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Autore: Yohao88    01/01/2008    1 recensioni
Lo scontro tra il Team Terme Funbari e il team The Ren si è concluso da poco, è terminata così anche la prima fase del torneo. Compagni che hanno percorso assieme lo stesso cammino si troveranno davanti a strade diverse. Fare la propria scelta a volte è una cosa difficile, ma più difficile ancora è tenervi fede fino alla fine. Non si può sapere come andrà a finire, non si può sapere cosa cambierà e cosa no. Bisogna solo avere il coraggio di proseguire fino in fondo...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hao Asakura, Yoh Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Così, alla fine erano tornati lì…
Con un sospiro, Horo Horo, mise le mani in tasca, uscendo dal piccolo ufficio nei pressi dell’infermeria in cui si erano ritrovati tutti o quasi dopo il ritorno da quel posto, e rimase ad osservare le locande dei Pache, ormai quasi vuote. Era passata qualche ora da quando erano stati riportati sull’isola. Doveva ancora capire in che modo i Pache li avessero spostati… Ma ovviamente il luogo dove giaceva il Grande Spirito doveva restare segreto, questo lo capiva.
Be’… ora che era stato rimesso in sesto, si sarebbe fatto un passeggiata. Ne aveva proprio bisogno…
Ma fatto qualche passo, notò Ren, seduto da solo su un muretto, ad osservare l’infermeria all’altro lato della stradina polverosa, sotto il cielo ormai scuro da un pezzo.
«Ehi, Ren… Che ci fai qui?» domandò, avvicinandosi.
Il giovane alzò la testa che teneva poggiata sul braccio fasciato, voltandosi a guardarlo, per poi tornare a fissare l’edificio davanti a lui.
«A parte pentirmi di aver preso le parti di Yoh, … nulla…» rispose, serio.
Horo Horo ne sorrise, cogliendo la lieve ironia di quelle parole, e andò a sedersi col compagno, incrociando le gambe.
«Posso unirmi anch’io all’esame di coscienza?»
«Se ci tieni…»
Il giovane Ainu osservò le fasciature che Ren aveva attorno alla testa, ad un braccio e una mano.
«Non ne siamo usciti proprio indenni, eh?»
«Sono solo graffi…» rispose il cinese, sbuffando, per poi guardare pensieroso il selciato ai suoi piedi. «Gli altri?»
«Sono a posto. Solo Chocolove e Lyserg hanno qualche ammaccatura in più, ma è bastato un veloce pronto soccorso. Sono ancora tutti con Silva, Kalim e Radim nell’ufficio qui dietro. Manta sta smettendo di tremare solo adesso…» disse Horo Horo, sorridendo più allegro.
«Ehilà!» esclamò d’un tratto la voce di Chocolove. «Abbiamo sentito parlare di esami! Ebbene, sappiate che ne ho già fatti abbastanza per queste cure…»
«Possiamo unirci a voi?» domandò Lyserg, con un sorriso, raggiungendo con Chocolove i due amici. «Là stanno ancora parlando. Hanno convinto solo adesso la famiglia di Yoh che ciò che è successo era vero…»
«Anche a me ci vorrà un po’ per abituarmi all’idea…» dichiarò Chocolove, con aria pensierosa. «Non ce lo vedo proprio Hao a comportarsi così…»
«Sia chiaro, però, che per me non è cambiato nulla…» intervenne Ren, con serietà. «E’ successo solo perché si trattava di Yoh. Hao è e rimane mio nemico e Yoh può fare e pensare ciò che vuole…»
«In effetti, non ci vorrà poco per farmi cambiare idea su quel tizio…» aggiunse Horo Horo. «Dopotutto, i suoi interessi non sono cambiati…»
«Ehi, voi!!»
La voce di Anna fece sobbalzare all’istante i quattro giovani. La ragazza si avvicinò con la consueta espressione autoritaria sul viso, mentre loro attesero con ansia il seguito della probabile, imminente, tremenda ramanzina preannunciata dal tono secco dell’itako.
«Volevo ringraziarvi per il coraggio e la solidarietà che nonostante tutto avete dimostrato per Yoh…» disse, invece, lei, anche se seria e decisa come sempre.
I quattro giovani la fissarono stupiti. Non si erano certo aspettati un complimento.
Lyserg, però, chinò la testa, rabbuiandosi.
