Ed eccomi di nuovo qui!
Questo è un aggiornamento molto veloce perché... avevo una voglia matta di
scrivere questo capitolo. xD
Lo dedico a Nenia, che stamattina con il suo "continua Juuuun!!!", mi ha
spinto a scrivere. >****<;; Grazie per sostenermi sempre, sei un tesoro!ç***ç;;
PS: Leggete la scena extra [segnalata
dal (*)] DOPO aver letto il capitolo.
Il motivo è che...beh, lo capirete da soli.
Io vi ho avvertiti. XDDD
Piece XIV ~ Passaggio
Quella mattina, il vento spirava impetuoso sulla città di Tokyo. Dal terrazzo della base di L,
Light aveva quasi bisogno di aggrapparsi a qualcosa per non essere trascinato
via. Il cielo
plumbeo ricopriva il sole a tal punto che nonostante fossero appena le otto,
sembrava essere in piena notte. Lottando contro il vento e le gocce di pioggia,
Light richiuse con estrema cura il Death Note di Misa, quindi lo passò allo
shinigami di fronte a lui.
"Allora Ryuk...hai capito cosa devi fare, o devo ripetertelo di nuovo?"
gli gridò, sovrastando il rumore dell'aria.
Il demone, insensibile al freddo, lo guardò incuriosito.
"Si, ripetimelo di nuovo," sghignazzò infine.
Light lo fulminò con un'occhiataccia: aveva sprecato cinque minuti buoni sulla
soglia di quel terrazzo (uno dei pochissimi punti dove, aveva scoperto, non vi
erano telecamere di sorveglianza...), tremando per il freddo, per spiegare a Ryuk il suo piano fin nei minimi dettagli; la sua era
stata una domanda ironica.
"Non sto scherzando, Light! E' che non ho capito bene cosa devo fare dopo avergli dato il quaderno di Misa".
"Fattelo tornare in mente allora, non ho alcuna intenzione di ripetertelo!"
"Sei cattivo con me ultimamente." Ryuk rigirò il Quaderno fra le
mani ossute. "Prima hai fatto diventare me il proprietario del
Death Note di Misa, poi Rem la proprietaria del tuo quaderno, e poi te lo sei
fatto passare di nuovo da lei. In teoria non è cambiato nulla, tranne il fatto
che ora io devo andare a
consegnare il Quaderno a quel tizio che mi hai indicato e seguirlo per fare ciò che mi hai
detto. Mi sembra divertente, per cui per me non ci sono problemi a
fare ciò che mi chiedi, ma insomma...ci tieni così tanto a liberarti di me? Cioé mi chiedo,
perché devo fare tutto io, mentre Rem se ne resta qui tranquilla con te? Cos'ha
lei che io non ho, Light?"
"...è forse una dichiarazione, Ryuk?" pensò il ragazzo, vagamente intimidito
dall'aria ferita assunta dallo shinigami.
"Quando hai accettato di aiutarmi non ti ho detto che ti avrei dato spiegazioni.
Capirai tutto a suo tempo, Ryuk. Ora muoviti e vattene," disse infine.
"Ok, ok, tanto lo sapevo che non mi avresti risposto..." Lo shinigami
spalancò le sua ali e si librò in aria. "Beh, addio!" salutò, prima
di svanire fra le nubi tempestose.
Light tornò dentro solo quando fu ben sicuro che lo shinigami fosse davvero
andato via.
Richiuse il portone di metallo del terrazzo e si tolse la giacca, umida a causa
del vento e dell'acqua portata da esso.
"Che vuoi, Rem?" chiese a bassa voce, incrociando lo sguardo con lo
shinigami scheletrico, che lo attendeva lì.
"Nulla," rispose quella. "Non ti chiedo il perché delle tue azioni; mi hai promesso che
se avessimo fatto in questo modo
Misa sarebbe stata liberata, dunque mi fido. Spero solo per te che tu sappia cosa stai
facendo".
Light sospirò annoiato. "Misa sarà libera entro poche ore, se il tuo amico fa ciò che gli ho detto. Quindi sta'
tranquilla".
"Non posso stare tranquilla, sapendola in pericolo. Devo accertarmi che stia bene".
"...?"
"Light Yagami, so che dovrei seguirti per il regolamento, ma io non ti sopporto, dunque
preferisco evitarti il più possibile. Piuttosto, andrò da Misa, anche se lei non
può vedermi... Già, non può più vedermi...".
