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Autore: intelligentola    15/06/2013    8 recensioni
Ciao!!!!!! dal momento che ci sono autrici molto più brave di me ad immaginarsi un futuro tra Anna ed Emiliano, io provo a cimentarmi un qualcosa di diverso. Un pov da parte di Emiliano dell'8 stagione. Tutto quello che abbiamo vissuto ma raccontato da lui, con i suoi sentimenti.
Hope you like it!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 15 PICCOLA PREMESSA.
RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE LEGGONO.
MA IN PARTICOLARE, QUESTO CAPITOLO LO VOGLIO DEDICARE ALLE RAGAZZE CHE MI LEGGONO E COMMENTANO SEMPRE.
VI RINGRAZIO SOLO NELLE RECENSIONI E MAI NEI CAPITOLI.
BEH RAGAZZE, QUESTO CAPITOLO E' PER VOI, CHE SIETE LA VERA ED UNICA RAGIONE PER CUI ADORO SCRIVERE.
QUINDI, RIPETO, QUESTO CAPITOLO E' TUTTO PER VOI.
GRAZIE elev
GRAZIE Ally Salvatore
GRAZIE _Giulia_
GRAZIE Encha25
GRAZIE Paolettajs
GRAZIE stella_81
GRAZIE elyana 87
GRAZIE bry897
GRAZIE Marygi
Grazie di cuore


Vi ho annoiato abbastanza,
Buona lettura!
I.





Mi sento sereno.
Finalmente mi sento sollevato.
Ho allontanato per sempre quel pivello da Anna.
E sono pronto ad allontare chiunque altro si faccia avanti.
Sto agendo da completo egoista, ma la morsa allo stomaco che mi ha attanagliato mentre lui la sfiorava, continua ad attanagliarmi al pensiero che un'altra persona possa anche solo sfiorare la mia Anna.
Non ho mai gestito sentimenti complicati come questo.
La gelosia.
E' tutto nuovo per me.
Ma non dovrei sorprendermi più di tanto.
Da quando Anna fa parte della mia vita, fa parte di me, è tutto nuovo.
E imparerò a gestirla prima o poi anche questa gelosia.
Prima, se vedevo un altro provarci con la ragazza che puntavo, facevo spallucce e andavo oltre.
Ma stavolta non riesco a cercare altrove.
Sono incatenato ad Anna, da una catena sottile, invisibile ma impossibile da tranciare.
Lei mi lega senza nemmeno rendersene conto.
Lei non sa il tormento che mi accompagna da quando la conosco.
Lei invece, me lo ha sempre sbattuto in faccia il suo tormento, il suo dolore.
E solo perchè io non lo dimostro, non vuol dire che non soffra come lei, se non di più.
Comportarmi così fa più male a me che a lei.
Lei non sa quello che sto passando.
Non voglio rinfacciarle niente.
Lei avrebbe voluto sapere questo dolore.
Sono io che le ho tolto questa possibilità, non presentandomi quel giorno a scuola.
La barriera che c'è l'ho innalzata io.
Per proteggermi.
Ma soprattutto per proteggere lei, da questo schifo che mi circonda.
Se nasci tondo non puoi morire quadrato, dicono.
Se nasci nello schifo, nello schifo resterai.
E sarebbe una cattiveria inutile constringere una persona a vivere con te nello schifo.
Specialmente una persona solare e con tanta voglia di vivere come Anna.
Per quel poco che conosco di lei, la sua vita splende.
L'unica macchia nera della sua vita sono io.
Io, che con il mio comportamento, la spingo in basso.
Talmente in basso che chiunque altro farebbe fatica a risalire.
Ma lei, sono sicuro, riuscirà a risalire.
E nel caso non ci riuscisse, le getterò una corda per tirarla fuori.
Per questo ho allontanto quel cretino.
Quel cretino, avrebbe solo creato ancora più buio attorno a lei.
In cuor mio, speravo che quel gesto l'avrebbe spinta a chiedere spiegazioni.
Invece sono due giorni di silenzio assoluto.
Ma forse è meglio così.