«Non credo che lo meritiamo, Anna…» mormorò, mentre Chocolove prendeva la parola: «Dopotutto… abbiamo tradito la sua fiducia e…»
«Non potevate certo sapere che era ancora vivo…» lo interruppe Anna. «Ma ormai quel che è fatto è fatto. Non importa, perché sono sicura che l’ultima cosa che Yoh potrebbe fare è prendersela con voi per questo…»
«Come sta ora?» domandò Ren, ostentando un tono freddo e distaccato.
La ragazza incrociò le braccia al petto, voltandosi verso l’infermeria al di là della strada.
«E’ stanco e ferito in modo non certo lieve, ma si riprenderà in fretta. Per ora, possiamo solo lasciarlo riposare…» rispose, per poi sospirare profondamente. «Con noi ha percorso davvero molta strada… ma…»
I quattro ragazzi che la stavano ascoltando la osservarono confusi da quella frase che lei non terminò. Yoh… cos’avrebbe fatto d’ora in poi?


La luce della luna illuminò le lenzuola bianche dalla finestra dell’infermeria immersa nel buio e i letti delle uniche due persone che la occupavano.
Disturbato un po’ dal bagliore argenteo che batteva sul suo viso, Hao strizzò le palpebre, per poi aprire lentamente gli occhi. I contorni si fecero pian piano più nitidi, permettendogli di capire dove si trovasse. Aveva i muscoli totalmente intorpiditi. Non si era mai sentito tanto indebolito. Sotto la fasciatura che gli avevano applicato, sentiva ancora dolore al fianco, anche se notevolmente attenuato. Di certo li avevano portati lì in fretta e medicati solo quanto bastava. Be’… a dire il vero, si stupiva che qualcuno avesse voluto curarlo. Ma probabilmente era dipeso soltanto dal voler fare un piacere a qualcuno. Anzi… più che probabilmente…
Guardò il paesaggio scuro fuori della finestra accanto a lui con un lieve sospiro, e poi si voltò verso il letto al suo fianco, dov’era steso Yoh. Osservò per qualche istante gli occhi chiusi del fratello, quindi sorrise.
«Ehi…»
Sentendosi chiamare, il giovane socchiuse gli occhi, e si girò verso di lui, sorridendo appena.
«Ciao…» mormorò, con voce un po’ roca.
«Come va, Yoh?»
Il ragazzo si voltò verso il soffitto, con una lieve smorfia di dolore.
«Ho passato giorni migliori, ma credo che sopravvivrò…» disse, ironico, e tornò a guardare il fratello. «E tu? Come stai?»
«Non c’è male…» rispose Hao, alzando le spalle. «Ma credo che per ora non riuscirò guarire né me né te. Pensi di resistere fino a domani?»
Il sarcasmo nelle ultime parole del giovane fece sfuggire una risatina a Yoh, che si affrettò subito a smettere a causa del dolore al petto.
«Ahi… Credo di sì, ma non farmi ridere, ti prego. Mi fa male dappertutto…» rispose, con tono divertito.
Hao si limitò a sorridergli di nuovo, e rimanendo in silenzio per un po’, si voltò verso il soffitto. Lo stesso fece Yoh, osservando le travi di legno illuminate appena dalla fioca luce esterna. Provava una sensazione strana… Dopo tutto quello che era successo, ecco che si ritrovava di nuovo a parlare con Hao come se nulla fosse accaduto. Ma era piacevole… Lo era sempre stato.
Restò qualche istante ad ascoltare il silenzio nella stanza, rotto ogni tanto da qualche rumore o voce dalla strada. Chissà come stavano gli altri…
«Ehi, Yoh…»
Udendo la voce di Hao, si voltò di nuovo verso il fratello, che stava ancora osservando il soffitto.
«Hai intenzione di pentirti di ciò che hai fatto?»
Yoh guardò un po’ sorpreso il lieve sorriso sul volto del giovane, e rise a sua volta.
«Sai già che non lo farò…» disse, mentre anche Hao si voltava a guardarlo con un ghignetto.
«Ne sei sicuro?»
«Certo che sì…» rispose il ragazzo. «E poi… credo di essere riuscito ad estinguere il mio debito. Così non potrai dire di dovermi un favore…» aggiunse, ridendo.
«Sei davvero la persona più stupida che conosca…» mormorò Hao, con un tranquillo sorriso, incrociando le braccia dietro la testa. «E il peggio è che sei mio fratello… Ma… pazienza…»
Dopo quelle ironiche parole, entrambi rimasero in silenzio per qualche momento, senza guardarsi.
Yoh si voltò verso il fondo del suo letto, dove erano stati sistemati degli abiti puliti. Senza farci caso, sospirò un po’ malinconicamente, per poi lamentarsi della fitta che così facendo si era procurato.
