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Autore: ImBritIrish    16/06/2013    2 recensioni
Lei ha affrontato tanto nella vita. Troppo per una ragazza di soli 17 anni. Quella storia andava avanti ormai da quattro anni. Ma forse quella era fine o forse no. Forse qualcuno l'ha salvata o forse no...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov niall.
 
Nessuna risposta. Non parlò. Ora capisco cosa hanno provato quando io stavo in silenzio. Chiusi la porta della sua camera alle mie spalle e andai sulla terrazza. ''Non fare il codardo'' queste quattro parole picchiettavano veloci nella mia testa. Era facile per lui parlare, non stava provando quello che sentivo io. È facile parlare quando sei fuori dal problema. 
 
Da:...
 
Volevo dirti che mi dispiace per il modo in cui ci siamo salutati e quello che ti ho detto. Ma sono solo stanca delle persone che entrano nella mia vita e poi se ne escono come se niente fosse. Lasciando poi una voragine dentro di me. Ma tu sei uno che sa stupire. Sei diverso dagli altri. Allora ti sto scrivendo solo per dirti ARRIVEDERCI Niall.
 
Non le avevo ancora nemmeno dato un nome decente nella mia rubrica. Solo tre puntini sospensivi.Leggevo e rileggevo quel messaggio. L'avevo imparato a memoria.Volevo scrivere. Volevo e ssere coraggioso, almeno una volta. Mentre ero seduto a terra osservando ancora una volta la schermata di composizione una mano si poggiò sulla mia spalla.-sono l'unico che non ti ha detto qualcosa di sensato fino ad ora. Ti ho fatto domande su domande sapendo che mi avresti saputo rispondere. Mi dispiace.- -non ti preoccupare riccio.- -ancora a leggere quel messaggio? Rispondile.- -cosa? Cosa dovrei dire? Che aveva ragione?- -no. Dille quello che pensi. Dille la prima cosa che ti passa per la mente.-
 
A:...
Mi manchi.
 
Harry lesse. -è questo quello che senti ora? Allora è la cosa giusta da scriverle.- Annuì e inviai. -scrivile altro. Anche solo semplici parole ma scrivile altro, fin quando lei non ti risponde, falle capire che non ti arrenderai fin quando non ti invia un messaggio di risposta.- -cosa le scrivo? Riesco solo a pensare che mi manca e che ho bisogno di lei.- -e allora scrivile solo questo. L'importante è che tu sia sincero.- -grazie.- mi sorrise e andò via. 
A:....
Ho bisogno di te. 
 
A:...
Scusami.
 
A:...
Mi ricordo ancora di te.
 
A:...
Mi dispiace di non essermi fatto semtire prima.
 
A:...
Ho continuato a pensarti in questa settimana.
 
A:...
Mi manchi.
 
A:...
Mi sei mancata dal momento in cui la tue braccia sciolsero la presa in torno al mio collo.
 
A:...
Non la smetterò fin quando non mi risponderai.
 
A:...
Stella ti prego...
 
A:...
Ho sbagliato a non farmi sentire più. Lo so che ti avevo promesso che non sarebbe accaduto e che ti avrei stupito. Solo che non volevo dare fastidio.
 
A:...
Spero che stai bene. Che le ferite siano guarite almeno un pò. 
 
A:...
Anche se mi devo svegliare tra trenta minuti io continuerò a scriverti. 
 
A:...
Essendo l'alba buongiorno piccola stella.
 
A:...
Sto facendo colazione
 
-che fai?- -mando messaggi a stella. È da ieri che ci provo ma lei non vuole rispondermi.- 
 
Sentì della braccia stringermi le spalle. 
 
-giorno- Era Zayn.
 
Aveva un sorriso a trentadue denti. Gli altri sorrisero felici ed io ricambiai il saluto di zayn. Finalmente tutto normale tra noi due. 
 
Continuai ad inviarle messaggi per tutta la giornata e alle quattro di mattina del giorno dopo finalmente una sua risposta.
 
Da:....
Niall smettila!
 
A:...
No!
 
Da:...
Ti prego. Per favore. Smettila. 
 
A:...
No. Voglio farti capire che so veramente stupire se solo voglio. Sono disposto a fare di tutto. 
 
Da:...
Ok. Fai come vuoi. 
 
A:...
Perfetto ;))) mi risponderai mai?
 
Da:...
L'ho fatto e lo sto facendo. 
 
A:...
Allora parliamo?
 
Da:...
Di cosa? Tu hai il tuo lavoro, la tua vita, i tuoi impegni, le tue modelle, i tuoi fotografi, la tua stilista, la tua parrucchiera, le tue fan, i tuoi cd, la tua voce, la tua chitarra. Io non ho niente. Ho solo me stessa e tre'persone che mi vogliono bene..non abbiamo praticamente niente in comune. È inutile parlare.
 
A:...
Non è vero. È utile parlare invece. Se non parliamo come facciamo a sapere se ci sono o no cose in comune? 
 
Da:...
Cosa ci potrebbe esere in comune tra me e te? Tu sei famoso, hai fama e soldi e ragazze io sono l'esatto opposto.
 
A:...
Lo sai anche tu che io non sono solo questo. Non somo solo fama e soldi. Io sono solo un ragazzo di'vent'anni che sta seguendo il suo sogno, accompagnato da quattro fratelli, che nel tempo libero gioca a calcio, alla play, alla xbox, che ride e scherza. Io sono il ragazzino sedicenne timido e impacciato che viene da mmullingar. Prova a guarda questo lato di me. Prova a paragonare questo mio lato con te stessa. 
 
La risposta non arrivava, ma lei il messaggio l'aveva letto.
 
A:...
Vedi non sai cosa dire, perchè sai benissimo che ho ragione. Che se solo provassi a pensare al ragazzino che viene da mullingar sapresti cche troveresti parecchie cose in comune. 
 
Da:...
Si, le troverei. Ma c'è sempre il fatto che tu giri il mondo 365giorni l'anno e che io non posso muovermi da qui. Che incontrj ragazze su ragazze, una più bella dell'altra. 
 
A:...
Fidati di me.
 
Da:...
Non posso.
 
A:...
Ti prego. Fidati di me.
 
-niall dobbiamo andare sul set.- -si, Li arrivo.- -niall...- -che c'è!- -non sei nemmeno vestito o lavato. Alza le chiappe dal letto e muoviti.- -si. Dammi due secondi.- 
 
Ero frustato. Scocciato. Triste. Mi sentivo ancora una volta inutile. 
 
Lasciai il telefono sul letto e andai a farmi una doccia. L'acqua che scorreva veloce sulla mia pelle e tra i miei capelli, mi rilassò, facendomi dimenticare per quei dieci minuti tutto il resto del mondo. 
 
Ritornai alla realtà quando liam urlò il mio nome per farmi muovere. 
 
-eccomi mi metto i boxer e poi mentre camminiamo mi vesto.- Afferrai velocemente i vestiti appoggiati sulla sedia e dopo aver infilato i boxer e i calzini uscì dalla stanza. -sempre più strano, irlandese.- -hey non sono io quello che canta le canzoni dei teletubbies sotto la doccia...- scoppiamo tutti in una risata. 
 
Mentre scendevo le scale infilai la maglia e i pantaloni saltellando con un piede solo sui vari scalini. Bum! Ed ecco che cadevo a faccia a terra mentre cercavo di infilarmi l'altra gamba del pantalone. I ragazzi scoppiarono tutti in una grossa risata. Louos si piegò dal ridere, Harry si stese a terra, zayn si poggiò su Liam che mi guardò sconvolto, per poi iniziare a ridere anche lui come un deficiente. 
 
-no, ma non preoccupatevi sto bene. Continuate pure a ridere non ho bisogno di una mano.- 
Feci il finto offeso facendo accemtuare la loro risata. 
 
Una volta alzato finì con calma di infilarmi i pantaloni e le scarpe e poi uscendo da casa infilai la maglia e il cappotto. Seguito poi da tutti gli altri che continuarono a ridere per cinque minuti continui, ricordando ogni tanto quello che avevano visto. 
 
Mi controllai le tasche per controllare se avevo preso tutto... 
 
