L'anno seguente.

 

 

 

"Forza, sveglia!" Una spingeva energicamente Julien per convincerlo a svegliarsi, era arrivato il giorno in cui partivano, abbandonavano finalmente quell'isola che tanto avevano odiato, quell'isola in cui nessuno voleva più stare. Quando tutta la famiglia fu pronta si diressero al porto. Julien, 15 anni, era "reduce" da una serata tra amici, si erano radunati tutti a casa di Marco, un amico che stava in classe con l'adolescente della famiglia che stava per trasferirsi, ma era stato bocciato, quindi era di un anno più grande. Marco si divertiva a spaventare i suoi compagni di classe, raccontandogli storie di paure, storie di fantasmi di Venusaur e Blastoise che litigavano ogni sera, da anni e anni, e chi fosse stato il malcapitato che avrebbe assistito allo scontro non ne sarebbe uscito illeso. Ma un storia sembrava aver colpito particolarmente Julien: Marco disse che un giorno un allenatore e il suo Arcanine andarono in viaggio su una barca, volevano attraversare la regione, ma a casua di un'imprudenza del capitano la nave affondò e morì tanta gente e tanti pokèmon, compreso Arcanine.  Ma il suo allenatore si salvò. Quindi si dice che su quella barca vaga ancora lo spirito di quel povero pokèmon alla ricerca del padrone e, a causa dell'invidia, inizia a infastidire tutti gli allenatori felici che hanno un pokèmon al loro fianco. Così, la macchina della famiglia si imbarcò, e Una fece caso ad un fatto: Il numero dell'imbarcazione era 627. Pensò fosse solo una coincidenza. Il primo giorno a bordo della nave fu sereno e tranquillo, nulla fuori dalla norma; ma durante la notte Julien, spaventato dalle storie raccontategli dall'amico, aveva involontariamente aumentato i propri sensi, facendo caso ad ogni minimo rumore. Per tranquillizzarsi un po' fece uscire il suo Umbreon e se lo strinse con se nel letto. La notte non passò velocemente. Al risveglio, Julien si accorse che il suo Umbreon non era più al suo fianco,  ma si accorse che era sdraiato per terra, e che il suo manto color nero carbone, era un po' abbrustolito, come se fosse stato coinvolto in uno scontro. Quello era l'ultimo giorno sulla nave, dopodichè sarebbero arrivato a Secondisola e avrebbero iniziato una nuova vita. Il giorno passò tranquillamente e mamma, papà e figlio si misero sul ponte principale per abbronzarsi un po', ma la sera Julien non riusciva proprio a dormire. Fece uscire di nuovo Umbreon e questa volta notò che il manto era completamente bruciato. Si mise a piangere e strinse forte a se il suo amato pokèmon. Serrò forte i denti e decise che l'avrebbe fatta pagare a chiunque avesse fatto del male al suo amico. Era sempre più convinto che fosse stato lo spirito di quell'Arcanine. Tutti i pezzi combaciavano. Quindi andò in giro per la nave, con la sola compagnia del suo fedele alleato. Iniziò a urlare, a chiamare lo spettro, lo intimava a farsi avanti. Così, dopo pochi minuti, iniziò ad avvertire una presenza alle sue spalle, si voltò ma non vide nulla. Camminò ancora per la nave, che durante la notte sembrava ancora più spettrale. Quando all'improvviso iniziò a sentire caldo, molto coldo. Si accorse che c'era una luce simile a quella di un falò dietro una colonna. Si avvicinò e ciò che vide lo fece trasalire. Svenì e la mattina dopo si risvegliò nel suo letto, con qualche ustione leggera, non sapeva come eraa arrivato al letto, ma sapeva che quello che aveva visto non era umano, non sapeva cosa fosse, sapeva solo che avrebbe pagato con tutto quello che aveva per poter dimenticare ciò che aveva visto.