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Autore: SeelLith    14/06/2013    3 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Sleeping_with_Sirens]
[Sleeping with Sirens]KELLIC (Kellin Quinn & Vic Fuentes) (Sleeping with sirens e Pierce the veil)
Si svolge in un liceo, dove Vic è il nuovo studente. Il suo primo compagno e amico è Kellin, ma la loro amicizia diventerà qualcos'altro.
Questa FF è stata scritta insieme a lei:
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=425462
IL SEGUITO:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2063862&i=1
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I DON'T WANT TO DIE ALONE

1. new

P.o.v Kellin

 

La quarta superiore è la cosa più triste del mondo. Tanti professori che non vogliono fare decentemente il loro lavoro, tanti adolescenti che non hanno ancora superato la loro fase da 'cretinaggine', tanti eventi sgradevoli ogni giorno in mensa.

Entro in classe e mi siedo nel banco più lontano dalla cattedra e più vicino alla finestra che riesco a trovare.

-Buongiorno ragazzi.- dice la professoressa di matematica entrando in classe.

-...Giorno.- rispondo assonnato, in coro con il resto dei miei compagni.

-Da oggi avrete un nuovo compagno. Si chiama Victor Fuentes. E' messicano, e resterà nella vostra classe fino alla fine dell'anno.- esclama lei dopo essersi seduta alla cattedra.

La sig.ra Johnson fa un gesto con la mano a qualcuno fuori dalla porta, e poco tempo dopo vedo entrare in classe un ragazzo.

-Lui è Victor.- esclama la Johnson, compiaciuta per il nuovo 'acquisto' della scuola.

-Vic, se non le dispiace.- dice il ragazzo, con la voce più bassa ma comprensibile che riesce ad avere.

-Va bene. Quindi lui è Vic Fuentes. Vic, mettiti nel primo banco libero che riesci a trovare.- la professoressa inizia a frugare nella borsa, in cerca degli occhiali e del libro di matematica.

L'unico banco libero è quello vicino al mio.

Vic si dirige verso il posto accanto a me, molto lentamente, cercando però di nascondersi dietro il ciuffo di capelli scuri che gli ricade sugli occhi.

Si siede, rivolgendomi un flebile 'ciao', a cui ricambio con un cenno.

Ora lo riesco a vedere meglio, mentre fissa la lavagna dove la Johnson sta scrivendo numeri e formule.

Ha i capelli marrone scuro, lunghi fino alle spalle. Ha degli occhi nocciola, profondi e tristi, come se gli fossero successe tante cose brutte e si potessero leggere lì, nelle sue iridi.

Ha anche un piercing al naso, e dei lineamenti spigolosi.

In fondo è un bel ragazzo.

Torno velocemente a concentrarmi sulla lezione, o meglio, sulla finestra e su quello che succede fuori dalla scuola. Non voglio certo che si senta già in soggezione con il suo compagno di banco che lo fissa.

 

P.o.v Vic

E' stato difficile per me lasciare la mia vecchia vita e trasferirmi qui.

Non penso di essere pronto a ricominciare tutto da capo, rifarmi degli amici, riprendere il programma di studio e tutto il resto.
La professoressa continua a spiegare ma non do attenzione alle scritte sulla lavagna, non mi va.
Certo che qua la gente è proprio strana: il mio nuovo compagno di banco mi sta fissando ed è convinto che io non me ne sia accorto.
-Ehi, non è che hai una penna da prestarmi?- Chiedo al mio vicino.
Il ragazzo mi porge una penna nera senza aprire bocca.
-Grazie..- dico gentilmente.
Finalmente ho avuto la possibilità di vederlo in faccia. Ha dei capelli neri, con un ciuffo che gli ricade sugli occhi verdi. In realtà non sono proprio verdi, è un colore strano, tendente al marrone, credo.
E' un bel ragazzo.
-Mi stai fissando.- Esclama il mio vicino di banco senza nemmeno girarsi.
-No, non è vero!- Rispondo girandomi di scatto e arrossendo un pochino.
-Si che mi stai fissando. Comunque io sono Kellin. Kellin Quinn.- Risponde girandosi con molta calma e porgendomi la mano.
Uhm, che nome strano.
Mentre sto per stringergli la mano un rumore assordante mi blocca. La campanella.
Dopo l'attimo di shock, lo vedo alzarsi e andarsene, senza avermi stretto la mano.

Rimango lì, con il braccio ancora proteso verso il banco, mentre tutti sono già usciti dall'aula.

Vedo Kellin in piedi sull'uscio della porta, che mi rivolge uno sguardo impaziente.

-Su, andiamo. Non ho tutto il giorno!- esclama avviandosi, e, a quanto pare, pretendendo che io lo segua.

Mi alzo di scatto, afferro lo zaino di corsa e mi precipito fuori dall'aula.

Kellin è già in fondo al corridoio, e devo correre per raggiungerlo.

Quando gli sono in parte quasi non riesco a sostenere il suo passo.

Usciamo dalla porta, per dirigerci nel cortile interno della scuola, non mi ero accorto che fosse già l'ora di pranzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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