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Autore: memoryofachild    15/06/2013    7 recensioni
Lei. Intelligente, bella, un po' ingenua.
Lui. Intelligente, bello, per niente ingenuo.
Lei. Julia Evans. Gentile e semplice.
Lui. Matt Turner. Arrogante e popolare.
Due ragazzi che si conoscono da una vita e che da tutta una vita non riescono a scambiare due parole civilmente. Due mondi diversi che saranno costretti ad unirsi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 3

I giorni passarono tranquilli, dopo la sconvolgente rivelazione avuta il primo giorno di lavoro.

Io e Turner ci eravamo osservati da lontano, riservandoci sguardi pregni di odio, ma nessuno dei due si era avvicinato al nemico.
Era stata una settimana fin troppo noiosa, senza i dispetti e le frecciatine della mia nemesi e questo pensiero mi spaventava non poco.

Quel pomeriggio ero stata trascinata
dalla mia presunta migliore amica per le vie del centro dove, secondo lei, avrei dovuto sperperare la mia prima paga per festeggiare.
Se c'era una cosa che ammiravo in Nat, quella era la sua " resistenza" ad un pomeriggio di shopping; era in grado di uscire ed entrare in dieci negozi di seguito senza pause ed uscirne sempre con una busta in mano. Anche se lei non lo ammetteva, io ero fermamente convinta del fatto che avesse una di quelle malattie legate allo shopping. Il semplice fatto di essere in un negozio la invogliava a comprare. Io, al contrario, ero allergica a quei pomeriggi strazianti che mi vedevano strisciare, agognante e con una strana voglia omicida, dietro ad una Nat impossessata dal demone delle compere. La cosa peggiore, poi, era che riusciva sempre a convincermi dell'utilità delle cose che mi faceva comprare ed io mi ritrovavo con vestitini che forse sarebbero entrati alla barbie che avevo ad otto anni.
Non che mi vestissi come una barbona. Mi piaceva avere uno stile "alla moda", ma non mi interessava indossare abiti succinti e farmi notare.

" Quindi che è successo con Matt?" Nat mi risvegliò dai pensieri in cui mi ero persa con quella domanda.

" Perchè dovrebbe essere successo qualcosa?"

" Perchè da una settimana non si sentono più le vostre urla per i corridoi."

" Forse è maturato e si è reso conto di quanto è cretino." Fu più un mormorio il mio, un pensiero tra me e me. Mi ritrovai a sperare che non fosse così e non mi spiegavo il perchè.

" Dubito che un invertebrato come lui abbia qualche speranza di maturare." Ecco perchè era mia amica. Vai con gli insulti!
Mi aprii in una risata concordando pienamente con lei.

" E' così evidente questa sorta di pace?"

" Voi due, mia cara, state intrattenendo gli studenti della eagle high school da ben quattro anni, omaggiandoci con scene superbe! Ovvio che si è notata la quiete. Ti informo che ci sono molte lamentele, gli intervalli non sono più quelli di una volta!" Disse tutto ciò con un'aria estremamente teatrale e terminò portandosi una mano alla fronte.

" Nessuno è interessato ai nostri litigi." Ribattei convinta.

" Jules tutti sono interessati ai vostri litigi perchè tutti sono interessati a voi. Battibeccate come marito e moglie e non immagini quante scommesse ci siano in ballo." Disse ammiccando. Io la guardai con gli occhi e la bocca spalancati.

" E su cosa sarebbero queste scommesse? Su chi uccide prima l'altro?" Nat rise maliziosa con un fare molto civettuolo e mi si avvicinò.

" C'è chi scommette sul vostro fidanzamento, altri, più audaci, sul vostro matrimonio." Se possibile la bocca mi toccò terra. Lanciai un gridolino stridulo degno della regina delle oche che, purtroppo, non riuscii a contenere.

"Ma siete tutti impazziti?" Alzai il tono della voce e iniziai a gesticolare mentre davo vita ad un monologo. " Io e Turner insieme? Mai. Dovrebbe scendere in terra l'altissimo- e indicai il cielo- per convincermi a stare con lui. E poi...poi...lui è un puttaniere. Si è fatto tutta la fauna femminile della scuola, è allergico a una relazione che duri più di qualche ora e cosa più importante: è un idiota!" Nat scoppiò a ridermi in faccia mentre io la fulminavo con gli occhi.