Non posso essere talmente egoista da pensare che bastasse quella "cavalleria" per farla correre da me.
Il colpo che le ho inferto l'ultima volta, deve averla fatta ricredere su di me.
Su di noi.
Un noi, che fino a quel momento, non avevo sentito mai così mio.
Non posso pensare di tornare nella sua vita e di pretenderla come se non fosse mai successo niente.
Il suo sguardo, l'ultima volta, non lasciava spazio a dubbi.
L'avevo delusa.
E questo bastava a farla scappare.
Quando una persona tradisce la tua fiducia, la abbandoni.
Si chiama istinto di sopravvivenza, e io dovrei saperlo bene.
Non l'avrei più rivista.
L'avrei protetta da lontano.
Come fanno gli angeli custodi.


Le certezze del giorno prima crollano non appena la vedo arrivare come una furia davanti al mio negozio.
Ecco Anna.
Ecco la sua reazione.
Questa volta, però, ha qualcosa di diverso negli occhi.
Una nuova luce.
Questa volta non si sarebbe fatta bastare una mia mezza frase.
"Mi spieghi perchè vai in giro a minacciare i miei compagni di scuola?" mi chiede furiosa.
"Sto lavorando, ne possiamo riparlare dopo?"
Mi gioco sempre la carta del lavoro.
Sperando che anche questa volta lei si rassegni.
"No col cavolo che ne parliamo dopo. Me lo spieghi adesso!!" mi sgrida.
La speranza che lei si accartocciasse anche questa volta, sotto il peso della mia freddezza, se ne va.
Come un pacco che viene rispedito al mittente.
Liquido il cliente che stavo per tatuare, chiedendogli di passare più tardi.
Mi devo concentrare su Anna.
Niente giri di parole, niente bugie.
La semplice e pura verità.
"Quel deficiente avevo scommesso con i suoi amici che saresti caduta ai suoi piedi" dico, mentre stringo ancora i pugni.
Ripensare a quella stupida scommessa mi fa ancora ribollire il sangue nelle vene.
Tu vali più di una scommessa.
Tu vali molto di più.
E' un insulto sapere che c'è gente disposta a prenderti in giro.
Forse pensi che anche io ti ho preso in giro.
Ma la verità è che piuttosto che prenderti in giro, preferisco essere freddo.
Duro come una roccia.
Trattarti male.
"E tu come fai a sapere della scommessa? Cosa fai mi spii?" mi chiede.
Il suo volto adesso si è rilassato.
I suoi capelli biondi luccicano sotto il riflesso del sole.
I suo occhi brillano.
"Volevo solo vedere se stavi bene" sussurro, incatenato da quegli occhi.
La verità.
Volevo solo vedere se stava bene.
Volevo solo vederla ancora.
"Cioè..fammi capire...io sparisco,perchè tu aspetti un figlio da un'altra e tu cosa vuoi fare il mio angelo custode?" mi chiede.
Angelo custode.
Si.
Voglio fare il tuo angelo custode.
"Io sto provando a dimenticarti, e ci sto provando con tutte le mie forze...ma se tu non mi lasci in pace, io come faccio?"
Quella frase mi fa tremare le gambe.
Lei sta provando a dimenticarmi.
Lei vorrebbe dimenticarmi.
Finchè non ho sentito quelle parole, credevo che non mi avrebbe potuto dimenticare.
Ero sordo, e adesso mi sono svegliato.
In fondo era quello che volevo.
Ma il dolore nel petto che avverto, nel sentire quelle parole, mi fa ricredere.
Non voglio essere dimenticato.
Già troppe persone mi hanno dimenticato.
Non voglio che Anna si dimentichi di me.
Non voglio restare nell'oscurità del suo mondo.
Uno che non conta più niente ormai.
Voglio essere ricordato.
Voglio essere ricordato per la felpa che le ho regalato.
Voglio essere ricordato per il bracciale che le ho donato.
Voglio essere ricordato per il tatuaggio che le ho curato.
Non voglio essere ricordato per le lacrime, la rabbia, il dolore.
"Entra " le dico "dobbiamo parlare".
Lei mi fissa, poi finalmente decide di entrare nel mio negozio.
