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Autore: Fiery    29/12/2007    9 recensioni
“Gabriella, sono Sharpay. Richiamami appena puoi, è successo un casino. Se non riesci a contattarmi, chiama gli altri. Ti voglio bene.” Beep. La voce preoccupata della Regina della East High la fece accigliare. C’erano ancora due messaggi. Decise di aspettare a chiamarla. “Siamo Taylor e Chad, Gabry. Devi assolutamente chiamare o noi, o Kelsi o Ryan o Sharpay! Subito! Bacioni.” Beep. -Ma che diavolo…?- Gabriella fece per prendere la cornetta del telefono, quando l’ultimo messaggio risuonò nell’appartamento. “Siamo Ryan e Kelsi. Troy è scappato di casa. Chiama o noi o gli altri. Baci.” Gabriella sbarrò gli occhi sbalordita. Il telefono squillò in quel momento e lei accettò la chiamata subito, tirando su la cornetta.
Nuova long-ficcy. Buona lettura ^^
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabriella Montez, Troy Bolton
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Più che puoi

Più che puoi

<< Siamo noi, siamo noi. Che abbiamo ancora voglia di stupire, noi. Siamo noi. Che la teniamo sempre accesa. Quest’ansia leggerissima che abbiamo poi, di vivere la vita più che puoi. Respira profondo, apri le tue braccia al mondo. Abbraccia tutto quello che ci sta. Tutta l’emozione che ci sta. >>

(Eros Ramazzotti ft Cher – Più che puoi)

 

Capitolo 1: Segreteria Telefonica

20 Dicembre.

New York.

Manatthan High School.

La professoressa di Scienze si voltò verso la classe, dopo aver finito di scrivere alla lavagna una formula chimica. La quinta B non la stava nemmeno ascoltando, troppo annoiati e stanchi.

-Ok, ragazzi. Per oggi basta.- decretò sorridendo, -Si vede lontano un miglio che avete bisogno di queste vacanze natalizie.- chiuse il libro, -E siccome so che non ne fareste nemmeno uno, non vi do compiti.-

La classe esultò, tranne una ragazza. Alzò la testa mora di scatto, ma decise di non dire niente. Lei doveva ancora ambientarsi molto in quella classe e quindi non voleva andare contro a quelli che erano i suoi compagni per il restante anno di superiori.

La campanella suonò in quel momento e tutti si alzarono apprestandosi ad uscire dalla scuola e augurandosi un Buon Natale.

-Gabriella, vieni con noi a mangiare una pizza?- domandò una ragazza dai corti capelli neri alla moretta.

Gabriella scosse la testa, -Mi dispiace, devo tornare subito a casa oggi. Comunque domani ci sono alla tua festa di compleanno, Lorein.-

-Strepitoso! Ci vediamo domani allora.- le due si scambiarono un bacio sulla guancia e Lorein uscì dalla classe con i compagni.

Gabriella raccolse la sua roba e si avvicinò alla cattedra, -Professoressa Vivien, non può…-

-Assegnarli dei compiti di scienze?- finì per lei l’insegnante, -Perché non pensa solo a divertirsi in queste settimane, signorina Montez? È nuova, deve ancora ambientarsi. E stare a casa studiare non è una buona idea.-

-Ma la chimica mi serve per la domanda del college.- insistette Gabriella.

-Per quella non si deve preoccupare.- la signora Vivien si alzò e uscì dall’aula, segno che la discussione era terminata.

Gabriella inspirò a fondo, per poi avviarsi verso la fermata dell’autobus. Un paio di fermate dopo si fermò davanti ad un edificio. Entrò e prese l’ascensore, per poi trovarsi al quinto piano. Aprì la porta dell’appartamento e appoggiò le chiavi sul tavolino lì accanto. Si tolse il cappotto nero e si avviò senza troppe cerimonie verso la cucina, digitando il tasto rosso che lampeggiava della segreteria telefonica.

“Sono io, tesoro. Arrivo alle due, prima ho una riunione. Ti voglio bene.”

Beep.

Da quando a Novembre si erano trasferite a New York vedeva sua madre un po’ di meno rispetto a prima. Ripensò per un attimo ad Albuquerque, chiedendosi cosa stessero facendo i suoi amici. Fissò l’orologio, accorgendosi dell’ora. Le due meno dieci.

“Gabry, sono io! Ragazzi, state zitti! Sono al telefono con Gabriella! Ah, sì! Per me una pizza con prosciutto e funghi. Gabriella! Scusa! Dicevo? Ah, sì! Domani alle nove, non te lo dimenticare. Baci!”

Beep.

Lorein.

Gabriella sorrise nel notare quanto la nuova amica fosse divertente nei suoi confronti. Ora che ci pensava non le aveva ancora comprato il regalo di compleanno. Sarebbe andata quel pomeriggio stesso. A lei piacevano tanto gli orecchini, soprattutto quelli lunghi.

“Gabriella, sono Sharpay. Richiamami appena puoi, è successo un casino. Se non riesci a contattarmi, chiama gli altri. Ti voglio bene.”

Beep.

La voce preoccupata della Regina della East High la fece accigliare. C’erano ancora due messaggi. Decise di aspettare a chiamarla.

“Siamo Taylor e Chad, Gabry. Devi assolutamente chiamare o noi, o Kelsi o Ryan o Sharpay! Subito! Bacioni.”

Beep.

-Ma che diavolo…?- Gabriella fece per prendere la cornetta del telefono, quando l’ultimo messaggio risuonò nell’appartamento.