-merda!- 
 
Strofinai il volto con le mani, passandole poi tra i capelli. -che succede, brò?- -ho dimenticato il cellulare sul letto.- -abbiamo i nostri. Qualsiasi emergenza chiamano noi.- -no. Mi serve il MIO cellulare.- -niall, ora siamo troppo distanti da casa. Vorrà dire che per oggi non lo userai.- -no, paul devo ritornare a prenderlo.- -lo stesso sul set non potevi usarlo. Quindi non ti cambia averlo dietro o meno.- -si che mi cambia paul. Tutto perchè mi hai portato l'ansia. Grazie liam.- -hey non è colpa mia se tu non ti prepari in tempo.- 
 
Feci sbattere la mano sul cruscotto della macchina e mi ammutolì. 
 
La giorna passò lentamente, molto lentamente, era buia e triste. Era diversa da tutte quelle che avevo visto fino ad ora. 
 
-bene ragazzi, pausa pranzo.- Pausa finalmente. -che vi prendo?- -panino pollo, insalata e pomodoro.- -hamburger, insalata e pomodoro.- -pizza margherita.- -io mi prendo un'insalata. E tu Niall?- -una bottiglietta d'acqua per favore.- -e...?- -e niente.- 
 
Quando andavamo a fare i book fotografici eravamo soliti fare i turni su chi dovesse fare la fila per prendere da mangiare, oggi toccava a Louis. 
 
-ok ti porto io qualcosa.- Annuì indifferentemente.
 
Pov damon.
Ormai tutti i miei amici e le mie amiche sapevano che avevo incontrato i one direction e che ero stato in una trasmissione con loro. Mi invidiavano e mi dicevano che mi volevano bene, che bravissimo, bellissimo, speciale. Tutte chiacchiere per arrivare a loro. Avevo sbagliato a dirgli della mia esperienza e solo ora me ne ero reso conto. La giornata scolastica finì e dopo esser corso via da tutti gli altri entrai in macchina di alex e andammo da Stella. Finalmente sarebbe tornata a casa.
 
Alex era nervoso. Ha passato questi tre giorni a sistemare la casa e a mettere in enormi scatoloni tutte le cose che potevano ricordargli di lui e di tuto quello che aveva fatto. Aveva trovato un lavoro con una  paga maggiore e part-time cosi che poteva essere libero di fare il cameriere la sera e di occuparsi sia di me che di Ella. 
 
-come stai?- gli chiesi. -ho i nervi a fior di pelle. Se Ella non voleva che toccassi tutta quella roba? E se si incazza?- -non lo farà. Apprezzerà tantissimo quello che hai fatto per lei. E quello che stai facendo. E poi le hai preso dei nuovi vestiti e cinque paia di converse. Certo che sarà felice. Ora, rilassati.- 
 
Mi sorrise e tornò con gli occhi sulla strada. In dieci minuti arrivammo, salutammo le infermiere, con cui ormai avevamo fatto amicizia e ci dirigemmo nella camera 913. 
 
-allora come sta la nostra piccolina?!- disse gioioso Alex porgendole l'enorme orso bianco di peluche. -quanto è bello. Poi è morbido. Ed è enorme.- 
 
Quando si trattava di peluche era come una bambina. Li amava. Più gra di erano più era grande il suo stupore. 
 
-allora ce lo meritiamo un'abbraccio?- le chiese lui. 
 
Lei aprì le bracia e ci strinse con foga. Come mi mancava vederla girare per casa e cantare a squarcia gola. Era felice quando quel mostro non era in casa. Era libera. Poteva essere se stessa. Senza nessuna paura. 
 
-allora. Ora ti vesti e ce ne andiamo a casa.- -si. Non vedo l'ora di tornare e buttare tutto.-Sorridemmo e annuimmo. -ti serve aiuto?- gridò dalla stanza Alex. -aiutami a mettermi il pantalone.- 
 
Portò con se delle forbici e dopo un paio di minuti uscì lei con un pantalone che aveva una gamba tagliata e l'altra no. Con un piede chiuso in una converse azzurra mentre l'altro era circondato da gesso. E poi sopra aveva una felpa extralarge di Alex, in modo da non far strofinare la stoffa sulle fasciature. 
 
-pronta?- chiesi impaziente io. -si. Andiamo a salutare Jake, prima.- 
 
Annuimmo e prendendola in braccio tipo sposina, Alex la portò dal dottore che le salvò la vita in molte occasioni.Prendemmo appuntamento per quando doveva fare altri contrili, lo salutammo e ringraziammo.
 
-chiamami qualche volta.- -lo farò. Sei o non sei il mio migliore amico. Come potrei non farlo!- 
 
sorrisero e uscimmo da quel triste edificio.Arrivammo a casa e quando fummo fuori la porta Alex mise Stella giu.
 
-beh tu prima hai detto che volevi buttare tutto quello che ti ricordava....- -si...- -ecco l'ho fatto io per te. Quei due scatoloni sono tutto quello che secondo me dovresti buttare o al massimo dare in beneficenza. Ti ho comprato dei nuovi vestiti e paia di scarpe. Non volevo che usassi ancora quelli con cui lui è venuto in cntatto. Ho comprato un nuovo materasso e cuscini e coperte. E poi ho preso anche delle nuove tende. E poi ho cambiato i colore della stanza e il parquet perchè era segnato dal sengje e dai segni neri. Ovvamente pagherò tutto io e per farlo ho trovato due lavori. Arrivo con entrambi a due mila euro. Sono pronto a mantenere te e lui. Ora voglio essere presente e farvi capire che potete cntare su quapcuno in questo mondo...- 
 
Lei lo guardava con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Tremava. Era felice. E con le lacrime agli occhi.
 
-ho sbagliato? Forse non dovevo mettere le mani nelle te cose. Scusami. È ....è solo che..- 
 
Lo abbracciò facendolo ammutolire. Serviva ad entrambi quest' abbraccio. A lui ricevere sicurezza e a lei per sentire l'affetto di Alex.Calò la sera e dopo averla aiutata a lavare e a disinfettare e mettere le bende alex la portò a letto facendole la camomilla, il thè e mettendole le medicine sul comodino, nuovo anche quello, con un bichciere di acqua.
 
-Alex...-
 
Lui non le dava ascolto continuava a chiederle se stesse bene, se le servisse qualcosa, se dove accompagnarla al bagno, se aveva fame. Divenne eccessivamente premuroso.
 
-alex! Alex! Alex! Frena. Non ho bisogno d niente. In bagnio ci sono stata due secondi fa. L'acqua è qui, insieme alle pillole e alla camomilla. Non ho fame, mi hai fatto mangiare come un porco primaa a tavola. E...guardami...Alex, guardami!- 
 
Gli afferrò il mento com due dita e lo costrinse a guardarla.
 
-Io. Sto. Benissimo. Non ti devi prepccupare, ok? Se mi manca qualcosa chiedo a Damon. Ora vai, se no fai tardi a lavoro.-
 
Annuì e dopo averle lasciato un bacio sulla fronte se ne andò.La porta si chiuse e finalmente scese la tranquillità.
 
-capiscilo, vuole rimediare agli errori che ha fatto.- -lo so. Però è troppo.- rise. -Si... effettivamente.- mi unì nche io alla risata.Tornò subito seria. -Dam...- -dimmi.- -credi che ci lascerà di nuovo?-
 
Aveva paura. Non mi guardava negli occhi, si tornturava le mani. Era spaventata. 
 
-no. Lui non lo farà.-
 
Speravo non lo facesse.
 
-e tu? Tu sarai sempre il mio piccolo e personale damon salvatore?- Sorrisi.-sempre.- 
 
L'abbracciai. Era come un palazzo che stava per crollare. Perchè lei...lei non era ancora crollata. Ma stava per farlo. 
 
-ora vado, che domani devo andare a scuola. Se hai bisogno, sono nella stanza affianco.- -grazie dam.- 
 
Sorrsi ancora una volta e andai,lasciandole la porta aperta. Forse queso poteva essere l'inizio di una vita normale, dove io iniziavo a comportarmi come un bambino di otto anni. Forse, magari, chi lo sà. 
Pov stella.
A casa. In un letto nuovo, con dei vestiti nuovi, e una famiglia che ritorna unita. Magari la mia vita inizia ad andare nel verso giusto, almeno in qualcosa. Presi il telefono e controllai i messaggi. L'ultimo gliel'avevo invato io. 
 
A:Him
Vorrei. Giuro che vorrei. Ma non posso. 
 