" Sei buffissima- biascicò ridendo- comunque non puoi negare che è sexy." La trucidai e non seppi cosa rispondere perchè, effettivamente, tutto si poteva dire tranne che non fosse bello.

" Nat, è Turner! Turner non rientra nella categoria di belli o brutti, sexy o non, perchè è e resterà sempre un idiota!"

Stavo diventando ripetitiva, avrei dovuto cercare su internet nuovi insulti da rivolgergli. Speravo che potessimo abbandonare l'argomento Matt, perchè non aveva nessun diritto, quel mostro, di rovinarmi i pomeriggi con la mia amica e, indirettamente, lo stava facendo.
" Va bene lasciamo perdere. Sappi comunque che io ho scommesso sul vostro matrimonio, quindi vedi di non farmi perdere. Che bei piccioncini." Detto ciò, scappò via mentre io mi ero già messa ad inseguirla per gettarla nella fontana della piazza.


La quiete prima della tempesta. Ecco la definizione perfetta per il comportamento di Turner.
Fu questo il pensiero che mi attraversò la mente, il giorno dopo, a scuola.
Quella mattina era iniziata abbastanza bene; ero riuscita ad alzarmi in orario e avevo potuto fare colazione in perfetta tranquillità, dato che Alex, mio fratello, era uscito presto per fare Jogging. In tre giorni sarebbe dovuto tornare all'università e sosteneva che dovesse avere una forma perfetta per il rientro, così da non deludere le sue fan. Ero certa che Turner ci sarebbe andato molto d'accordo. No, non dovevo pensarci di prima mattina se volevo evitare di vomitare.
Cucinai dei pancakes ricoperti di cioccolato e ne lasciai, sadicamente, un po' per Alex, che sapevo non avrebbe resistito, rovinando gli effetti dell'allenamento mattutino.
Affrontai bene le prime ore della giornata di scuola, anche perchè la seconda ora non c'era il professore e la passai, quindi, a chiacchierare con Nat ed altre compagne di classe la cui compagnia mi faceva piacere. Mi tenni lontana da Matt e dal giro di idioti che lo circondavano e non potevo essere più soddisfatta.
L'ora di biologia, però, mi fece sentire come un residuo corporeo di cane, schiacciato da un passante.
Gonzalez entrò in aula con un ghigno che, forse, doveva sembrare un sorriso e pronunciò un buongiorno strascicato.
Appoggiò con cura la cartellina accanto alla cattedra e si sedette, aspettando gli ultimi ritardatari che dovevano ancora raggiungere la classe del suo corso.
Estrasse i libri dalla borsa e guardò il registro, analizzando prima i nomi e poi le facce dei suoi alunni
Iniziai a sudare freddo. Che argomento avevamo fatto? Qualcosa sul DNA forse.
Mi voltai a guardare Nat che aveva la mia stessa espressione terrorizzata; quando Gonzalez scorreva con gli occhi il registro c' era solo una spiegazione: avrebbe interrogato.
Aprii velocemente il libro per riguardare la lezione precedente che sicuramente sarebbe stata la prima cosa che avrebbe chiesto.
Non era difficile ed ero stata a sentire quindi mi ricordavo qualcosa. In cinque minuti ripassai tutti gli argomenti fatti, poi alzai di scatto la testa non appena il damerino fece il mio nome. Un classico. Sbuffai impercettibilmente e mi sollevai dalla sedia con la grazia di un ippopotamo. La mia migliore amica tirò un sospiro di sollievo e io la guardai scocciata; se la cavava sempre, lei.

Una delle interrogazioni più lunghe della mia vita che terminò con un otto strappato a forza dalla penna del ratto.
Ghignai quando il professore mi squadrò con occhio critico e gongolai per essere riuscita a cavarmela.
Non era la prima volta che Gonzalez tentava di mettermi un impreparata ma non ci era ancora riuscito e io non potevo che esserne soddisfatta. Continuò a rivolgermi occhiatacce per tutta l'ora e fu alla fine di questa che mi diede il colpo di grazia, attuando la sua vendetta.