“Siamo Ryan e Kelsi. Troy è scappato di casa. Chiama o noi o gli altri. Baci.”

Gabriella sbarrò gli occhi sbalordita. Il telefono squillò in quel momento e lei accettò la chiamata subito, tirando su la cornetta.

“Pronto?”

“Gabriella! Ma dove diavolo eri?” domandò la voce squillante di Sharpay, “E’ tre ore che io e gli altri proviamo a chiamarti.”

“Ero a scuola. Per voi è facile, avete finito la settimana scorsa. si ricordò poi le parole di Ryan e Kelsi, “Sharpay… è vero che Troy è scappato di casa?”

“Purtroppo sì. Ha il cellulare spento, non riusciamo a trovarlo.

Dlin Dlon

Gabriella andò alla porta con il telefono all’orecchio, “Ma perché è scappato di casa? Quale motivo poteva avere?”

“Il fatto è che…”

Gabriella aprì la porta di casa, -Troy…-

Cosa? Gabry, ci sei?”

“Ehm… ti richiamo.” attaccò subito senza dare il tempo all’amica di salutare, -Ma che cosa ci fai tu qui?-

Troy, con il borsone da basket pieno su una spalla, vestito solo di un paio di jeans e di un maglione blu, la fissò attentamente con i suoi occhi azzurri cercando di trovare le parole adatte.

-Gabriella, io…-

-Sei scappato di casa. Me lo dirai dopo il motivo, ora entra.- si fece da parte e lasciò entrare il ragazzo in casa, -Scusa il disordine, dobbiamo ancora finire di mettere a posto.- accennò agli scatoloni aperti o chiusi sostanti per tutto l’appartamento.

-Scusa, forse non sarei dovuto venire. È che mi sei sembrata l’unica che potesse capirmi.-

Gabriella lo fece accomodare in salotto, -In che senso potevo capirti?- gli domandò dolcemente e sedendosi accanto a lui sul divano.

-I miei vogliono separarsi.- rispose Troy.

La ragazza lo fissò dispiaciuta. Sapeva che i genitori del ragazzo avevano dei problemi, ma era convinta che erano riusciti a superarli.

-E quindi hai pensato che essendo stata nella stessa situazione potessi capirti, giusto?-

-Giusto.- Troy abbassò lo sguardo a terra.

La porta di casa scattò sui cardini, facendo alzare lo sguardo dei due giovani.

-E’ arrivata mia madre.- disse Gabriella.

-Tesoro! Sono io!-

-Mamma, sono in salotto. Puoi venire un momento?-

La signora Montez entrò nel salotto dell’appartamento sorridendo. Il sorriso le scomparve notando il ragazzo seduto sul divano accanto alla figlia.

-Troy, che ci fai qui?- domandò sorpresa.

-Mamma… i suoi genitori si stanno separando.- rispose per lui Gabriella.

-Non sarai scappato di casa spero.- la signora Montez portò lo sguardo su di Troy, che si limitò ad annuire, -Devo chiamare i tuoi genitori, Troy. Saranno preoccupati.-

-Ne dubito.- ribatté Troy.

-Gabriella, metti su la pentola. Credo che dovremmo rimandare quel pranzo da Cicalino Jones.- disse afferrando il telefono.

Gabriella sospirò. Dovevano andare in un ristorante quel giorno, ma a quanto pare sarebbero dovuti rimanere a casa. Ma c’era Troy. E quindi non era arrabbiata.

-Signor Bolton? Buongiorno, sono la signora Montez. Esatto, la madre di Gabriella.- Troy entrò in cucina con Gabriella, origliando la conversazione con lei, che intanto stava tirando fuori una pentola, -Suo figlio è qui. Non lo so, credo abbia preso il treno!-

-Mi verranno a prendere.- mormorò Troy appoggiandosi al tavolo di legno, -Non voglio tornare a casa.-

Gabriella riempì la pentola con l’acqua e la mise sul bollitore, -Troy, devi saper affrontare i problemi. Mi sentivo esattamente come te, credimi. E io avevo solo otto anni.-

La signora Montez rientrò in cucina, -I tuoi genitori sono molto arrabbiati, Troy.-

-Mi stanno venendo a prendere, vero?-

La donna sorrise, -No. Ho pensato che fosse meglio farti rimanere qui per le vacanze natalizie.- comunicò facendo sorridere tutti e due i giovani, -Ma non mettermi sotto sopra casa, ok?- si voltò verso la figlia, -Gabriella, fagli vedere la stanza degli ospiti.-

-Subito!- Gabriella prese per mano Troy, ma lui la fermò un attimo.

-La ringrazio, signora Montez.- disse per poi farsi trascinare dalla ragazza che lo portò in un corridoio dove c’erano quattro porte.

-Allora. Questo è il bagno, lì c’è la camera di mia madre, lì la mia. E questa sarà la tua camera.- aprì la porta di fronte alla propria camera e lo fece entrare, -Se hai bisogno chiedi, va bene?-

-Va bene.- Troy andò alla finestra fissando i grattacieli di New York, -Gabriella…-

Gabriella si fermò sulla soglia, -Sì?- domandò sorridendogli.

-Grazie.-

 

************

Nuova long-ficcy, visto che Anche loro hanno un cuore sta per finire. È un’idea che mi gironzola per la testa da qualche settimana, solo l’altro giorno ho avuto il coraggio di incominciare a scriverla.

Come sempre ci tengo ad un vostro giudizio ^^

Bacioni

By Titty90 ^^

  
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