Ancora doveva rispondermi. Sospirai. Come poteva chiedermi una cosa così grande? Per lui forse potrebbe essere una stupidaggine, ma chi ha avuto una vita come la mia, la fiducia, il fidarsi di qialcuno, sono cose troppo grandi da chiedere e da dare. 
 
Erano le dieci di sera ed io già ero stanca. Bevvi mal volentieri la camomilla e mi addrmentai. O almeno cercai di farlo. 
 
Alle due e mezza sentì il telefomo vibrare insistentemente. Lo presi e una volta sbloccato lessi.
 
Da:Him.
Scusami se non ti ho risposta ma per la fretta di prepararmi per andare a lavoro mi sono dimenticato il telfono sul letto.
 
Da:Him.
Ti prego credimi. Se vuoi ti faccio parlare con gli altri. Possono confermarlo. Mi sono anche arrabbiato con liam perchè è stato lui a portarmi ansia.
 
Da :Him.
Poi per far presto mi sono vestito mentre scendevo le scale e mentre infilavo la gamba destra nel pantalone sono caduto a faccia a terra, andando a sbattare con il fianco sullo spigolo del gradino.
 
Da:Him
Ho appena notato che mi sono fatto un livido. Guarda :(
 
Mi inviò la foto del grande livido che stava sul suo fianco. Appena poco più sotto delle costole. Era violaceo con una sfumatura rosa. Anche i lividi erano sexy addosso a lui.
Da:Him
Mi manchi tanto. 
 
Da:Him
Io ti dimostrerò che puoi fidarti di me. 
 
Da:Him
Io lotterò per avere la tua fiducia.
 
Da:Him
Ora vado a dormire, che sono super stanco.
 
Da:Him
Vorrei minviarti messsaggi tutta la notte, ma già mi hanno sgridato perchè ho delle'occhiai enormi. Meglio non farli arrabbiare più di tanto. 
 
Da:Him
Se pensi che stia facondo apposta il fatto di non scriverti tutto insieme. 
 
Da:Him
Si hai ragione.
 
Da:Him
Allra ora vado a dormire.
 
Da:Him
Buona notte piccola.
 
Quanto poteva essere tenero? Tanto. 
 
Io sapevo che lui non era solo il niall horan famoso, che lui era ancora una persona umile, era ancora il ragazzino che si presentò alle audizioni, intimorito Solo che io ero spaventata. Ed avevo la mie buone ragoni per esserlo. 
A:Him
Allora buona notte piccolo irish boy. 
 
Gli inviai la buona notte e gli incubi che mi avevano tenuta sveglia fino a quel momento sparirono. 
''He defends me from my own nightmare, even if he is far from me.''
 
Pov harry.
Era cosi strano. Tutti avevano trovato qualcuno di importante, qualcuno per cui fare qualcosa e non lo nascondevano. Ero l'unico a nascondersi. Noi eravamo gli unici a nasconderci. Neanche fossimo assassini. 
 
-che c'è?- -sono solo stanco.- 
 
Roteò gli occhi e sospirò. Sapeva che c'era qualcos'altro. Sapeva sempre tutto di me, anche se non dicevo niente. 
 
-parla.- -non ti preoccupare. Non è niente.- -Harry...- -sono stanco di nascondermi da tutti. Ecco.- -vedrai, non ci dovremo nascondere per molto.- -tu dici? Il management non mi farà mai parlare.- -allora lo farò io.- -non ti crederanno.- Sbuffò.
 
Sapeva benissimo che avevo ragione. Presi il suo viso e lasciai un lungo, dolce e intenso bacio sulle sue morbide labbra rosee. 
 
-a domani sera, harry.- -a domani.-
 
Lasciò la mia stanza chiudendosi la porta alle spalle. 
 
Era sfinente non poter urlare quanto l'amassi. Non poter stare mano nella mano solo perchè i manager avevano paura di perdere fan. Ma io sono umano, provo emozioni anche io. Io voglio gridare il mio amore nei suoi confronti. La mente era affollata di pensieri. Scoppiava. Bruciava. Non potevo dormire. Non in queste condizioni. 
 
Salì in terrazza avvolto dal mio piumone. Il vento gelido della notte mi colpiva il volto, facendomi rabbrividere ad ogni grande soffiata. I ricci si alzavano e svolazzavano da ogni parte.
 
Mi sedetti poggiando la schiena al muro. Restai ad osservare il cielo quando il telefono vibrò. 
Da:my secret.
Miss u.
 
A:my secret.
Miss u too. Love u. 
 
Ci eravamo lasciati da qualche ora ma già mi mancava. 
 
A:my secret.
I swear i scream how much i love u to universe. Nothing will stop me.
 
Da:my secret.
I hope one day we'll do it together.
 
Inviai un cuore di risposta e spensi definitivamente il telefono. 
 
Il vento continuava a soffiare. Restai sveglio fino all'alba, infatti vidi anche il sole sorgere. Era fantastico. Sembrava come una persona che stesse rinascendo. Rinascere. Era questo quello che mi ci voleva. Rinascere. Trovare un modo per cambiare e far uscire fuori quel coraggio in più che ora non c'è. 
 
Gli occhi iniziarono a diventare pesanti cosi mi addormentai, mentre il resto dei londinesi si svegliavano. Dovevo andare sempre contro corrente. Dovevo sempre distinguermi dalla massa. In amore, nella vita, nei comportamemti. Io dovevo essere sempre quello diverso. Mamma diceva che cosi ero unico. Ma questa unicità stava stancando ogni mia più piccola particella. Delle forti braccia mi avvolsero, prendendomi in braccio.Mugugniai. 
 
-shh va tutto bene. Sono solo io.- 
 
La voce dolce e profonda di Liam fu come un dolce melodia. Mi accucciolai ancora di più sul suo petto e continuai a dormire. 
 
Erano la due del pomeriggio quamdo le risate dei ragazzi rimbombarono nella mia testa. 
 
-ridete più piano!- mi lamentai. 
 
Non mi sentirono. Le risate erano veramente rumorose. 
 
-ragazzi ma cosa c'è da ridere cosi forte?!- urlai scendendo le scale. 
 
Una volta arrivato nel salone vidi niall e louis stesi sul pavimento con le lacrime agli occhi, zayn sul divano piegato in due anche lui con le lacrime agli occhi e liam al centro della stanza mentre faceva strane faccie.
 
-gente!! Mi spiegate cosa succede?- 
 
I ragazzi si voltarono verso di me e cercarono di prendere fiato per spiegarmi, poi parlò liam. 
 
-stavamo facendo un gioco in cui dovevi far capire di che film si trattasse, mimando delle mosse...- -e..- feci segno di proseguire. -e allora mi è uscito superman. E per farglielo capire mi son messo la maglia di superman, dei jeans blu e degli slip rossi sopra il pantalone, ho preso un tovaglia rossa e con un nastrino l'ho legata intorno al collo facendo si che potesse essere un mantello. E loro sono scoppiati a ridere.- 
 
Osservai meglio liam e notai che era ancora vestito cosi. Beh come si poteva prevedere iniziai a ridere anche io a crepapelle. Era fantastico. 
 
-ma andiamo ragazzi smettetela! Era superman e voi non l'avete preso. Quindi scelgo io chi e cosa deve fare.- 
 
Quando liam parlava cosi, ci si doveva preoccupare. Era un tipo bastardo quando si trattava di giochi. 
 
-io se fossi in voi mi preoccuperei.- dissi continuando a ridere. -io vado a lavarmi e dopo scendo un pò. Ciau belli.- 
 
Mi preparai e uscì, lasciandoli mentre zayn cercava di far capire il film che gli aveva detto liam, facendo ridere tutti, ancora. 
 
Arrivai al nostro bar. Mi raggiunse dopo poco e si sedette sullo sgabello libero al mio fianco. 
 
-preciso e puntuale.- -per fortuna. Allora cosa mi racconti?- -che ci siamo lasciati ieri e non è cambiato perfettamente niente da allora.- Rise. -e invece tu?- -liam vestito da superman con le mutande rosse sopra i jeans.- 
 
La scena gli ritornò in mente e scoppiò in una rumorosa risata. Infatti le pochissime persone nel locale si voltarono tutte a guardarci. Si portò le mani alla bocca per otturare un po' il rumore bellissimo della sua risata. Bevemmo i nostri frullati e continuammo a parlare del più e del meno. 
-Ragazzi ci sono i fotografi.- 
 
Mi avvertì carmen, la cameriera che ormai conosceva bene entrambi. 
 
