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Autore: shes not afraid    14/06/2013    4 recensioni
Un angelo il cui compito è proteggere gli umani, le è stato donato il corpo di una ragazza per questo. Proteggere gli umani da cosa? Da qualcosa che diventerà pericoloso anche per lei.
Un vampiro.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Black&White



Aprii gli occhi infastidita dal sole, avrei dovuto chiudere la finestra la sera precedente. Provai ad alzarmi ma Zayn mi trattenne contro il materasso con forza.
“Non scappare, angelo” mi baciò una guancia.
“Stavo solo andando a chiudere le tende” dissi lamentandomi, mi girai per guardarlo in faccia.
Mugugnò qualcosa di incomprensibile prima di strofinare il naso contro il mio collo in un gesto affettuoso.
“Dobbiamo scendere, devo parlare con i tuoi” si alzò stiracchiandosi e mi trascinò con lui.
“Parlare di cosa?”
“Del tuo allenamento” aggiunge solo e scese le con molta calma, forse stava preparando le parole da dire.
Lucas e mio padre erano sorpresi di vederlo lì, mia madre invece si sedette sul divano cercando di sembrare disinteressata. Zayn si mise nella stessa posizione di quando si era presentato a loro per la prima volta e prese un bel respiro.
“Visto quello che è successo ieri ho preso una decisione, ci ho pensato tutta la notte. Allenerò Charity, sappiamo tutti che ne corpo a corpo non è pratica e non ha ancora capito quali siano i suoi poteri. Hank l’ha presa di mira ormai, so che è colpa mia, per questo mi offro per allenarla” disse.
“Allora i vampiri non sono così stupidi” rise mio fratello. Lo guardai male.
“Lucas, smettila. È una cosa seria. Hank stava per strapparmi le ali, se non foste arrivati voi sarei incatenata qui come una bambola” rabbrividii al pensiero di ciò.
“E come farai?” chiese mio padre.
“Ho una specie palestra personale nel seminterrato. Nei secoli in cui ho vissuto sono riuscito a raccattare qualche arma. Non sarò indulgente quindi l’allenamento sarà duro” disse l’ultima frase guardandomi. In pratica avrei dovuto picchiare a sangue il mio ragazzo. Mi morsi l’interno guancia, sarebbe stato molto difficile.
“Quando hai intenzione di iniziare?” parlò ancora papà.
“Oggi stesso.”
Deglutii rumorosamente, non mi sentivo pronta ancora. Ma non potevo sottrarmi se volevo mettere fuori gioco quell’arcangelo.
Discutemmo per un’ora su quell’argomento, avevo chiaramente detto che ero disposta a farlo. Mi ero andata a cambiare, un pantaloncino e una maglietta semplice a maniche corte. Papà ci portò a casa di Zayn in macchina e scesi prima che potesse dirmi altro per trattenermi. Zayn mi fece strada sul retro, c’era una botola che aprì rivelando una scalinata scavata nella pietra. Lì sotto faceva freddo e mi sfregai le braccia per riscaldarmi. Delle luci al neon attaccate alle pareti laterali illuminavano la grande stanza rettangolare, il pavimento era stato ricoperto con dei sottili materassini affiancati l’uno all’altro senza lasciare un minimo spazio vuoto. In fondo alla stanza c’era un grande armadio di metallo, mi avvicinai ed afferrai le maniglie per vedere cosa conteneva. Armi. Pieno zeppo di armi di ogni tipo. Una decina di pistole, scatole di pallottole, spade e pugnali. C’erano addirittura dei paletti di legno, ne presi uno girandomi stranita verso Zayn che si stava cambiando la camicia con una maglietta nera aderente. Mi incantai a fissare ogni contrazione dei suoi muscoli appena si muoveva, il fisico asciutto e muscoloso con alcuni tatuaggi sparsi qua e là. Si accorse che lo stavo fissando e sorrise malizioso, scossi la testa arrossendo.
“Come mai tieni anche dei paletti?” chiesi cambiando discorso.
“Diciamo che noi vampiri non siamo tutti amici” me lo tolse dalle mani rimettendolo al suo posto “non useremo queste armi, massimo le pistole.”
Annuii, mi legai i capelli in una coda di cavallo e seguii Zayn al centro della stanza.
“Ripeto che non sarò gentile solo perché sei la mia ragazza, non ho paura di farti male” ammise serio.
“Non mi aspetto che mi tratti da principessa.”
“Allora attaccami, usa tutta la forza che puoi.”
Gli sferrai un pugno che lui prontamente afferrò, fece scivolare un piede sotto ai miei facendomi cadere rovinosamente a terra. Mi rialzai sotto il suo sorriso di sfida, tirai un altro pugno al suo stomaco ma mi girò il braccio bloccandomi e mi diede una ginocchiata al fianco. Tossii piegandomi.
