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Autore: SusanTheGentle    16/06/2013    15 recensioni
Un amore improvviso, due cuori che si incontrano ma che non riescono mai a toccarsi davvero come vorrebbero...almeno fino all'ultimo giorno. Nessuno sa. Forse nessuno saprà mai. Solo Narnia, unica testimone di quell'unico attimo di felicità.
Caspian e Susan sono i protagonisti di questa nuova versione de "Il Viaggio del Veliero". Avventura, amore e amicizia si fondono nel meraviglioso mondo di Narnia...con un finale a sorpresa.
"Se vogliamo conoscere la verità, dobbiamo seguire la rotta senza esitazione, o non sapremo mai cos'è successo ai sette Lord e dove sono finite le Sette Spade"
Il compito affidatogli questa volta era diverso da qualsiasi altra avventura intrapresa prima. C'era un oceano davanti a loro, vasto, inesplorato; c'erano terre sconosciute alla Fine del Mondo; una maledizione di cui nessuno sapeva niente. Non era facile ammetterlo, ma era probabile che nessuno di loro sarebbe mai tornato. Stava a lui riportarli indietro.
Caspian si voltò a guardare Susan, la quale gli rimandò uno sguardo dolce e fiero, e all'improvviso capì che qualsiasi cosa fosse accaduta, finché c'era lei al suo fianco, avrebbe sempre trovato la forza per andare avanti"

STORIA IN REVISIONE
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Queen'
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33. Perdono
 
Ti ho amato per mille anni,
Ti amerò per altri mille…

 
 