-grazie.- 
 
Ci girammo di spalle ai fotografi e carmen si piazziò davanti a noi facendo finta di parlare con me. 
 
-sono andanti via.- -grazie carmen.- dicemmo in coro. -di nulla.- 
 
Ci sorrise e continuò il suo lavoro. Mentre noi continuammo la nostra conversazione.
 
Era bello parlare di noi. Lontano da occhi indiscreti. Con un po' di privacy. 
 
-Stiamo per chiudere. Mi dispiace di disturbarvi.- -non ti preoccupare e anzi grazie per tutto quello che fai.- disse -per far stare bene due innamorati come voi, questo ed altro.- 
 
Sorridemmo e andammo prendendo direzioni diverse. 
 
-ragazzi sono tornato.- -siamo in piscina!- Li raggiunsi e mi accomodai di fianco a niall. -di cosa parlate?- -stella e di come potrei incontrarla.- -idee che avete tirato fuori fino ad ora?- -praticamente con una magia lo teletrasportiamo lì e lo recuperiamo sempre con una formula magica.- -idioti!- risi. -qualcosa di concreto?- nessuno rispondeva. Non avevano trovato perfettamente niente di concreto. Ci pensai e poi mi illuminai. -ho un'idea.- 
 
Mi alzai lasciandoli perplessi. 
 
-dove vai? Dicci la tua idea!- urlò niall. 
 
Corsi in camera mia, presi i fogli su cui erano scritte le nostre vacanze e tornai da loro.
 
-come mi ricordavo!- 
 
tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di me in attesa di qualche informazione in più. 
 
-vedete. Tra quattro giorni abbiamo una settimana di vacanza. In cui dovremmo fare le prove per il tour e per rilassarci prima che tutto inizi.- -e quindi?- -potremmo partire questa sera e arrivare domani marrina. Ti organizzi con jake. E ti presenti a casa delle tua bella e dolce Stella.- 
 
Le sue braccia mi avvolsero in un presa che mi fece mancare il respiro. Era più piccolo di me, ma era forte. 
 
-ok.ok. ho capito che mi vuoi bene. Però lasciami respirare e prepara i bagagli. Si va in italia! Yeeeee!-  
 
Ci alzammo e mentre gli altri preparavano le valigie io chiamai paul e gli altri e gli avvertii dalla nostra decisione. 
 
-ragazzi ho avvertito tutti. Ora chiamo la compagnia aerea. Siete pronti?- -manca la tua valigia.- -fatta io!- disse Lou. -grazie.- gli sorrisi. 
 
Dopo aver chiamato anche la compagnia staccai e ci mettemmo in auto. 
 
-tra due ore esatte parte l'aereo. Alle sei di domani mattina arriveremo.- -ho contattato jake. Passiamo da lui in ospedale e ci stiamo fino alle nove. Poi ci porta da stella. Che non sospetta niente.- -perfetto.- 
 
Ci mettemmo in viaggio e come previsto, precisi come un orologio svizzero alle sei arrivammo lì. 
 
C'era jake che ci attendeva all'aereoporto. Lo salutammo, caricammo i bagagli nella macchina e andammo in un bar. Parlammo del più e del meno e di come stava Stella.
 
-come mai questa sorpresa?- -Avevamo una settimana di festa e siamo venuti qui. Volevamo sapere come stava Stella, e tu e il piccolo.- 
 
Continuammo a parlare fin quando non si fecero le dieci ed eravamo pronti per andare a casa di Stella. Bussammo e poi Jake aprì con la chiavi. 
 
-Stella sono io!!- -Si, Jake sono in camera.- 
Pov Stella. 
Sentivo bisbigliare qualcosa, c'era più gente, non solo lui. Sarà venuto con qualche altra infermiera.
 
-Allora come sta la mia piccolina?- -Piena di graffi e con un gesso.- Dissi con voce scocciata. -Con Niall come va?- -Va che non va.- Arrivò in camera. 
 
Pronto con le sue fasciature e tutto il resto. 
 
-Quanto ancora dovrò farlo?- -Una o due settimane. Sii paziente.- -Lo sono da tanto.- 
 
Mi fece le solite domande di routine. 
 
-E Stella...dopo oggi credo che mi amerai.- -Mh?- -Hey...- 
 
La sua figura veniva verso di me con passo poco sicuro, un sorriso pieno di vergogna, l'esitazione aveva preso possesso di lui. Ed io non sapevo che fare o dire. Lui era qui, aveva messo in atto quello che mi diceva nei messaggi. Voleva dimostrarmi sul serio che potevo fidarmi di lui. 
 
-Cosa ci fai qui?- -Sono venuto per te..- 
 
Esitazione. Ancora. Occhi bassi, mani nelle tasche dei jeans, sorriso appena accennato. Insicurezza. 
 
-Perchè?- -Mi mancavi..- -Non è possibile.- -Perchè?- -Perchè no.- -Perchè non puoi mancarmi? Sono un umano, provo tutti i tipi di emozioni e sentimenti. Proprio come te, Jake, Damon, Alex, Zayn, Harry, Louis, Liam, Paul, e tutto il resto della popolazione mondiale.- 
 
Aveva ragione. Lui era umano, aveva un passato, un presente ed un futuro. Tutti diversi dai miei. Al mondo non siamo tutti uguali, ma qui la diversità era troppa. Io troppi problemi, lui troppo perfetto. 
 
-Vuoi solo poter dire poi ''Io ho sul serio salvato la vita di una ragazzina''. Ci sarai si, per un po'. Forse per un mese, o due, ma poi proprio come tutti gli altri te ne andrai, ed io sarò di nuovo sola, mentre tu, ti vanterai con i giornali di non avermi fatto togliere la vita, ti vanterai di aver trovato la storia e da quella aver fatto qualcosa di buono per la popolazione  mondiale. Sarei un ogetto per diventare più famoso. Tutto qui.- 
 
Restò scioccato da queste mie parole. Restò a fissarmi per secondi, che a me sembrarono anni. Il suo sguardo era tagliente, mi sentivo trapassare da esso. 
 
-Io ti userei per diventare più famoso? Io? Oh beh spero che non tutte le directioners abbiano questo pensiero di me. Spero che tutte loro non pensino che se un giorno venissi a conoscenza della loro storia non penseranno che le userei solo per avere più fama. Venire qui è stata una cattiva, cattivissima idea!- 
 
Uscì velocemente dalla stanza, lasciandomi lì da sola senza fiatare. Osservavo la porta in attesa di un suo ritorno, in attesa di lui che mi dava la possibilità di spiegare. Sentivo i ragazzi di là che gli dicevano di calmarsi, di ritornare da me, ma lui continuava a dire no. 
 
-Io non volevo dire quello, Niall lasciami spiegare!- -Beh c'è di fatto che l'hai detto. Lasciatemi in pace, vado a farmi un giro.- 
 
Sentì sbattere la porta di casa  e  poi silenzio. 
 
Perchè ho detto quello? Lui non è cosi, io lo so che lui non l'avrebbe mai fatto, so che lui non mi è vicino per quello. Io lo so. Però...sono solo una stupida.
 
-Come stai?- -Una merda. Io non gli volevo dire quello, ragazzi sul serio, io non volevo. Solo che...- -Solo che lo stai ferendo. Lui sul serio sta provando a farti sentire la sua presenza e tu lo stai cacciando.- -Zayn, io...- -Tu non ti rendi conto della settimana di inferno che abbiamo passato quando ti abbiamo lasciata. Tu non lo sai. Io e lui non ci siamo parlati per non so quanto tempo, io e lui abbiamo litigato, l'ho cacciato di casa, l'ho trattato male, ho detto che era un codardo, che era un bambino, che facendo cosi non faceva altro che allontanarsi da te. E proprio quando si era finalmente convinto a non reprimere i suoi sentimenti tu lo tratti cosi, gli dici quelle cose! Tu stai facendo del male all'unica persona che vuole starti sul serio accanto!- -Zayn calmati, abbassa i toni..- 
 
Louis e Liam lo spingevano fuori dalla camera. Il moro era arrabbiato con me, aveva lo sguardo più intenso, cupo, la fronte corrugata, una vena che pulsava forte sul collo. Non avevo mai visto questo suo lato. Una volta fuori dalla mia camera, si chiusero la porta alle spalle. 
 
