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Autore: hugmeciastin    16/06/2013    24 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chloe's Point of View:
 
Sto letteralmente andando a morire.
Non so quante volte l'avevo già detto, ma credo che questa volta in realtà era la volta buona. Qualcuno chiami il 911. Qualcuno faccia qualcosa. Qualcuno venga a salvarmi. Non c'era nessuno che poteva salvarmi, e per sfortuna neanche Justin.
Porca troia, Dio mi aiuti.
La morte era sempre stata la mia più grande paura. La morte si stava avvicinando a me.
Non sapevo se me lo meritavo o no. Justin era sconvolto, gli avevo mentito, ma mio fratello mi aveva detto di non dire a nessuno il mio nome, stavo solo seguendo i suoi ordini.
L'uica cosa di cui mi sentivo in colpa era il fatto che avevo disobbedito a mio fratello non stando alla larga da Stratford. 
Avevo paura. Avevo le mani legate dietro la mia testa, e un panno che copriva i miei occhi. Non riuscivo neanche a pensare con chiarezza. Un pezzo di stoffa, inoltre, era avvolto intorno alla mia bocca, quindi non riuscivo a parlare. Non sapevo cosa mi sarebbe accaduto. L'intero furgone puzzava di fumo di sigaretta, il che significa che dovrò abituarmi a quell'odore, ancora una volta. 
Ero in un furgone con nientemeno che Dean Hill. Non lo sopportavo. Mi aveva usato per fare del male a Justin, che patetico. Lui e Alexa erano perfetti insieme, tutti e due imbrogliavano gli altri senza problemi, cazzo. Dean era un falso.
Non so quanto tempo è passato, ma credo una ventina di minuti fa, Justin aveva una pistola puntata sulla mia tempia. Per la prima volta. Non pensavo che arrivasse a farlo. Lui era il mio assassino e io il suo bersaglio.
Sentirgli dire che provava qualcosa per me, mi aveva fatto capire che forse era quello il motivo per cui mi aveva lasciata andare. Lui però aveva negato, ma sapevo nel profondo del mio cuore, che non lo pensava davvero. Per questo non era riuscito a portare a termine con successo il suo compito di uccidermi.
La verità è che piuttosto di stare in quel furgone con Dean Hill, avrei preferito morire.
Era un miracolo se ero viva. Sapevo di aver detto una bugia, ma era stato il destino ad avermi portata fino a questo punto. 
Avevo paura.
Sentii qualcuno dietro di me respirarmi sul collo. L'aria diventò densa e iniziai a tremare. Sapevo che Dio mi aveva messo in questa situazione per un motivo, ma ero spaventata a morte. Letteralmente. Non potevo semplicemente morire subito?
Che cosa volevano farne di me?
"Siamo arrivati, bambola." Una voce familiare sussurrò nel mio orecchio. Era Dean.
Improvvisamente, sentii le porte aprirsi, e la brezza fresca della notte entrò nel furgone. L'odore delle sigarette svanì subito. Venni presa per le braccia e qualcuno mi strappò dalla sedi. Non capivo niente. Sapevo che c'erano due mani a tenermi per le spalle, e altre mani che mi tenevano per le braccia. C'era un intero gruppo di persone che cercavano di portarmi in qualche posto.
"Mah!" Gemetti. Era tutto quello che potevo fare dal momento che non potevo parlare, vedere o muovere le mani.
In pratica, ero fottuta.
Molto presto, mi spinsero all'interno di una casa. Rabbrividii, mentre quelle mani mi portavano da una parte e dall'altra. Avevo fame, sonno e paura. Sapevo che ero in un posto in cui non ero assolutamente al sicuro.
L'unica cosa che potevo fare era obbedire ai loro ordini.
"Stai attenta a dove cammini, piccola." Una voce burbera mi comandò.
Venni spinta verso il basso, su quello che sembrava essere un gradino. Avrei dovuto alzarmi e camminare senza vedere niente. Lo feci e cercai l'equilibrio giusto, facendo del mio meglio per non cadere.
Anche se c'erano dei ragazzi dietro di me che ogni tanto mi prendevano, mi sentivo come se stessi per cadere in un buco senza fine.
