di amare Sasuke.
Sakura sospirò.
Con l’età, anche i problemi si facevano sempre più grandi. E la sofferenza li seguiva di pari passo.
Si avvicinò al lavandino e rovesciò il tè rimasto nel bicchiere di Ino, guardando come ipnotizzata le gocce ambrate che brillavano nell’aria, e poi sul metallo lucido. Alla fine sospirò, e l’occhio le cadde sui fogli spiegazzati accanto a una pentola da lavare.
Tese la mano automaticamente, e quelli crepitarono tra le sue dita.
Li guardò.
Righe lette mille e mille volte, righe che sapeva a memoria, parole e lettere consumate dal suo sguardo indagatore, mentre cercava una soluzione che sembrava impossibile... E un nome, in alto.
Sasuke Uchiha.
Le sue maledette analisi... che lasciavano ben poche speranze di eliminare il virus del sigillo maledetto.
Sakura si passò una mano tra i capelli, sopra la fronte sudata.
Lei sapeva che poteva salvarlo.
Lo sapeva.
Altrimenti tutto ciò che avevano fatto in quegli anni non avrebbe avuto alcun senso!
Strinse i denti.
L’indomani doveva incontrarsi con Tsunade, avrebbero studiato la situazione insieme e cercato una nuova soluzione... ma sinceramente nutriva ben poche speranze in qualche mutamento.
Sasuke... Perché, perché quella volta non siamo riusciti a impedirgli di marchiarti per sempre?”
Forse studiare Orochimaru, o quel che ne restava, avrebbe potuto aiutarli... ma Orochimaru era morto.
Non c’era più nulla cui aggrapparsi, se non l’ostinata speranza...
Dal suo angolo in ombra, nascosto sotto il divano, il gatto assottigliò gli occhi azzurri.
Silenzioso, uscì allo scoperto e si stiracchiò. Sakura lo vide, e gli sorrise.
Quella bestiola era strana; con Naruto era schiva e imbronciata, per poi mostrare sprazzi di affetto improvvisi di tanto in tanto, mentre con lei... si poteva dire che l’adorasse. Non perdeva occasione per strusciarsi contro le sue gambe, si acciambellava sul suo cuscino la notte – solo dopo che Naruto si era addormentato – e la svegliava al mattino facendo le fusa accanto alle sue orecchie. Ecco, se aveva un difetto era forse l’eccessiva insistenza... ma gliela perdonava facilmente.
Come si poteva non perdonare tutto a due occhi come quelli?