Per cinque minuti buoni, nessuno aprì bocca né si mosse quando Edmund terminò di raccontare il suo sogno nei minimi particolari.
La pioggia ancora batteva sulle finestre della cabina di comando, dove i cinque Sovrani erano riuniti per discutere della faccenda. Con loro, Eustace, Miriel, Ripicì, Emeth e Gael. Insomma, la solita squadra.
Tuoni borbottanti risuonavano sommessi in lontananza. Il freddo della notte precedente era stato sostituito da una calura che, nonostante il debole temporale, cresceva minuto dopo minuto.
“E’ davvero straordinario, non trovate?” esordì Lucy rompendo il silenzio per prima. “Anche se debole e imprigionata, la Stella Azzurra è ugualmente riuscita a raggiungere uno di noi in sogno”
“Ma perché minacciare anche suo padre?” chiese Peter pensieroso, ma nessuno seppe dare una risposta.
“Può darsi ch’egli ricopra un ruolo importante in questa storia” provò Miriel, “ruolo che noi ancora non conosciamo ma che è molto scomodo per la Strega”
“E’ probabile” disse ancora il Re Supremo. “Ed, come hai detto che si chiama suo padre?”
“Ramandu” rispose subito il Giusto. “Sì, Ramandu era il nome. Ti dice qualcosa?”
Peter scosse il capo. “Purtroppo no”
“A me sì” disse Caspian a mezza voce.
A quell’affermazione, Susan trasalì e sentì lo sguardo di Caspian su di sé.
Gli altri attesero, ma il Liberatore continuava a fissare la Dolce, ed entrambi capirono di stare pensando la stessa cosa.
Ramandu…quel nome corrispondeva a quello dell’uomo giunto mesi addietro a Narnia per avanzare la richiesta di dare in moglie sua figlia al Re. Ella era nientemeno che la ragazza sognata da Edmund: la Stella Azzurra, la guida del cielo...la promessa sposa del Re di Narnia.
Tutti i tasselli del puzzle andavano al loro posto, adesso.
Ecco la vera ragione della richiesta di Aslan di trarla in salvo al più presto: era la futura regina. Presto, sarebbe arrivata sul Veliero dell’Alba non solo come nuovo elemento della compagnia, ma anche in veste di fidanzata di Caspian.
Susan si sentì terribilmente impotente di fronte a una creatura simile. Chi era lei paragonata a una stella?
Dal canto suo, Caspian sapeva, così come tutti loro, che nel momento in cui l’avessero finalmente avvistata avrebbero compreso di essere vicini alla Fine del Mondo.
Non erano più solo parole, adesso. Non era più una figura lontana senza un volto, era reale. Quella donna si era messa in mezzo a loro e stava rovinando tutto.
 “Dicevi, Caspian?...Caspian?”
La voce di Edmund permise al Re di ridestarsi dai suoi pensieri. Caspian vide Susan abbassare lo sguardo e scuotere il capo mentre Peter si chinava verso di lei per chiederle qualcosa.
Il Liberatore si accorse che tutti lo fissavano e si schiarì la voce. “E’ una storia lunga il perché conosco il nome di Ramandu. Comunque, ignoravo fosse il padre della Stella Azzurra” e dicendo questo volse di nuovo gli occhi verso Susan.
Lei stavolta non ricambiò il suo sguardo. Se ne stava a testa china.
“A me impensierisce molto l’ultima frase che ha detto” disse poi Lucy “Secondo voi che cosa voleva dire: ‘la stella che vedrete in cielo, potrei non essere io’?”
“Forse che ci sono due stelle?” disse Eustace incerto.
“Due?” fece Edmund scettico. “Che razza di idea, cugino!”
“No, Eustace potrebbe aver ragione” disse Miriel. “Ci ho pensato anch’io, sapete? Se la Strega Bianca escogitasse un qualche suo trucco diabolico e ci inducesse a seguire la stella sbagliata?”
“A che scopo?” chiese Caspian.
“Per non farci arrivare mai da Aslan, Maestà, bensì da lei”
“Ci arriveremo comunque prima o dopo” intervenne Edmund. “E’ quello che vuole. Vuole noi e le Spade. Non vedo perché dovrebbe confonderci con una falsa pista”
“Certo che però la Stella poteva anche spiegarsi meglio” criticò Eustace, le braccia conserte.
Il Giusto gli scoccò un’occhiataccia. “Se ne avesse avuto il tempo l’avrebbe fatto. Sembrava voler aggiungere qualcosa, ma come ti ho già detto, zucca vuota, non ne ha avuto il tempo”
“Dovresti apprezzare di più lo sforzo di quella povera ragazza” lo rimproverò Ripicì.
 Eustace sbuffò, incrociando ancor più le braccia al petto.
“Che cosa facciamo adesso?” chiese Lucy dopo un attimo.
Caspian, Edmund e Peter si scambiarono uno sguardo.
“Per prima cosa, scenderemo a dare un’occhiata all’isola” iniziò il Liberatore guardandoli attentamente uno per uno.
“Ma c’è la Strega, laggiù!” esclamò Gael spaventata.
“Tu puoi restare se non te la senti di venire” le disse Caspian con gentilezza. “Anzi, chiunque non se la sente è libero di non scendere dal veliero. Non biasimo nessuno. Ma dobbiamo cercare tracce del prossimo Lord  e della sua Spada”
“Se posso permettermi” intervenne timidamente Emeth, “Proporrei di non dividerci mai. Avremo più possibilità affrontandola in gruppo”
Peter fece un’espressione grave. “Mi auguro davvero di poterci riuscire. La tua idea è molto giusta, ma ricordiamoci che Jadis vuole sfidarci individualmente, e farà di tutto per fare in modo che chi ha scelto stavolta come suo avversario si ritrovi solo e possibilmente disarmato”
Edmund e Caspian si voltarono l'uno verso l'altro.
Loro due erano gli unici Sovrani a non aver ancor affrontato la Strega.
“Toccherà a uno di noi, vero?” fece il Giusto, con una nota di panico nella voce.
“A meno che Jadis non decida di stupirci” rispose il Liberatore.
“Che vuoi dire?” chiese Eustace, gli occhi chiari spalancati.
“Che gli Amici di Narnia sono sette” disse Susan, prendendo parola per la prima volta. “Ricordate cosa disse Lord Bern? Noi Sovrani siamo cinque di sette, ma non sappiamo chi siano i due mancanti. Per quel che ne sappiamo, potrebbero essere anche due di voi”
La Regina Dolce volse lo sguardo verso il cugino e poi su Miriel, Emeth, Gael e infine anche su Ripicì.
Infine si rivolse a Caspian. “Era questo che intendevi, vero?”
Lui la fissò e annuì. “Sì, esattamente”
“Secondo me” disse Gael, guardando gli altri con un po’ d’ imbarazzo, “la Strega Bianca sa tutto. Sa chi sono i Sette Amici di Narnia”
“Sì, è molto probabile” affermò Peter.
“Quindi che si fa?” chiese ancora Eustace.
Decisero all’unanimità di attendere che il temporale cessasse. In seguito avrebbero seguito il consiglio di Emeth e sarebbero scesi sull’isola tutti insieme.
“E per la Stella Azzurra e suo padre?” chiese Edmund ansioso.
“Per ora non possiamo fare niente per loro” rispose Caspian con una strana espressione.
Spinto dalla sua grande devozione nel Leone, il giovane sentiva che non avrebbe certo potuto venire meno al suo dovere. La guida del cielo era estremamente importante e dovevano salvarla. Tuttavia, non desiderava affatto incontrarla. Non voleva avere nulla a che fare con lei.
“Dovremo, invece” ribatté Susan, stupendolo non poco. “Lei ha un ruolo…un ruolo importantissimo in tutta questa storia. E’ nostro dovere condurla qui con noi al più presto”
“E’ vero” assentì Lucy, che non poteva sapere il vero motivo che aveva spinto la sorella a pronunciare quelle parole. “Ricordate cos’ha detto Aslan? Anche lei farà parte della compagnia”
Ripicì saltellò al centro del tavolo. “Vostre Maestà, sono certo voi siate spinti dalle più nobili intenzioni, e per quanto anch’io vorrei tuffarmi nel salvataggio di sì nobile dama, non dovete dimenticare qual è la vostra missione. Re Edmund, so che vi sentite molto in ansia per quella fanciulla, ora più che mai poiché l’avete veduta di persona, ma ricordate che prima di ogni altra cosa dovete radunare le Spade e portarle sulla Tavola di Aslan”
Edmund guardò il topo. “Hai perfettamente ragione, Rip. E’ vero, mi sento piuttosto coinvolto nei confronti della Stella, non so perché”
Eustace fece un ghigno. “Non è che ti piace? Eh?”
Edmund allungò una spinta a Eustace, Eustace diede una spinta più forte a Edmund che gli diede una botta sul braccio, facendolo gridare. Eustace gli diede un pizzicotto sulla guancia e poi il Giusto gli passò un braccio attorno al collo facendolo diventare paonazzo.
Allora Susan prese i due ragazzi per il colletto della camicia, separandoli con la forza.
“Perché dovete sempre fare i cretini, voi due? Smettetela, stiamo parlando di cose serie!”
“Comunque sia” intervenne infine Miriel. “Aslan non permetterà che le accada qualcosa, né alla Stella né a suo padre. Vedrete che arriveremo in tempo, ma Ripicì ha ragione: prima vengono le Spade. Ho idea che senza il loro aiuto, non vi sarà possibile salvare la Stella”
 “E poi” disse Lucy. “Il luogo in cui si trovano non dev’essere troppo lontano, ormai. Non ci resta che aspettare di arrivarci”
Tutti assentirono e poco dopo il gruppo lasciò la cabina di comando.
L’unico a rimanere al suo posto fu Caspian, chino sulla mappa delle Nuove Terre senza vederla davvero.
Nella sua mente e nel suo cuore si agitavano pensieri e sensazioni così forti da farlo sentire male.
La loro meta finale si avvicinava ogni giorno di più, e il giovane cominciò a realizzare pienamente che il tempo che nei mesi scorsi gli sembrava di avere a disposizione, si fosse ridotto a pochi attimi che correvano via veloci come il vento.
Nulla di quello che si era promesso di fare era stato portato a termine: avevano trovato solo due Spade su sette, una delle quali era nelle mani di Jadis. La ricerca dei Lord era altrettanto in alto mare. Aveva ritrovato Susan ma non aveva ancora trovato il modo di stare con lei.
La sua corsa contro il destino si era arrestata per un attimo, quando Edmund aveva pronunciato il nome di Ramandu. In quell’istante, la realtà era piombata su di lui pesante e grigia come un macigno.
Sospirò e si lasciò cadere sulla poltrona e mise i gomiti sul tavolo, giungendo le mani come in preghiera, appoggiando ad esse la fronte.
Quando sentì la porta riaprirsi alzò il capo e con un certo stupore ricambiò lo sguardo torvo di Peter. Il Re Supremo richiuse l’uscio senza dire una parola e avanzò verso di lui.
“Devi dirmi ancora qualcosa?” chiese il Re di Narnia, tornando ad alzarsi.
“Che succede tra te e Susan, si può sapere?” chiese il Magnifico senza preamboli.
Caspian lo fissò un istante, incerto su cosa rispondere, e così facendo accrebbe la preoccupazione e i dubbi di Peter.
Il Re Supremo si era trattenuto fin troppo, nei giorni addietro, dal chiedere spiegazioni. Aveva deciso di lasciare che la sorella e il Re risolvessero la cosa a modo loro, ma vedere Susan così silenziosa, così triste e sempre in disparte lo preoccupava moltissimo. Non voleva tornasse a chiudersi in sé stessa e perdesse quella serenità ritrovata dopo che era tornata a Narnia. Non voleva che soffrisse ancora a causa di Caspian. Aveva giurato a se stesso che se mai fosse accaduto un’altra volta, non sarebbe passato sopra alla cosa.
“Allora?” incalzò Peter, vedendo comparire sul volto del Liberatore un’espressione di assoluto smarrimento.
Caspian si era chiesto quando il maggiore dei Pevensie si sarebbe deciso a prenderlo in disparte. Era sicuro che Susan si fosse confidata con i fratelli, o almeno con Peter, quindi tanto valeva non fare troppo i misteriosi e dirgli ogni cosa. Non si aspettava che Peter capisse, di sicuro avrebbe preso le parti della sorella, ma sperava che almeno ascoltasse fino in fondo prima di arrabbiarsi.
“Abbiamo litigato piuttosto duramente” iniziò il Liberatore. “Susan che cosa ti ha detto? Ne avrete parlato, immagino”
Peter assunse un’aria piuttosto seccata. “No. In realtà non ha aperto bocca. Lei è fatta così: si tiene tutto dentro, come sempre. Le ho chiesto più volte se voleva parlare di ciò che la fa stare così male, ma non ha mai accennato nemmeno mezza sillaba”
Caspian capì all’istante perché la Dolce non aveva detto niente: non voleva che lui e Peter litigassero.
“Per questo sono venuto da te” continuò il Re Supremo. “Voglio sapere che diavolo succede. Vi siete lasciati?”
Caspian aprì e richiuse la bocca. “No…noi…è complicato”
Peter sospirò stancamente. “Mi sembra di sentire lei. Ha detto la stessa cosa”
Caspian sorrise tra sé. Lui e Susan erano così simili…
Il Liberatore piegò poi il capo in avanti, in segno di scusa. “Ti chiedo perdono. Ho tradito la tua fiducia, Peter. La tua e quella di Susan…Io…io non credo di poter essere un buon marito per tua sorella, anche se l’amo più della mia vita”
Peter fece qualche passo avanti per trovarsi di fonte al tavolo, al di là del quale, Caspian continuava a tenere bassa la testa.
“Che hai combinato?” chiese il Re Supremo, assolutamente sicuro che ciò che avrebbe sentito non gli sarebbe affatto piaciuto…
 