" Come avevo già annunciato, quest'anno lavorerete a coppie; ho già assegnato ad ognuno di voi un compagno."

 Estrasse dalla tasca della giacca un foglietto piegato e iniziò ad elencare gli accoppiamenti. Ovviamente avrei preferito stare con Nat ma lei era stata messa con Richardson, un nostro compagno un po' tarchiato, biondo, abbastanza carino nel complesso e gentile. L'elenco dei nomi proseguiva ed io non ero ancora stata chiamata. Mi sarebbe andato bene chiunque, non avevo problemi con nessuno.
"Evans..." Finalmente il mio nome "con Turner". Un disastro. Ecco come vedevo il mio prossimo futuro.

Come cavolo avevo fatto a dimenticarmi di Turner? Avrei dovuto pregare, implorare , supplicare una qualche divinità di non stare con lui e invece me ne ero stata rilassata a pensare che chiunque sarebbe andato bene. Un grandissimo errore. Mai sottovalutare il potere della supplica.
La campanella suonò ed io scattai in piedi per acciuffare quel traditore di un topo e prenderlo a pugni per aver osato rovinarmi l'anno affiancandomi quella sottospecie di essere umano. Purtroppo il professore fu rapido, furbo e mi sfuggì. Non mi sarei arresa. Cercai di seguirlo ma quel giorno stavo sottovalutando troppe cose e non mi curai della presenza in corridoio di Turner e del suo sguardo malizioso e... divertito?
Molto divertito, in effetti, perchè fu in corridoio che dissi addio alla mia dignità.
Stavo attraversando spedita il corridoio e non feci caso alla strana affluenza di studenti riuniti in quella zona dell'edificio.
Fu un attimo.
Turner piegato in due dalle risate. Io che scivolavo su qualcosa di viscido. Un sacco di farina che si avvicinava. Io che ero distesa sul pavimento,ricoperta di farina. Turner che si avvicinava con in mano...cos'era? Io che mi toglievo la maglietta, schifata, e rimanevo in reggiseno davanti a tutta la scuola.
Un verme. quel coglione mi aveva infilato un verme nella maglia dopo avermi ricoperta di farina ed ora se la rideva allegramente.
Doveva essere fiero del grande colpo dopo una settimana di quiete.
Ero incavolata come una biscia.
Partì un coro di " Nuda, Nuda, Nuda!" da parte dei decerebrati che frequentavano la mia scuola ma li ignorai e mi avvicinai furiosa al re dei vermi, alla più disgustosa creatura a questo mondo.
" TURNER!" Gridai fuori di me.
Lui mi fissò pronto a rispondermi ma, questa volta, aveva superato il limite. Mi sarei vendicata, lentamente, l'avrei umiliato così tanto da farlo vergognare di mettere un piede fuori casa.
Mi avvicinai sempre di più a lui, spalmandomici sopra. I nostri corpi erano talmente vicini che potevo sentire l'odore della sua pelle. Mi alzai sulle punte e avvicinai la bocca al suo orecchio. Agganciai le braccia al suo collo e lui prontamente mi circondò la vita.

 " Non sei niente male Evans. Superi i miei sogni erotici." Illuso.
 
Era un abbraccio. Un abbraccio che appariva incredibilmente passionale. Restai così per qualche secondo, poi parlai.

" Mi vendicherò Turner. Supplicherai il mio perdono." Turner ghignò, probabilmente aspettandosi quelle parole.

" Non vedo l'ora Evans."

" Non ti farò attendere troppo" Sorrisi sadicamente. Eravamo ancora abbracciati e Matt mi stringeva sempre di più.

" Contenta di avermi come compagno di studio per tutto l'anno?"

" Immensamente. E tu?"

" Sono al settimo cielo."

" Ti odio, Turner."

" Mai quanto me, Evans" Ci staccammo.

" Ciao amore mio." Salutò l'essere.

" Ciao tesoro." E mi allontanai, dopo aver recuperato la maglia, con la testa alta.


NOTE AUTRICE:  Dunque... ecco il nuovo capitolo...come sempre spero che sia apprezzato. Recensite mi raccomando...non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate.
Alla prossima, un bacio :)

 













  
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