«No, no e poi no! Non esiste, mi rifiuto categoricamente!» gridò Naruto, sbattendo le mani sulla scrivania dell’Hokage.
Tsunade lo fissò inarcando un sopracciglio.
«...Non avevo dubbi» bofonchiò atona. «Il che tuttavia non implica che il Consiglio tenga automaticamente conto del tuo parere»
«L’alleanza con il Vento non ha nessuno scopo ‘pericoloso’!» insisté lui, furibondo. «Gaara non è un pazzo guerrafondaio come gli altri Kage!»
«Me inclusa o esclusa?»
«Non sto scherzando!»
«Ah sì? Strano. Sai, penso che tu possa parlare di queste cose solo scherzando, in realtà... Guardiamoci in faccia: a livello amministrativo non sei nessuno, Naruto. E’ molto meglio se chiudi la bocca e tieni per te i pareri più estremi»
Naruto avvampò di indignazione. «Adesso non posso più nemmeno parlare?» esclamò.
«Certo che puoi. Ma non in presenza di politici, grazie. Mi semplificheresti molto le cose... Sai, potrebbero usare le tue idee e il fatto che sei notoriamente un mio protetto per affibbiarle a me. Non sarebbe molto utile, diplomaticamente parlando...»
Naruto la fulminò con lo sguardo.
«Mi sembra che la stai prendendo un po’ sottogamba, nonna Tsunade...» bofonchiò.
L’Hokage sospirò, passandosi una mano sul viso.
«Hai una vaga idea di tutte le cose di cui mi devo occupare?» chiese stancamente. «C’è questa faccenda, Sasuke, i corpi di Obito e Itachi Uchiha, Haruka Muto, Danzo... ed è tutto sulle mie spalle. Se dovessi sputare sangue su ogni singolo problema, morirei in breve tempo, credimi»
Naruto sbuffò.
Beh, anche lui aveva le sue belle grane! Ma non prendeva niente alla leggera!
«Questo è il lavoro dell’Hokage!» sbottò secco. «Visto che mi hai rubato il posto, almeno occupalo bene»
«Come come?» ribatté Tsunade, una vena pulsante sulla fronte. «Rubato il posto? Ma se avevi dodici anni quando me lo hanno affidato! Eri un ranocchietto spocchioso e insolente... e non sei cambiato poi molto! Se reggo su questa poltrona da sei anni è perché evidentemente non c’è ancora nessuno in grado di soffiarmela! Te compreso, signorino!»
«Se tu fossi così stronza anche con il Consiglio, non ci vorrebbero mesi per decidere anche le cose più semplici!» bofonchiò lui tra i denti.
«Ho sentito uno ‘stronza’ uscire dalle tue labbra?» indagò lei assottigliando gli occhi.
«Ho detto ‘solida’» ritrattò lui in fretta.
«Come no. Alza i tacchi, moccioso. E in fretta»
Naruto non se lo fece ripetere due volte.
Comunque, restava della sua idea.
Mentre scendeva le scale del palazzo degli Hokage, con le mani affondate in tasca, lasciandosi alle spalle i volti dei protettori del villaggio, sbuffò.
La politica era una cosa stupida.
Stupida e complicata.
E inutile.
Non potevano semplicemente essere tutti dalla stessa parte? I nemici non erano i ‘cattivi’ come l’Akatsuki?
Non ci capiva niente di quelle cose, accidentaccio! Il che... poteva essere un problema, se un giorno avesse voluto essere il sesto faccione scavato nella pietra.
Mugugnò tra sé, di cattivo umore, senza guardare dove camminava.
E fu per questo che andò a sbattere dritto contro qualcuno, nella piazza del villaggio.
«Ehi, attento a dove metti i piedi!» lo apostrofò una voce seccata.
«Questo dovrei dirlo io!» ribatté in automatico, e alzando gli occhi si trovò davanti Kiba e Akamaru. Alle loro spalle, Shino mosse appena il capo, e Hinata chinò bruscamente il suo, arrossendo sotto la frangia.
«Ehi, quanto tempo!» esclamò allora Naruto, piacevolmente sorpreso. «Era un bel po’ che non ci incontravamo in giro! Ho sentito che siete subissati di missioni!»
A quelle parole Hinata sembrò farsi piccola piccola, mentre Kiba fulminava il biondo con lo sguardo.
«Sì, infatti siamo impegnati fino al collo» disse brusco, e automaticamente mise un braccio sulle spalle di Hinata, che andò nel panico più completo. «Quindi ce ne andiamo, se non ti spiace»
Naruto sbatté le palpebre perplesso.
Che strano... gli sembrava di avvertire una certa... ostilità. Come mai?
Eppure Kiba era sempre stato un suo grande amico, sin dai tempi dell’Accademia. Senza contare che ultimamente, più o meno da quando si era messo con Sakura, aveva sempre avuto la sua più completa approvazione... E ora cosa succedeva all’improvviso?
«Ah... beh, se avete da fare...» mormorò, mettendo avanti le mani come a scusarsi. «Non voglio certo disturbarvi»
«Tu non disturbi mai, Naruto...» farfugliò Hinata, in un sussurro a malapena udibile. La stretta di Kiba sulla sua spalla si rinforzò impercettibilmente.
«Ahah, no, non importa! Davvero!» insisté Naruto con una risata tirata. «Anche io... ehm... sì, devo fare una cosa... un ramen! Devo mangiare un ramen con... qualcuno! Anzi, sarà proprio il caso che vada...!»
Hinata rialzò la testa in fretta, ricordando con una stretta allo stomaco lo spiacevole episodio del ramen che lei e Naruto avevano diviso. Era stata un’esperienza triste e umiliante... ma era anche stato molto più delle solite parole vaghe che scambiava con lui. Era stato importante, a suo modo.