Sotto lo sguardo allibito di Light Rem, continuando a parlare, scomparve
attraverso una parete.
"E questa qui? E' innamorata o cosa?"
Si passò una mano fra i capelli: gli umani potevano anche essere
interessanti, ma gli shinigami erano davvero stupidi, a volte.
*
Anche se non l'avrebbe mai ammesso, quella mattina
L avrebbe volentieri mollato tutto per andare a riposare un po'.
Non era
pigrizia; piuttosto, esasperazione, ben celata dietro la sua abituale
espressione spenta.
Era stato con Misa fino a pochi minuti prima; credeva che parlandole di persona
sarebbe riuscito a districare i suoi dubbi su di lei ma,
come Watari gli aveva predetto, una volta rinvenuta la ragazza aveva subito un cambiamento radicale:
ora non solo parlava, parlava, parlava senza mai fermarsi, ma continuava a gridare e lamentarsi del fatto di essere innocente.
E non faceva altro che dire di Light, di quando lui sarebbe venuto a salvarla
sul suo cavallo bianco, spaccando la faccia ai pervertiti che la tenevano prigioniera.
Riguardo il benedetto sequestro, aveva ricreato la versione in cui lei era
solo una vittima. E di fronte alle prove della scientifica, lei aveva risposto
semplicemente... che non ricordava cosa aveva fatto in quella stanza.
Neanche lei.
Perché tutto questo?!
Non lo consolava neanche la notizia che Kira avesse smesso di uccidere, da
quando aveva fermato Amane. Avrebbe potuto consegnarla al governo, che l'avrebbe
giudicata colpevole e di conseguenza condannata a morte; ma se lei era davvero il secondo Kira, ciò significava che
il primo - Light Yagami..? - appena possibile avrebbe ricominciato ad uccidere,
magari donando le sue capacità ad un'altra persona. Ma cosa doveva fare con
Misa, se lei non confessava la sua colpevolezza e non gli mostrava l'arma del
delitto?
L era così preso dai suoi pensieri, che quando per inerzia raggiunse la solita stanza dorata dai vetri a specchio, per poco non gli
venne un colpo nello scoprire che era già occupata da un'altra persona.
E precisamente, dove solo il giorno prima lui stava fissando fuori dalla
finestra, ora vi era Sayo, nella sua stessa identica posizione.
Erano giorni e giorni che
L non la vedeva; per un attimo, se ne dispiacque. Aveva cambiato stile: ora teneva la i capelli legati in una coda,
ed indossava una gonna nera pieghettata,
una camicia
bianca senza maniche e dei manicotti neri. Era semplice, ma come tutte le
ragazze carine, qualunque cosa avesse avuto addosso le sarebbe stata bene.
Ma
lui non aveva tempo per queste cose; sopratutto, non per lei, che tra l'altro preferiva Light.
Mentre L realizzava quest'ultimo pensiero, Sayo, accortasi della sua presenza,
istintivamente sollevò gli occhi, fissando un punto imprecisato dietro o sopra
di lui. L'aveva già fatto molte volte, ma L non aveva mai capito che cosa
significasse questo gesto. Stavolta, però, vide con chiarezza che la ragazza,
divenuta improvvisamente pallida, stava sussurrando qualcosa come in trance.
Non
impiegò molto per leggerle le labbra: 'Dodici ore', aveva detto.
Ma che cosa significava?
"Sayo," la chiamò.
Al suono della sua voce, la ragazza sembrò risvegliarsi da un incubo, per piombare
dritta in un altro.
"Ehilà, Ryuzaki," lo salutò piano, girandosi dall'altra parte.
Lui imitò quel gesto; c'era qualcosa dentro di lui che lo bloccava. Ma qualunque
cosa fosse, venne presto sepolta da un forte sentimento di irritazione. "Non dovresti essere qui,"
disse. "Perché continui a scappare come una ragazzina?"
"Non sono scappata," replicò lei in tono offeso. "Sono con Light-kun. E' passato stamattina
da me. Mi ha
accompagnata lui qui, ma ora si è allontanato un momento.
Tutto qui".
L, senza cambiare espressione, le diede le spalle.
"Bene allora. Ci vediamo".
