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Autore: Rachel Parker    14/06/2013    3 recensioni
Una vita normale, da comunissima adolescente.
Un giorno però, lei si scontra con un ragazzo nel corridoio.
E se questo ragazzo diventasse uno dei suoi migiori amici? Ma se ci fosse un'attrazione tra loro?
Con degli amici divertenti, una recita particolare e i dubbi tipici delle ragazze della sua età, Rachel si ritroverà faccia a faccia con l'amore.
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Spero possa piacervi! Un bacio a tutti i lettori c:
Rachel
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Lettrici carissime, vorrei dire una cosa prima della lettura del capitolo 19:
Questo capitolo è stato scritto dalla splendida, fantastica, ammirevole e dolcissima Carlotta Bucks!
Spero vi piaccia, come è piaciuto a me! A fine capitolo ci saranno le varie spiegazioni lol.
Godetevi il capitolo cari!


Capitolo 19


Stupida. Stupida. Stupida.
Per quale altrettanto stupido motivo aveva poi accettato l'invito di Roberto a quel ballo? E poco importava se capiva anche lei stessa che era lui il solo ed unico motivo per cui in fondo aveva detto di sì.
In quel momento in piedi in fondo alla pista da ballo accerchiata da sconosciuti con i piedi doloranti per i tacchi alti e la testa che già girava per soli due banali drink se ne pentiva ed amaramente.
Roberto l'aveva perso di vista da quelli che le sembravano secoli: lui si era allontanato sostenendo di aver ricevuto una chiamata da Daniele che non trovandoli gli chiedeva di raggiungerlo per portarlo da loro assieme a Giulia.
I minuti erano però trascorsi e così Rachel dubitava anche le ore, non si sarebbe stupita se nel frattempo Roberto avesse schiacciato un pisolino, fatto una rapina in banca, subito un interrogatorio, intrapreso una carriera da solista e solo allora avesse cercato Daniele.
Sbuffò dirigendosi al bancone dove uno studente poco più grande serviva diverse bevande per ingannare il tempo che non sembrava più passare. Si mise in coda dietro ad un ragazzo che fasciato in uno smoking stringeva annoiatamente a sé una ragazza che indossava un abito troppo corto per i gusti di Rachel.
Vagò con lo sguardo per la stanza in attesa che il barman servisse i ragazzi davanti a lei per poi riposarlo sulla coppia davanti a sè. C'era un motivo per cui quei due avevano attirato così tanto la sua attenzione: lei li conosceva, ed anche bene.
“Federico?” Sussurrò sperando di non aver errato nel riconoscere quella particolare sfumatura mora dei suoi capelli.
Le sue deduzioni si rivelarono, però, giuste ed il ragazzo togliendo il braccio dalla ragazza, che riconobbe in Veronica, si girò verso di lei per sorriderle appena la riconobbe.
“Rachel! Come mai tutta sola soletta?” Scherzò lui sorridendo giocosamente.
“Sto aspettando Roberto. Dovrebbe essere già qui, ma a quanto pare o si è perso o non saprei.” Sbuffò spazientita ricordando da quanto tempo lo stava aspettando con dei piedi doloranti.
“Oh eccolo là in fondo!” Disse poi Veronica alzando di un tono la voce ed indicando una figura alle spalle di Rachel.
“Finalmente” Sussurrò lei più a se stessa ed ai suoi piedi che alla coppia che le stava di fronte, si girò poi su se stessa per seguire la direzione indicata dalla ragazza.
Dopo averli salutati frettolosamente si incamminò verso i tre ragazzi che incuranti delle sue 'pene' stavano scherzando tranquillamente mentre procedevano con una lentezza disarmante.
“Rachel sei stupenda!” Disse Giulia appena la vide nonostante le persone che ancora le dividevano: quella festa era davvero affollata.
“Anche tu non scherzi!” Affermò l'altra ragazza appena riuscì a raggiungerla. “Ci avete messo un bel po'!” Constatò subito dopo.
“Non riuscivo a trovarli. Mi spiace.” Si giustificò Roberto cingendo la vita della sua ragazza con un braccio per posare la testa sulla sua spalla in segno di scusa. Lo sapeva che lei non avrebbe potuto resistere a quelle smancerie ed era in un certo senso immorale ma, perfino Rachel doveva ammetterlo, anche adorabile.
“Oh fa nulla.” Cedette appoggiando il capo sopra al suo e sorridendo nonostante i suoi piedi se avessero potuto parlare avrebbero chiesto pietà.
“Balliamo?” Propose poi Daniele indicando con lo sguardo le altre coppie che si stavano già scatenando in pista accompagnati da una vecchia canzone dei Beatles suonata dal gruppo musicale della scuola che era stato ingaggiato per l'occasione.
“Devo proprio?” Si lamentò Giulia dando sfogo anche ai pensieri di Rachel.
“Sì!” Affermò convinto lui prendendole la mano e trascinandola nella folla mentre lei stava ancora protestando vigorosamente. “Forza!” Disse poi Roberto alzando la testa dalla spalla di Rachel e porgendole la mano la invitò a raggiungere gli altri due. Non sarebbe stato così facile, però.
“Oh io non ballo.” Affermò lei annuendo convinta.
“Sì invece.” Controbatté lui sostenendo il suo sguardo di sfida.
“Non riuscirai a convincermi come Daniele con Giulia. Mi dispiace.” Così dicendo si avviò verso una panchina che si era appena liberata tenendolo per mano mentre lui si lamentava con lo stesso tono di Giulia per quella mia scelta.