Con chi avrebbe mangiato ramen, quel giorno, Naruto?
Sicuramente con qualcuno che sarebbe stato molto più di compagnia...
«Sì, bravo, vai» approvò Kiba sbrigativo, sotto lo sguardo smarrito di un Naruto confuso.
Shino, che non aveva aperto bocca una sola volta, si limitò ad osservare la scena e a fare i suoi calcoli. La situazione era palese, i legami evidenti. Ma, per quanto si sforzasse di essere positivo, lui non riusciva proprio a vedere un finale felice per Hinata... non se le cose restavano in quel modo.
Naruto li salutò, incerto, e si allontanò grattandosi perplesso la nuca.
Il team Kurenai rimase fermo dove si trovava, apparentemente dimentico di tutti i mille impegni che avrebbero dovuto tenerlo lontano... poi, quando la zazzera bionda del jonin fu scomparsa oltre una curva, Hinata si liberò con gentilezza ma fermezza del braccio di Kiba.
«Non... non avresti dovuto» mormorò avvampando, umiliata.
E io non avrei dovuto lasciartelo fare” aggiunse mentalmente.
Ma dopo il processo, e dopo quella stretta di mano e quel sussurro, Kiba aveva iniziato a prendersi molte più libertà... e lei non era in grado di fermarlo.
«Non te la sarai mica presa?» scherzò lui con un’occhiata rapida a Shino, sperando che captasse il suo ordine telepatico a levare le tende.
Ma l’Aburame, dato che aveva analizzato la situazione, sapeva anche che lasciare soli Hinata e Kiba in un momento come quello non sarebbe stato affatto saggio. E non sarebbe nemmeno stato bello, da parte sua... perché Hinata sarebbe crollata.
Sì, in quel periodo erano subissati di missioni.
Perché lei si era ribellata, al processo di Sasuke. Perché era andata contro la volontà del suo clan, con l’unico scopo di avvicinarsi un poco a Naruto.
Shino non osava nemmeno immaginare cosa dovesse aver passato la primogenita della casata Hyuga di ritorno dal processo... cosa dovesse aver subito, in una casa del genere.
E poi c’era stata la storia di Naruto stesso.
Le voci secondo cui lui e Sakura avevano rotto si erano diffuse per il villaggio a macchia d’olio, accompagnate di pari passo dai mormorii su un presunto tradimento dell’Haruno con Sasuke.
Hinata avrebbe voluto cogliere l’occasione per avvicinarsi al suo idolo... dire qualche parola di conforto, consolarlo, forse... offrirsi come spalla su cui piangere – il suo coraggio non la portava più in là.
E invece Hiashi Hyuga aveva fatto in modo che non potesse avvicinarlo.
L’aveva tenuta impegnata con le missioni, segregata in casa, le aveva impedito di comunicare con chiunque ad eccezione del suo clan e del suo gruppo.
Aveva fiutato il pericolo, Hiashi.
E poi, Sakura e Naruto erano tornati a popolare il paradiso degli innamorati perfetti, l’eden idilliaco in cui le sofferenze altrui sono come vaghi baluginii, irrilevanti, ininfluenti...
Per Hinata doveva essere stato un duro colpo.
Shino ricordava che i primi giorni, al mattino, la incontravano sempre con gli occhi rossi e gonfi, come era successo l’anno prima quando Naruto e Sakura si erano messi insieme.
Lasciarla sola con Kiba, adesso, lasciarla in balia della sua irruenza e delle sue insistenze, sarebbe equivalso a condannarla.
Forse, da quel punto di vista, poteva dire di essere più al sicuro nella casa paterna.
«Dobbiamo tornare» disse atono, sistemandosi gli occhialetti scuri sul naso. «E’ tardi, e il padre di Hinata starà attendendo il suo ritorno»
Lei gli lanciò un’occhiata tristemente grata, mentre Kiba non guardava.
L’Inuzuka sbuffò, contrariato. Ma anche lui temeva Hiashi Hyuga, e non aveva abbastanza coraggio per sfidarlo.
«Va bene...» borbottò cupo. «Andiamo»
Non ci volle molto per raggiungere la residenza principale del clan; la villa, immensa e circondata da un giardino rigoglioso, era così imponente da essere chiaramente riconoscibile anche da una certa distanza. Ai cancelli due guardie della casata cadetta chinarono il capo quando videro sopraggiungere Hinata, Shino e Kiba, e mormorarono un saluto rispettoso.
«B-Buon pomeriggio...» balbettò lei in risposta, mite, mentre i suoi accompagnatori si fermavano prima di mettere un piede dentro.
«Allora ci vediamo domani» la salutò Kiba con un cenno.
«Sì, immagino di sì...» sospirò lei.
«Riposa, questa notte» le consigliò Shino. «E, se riesci, cerca di farti una bella dormita»
«Ci proverò» sorrise lei tenuemente, mentre Kiba assottigliava gli occhi in direzione di Shino. Ehi, che cos’era tutta quella premura improvvisa? E il sorriso di lei?
«A domani» li salutò Hinata, per poi voltare loro le spalle e scomparire oltre il nero cancello degli Hyuga. Inghiottita da molto più di un giardino, o dal silenzio, o dalla penombra... inghiottita dalla sua prigione.
Il carcere in cui suo padre non faceva che ossessionarla con l’idea di sposare Neji.
Il luogo in cui nessuno si curava davvero di lei e di come sentiva.
L’incubo dal quale non riusciva a svegliarsi.

