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Autore: Riholu    16/06/2013    3 recensioni
[Storia ambientata prima degli eventi di B2 e N2]
Ad Unima non c'è più tempo di divertirsi, perché i Pokémon stanno soffrendo per mano di un team sconosciuto.
Non c'è più tempo di giocare al novello allenatore, e Touko dovrà impararlo presto, se vorrà aiutare la sua regione a curarsi dalle Ombre.
Tratto dal testo:
I due ragazzi si guardarono per un attimo, per capire chi è che dovesse parlare.
Alla fine prese parola il primo.
«Ciò che stiamo per dirti probabilmente ti scioccherà un po', ma non è il caso di addolcirti la pillola. Hai comunque l'età per capire, quindi cerca di affrontare la verità con diplomazia. Qualunque sia. E di crederci, soprattutto»
[REVISIONE IN CORSO --> Capitolo 13]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Touko
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 39
 
 
 
Appena i due uscirono, ad attenderli trovarono Rui e Charles con la polizia appresso.
La prima vedendo la ragazza uscire le corse incontro e l'abbracciò, lasciando di stucco sia Wes che Touko.
 
La brunetta ridacchiò.
-Rui, così mi soffochi...- disse piano, sorridendo stanca.
 
-Sono super contenta di rivederti sana e salva. Complimenti per i tuoi nuovi compagni di squadra!- esultò la rossa, scostandosi un po' dall'amica.
Vedendola confusa, le ammiccò.
-Me lo ha detto Michael- le sussurrò, complice.
 
-Ah. Beh, grazie; sono parecchio stanca. Credo che andrò a dormire adesso, mi sento come svuotata di tutte le energie-.
 
A quelle parole il diciassettenne le lanciò un'occhiata preoccupata, ma non proferì parola.
Appena fu loro permesso, l'agente Jenny andò a congratularsi con i quattro eroi.
Nessuno di loro fece parola su Zekrom o Kyurem: tanto meglio, meno erano quelli ad essere a conoscenza della comparsa dei due Leggendari, meglio era.
 
Gli ufficiali posero loro alcune domande, alle quali Touko rispose in modo assente e con monosillabi, o con cenni svogliati del capo.
Il mulatto le scoccava spesso occhiate ansiose, anche perché notava una differenza nel temperamento della brunetta. Era troppo strana a suo parere, e avrebbe voluto parlarle; ma quei dannati agenti non gli lasciavano un momento libero.
 
-Volete un passaggio?- domandò all'improvviso l'agente Jenny al ragazzo, che non l'aveva ascoltata per tutto il tempo.
Era troppo preoccupato per rispondere a delle futili domande.
 
-Come?- ribattè infatti questo, aggrottando la fronte.
 
Fortunatamente la donna non se la prese per la sua assenza di attenzione.
-Le ho chiesto se voleva un passaggio per arrivare al Centro Pokémon. La ragazza che è uscita con voi dal Deposito Frigo non mi sembra stare molto bene, perciò...-.
 
-Oh, certo: ci fareste un favore- annuì il biondo, e andò a chiamare gli altri per avvertirli di quella gentilezza.
 
Appena tutte le domande furono state poste ed ebbero avuto risposta, le tre volanti della polizia ripartirono con i malviventi e i ragazzi al loro interno, diretti alla centrale.
Fortunatamente questa si trovava nei pressi del Centro Pokémon, così non ci fu bisogno di deviazioni per raggiungere la struttura medica e hotel per allenatori.
 
Mentre Michael e Wes salutavano e ringraziavano i loro scarrozzatori e Nardo, rimasto a bordo dell'auto, Rui accompagnò Touko all'interno dell'edificio.
Anche lei era preoccupata per lo stato catatonico in cui era caduta la ragazza: che stesse male? O aveva subito un qualche shock?
Dolcemente la fece accomodare su un divanetto, e lì la ragazzina si stese e chiuse gli occhi. Era stanchissima.
 