Si appoggia al bancone e mi guarda, in attesa.
"Di cosa dobbiamo parlare ancora?" mi chiede.
Io mi tolgo il giubbotto e mi metto davanti a lei.
"Credevo che mi avessi già detto tutto quello che dovevi dirmi" dice, mentre le si incrina la voce.
Ha ancora impresso nella mente il nostro ultimo dialogo.
La mia freddezza.
"Sonia la conosco da quando eravamo piccoli, non è mai stata la mia ragazza" le dico guardandola negli occhi.
Occhi negli occhi.
Credimi, Anna.
Sonia non è mai stata la mia ragazza.
Non lo è  nemmeno adesso.
"E allora com'è rimasta incinta? Con il pensiero?" mi chiede.
Di nuovo la rabbia che ha covato in quest'ultimo periodo si impossessa della sua voce.
"Ci vogliamo bene, di tanto in tanto siamo stati insieme" le rispondo diretto.
Sono sincero.
Sono umano e sono un uomo.
E' normale che abbia avuto delle esperienze prima di lei.
Ed è altrettanto normale che lei ne abbia avute prima di scontrarsi con me.
E quel pensiero mi infastidisce.
Pensare che ci sia stato qualcun altro al mio posto, prima, mi fa andare in corto circuito.
L'oggetto dei suoi desideri, potrei non essere sempre stato io.
Lei mi guarda.
Sorpresa dalla mia inaspettata sincerità.
Siamo ragazzi.
Siamo giovani.
Questa è la vita.
Il suo volto si rilassa, la voce torna regolare.
"Ma tu la ami?" mi chiede in tono supplichevole.
La domanda da un milione di dollari.
Io non ho mai saputo cosa significa amare un'altra persona.
Alzarsi al mattino con come unico pensiero la persona amata.
Non so come si faccia ad amare.
Se nessuno te lo insegna, come fai a capire quando si  è innamorati?
"Aspetta mio figlio, Anna".
E' tutto ciò che riesco a dire, schivando la sua domanda.
Ma lei non rinuncia e continua a battere su quel tasto.
"Si, ma la ami oppure no?" mi richiede, speranzosa.
"E' tutto così complicato...io..." dico prima di essere interrotto dal telefono che squilla nella mia tasca.
E' Sonia.
Con la sua immancabile puntualità nei momenti meno opportuni.
"Ohi.." dico mentre vedo lo sguardo deluso di Anna.
La sua domanda non ha ancora ricevuto la risposta che lei attende.
"Che succede? Dimmi dove sei?" chiedo preoccupato.
Vedo che anche Anna si sta iniziando a preoccupare.
"Non ti muovere di li! Arrivo"
Sono costretto ad interrompere nuovamente il mio discorso con Anna.
"Era Sonia. Ha bisogno di me, devo andare" dico ad Anna, cercando di scusarmi.
Ma lei, che ha imparato a conoscermi, sa che è la cosa più giusta che io possa fare.
"Io vengo con te" mi dice.
Speravo che dicesse così.
Mi da una tale forza che le nemmeno immagina.
Ho bisogno di lei, accanto a me.
L'unione fa la forza, e con Anna al mio fianco posso farcela.
Indossa nuovamente i panni della ragazza ottimista per infodermi tutta la sua forza.
"Ok.." le dico afferrando le chiavi del motorino.
Saliamo in motorino e la sento aggrapparsi alla mia schiena.
Mi sento protetto.
Mi sento al sicuro.
Le sue mani si stringono attorno alla mia vita e le posso sentire nella mia pelle.
Ha delle mani così piccole, ma in grado di donarmi una grande forza.
Arriviamo alla stazione Laurentina ed iniziamo a cercare Sonia.
Con tutta questa confusione non riesco a capire niente.
Non vedo Sonia e perdo di vista Anna.
Finchè la sua voce mi trova.
"Eccola" dice indicandomi Sonia, appoggiata ad una colonna.
"Sonia.." dico correndole incontro, scavalcando tutti.
Lei mi getta le braccia al collo.
So che Anna, sta assistendo a tutta la scena.