Nella sua stanza, soffocava i singhiozzi con il viso affondato nel cuscino.
Poi, all’improvviso, sentì una mano posarsi sul suo capo.
Per un istante pensò che fosse sua madre. Ogni tanto le capitava di immaginarla... di sentirla accanto a sé. Ma erano sempre le solite illusioni.
Alzò la testa, incerta, e scoprì che davvero una mano le accarezzava i capelli... ma apparteneva alla persona da cui meno si sarebbe aspettata quel gesto.
«Sorellona, non devi piangere così tanto» le sussurrò Hanabi, accucciandosi accanto al suo letto.
«Hanabi! Che ci fai qui?» chiese lei spaventata, asciugando le lacrime in fretta e affogando nell’imbarazzo. «Non dovresti... le tue stanze... nostro padre...»
«Va tutto bene» le assicurò lei, con un sorriso. «Nessuno mi ha vista, siamo al sicuro»

«Ma... P-Perché sei qui?» balbettò Hinata confusa, tornando a respirare con una certa regolarità.
«Avresti voluto restare ancora sola?»
«...Io...»
«Non girarci attorno, sono tua sorella. A me puoi dirlo»
«...No» ammise Hinata arrossendo.
«Bene. Io sono qui esattamente per questo» Hanabi estrasse di tasca un fazzoletto e lo tese alla sorella con gentilezza. «Tieni, asciugati il viso. Le lacrime ti rendono meno bella, non lo sapevi? Poi come farai ad attirare l’attenzione di Naruto Uzumaki?»
Hinata arrossì furiosamente. «C-Cos...? Che stai dic...? Come...?»
«Sorellona, lo sanno tutti tranne lui» sospirò Hanabi. «Non è questa grande novità»
Hinata raggelò.
«Tutti...» sussurrò. «Quindi... anche Sakura?»
«Credo di sì»
Hinata si sentì realmente male. Posò la fronte sul cuscino fresco, gli occhi serrati, e si morse il labbro inferiore.
Ah, che sciocca!
Come aveva potuto sorridere a Sakura, tutte le volte che si erano incrociate?
Sicuramente lei l’aveva presa per un’ipocrita... una sciocca, falsa ipocrita.

Stava male. Ora sì che stava davvero male.
«Rilassati, sorellona» intervenne Hanabi, accarezzandole di nuovo i capelli. «Nessuno pensa male di te. E un giorno tutto sarà come deve essere»
Hinata risollevò le palpebre, sconsolatamente incredula.
Personalmente dubitava che un giorno Naruto avrebbe lasciato Sakura, che dichiarava di amare da anni e anni, per accorgersi di lei... la ragazza della quale ricordava a malapena il nome, forse.
Però... le parole di Hanabi le facevano bene.
Le permettevano di sognare, solo un po’... di dimenticare suo padre, Neji, Kiba, ogni cosa... e di ricordare lui e solo lui.
Non si soffermò a chiedersi perché sua sorella, di solito schiva, intollerante e sempre dalla parte di Hiashi, questa volta avesse deciso di schierarsi con lei... riteneva che non ce ne fosse bisogno.
In fondo era pur sempre la sua amata sorellina.
Non poteva avere cattive intenzioni.









