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Autore: glaenzendefrau    15/06/2013    6 recensioni
Una mosca si posò sul suo naso e lui sussultò. Scattò di nuovo a sedere, mentre quella ronzava via pigra e andava a posarsi sul soffitto.
Fu in quel momento che Charlie si accorse del poster.

Nella camera del suo migliore amico, il ragazzo da parete scopre un segreto.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brad, Charlie, Patrick
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carta da parati

Carta da parati





Era solo passato per restituire una cassetta, ma era stato invitato dentro prima che avesse anche solo potuto aprire la bocca per protestare.

« Aspetta qui un secondo, vado a prendere qualcosa da bere ». Patrick, sulla soglia della sua camera da letto, si voltò e sorrise a Charlie. « Mettiti comodo, se vuoi. Torno subito ».

« Okay ».

Una volta solo, Charlie appoggiò la cassetta sulla scrivania coperta di libri aperti. Si sfilò la giacca, la piegò con cura e la appese sullo schienale della sedia abbandonata in mezzo alla stanza. Si sedette con cautela sul bordo del letto e starnutì. Non appena Patrick sarebbe ritornato, decise, gli avrebbe suggerito di aprire un po' le finestre. C'era troppa polvere, lì dentro.

Si stese e la sua testa sfregò contro il muro, ma a lui non importava. La trapunta aveva un leggero sentore di fumo e di sudore e di ammorbidente. Charlie inspirò a pieni polmoni e si chiese che odore avesse invece il copriletto di Sam: forse di shampoo alla mela, o forse del profumo alla vaniglia che amava mettersi sui polsi quando usciva il sabato sera.

Osservò la polvere fluttuare in ampie volute alla luce del sole del tardo pomeriggio, assorto. Le voci di Patrick e della madre di Sam, tranquille e rilassate, gli giungevano attutite dal piano inferiore. Charlie socchiuse le palpebre e sbadigliò. Magari avrebbe potuto schiacciare un pisolino. Ci avrebbe poi pensato Patrick a scuoterlo per una spalla e a svegliarlo, no?

Una mosca si posò sul suo naso e lui sussultò. Scattò di nuovo a sedere, mentre quella ronzava via pigra e andava a posarsi sul soffitto.

Fu in quel momento che Charlie si accorse del poster.

Era una riproduzione della copertina di Abbey Road, attaccata storta sopra la testiera del letto: sembrava quasi che i Fab Four stessero per affrontare una lunga salita. Tre angoli erano fissati al muro con puntine da disegno, ma l'ultimo, quello in basso a destra, era stato coperto con una ragnatela di scotch. Una piega irregolare tagliava a metà il piede di George Harrison, come se il poster fosse stato sollevato più volte in quel punto.

Magari si è rotto. Charlie si avvicinò, ma non vide nessuno strappo. Si accorse però, di una sottile linea nera, tracciata a penna, che spuntava dal bordo inferiore del poster e terminava in una serie di ditate scure sul muro.

Charlie si voltò e tese l'orecchio. Nessun rumore di passi sulle scale, si rese conto. Si allungò sul cuscino. La madre di Sam e Patrick erano ancora immersi in una sommessa conversazione. Guardo solo un attimo, Patrick. Promesso.

Scostò piano l'angolo del poster. Lo scotch, pieno di lanugine, non si attaccava nemmeno più alle sue dita.

Sulla carta da parati nascosta dalla copertina di Abbey Road, qualcuno aveva scritto, a larghe lettere maiuscole, quattro parole. Aveva usato uno sfacciato pennarello nero, come se avesse voglia di urlare, di far filtrare il colore sulla carta patinata del poster:


BRAD È STATO QUI


E, poco più sotto, aveva scarabocchiato:


con Patrick.


Più in basso, qualcun altro aveva aggiunto, con una penna sottile:


scemo!


Charlie riconobbe la calligrafia sottile e stretta, la s appuntita. Patrick aveva tentato anche di aggiungere una X, ma la biro doveva essergli sfuggita dalla mano, perché aveva lasciato scarabocchi neri e manate di inchiostro dovunque. Come se fosse scoppiato a ridere all'improvviso, oppure qualcuno avesse tentato di prendergli la penna dalle dita e lui avesse lottato per non farsela rubare.

Charlie coprì di nuovo le scritte. Lo scotch, però, non voleva saperne di stare attaccato al muro: l'angolo del poster si arricciò sotto le sue dita e scoprì di nuovo la X storta, il bacio storto.

Picchiò con discrezione sul poster fino a quando il piede di George Harrison non tornò al suo posto. Passò il pollice sulla linea che gli spezzava la caviglia.

Perché andava bene essere un osservatore, ma un ficcanaso no.



   
 
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