La rossa invece raggiunse i due compagni di viaggio, appena entrati, e li chiamò agitata.
-Cosa c'è, Rui?- domandò il quindicenne, confuso.
 
La ragazza non badò alle sue parole e si volse piuttosto verso il biondo.
-Wes, potremmo prendere ora le stanze?- chiese a questo, che inarcò un sopracciglio, perplesso.
 
-Certo, non c'è problema. Ma perché? E' ancora giorno e Touko ha una palestra da sfidare-.
 
-E' appunto per lei che te lo chiedo. Si è addormentata- spiegò la diciassettenne.
 
-Oh... Beh, dopo quel giro sotto zero non dubitavo che fosse stanca. Va bene, un secondo che prendo le camere- annuì l'altro, e corse verso il bancone dell'infermiera Joy.
 
I due rossi nel mentre si diressero verso il divanetto dove la loro amica dormiva: era molto agitata, sembrava soffrire.
In quel momento il Campione li raggiunse.
-Ragazzi, ecco le chiavi. Ehi, ma che avete?- chiese, vedendolo preoccupati.
 
Michael si voltò e indicò la brunetta, stesa supina sul divano. Era incredibilmente rossa, e piccole goccioline le scendevano dalla fronte.
La sua espressione era sofferente.
 
Il ragazzo si allarmò e s'inginocchiò accanto a lei, scuotendola un po'.
-Touko, svegliati- le disse, la fronte aggrottata.
 
La brunetta mugugnò e dischiuse gli occhi. Il giovane potè solo vedere il suo sguardo vuoto prima che le palpebre si richiudessero, celandogli le iridi chiare della ragazza.
Con un sospiro, il ragazzo si alzò e, una volta chinatosi, con delicatezza passò le braccia sotto il corpo della ragazza.
Dopodiché la sollevò, prendendola in braccio e sistemandola in modo che la testa fosse posata sul suo petto, così che non penzolasse nel vuoto.
 
-La porto in camera, voi prendete un po' d'acqua e raggiungeteci alla 5C- disse, poi si avviò al piano superiore.
Durante il tragitto compiuto alla ricerca della stanza della ragazza, Wes la guardò spesso, preoccupato.
 
Appena giunsero di fronte alla 5C, con un po' di difficoltà il giovane aprì la porta ed entrò nella stanza che aveva affittato.
Una volta chiusa questa, si diresse verso il letto a una piazza e mezza e depose piano il corpo minuto dell'amica su di esso, che continuò solerte a dormire.
 
Il ragazzo si sedette al suo fianco, scrutandola un po' con un dubbio in testa.
Piano si chinò su Touko e le posò le labbra sulla fronte, per poi ritirarsi con gli occhi sgranati.
-Ma tu scotti!!- esclamò, correndo fuori.
 
Davanti alla porta della stanza trovò Michael e Rui, e quest'ultima teneva in mano un bicchiere d'acqua fresca.
-Wes, ma cosa...-.
 
-Touko ha la febbre, serve un termometro- disse il mulatto perentorio, interrompendo la rossa.
 
I due rimasero sorpresi dal tono che il loro amico aveva usato, così autoritario, ma non dissero nulla.
La ragazza entrò con il bicchiere in mano e lo posò nella stanza, mentre l'altro corse giù dall'infermiera Joy per avere un termometro.
 
Rimasero così Wes e Rui a vegliare su una sofferente brunetta, che aveva preso ad agitarsi sul materasso in preda al calore.
 
-Deve avere la febbre molto alta- disse la ragazza, sedendosele accanto.
Dopodiché portò due dita nel bicchiere, immergendole per bagnarle di acqua gelata, e le portò sulle labbra dell'amica amorevolmente, come una madre, nel tentativo di farle bere un po' d'acqua fredda.
Aveva le labbra bollenti. Respirava affannata, poverina.
 
-E' colpa mia, avrei dovuto insistere nel riportarla indietro- disse il biondo, rattristato.
 
