Laeta aveva sempre amato il colore viola.
Chiedeva sempre a suo marito di acquistare tessuti di quel colore, ordinava alle serve di riempire la sua stanza con fiori viola e anche il loro profumo la deliziava.
Ma ora che Spartacus, il ribelle, è giunto in città, tutto è cambiato.
Persino il significato del viola.
Ora Laeta lo odia.
Vorrebbe non vederlo mai più ma è costantemente sotto i suoi occhi.
È sulle mani, sui polsi, sulle gambe, e se avesse uno specchio, potrebbe vederlo anche sul viso.
Lividi.
I ribelli non sono di certo stati gentili con lei, dopo aver ucciso suo marito.
Non l’hanno stuprata, questo no.
Ma il male si sente comunque.
È incatenata ad un parete e tutti i suoi muscoli pregano per un po’ di pace.
Ma sa che non ne avrà, non da quei dannati ribelli.
E dire che si era sentita attrata da Spartacus prima di sapere chi fosse.
Un errore che di certo le ha insegnato qualcosa.
Una lezione che mai dimenticherà.
Ed anche se un giorno dovesse capitare di scordarla, basterà ripensare a quel viola che ora adorna il suo corpo in modo così grottesco per ricordare.