“Lenta, sei troppo lenta” mi sgridò.
Questa volta fu lui ad attaccarmi, tirò pugni in ogni parte del corpo ed io invano cercavo di pararli. Riuscì a colpirmi forte sulla guancia, girai la faccia e sentii le lacrime salirmi agli occhi. Le ricacciai indietro ed intanto pulii il sangue che mi usciva dal labbro. Zayn stava in piedi, senza il fiatone, senza la minima goccia di sudore.
“Colpisci qui” prese la mia mano chiusa a pugno e la portò alla sua mascella “così confonderai per un paio di secondi l’avversario, poi piegati e tira un calcio alle ginocchia per farlo sbilanciare. Prova.”
Dopo una decina di pugni andati a vuoto o parati, lo colpii nel punto esatto che mi aveva mostrato, Zayn chiuse gli occhi e subito mi piegai tirandogli il calcio. Cadde di schiena con un tonfo e lo bloccati a terra mettendomi sopra di lui. Sorrise soddisfatto.
“Complimenti, angelo” si tirò su per darmi un bacio e mi avvicinai anche io felice.
Non sentii il morbido delle sue labbra ma il freddo del materassino sotto di me. Ero nella posizione di quando Hank mi stava per strappare le ali.
“Mai farsi distrarre durante un combattimento.”
Mi salirono le lacrime agli occhi ripensando al giorno precedente. “Togliti, ti prego, spostati.”
Si spostò subito e mi sedetti abbracciando le mie gambe, le strinsi al petto con forza.
“Mi dispiace, non volevo farti rivivere quel momento” sussurrò spostandomi i capelli dal viso.
“E’ tutto okay. Devo superarlo in fretta. Non posso piangere ogni volta che penso a lui.”
“Allora non stare lì seduta, continuiamo!”
Continuammo a lottare per tutto il pomeriggio, ormai grondavo di sudore e non mi era rimasta un minimo di forza in corpo. Zayn mi aveva dato molti consigli su come attaccare e difendermi, non scherzava il ragazzo, ci era andato giù pesante. Salimmo in casa e mi buttai letteralmente sul divano mentre lui andava in cucina. Tornò con una bottiglietta d’acqua fresca e me la poggiò sulla guancia, sorrisi per la sensazione piacevole.
“Non te la cavi male” mi disse sorridente, mi tirai su e si sedette vicino a me.
“Tu sembri a malapena stanco” osservai fissandolo male.
Rise si sporse verso di me. “Più anni a combattere cacciatori, angelo.”
Ci baciammo e lascia che la sua lingua corresse a cercare la mia, caddi di schiena e la bottiglietta finì lontana sul pavimento. Gli tirai i capelli e lo strinsi di più a me, ci staccavamo solo per riprendere fiato e pochi istanti dopo eravamo già attaccati l’uno all’altra. Spostò la bocca a mordermi il lobo dell’orecchio e scese più in basso sul collo. Faceva saettare fuori la lingua e alternava piccoli morsi a dolci baci. Mi stava facendo impazzire. Alzò di poco la mia maglietta accarezzandomi la pelle nuda dei fianchi col pollice e l’indice, la mano salì e mi staccai prima che arrivasse al petto, tornando alla lucidità.
“D-dovremmo fermarci” dissi a fatica col fiatone. Sentivo le labbra gonfie pulsare per via dei baci.
Anche lui sembrò riprendersi. “Si, forse hai ragione” si alzò e feci lo stesso anche io “scusa, mi sono lasciato andare.”
“E' anche colpa mia” abbassai la testa per l’imbarazzo “ora devo andare, mi staranno aspettando per la cena.”
Gli lasciai un bacio sulla guancia e corsi verso casa, ancora rossa in viso.
 
“Tu cosa?!” gridò Allyson seduta a gambe incrociate sul mio letto.
“Shh! I miei non sanno che sto con Zayn, non urlare!” la sgridai.
“Fammi capire” riprovò con tono più calmo “tu e Malik eravate sul punto di fare sesso e l’hai fermato?! Sicura di non essere lesbica?” alzò un sopracciglio.
“Sono etero!” sbottai.
“Charity ma tu.. sei vergine?”
Arrossii e lei rise, divertita dalla mia reazione.
“E’ una cosa normale, di che ti vergogni! Se è così sei perdonata” mi abbracciò e risi anche io.
Iniziò a raccontarmi dei suoi segreti più piccanti e mi sentii morire dentro. Era orribile mentire alla mia unica amica, ogni secondo ero sul punto di raccontarle tutto. Rimandavo sempre un momento in cui le avrei detto cosa ero e la paura di essere abbandonata mi fermava. Le sorrisi ascoltando attentamente mentre parlava, aveva il diritto di sapere. Un giorno le avrei parlato.
Perché lei non aveva segreti con me, giusto?
O forse mi sbagliavo. 

#ehilà
so che questo capitolo è corto, mi dispiace tanto cc
vedo che le recensioni aumentano, grazie mille asdfghj
   
 
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