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Autore: I am Maryanne    15/06/2013    2 recensioni
You are not Alone Carolyn...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime di sangue


Era tutto il pomeriggio che ci provava, stava seduta in quella panchina di quel parco dove andava sempre. 
Doveva scrivere una canzone ma non le veniva nulla in mente.
Stava tamburellando con le penna sulla pagina bianca del suo quaderno blu, dove scriveva e disegnava tutto quello che le veniva in mente.
"Basta! Non ci riesco!" pensò sospirando rumorosamente
Il parco era isolato oramai e, non voleva tornare a casa, dove sapeva che cosa l'attendeva solo solitudine e sofferenza, le ferite che la sua mente si portava dietro erano ancora troppo fresche per passarci sopra.
Ricordava l'ultima immagine che aveva visto... Sua sorella.
Quella sorella che l'aveva da sempre aiutata, viveva per lei e, avrebbe venduto persino l'anima per salvarla... 
Quella sua bella sorella, di solo due anni in più di lei, con i suoi bellissimi capelli ondulati e gli occhi chiari, il suo sorriso solare e la sua risata contagiosa e ora... L'unica immagine che aveva in testa era quando la vide per l'ultima volta, in quella bara di legno bianco, indossava i vestiti di sempre, perché così la voleva ricordare, con i suoi bracciali borchiati, con le numerose catene appesa ai jeans neri, con il trucco pesante e... Questa volta però non sorrideva, il suo viso non aveva espressione, le guancie, non più rosee, ora erano biche come il latte e le labbra idem.
Le lacrime le arrivarono fino agli occhi scuri e, scesero sul viso velocemente.
"Ma perché succede sempre tutto a me!?" pensò piangendo più rumorosamente, tenendosi la testa con una mano.
Non poteva credere di aver perso la persona a cui teneva di più al mondo... La sua sorella maggiore... 
"Perché tu?!" 
"Perché eri una persona troppo buone e generosa con il mondo!" pensò alla sorella
Non sapeva che cosa fare... Così inserì la mano nella borsa a tracolla e frugò per un po dentro finché non vi trovò il suo specchietto portatile. Lo aprì e ci si specchiò dentro, con disgusto
"Perché lei!" pianse 
"Non c'è la faccio... Devo fare qualcosa..." si guardò attorno per trovare una soluzione a tutta quella sua sofferenza.
Voleva eliminarsi per sempre, per sempre, per sempre! 
Prese lo specchietto e lo gettò con violenza a terra, quello si ruppe in mille pezzettini.
Si fece cadere a terra, sulle ginocchia scoperte.
Si specchiò nelle scaglie a terra, poi, quando ne vide una particolarmente appuntita, la prese e la osservò  per un po.
Girò l'avambraccio e passò la parte tagliente sulla carne, la pelle si aprì, facendo uscire il sangue caldo, che scivolò sul braccio dalla pelle scura.
Fissò il braccio tagliato e, fece cadere l'arma a terra, spalancando gli occhi e tramando.
Era la prima volta che provava un atto così violento e non poteva credere di averlo fatto per davvero.
Si portò le gambe al petto e le abbracciò con entrambe le braccia, il sangue continuava a cadere sul braccio, imbrattandolo quasi tutto.
Prese un fazzoletto e lo pulì, cercando di cancellare tutte le traccie del fatto, ma non bastava... Il taglio, anche se non profondo, era molto evidente, anche perché essendo estate, portava le maniche corte.
Frugò nuovamente nella borsa e li trovò un altro fazzoletto, con il quale pulì ancora la ferita.
Il pianto si fece più forte, ma era tranquilla perchésapeva che nessuno la poteva sentire, dato che il parco era isolato e, la panchina, dove prima era seduta, era dietro ad una statua immensa.