-Non essere sciocco, non è colpa di nessuno. Può capitare di ammalarsi- gli rispose la diciassettenne, bagnando ancora le labbra asciutte di Touko.
 
Michael tornò poco dopo con un termometro nuovo di zecca in mano.
-Dammelo- ordinò Rui, strappandoglielo di mano e lasciandolo sorpreso.
 
Con delicatezza, dischiuse le labbra della brunetta e glie lo infilò in bocca per cinque minuti, per poi levarlo e scuoterlo un po'.
-Fantastico, trentanove e ottanta, praticamente quaranta. Ma quanto cavolo faceva freddo in quella cella frigorifera di gelati?!- esclamò, maledicendo l'oggetto e buttandolo da qualche parte accanto a lei.
 
-Almeno cinque gradi sotto zero, Rui- rispose Wes, automaticamente.
 
-Era una domanda retorica. Va bene, bisogna spogliarla e metterla sotto le coperte. Uscite, vi avverto io- ordinò la rossa, buttando fuori dalla stanza i due ragazzi.
 
Dopodiché, tornò dall'amica e la mise seduta delicatamente, strappandole un mugolio.
Le tolse prima il giubbino fradicio, passando poi all'adorabile maglietta con i due Leggendari in versione chibi e lasciandola così in canottiera. La privò pure degli scarponcini, dei calzini e dei jeans (questi ultimi con un po' di difficoltà).
 
Alla fine, tutto ciò che la ragazzina aveva indosso era l'intimo e la canottiera.
Non aveva più nemmeno il cappello, e i capelli erano stati sciolti perché l'elastico non le facesse male.
Con un po' di fatica, riuscì a metterla sotto le coperte.
 
-A questo punto servono farmaci- esordì, dopo aver osservato il suo operato.
Si diresse verso la porta ed andò ad aprirla, trovandosi davanti due ragazzi preoccupati.
 
-Servono medicine. Mic, puoi andarle a comprare? Wes, tu procurati delle pezze e dell'acqua possibilmente fredda. Fate velocemente-.
I due annuirono e corsero a eseguire gli ordini, mentre la rossa tornò accanto alla ragazza.
 
Sospirò e attese, mentre fissava l'amica che continuava ad agitarsi.
-Non posso credere che sto aiutando la mia rivale in amore a guarire. Com'è strana la vita, e cosa si fa per rendere felici le persone che si amano...- sospirò ancora, stiracchiandosi.
 
Non ottenne alcuna risposta dalla brunetta, non che se l'aspettasse.
Con un terzo sospiro, riportò l'indice e il medio nell'acqua contenuta nel bicchiere e bagnò ancora le labbra di Touko, trovandole nuovamente disidratate: la febbre bruciava i liquidi molto più in fretta di quanto pensasse.
 
Dopo due minuti la porta della stanza si aprì ed entrò il Campione con una scodella bianca colma d'acqua e una pezza medica.
-Non c'era di meglio. L'infermiera Joy mi ha assicurato che questo panno è sterile, usa simili metodi anche per curare i Pokémon scottati in attesa delle giuste medicine- disse, avvicinandosi al letto.
 
La rossa annuì e prese ciò che l'amico le porgeva.
Posò il recipiente sul comodino lì a fianco e vi immerse subito la pezza. 
Dopodiché, depose questa sulla fronte della ragazza che lanciò un sospiro di sollievo e sgomento per l'impatto di qualcosa di gelato contro la sua pelle bollente, facendo sorridere i due giovani.
 
-Ti senti meglio, eh?- ridacchiò Rui, mentre la brunetta si calmava un po'.
Il suo respiro divenne meno affannato, riottenendo una sequenza più tranquilla di prima.
 
Wes si sedette accanto a lei e osservò con rammarico l'amica.
-Non riesco a convincermi della mia non-colpevolezza. Se avessi ordinato ad Entei di portarla via... di sicuro non si sentirebbe così male- disse, sospirando.
 
-La febbre viene a tutti, Wes, non c'entri nulla tu-.
 