Arrivammo in fondo alle scale. Sentii una porta aprirsi e poi chiudersi dietro di me. Sapevo che ero chiusa in una stanza, di nuovo. E sarebbe stato ancora peggio di quando ero chiusa con i Venom. Sentii le mie mani che vennero liberate dalle corde. Dimenai le mie dita, cercando di aiutare a sciogliere quei nodi, sentendo di nuovo il sangue scorrere nelle mie vene. Il panno attorno alla mia bocca venne levato. Mi lasciai sfuggire un sospiro, respirando più forte che potevo.
"E' così calda.." Sentii sussurrare un ragazzo, non vedevo ancora niente a causa della stoffa che copriva i miei occhi.
Stoffa che poco dopo venne levata. Chiusi gli occhi, per la luce accecante, poi lentamente li riaprii.
Di fronte a me c'era Dean in piedi con un sorriso pieno di soddisfazione sul volto. Volevo schiaffeggiarlo. I suoi capelli erano in totale disordine e i suoi occhi marrone scuro mi trafiggevano l'anima, e aumentavano la mia voglia di scappare da questo buco infernale.
"Che cazzo vuoi da me, stronzo?" Sibilai, rischiando grosso.
"Cerchiamo di non cominciare con le parole grosse, ora." Ridacchiò, avvicinandosi a me. Avrei voluto strangolarlo, praticamente avrei voluto direttamente sbarazzarmi della sua esistenza.
Sapevo che era più forte di me e non volevo rischiare di venire uccisa così presto.
"Mi stai prendendo per il culo, vero?" Chiesi, aggrottando le sopracciglia.
"Oh, ti sembra che lo stia facendo?"
Ci guardammo in completo silenzio. L'odore del fumo girovagava per la stanza e l'aria era densa. C'era altri due ragazzi nello sfondo. Un biond e un altro bruno, molto alto e magro.
"Beh, sul serio. Che cazzo vuoi?"
"Sono qui per divertirmi un po'." Dean sorrise tra sè, camminando ancora più vicino a me. Mi spinse con forza e sentii il muro dietro le mie spalle. Ben presto, mi inchiodò lì, mentre trascinava il suo naso verso il bassa, dalla mia mascella verso il collo. Iniziò a succhiarmi il collo e a baciarlo. Le sue mani afferrarono il mio culo con fermezza e i suoi pollici me lo massaggiarono.
"Smettila, Dean!" Gemetti, cercando di resistere.
"Cosa c'è che non va, bambola?" Si allontanò da me, facendo una faccia da cucciolo. "Non ti piace? Non mi vuoi più?" 
"Non ti ho mai voluto, quindi allontanati da me, cazzo."
"Ne sei sicura?" Chiese sarcastico. "Non sembrava che tu non mi volessi l'altro giorno..."
"Cazzo basta! Hai una ragazza!" Strillai.
"Quella piccola troia non deve sapere niente. Lei fa la stessa identica cosa per me. La vendetta è dolce, non sei d'accordo, tesoro?" Mi prese fermamente per i fianchi.
"Non chiamarmi in quel modo, cazzo." Ringhiai.
"Posso chiamarti come voglio, piccola sporca puttanella da quattro soldi." Disse. Rimasi senza fiato come fece scivolare le mani sotto la mia camicia, afferrando le mie tette. Mi sentivo più violata di quando Justin mi aveva baciata.
Justin...
"Tu sei un maiale! Vattene via, allontanati da me!" Lo spinsi via, tirandogli una ginocchiata nelle parte intime.
Gemette dal dolore.
"Picchiate questa fottuta puttana!" Dean comandò ai suoi amici. Vennero verso di me, afferandomi per le braccia. Mi dimenai, cercando di scalciare. Il biondo mi tirò un pugno nella guancia. Ancora una volta, non riuscii a sentire la mia bocca. Per la seconda volta in questa settimana.
"Cos'è questa storia che tutti mi prendono a pugni?" Seguendo i miei istinti, afferrai il braccio del biondo e lo morsi così forte da farlo sanguinare. Mi lasciò la mano, cercando di ripulire il sangue.