“Hai intenzione di star qui seduta per tutta la serata?” Sbottò lui ripetendo per l'ennesima volta la stessa frase: poteva diventare davvero ripetitivo quel ragazzo.
“Puoi scommetterci!” Rispose lei sentendo di già i ringraziamenti dei suoi poveri piedi. Lui sbuffò appoggiandosi al muro a cui la panchina era a sua volta appoggiata.
“Però se vuoi tu puoi pure ballare.” Disse poi lei vedendolo così sconfortato, ma pentendosi all'istante della proposta quando intravide il lampo d'entusiasmo nei suoi occhi.
Avrebbe dovuto pensare prima di parlare.
“Grazie, grazie, grazie!” Disse lui senza nemmeno staccare una parola dall'altra e chinandosi poi sul viso di lei per lasciarle un bacio a fior di labbra e sparire nella folla.
Rachel sbuffò appoggiandosi anch'essa al muro come poco prima aveva fatto anche il suo ragazzo e ripensando alle sue stupide idee.
“Ho paura che il destino voglia dirmi qualcosa dato che è la seconda volta che ti vedo e sei ancora sola!” Scherzò una voce familiare alle sue spalle, sorrise riconoscendola: Federico.
Girandosi poi nella sua direzione disse: “E' solo che son troppo stanca per ballare.”
“O forse non ti piace solamente.” Concluse lui sedendosi al posto lasciato libero da Roberto. Doveva ammettere che riusciva a capirla davvero bene. Sorrise colpevole.
“Invece tu, come mai sei solo?” Chiese notando l'assenza della sua accompagnatrice.
“Veronica ha preferito la compagnia di alcune sue amiche alla mia. Non che possa commiserarla: ha passato tutta la serata sopportando le mie lamentele su questa festa.”
Rachel si sorpresi notando la similitudine delle loro due situazioni: entrambi annoiati di ciò che ritenevano solamente un'occasione formale.
“E come mai?” Chiese poi lei staccando la schiena dal muro per assumere una posizione più elegante, sempre se la stanchezza avrebbe potuto permetterglielo.
“La musica è troppo bassa, nei drink manca il ghiaccio, l'ambiente è troppo affollato, le luci troppo poco luminose” Si fermò poi fissandola intensamente negli occhi, così tanto che lei non potei non abbassare lo sguardo come se avesse avuto paura che lui le avesse potuto leggere dentro, nell'anima.
“Dovrei smetterla o finirò per annoiare anche te.” Disse poi lui appoggiando il bicchiere oramai vuoto ai piedi della panchina.
“Hai visto Ester o Nicol?” Rachel chiese poi per interrompere il silenzio che minacciava di calare tra di loro.
“Oddio son così noioso che vuoi andartene anche tu?” Scherzò poi Federico prendendosi la testa tra le mani scherzosamente.
Lei rise della sua reazione per affrettarsi a chiarire quel divertente equivoco: “No no. E' solo che non le ho ancora viste.”
“Ti va di far due passi fuori, potrei soffocare qui dentro?” Propose poi lui lasciandola interdetta per la velocità con cui aveva cambiato argomento. Forse non sarebbe mai riuscita a capirlo.
“Oh sì.” Annuì poi ancora un po' confusa.
Avrebbe dovuto ragionare, però, prima di accettare quell'invitante proposta.