Fece per andarsene, ma al suo primo movimento, come previsto, sentì la ragazza scattare in avanti, verso di lui.
Colpito e
affondato.
Sayo si bloccò in mezzo alla stanza, consapevole di essersi tradita.
L si voltò verso di lei:
"Vuoi dirmi qualcosa?" le chiese.
Lei parve esitare per un tempo infinito.
"No," negò infine, un vago rossore sulle guance.
"Peccato," commentò l'altro. Condusse un dito sul labbro inferiore,
pesantemente inclinato verso il basso. "Perché sai, io invece ho un paio di cose da dirti. La
prima è che non sto giocando. La seconda è che se hai in mente di cacciarti
in qualche altro guaio, non ho
alcuna intenzione di venirti a salvare di nuovo".
Lei non reagì, ma si limitò a difendersi con un vacuo:
"Mi dispiace causarti problemi, ma io non ti ho mai chiesto nulla".
"Hai ragione, sono io che spreco il mio tempo con persone sciocche..."
continuò lui, sempre con lo stesso tono indifferente ed annoiato, "...e
superficiali, che
dovrebbero solo crescere".
Stavolta, L conlse nel segno: una luce rossastra brillò negli occhi di Sayo.
"Che strano, sentire Ryuzaki che recita queste parole," sibilò senza
gioia la ragazza, le braccia incrociate ed una mano sulla guancia. "Proprio, lui che si reputa il
miglior detective al mondo, ma di fronte a se stesso nega l'evidenza dei fatti".
Lui la guardò senza capire.
"Che tu non ti stia divertendo con Kira, non ne sono sicura," spiegò lei.
"In questo momento, Kira è l'unica persona al mondo che ti interessa. Kira è la
tua unica ragione di vita, l'unico avversario davvero degno di te. Come tu, per
lui, sei l'unico umano degno di sfidarlo. Siete così simili voi, due anime perse,
meschine, che si nascondono dietro la purezza di un ideale..."
"Me e Kira? Scusa, ma cosa può saperne, una come te, di queste cose?" L non
aveva intenzione di stare al suo gioco, né di accettare provocazioni. Ma c'erano
cose che non poteva più tenersi dentro.
"Tu che non fai altro che comportarti come una bambina, quando qui c'è in gioco
la vita delle persone. Cosa ti lega a questo posto? Cosa ti lega a me, dato che
mostri di odiarmi così tanto? Potresti
andartene quando vuoi, se solo ti decidessi a parlare. Oppure potresti usare le
tue strane capacità per fuggire da qui. Ascolta la
mia ultima teoria: penso che tu, nonostante abbia recuperato ormai del tutto i
tuoi ricordi -perché l'hai fatto, non negarlo-, voglia restare qui perché sei complice di Kira. Magari in
qualche modo, lui ha scoperto la mia identità, ed ha mandato te per uccidermi, e
farlo sembrare un incidente. Si, potrebbe essere una cosa sensata... una come
te, è davvero insospettabile".
"Io sua complice? No, ti sbagli. Come dici tu, sono solo una ragazzina. Ed
è vero, commetto continuamente errori. Ma cerco di migliorare".
"Allora, se vuoi un consiglio, dovresti impegnarti di più. L'unico cambiamento che ho
visto, è stato che da bambina immatura sei diventata ragazzina sfacciata".
Sayo si rabbuiò.
"Io invece non ho mai visto nessun cambiamento in te, Ryuzaki; e
sinceramente mi dispiace. Mi dispiace tantissimo, perchè in tutta la tua
vita tu hai sempre sofferto, e continui a soffrire tutt'ora. Mi
dispiace perché hai odiato chi ti ha fatto soffrire. Ma
soprattutto mi dispiace che sia solo per
vendetta che da questa sofferenza sia nato L.
"Perchè gli altri ti odiavano. Nessuno di loro ti ha mai accettato e tu,
pur di non affrontarli, sei fuggito da loro.
"Ti sei convinto di essere un diverso, di non poter più avere contatti con
loro.
"Hai cancellato la tua identità,
il tuo essere disprezzato, ed hai
vissuto la tua vita nascondendoti dietro la maschera della giustizia, dietro il
nome di L. Con questo nuovo nome, sei diventato un idolo. Quelle stesse persone che in passato avevano
disprezzato l'orfano Lawliet, ora ammirano L, lo invocano, lo amano. Ma loro non sanno
che L sei tu, né sanno che sei
internamente felice della loro attenzione, perché equivale alla tua rivalsa.