"Fottuta troia!" Urlò il biondo, prendendo un coltello e facendolo scorrere sulla mia spalla sinistra, lungo il braccio, terminando il taglio sulla mia mano. Urlai dal dolore, sentendo le lacrime rigare il mio volto.
Il ragazzo bruno mi strattonò e mi sbattè al muro. Guardai il mio braccio sanguinante, ero terrorizzata.
I due ragazzi mi presero entrambe le braccia e me le misero sopra la testa, attaccandole a delle manette che erano appiccicate al muro. Dean si avvicinò a me, incrociando le braccia.
Inclinò la testa da un lato all'altro, poi si fermò, sorridendomi.
"Sei tranquilla, bambola?" Mi chiese con voce confortevole. Gli sputai in faccia, sorridendogli. Ansimavo, il mio petto saliva e scendeva. Improvvisamente, Dean mi diede uno schiaffo in pieno viso.
"Avevamo bisogno di una nuova ragazza da scoparci qui, comunque. Va tutto bene."
Si voltò di spalle e iniziò a camminare verso la porta con gli altri ragazzi dietro di lui. Sembrava quasi un film di James Bond.
"Scusa? Non ho intenzione di essere la tua prostituta." Scossi la testa, cercando di combattere le lacrime.
"Ehi, perchè no? Sei una di quelle. Hai un bel culo, belle tette. Sono sicuro che essere la nostra piccola schiava sessuale non sarebbe una pessima idea." Affermò, controllando l'ora al suo orologio da polso.
"Non sarò niente per voi." Urlai.
"Oh, ma tesoro." Fece una pausa. "Non hai scelta."
"L'ha scoperò prima io." Disse il ragazzo alto, magro e bruno. Deglutii, disgustata, ansimando ancora più di prima.
"Fallo, se vuoi, quando vuoi. Lei non andrà via da qui. Non mi interessa." Alzò le sopracciglia verso di me, sorridendo infastidendomi sempre di più.
"Gesù Cristo." Sussurrai a me stessa. Una schiava del sesso? Non ero io. Non volevo che il mio corpo fosse un gioco per i ragazzi. Credevo che tutti accadesse per una ragione, ma mi piacerebbe molto di più farlo con Jay. Avevo bisogno di qualcuno che mi tirasse fuori da qui. Se qualcuno lo facesse, sarei la ragazza più grata e felice del mondo.
Tutti e tre i ragazzi sogghignarono, poi si voltarono, uscendo dalla stanza. Sbatterono la porta dietro di loro e mi lasciarono lì, appesa, in completo silenzio.
 
 
Justin's Point of View:
 
Il rumore del rombo della moto era come musica per le mie orecchie. Accellerai in autostrada, con il vento tra i capelli, sentendo uno strano senso di libertà. Forse, in realtà avrei bisogno di un po' di tempo per me stesso, di godere delle cose interessanti che potrei fare nella mia vita. Questa moto è il mio tesoro. Ma prima andiamo.
Devo prendere Chloe, devo riuscire a portarla fuori da lì. L'avevano presa nel loro furgone, le sue urla erano terrificanti.
Sentirla urlare in quel modo mi aveva fatto capire che dovevo salvarla a ogni costo, dal momento che nessun altro l'avrebbe fatto.. o forse ciò che me lo aveva fatto capire era il fatto che provavo qualcosa per lei. 
Non avevo la più pallida idea di dove fosse andato quel furgone, mi ricordavo solo qual'era il magazzino di Dean. Non ero stato a Londra, in Ontario, da tempo, non ricordavo quasi niente di questa città.
L'ultima volta che venni, litigammo per Alexa Agostino e di come la attraevo. Non mi trattenevo. Dovevo semplicemente darle tutto ciò che desiderava: il sesso. Ma non avevo mai provato niente e mai niente proverò per lei.
Pensavo che Chloe fosse la prima ragazza per cui provavo qualcosa. Non sapevo come spiegarlo. Non sapevo cosa mi piaceva di lei, il suo amore, o semplicemente il nostro 'odio' reciproco.