 
Erano quasi giunti in prossimità della costa. La baia davanti a loro era circondata da alti picchi e dirupi, il più alto dei quali era una montagna color rame dalla quale fuoriuscivano alte volute di fumo.
“E’ davvero un vulcano” commentò Eustace. “Spero tanto che non dovremo entrarci dentro”
Ripicì saltò sul parapetto accanto a lui. “Da un po’ di tempo, noto con piacere la tua maggiore partecipazione alle nostre avventure”
Come suo solito, il ragazzino scattò sull’attenti. “Bè, vorrei rendermi un po’ più utile rispetto al passato. Vorrei dimostrare che anch’io posso essere all’altezza di quest’avventura. Vorrei poter fare qualcosa di concreto”
Ripicì lo guardò sorridendo.
Il topo aveva notato molti cambiamenti in ciascuno dei ragazzi rispetto a quando li aveva conosciuti. Ognuno aveva sviluppato nuove sfaccettature del proprio carattere, ma nessuno era cambiato quanto Eustace. Non solo fisicamente, irrobustendosi grazie all’aria di Narnia e ai tanti allenamenti di scherma dei quali Ripicì si occupava personalmente, soprattutto era il suo modo di pensare e di agire, di esprimersi. Era ancora il solito Eustace, scorbutico e con il suo brutto carattere, ma era anche più allegro, non più spaesato e spaventato come all’inizio, non più schivo ma desideroso di fare amicizia con tutti.
“Noi siamo pronti” disse Edmund raggiungendoli insieme alle sorelle, Miriel, Emeth e Gael. “Peter e Caspian?”
Eustace alzò le spalle, come a dire che non lo sapeva.
“Forse sono ancora in cabina di comando” disse la Driade.
“Andiamo a chiamarli” disse Susan, muovendosi verso prua.
“Vengo anch’io” fece Lucy seguendo le ragazze più grandi mentre percorrevano all’inverso il tragitto appena compiuto.
 “Ma che cosa succede?” chiese la Valorosa, perplessa, quando furono a pochi passi dalla porta.
Voci concitate provenivano dall’interno.
Lucy, davanti a tutte, entrò per prima, e la scena che trovò dentro la stanza non fu molto diversa da quella a cui aveva assistito pochi giorni prima. Solo che ora, al posto di Susan, ad urlare addosso a Caspian c’era Peter.
I due ragazzi si voltarono immediatamente verso l’entrata.
“Che cosa state facendo?” esclamò Miriel incredula, mentre Susan si bloccava sulla soglia.
Avrebbe dovuto immaginarlo…
“Peter…”
“Fuori di qui” disse il Magnifico, la voce bassa e autoritaria. Avanzò verso la sorella e la prese per un braccio.
“Cosa?” fece Susan disorientata, svincolandosi dalla presa del fratello.
“Non voglio che resti nella stessa stanza insieme a lui!” esclamò il Re Supremo, puntando furioso un dito contro Caspian.
“Peter, cosa dici?” chiese piano Miriel posandogli una mano sulla spalla, mentre Lucy indietreggiava e correva via.
“Io lo sapevo, lo sapevo!” disse il Magnifico, gli occhi azzurri che brillavano di collera. “Che cosa ti avevo detto, Susan? Non illuderti. Non so quante volte te l’ho ripetuto”
“Peter, ascoltami…”
“Caspian, tu sta zitto! Ho sentito abbastanza!”
“Non parlargli con quel tono!” lo riprese Susan, severa.
Il fratello la fissò con tanto d’occhi. “Cosa?! Lo difendi ancora?! Dopo tutto quello che ti ha fatto?”
Caspian uscì da dietro il tavolo e si mise davanti agli altri. “Perché nessuno di voi vuole ascoltarmi?!”
“Ho detto taci!”
“Peter!” lo chiamò Miriel, ma non ottenne nulla.
Il Re Supremo puntò di nuovo un dito contro il Liberatore. “Bugiardo dalla doppia faccia. Come osavi parlarmi da amico mentre prendevi in giro mia sorella e ti approfittavi di lei?!”
“Non ho mai fatto una cosa simile!”
“Di quello che vuoi, Caspian. Rigira pure la faccenda come ti è più comodo, ma le tue belle parole sull’amore non servono a nulla. Non la ami, non l’hai mai amata davvero e non la meriti!”
“Non è vero!” esclamò il Liberatore, indignato, guardando la Dolce negli occhi, quasi disperatamente. “Non è vero, questo non è assolutamente vero. E tu lo sai, Susan”
Lei lo fissò senza dire una parola. Non sapeva cosa doveva dire o cosa doveva fare.
“Non parlarle” sbottò Peter, spingendo indietro Caspian con una spinta sul petto così forte da farlo barcollare all’indietro.  “Non guardarla nemmeno, non avvicinarti mai più a lei, sono stato chiaro?”
“Peter, basta. E’ una cosa che non ti riguarda” disse poi Susan, mettendosi in mezzo ai due per paura che potessero venire alle mani.
“Sei mia sorella! Mi riguarda più di quanto riguarda lui! Se fosse tuo marito, forse…ma non lo sarà mai!”
Peter spostò lo sguardo sul Liberatore. “E’ falso, è un’ipocrita, come tutti quelli della sua razza”
“Peter, smettila, per favore!” gridò Miriel a voce più alta, mentre lo spingeva indietro, e Susan faceva lo stesso con Caspian.
Le due ragazze si scambiarono un’occhiata spaventata, mentre i due Re cercavano di raggiungersi, sul volto la voglia di chiudere finalmente quel conto rimasto in sospeso tempo prima alla Casa di Aslan.
“Non ti azzardare, Peter, ti avverto…” disse Caspian a voce bassa e intimidatoria.
“Altrimenti che fai, se dico che sei come tuo zio…”
“Non ti permettere…”
“Come tuo padre!”
“Non devi permetterti di parlare così di mio padre!!!” gridò il Liberatore pieno di collera.
Stavolta non gli servì la spada, solo la sua forza, che usò per spostare indietro Susan e scagliarsi contro il Re Supremo, colpendolo in pieno viso con un pugno.
“No!” gridò Miriel.
“Basta, smettetela!” le fece eco Susan.
I due ragazzi  si rimisero dritti, ritrovando tutto l’astio che credevano di aver cancellato dal loro cuore.
“Avanti. Vuoi darmi una lezione?” fece Caspian con un sorrisetto, incitando il rivale.
“Da un sacco di tempo!”
Furono ancora uno addosso all’altro, Miriel e Susan ancora cercavano di dividerli.
“Ehi!!!” esclamò la voce di Edmund, che entrò in quel preciso momento insieme a Lucy. “Che diavolo state facendo?!”
La Valorosa era corsa a chiamarlo, sperando che potesse far ragionare gli altri due Re in qualche modo.
Edmund afferrò Caspian per le braccia tirandolo indietro, insieme a Susan.
Lucy cercò di aiutare Miriel, riuscendo con fatica a trattenere Peter.
Il labbro di Caspian sanguinava. Sul viso del Re Supremo si allargava una macchia violacea.
 “Lo so, ho sbagliato!” gridò il Liberatore, mentre Susan gli premeva le mani sul petto. “Mi dispiace di non essere perfetto come te, Peter!”
“Non si tratta di essere perfetti, si tratta di onestà! E tu non ne hai nemmeno un briciolo!”
“Ma si può sapere di che diavolo state parlando?” chiese Edmund alzando la voce per farsi udire.
Caspian si liberò della sua presa per poterlo guardare. “La verità è che…”
“La verità, Ed” intervenne Peter, senza che il Liberatore potesse terminare, “è che questo lurido bugiardo che tu chiami amico andava a letto con nostra sorella mentre sapeva di avere già una sposa!”
Tutti rimasero di sasso a quella rivelazione.
“L’hai trattata come la peggiore delle cortigiane. Ma che razza di persona sei?!”
“Peter, ora basta” lo rimproverò Miriel a bassa voce.
Susan sentì gli occhi di tutti puntati su di sé e cominciò a respirare un poco più veloce.
No, non poteva mettersi a piangere proprio adesso, non davanti agli altri.
“Ti sposi?!” esclamò Edmund, senza capire.
“Sì, con tua sorella” gli disse Caspian con convinzione, poi voltandosi ancora verso Susan, allungando una mano verso di lei. “Sue, ti prego, ascoltami…”
Ma lei si allontanò svelta, uscendo di corsa dalla cabina, umiliata dalle parole di Peter e dagli sguardi di biasimo di Lucy, Edmund e Miriel, sentendosi terribilmente confusa e in colpa per non aver ascoltato ancora una volta le parole di Caspian.
“Susan!” la chiamò lui, correndole appresso.
Peter fece per seguirli, ma Miriel gli sbarrò il passo e richiuse la porta, appoggiandovi la schiena.
“No!” esclamò risoluta. “Lasciali stare”
“Miriel?” fece Peter incredulo.
Il Re Supremo cercò appoggio nei fratelli minori, ma entrambi lo guardavano con strane espressioni, come se non lo riconoscessero.
Peter sapeva di aver esagerato stavolta, ma non gliene importava niente. Aveva avuto ragione su Caspian fin dall’inizio: non andava bene per Susan, lei non sarebbe dovuta tornare. A che scopo, se poi doveva soffrire così?
“Fammi passare” disse ancora il ragazzo alla Driade.
Lei scosse il capo. “Non ti puoi immischiare, non è giusto.”
“E’ mia sorella!”
“E’ anche nostra sorella” disse la vocina di Lucy, debolmente. “Non dovevi dire quelle cose, non ne avevi il diritto. Susan è già abbastanza confusa così e Caspian…come hai potuto trattarlo in quel modo?”
Peter sospirò. “Perché lo difendete tutti?!”
“Perché so che non ha fatto nulla di quello che tu dici!”
“Tu lo sapevi?” chiese Edmund alla sorella. “Sapevi di questa storia?”
Lucy annuì una volta. “Susan me l’ha confidato. Scusate se non ve l’ho detto, ma gliel’avevo promesso”
“Non capite che l’ha presa in giro per tutto il tempo?” insisté Peter, ancora preda della collera.
“Io non posso credere che Caspian sia capace di fare una cosa simile” disse Edmund, con però una punta d’incertezza.
I due fratelli si fissarono in silenzio.
 “Miriel ha ragione. Non abbiamo il diritto di intrometterci” disse Lucy poco dopo. “Stanno affrontando un momento difficile, e noi non possiamo sapere come si sentono adesso. Devono vedersela loro. Che lo superino o no, non deve dipendere da noi. Con la nostra presenza influenzeremo e basta le idee di Susan e la confonderemo ancor di più, e io non me la sento di far questo: né giudicare Caspian, né riprendere Susan per il suo comportamento”
La ragazzina si avvicinò al fratello maggiore e lo guardò negli occhi. “Se io amassi come loro si amano, avrei fatto le stesse scelte. Anch’io avrei fatto di tutto pur di restare con la persona per me più importante, senza badare a niente e a nessuno. Mi dispiace Peter, ma non la penso come te, perciò è inutile parlarne ancora”
Il Re Supremo fissò la sorella ancora qualche istante, poi guardò Edmund e infine Miriel.
Anche lui avrebbe fatto lo stesso se si fosse trovato con lei al posto di Caspian e Susan?
Si rese conto di aver sbagliato, di essere stato davvero troppo severo, troppo duro nell’esporre i fatti…i fatti per come li vedeva lui, non per come stavano davvero.
Se solo fosse stato meno impulsivo nel disprezzare il Re di Narnia, se non fosse stato così ansioso di mostrare ancora una volta che lui era migliore di Caspian, se avesse speso un po’ più di tempo a cercare di comprenderlo, conoscerlo come lo conosceva Edmund, forse non sarebbero mai arrivati a quel punto.
Ma ormai era fatta, e comunque, non riusciva a pensarla diversamente.
 