Vero, Ryuzaki?".
L aprì la bocca per replicare, ma aveva improvvisamente la gola secca. Gli occhi
gli tremavano mentre le incrociava con le iridi rosse della ragazza: lei stava
parlando con un tono così lento e lugubre da non sembrare quasi umana.
"Sai, in
realtà L non
ha mai rivelato la sua vera identità non per la paura di essere preso di
mira dai suoi nemici, ma per la paura delle reazioni che seguirebbero alla sua
rivelazione.
L è paralizzato dalla paura che se si rivelasse al mondo per ciò che è, verrebbe nuovamente
disprezzato, nuovamente torturato e rifiutato. Per cui preferisce continuare a fuggire e nascondersi.
Questa è la verità. Negala pure, Ryuzaki. Negala, di
nuovo. Prima però, dimmi chi è davvero il bambino, fra noi due".
Mentre Sayo pronunciava quest'ultima frase, L aveva stretto i pugni. A quella
richiesta chinò il viso, ed i capelli spettati gli scivolarono sugli occhi. Si
lasciò sfuggire un sorriso ironico:
"Devo aver pensato davvero tanto a me, per montare tutte queste teorie
senza senso su L.
Pensavo che fossi più presa dal tuo Light-kun".
"Ti ho già detto cosa provo per te".
Il sorriso del ragazzo si allargò: "Pietà?"
"Mi rendo conto ora che forse non sono qui per il motivo che io stessa avevo
immaginato all'inizio; forse sono qui solo perché non avrei sopportato di vederti morire senza essere
consapevole di ciò che stai gettando".
"A giudicare da ciò che sto facendo e che ho fatto, non mi sembra di stare
gettando la mia vita per nulla. Sai, grazie a quest'essere
misantropo e depresso, ora c'è qualche criminale in meno in giro".
"Ma non grazie a te, il male sarà mai debellato. E' nella natura intrinseca
umana".
"Lo so perfettamente, grazie. Ma non posso lasciare che il mondo vada a rotoli. Io che
posso, devo fare qualcosa. Non è un concetto difficile da comprendere. Lo capisci, o devo spiegartelo in termini più
semplici?".
"Sarebbe inutile; l'incoerenza resterebbe lo stesso".
"Sayo... tu parli a me di incoerenza?"
"Se L credesse
davvero in questi ideali, non si occuperebbe solo dei casi che gli interessano, cioé quelli più complicati, difficili, dove chiunque ha fallito, ma dove lui può
dimostrare di riuscire. Se L agisse solo in base ad essi, capirebbe che sono
irrealizzabili, per cui sacrificare l'intera sua esistenza ad essi, rifiutando
di vivere, è solo fonte di rimpianti. Se tu, Ryuzaki, fossi davvero
la Giustizia, una volta risolto un caso, quando non hai più nulla da fare ed il
tuo interesse verso il mondo è di nuovo calato a zero, non passeresti tutto il
tempo prima del caso successivo a decidere se suicidarti o-"
Sayo si ritrovò con le spalle al muro prima di poter concludere la frase. L
l'aveva sbattuta lì con tale violenza da strapparle un gemito di dolore.
"Chi diavolo sei tu?" le sibilò lui, tremante e sconvolto come mai in vita sua.
"Che cosa vuoi da me?" Le stringeva le braccia, inchiodandola contro
la parete gelida, talmente forte che lei sentì gli occhi, tornati normali, riempirsi di lacrime,
mentre dalle sue labbra non uscivano altro che singhiozzi.
Fu in quel momento che Light ritornò nella stanza. Aveva ancora la giacca
sgualcita fra le mani, che lanciò sulla sedia più vicina non appena si rese
conto della situazione.
Infatti, nonostante L avesse lasciato andare di scatto la
ragazza, non appena lui fu entrato, Light rimase attonito di fronte alla scena che gli si poneva
davanti: Sayo piangeva, accasciata a terra, con dei preoccupanti segni rossi sulle braccia. Ryuzaki invece
sembrava come impazzito: tremava visibilmente, e respirava come se avesse corso
per chilometri e chilometri.
La prima cosa che fece Light fu andare verso Sayo.