Nel prossimo capitolo:

«Vedi... molti studi sostengono che gli animali possano rivelarsi una cura nei casi psicologici» spiegò lei. «E io pensavo che, magari, potremmo provare a portare il gatto da Sasuke... e vedere se succede qualcosa»
«La bestia assassina che fa fuori i tuoi libri, intendi? Il piccolo diavolo che lascia peli ovunque, mangia come un maiale, graffia ogni cosa su cui riesce a mettere le zampe e la notte miagola come un ossesso, senza scordare tutti gli angoli che ha deciso di marcare?»
«Non è così terribile»
«No? Tu ricordi in quanti pezzetti abbiamo trovato la tua preziosa copia di “Crescere con il chakra”?»













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Capitolo dedicato ai personaggi di contorno, come avrete notato.
Probabilmente il pezzo che mi è più caro questa volta è quello di Ino...
Cioè, io non la sopporto. Ma all'improvviso se ne è uscita con questa scena, e un pochettino mi ha fatto pena...
Va beh che neanche Hinata ha tanto da stare allegra...
Uff.
Dai, c'è sempre il momento di crisi prima della felicità, se no la felicità non si gode appieno!
(Perle di Saggezza)
(Sì, l'ho trovata nei Baci perugina)

Ho notato che il nostro Shika ha riscosso un certo successo nello scorso capitolo... XD
Sapevo che avreste apprezzato! ^_*

Nel prossimo capitolo, finalmente, il magico trio di nuovo riunito!
E poi... per tutti gli appassionati... Kakashi e il suo angolino nostalgia!

Ah, dopo aver aggiornato qui vado a postare la one-shot NaruSasu che vi avevo promesso.
Se vi interessa, sapete dove trovarla.