 
La pioggia le appiccicò i capelli al viso mentre correva attraverso il ponte e alcuni uomini si voltavano guardandola perplessi.
Susan trattenne le lacrime finché poté. Sentiva la gola serrarsi in una morsa soffocante e improvvisamente le sembrò di non riuscire a respirare.
Le parole di Peter erano state quanto di più terribile avesse mai udito in vita sua, dette con tanta freddezza e disprezzo che il fratello le era parso per un momento un estraneo.
L’istinto la guidò sulla coda del drago d’oro, e una volta salita sul ponticello corse fino alla ringhiera, afferrandola con entrambe le mani, respirando affannosamente come se la sua corsa fosse stata fatta di chilometri e non di pochi metri. Inspirò profondamente l’aria salmastra, chiudendo gli occhi, ma senza riuscire a calmarsi. Si piegò in avanti, verso il mare, e le lacrime bagnarono il suo viso, mischiandosi alle ultime gocce di pioggia.
Avrebbe dovuto ribellarsi, infuriarsi con Peter, difendere la sua reputazione e quella di Caspian, ma tutta quella situazione l’aveva portata a non essere più capace di reagire. Non voleva reagire. Non voleva più sapere nulla, non voleva più sentire, non voleva più parlare, non voleva più fare niente. Voleva solo morire.
Gemette e singhiozzò forte, mentre si nascondeva dal mondo, scivolando lungo la parete più in ombra, abbracciandosi le gambe e dondolandosi avanti e indietro, nascondendo il volto tra le braccia.
Ora tutti sapevano, e questo rendeva ogni cosa ancora più vera, più terribile, inevitabile. Finché altri non l’avevano detto, le era sembrato possibile trovare ancora una via d’uscita, una possibilità benché remota.
Ma adesso…
 “Susan…” la chiamò piano una voce calda e profonda.
Lei non rispose.
Caspian si avvicinò lentamente e la guardò rannicchiata su se stessa, provando un dolore tremendo in fondo al petto, che crebbe in un istante in una nuova ondata di rabbia.
“Alzati di qui” le disse, afferrandola per un braccio e traendola in piedi.
Susan cercò di liberarsi, lo sguardo rivolto verso il basso.
“Maledizione, Sue, smettila! Parlami! Insultami se vuoi, dimmi ancora che mi odi. Arrabbiati, grida, piangi, ma non ignorarmi! Non lo sopporto!”
La scosse forte per le spalle e lei fu costretta ad alzare il viso e fissare gli occhi nei suoi.
“Lasciami, per favore. Voglio stare sola” mormorò sommessamente, separandosi da lui e dirigendosi verso la scaletta, scendendola di corsa.
Per la prima volta si vergognava di lui. Non voleva che la guardasse, non dopo le cose terribili che Peter aveva insinuato. Si sentiva inadeguata, inadatta a un uomo come lui, a un Re. Era solo una ragazzina sciocca che aveva rincorso un sogno, e nonostante tutto sperava ancora di raggiungerlo.
Mise un piede in fallo torcendosi una caviglia, mentre scivolava sugli ultimi gradini resi troppo scivolosi dalla pioggia.
Cadde in avanti, ma subito Caspian fu al suo fianco e la prese al volo prima che potesse toccare terra, traendola a sé.
Susan si aggrappò forte a lui, stringendogli la camicia bagnata. Caspian la circondò in un abbraccio saldo, posandole le mani sulla schiena, sentendo il cuore di lei battere forte contro il proprio.
E poi, i loro occhi si incontrarono. L’oscurità della notte si specchiò nel cielo del mattino.
Si resero conto come mai prima di quanto bisogno avessero l’uno dell’altra.
Allora perché continuavano a stare lontani se desideravano il contrario? Perché mai la rabbia e l’orgoglio fanno fare cose tanto sciocche agli esseri umani? Perché, se volevano stare insieme, non potevano semplicemente farlo?
 “Ti sei fatta male?” chiese lui, chino su di lei.
Susan scosse piano il capo. “No…Mi hai presa al volo”
“Non ti lascerei mai cadere. Non ti lascerò mai andare”
Il volto di Caspian divenne presto una macchia sfocata.
“E’…è davvero così che mi vedete tutti?” disse Susan d’un tratto, prendendo il giovane di sorpresa.
“Cosa…?”
“Come una poco di buono. E’ così davvero? Pensate che…”
“Non devi mai pensare una cosa simile” la rimproverò Caspian. “Hai capito?”
La Regina chiuse un secondo gli occhi e annuì.
Il Re lasciò la presa su di lei. Subito dopo le afferrò una mano e la trascinò con sé.
“Che cosa stai facendo?”
“Ti porto in un posto tranquillo dove poter stare soli”
“Sono ancora arrabbiata con te”
“Questo non ti impedisce di stare ad ascoltare ciò che ho da dirti, no?”
“Caspian, dobbiamo scendere…”
“Non ora” tagliò corto lui, sospingendola dentro la cabina reale e subito incontrò lo sguardo contrariato di Susan.
“Mi ascolterai?”
Lei attese un attimo prima di parlare di nuovo. “Non capisco cosa tu mi debba dire ancora. Lo so, non ti vuoi sposare, e questo cosa cambia? Se Aslan ha detto…”
“Sì, Aslan l’ha detto, ma non è ancora tutta la verità”
“Allora dimmela!” lo implorò lei, aggrappandosi a lui.
Caspian afferrò le sue braccia, affondando le mani nelle maniche dell’abito verde di lei, facendole male.
Ma Susan voleva quel dolore e non si mosse. Voleva le sue mani su di lei.
Non c’era più rabbia, solo un grande vuoto che non era possibile colmare.
“Perché mi hai mentito?” gli chiese con voce flebile, fissandolo con un dolore che si insinuò anche dento di lui.
“Perché non volevo perderti”
Fu come se il fragore del mondo si acquetasse all’improvviso. Nessun suono nel frammento di tempo che separò le parole di lui dal momento che da troppo rimandavano.
Fu inevitabile. Le loro labbra si incontrarono, frementi, bramose di quel contatto, come se si chiamassero e non potessero separarsi mai più.
Quanto era mancato loro tutto questo…
Caspian protese maggiormente il viso in avanti verso quello di Susan. Le mani di lui corsero rapide tra i capelli della ragazza, intrecciandosi in essi, imprigionandole il volto in una piacevole costrizione che le impediva di allontanarsi da quella bocca così meravigliosamente avida di lei.
Le parole che si erano detti, il dolore, la rabbia, la paura, sembrarono lontani anni luce.
Quasi senza rendersene conto, si ritrovarono stesi l’uno accanto all’altra. Caspian intrecciò le mani a quelle di Susan, sposandole ai lati della sua testa, imprigionandola sotto il suo corpo senza smettere mai un momento di baciarla con dolcezza e passione, lentamente, profondamente.
Ma nel momento in cui accadde, quando l’incantesimo si spezzò, il mondo si risvegliò e tutto tornò come prima.
Nell’incontrare gli occhi di Caspian, Susan tremò leggermente, immergendosi nelle profondità di quello sguardo così colmo di infelicità.
Il ragazzo si piegò su di lei, appoggiando la fronte alla sua spalla.
Lei avvertì il suo respiro sul collo e chiuse gli occhi, liberando le mani da quelle di lui ma solo per potergli mettere le braccia attorno al collo e stingerlo forte. Subito, avvertì le braccia del giovane sollevarla appena per insinuarsi sotto la sua schiena e stringerla in risposta.
Rimasero in quella posizione per qualche minuto, senza parlare. Nessuno dei due si sentiva di dire niente.
“Era desiderio di molti che prendessi moglie durante questo viaggio” disse infine Caspian, la voce soffocata, il viso tra i capelli di lei. “Credo di aver portato all’esasperazione il Gran Consiglio rifiutando tutte le proposte possibili, ma ero stato molto chiaro con tutti, così come con Aslan: non avrei mai sposato nessuna che non fossi stata tu. Così, il giorno in cui Ramandu e sua figlia vennero al castello, io non mi presentai all’incontro…Fu un errore, perché qualcun altro pensò bene di dare il consenso alle nozze al posto mio”
“Chi?” chiese subito Susan.
Caspian si alzò un poco, per poterla guardare in viso. “Il Duca di Beruna, Lord Erton. Non puoi conoscerlo. Fu investito del suo titolo ai tempi in cui era sul tono Miraz. E’ un uomo potente, di grande influenza, ma non è ben voluto dal popolo, soprattutto per via dei suoi pregiudizi sulle creature fatate: le disprezza. Purtroppo non mi è ancora stato possibile destituirlo dal suo incarico”
“Non capisco…” mormorò Susan, confusa. “Perché l’avrebbe fatto?”
“Per trarne vantaggio a suo favore. Per conquistare la benevolenza della Regina visto che quella del Re non gli è riuscito di ottenerla. E forse per qualche altro suo tornaconto personale”
Susan scosse il capo. “Ma se questo Duca ha dato la tua parola…il tuo fidanzamento è comunque valido. Non importa che tu non abbia dato il consenso”
Caspian emise un mezzo gemito. “Sei la donna più testarda che abbia mai conosciuto, accidenti a te! Chi se ne importa di quello che altri hanno deciso?!”
Susan serrò le labbra e continuò a guardarlo negli occhi. Il tono di lui era tranquillo, ma dietro si avvertiva la rabbia che minacciava di esplodere di nuovo. Fece scivolare le mani dal suo collo alle sue spalle, stringendogli la camicia.
“E’ vero, degli altri m’importa poco, ma dimmi cos’ha detto Aslan. Che cos’ha veramente detto sul tuo matrimonio.”
Caspian distolse lo sguardo solo per un attimo e si separò da lei, mettendosi a sedere. Susan gli fu subito accanto.
“Aslan non mi obbligò a prendere nessun tipo di decisione, tuttavia, disse che il destino di un Re di Narnia è stabilito alla sua nascita. Sposare una figlia delle stelle porterà grandi benefici al pese di Narnia, ma io respinsi la sua proposta. Lui non disse nulla, avvertendomi però che le mie scelte avrebbero cambiato per sempre le sorti di Narnia. Ma a me non importava, perché ero pronto a tutto pur di stare con te. Lui lo sa. Ho pregato tanto perché tu potessi tronare e adesso sei qui!”
Susan si alzò lentamente in piedi e lo fissò con estrema tristezza. Caspian la raggiunse e posò una mano sul suo viso, asciugandole con il pollice le lacrime che avevano ricominciato a scorrere lente e stanche.
“Che ti prende?”
Il Liberatore non capiva perché piangesse. Non era forse tutto risolto? Non aveva nessun vincolo, non c’erano più ostacoli adesso. Susan sapeva la verità e per quanto difficile, tutto sarebbe andato a posto ora che...