-Sarà, ma continuo a rimproverarmi. Dovevo pensarci, che stare così tanto tempo al freddo l'avrebbe destabilizzata, come tutti del resto. Anzi mi stranizzo del fatto che io non mi sono sentito anche peggio, dato che vivo in una regione molto più calda- rispose il giovane, senza mollare lo sguardo sulla figura di Touko.
 
-La vita è imprevedibile. Può accanirsi su una persona, come può favorirne un'altra; non c'è modo di saperlo- gli disse lei, sorridendogli.
 
-Hai ragione: per ora si sta accanendo sul mio cuore- ridacchiò a bassa voce il ragazzo, ricambiando il sorriso con uno mesto.
 
-Cosa intendi con questo?- domandò la rossa, incuriosita.
 
-E' un po' che sono sommerso di dubbi. Tu e Michael insistete sull'argomento "amore" o simile: sostenete che provo qualcosa di più per Touko, e io comincio a non saper più cosa pensare- rispose l'altro.
 
-Continua-.
 
-Tu poche ore fa mi hai detto che Touko è l'unica ragazza che posso amare, mentre Michael continua a cercare di strapparmi complimenti e confessioni su di lei. Prima negavo con tutto me stesso certi sentimenti, ma adesso ho la mente completamente in confusione. Non capisco più cosa provo, ecco; non comprendo i miei sentimenti, le emozioni che puntualmente mi colgono quando sono con lei. Brancolo nel buio più totale, alla ricerca di una risposta che non trovo-.
 
-Tu come ti senti quando le sei vicino? Cos'è che ti piace di lei?- chiese Rui, per esortarlo a parlare.
Finalmente sentiva che si stava aprendo.
 
-Beh... Di lei mi piace tutto. Non trovo nulla che vorrei modificarle, perché altrimenti non sarebbe più Touko ma solo una blanda imitazione, per quanto possa essere ben fatta. Averla vicino mi tranquillizza, mi da una pace che non ho mai provato. Con lei mi sento bene. Hai presente la notte scorsa, la tua visita?- rispose lui.
 
Rui annuì, un po' imbarazzata.
 
-Beh, inutile dire che ero sconvolto. Pensavo che dopo il tuo bacio sarebbe cambiata completamente ogni cosa con il genere femminile; invece, quando ho incontrato Touko fuori dal Centro Pokémon, ho sentito solo il bisogno di conforto. Lei ha saputo darmelo e quando, il giorno dopo, mi sono risvegliato accanto a lei, nello stesso letto... ero felice. Non sentivo il benché minimo bisogno di allontanarmi, come temevo. Anzi volevo abbracciarla per sentire ancora quella sensazione di quiete che solo lei riesce a darmi – senza offesa-.
 
-All'inizio pensavo che queste emozioni e l'affetto che provavo per lei fossero suscitate dalla tenerezza che automaticamente, fin da quando la vidi sotto l'albero nel Percorso 1 con Snivy in braccio che attendeva i suoi amici, mi fece provare nei suoi confronti. Pensavo fosse solo questo, ma adesso che voi continuate a parlarmene e a farmi notare certi miei comportamenti che ho quando sto con lei... mi sembra tutto diverso-.
 
-Ogni volta che è felice mi sento sollevato, e quando invece s'intristisce... sento l'istintivo bisogno di confortarla; odio vederla soffrire. Quando per esempio eravamo ad Austropoli, ci imbattemmo in un gruppo di ragazzi che voleva abusare di lei: fu appena la vidi tra le mani di uno di loro che mi salì una rabbia potente. Avrei voluto uccidere quel tipo per averle messo le mani addosso, ma la consapevolezza che l'avrei solo turbata ancor di più mi frenò e mi permise di lasciarlo incolume, più o meno. Certo, gli ho lasciato il segno-.
 