-Calmati, ora basta!- Louis. -Tu non sei cosi! Sei quello che parla con calma e che fa ragionare la gente, no che le urla contro!- Liam. -Io...non so cosa mi è preso, scusate ragazzi.- -Vai a scusarti con lei, poi andiamo a cercare Niall..- 
 
Zayn entrò in camera più dispiaciuto che mai, si poteva vedere dai suoi occhi. 
 
-Ti chiedo scusa per averti urlato contro, non volevo farti ne paura ne niente, solo che sono stati giorni orrendi quelli. Ora andiamo a cercare Niall. Scusami ancora Stella.- -Ti capisco, non preoccuparti.- 
 
E mi lasciarono da sola con Harry, che restava in piedi di fianco al mio letto osservando tutta la stanza, come se potesse vedere la violenza che ho subito ogni sera, come se vedesse lui ubriaco e barcollante buttarsi sopra di me mentre dormivo, e mi strappava tutti i vestiti di dosso e poi mi obbligava a fare quello che voleva. 
 
-Io capisco perchè lo fai. Io so perchè lo vuoi allontanare, capisco perchè hai paura, perchè no riesci a fidarti, credimi lo capisco. In passato anche io mi comportavo come te. Proprio prima di incontrare i ragazzi io ero la tua fotocopia.- -Mi dispiace.- -Non devi. Io da quel periodo sono uscito più forte di prima.- -Come hai fatto ad uscirne?- -Loro quattro, un'amore che nessuno conosce, una voglia matta di volermi fidare di nuovo delle persone, di vivere a pieno tutti i giorni che mi restavano, la realizzazione del mio sogno, mia mamma, mia sorella. E poi io non ne sono uscito, ho solo imparato a conviverci. Sai, penso solo alle cose belle che mi stanno succedendo e non a tutto il brutto che mi circonda. Mostro un mio sorriso che fa star bene a milioni di persone, allora sto bene anche io.Mi dimostro forte per i milioni di persone, dimostro che se vogliono parlarmi io ci sono, e magari non noterò tutto, però loro si saranno sfogate con me, mi avranno raccontato un po' di loro. E fanculo gli haters, l'odio, la cattiveria, la tristezza, io voglio essere felice, io devo rendere felici milioni di persone, non posso abbattermi.- -Come fai a sopportare tutto? Insomma tutte le responsabilità, il nascondere il tuo amore, ad essere sempre forte, a ridere anche se vuoi piangere. Come fai?- -Non lo so nemmeno io. Credo che tutto sia dovuto a loro quattro e a voi. Non ci pensi che a volte siete proprio voi che ci date la forza di andare avanti? Sembra stupido però un vostro ''We are proud of you'' dà quella forza che magari quel giorno non abbiamo.- -Beh per me questo non vale. Io non ho milioni di persone che credono in me, che mi amano, o che mi vogliono semplicemente bene, non ho la presenza di genitori o di amici, le uniche cose che ho, sono: degli idoli distanti anni luce da me, dei sogni che non si realizzeranno mai, un gesso, una gamba che non vuole risanarsi, delle cicatrici per tutto il corpo e un cuore a pezzi. Ecco cosa ho, e credimi non riesco a ricavarci la forza di cui ho bisogno per andare avanti.- -Pensaci bene. Sei sicura di avere solo questo?- -Cosa altro ho? Nulla. Forse solo odio da parte di persone che nemmeno mi conoscono.- -No. Tu hai l'amore di tre persone che ti sono vicine. Hai degli idoli che pur distanti sanno farti sentire bene. Hai un gesso pieno di frasi, di firme e disegni. Hai delle cicatrici, si, ma loro saranno in grando di non farti abbattare perchè saprai sempre che c'è stato un periodo più difficile di tutto il resto. Hai il tempo dalla tua parte. E si tutto abbiamo un passato, una storia alle spalle. Tutti abbiamo commesso errori, abbiamo sbagliato, abbiamo subito gli errori degli altri. Ma nessuno, nessuno di noi si è mai arreso. E inizialmente non volevamo anima viva al nostro fianco, ma poi vedendo che quelle persone restevano nonostante noi le allontanassimo, abbiamo deciso di farle restare. E credimi, se credi che Niall si sia arreso, beh ti sbagli. Ti sbagli di grosso. Lui non è...- 
 
Lo interruppi. 
 
-Lui non è uno che si arrende al primo colpo. Lui non è un che molla facilmente. Lui è timido. Lui è dolce. Lui è forte, ma fragile allo stesso tempo. Lui da forza. Lui è coraggioso. Lui è un bambinone. Lui mi fa stare bene solo sentendo il suo accento. Lui è diverso dagli altri. Lui è innamorato dell'amore. Lui è uno che tutte vorrebbero. Ed è proprio questo che non va bene. Tutte le vogliono, tutte lo amano. Non c'è persona sulla faccia della Terra che dica che non vorrebbe Niall Horan dei One Direction.- Sorrise. -Che c'è?- -Tutte vorrebbero il Niall Horan dei One Direction. Tu vorresti il Nialler James Horan di Mullingar.- 
 
Restai a fissarlo. Lui aveva capito. Lui era uno dei pochi che aveva capito e che non stesse ridendo o facendo battute stupide. 
 
-E' una cosa stupida?- -No, anzi...- -Ma è una cosa impossibile...- -Non è vero. Sei tu che la rendi tale.- -Io non posso fidarmi, Harry.- -Tu non vuoi. E' diverso.- -No. Non voglio. Non voglio fidarmi ed essere di nuovo ferita, non voglio soffrire per qualcun altro, non voglio avere ancora una volta il cuore a pezzi, non voglio solo desiderare la sua presenza al mio fianco ma non poterla avere perchè siete in tour o comunque da qualche altra parte, non voglio.- -Chi ti dice che ti ferirà? Chi ti dice che dovrai desiderare la sua presenza? Chi ti dice che non sarete felici? O chi ti dice che non sarete vicini fisicamente? Nessuno. Sei tu che per paura trovi queste scuse.- -Non sono scuse.- -Si lo sono. Sono solo scuse che trovi per autoconvincerti.- 
 
Restai senza parole. Era stato in grando di leggermi dentro. Non sapevo che dire o fare, cosi restai a guardare le mie mani mentre le torturavo. Poi mi abbracciò. 
 
-Giuro che tutto questo passerà e ti sentirai meglio. Lo giuro.- -Lo spero. E grazie di tutto.- 
 
Restammo a parlare del più e del meno fin quando non sentimmo la porta di casa aprirsi. Erano i ragazzi. Con un grande sforzo li raggiunsi in salone, aggrappandomi ai mobili e mura. Poi caddi. Il forte tonfo fece girare tutti verso di me e Niall corse ad aiutarmi.
 
-Cosa stai facendo?! Tu devi stare a riposo!- -Devo parlarti...- -Parliamo in camera tua. Vieni ti porto sul letto.- 
 
Mi prese in braccio tipo sposa e mi portò in camera mia. Mi poggiò sul letto, mi coprì con le coperte e si mise al mio fianco. 
 
-Cosa dovevi dirmi?- -Io ti volevo chiedere scusa per le parole di prima. Io non penso tutto quello che ho detto, io ho paura, e, come ha detto Harry, quelle cose le uso come scuse. Io lo so che sei un ragazzo d'oro, e perefetto. E ti ringranzio per tutto quello che hai fatto fino ad ora per me. Da oggi in poi se vorrai aiutarmi lo accetterò molto volentieri.- 
 
Non disse nulla. Mi strinse ancora un po', facendomi sentire tutto il calore che aveva il suo corpo, un profumo cosi buono che ho amato, e credo che amerò con tutta me stessa, ogni giorno sempre di più. 
 
Ella fermati. Lui, loro tra pochi giorni se ne andranno. Resterai di nuovo sola. Non fare grandi progetti, non farti castelli in aria. Vivi il presente senza lasciare spazio all'immaginazione. 
 
Credo proprio di essermi addormentata. Una mano accarezza i miei capelli, una dolce voce canta per me. E' rilassante. La voce continua, canta senza sosta, ma c'è qualcosa che non va. Da un dolce suono si trasforma in una cantilena, poi in un ghigno, diventa tutto buio, il tocco morbido diventa rude e freddo. Il panico si impossessa di me. Mi manca il respiro, mi sento soffocare. E quando sto per emanare l'ultimo fiato mi risveglio urlando. 
 