Le squillò il cellulare, non voleva rispondere, ma controllò lo stesso chi era:
"Jake" lesse. Lasciò che fece un'altro squillo e poi cliccò sul tasto verde:
- Carolyn... - la chiamò l'amico 
- J-Jake... - rispose lei con le lacrime agli occhi
- Cosa succede? - domandò lui
- Niente Jake - ricominciò a piangere
- Così mi fai preoccupare... Dimmi che ti succede? - insistette lui
- Aiutami Jake - lo pregò 
- Dove sei? - chiese Jake senza chiedere spiegazioni
- Nel parco dove vado sempre - rispose lei
- Aspettami li che arrivo - disse convinto e chiuse la chiamata
Carolyn rimase seduta a terra come prima, non mosse nemmeno un muscolo, ma continuò comunque a piangere
Jake arrivò dopo davvero pochissimo, e, quando la vide a terra, si preoccupò ancora di più e la raggiunse correndo
- Caro! - la chiamò come faceva solo lui
- J-Jake - singhiozzò lei alzandosi e abbracciando l'amico, che fece lo stesso
- Cosa succede Caro? - le chiese preoccupato, tenendola abbracciata a se
Lei, continuando a piangere rispose
- Sam Jake... Sam - disse tra le lacrime 
- Che succede a Sam? - chiese lui preoccupato scostandola da lui e guardandola negli occhi
- Sam... - cominciò, ma un nodo alla gola le si formò, impedendole di continuare a parlare
- Va bene... Mi racconterai dopo, ora vieni con me - disse conducendola verso la sua auto e facendola salire di fianco al posto del guidatore.
Lei, senza dir nulla, si fece portare con lui... Lo conosceva ormai e per lui era come un fratello
Arrivarono fino sotto casa di lui, scesero e, senza dir nulla, Jake infilò le chiavi nella serratura della porta, e l'aprì facendo entrare l'amica dentro e richiudendosela alle spalle.
- Ragazzi! Sono a casa! - urlò ma non ebbe alcuna risposta
- Saranno fuori - disse 
- Vieni Caro - l'accompagnò in cucina facendola sedere ad una sedia del tavolo e, lui, si sedette di fianco a lei guardandola
- Dimmi Caro... Cosa succede a Sam? - riformulò la precedente domanda
- S-Sam è... S-Sam è... - abbassò lo sguardo 
- Sam è... M-mort - non riuscì a terminare la frase che riscoppiò a piangere portandosi le mani agli occhi
Jake, aveva capito tutto, le si avvicinò e l'abbraccio forte forte
- Ho capito Caro... Ho capito - sussurrò e, una lacrimuccia arrivò anche ai suoi occhi verdi, che diventarono lucidi.
Quando si staccarono lui la guardò negli occhi, asciugando i propri.
- D-di cosa? - chiese lui
- P-Per l-la malattia - rispose lei, Jake conosceva quello che aveva Sam, ma non pensava che sarebbe morta... Semmai, non lo voleva pensare...
- Voglio morire Jake! - riscoppiò a piangere 
- No, tu non devi morire! - la prese tra le barccia cercando in qualche modo di tranquillizzarla, anche se pure lui non era messo bene, perché conosceva Sam e... Non poteva ancora credere a quello che aveva sentito dire da Carolyn.
- Vieni - si alzò dalla sedia su cui era seduto tirandola per un braccio e facendola alzare, entrò nel piccolo bagno e aprì l'acqua fredda.
Le lavò il viso, facendo sciogliere anche il trucco che rimaneva e che non era ancora colato.
Lei rimase immobile, in silenzio, a volte tirava su col naso, ma non aprì bocca.
Quando Jake ebbe finito, prese un asciugamano pulito e le asciugò il viso delicatamente
- Rimani da me - disse, Carolyn non rispose, annuì soltanto.
- Vieni - disse e l'accompagnò fino nella sua stanza, aprì l'armadio e tirò fuori una maglietta nera a maniche corte porgendogliela
- Non so se va bene... - disse e senza dire nulla lei la prese in mano
- Vai a cambiarti - disse e senza molte cerimonie, Carolyn entrò in bagno chiudendosi dentro e cominciando a spogliarsi, rimanendo con l'intimo, indossando poi la maglietta nera che le aveva dato l'amico.
Tornò in camera e vide Jake già in pigiama, con lo sguardo basso e i capelli sparati
Quando si accorse della presenza dell'amica, alzò immediatamente lo sguardo da terra e incrociò quello di Carolyn.
Senza dire nulla, Jake aprì le coperte e vi entrò, poi, venne raggiunto anche da lei, che fece lo stesso. Spense poi la luce e chiuse gli occhi a fatica.
- Jake... - lo chiamò Carolyn
Lui si girò verso di lei
- Si - rispose
- Posso abbracciarti? - domandò
Senza dire nulla, Jake le si avvicinò, cingendole le spalle, lei posò la testa sulla sua spalla e gli circondò i fianchi con un braccio.
- Grazie Jake - sussurrò 
- Ti voglio bene Caro - sussurrò lui...
   
 
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