-E quando, poi, ammise di aver avuto paura... Mi sentii male, come se provassi ciò che lei doveva aver provato sotto quelle mani. Non riuscivo a perdonarmi di averla lasciata inerme anche solo per poco- concluse Wes, senza mai scostare gli occhi dal viso di Touko.
 
-Tutto ciò che mi hai detto mi fa comprendere tante cose. In poche parole, con lei accanto ti senti sereno e vorresti saperla sempre al sicuro- disse Rui, guardando il volto dell'amico.
 
Questo annuì, sorridendo mesto.
-Patetico, vero?- ridacchiò il ragazzo, un'espressione sconsolata in volto.
 
-Per niente, solo molto dolce. Tu ti preoccupi molto per Touko, le vuoi molto bene: è naturale desiderare la sua sicurezza in qualsiasi modo- proferì Rui, scuotendo il capo.
 
-E' una novità, capisci? E' tutto talmente nuovo e travolgente che non riesco a comprenderlo a fondo. Sento che sarei pronto a fare tutto perché lei sia felice, anche allontanarmi se fosse necessario, ma una parte di me sa che non sarei mai capace di lasciarla andare. Temo che se lei si allontanasse da me, tornerei il cinico e freddo ragazzo che ero prima; e non voglio. Non riesco a fare a meno di cercare la sua vicinanza, anche fisica. Per questo vederla soffrire mi rende molto triste, perché è pure colpa mia se adesso è così- spiegò ancora il biondo.
 
-Ti capisco. Io provavo più o meno la stessa cosa per te, anche se non in maniera così particolareggiata. In confronto a quanto mi dici, il mio amore per te sembra un blando infatuamento giovanile; ma desideravo ugualmente la tua felicità, perché vederti sorridere è così bello... E' magnifico vedere la gente sorridere contenta e in pace con sé stessa, ti dona una quiete incredibile. E' naturale ricercare la felicità e quando questa ti viene incontro ti senti leggero come se volassi- annuì la rossa, sorridendo.
 
-E' proprio ciò che provo quando vedo Touko sorridere. Rimango interdetto e penso che il suo è il più bel sorriso del mondo, e vorrei vederlo sempre; sento che se lei fosse sempre felice, potrei esserlo anch'io. Detto così sembra un desiderio egoistico, e forse è così, ma davvero: non mi piace vederla triste. Quando sorride è più bella- ridacchò il ragazzo.
 
Purtroppo si accorse troppo tardi di quanto aveva detto ed arrossì di botto, portandosi una mano alla bocca. Guardò Rui e subito dopo abbassò lo sguardo, tremendamente imbarazzato.
Quella visione, più unica che rara, fece ridere di cuore la ragazza, che però fu costretta a trattenersi per non svegliare la brunetta dormiente.
 
Il giovane la guardò sconsolato.
-Di certo ora stai pensando che sono diventato un sentimentale all'improvviso. Proprio io!- bofonchiò, rattristato.
 
-No, continuo a pensare che sei molto dolce. E' vero, sei molto cambiato dall'ultima volta, Wes. Ma è un cambiamento in meglio, sei molto più aperto di prima e sembri quasi umano in questo momento- negò la rossa.
 
-Quasi?- domandò perplesso il ragazzo.
 
-Perché, tu ti senti umano in certi momenti? Reputi il tuo comportamento normale?-.
 
-Normale, eh? Non ho la presunzione di definirmi tale, ma dai: umano! E che dovrei essere, un alieno? Non sono Deoxys, Rui- rispose il mulatto, offeso.
 
-Non intendo questo. Solo, a volte, sei troppo misurato per sembrare un essere umano. E' come se avessi una mente imperturbabile, irraggiungibile; come se nulla potesse toccarti più di tanto- spiegò l'altra.
 
-Mente imperturbabile un corno! Tu non sai quante volte mi trattengo dal fare ciò che veramente vorrei fare. La mia mente è un campo di battaglia, semplicemente mi nascondo dietro la classica faccia da pokér- sbottò il ragazzo, nella sua voce un misto di offesa e divertimento.
 
