[25.
Estranei]
Siseos non conosceva quegli uomini.
Avevano addosso l’impaccio degli stranieri e la studiata
tranquillità dei disillusi. Servì loro caffè turco e posacenere. E studiò il
loro silenzio, all’ombra pigra del ventilatore, mentre lavorava il cuoio scuro.
Non parlarono; quando se ne andarono gli rivolsero un cenno. Come di addio;
come di arrivederci.
“Sei deluso?” chiese Kanon.
“Non lo so” ammise Saga, accarezzando il bracciale nuovo.
“Non ci ha riconosciuti.”
“Sono passati anni. Tanti” soffiò Kanon piano. Al polso, le
sferette di metallo tintinnarono contro il cuoio. “Ma Salonicco è una bella
città” ammiccò Kanon. “Vale un’altra visita.”
“Sì; lo so.”
Questa è difficile, lo so.
È difficile perché introduce Siseos, di cui nessuno sa nulla. Appare
e scompare. E Saga e Kanon lo conoscono; soprattutto Kanon lo ricorda.
E qui ci vorrebbe Mare greco e i suoi retroscena.
Comunque. Per capire qualcosa
la svelo io, in anteprima.
Siseos Anthes è lo zio di Saga
e Kanon, da parte di madre. Vive a Salonicco, la seconda capitale della Grecia
ed è un artigiano del cuoio, prodotto molto lavorato e ventudo nella penisola
ellenica. È un uomo poco più che quarantenne, con una bella figlia di diciotto
anni irrequieta e ribelle e un figlio di sei. E non vede Saga e Kanon da quando
avevano cinque anni, ovvero da quando sono “spariti” dal secolo per avviarsi
lungo la strada del cavalierato.
Non li riconosce; non sa
nemmeno se siano ancora vivi o meno. Ma è l’unico parente ancora in vita che
resti ai gemellini. O almeno di cui Kanon abbia memoria e che sia riuscito a
rintracciare.
Andarlo a trovare è tutta
un’altra storia. Sofferta; piena di paura e di un pizzico di rimpianto. Per
Saga che non ricorda; per Kanon che ricorda troppo poco.
Di quella prima sortita calcidica
hanno conservato due bracciali di cuoio intarsiato e la promessa di riprovarci
quando avessero avuto un po’ più di coraggio.
Saranno cavalieri, ma di
fronte a certe questioni anche due saint
possono essere spaventati.
Grazie infinite a tutti voi
che seguite.
So bene di essere discontinua
e inaffidabile; e so anche di promettervi Mare
greco dalle origini. Arriverà; perseverate. Io lo faccio. Anche se lavoro e
impegni fagocitano. Tanto.
A presto (spero) e grazie a
tutti coloro che non mi abbandonano.