Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: boobsrauhl    14/06/2013    3 recensioni
"Dov'è il mio finale felice?'' Gridai, urlando pieno di odio. "Sono qui.''
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Justin Bieber
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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In quel momento le parole mi morirono da bocca, avrei voluto strapparle dalle mani il mio amuleto, quello che mi regalò Anne quella tremenda sera. Avrei voluto chiederle il motivo per cui era nelle sue mani, ma avevo totalmente perso il controllo di me stesso.
“Chi cazzo te l’ha dato? Chi cazzo sei?’’ Ripetetti più di una volta, avvicinandomi e tenendo i pugni ben stretti.
“Non c’è mica bisogno di agitarsi così tanto…’’ In quel momento mandai a fanculo tutti i miei neuroni che imploravano pietà e presi saldamente i suoi polsi, afferrandola d’un tratto. “Allora? Chi cazzo sei?’’ Ribattei, alzando le sopracciglia per farle capire che ero più serio che mai. Sbraitò e si tirò indietro dalla presa, ma continuavo a mantenerla ben stretta e fisicamente non avrebbe mai potuto superarmi in forza.
“Hallie.’’ Parlò con tono di voce alta, mollai di poco i suoi polsi che si erano arrossiti e d’un tratto vari flashback mi attraversarono la mente. Hallie era un nome per me sin troppo familiare e conosciuto, ma in quel momento non sapevo neppure come mi chiamavo.
“Hallie…?’’ La incitai per sapere anche il suo cognome, la guardai furioso e lei inclinò leggermente la testa. “Hallie Lee.’’ D’un tratto mi sentii mancare l’aria, la mente iniziò ad essere salda e iniziai a ricordare ogni minima cosa, lei mi fissava aspettando che parlassi, sorrideva di poco. “Sì, Justin. Sono la sorella di Anne Lee.’’ Boom.
Lasciai la presa sui suoi polsi e mi allontanai di poco, stavo apparendo debole d’un tratto ed odiavo apparire il contrario di ciò che ero, ma in quel momento ripensai ad Hallie due anni fa, una quindicenne che piangeva disperata alla vista del corpo di sua sorella colmo di sangue, piangeva così forte che ancora oggi ricordo il suo viso pieno di lacrime che continuavano a scendere sul suo collo. Tremai d’un tratto senza neppure rendermene conto e nel frattempo lei iniziò a raccogliere il suo zaino da terra con l’intenzione di andarsene. Come aveva fatto ad avere il mio amuleto? Lo avevo al collo, cosa era successo quella notte dopo che svenni? Di quella sera avevo pochi ricordi dopo la morte di Anne e tutti in famiglia evitavano di parlarne non appena mi avvicinavo a loro, il motivo non l’ho mai scoperto ma, di qualunque cosa si trattasse, Hallie ne era a conoscenza.
“Lasciami andare, adesso.’’ Alzai il capo e la vidi con entrambe le mani incrociate al petto e con aria altezzosa, come Anne. Ci pensai su per lasciarla passare, ma la bloccai immediatamente dopo per poter sapere dell’amuleto e per riaverlo indietro, ma iniziò a minacciarmi e questa volta non mi sembrava più la ragazza debole di due anni fa. Era cambiata, tutto di lei era cambiato. Non aveva più l’apparecchio ai denti che rendevano il suo sorriso irriconoscibile, aveva perso parecchi kili, era nuova, diversa. Ed anche dentro c’era qualcosa che non avevo mai visto in lei.
“Conto fino a tre, lasciami andare o inizio ad urlare.’’ Mi puntò il dito contro, tenendo ancora stretto il mio amuleto. Sorrisi di poco, non l’avrebbe mai fatto.
“Che paura!’’ Finsi di essere spaventato, sorrise anche lei ed inizio a contare. “Tre…Due…Uno…’’ Aspettai con ansia che questo stupido giochetto finisse, quando fui stordito dalle sue grida, era davvero seria? Le coprii troppo tardi la bocca e la signorina Adams spalancò le porte dei bagni femminili. “Merda.’’ Dissi sottovoce lasciando Hallie, che immediatamente corse verso l’uscita e parlò velocemente con la signorina Adams, ero nella merda più totale e non sapevo come fare per uscirne.
“Prof, è entrato di nascosto nei bagni solo per vedermi spogliare!’’ Piagnucolò quasi e mi complimentai mentalmente per la sua furbizia. Stronza.
Non potevo ribattere, ci sarebbero state altre domande e io non avrei saputo dare una risposta concreta. Cosa mi aveva spinto ad entrare nei bagni femminili cadendo nella sua trappola? Anne. C’era un qualcosa di troppo familiare e adesso avevo scoperto tutto.
“Come mai lei si è recata in bagno per spogliarsi in orario scolastico?’’ Soffocai una risata, insomma, quale altra scusa avrebbe inventato adesso?
“Volevo approfittare dell’intervallo per mettermi la tuta, sa, all’ultima ora ho educazione fisica.’’ Affondato. Hallie Lee mi aveva battuto? Stentavo a crederci.
“E tu!’’ Disse l’arpia puntandomi contro il dito “Tu, verrai con me in presidenza! Sa, negli ultimi due anni abbiamo chiuso un occhio per tutti i suoi giochetti, ma adesso non tollereremo più nessun suo comportamento scorretto. Diamine, è sua sorella!’’ In quel momento mi sentii morire. Che reputazione avrei mai avuto in quella schifosa scuola? Non che me ne importasse qualcosa, ma non volevo credere davvero che il preside e mezza scuola pensasse che davvero avevo intenzione di farmi la sorella di Anne. Per me neppure esisteva quella sfigata!
La sfigata rimase lì a guardare la scena con un po’ di disagio, magari avrà capito che è una sfigata del cazzo e che, questa, non la passerà liscia. Presi il mio zaino e mi avviai con la signorina Adams in presidenza, sperando solo che questo giorno non fosse mai esistito.
 