-Sarà, ma fai paura. Non piace a nessuno un tipo che non si scompone mai e nasconde i propri sentimenti- disse Rui, facendo spallucce.
 
Calò il silenzio tra i due, che erano tornati a controllare Touko.
Questa sembrava essersi calmata ed aveva il respiro un po' più sereno. Sembrava proprio una bambina piccola, mentre dormiva.
Tuttavia la pezza sulla sua fronte era svaporata al contatto con il suo corpo oltremodo caldo e richiedeva una nuova ripassata.
 
Rui fece per sporgersi e prendere la pezza, ma Wes la bloccò.
-Posso... posso farlo io?- domandò lui, rispondendo all'espressione interrogativa della ragazza.
 
Un po' scombussolata dallo sguardo tremendamente sincero del giovane, la rossa annuì e gli porse la benda umidiccia.
Il biondo la prese e si alzò per avvicinarsi al comodino, dove intinse nuovamente la stoffa nell'acqua e, tiratala fuori, la strizzò. Dopodiché, con delicatezza depose questa sulla fronte della quattordicenne, che aveva preso ad agitarsi di nuovo.
 
Appena le mani del ragazzo entrarono in contatto con la pelle della brunetta, lui sentì quanto fosse febbricitante e non poté far altro che dispiacersi ancor di più.
Gli sembrava impossibile che stesse toccando la medesima persona che poco prima era congelata da capo a piedi.
 
Appena ebbe sistemato il panno bagnato, si ritirò velocemente.
Sentiva il cuore battere forte ed era certo di apparire un po' scombussolato: mai si era preso cura di qualcuno in tal modo, se non di suo fratello quando era piccolo.
 
Portò lo sguardo sull'amica sua coetanea e lei annuì con un sorriso, incoraggiandolo.
Il ragazzo annuì e tornò nuovamente seduto al suo posto, una strana sensazione in lui.
 
Rimasero ancora in silenzio ad ascoltare i suoni esterni che giungevano attutiti alle loro orecchie.
Poi Michael arrivò con alcune medicine consigliategli dal medico. Rui le diede subito all'amica e continuarono, tutti e tre, a vegliare su di lei fino a notte fonda.
 
Il tempo era trascorso veloce e nessuno voleva allontanarsi da lei, preoccupati com'erano per la sua salute.
Alla fine la candidata a sorvegliarla fu la rossa, la più idonea a passare la notte con Touko: erano entrambe ragazze, e la diciassettenne aveva avuto la febbre due mesi fa. Era ancora piena di difese immunitarie, per così chiamarle.
 
Wes si allontanò dalla brunetta solo dopo aver fatto giurare all'amica di chiamarlo per qualsiasi cosa; solo allora le lasciò sole.
Con un sospiro, la ragazza si preparò per dormire e si mise sul divano: certo aveva avuto la febbre di recente, però era anche vero che dormire con una malata era da pazzi.
Anche se non dubitava che il mulatto non si sarebbe fatto tutti questi problemi e avrebbe dormito con lei.
 
Con una risatina a quel pensiero ed un'ultima occhiata a Touko, Rui le rivolse un piccolo "buonanotte" e si addormentò quasi subito.
 
 
 
Non fu certo una bella nottata quella che passò Wes.
Per buona metà, continuò a rigirarsi tra le coperte senza riuscire a dormire. In testa aveva il pensiero costantemente rivolto alla brunetta, e a ciò di cui aveva parlato con la rossa.
 
Gli sembrava impossibile che proprio lui si fosse aperto tanto, e per di più con la stessa ragazza che gli si era dichiarata la notte scorsa.
Non era crudele mettere proprio lei al corrente di ciò che gli passava per la testa riguardo a Touko?
 
"Ha insistito lei, ed io avevo bisogno di parlare con qualcuno" ammise poi.
Era straordinario quanto fosse sincero con sé stesso, se ne stupiva pure lui.
 