Potevo però, ovviamente, dire che mi piaceva. Dean non lo sapeva nemmeno. L'ultima volta che avevamo litigato, mi aveva chiamato 'Innamorato.' Dean era il mio migliore amico, quindi sapeva bene com'ero.  Usavo una ragazza per il sesso e dopo la mandavo subito via.
Chloe era l'unica ragazza con cui mi piaceva stare in giro. Dopo un paio di giorni avevo smesso di chiederle di venire a letto con me. Era stata la prima ragazza a stare in casa mia numerose notti, senza mai venire toccata da me. Questo doveva dirmi qualcosa.
L'amore è una parola forte. E così anche l'odio.
Volevo bene a mio fratello, ma onestamente, con lui non sapevo come comportarmi.
Ero così arrabbiato con lui e lui lo sapeva bene. 
Mi sembrava strano anche solo il fatto di essermi innamorato di una ragazza in una settimana.
Lei mi dava una strana sensazione, una specie di energia che entrava in me ogni volta che la vedevo. 
Lei era.. era importante.
Ma chiudi quella cazzo di bocca, Jay. Parli come una piccola troia. Tu non la ami.
A volte, vorrei solo staccare la testa alla ragazza. Mi sentivo come se il mio corpo, in parte la odiasse. Poi, un minuto dopo, volevo solo darle un bacio. Nessuno potrà mai capire. Prendevano tutti il mio bipolarismo come una cosa poco seria.
Arrivai finalmente davanti a una casa protetta con una recinzione metallica.
Parcheggiai la moto davanti, rpendendo le chiavi. Mi alzai in piedi, sentendo una presenza dietro di me. Guardai dietro di me per rendermi conto che era uno dei membri dei Royals, che faceva la guardia alla casa.
"Allora, ci incontriamo di nuovo." Disse il ragazzo cupamente.
"Chiudi quella cazzo di bocca!" Sputai, arrivando davanti a lui. Gli presi la testa, e con un forte movimento da sinistra a destra, gli ruppi il collo. Poi afferrai i fili del recinto e saltai dall'altra parte, atterando perfettamente in piedi. Dean lasciava sempre la porta aperta per i membri della sua band e quindi mi fu facile entrare in casa. Girai la maniglia ed entrai in punta di piedi all'interno della casa, assicurandomi che niente cigolasse o facesse rumore.
Hmmmm. Il posto migliore per mettere la propria vittima è al piano interrato. Forse, hanno messo Chloe laggiù. Seguii il mio istinto e scesi le scale. Una volta arrivato alla fine delle scale, mi fermai, sentendo uno strano rumore.
Misi l'orecchio alla porta per sentire e sentii una forte, sgradevole, risata familiare. Era Dean. Volevo entrare e sparargli al petto, ma prima le cose importanti. Dovevo trovare Chloe. Misi l'orecchio alla porta a sinistra delle scale per sentire solo un completo silenzio, poi un paio di secondi dopo, sentii qualcuno piangere.
Avevo una strana sensazione che quella voce femminile appartenesse a Chloe.
Aprii cautamente la porta per assucurarmi che non ci fosse nessun altro nella stanza. Vedendo che la via era libera, mi vennero i brividi aprendo ancora di più la porta: Chloe Romano era ammanettata al muro. La sua testa pendeva in giù, aveva i capelli in faccia, non riuscivo a vederle il viso. 
Tutto quello che sapevo era che il mio cuore batteva forte per quello che avevo appena visto. Era orribile, crudele.
"Oh, che dio mi aiuti." Lei gemette. Guardai il suo corpo per vedere che tremava.
"Ehi, sono qui." Sussurrai con cautela, facendo attenzione a farle capire che ero io.
Guardò verso di me, e spostò così i suoi capelli dal viso.
Aveva gli occhi pieni di speranze. Aveva le guance rosse e piene di lividi. Aggrottò la fronte.
Vederla così mi faceva soffrire. Mi precipitai da lei per liberarla. Cercai le mollette e le forcine tra i suoi capelli, così avrei potuto sbloccare le manette. Ne trovai una, e la inserii nella manetta destra, girandola per far sbloccare le manette. Feci la stessa cosa per la manetta sinistra. Ben presto cadde debole tra le mie braccia. La afferrai per il braccio sinistro per non farla cadere, lei gridò dal dolore e le coprii la bocca per non farla urlare, attirando così l'attenzione di Dean nell'altra stanza.