-Che succede?! Piccola tutto bene?- 
 
Corse in camera più preoccupato che mai. Spaventato per il mio urlo. Preoccupato per quello che gli avrei detto. 
 
Aprì le braccia e mi strinse forte. Il calore di qualcuno che mi voleva bene, ha fatto passare tutto il panico che circolava nelle mie vene. 
 
Gli spiegai quello che avevo sognato e dopo avermi detto che andava tutto bene, che era solo un incubo continuò ad abbracciarmi.
 
-Dove sono gli altri?- -Sono andati a fare un giro. L'hanno praticamente tirato per farlo staccare da te.- Ridemmo. -Torneranno?- Bussarono la porta. -Beh credo proprio di si, visto che allogeranno qui- 
 
Voleva riparare. Lo stava facendo in tutti i modi. Mi stava circondando delle persone che mi facevano stare bene senza vietarmi niente. Sentivo un bisbigliare che veniva dalla cucina. Doveva essere Alex e qualcun'altro. 
 
-No! Tu non la andrai a trovere..- Poi abbassò il tono di voce. 
 
Con chi l'aveva? Perchè aveva urlato? -Ale chi è? Voglio saperlo!- Urlai. -N-nessuno...- -Ale stai parlando con qualcuno ed io voglio sapere con chi!- 
 
Sentivo i loro passi avvicinarsi alla mia camera e Ale continuava a dirgli o dirle di fare silenzio e di aspettare che io dicessi qualcosa e se non avevo voglia di parlargli doveva andarsene. Quella era sul serio l'ultima persona al mondo che avrei desiderato vedere. Tutti i momenti trascorsi insieme riaffiorarono. Tutti nessuno escluso. Faceva male vedere il passato e poi vedere come siamo finite. 
 
-Cosa...ci fai qui?- -Io volevo chiederti scusa...- -Ora? Solo ora tu vieni qui, e dopo tutto pretendi che ti perdoni?- -Io...vorrei ritornare tua amica. Voglio essere di nuovo la tua migliore amica.- -Per poi abbandonarmi di nuovo?- -No. Per restare. Io lo so che ho sbagliato con te  e anche tanto. Lo so che dovevo darti una mano contro quel mostro, lo so che se solo ti fossi stata un po' di più accanto tutto questo si sarebbe evitato. Io lo so. E mi dispiace tanto per non esserci stata. E ti prometto che io ci sarò.- -Mi dispiace ma questa volta sono io che non voglio esserci. Ti ho dato cosi tante opportunità in questi anni per fare pace. Ma tu no. Tu eri impegnata con il tuo ragazzo e non potevi trovare un po' di tempo per me. Quindi come sei sparita per due anni, lo fai per il resto dei giorni. E non sentirti in colpa, è stata solo colpa mia se non l'ho denunciato ed ho aspettato che succedesse tutto questo. Ti auguro una buona settimana e tantissima fortuna nella vita.- -Ciao Brilla..- -Non chiamarmi più cosi. Non ne hai il diritto. Ciao Noemi.- 
 
Senza dire niente andò a passo svelto alla porta e la chiuse alle sue spalle. Dopo tanto tempo che io avevo bisogno di lei, lei vieni solo ora. Ce ne ha messo di tempo per capire il mio bisogno. Ma a lei cosa importa. Ha il ragazzo al suo fianco che la ama più di tutto, è felice questo è l'importante. 
 
-Non credevo sarebbe venuta di nuovo...- -Di nuovo?- -E' già venuta un paio di volte quando tu dormivi  o quando eri in ospedale...- -Perchè non me l'hai detto prima?- -Io..non credevo potesse essere una persona da rivedere dopo tutto quello che  è successo e che ti ha fatto..- -Tu non dovevi nascondermelo. Non dovevi. Ora vai.- -Non volevo sbagliare ancora. Io volevo difenderti...- -Non importa. Quello che fatto è fatto. Ora vai, però.- -Io...- -Vai. Non preoccuparti.- 
 
Feci un mezzo sorriso per rassicurarlo e andò. 
 
Non volevo che mi venissero nascoste certe cose. Soprattutto una cosa importante come questa. 
 
Le inviai un messaggio  di scuse per averla mandata via ma credevo che non mi era mai venuta a trovare. 
 
Si in passato è successo quello che è successo, ma è passato. Questo è il periodo in cui do possibilità a tutti, beh diamo anche a lei. 
 
Venne la sera a casa mia e la passammo raccontandoci tutti i momenti che ci eravamo perse l'una della vita dell'altra. Beh i miei erano più momenti orrendi che carini ma lei è stata lì e mi ha ascoltata.  
 
Si diede tutte le colpe di questo mondo, quando in realtà non era vero. Nessuna delle cose che mi successe fu per colpa sua. Si ero da sola ad affrontarlo ma sono soppravvissuta. 
 
-Ora dovrei andare.- -Buona notte Noe.- -Ciao Ella.- 
 
Sorrisi e salutai agitando la mano.
FLASHBACK.
-Hey vacci piano, ne hai bevuti già tre bottoglie..- -Dai Noemi smettila di fare la mammina, e fammi compagnia.- -Stella smettila.- -Non chiamarmi Stella, lo sai che non lo sopporto.- Sbuffò. -Ti chiamerò Brilla.- -Brilla? E che senso ha con il mio nome?- -Le stelle brillano nel cielo, no? Con la loro luce mostrano la giusta strada a chi le sa vedere. Un po' come fai tu. Tu mostri la giusta strada da seguire, anche se sta sera di giusto hai fatto poco e niente. Ed ora smettila di bere che ti porto a casa.- -Ok Noe.- -Hai una fantasia nel trovare i soprannomi tu, eh.- Rise. 
 
Io ero troppo ubriaca per cercare di capire il senso di quella battuta. La mattina seguente ripensai alle sue parole. ''Tu mostri la giusta strada da seguire''. Ma se non ne faccio una buona? Sbaglio sempre, deludo sempre tutti. Che cosa buona faccio? Eppure lei mi ha paragonato alle stelle. Beh lei è la mia Noe. 
FINE FLASH.
Ritornai sulla terra quando mi si piazzò davanti agli occhi la sua figura. 
 
-Già di ritorno?- -Eh si. Sono venuto per stare con te non per conoscere la città. Poi sai voi directioners siete così calorose...- Rise sedendosi al mio fianco. -Come va?- Mi domandò. 
 
Era strano quello che sentivo. Non stavo male, anzi tutt altro. Ma stavo bene solo quando lui c'era, quando lui poi se ne andava ecco che il dolore ritornava ad impossessarsi di me. Era come uno scaccia pensieri, un acchiappa paure. 
 
-Quando ci sei tu...- Mi bloccai. 
 
Fece un mezzo sorriso senza dirmi nulla. Divenni rossa in volto. 
 
-Cioè quando ci siete voi.- Mi corressi. - Sto bene. Avete una forza dentro, un qualcosa come una calamita. I miei problemi svaniscono. Come se tu li catturassi e li cacciassi via da me. Come se fossi il mio scudo, il mio guerriero. E' strano da spiegare.- 
 
Ci sistemammo sul letto.Continuò a non dirmi nulla, mi accarezzava i capelli e mi faceva parlare e raccontare tutto quello che volevo, senza interrompermi, senza dire cose stupide. Mi fece parlare. 
 
-Posso farti una domanda?- Disse poi all'improvviso. -Certo, tutto quello che vuoi..- 
 
Deglutì rumorosamente, impaurita per quello che mi potesse chiedere. 
 
-Mi parli un po' di lui?- -Di chi?- -Di quello che ti ha ridotto cosi.- 
 
Mi incupì. Perchè mi voleva far ricordare tutto quello che ho subito? Lui portava via tutti quei momenti perchè ora li voleva sapere? Perchè mi chiedeva una cosa cosi? Lui notò che ci fu un cambiamento in me. Lo notò. Infatti si pentì subito di avermelo chiesto. 
 