Però c'era sempre quel chiodo fisso che non lo liberava, e rappresentava l'unico argomento sulla quale lui non riusciva ad essere sincero.
Ovvero, Touko mi piace?
 
Non sapeva nemmeno lui quali erano i suoi sentimenti.
"O forse li so, ma non li voglio ammettere" si disse, come sempre.
 
Non erano rari i suoi soliloqui, anzi molto spesso si ritrovava a dover scrutarsi nell'animo.
Ciò accadeva quando rimaneva solo, e in passato quei momenti di solitudine erano talmente frequenti che Wes aveva imparato a conoscersi molto a fondo.
Sapeva buona parte dei suoi difetti e dei suoi pregi.
 
Alla fine sbuffò e scostò le coperte con un gesto secco, incapace di riposare ancora. Non badò al freddo che subito lo assalì, facendogli desiderare di rimettersi al caldo, e si alzò con decisione.
Una volta rimesse le scarpe e i jeans, uscì dalla stanza diretto a quella della brunetta.
La preoccupazione lo attanagliava.
Sapeva che con il suo gesto avrebbe svegliato Rui, la quale dormiva nella stanza della ragazza per sorvegliarla, dato che erano le cinque nel mattino; ma proprio non riusciva a darsi pace, voleva vederla.
 
Una volta giunto davanti alla porta bussò delicatamente, in attesa di una risposta che certo non si aspettava. Infatti, questa non arrivò e lui entrò comunque.
La stanza era come l'aveva lasciata, con l'unica differenza che sul divano sul lato destro stava la rossa con addosso la coperta che Touko portava ancora con sé nella borsa.
 
L'oggetto del suo interesse, invece, riposava serena sul letto a una piazza e mezza, accuratamente avvolta tra le coperte e qualcosa di bianco sulla fronte.
Velocemente il giovane si avvicinò al letto e le controllò il panno, scoprendolo praticamente asciutto.
Dato che l'acqua nella scodella di sicuro era ormai a temperatura ambiente, prese quest'ultima e si recò nel bagno dove la svuotò e la riempì di nuovo con l'acqua fredda.
 
Appena fu ricolma, la prese con entrambe le mani e ritornò nella stanza, ma li ebbe una piacevole sorpresa: Touko aveva gli occhi aperti.
Rimase sorpreso, ma si riscosse presto e si avvicinò veloce al letto.
 
-Touko!- esclamò, nel suo tono solo gioia.
 
La ragazza si voltò a fatica verso colui che l'aveva chiamata e si ritrovò davanti Wes, vestito di tutto punto tranne la maglietta (aveva tenuto una semplice t-shirt) e senza gli occhiali sul capo, con una scodella bianca in mano.
Questa venne posata sul comodino in fretta e il ragazzo si chinò su di lei con un sorriso sollevato che la fece arrossire un po'.
-Finalmente ti sei svegliata, ci hai fatti stare in pensiero- le disse, sedendosi sulla sedia di fianco a lei.
 
-Che mi è successo?- domandò la brunetta, provando a mettersi seduta.
Fu un tentativo vano, perché un capogiro la colse improvviso e la fece ricadere sul cuscino, la testa che le martellava.
Si portò una mano sul viso e chiuse gli occhi, cercando di placare il giramento di testa.
 
-Fai attenzione. Hai la febbre a trentanove e ottanta, non prenderla alla leggera- rispose il ragazzo, con un tono un po' ansioso.
 
-Oh...- disse solo lei, incapace di proferire altro.
Si sentiva una pezza stropicciata gettata senza alcun riguardo.
 
Tra i due cadde il silenzio, che nessuno ebbe il coraggio di spezzare.
Poi la ragazza mugolò, facendo alzare gli occhi al giovane: il viso della brunetta era nuovamente febbricitante.
-Aspetta, ti rinfresco subito- disse veloce e si alzò.
 
Le prese la pezza dalla fronte, facendole sgranare un po' gli occhi, e la intinse nell'acqua fredda. Dopo averla strizzata per non farla gocciolare, la rimise al suo posto e Touko avvertì un immediato sollievo.
 