Ma, sorretta dalla sua forza, non cede.
Osserva, ma non giudica.
"Che è successo?" chiedo a Sonia, staccandomi da quell'abbraccio per paura di ferire Anna.
Lei resta qualche passo indietro.
Rispetta il mio passato e lo apprezzo.
"Ho litigato di nuovo con papà...mi ha cacciata di casa, e non gli importa niente se tra un pò nasce il bambino" mi dice Sonia, con le lacrime agli occhi.
Le guardo la pancia.
Mio figlio.
Non è ancora nato è già la sua vita è più incasinata che mai.
"Stai tranquiila..una sistemazione la troviamo" le dico, per provare a calmarla.
Già, ma quale sistemazione?
Il mio appartamento è troppo piccolo.
Non mi viene in mente nessun'altra soluzione.
Ma per mio figlio, a costo di doverla costruire io, troverò una casa.
"Possiamo arrangiarci nello studio" le dico.
"Come fai a lavorare se ti sto tra i piedi?" mi chiede.
Non so che fare.
Non so cosa dire.
Ho bisogno che qualcuno mi aiuti.
Le mie preghiere vengono esaudite.
Anna.
Che fino a quel momento era rimasta in disparte, si fa avanti.
Gettandomi un'ancora di salvezza.
"Puoi stare da me" dice, rivolgendosi a Sonia.
"No, lascia stare Anna, non ti preoccupare..." le dico.
Non posso obbligarla a vedere ogni giorno il frutto del mio passato.
Ma lei, più forte di me, non si arrende.
"Sentiamo, dove hai intenzione di farla stare? Emiliano è incinta...Ha bisogno di un posto comodo, tranquillo, dove qualcuno si possa realmente prendere cura di lei".
Il mio scricciolo è una vera forza della natura.
Mi getta addosso una secchiata di maturità, che faccio fatica a credere.
Tra noi la roccia è lei.
Non è una ragazzina.
E' una donna saggia, matura.
Bellissima.
"Ai tuoi cosa racconti?" le chiedo.
Quante volte le ho già fatto questa domanda?
E quante altre volte mi ha risposto sempre allo stesso modo?
"Qualche cosa mi inventerò" mi dice, abbozzando un sorriso.
"Grazie" le dico di cuore.
Grazie di tutto.
Grazie di essere entrata nella mia vita.
Grazie per farmi ripartire.
"Andiamo?" dico guardando le donne che ho davanti a me.
Entrambe, per motivi diversi, sono le donne della mia vita.
Non voglio rinunciare a nessuna delle due.
E mentre Sonia, si attacca al mio braccio, io cerco qualcos'altro.
Cerco la mano di Anna.
Lei allunga la sua piccola mano e io la avvolgo con la mia mano grande.
Insieme ci prenderemo cura l'uno dell'altra.
Tu, la mia forza.
Io, la tua forza.


E' la prima volta che vedo casa di Anna.
Lei invece, il mio quartiere, lo conosce a memoria.
Soffoco un sorriso.
Entriamo dal giardino e Anna ci fa strada verso il salotto di casa sua.
Si ferma a parlare con una bella donna.
Bionda come lei.
Solo allora scopro essere la sorella di Anna.
Mi rendo conto che, io della sua vita, della sua famiglia non so nulla.
Non ho mai voluto sapere nulla della vita degli altri.
Ma adesso voglio sapere ogni singola cosa di Anna.
La sorella ha organizzato un barbeque.
"Perfetto, perchè io ho invitato due amici" le dice Anna, indicando me e Sonia alle sue spalle.
Voglio fare una bella impressione.
"Io sono Emiliano" dico, porgendo la mano alla sorella di Anna.
Mi stringe la mano e mi osserva intensamente.
"Emiliano...sei ricomparso! Ti aveva dato per disperso" dice, facendo sorridere me e arrossire Anna.
Lei ha parlato di me.
E mi sento onorato.
Onorato di essere sulla bocca della ragazza ottimista.
"Beh si, a volte ritornano" dico sorridendo.
Stavolta torno, per restare.
Questa volta ce la posso fare.
"Lei invece è Sonia, la sorella di Emiliano" dice Anna a sua sorella.