Avrebbe dovuto capire che 'due passi' implicava davvero camminare e ciò non era di certo un beneficio per il suo mal di piedi. Così si ritrovai a maledirsi per l'ennesima volta quella sera.
“Che succede?” Chiese Federico distraendola dai suoi pensieri.
“Nulla. Sto solo pensando a come deve essere difficile non avere più un paio di piedi.” Lei stessa si stupì a sua volta della facilità con cui riusciva ad aprirsi con lui.
“Scarpe scomode?” Chiese lui per ottenere una risposta affermativa che non tardò ad arrivare alla sua intuizione.
“Ci puoi giurare.”
“Toglile pure!” Suggerì Federico guadagnandosi tutte le benedizioni disponibili su quel pianeta. Così fermandosi in mezzo a quel vicolo che stavano percorrendo a passi lenti Rachel sganciò il laccetto di quei trampoli per liberarsene con un sospiro.
“Grazie.” Riuscì poi a sussurrare ottenendo una sua cristallina risata in risposta.
“Come va con Roberto?” Chiese lui dopo pochi passi probabilmente dando voce ad una domanda che gli girava in testa da tanto.
“Oh come al solito. Tu, con Veronica?” Chiese lei sperando che affermasse che era un totale disastro anche senza capire il motivo di quel suo desiderio.
“Solito.” Si limitò ad affermare lui cambiando poi discorso come se nulla fosse.
Riuscirono così a parlare dei più svariati argomenti: dal cinema ai vestiti, dai libri alla scuola, dagli amici alle abitudini di ogni giorno.
Per Rachel era così facile e naturale discorrere con lui di cose che con chiunque altro sarebbe stato difficile e noioso. E per lo stesso motivo in quel momento ripercorrendo la stessa stradicciola avanti e indietro stava ridendo come una matta raccontando e sentendo le più disparate abitudini natalizie delle loro rispettive famiglie.
“Ed ogni singolo anno si gioca sempre a tombola. Ho capito che è una tradizione, ma mi son stancato di ascoltare le rime legate ad ogni numero. Nemmeno fossero quelle ufficiali, no! Sono inventate tutte da mio zio. Te lo giuro può essere un supplizio!” Disse lui come sconsolato nel ricordarsi quell'assurdo gioco che nemmeno a lei era mai piaciuto.
“Oh nulla in confronto al Monopoli!” Disse Rachel ricordando il gioco di famiglia che ad ogni festività sua madre insisteva affinché potessero giocarci.
Spiegò poi meglio la situazione quando lui le rivolse uno sguardo interrogativo: “Il bello è che io non ho mai imparato a giocarci a questo assurdo gioco: passo tutta la partita a leggere le istruzioni che per l'appunto potrebbero fare più precise e va a finire che mi perdo tutto il gioco!” Ammise come frustrata ricordando quelle vicende, al che lui scoppiò a ridere sinceramente un'altra volta reclinando dolcemente la testa di lato.
“Ti immagino persa in quegli enormi fogli!” Disse poi scosso da altre risate meritandosi solamente una gomitata nelle costole.
“Non è una scena così spassosa sai! Vorrei vedere te giocare a quello stupido gioco.” Sbottò Rachel mimando una finta espressione offesa.
“Stai scherzando? Sono il campione in carica da anni io!” Affermò subito lui battendosi il petto fiero di quel suo primato mentre lei lo guardava quasi incredula.
“Solo perché non hai trovato il degno avversario.”
“Parla quella sommersa dalle istruzioni.” Sbottò Federico offeso fintamente anche lui e girando poi la testa teatralmente dalla parte opposta a Rachel che sospirando sbuffò: “Sei proprio presuntuoso.”
Lui sentendo quelle poche parole sussurrate appena da lei si girò nuovamente rivolgendole questa volta uno sguardo di scuse che lei accolse con un cenno ed abbassandosi per raggiungere la sua altezza di poco inferiore a lui nonostante i tacchi la abbracciò esageratamente facendola dondolare da destra a sinistra esageratamente.
Scoppiarono a ridere entrambi come due bambini che scoprirono di essere arrivati nel Paese delle Meraviglie senza poterne avere il minimo sospetto in precedenza.