“Noi due non potremo mai stare insieme” disse Susan, tirando un sospiro.
Il giovane la guardò incredulo. “Ma non hai capito ancora?”
“No, tu non hai capito” la Regina Dolce gli fece una breve carezza sul viso. “Ti illudi di scorgere nelle parole di Aslan qualcosa che non esiste. Tutto è già deciso. Aslan ci ha concesso di rivederci esaudendo le nostre preghiere, ma se potesse essere qui adesso, ci direbbe che non è la nostra vita e che siamo qui solo per Narnia. Noi due immaginiamo di essere ancora là, alla Casa di Aslan, come se il tempo non fosse mai passato”
“E non lo è, infatti!” insisté lui, prendendole le mani. “Non è passato nemmeno un secondo per me”
“Ma è passato, invece, devi cercare di capirlo”
“No! Non voglio capire!” urlò il ragazzo, lasciandola andare.
“La colpa è anche mia” continuò Susan, mentre lui le dava le spalle e serrava i pungi. “Io ti vedo ancora come il principe che eri quando ti ho conosciuto, però è ora che entrambi comprendiamo che non è più come tre anni fa. Tu non sei più un principe”
“Io sarò sempre il tuo principe, Susan” disse lui debolmente, guardandola con una tristezza immensa.
Susan scosse piano il capo, cercando di non cedere davanti alla dolcezza delle sue parole.
“Sei un Re, adesso. Il Re. Non puoi più comportarti come allora, e nemmeno io. Io voglio che tu sia un buon Sovrano per Narnia. Non puoi mandare all’aria tutto per causa mia. Narnia è troppo importante. E’ la nostra casa e tu la devi difendere, la devi guidare, la devi amare”
Caspian scosse il capo. “Non c’è amore in me se non sei tu a donarmelo ogni giorno”
“Caspian...”
Andò da lei e la prese per le spalle. La guardò intensamente, cercando di trasmetterle un po’ della sua determinazione, fragile ma immutabile.
“Allora davvero non è servito a niente? Stai dicendo che è tutto un sogno? Susan, io ti amo di un amore che tu non puoi immaginare. Un amore che mi consuma dentro, e non posso rinunciarvi. E’ un sogno anche questo?”
La ragazza abbassò la testa e i lunghi capelli bruni le ricaddero sul viso. “Narnia ti ha scelto”
“Allora forse non doveva scegliermi”
“Non dire così…non devi…”
“Allora dimmi che non mi ami” esclamò lui, scuotendola un poco. “Dimmi che non mi ami, che non t’importa nulla di andartene, che accetti senza lottare quello che gli altri hanno deciso per noi. Rinunciamo a tutto quanto, dimentichiamo, e finiamola qui. Così non ci faremo più del male”
“NO!”  gridò forte Susan, singhiozzando più forte che mai. “No, Caspian ti prego! Non voglio! Non…non ce la faccio…”
Susan non riuscì a terminare la frase. Caspian la strinse a sé, per darle forza ma anche per trarne da  lei.
Mi ami?, avrebbe voluto chiederle, ma era una domanda sciocca. Era evidente quanto lei lo amasse, o non sarebbe stata così male, non avrebbe gridato, non avrebbe pianto.
Odiava se stesso. Odiava il suo titolo. Odiava quanto gli era stato imposto. E soprattutto, odiava chiunque cercasse di allontanarlo da lei.
Voleva gridare la sua rabbia e vederla esplodere. Posò delicatamente la mano sul capo di Susan per offrirle un po’ di conforto, e non appena lo fece, dentro di sé sentì che tutto si fermava. Tutta la sua rabbia defluiva dal corpo e lo lasciava come morto.
La guardò piangere, le mani strette al petto, i capelli davanti al viso. Tentò di chiamarla, di pronunciare il suo nome, ma non trovò la voce.
Erano destinati entrambi a una vita che non desideravano, che li avrebbe sopraffatti inesorabilmente non appena avessero ceduto. Un’esistenza che li avrebbe spenti lentamente, giorno dopo giorno, fino ad arrivare al punto di odiare la vita stessa.
Se si fossero lasciati questa volta, non si sarebbero mai più rivisti. Lo sapeva lui. Lo sapeva lei. Eppure…eppure erano impotenti di fronte al volere di Aslan e non avrebbero potuto uscire da quella situazione, non più. E portarla avanti, voleva dire farsi ancora più male.
Ma Caspian non poteva, non voleva lasciarla andare. La strinse forte, gettandosi in ginocchio sul pavimento insieme a lei. Susan era inerme tra le sue braccia.
Perché non era loro concesso di amarsi? Perché? E perché allora si erano incontrati? Se il corno d’avorio, un oggetto inanimato, aveva superato le barriere del tempo e dello spazio, perché non uno di loro?
Per un secondo soltanto, Caspian pensò a se avesse lasciato tutto per seguirla nel suo mondo. Avrebbe potuto lasciare il regno a Briscola e…
Sì, avrebbe potuto, ma non poteva farlo. Narnia aveva bisogno di lui, ma lui aveva bisogno di Susan.
Se solo non fosse nato mille trecento anni dopo di lei, se solo l’avesse incontrata tanto tempo prima, allora l’avrebbe sposata e avrebbero vissuto felici.
Ma no…nemmeno nell’Epoca d’Oro lei sarebbe rimasta per sempre. Un giorno, lui l’avrebbe vista svanire davanti ai suoi occhi, esattamente com’era già successo.
Non c’erano vie d’uscita. Solo Aslan poteva dargliene una, la sola, l’unica: facendo rimanere Susan a Narnia. Ma a quanto sembrava, non era così che le cose sarebbero andate.
Lo avevano sperato tanto…
Ma se Caspian non capiva, Susan invece sì.
Il suo senso di colpa nei confronti del Leone era ancora molto forte. Aveva disubbidito, e si era chiesta perché mai Lui le avesse permesso di tornare. Di certo, però, Aslan sapeva cosa era bene e cosa era male, e sia lei che Caspian dovevano accettare la sua volontà.
Tuttavia, aveva continuato a chiedersi, di tanto in tanto, perché il suo corno era entrato nel suo mondo se non per riportarla lì. Forse, però, era solo per aiutare Narnia, niente di più. Narnia doveva venire prima di tutto, lo sapeva. Ma anche Caspian veniva prima di tutto il resto.
Lui fece per allontanarla un poco da sé, per guadarla in viso, ma Susan lo strinse con tutte le sue forze. Sapeva che se si fossero separati adesso, lei non avrebbe mai più sentito il calore e la forza delle sue braccia attorno a sé.
“Non lasciarmi” esalò all’improvviso contro la sua spalla, le lacrime che gli bagnavano la camicia. “Ti prego, Caspian non lasciarmi! Non lo sopporterei. Stavolta credo che ne morirei!”
“Amore mio, guardami” le disse il giovane, prendendole il volto tra le mani.
Lei tremò. Non doveva allontanarla, no.
“Caspian…Caspian…” continuò a ripetere il suo nome, come una preghiera, per fargli capire quanto fosse importante che lui la tenesse con sé.
“Guardami” ripeté lui, con voce rotta.
Le lacrime scesero lungo le sue guance. Susan lo guardò turbata. Non l’aveva mai visto piangere davvero.
Caspian si sentiva totalmente perduto in quel momento. Era come se il mondo intero fosse divenuto un luogo buio. Non riusciva a trovare la strada. Non c’erano strade. Non c’era più luce. Perché l’unica luce che poteva guidarlo fuori dall’oscurità, era quella che brillava negli occhi della sua Susan. Ma ora, quei laghi azzurri erano spenti per colpa del dolore e delle lacrime. Un dolore che le aveva procurato lui.
“Susan…mio dolce, testardo, meraviglioso amore, se tu mi vuoi ancora, io sono pronto davvero a mandare all’aria ogni cosa”
Lei lo fissò incredula. “Non posso chiederti questo. Non è giusto…”
“Sì, puoi. E lo farò comunque, anche se non me lo chiederai”
“Narnia ha bisogno di te”
“Anch’io ho bisogno di te!” esclamò forte il giovane, costringendole il viso in una dolce morsa.
Susan non poté reprimere un singhiozzo più forte degli altri, misto a un lieve sorriso. Posò le mani sulle guance di lui, asciugando le lacrime che lei aveva provocato, baciando teneramente il suo viso, gli occhi.
“Caspian, mi dispiace. Non pensavo quelle cose. Ero arrabbiata, scusa. Non è vero che ti odio”
Lui la strinse forte, baciandole ripetutamente i capelli. “Lo so. Lo so, non importa. Anche tu devi perdonarmi”
“L’ho già fatto”
Caspian le prese ancora il volto tra le mani, appoggiando la fronte a quella di lei.
“Pensi ancora che non ci sia soluzione?”
Lei si accasciò su di lui. “Non so più niente…solo che ti amo da morire”
“Voglio sposarti, Susan”
Lei singhiozzò forte, abbassando la testa e soffocando il pianto contro il suo petto.
“Voglio vivere con te. Voglio avere dei figli da te”
La sentì stringerlo convulsamente e reprimere un grido. Lui fece lo stesso, circondando il suo corpo in un abbraccio violento, frenetico.
“Dimmi cosa devo fare?” lo implorò lei, senza intenzione di separarsi da lui.
 “Stare con me. Solo stare con me. Siamo qui, amore, mio, siamo insieme e non c’è niente che conti di più al mondo per me. Uniti possiamo fare tutto, superare tutto”.
La sentì tremare contro il suo corpo, come una fragile foglia scossa dal vento. E lui la tenne più stretta per non lasciarla volare via. Non un'altra volta.
“Caspian…baciami”
Lui la scostò un poco da sé. Susan era come svuotata, disperata ed esausta, gli occhi spenti, le lacrime silenziose continuavano a scendere ma lei adesso era troppo stanca per emettere anche solo un singhiozzo.
Caspian posò le labbra sulla fronte di lei, sugli occhi, sulle guance, sulle labbra schiuse, accogliendole con tenera passione, accarezzandole, sfiorandole. Le grandi, calde mani di lui percorsero il suo corpo, desiderose di incontrare la sua pelle.
Lei mormorò il suo nome tra i baci, e un senso di calore e di vertigine la invase sovrastando tutto il dolore, e smise immediatamente di piangere.
“Io voglio te, dolce Susan” sospirò lui, incontrando l’azzurro degli occhi della ragazza che stringeva tra le braccia, l’unica al mondo, ora e per sempre.
“Sono qui…” mormorò lei, guardando negli occhi di quell’uomo che la sollevò con estrema dolcezza e la portò in un mondo dove solo l’amore esisteva.
Caspian la baciò e si appoggiò con una mano al morbido materasso, con un braccio teneva ancora Susan, la mano sulla sua schiena. Appoggiò la ragazza al letto, si separarono solo per una frazione di secondo, il tempo di guardarsi ancora e poi ricominciarono a baciarsi con maggiore impeto, mentre Caspian si stendeva sopra di lei…
 
