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Autore: fuku    16/06/2013    0 recensioni
Tratto dal secondo capitolo:
"E' stata solo colpa mia, perchè ho paura di ammettere i miei sentimenti. E ora lui è li, in bilico fra vita e morte, ma io l'avevo già ucciso non esprimendogli il mio amore al momento giusto."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corro.
Più veloce, devo andare più veloce, ancora di più.
Continuo a correre, mi fermo solo ai semafori, trepidante.
So benissimo dove sto andando, e so come raggiungererlo con i mezzi, ma qualcosa nella mia testa mi dice che correndo arriverò prima.
E devo riuscire ad arrivare il prima possibile.


 
 
"Lo sai che giorno è oggi?"
 
"Diciassette marzo."
 
"E cosa succede il diciassette marzo?"
 
"Sono cinque mesi che stiamo insieme?"
 
"Brava, per questo vinci un orsacchiotto!"
 
Alessandro tirò fuori un peluche da dietro la schiena, e gli occhi della ragazza si illuminarono. Lo prese con entrambe le mani e lo strinse a se.
 
"Oh mio Dio, è bellissimo!"
 
Alessandro le sorrideva, vederla così felice lo rendeva il ragazzo più felice del mondo.  Ne era innamorato, più di qualsiasi altra cosa, e nessuno sarebbe riuscito a portargliela via. Lei si avvicinò a lui e le diede un bacio morbido sulle labbra, ma dentro quel bacio c'era il mondo; tutte le paure sparivano e solo l'amore aleggiava intorno a loro, come se fossero soli nell'intero pianeta. Lui le cinse la vita con le mani, e quando lei si staccò potè immergersi nei suoi occhi.


 
 
"Dimmi il piano."
 
Aveva preso il telefono in mano, entrando velocemente nella struttura. Non voleva chiedere aiuto a nessuno, anche perchè nessuno poteva aiutarla.
 
"Secondo Fra, ma non credo tu possa..."
 
Gli attaccò il telefono in faccia e riprese a correre. Non gli importava di nulla, e salendo di corsa le scale non si interessò agli infermieri che le dicevano di non correre.
E poi lo vide, o meglio, vide il dolore nei suoi occhi.
Lorenzo la fermò, perchè è come se lei non avesse intenzione di fermarsi. E quando le sue braccia strinsero il corpo della ragazza si accorse di come fosse diventata improvvisamente fragile; il cuore le batteva forte e il suo respiro era un affanno. E  gli occhi, esattamente come i suoi, erano colmi di lacrime.



 
 
"E ora vediamo se riesci a vincere una rosa."
 
Francesca sorrise ancora di più, mordendo il labbro di Alessandro.
 
" Io vinco sempre tutto."
 
Lui la guardava, e capiva che negli ultimi cinque mesi aveva vissuto di più dei suoi diciassette anni.
"Ti amo."
 
Lo aveva detto. 
Era già tanto che era innamorato di lei, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo. Ed ora, con un sorriso sornione sul volto e una rosa dietro la schiena, lo aveva confessato.
Lei si staccò, con gli occhi sgranati.
"Oh."
 
No, lei non sapeva cosa provava.
 
"Io...non lo so."
Alessandro si bloccò, lo sguardo fisso sulle sue labbra e le sue parole che le rimbombavano nella testa.
 
"Non lo sai?"
 
"No."

Aveva paura, paura di perderlo. Ma Francesca non sapeva di amarlo, ma era così. Solo che nessuno gliel'aveva mai detto, e lei non sapeva cosa fosse l'amore.
Si girò, e iniziò a correre, scappando a casa. Alessandro rimase li, una rosa in mano, un peluche in terra, e un cuore morto.
 





"Dov'è?"
 
"E' in sala operatoria."
 
Francesca sgranò gli occhi, e intorno prese tutto a girare.
 
"E' grave?"

 
Indugiò, aveva paura di una probabile reazione della ragazza.
 
"Si."
 
Il mondo iniziò a girare e Lorenzo fece fatica a sostenere il corpo della ragazza che perdeva i sensi.
 
Era sdraiata sul suo letto, mentre guardava il soffitto. Era al buio, con le stelle fosforescenti che si illuminavano; quanti momenti aveva passato qui con Alessandro!
Ancora doveva rendersi conto di ciò che era appena successo; fra loro era tutto finito, solo perchè lei era un deficiente?
Il suo telefono iniziò a vibrare.




 
"Ciao Lorenzo, se hai intenzione di farmi la predica per come è andata con tuo cugino puoi risparmiartela, sto già una merda."

"Francesca, siamo in ospedale."
 
Si rizzò subito a sedere, allarmata. Lorenzo era un suo grande amico, cosa le era successo?
 
"Cosa hai?"
 
"Non io. Alessandro. Alessandro ha avuto un incidente."
 
Si alzò, senza neanche chiedere in che ospedale fosse, e iniziò a correre.
  
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