-Va meglio?- le chiese lui.
 
-Credo di sì. Grazie, Wes- rispose lei, sorridendogli un po'.
Ciò lo imbarazzò un po' e si rimise seduto.
-Che ore sono?- domandò la brunetta, volgendo con cautela il capo verso di lui.
 
-Credo le cinque del mattino-.
 
-E che ci fai alzato a quest'ora? Fila a letto, è ancora presto!- esclamò la ragazza, alzandosi ancora.
Un altro capogiro la costrinse a desistere e ricadde ancora sul materasso. In lei si sparse un senso d'impotenza acuto.
 
Il mulatto le mise una mano sulla fronte, risistemandole il panno bagnato con premura.
-Calmati, Touko, altrimenti non guarirai mai. Devi rilassarti, e per rispondere alla tua domanda non avevo più sonno. Sinceramente ero preoccupato per te- disse il ragazzo, sedendosi ancora.
 
-Le cinque sono pur sempre le cinque. Non è nemmeno l'alba! Ti ringrazio per le tue premure, ma non occorre che tu resti ancora qui. Dai, Wes, va' a dormire: me la cavo da sola- cercò di convinverlo lei, ma lui scosse il capo.
 
-Ma se non riesci nemmeno a stare seduta? No, tu necessiti di qualcuno che ti tenga d'occhio, prima che tu faccia qualcosa di stupido. Rui e Mic dormono, io non ho sonno, perciò resto con te- rispose il Campione, accavallando le gambe e incrociando le braccia.
 
La ragazza sbuffò.
Calò un nuovo silenzio tra i due ed entrambi non lo spezzarono ancora.
Poi lei, timidamente, lo chiamò.
 
-Si?- chiese lui.
 
-Posso... avere un po' di acqua?- chiese imbarazzata Touko, guardando altrove.
 
Il biondo rimase leggermente sorpreso, ma dopo aver annuito si alzò e andò verso la tracolla rosa dell'amica, dalla quale estrasse la borraccia di lei.
Tornato al letto, l'aiuto a mettersi seduta e glie la passò.
 
Dopo qualche giramento di testa la quattordicenne riuscì a sistemarsi e allora bevve avidamente, tremendamente assetata dopo quel periodo a secco.
Bevve dieci sorsi tutti d'un fiato prima di allontanare il contenitore dalla bocca e di rilasciare un sospiro di sollievo.
In tutto ciò aveva anche tenuto una mano sul panno perché non le cadesse dalla fronte, ma con il contatto della mano calda questa era in procinto di asciugarsi di nuovo.
 
La brunetta tornò distesa e sbadigliò sonoramente, facendo ridacchiare Wes.
-Sei più stanca di me. Dormi, ci sono qua io con te- le disse mentre le toglieva la borraccia di mano e la posava accanto alla scodella.
 
Dopodiché prese anche la pezza e la intinse ancora, rimettendola poi sulla fronte della ragazza.
Mentre faceva questo lei non smetteva di guardarlo con gratitudine e, quando lui si rimise seduto, guardandolo negli occhi lo ringraziò di cuore.
Lui annuì, un lieve rossore sulle guancie, e la invitò nuovamente al riposo.
Touko seguì quanto dettole e chiuse gli occhi. Si addormentò quasi subito, era davvero stanca.
 
Per tutto il tempo Wes rimase a vegliarla, perso in chissà quali pensieri con lo sguardo sull'amica.
Ad un tratto un pensiero fece breccia nella sua mente, facendolo sorridere.
"Una cosa è certa: le voglio molto più bene di quanto credessi".

                                                                                             *
Salve :D
Ecco a voi il nuovo aggiornamento. Un capitolo dolcissimo di passaggio.
Ringrazio C h r y s a l i d e, Kagamine Arisu e Jeo 95 per le rensioni lasciatemi :)
Alla prossima, ciaoo! ^^
   
 
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