"Ryuzaki, che cosa diavolo-" iniziò a sibilare, ma L lo interruppe con uno
scatto d'ira del tutto innaturale per lui.
"Yagami-san, dove diavolo eri andato?" esclamò.
Light no si lasciò intimidire da quel tono.
"Che cosa le hai fatto? Sei impazzito sul serio, Ryuzaki?!" replicò,
allo stesso modo.
"RISPONDIMI!"
Light sorrise con aria ironica:
"In bagno. Sei contento, ora?".
L strinse i pugni: per un attimo, Light pensò che lo avrebbe picchiato. Invece,
dopo aver biascicato un:
"Verificherò," voltò le spalle ai due ed uscì.
Quando L si fu allontanato, Light si dedicò a Sayo.
"Che cosa è successo?" le chiese, preoccupato. Non lo era tanto per lei, ma
per ciò che passava per la testa ad L; se lui aveva davvero perso la testa,
avrebbe potuto sfruttarlo a suo vantaggio per fargli perdere credibilità di
fronte agli altri agenti. Ma doveva sapere cosa era successo.
Lei si asciugò le lacrime. "Lascia stare, è colpa mia...L'ho fatto arrabbiare
io".
"Che gli hai detto?"
"Uhm... che è... che è uguale a Kira".
Light inarcò le sopracciglia: era bastato questo a far perdere la testa al suo
avversario?
In effetti, neanche a lui sarebbe piaciuto un simile paragone...
"Te l'avevo detto che non saresti dovuta venire qui. Tu hai insistito così
tanto, perchè volevi parlare con quel tizio! Devi lasciarlo perdere. E' solo un
depresso".
Sayo si girò dall'altra parte.
"Già... avrei dovuto darti retta, Light-kun".
"Non preoccuparti, presto questa storia finirà. Te lo prometto," sorrise lui.
"Lo so..." disse lei con un filo di voce. "Lo so".
"Amane-san!"
L fece scattare la serratura magnetica della prigione di Misa.
"HA!" esclamò lei, sentendo i passi del ragazzo che si avvicinavano. "Di nuovo il complice del pervertito!"
Con un gesto veloce, L le strappò via la mascherina, quindi si dedicò alle
manette che le bloccavano i polsi.
"Ahia!" gridò la biondina. "Hey!"
In pochi istanti, Misa fu libera; ma era stata ferma in quella stessa posizione
per così tanto tempo, che quando anche l'ultima catena che la teneva in piedi fu
sciolta non riuscì a reggersi in piedi da sola; ma L la prese fra le braccia,
sorreggendola.
"Uh..." miagolò la ragazza, premuta contro il suo petto. "Lo sapevo, sei un
pervertito anche tu".
"Riesci a camminare?" le chiese il ragazzo.
Misa gemette. A parte la debolezza dovuta al fatto che si era rifiutata di
mangiare per tutto il corso della sua prigionia, aveva i muscoli addormentati,
ed il solo stare in piedi le causava un formicolio atroce per tutto il corpo.
"Tu che ne dici?!"
"Che ce la puoi fare," tagliò corto lui e, scioltosi da quell'involontario abbraccio,
la trascinò fuori dalla stanza, tenendola per un polso mentre lei strillava
per il dolore.
"Ma mi lasci stare o no?" iniziò a gridare Misa, dopo un paio di minuti di
cammino per i corridoi metallici, quando ormai il sangue le aveva risvegliato
gambe, braccia e sensi. "Ma che vuoi farmi? Non hai alcun diritto di trattarmi
così! Ehi, ma mi stai ascoltando?!"
L, che ovviamente non la stava ascoltando, con la mano libera prese il suo
cellulare e compose un numero di telefono: "Watari? Sayo in cinque minuti
nella zona 3 al decimo piano".
Chiuse la chiamata, e lasciò andare Misa, che si fermò per massaggiarsi il
polso.
Lui la guardò con aria interrogativa. "Forza, Amane-san. Non hai sentito che abbiamo un
appuntamento?"
"Ed ora chi sarebbe Sayo?" domandò la ragazza con aria offesa.
"Vorrei saperlo anche io".
Pochi minuti dopo, L e Misa si ritrovarono davanti ad uno strano portone di legno e vetro
colorato. Non aveva la serratura.
L digitò velocemente una serie interminabile di numeri su una tastiera posta
sulla parete affianco, e la porta si aprì con un impercettibile cigolio.