Rachel si abbassò malvolentieri ad allacciarsi le scarpe quando ritornarono nella palestra scolastica allestita appositamente per quel ballo.
“Rachel! Dove sei stata?” Urlò quasi la voce di Roberto al di sopra del suo sguardo non lasciandole nemmeno il tempo di finire di stringere il cinturino della seconda scarpa. Quanta impazienza, pensò lei.
“Abbiamo fatto due passi. L'aria era irrespirabile.” Disse lei allacciando frettolosamente la scarpa per rialzarsi ed indicare Federico accanto a se.
“E' da due ore che ti cerco! Tuo fratello ti sta già aspettando fuori.” Solo quando pronunciò quelle parole si accorse delle poche persone che erano rimaste nella sala, ma doveva essere passata al massimo una mezz'ora da quando era uscita dalla palestra. Il tempo non poteva essere passato davvero così in fretta. O forse sì.
“Ne sei sicuro? Due ore?” Chiese poi stupefatta a Roberto che però non rispose interrotto da Federico:
“Scusaci non ci siamo accorti del tempo che passava. Beh ora vado è davvero tardi. A domani!” Aggiunse poi uscendo dalla sala.
Incredibile davvero come il tempo fosse volato. Tutto ciò le ricordava incredibilmente una citazione letta qualche tempo prima probabilmente su Facebook: scrivevano che la felicità era il posto dove non dovevi domandarti che ore erano, o una cosa del genere.
Scosse velocemente la testa allontanando quel pensiero e augurando la buonanotte a Roberto con un bacio e si affrettò a raggiungere suo fratello che da quanto aveva capito la aspettava fuori.



Angolo Autrici (?)
Dio, amo questo capitolo *-*
Voglio fare tantissimi complimenti a Carlotta, che ha scritto davvero divinamente :')
Le ho chiesto questo favore i quanto non riuscivo a scrivere e non avevo idee, anche perché la mia mente è concentrata sul prossimo capitolo e su quello dopo c:
Vi consiglio vivamente di passare dal suo profilo a leggere le sue storie, perché sono semplicemente meravigliose. Come avrete capito anche da questo capitolo, scrive davvero davvero bene, e non posso fare a meno di esortarvi a leggere le sue storie!

Carlotta Bucks

Ci tengo a ringraziare voi lettori che siete arrivati fin qui, perché non pensavo di arrivarci. Quando ho iniziato a scrivere non avevo nemmeno in mente la trama, se non per due o tre capitoli soltanto!
Inoltre, la cara Carlotta, a cui desidero dedicare la storia (♥), mi ha aiutato moltissimo in tutto. Grazie di cuore a te, amica mia!

Ora mi dileguo e vado a vedermi Becoming Jane (adoro questo film, e nonostante io l'abbia visto questo pomeriggio voglio rivederlo *-*)!
Al prossimo capitolo carissimi!
Rachel Parker
  
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