 
L’ancora venne gettata nel momento in cui la pioggia cessò di cadere e al posto della frescura che segue il temporale, tornò il caldo afoso.
“Dove diavolo è Caspian?” chiese Edmund, mentre la scialuppa sulla quale era veniva calata in mare.
“Manca anche Susan, veramente” mormorò Lucy a bassa voce per non essere udita da Peter.
Il Re Supremo sedeva in fondo alla barca, in silenzio. Miriel accanto a lui gli bisbigliava qualcosa.
“Una volta per tutte: lasciali stare un po’ soli!” Lucy udì la Driade mormorare al ragazzo.
La Valorosa si scambiò uno sguardo con Edmund, che a sua volta si girò verso il veliero.
“Oh, bè, almeno faranno pace”
“Non sei arrabbiato con Caspian?”
“Arrabbiato? Perché?” fece il Giusto perplesso.
“Ah, io credevo…no, lascia perdere”.
Poi, la ragazzina si volse verso Emeth, appena dietro di lei, il quale si teneva in disparte, il più lontano possibile da Peter.
Il soldato era ancora molto in imbarazzo per quello che era accaduto la sera prima, e ora che Il Magnifico sembrava così furioso, non era sua intenzione farlo innervosire ancor di più.
“Emeth” lo chiamò piano Lucy, spostandosi a sedere accanto a lui. “Sei silenzioso. Qualcosa non va?”
“No, nulla. Stavo solo pensando a quando incontreremo la Strega Bianca. Sai, so davvero poco di maghi e streghe, e non ho idea di come dovrei agire nel caso mi dovesse capitare di trovarmela davanti”
“L’ultima volta sei stato grandioso”
Emeth arrossì di fronte al un complimento così sincero. “Grazie, ma c’erano gli altri ad aiutarmi. Io non avrei proprio saputo cosa fare. E’ una creatura spaventosa”
Lucy gli posò una mano sulla sua. “Andrà bene. Come sempre”
Lui le sorrise. “Sempre fiduciosa”
Lucy raddrizzò la schiena. “Sempre!” esclamò con fierezza e un gran sorriso.
Quella mattina si era legata i capelli nella solita coda di cavallo portata su una spalla, anche se Emeth la preferiva di gran lunga con i capelli sciolti.
Ma cosa gli veniva in mente in un momento del genere! Stavano per affrontare un nuovo pericolo e lui pensava a…
Si accorse di stare ancora fissandola e vide il suo viso roseo accendersi lievemente. Si schiarì la gola e smise di guardarla.
“Scusa”
“Perché?” fece Lucy senza capire, ma lui non rispose. “Ehm…senti, prima che arriviamo a riva, ti volevo dire una cosa”
Il ragazzo tornò a voltarsi verso di lei.
Lucy si stropicciò i pantaloni, cercando di non arrossire di nuovo. “Cosa volevi dirmi ieri sera? Non abbiamo finito il discorso, Peter ci ha interrotti”
Emeth trattenne il fiato. “Sì…io…volevo dirti che…che tengo molto a te, Lucy. Sei…sei molto dolce e ti ringrazio per tutto quello che fai per me”
“Non ringraziarmi sempre, lo faccio perché…perché…”
“Siamo amici” concluse lui, accorgendosi della delusione sul viso di lei.
“Sì…certamente”
Lucy gli diede la schiena.
Accidenti, perché era così difficile? Bastava che gli dicesse ‘Emeth mi piaci’. Non era così complicato, non doveva certo prepararsi un discorso.
Continuava a cambiare idea un minuto con l’altro. Se cercava di dirglielo, subito la gola le si seccava, il nervosismo saliva alle stelle, la voce le tremava, così che infine rinunciava. Ma non appena si tirava indietro, il coraggio le tornava, la voglia matta di andare lì e urlarglielo quasi, anche se non era decisamente il metodo più adatto.
Come diamine aveva fatto Susan adire a Caspian che lo amava?
Non seppe perché- o forse sì- pensando ai due Lucy arrossi e uno sorriso si disegnò sul suo volto.
Chissà se anche lei un giorno avrebbe potuto assaporare le gioie dell’amore. Poter stare sempre insieme a un uomo come…già, proprio come Emeth. Un po’ introverso ma così coraggioso e gentile...
Se lei gli avesse confessato quello che provava, anche lui l’avrebbe abbracciata e lei avrebbe nascosto il viso nel suo petto. Lui le avrebbe confessato a sua volta che era innamorato di lei e poi, quando avrebbe avvicinato il viso al suo…
“Perché sorridi come un’oca giuliva?”
“Mmmm…Eustace…” mugugnò Lucy, dando un enorme pizzicotto sul braccio del cugino e poi schiaffeggiandolo sulla spalla. “Hai interrotto il mio sogno romantico!” gridò arrabbiatissima.
“Aiuto! Aiuto!” urlò il ragazzino, lottando con lei, con il risultato di far ondeggiare pericolosamente la barca.
“Lu, che combini?!” esclamò Peter dal fondo della scialuppa.
“Scusa!”
Lucy si voltò immediatamente verso Emeth, il quale la guardava perplesso e un po’ divertito.
“Manesca!” esclamò Eustace, massaggiandosi il braccio. “Povero chi ti sposerà!”
La ragazza sedette composta, la mani strette in grembo, finché non raggiunsero la spiaggia, innervosita e imbarazzata.
Davanti a loro si stendeva una bosco di fitti alberi, in mezzo al quale scorreva un torrente al quale Drinian ordinò subito di fare rifornimento d’acqua.
Più indietro si vedeva una ripida salita che terminava in un crinale dentellato. Ancora oltre, dominava il colore scuro di monti spogli di vegetazione, il più grande dei quali mandò un improvviso borbottio e poi una vampata vermiglia fuoriuscì da esso. Il vulcano era attivo. Il tutto era avvolto da un’atmosfera assai sinistra.
“Oh, non vorrei davvero andare lassù” commentò Eustace appena misero piede a terra.
“Tanto non ci muoveremo finché non arriveranno i due ritardatari” gli disse Edmund, guardando verso il cielo.
“Con la fortuna che abbiamo, scommetto quello che vuoi che saremo costretti a doverci calare fin dove ribolle la lava” disse acora Eustace.
“Oh, smetti di essere così pessimista” gli disse Ripicì, saltando sulla sua spalla.
“Scommettiamo davvero”
Il topo lo guardò incerto, poi allungò la zampa. “D’accordo. Che cosa vuoi scommettere?”
Eustace ci pensò su un momento. “Vediamooo…Trovato: se vinco io, cioè se andremo nel vulcano, mi darai la tua razione di torta a colazione, pranzo e cena”
“Oh, piccolo ingordo!” protestò Ripicì, sorridendo sotto i baffi. “E va bene, ma lo stesso vale per me se vinco io e non ci andremo”
Topo e ragazzo unirono zampa e mano in un gesto solenne, e in coro dissero: “Affare fatto”
Passò un po’ di tempo, durante il quale si cercò di radunare viveri restando però nei pressi della nave. Nessuno aveva intenzione di allontanarsi troppo per paura che la Strega Bianca potesse comparire da un momento all’altro.
Gli alberi del bosco erano colmi di grossi e succosi cedri, che i marinai raccolsero in gran quantità. Ma a parte quelli, l’isola era priva di cibo vero e proprio. Strana fu anche l’assenza di animali selvatici, eccetto uccelli e insetti.
“Fa un caldo terribile, adesso” borbottò Eustace tra sé e sé, sdraiato all’ombra di un albero a ridosso della boscaglia.
Il ragazzo si alzò a sedere e vide che gli altri stavano caricando grosse ceste sulla scialuppa che sarebbe tornata indietro per portarle subito sulla nave.
Si incamminò piano verso la vegetazione, quando la voce di Peter lo richiamò.
“Eustace, non allontanarti”
“Uffa, non sono un bambino, smettetela di dirmi cosa fare e cosa non fare! Voglio solo andare a bere al fiume, non posso?”
“Resta dove possiamo vederti”
“Sì, sì, va bene” annuì Eustace controvoglia e poi si incamminò.
Aveva davvero caldo e ci voleva proprio un po’ d’acqua fresca.
Si inginocchiò sul terreno sassoso e mise le mani a coppa, prendendo grandi sorsate, quando qualcosa attirò la sua attenzione…
 