Misa, vagamente spaventata, varcò la soglia, e percorse con L il breve corridoio
illuminato oltre di essa: pochi passi, e si ritrovò in un appartamento stupendo, arredato come la suite di
un albergo di lusso; la stanza principale era un salotto che aveva una parete
fatta quasi interamente di vetro, che
affacciava sulla città.
"Ma questo posto è...è..." iniziò a dire la ragazza con aria ammirata, ma
il rumore del portone che si apriva le fece consumare il resto della frase sulle
labbra. Voltandosi verso L, Misa scorse alle sue spalle la persona che era
appena entrata, Watari. A poca distanza, c'era Sayo.
La ragazza, nell'incrociare lo sguardo di Misa, trattenne il fiato; indietreggiò
di un passo, come
se avesse visto un fantasma.
L non si lasciò sfuggire questa reazione; ma diede mostra di dedicare la sua attenzione
solo a Misa.
"Lui è Watari, il maggiordomo," le disse indicando l'anziano, che fece un
breve inchino.
Poi aggiunse, voltandosi appena verso Sayo:
"Lei la conosci già, no?"
Quest'ultima aggrottò impercettibilmente la fronte: non le piaceva quella
situazione, né il tono di voce
con cui L stava parlando.
Triste e gelido come il vento che faceva tremare i vetri.
"Certo...che la conosco, è Amane Misa," rispose.
"E' una famosa idol...è un piacere...
vederla di persona".
L le lanciò un'occhiata in tralice:
"Non dicevo a te".
Sayo rimase di stucco.
"Ah, dicevi a me? Uhm...no, sinceramente Misa non la conosce. Anche se ha
un viso familiare... ma fra tanti fan... anche se ci siamo viste, scusami ma non ricordo di
te," sorrise la bionda, un po' imbarazzata.
L si mise le mani in tasca.
"Peccato; ma in fondo avrete occasione di conoscervi meglio, dato che per un po' vivrete qui assieme".
"E-EH?!"
"Perché?!"
"Non guardare me, Misa; è un ordine di L," commentò il moro. "Consideralo una specie di
arresto domiciliare. Sarete sorvegliate da lui, da Watari, e dalla polizia. Ci sono
delle telecamere qui in giro. Naturalmente, non chiedermi dove sono".
"E per quanto tempo dovrei restare qui, scusami?!"
Il ragazzo si portò il dito sulle labbra, pensieroso.
"Dodici ore dovrebbero bastare. Dico bene, Sayo?".
La ragazza non riuscì a rispondere; era impallidita di colpo.
"Cos'è quella faccia desolata? Il tuo Light-kun tornerà a trovarti stasera, se è questo il problema".
Fu un attimo: l'espressione stupita di Misa si deformò in quella di una leonessa
inferocita:
"Light COSA?! Cos'è questa storia? Lui è qui? Dov'è?! E perché si vede con
LEI?!".
Sayo, da parte sua, era così sconvolta che non riuscì far altro che fissare Misa
e mormorare qualcosa come:
"Perché, tu lo conosci?"
La bionda la guardò come se stesse tentando di ucciderla usando solo gli occhi:
"Io sono la sua ragazza, non lo sai?"
Sayo si sentì vagamente offesa da quei modi.
"Ah, si? Strano, lui non mi ha mai parlato di te," replicò, rossa in
viso.
Misa spalancò la bocca:
"C-Che COSA?!"
"Vedo che avete già iniziato a fare amicizia," osservò L, come fra sé e sé,
che nel frattempo aveva raggiunto Watari alla porta. La sua espressione,, se
possibile, si fece ancora più scura. "Allora buon divertimento ragazze,"
disse alle due, prima di chiuderle dentro.
"E' stata la scelta giusta, Ryuzaki?" gli domandò il tutore, una volta fuori.
Lui annuì, il volto basso.
Watari sembrò accontentarsi di quella risposta. Raggiunse l'ascensore e,
digitando un codice, lo chiamò. Ma quando, pochi secondi dopo, le porte si
aprirono, l'anziano fu il solo ad oltrepassarle. Guardò interrogativamente L,
che in risposta gli fece un cenno, rispondendo in tono vago:
"Si. Solo un attimo. Inizia pure a scendere, ti raggiungo subito".