"Shhhh! Ti ho presa. Te lo prometto." La aiutai ad alzarsi, e guardando il suo braccio scoprii che le avevano fatto un taglio dalla spalla fino alla mano. Guardai verso di lei, stava cercando di combattere le lacrime. Guardò in terra, intimidita dalla situazione. 
Le presi il mento tra le mani, facendo incontrare i miei occhi con i suoi, pieni di lacrime. "Non avere paura. Non voglio farti del male." Mormorai, accarezzandole i capelli.
Lei rimase in silenzio, il mio cuore iniziò a battere ancora più veloce.
"Che è successo?" Le chiesi. "Ti hanno toccata? Ti hanno violentata?" Le lasciai andare il mento, cercando di levarle i capelli dal viso.
"Hanno detto che lo faranno in seguito..." Mormorò. Stava cercando di non piangere, lo sentivo dalla sua voce.
La tirai tra le mie braccia.
"Ucciderò quei bastardi per averti toccata." Sussurrai tra i suoi capelli. Le presi la mano e la tirai fuori dalla stanza, guardando a destra e a sinistra, assicurandomi che non ci fosse nessuno.
"Stai tranquilla." La rassicurai.
"Vado a torturare la ragazzina così tanto da arrivare a distruggere Jay in mille pezzi. L'idiota è innamorato."
Sentii una voce al piano di sopra. Ci fermammo in mezzo alle scale.
"Resta qui." Mormorai a Chloe, mettendola a destra in fondo alla scala. Aveva uno sguardo più che impaurito, come se fosse traumatizzata. Mi sentivo malissimo per lei. Mi sentivo in colpa per averle puntato la pistola alla tempia. Ora, che le era successo? 
"Non mi lasciare qui, da sola." Disse, afferrando saldamente il mio polso sinistro. Voglio dire, se non voleva vedere l'omicidio di alcuni ragazzi tra cui Dean era meglio che restasse lì dov'era.
"Credo che dovrai assistere alle loro morti. Vuoi vedere?"
"Non li ucciderai, Jay." Scosse la testa. Inclinai la testa di lato, tirando il suo viso vicino al mio.
"Mi stai dicendo di non ucciderli? Sai cosa diavolo stavano progettando di farti? L'averti picchiata è un quarto di quello che sarebbero capaci di fare. Saresti stata torturata senza senso e torturata fino a morire! Quindi, perchè non chiudi il becco e mi lasci gestire i miei affari?" Sussurrai, incazzato.
Sembrava più intimidita di prima, avrei dovuto calmarmi un po'.
"Ho intenzione di entrare lì, uccidere quei bastardi per poi portarti in un luogo sicuro, dove nessuno potrà mai farti del male."
"Va bene." Mormorò, tirando su con il naso subito dopo.
"Ora, stai qui. Se qualcuno ti sente o si avvicina, basta che ti nascondi di più. Non uscire per nessuna ragione, finchè non vengo io, capito?" Dissi, vedendola annuire subito dopo. Ero pronto a uccidere Dean, nessuno era in grado di fermarmi.
"Ehi, ragazzi. Quanto tempo che non ci vediamo, eh?" Accennai un saluto con il capo, guardando poi Dean con un sorrisetto.
"Sei venuto qui per salvare la tua patetica puttana?" Ringhiò Dean, avvicinandosi a me.
"No, sono venuto per mostrarvi il vostro karma." Sorrisi, incrociandole braccia sul petto.
"Se non altro, si è innamorato della ragazza." Disse.
Ridacchiai alla sua ipotesi, cercando di non fargli capire che potesse essere vero. Mi stavo rompeno il cazzo. Si aspettava davvero che io lo trattassi bene dopo tutto quello che aveva fatto a Chloe? Non lascerò questa stanza, fino a quando non saranno tutti morti.
"Sono venuto a ricambiare il favore, coglione." Sputai. "Stai scherzando?"
"Ah, giusto."