-Io non voglio riportarti alla mente tutte quelle scene...- -E allora perchè mi hai chiesto di raccontarti di lui?- -Io...voglio sapere la tua storia.- -Beh non si vede ? Credo che i tagli, le ferite, i lividi, la gamba rotta, il braccio tutto fasciato, dolori in ogni singola parte del corpo. Credo che la mia storia si capisca.- -Io voglio sapere perchè stavi con lui, come hai fatto a capitare con una persona cosi, voglio sapere perchè non hai avuto problemi a metterti con lui mentre con me stai facendo tremila problemi...- 
 
Si bloccò per un istante cercando di analizzare ogni parola da lui detta. Poi si corresse. -Cioè voglio capire perchè ora ti fai problemi a voler bene a qualcun'altro.- 
 
E cosi dopo aver preso un grand respiro iniziai. 
 
-Era estate, precisamente era agosto. Stranamente per la città..- -Scusate dell'interruzione ma vorremmo sapere come sta la nostra piccolina.- 
 
Erano gli altri ragazzi che facevano capolinea nella stanza. Gli sorrisi e abbracciai e baciai uno ad uno. 
 
-Com'è stata la città?- -L'italia è fantastica.- -Dovreste vedere il resto dell'italia non solo Napoli, Verona, Milano e Roma, Liam. Dovreste vedere la Sicilia, la Calabria, la Puglia. E tutto il resto, credo che restereste stupiti. Sia per la bellezza ma anche per le directioners che ci sono in ogni posto. Credo che riempireste uno stadio di ogni città, talmente che ne sono tante.- -Che facevate?- -Mi stava raccontando la sua storia..- -Potremmo..- -Certo Zayn.- 
 
Presero delle sedie in cucina e si accomodarono in torno a me. 
 
-Allora stavo dicendo. Era una sera d'agosto. Raggiunsi più tardi il mio gruppo e venni a sapere che avevano  fatto ubriacare un mio amico, che non regge nemmeno un goccio di birra, figuratevi l'acool. Allora inizio ad urlare e a prendere a parole tutti. Cosi per calmarmi mi allontanai da sola dal gruppo quando mi si avvicinò questo ragazzo. Era carino, niente di speciale, mi offrì qualcosa da bere e passammo le tre ore successive insieme. Mi disse che mi aveva visto mentre litigavo con il resto del gruppo, che avevo un bel carattere, ero forte, bella. Mi lusingò, insomma. Iniziammo a messaggiare e a parlare su facebook, mi chiamava ogni sera, quando poi ci mettemmo insieme. Per i primi mesi era carino e dolce, si preoccupava di me e tutto. Lui è stata la mia prima volta. Dopo quattro mesi che stettimo insieme creò l'occasione e lui era cosi dolce, mi faceva stare cosi bene, e allora ci cascai. Avuto quello che voleva iniziò ad essere freddo, non voleva vedermi più di tanto. Ci incontravamo solo quando casa sua era libera e potevamo farlo senza problemi. Iniziammo a vederci tutti i singolo giorni, poichè i genitori partirono lasciandolo da solo qua, e ogni giorno era una continua lotta. Dovevo fare quello che diceva senza opporra obbiezioni se non volevo che mi succedesse qualcosa. E cosi arrivammo al punto dove io mi ribellavo e lui mi picchiava per farmi fare quello che voleva. Divenni la sua puttana, iniziò a fare festini a casa sua ed io dovevo fare tutto quello che voleva lui, dovevo dire quello che voleva lui, dovevo vestirmi come voleva lui.  Ma lui era ubriaco e la prima cosa che facevo che a lui non andava bene era una litigata che finiva con me che ero piena di lividi e dolori. E cosi ogni giorno, dove la situazione peggiorava e peggiorava sempre di più. Niente andava bene. A scuola, a casa, con gli amici, con lui. Niente. E solo grazie a voi riuscivo a sopportare tutto quello. Solo grazie mettendomi le cuffie e facendo passare le vostre canzoni riuscivo a resistere e farmi forza...- 
 
Niall mi strinse le mani, per farmi capire che era lì. Gli altri mi guardavano, osservavano ogni mio movimento delle labbra. Avevano tutti gli occhi lucidi, spostai poi lo sguardo sullo stipite della porta e notai una figura seduta. 
 
Bisbigliai a Niall di accompagnarmi fin lì se per lui non fosse un peso, e senza dire niente mi prese in braccio e mi portò fuori la stanza. 
 
Lo vidi con le gambe al petto e la faccia che poggiava sulle ginocchia. Piangeva, piangeva tantissimo. Mi feci poggiare al suo fianco e gli chiesi di lasciarci da soli. Annuì e chiuse la porta in modo da poterci far avere un po' di privacy anche se eravamo nel corridoio di casa. 
 
-Hey. Hey. Hey. Che succede?- -Io...- -Tu cosa?- -E' tutta colpa mia.- -No, non lo è. La colpa è mia che non t'ho detto niente. E' mia se mi sono messa con lui. La colpa è solo mia. Tu non c'entri niente.- -Stella...-
 
Non finì di parlare per il troppo pianto. Mi abbracciò ed io ricambiai, lo strinsi a me, gli feci capire che gli volevo bene e che la cosa non sarebbe cambiata. 
 
-Sshhh. E' passato ormai. L'hai detto stesso tu, nessuno più mi toccherà come faceva quello.- -Non dovevo lasciarti da sola.- -Non l'hai fatto. Sono stata io che non ti ho reso partecipe della mia vita. Io lo so che tu ci sei sempre stato. Lo so che bastava che ti chiedessi aiuto e c'eri. Dovevo solo parlare perchè lo sguardo non sarebbe servito. Io lo so.- -Io dovevo capirlo! E invece non l'ho fatto! Io non servo a niente!- 
 
Si alzò di scatto e corse via dalle mie braccia. 
 
-No! Non te ne andare! Alex, ti prego..- -Non servo a niente! Ti sono solo d'intralcio!- 
 
Bussai alla porta dei ragazzi, aprirono subito. 
 
-Cercate Alex, è scappato via. Ho paura che faccia qualche pazzia.- 
 
Iniziai a piangere Lou fu subito pronto ad abbracciarmi. 
 
-Chiamate Jake, Paul e tutti quelli che potrebbero darci una mano. Io resto con lei.- 
 
Nessuno obbiettò. Uscì Damon dalla sua camera. Mi vide piangere con Lou che continuava ad abbracciarmi. I ragazzi in quell'instante chiusero la porta di casa. Mi chiese che stesse succedendo glielo spiegai poi chiesi di portarmi in camera sua e di mettermi affianco a lui sul suo letto. Lou gli cantò una dolce ninna nanna e lui si riaddormentò. Cosi andammo nella mia camera e restò al mio fianco senza lasciarmi un attimo. Senza dirmi niente. 
 
Poi iniziò a cantare. Era strano. Eppure era una delle loro canzoni. Iniziai a piangere. L'ho fatto cosi tante volte con loro. Ho pianto per ore sentendo le loro voci tramite il mio ipod. 
 
Continuò a cantare senza fermarsi. Ed io piansi e lui mi stringeva sempre un po' di più. E tutto quello che volevo era stare bene, ed essere felice, e ritrovare mio fratello, e sapere che sta bene. Vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto, non vorrei la pietà dei miei idoli, non vorrei aver subito tutto quello che ho subito, non vorrei essere una vittima, vorrei essere una guerriera. Ma io non lo sono. Io sono una debole. Una perdente. Io sono tutto quello che c'è di più inutile al mondo. Lou mi fece una camomilla e mentre lui era di là, in cucina, io presi tutte le pillole che avevo sul comodino. Magari avrebbero reso tutto più facile. 
Pov Louis.
Stava male. Più del solito. Quelle parole del fratello l'hanno ferita più di tutto il resto. Si crede colpevole di tutto questo quando in realtà non è colpa sua. 
 
Le ho cantanto qualche canzone per farla stare meglio, aveva detto che noi l'abbiamo aiutata, quindi lo faremo anche ora. Non si voleva dimostrare debole, lei non lo era. Non ho mai visto una ragazza più forte di lei. Ha affrontato tutto quel dolore da sola, e l'avrebbe continuato a fare solo per proteggere i familiari. Ma ora ci siamo noi, c'è Jake, ci sono i fratelli. Noi le vogliamo bene e questo lo deve capire. 
 