 
Le mani di Susan stringevano le lenzuola, mentre il suo respiro si regolarizzava, il corpo di Caspian abbandonato sopra il suo.
Una cosa sola le era certa: aveva vissuto per mesi insieme a lui e ancora c’era un lato di quel ragazzo che non conosceva. Certe volte, sapeva davvero stupirla...piacevolmente.
Gli accarezzò piano la schiena, coccolandolo tra le sue braccia.
“Dispettosa” lo sentì mormorare sul suo petto.
“Perché?”
“Perché dobbiamo andare, lo sai”
“Sì…si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto, soprattutto Peter”
Caspian si alzò lentamente, poggiando sui gomiti, senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso.
“Stai bene?”
Susan gli sorrise. “Sì, benissimo…Mi dispiace tanto”
“Non importa. E’ passata. Ma sei stata davvero insopportabile, lo sai?”
Lei rise piano. Era bellissima.
“Scusa…”
“Basta chiedere scusa”
La ragazza allungò una mano e gli scostò una ciocca di capelli dal viso. “Abbiamo fatto di tutto per non capirci”
“Sei ancora arrabbiata?” le chiese Caspian, accarezzandole una spalla con il dorso della mano.
“No…però ti alzeresti, adesso?”
Lui si fermò. “Perché non ti alzi prima tu?”
Lei lo guardò eloquente. “Perché non posso”
“Io non ho intenzione di alzarmi”
“Caspian, non possiamo rimanere qui tutta la mattina”
Lui continuava a guardarla, poi si spostò e lei si coprì con il lenzuolo. Si misero a sedere, spalla a spalla. Susan lo vide allungare una mano e raccogliere qualcosa in mezzo alle coperte. Un secondo dopo, le posò il fiore blu tra i capelli.
“Questo deve restare al suo posto”
Lei gli sorrise dolcemente, allungandosi verso di lui per poterlo baciare delicatamente.
“Credevi davvero che avrei ceduto così in fretta dopo che ti ho aspettata per tre anni?”
Gli occhi di Susan si chiusero per un attimo. La Regina scosse il capo.
“Un’altra cosa” continuò lui. “Dammi la mano”
Lei lo guardò interrogativa, così fu Caspian a prenderle la mano, mentre il respiro di Susan si arrestava. I suoi occhi azzurri splendettero quando lo vide togliersi l’anello reale con lo stemma della Gran Casata di Narnia, portarselo alle labbra e poi infilarglielo all’anulare sinistro.
“Caspian!” esclamò lei, spostando lo sguardo dal suo viso all’anello.
“No amor mio, non piangere ancora, ti prego” sorrise il giovane, prendendola tra le braccia.
Lei rise forte, gioiosa.
Caspian la guardava estasiato, come se non l’avesse mai vista ridere così. Illuminava il mondo, irradiava luce, e il cielo impallidiva di fronte allo splendore dei suoi occhi.
“Narnia è tua, Susan” le disse poi seriamente. “La mia vita è tua”
“Avevi ragione” disse lei accarezzandogli piano il volto. “E’ come se il tempo non fosse mai passato dal giorno in cui ci siamo incontrati. E’ come se ti avessi aspettato fin dalla prima volta che sono arrivata qui. Anch’io ho avuto molti pretendenti sai, quand’ero Regina. E anche nel mio mondo ne ho qualcuno”.
Lo vide corrugare la fronte, sporgersi verso di lei. “Sono geloso”.
Lei sorrise ancora, e capì che un pò stava scherzando, e un po’ no.
“Ma io aspettavo te, Caspian. Per mille anni ho atteso il tuo arrivo. Io appartenevo già a te, anche se tu non esistevi ancora”. Si fece seria. “Non riesco a spiegartelo, ma so che è così…Ti ho amato per mille anni”
“E io ti amerò per altri mille”. Caspian si avvicinò ancora a lei e la baciò.
Non si sarebbe mai stancato di farlo e lei non si sarebbe mai stancata di rispondere ai suoi baci.
Susan sentì presto scivolare via le lenzuola che la coprivano e capì che era stato lui, e un attimo dopo percepì di nuovo le sue mani attorno a lei, mentre la trasportava ancora tra le morbide coperte.
Qualunque fosse il destino che li attendeva, che esistesse o no, non importava più a nessuno dei due. Loro avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di cambiarlo. Insieme.