"Non mi piaci." Ringhiai contro Dean, che ridacchiò tra sè e sè. "Sei fottutamente morto, sul serio. Non mi piace il modo in cui hai trattato la ragazza laggiù!"
"Sostieni che lei non significa niente per te, quindi che diavolo ci fai qui?" Chiese. Trasalii, cercando di trattenermi dal non sparargli subito.
"Dico sul serio. Lei non significa niente per me. Non ti darò nessuna soddisfazione. Non oggi.. E' per questo che voglio finirti, piccola figa!"
E subito dopo aver detto la parola 'figa', lo colpii proprio sulla mascella, spingendolo sul tavolino dietro di lui. Lo bloccai sul tavolo e gli diedi più pugni, sentendo le nocche che iniziarono a bruciare. Lo presi per il collo e iniziai a soffocarlo con le mani. I suoi due aiutanti iniziarono a tirarmi via dal suo corpo, ma continuai a picchiarlo senza problemi e sicuro di lasciare questa casa con lui morto, cazzo. Lo presi per il collo di nuovo elo sbattei al pavimento, battendogli la testa numerose volte, mentre gli altri continuavano a tirarmi via.
Dean gemette dal dolore. Rimasi sul suo corpo, ansimando. Vidi lateralmente uno dei ragazzi di Dean che prese un coltello, pronto a pugnalarmi. Gli afferrai il braccio, gli strappai il coltello di mano e li scaricai tutti e due per terra. Mi sedetti sopra il bastardo, facendo del mio meglio per infilare il coltello nel suo petto, mentre lui si lasciò sfuggire dei versi di tensione.
Dopo un minuto di combattimento, sprofondai il coltello dentro la sua pelle, e dopo nel suo cuore.
Riuscivo a sentire il suono della sua cassa toracica rompersi, Dean iniziò a tossire sangue, era in mezzo a un'enorme pozza rossa. Indietreggiai, alzandomi dal suo corpo.
Il ragazzo era morto, proprio lì.
Dean stava soffrendo per terra, l'altro era morto. C'era solo uno stronzo rimanente. Presi la mia pistola dalla tasca posteriore e sparai un colpo al braccio destro dell'ultimo componente della banda, facendolo cadere in terra, sul pavimento di legno. Fatto questo, presi Dean dal colletto e lo avvicinai al mio volto.
"Questa è la mia vendetta, stronzo." Lo mollai sul pavimento, ormai rosso.
Guardai dietro di me, per vedere Chloe accanto alla scalinata d'ingresso, che singhiozzava tra sè e sè silenziosamente. Le avevo esplicitamente detto di rimanere in cantina, ma aveva fatto il contrario.
"Vieni qui, Chloe. Dobbiamo andare!" Dissi, cercando di uscire da lì. Continuò a stare lì, mentre piangeva.
"Chloe?" Dean sussurrò, non ancora morto, a se stesso. Ignorai il suo commento, sapendo esattamente ciò che stava per succedere.
"Ho balbettato?" Sibilai. "Ti ho detto di venire qui!"
Lei esitò a camminare verso di me, così feci l'unica cosa che mi conveniva fare per uscire da quell'inferno.
Corsi verso di lei e la presi in braccio.
"Tieniti più stretta che puoi a me, va bene?" Lei annuì, avvolgendo le braccia al mio collo. "Non mollare!" Gridai, saltando la recinsione e poi montando in moto. Misi la chiave nel nottolino per partire. Guardai indietro per vedere Chloe con le lacrime che le rigavano il viso. Sentimmo un rumore meccanico, e guardando avanti vidi gli altri componenti dei Royals saltare sul furgone e mettere in moto, mentre la porta del garage si sollevava. "Tieniti forte!" Gridai verso di lei.
Tutto ciò che avevo appena fatto.. Non mi pentivo di niente.
               

 
 
AAAAAAAAAAAAAAAAAAA, Justin l'ha salvata, omg.
Posterò il prossimo capitolo tra un'ora, intanto vi dico che nel prossimo capitolo succederà qualcosa di hfjdgfbjdshfbjdsf che vi farà vomitare arcobaleni per tutta la serata.
O almeno questa è stata la mia reazione.
Who knows?               
  
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