Sua sorella è affascinata dalla pancia di Sonia.
E' così gentile, sembra Anna in versione grande.
E mi vergogno come un ladro quando Sonia, con fare strafottente chiede del bagno.
Mi vorrei sotterrare.
Mi sento sotto pressione.
Sto "conoscendo" la famiglia di Anna e mi tocca fare queste figure.
"Accomodati" mi dice Anna.
Mi siedo sul divano e vedo sul tavolino del salotto, parecchie cornici.
Foto della famiglia di Anna ovunque.
Questo significa famiglia.
E famiglia significa non essere mai soli.
Mi sento fortunato, perchè una persona meravigliosa come Anna, si è fermata su di me.
Non ho idea di cosa ho fatto per meritarmi una simile benedizione.
Ma una cosa è sicura.
Questa volta non scappo.
"Vado a prendere dei vestiti per Sonia...Maria ne ha ancora qualcuno di quando aspettava mia nipote" mi dice, appoggiando la cartella sul divano,
Sua sorella si chiama Maria.
Ha una nipote.
Cerco di assimilare ogni singola informazione.
Sono affamato della vita di Anna.
Sono ingordo.
Vorrei sapere tutto.
A che età ha incominciato a parlare.
Quante volte è caduta dalla bicicletta.
Quante volte ha giocato in cortile.
Quante volte ha abbracciato sua sorella.
A che età ha perso il primo dentino.
A che età ha dato il primo bacio.

Io e Sonia siamo seduti in cucina ad aspettare Anna.
"Ciao..." dico vedendo entrare due bambini dalla porta, dove prima siamo passati noi.
"E voi chi siete?" ci chiedono.
"Io sono Emiliano e lei è Sonia" dico.
"Quell'Emiliano?" mi chiede la bambina.
"Perchè ce ne sono altri?" chiedo curioso.
Io sono l'unico e il solo Emiliano presente nella vita di Anna.
Fine della storia.
Sonia è sempre più simpatica.
Non è per niente grata ad Anna, come dovrebbe essere.
Ha accolto una sconosciuta in casa sua, incinta del ragazzo che ama e si comporta così?
Mi vergogno sempre di più.
"Vedo che avete conosciuto i miei fratelli" dice Anna venedoci incontro.
"Sono tutti o..." le chiedo.
Sono una squadra di calcio.
"No manca ancora Ciccio, poi in arrivo c'è l'ultimo figlio di mio padre, e poi c'è Inge che è la figlia dell'ultima moglie di mio padre...Siamo una bella truppa" sorride.
E io mi sciolgo, sorridendole in risposta.
Anna porge i vestiti a Sonia e io ne approffito per alzarmi.
"Io devo andare.." dico infilandomi il giubbotto di pelle nera.
Anna mi accompagna fuori.
Siamo di nuovo soli.
Io e lei.
"Devi proprio andare?" mi chiede, stringendomi il braccio.
"Si...il cliente di oggi mi aspetta allo studio" le dico.
Non vorrei dover andare via, ma purtroppo non ho scelta.
"Ok..e non ti preoccupare per Sonia! Starà benissimo qui da noi" dice sorridendomi.
Lei non hai idea della forza che mi infonde ogni secondo.
Ogni volta che mi parla, mi dona una forza assoluta.
Non importa cosa dice, lei mi parla.
Ed è fantastico.
"Mi è mancata la tua forza scricciolo" le dico.
Lo penso davvero.
Mi è mancato tutto di lei.
Il suo profumo.
Il suo sorriso.
La sua voglia di vivere.
La sua determinazione.
La sua forza.
"E' vero che ce la facciamo a stare insieme? Dico nonostante tutto" mi chiede.
Faccio segno di si con la testa.
Lo faccio più volte.
Si.
Si.
Si.
E ancora altre mille volte si.
Mi avvicino e la bacio.
Avevo dimenticato che buon sapore avessero le labbra di Anna.
E mentre la bacio, aumenta in me la consapevolezza che io e lei insieme ce la facciamo.





Hope you like it!
A presto,
I.


  
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