Quattro ore di punizione. Adesso so come è fatto l’inferno, lo sto vivendo. La signorina Adams ha obbligato il preside a darmi una punizione ancora più severa delle sue solite stronzate: pulire i bagni delle ragazze. Uno schifo totale. Inizialmente mi ero rifiutato, ma non avevo altra scelta e non volevo perdere quest’anno scolastico per una cosa simile. In fin dei conti…che sarà mai un bagno delle ragazze pieno di quei loro cosi che gettano durante le loro cose? Avrei preferito mille volte pulire i bagni dei maschi, pur di non vedere uno schifo del genere. Mi avviai verso i bagni con aria schifata, ormai erano tutti fuori scuola pronti per andare a casa e decisi di iniziare quanto prima, ma fui bloccato nel sentire le lacrime di qualche ragazza chiusa in uno dei bagni e decisi di intervenire, bussando forte contro la porta.
“C’è qualcuno?’’ Dissi, quella situazione era completamente ridicola. Chissà chi c’era dentro quel bagno che mi avrebbe visto in versione “bidello’’.
Appena sentii la porta aprire, attesi con ansia per vedere di chi si trattasse, ma…oh, era Hallie Lee.
“Cristo, che palle.’’ Sbuffai, impaziente e rivolgendo lo sguardo in alto. Beh, credo che fosse felice nel vedermi così, in quelle condizioni, per colpa del suo minuscolo cervello. Stava per andarsene, ancora con gli occhi lucidi e con un pacco di fazzoletti tra le mani, quando la bloccai. “Me la pagherai, Lee. E’ tutta colpa tua e giuro che se i miei voti si abbasseranno, farò di tutto per far abbassare anche i tuoi.’’ Ringhiai, lasciandola passare e procedendo con il mio tortuoso lavoro. Era la sorella di Anne, e allora? Amavo Anne, non lei. Non aveva nessun diritto di giocare con i miei sentimenti e neppure di minacciarmi. Suvvia, era una bambina in confronto a me, e non parlavo solo fisicamente. Anche se era l’opposto di Anne: era minuta, non era formosa, ma aveva semplicemente le giuste forme. Alzai le maniche della mia nuova maglia, e pregai in turco di finire quanto prima. Doveva pagarmela. Non sapevo come, ma dovevo vendicarmi.


 
Spazio d’autrice.
Hola! Scusate se sono stata molto lenta rispetto alla scorsa volta, l’ispirazione non sempre c’è e poi ho notato che lo scorso capitolo non vi è piaciuto molto, spero che con questo vi fate vive! Mi lasciate qualche recensione per capire se vi è piaciuto o meno? Un bacio!
Se volete seguirmi su twitter, sono @boobsrauhl! 
  
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