Hila92: ahah! XD "sarà che il mio subconscio è fermamente convinto che debba essere io a mettermi con Shikamaru"! XD Il tuo subconscio ha molto buongusto, lasciatelo dire! Beh, sono contenta che l'odio per Sasuke si diffonda anche autonomamente. Diciamocelo, se lo merita tutto... e poi, automaticamente, se le quotazioni di Sasuke calano, quelle di Naruto si alzano! Purtroppo quel brutto rospo di Kishimoto ha annunciato che l'anno prossimo parlerà di Sakura, Sasuke e Kakashi, e che Narutino dovrà attendere... il che significa che alla fine, se faranno un altro sondaggio di gradimento, ci sarà ancora il malefico scoiattolo in testa. -.-* Tornando a cose che sono un po' più alla nostra portata, grazie per i complimenti sulla lunghezza, non avevo mai notato che, in effetti, riesco a scrivere un sacco di cose diverse! XD E' che nella mia testa la storia va avanti per punti fissi, e tutto il resto ci gira attorno... meno male che ci siete voi lettori a farmi notare certe cose, almeno posso montarmi la testa ancora un po'! XD (e, credimi, nemmeno Sai scorderà facilmente Naruto e i suoi discorsi davanti al ramen... XD)
Julia83: mi rifiuto di rispondere questa recensione... Davvero, sollevo bandiera bianca.
kimi: eh, Tenten può tutto ciò che vuole, perché è una donna! E in quanto donna, gli uomini sono tutti burattini nelle sue mani... Muahahahah! *__* Ok, scusa lo sprazzo di follia, mi è scappato. Il rapporto tra Neji e lei, comunque, è la mia spina nel fianco. Ho davvero un sacco di problemi a gestire quest'uomo, principalmente perché ha un ruolo attivo più che altro nell'anime, che io non ho (ancora) avuto tempo e voglia di vedere tutto... Quindi... Beh. Prendetevelo così com'è! U_U
harryherm: Naruto non è Superman: Superman confrontato a lui non è nessuno! *__* Insomma, il piccolo e dolce Narutino è un tipo molto impulsivo, energico, coccoloso... Se tanto mi da tanto, Sakura deve darsi molto da fare! U_U Ora, non voglio dirti nulla sulla fine della fanfic, ma posso dirti che esistono sul mio pc i primi capitoli del prequel... ovvero di "come Naruto e Sakura sono arrivati alla situazione attuale". Sarà una cosina breve, nell'arco di tempo di una settimana, ma appena la finisco la metto, per dilettare voi fan della NaruSaku! XD (attenzione: è nata quando ho saputo di Jiraya... O_O) Shikamaru... eh. Shikamaru è Shikamaru. *ç* Aspettavo di scrivere quel capitolo dall'inizio della fic! XD Non vedevo l'ora di piazzarvelo sotto il naso, per far tacere tutte le voci che davano Shikamaru per gay! XD E Neji e Tenten (immagino sia questa l'altra coppia cui accennavi XD)... beh, se leggi le altre recensioni saprai che sono la mia spina nel fianco. -.- Ma va bene così, tanto avevo già progettato tutto. Sinceramente non mi ritengo fortunata ad essere viva; per il semplice motivo che essere viva implica sentire dolore. E io so come andrà a finire tutto. E so che mi farete un gran male... -.-'' Certo è che sono una gran stronza... ma va beh, capita! ^^ Buone Feste! (ah, ovviamente parlavo di te con i miei parenti! XD Ma non eri sola, tranquilla, e comunque il mio saggio cervellino mi fa tenere più in conto il tuo lusinghiero parere che non quello deprimente della famiglia! XD)
kaho_chan: povera, mi spiace tanto per tutta la sofferenza che devo averti causato! XD Ma rilassati: per un bel po' non sentirai più parlare di questi due che fanno la coppietta (più o meno) felice. Ora c'è da concentrarsi sul magico trio. U_U Oh, bene bene bene... il rifiuto di Tenten era inaspettato, eh? Mi fa piacere! Adoro mandare in confusione i lettori... *_* è il mio sport preferito! E Ino... ç_ç immagino che questa volta non ti abbia divertita molto, eh... Poveretta. Fa pena persino a me!
vegani: wow, un viso nuovo! ^^ ("viso" si fa per dire...) Grazie mille per aver lasciato un commento! Dunque, mi chiedi della trama eh... a dire il vero ora nel fumetto sono ancora qualche anno indietro. Sasuke sta ancora cercando Itachi per i fatti suoi e Naruto e Sakura stanno cercando lui. Dal lato romantico, però, Kishi non ha fatto succedere proprio nulla, quindi si può dire che io mi sono inventata tutto! XD Certo, ho cercato di leggere tra le righe e immaginare come potessero evolversi i diversi rapporti, ma di ufficiale non c'è ancora niente! Spero di essere stata abbastanza chiara, senza rivelarti troppo! XD