 
 
 
Buona domenica cari lettori!
E subito inizio con un grazie per tutti gli incoraggiamenti e l’interessamento che avete dimostrato per me riguardo il mio lavoro! Sono commossa!!! Sono già alla ricerca di qualcosa di nuovo, anche se purtroppo, niente di fatto per adesso.
Come vi avevo anticipato un paio di settimane fa, ecco un nuovo video!!! Inerente alle vicende che accadono tra il capitolo 31 e questo.
Siete contenti? Stavolta si sono finalmente chiariti e…ehm… *colpo di tosse nervosa* ok, credo di essermi lasciata prendere la mano in questo capitolo per quanto riguarda le scene Suspian, ma spero vi abbia fatto piacere!!! Volevo finalmente farli chiarire e farli riappacificare…uhuhuh….*.*
Se fosse un film, io mi immaginerei che durante la scena d’amore in sottofondo parte la canzone del video…<3 Ho pure inserito le frasi clou nelle ultime battute!
Avevo anticipato anche una scazzottata tra Peter e Caspian. Ebbene, c’è stata. Lo so, Peter, è stato cattivo con i due innamorati, ma grazie a lui hanno fatto la pace <3 (e credetemi, è una sorpresa anche per me aver fatto questo, puntavo su Eustace, e invece…)
A Lucy è andata male di nuovo, povera, ma chissà che la prossima volta…
 
Ringraziamenti:
 
Per le preferite:
ActuallyNPH, Anne_Potter, ArianneT, Babylady, catherineheatcliff, Charlotte Atherton, elena22, english_dancer, ErzaScarlet_ , EstherS, Fly_My world, FrancyNike93, HikariMoon, Jordan Jordan, KaMiChAmA_EllY_ , KingPetertheMagnificent, LittleWitch_ , loveaurora, Lules, Martinny, piumetta, SrenaVdW, susan the queen e TheWomanInRed.
 
Per le ricordate:
ActuallyNPH, Angie_V, Colette_Writer, dalmata91, LilyEverdeen25, Lucinda Grey, Miss Hutcherson, postnubilaphoebus e susan the queen
 
Per le seguite:
Allegory86, ArianneT, Arya512, Bellerinasullepunte, Betely, catherineheatcliff, Chanel483, cleme_b, ElenaDamon18, FedeMalik97, Fellik92, FioreDiMeruna, Fly_My world, FrancyNike93, GossipGirl88, irongirl, IwillN3v3rbEam3moRy, JLullaby, Jordan Jordan, Judee, LenShiro, Mari_BubblyGirls, piumetta, Poska, Red_Dragonfly, Revan93, Riveer, SerenaVdW, Smurff_LT, susan the queen, SweetSmile, Yukiiiiii e _Drak_Side
 
Per le recensioni dello scorso capitolo:
Angie_V, Babylady , Charlotte Atherton, english_dancer, EstherS,  FioreDiMeruna, Fly_My world , FrancyNike93, GossipGirl88, JLullaby, Martinny, piumetta, SerenaVdW e TheWomanInRed
 
 

Angolino delle anticipazioni:
Cosa mai avrà visto Eustace di tanto interessante? Forse un tesoro? O una strana scia verde? O entrambe le cose?
Prevedo una nuova ondata di urla da parte di Peter quando vedrà Caspian e Susan arrivare in ritardo…
Forse ancora scene tenere Lumeth, e anche una Shandmund, ma solo dal punto di vista di lei.
E se ce la faccio, scoprirete come sta il nostro caro…ehm…più o meno, principe Rabadash.

Ok! Ora vi lascio alle recensioni e al video, spero vi piaccia!!!
Alla prossima settimana gente! Un bacione e grazie mille a tutti!!!!!!!!!
Susan<3

 

 
   
 
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