-Ella ho fatto la camomilla. Attent..- 
 
Feci cadere tutto a terra. Corsi nella sua direzione e le diedi quache schiaffo sul volto. Non si svegliava. Lo scatolino delle pillole era completamente vuoto. ''Sonniferi''. Una gran quantità di quella roba l'avrebbe fatta morire. E non poteva andarsene. Ha affrontato troppo per andarsene in questo modo. 
 
La portai in bagno, le aprì l'acqua ghiacciata e la sistemai sotto il getto. Non si riprendeva. Chiamai Jake agitato, non sapendo che altro fare. 
 
-Aiutami! Ha preso tutto la scatolino di sonniferi. Non si sveglia più. E' sotto il getto d'acqua gelida, ma non si riprende. Ti prego Jake aiutami!- 
 
Iniziai a tremare e uscì fuori qualche lacrima. Stavo andando in panico. Non ho mai affrontanto una cosa del genere, e non pensavo di doverlo mai affrontare.
 
-Controlla che l'acqua sia sempre fredda, dalle dei colpi sul volto, controlla i battiti cardiaci. Calmati e respira. Andrà tutto bene- -Sbrigati a venire ti prego, Jake.- -Lou..?- -Damon...Jake digli di tornare in camera, non può vedere la sorella cosi!- 
 
Mi asicugai quelle poche lacrime che scesero dal mio volto e porsi il teleofno al piccolo.-
 
Gli disse cose che mi avrebbe ripetuto in seguito, e subito dopo Damon andò nella sua camera. Gli sorrisi e lui mi abbracciò. Feci molta attenzione a non fargli notare la sorella. Chiusi la porta del bagno, in modo da non avere nessuna visita a sorpresa di Damon. Controllai per tutto il tempo che i battiti fossero regolari, ma stavano iniziando a diminuire, la bocca aveva perso il suo bellissimo colorito rosa, il volto era più pallido del solito. No. Non poteva accadere sul serio. Sentì la porta aprirsi e dei passi che venivano veloci verso di me.
 
 -Lou siamo noi! Aprici. Lou!- 
 
Aprì frettolosamente la porta vedendo Jake che prendeva in braccio Stella e la metteva sulla barella. Delle infermiere si presero cura di me, ma le scansai subito e corsi da Jake. 
 
-Non puoi venire. C'è il piccolo a casa. Non può restare da solo dopo tutto questo. Vai. E chiama gli altri.- E cosi feci. 
 
Ritornai di sopra e vidi Damon guardare verso il letto vuoto della sorella, poi guardò me. 
 
-Che succede?- 
 
Avevo imparato pochissime parole da quando ero in italia, cosi scrissi tutto sul traduttore. Riuscivamo a comunicare decentemente grazie a quell'aggeggio. 
 
-Quando tornerà a casa?- -Presto, piccolo. Tornerà presto.- -Resti con me?- -Certo.- 
 
Mi sforzai di sorridergli. Volevo fargli forza. Quella forza che nemmeno io avevo. 
 
Cosi mi accucciolai con lui sul divano aspettando notizie. 
 
Chiamai gli altri li avvertii di quello che era successo. Niall e Harry corsero all'ospedale, mentre Liam, Zayn, e altre persone di fiducia continuarono a cercare Alex. Tutto sarebbe finito presto. Tutto almeno avrebbe avuto una fine. Questo era sicuro. 
 
A: The half part of me. 
I miss you. I need you. It's all a caos here. 
 
Da: The half part of me.
I'm here. I'm always here for you. I love you darlin'. 
 
A:The half part of me. 
I love you too love. Hug me? 
 
Da:The half part of me.
I kiss you, tonight in your dream. I'll kiss you. You kiss me back? 
 
A:The half part of me.
I'll always kiss you back. I'll always love you. 
 
Amavo ricevere suoi messaggi. Amavo il nostro rapporto. Stavamo cosi bene insieme. L'amavo. Ma mi mancava cosi tanto. Non più un momento insieme. Non più un'abbraccio, un bacio, una carezza, una battuta. Non più come una volta. Ma andava bene cosi. Doveva finire tutto. Tutto avrebbe avuto una fine. Anche questo segreto. 
 
Giravo e rigiravo i canali della tv in cerca di qualcosa che potessi capire, o carino da vedere anche senza capire niente. Ma niente. Non c'era praticamente nulla in tv. Cosi restai a fissare il soffito accarezzando i capelli del bambino e pensando. Pensando ad ogni cosa detta, successa, ogni bacio dato, rubato, preso, nascosto. Pensai a me, e alla mia metà. Ai ragazzi, a stella, a damon, alex, jake, alle nostre fan, ai premi vinti, agli album fatti, a quelli che ci saranno, ai tour passati, a quelli nuovi. Il film, i libri. A tutto quello che stava succedendo da tre anni a questa parte. Era tutto cosi incredibilmente fantastico e strano e stancante a volte. Nascondersi. Pensare due volte prima di dire, di fare. Pensare anche se fare o meno una battuta. Era strano come il successo, una cosa cosi bella, avesse tramila lati negativi per chi la guardava con occhi come i miei. 
 
Damon ormai dormiva da ore, ed io ero ancora sveglio aspettando notizie. Ecco che finalmente qualcuno mi chiamò. 
 
-Pronto?- -Lou siamo tutti in ospedale, quel deficiente di Alex si è ubriacato, gli facciamo fare una lavanda gastrica. Appena abbiamo sistemato anche lui veniamo io e Zayn da te.- -Va bene Haz.- E staccai. 
 
Portai il piccolo in camera sua, lo poggiai sul letto e gli rimboccai le coperte. 
 
-Lou..- -Si?- -Resta.- 
 
Poche parole sapevo. Ma quella era l'unica che mi rimase impressa dalla prima volta che la sentì. Me la disse una fan. La stavo abbracciando, lei piangeva e rideva. Mi staccai un po' da lei, volevo asciugarle le lacrime e lei mi disse ''Resta un altro po' tra le mie braccia.''. Io non capì, poi me lo disse in inglese. E da quel giorno riesco a ricordare benissimo cosa significhino quelle parole. Quella fan mi fece sentire voluto ed apprezzato. 
 
Cosi decisi di restare accanto a lui. Mi stendetti, lo abbracciai e restai lì a fissare il vuoto. 
 
Sentì la porta aprirsi. Dovevano essere loro. Li raggiunsi in cucina dopo aver dato un dolce bacio a Damon. 
 
-Come sta?- -Il battito si è regolarizzato..- -Niall? Alex? Jake? Come stanno?- -Alex l'abbiamo lasciato che dormiva, Jake stava facendo di tutto per aiutarla...- -Ha detto che ora le toglie tutte le pillole.- -Si. E Niall?- -E' preoccupato. Non sta fermo un attimo. Va avanti e dietro per tutto il corridoio. Ha detto che restava lì da lei e Liam gli fa compagnia.- -Damon?- -E' di là che dorme. E' stanco di tutto questo.- -Già, non è il solo. Tutti e tre stanno sopportando troppo.- -Stavo pensando...- -Cosa Haz?- -E se li facessimo venire con noi in tour? Per un po'. Potremmo iniziare una lotta contro gli abusi sulle donne se Stella vuole. Potremmo dare metà ricavato di tutto il tour ai centri che si occupano di questo.- -Perchè no. Potrebbe essere una distrazione per Stella e gli altri e porteremmo una buona causa avanti.- -Non correte ragazzi. Dobbiamo vedere se a Stella va bene. Dobbiamo aspettare la sua guarigione o comunque la sua ripresa. E noi domani partiamo...- -Niall non verrà mai..- -Niall deve venire purtroppo. Capirà.- 
 
E cosi stanchi ci mettemmo sui divani per riposare un po'. 


 
Spazio scrittrice.
Ed ecco qui un altro capitolo.
Zan zan zan.
Che ne dite? 
Volevo avvertirvi che 
mi sono convinta. 
La storia non la eliminerò.
Non mi interessa se nessuno la recensisce 
o altro.
Mi piace. 
L'ho scritta con tutta l'anima
questa storia e volevo fare qualcosa di diverso da quello che scrivo di solito.
Cosi la lascio qui.
Mancheranno un altro paio di capitoli,
credo, poi sarà finita. 
Vi ricordo che sto scrivendo un'altra storia.
Per ora ci sono solo tre capitoli. Ma appena finisco questa,
aggiorno l'altra. 
Baci!! Vostra ImBritIrish!! xx





 
  
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