Watari, seppur preoccupato da quel comportamento, premette un tasto all'interno
dell'ascensore, ed il meccanismo di chiusura delle porte si avviò.
Quando infine le porte si chiusero, e la gabbia iniziò a scendere, L, rimasto
solo, vi poggiò
sopra le spalle.
Tolse una mano dalla tasca del jeans per coprirsi il viso.
E cominciò a piangere.
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(*) Scena extra:
L: CHI DIAVOLO SEI TU?!
Sayo: Io... Io sono... *con un gesto, getta via gli abiti di Sayo, rivelandosi
per ciò che è realmente* ....IL MORALIZZATORE!!*o*;;
L: AAAAAAARGH!!!!!!!!!!!!!!
Moralizzatore: ...ma Ryuzaki, Ryuzaki, ti sembra il modo di comportarti? Tratti
male le ragazze, questo non si fa, no, no! Dovresti migliorare il tuo carattere,
essere più aperto e disponibile nei confronti degli altri! E poi, vogliamo
parlare della tua alimentazione? Mangiare solo dolci fa malissimo alla salute!
L: AAAAAAARGH!!!!!!!!!!!!!! *fugge*
Moralizzatore: *lo insegue* La gola è uno dei 7 peccati capitali!! Devi
pentirti, o finirai all'inferno! Lo dico per il tuo bene!
L: *riesce a dileguarsi, ma ad un certo punto è costretto a fermarsi per
riprendere fiato*
Moralizzatore: *comparendogli alle spalle* Ryuzaki, devi pentirti per le tue azioni!
L: AAAAAAARGH!!!!!!!!!!!!!! *fugge ancora, ma si ritrova con le spalle al muro
in un vicolo cieco XD*
Moralizzatore: ...d'altronde, anche stare davanti al computer rinchiuso in un
bunker per giorni e giorni senza dormire fa male! Da domani, si cambia: al
mattino passeggiata nel parco per giocare con le paperelle nello stagno,
sperando che non siano quelle di Duck Note, poi pranzo in un ristorante
macrobiotico, si va in Chiesa, torniamo a casa, fai le pulizie, il bagno, leggiamo un bel
libro di favole e poi a letto presto!
L: *con un crocifisso in mano* VADE RETRO, KIRA!!!!!!!!!!!!!!
Light: Qualcuno mi ha chiamato?
L: OòO;;; *indica Light* Ecco! ...prenditela con lui!
Moralizzatore: Non finché non ti pentirai delle tue azioni, caro il mio L Lawliet!
Light: *__________________*;;; *se lo appunta XDDD*
L: OòO;;;;;
Moralizzatore: ....ma ora che siete in due, non posso risparmiarvi un'altra
bella predica! Avete idea di tutte le immagini, fanfic et doujin yaoi che
avete creato voi due? E tutto perché per lasciarvi ritrarre in questi modi e
posizioni impure vi fate pagare profumatamente!
L&Light: *pensiero* Cazzo, ci ha scoperto!
Light: Ma che vuoi? L'inchiostro per scrivere sul Death Note costa!
Moralizzatore: Ma voi causate scompiglio nella mente delle giovani ragazze
[compresa l'autrice della fanfic, s'intende],
sconvolgendole e gettandole nel nero baratro del peccaminoso yaoi! Le povere
fanciulle, di fronte ai vostri atteggiamenti lussuriosi, fanno pensieri o cose
altrettanto lussuriose!
L: Capisco, ma non guardi me, è Watari che mi costringe! E' lui che scatta le
foto! Io non ho mai visto neanche un centesimo!!
Moralizzatore: Comunque sia PENTITEVI!+O+; E fate quello che la trama originale
vuole!! Insultatevi, picchiatevi e combattete fra di voi fino alla MORTE!! *avanza
verso di loro come un'ombra malefica*
Light&L: *si abbracciano tremando terrorizzati XD*
Misa: ...ma che diavolo succede qui? Cos'è questo casino?
Moralizzatore: *vede Misa* ...
Misa: *vede il Moralizzatore* ...
Misa&Moralizzatore: .......AAAAAAAAAAAAAAAARGHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!
Moralizzatore: QUESTO E' TROPPO ANCHE PER MEEEEEE!!!*fugge via per non tornare
mai più XD*
Light&L: Fiuuuu...
Misa: ...era un'offesa? ò___ò;;