arwen5786: incredibile. Ultimamente ricevo un sacco di dichiarazioni d'amore... mamma mia, tremo al pensiero di quello che mi succederà al penultimo capitolo... Comunque, godiamoci la gioia finché possiamo! XD Il tuo commento era esattamente ciò che volevo da un'amante dello ShikaTema come te! Sentire che sono riuscita a far apprezzare questi due anche a chi li odia è piacevole, ma farli amare ancora di più a chi già li ama è profondamente appagante! XD Quella scena contro il muro era nella mia testa dall'alba dei tempi, aspettare fino al capitolo 36 per scriverla è stato un vero tormento... meno male che alla fine sembra sia venuta bene! ^^ Per quanto riguarda Sai, povero ragazzo, quando lui ferisce lo fa senza saperlo. Quindi, qualunque cosa succeda o non succeda, la colpa non sarà mai tutta sua... E Naruto è ovviamente invidioso di Sasuke. Ne parla come ne parla perché ormai è tornato e si sente in diritto di tornare ai vecchi rapporti con lui, ma non è un caso che abbia paura a lasciarlo solo con Sakura... Come lui è attratto dall'Uchiha (ehm... so che sembra yaoi, ma il senso non è quello), pensa che tutti debbano per forza trovarlo magnetico. In realtà non ha capito che gli unici cretini a vivere in funzione di Sasukkia sono loro, i pirla del gruppo 7 originario. -.- E che cavolo, la mail non è ancora arrivata! Qui c'è qualcosa di molto strano, maledetto sito... che si fa? é_è
queen of night: io invece le taglierei volentieri le mie ore di sonno per scrivere (come in effetti sto facendo XD). Una volta dormire era piacevole, facevo sogni interessanti e al mattino me li ricordavo pure... ora lo considero soltanto una perdita di tempo. U_U Credo che il mio cervellino esaurisca la creatività da sveglio, quando scrivo, e quindi mi dia gli scarti la notte... Ah, ecco un'altra fan ShikaIno! Non ho capito bene come sia possibile, ma tra i commentatori ci sono fan per tutti i gusti! E dire che le coppie le ho messe in chiaro già dai primissimi capitoli, almeno quelle che io considero fondamentali! XD Wow, lo considero un complimento, seguire anche quando i pairings non sono quelli più amati! Il pezzo di Naruto e Sai l'ho scritto anche io per divertirmi, lo confesso. Volevo far sentire un po' di atmosfera "da ramen", un po' di sano cameratismo maschile, anche se Sasuke e Shikamaru non erano disponibili! Peccato che Sai non sia esattamente il miglior interlocutore per un certo genere di discorsi...
sammy1987: la speranza è l'ultima a morire, con il magico trio! U_U E Shikamaru... beh, lui starebbe indubbiamente molto bene con ME (*ç*), ma se proprio devo scegliere una kunoichi da appaiargli... è inutile: io Ino non la reggo, la mia scelta è ovvia! U_U (e poi, quando Naruto torna a Konoha e trova quei due in giro insieme, non so perché ma la reazione di lui mi ha ricordato tantissimo quella di Asuma quando Kakashi lo ha beccato in giro con Kurenai... e sappiamo tutti come sono finiti quei due! XD)
lale16: "
ammiccando con fare da idiota e da semi-nifomane" <-- XD Solo per questa frase ho deciso che ti adoro! Comunque, giusto per la cronaca, Naruto era molto "sveglio" anche prima. Solo che io non ve lo dicevo! ^_* Shikamaru invece non avrà occasione di vantarsi della sua conquista... e tra qualche capitolo capirai perché... Mentre Neji e Tenten... Scusa, non sei felice che lei gli abbia dato il due di picche? Così lui è libero per te, no? ^_^ E tranquilla, la recensione si capiva bene! Sono un mago delle cose ingarbugliate! ^_*
1992: perché ho la vaga impressione che i tuoi messaggi degenerino sempre un po' di più...? XD Comunque, se devo scegliere tra parto e vasectomia, preferisco il parto. U_U Almeno non è definitivo. Credo di aver capito cosa volevi dire riguardo a Shikamaru e Temari! XD Insomma, ogni tanto anche lui deve tirar fuori il suo cromosoma Y, no? E Naruto e Sakura, dopotutto, non sono davvero conigli. Insomma, lei è un medico, sa come impedire certe cosucce... Di Tenten non vi dirò nulla ancora per un bel po'. Al momento ho cose più pressanti di cui occuparmi, quindi salutala con questo capitolo e dimenticala finché non saremo arrivati quasi alla fine... (Post Scriptum: sì, è un gran peccato che Sasuke stia meglio... XD)
lucy6: tu guarda, un'altra coraggiosa che all'alba del capitolo 36 decide di leggere la fanfic! Benvenuta in questa valle di lacrime e follia, non spaventarti se mi vedi totalmente priva di cervello, è normale così! XD  Mi fa piacere che tu sia un'altra affezionata alla NaruSaku, anche se non posso garantire che siano insieme anche alla fine! XD
OneWingedAngel: XD Ti lascio passare l'affermazione su Shika e Tema solo perché lei alla fine è stata ben felice di come sono andate le cose! Ah, potrei scrivere romanzi erotico/sentimentali? Come Jiraya? Questo mi onora, ma, a dire il vero, non ho abbastanza fegato per spingermi oltre la scena di Shikamaru e Temari, almeno non per ora! Oh, suppongo che esistano anche maschi che si schifano di certi discorsi a pranzo... Ne conosco qualcuno che è convinto che siano solo faccende personali, e quel qualcuno non è gay. Mettiti l'anima in pace, Sai grazie a dio non punta Sakura, e Ino è tesa per i motivi che hai letto in questo capitolo... Direi che complicarmi ulteriormente la vita sarebbe folle, da parte mia!


Aya
  
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