«Fa male?» domandò Hao, sorridendo con un che di divertito.
«Abbastanza…» rispose Yoh, tramutando una smorfia di dolore in un sorriso, voltandosi verso il fratello, che fece lo stesso.
«Domani mattina dovremo salutarci, lo sai, Yoh?»
«Come? Di già?» disse il giovane, con un’espressione un po’ delusa.
Hao gli sorrise di nuovo.
«I Pache devono sgomberare tutto e trovare un nuovo posto dove riprendere il torneo, ma tu non dovrai pensarci per un bel po’…» Detto ciò, si voltò verso il soffitto, e chiuse gli occhi. «Riposati, Yoh. Qualche ora di sonno farà bene ad entrambi. Domattina, ci penserò io a rimetterti in sesto…»
«Grazie, Hao…» rispose il giovane, osservando affettuosamente il lieve sorriso sulle labbra del fratello, che aprì un occhio per guardarlo.
«Dovere…»
Yoh sorrise a sua volta, e chiuse gli occhi, lasciandosi alle spalle, almeno per un po’, la strana avventura appena terminata. Quelle parole serene pronunciate da Hao erano tutto ciò che per ora voleva sentire.

***

«No! No! … e poi no!! Voglio… andare… a vedere… Yoh…!!» esclamò Horo Horo, ansimando.
«Sono… d’accordo!! Per colpa… sua… non ho chiuso occhio… per tutta… la notte!!» aggiunse Ryu, facendo con fatica un altro passo in avanti, mentre gli Shikigami di Anna trattenevano sia lui che Horo Horo dagli abiti, impedendo loro di fare i pochi passi che li separavano dall’infermeria.
«Sono tenaci…» osservò Lyserg, proseguendo con tutti gli altri dietro i due enormi spiriti, stupito del fatto che i due ragazzi riuscissero lo stesso ad avanzare. In risposta, Ren sbuffò, incrociando le braccia.
«Vorrai dire stupidi…»
«Smettetela!!» ordinò Anna, proseguendo con calma dietro i suoi spiriti. «Come devo dirvelo di lasciare in pace Yoh finché non si sveglia?!»
«Con un po’ di fortuna, forse si alzerà il mese prossimo! Vero, Amidamaru?» scherzò Manta, ridendo con lo spirito al suo fianco.
«Mi sa che hai ragione, Manta!»
«Invece, speriamo che non rimanga ad… ammuffire là dentro!» esclamò Chocolove, mentre Tamao e Pirica si voltavano spaventate verso l’aspirante comico, in quel momento ricoperto da qualche ragnatela e una peluria verde e grigiastra, accanto a loro. Un attimo dopo, il giovane giaceva a terra nel suo strano costume, privo di sensi e pieno di botte. Ren tornò ad incrociare le braccia, sbuffando, mentre Mic guardava il padrone svenuto con le lacrime agli occhi.
«Sono così in pensiero per il signor Hao!» dichiarò Luchist, con aria preoccupata, mentre Opacho trotterellava al suo fianco.
«Sei così stupido da preoccuparti ancora per quello?!» ribatté Marco, con tono sprezzante. I due uomini, già mostrando le loro singolari uniformi da battaglia, iniziarono a fulminarsi con lo sguardo, mentre Jeanne, con un tranquillo sorriso, pregava il suo capitano di lasciar perdere.
«Y-Yoh…!!» esclamò Horo Horo, trascinandosi di nuovo in avanti con un enorme sforzo, così come Ryu accanto a lui.
«Piantatela, voi due!!!» gridò Anna, spazientita, mentre i suoi Shikigami atterravano i due ragazzi colpendoli con una mano.
«Ehi! Cos’è tutto questo chiasso?»
Udendo quelle tranquille parole, sia i giovani a terra, sia tutti gli altri si voltarono sorpresi verso l’infermeria, dove Hao, con indosso solamente i suoi soliti jeans, appoggiato a braccia conserte allo stipite della porta, stava sorridendo loro con calma.
«HAO!!!» esclamarono, in coro, Manta, Ryu, Lyserg, Horo Horo, Amidamaru e gran parte dei presenti.
«Oh, signor Hao! Sono lieto di vedere che sta bene!!» dichiarò Luchist, con un ampio sorriso e i lacrimoni agli occhi, mentre Opacho alzava le piccole braccia esclamando: «Viva il signor Hao!!»
«E il signor Yoh?» domandò, timidamente, Tamao, avvicinandosi ad Anna, che fissò il ragazzo poco avanti a lei, evidentemente infastidita dal suo atteggiamento.
«Ehi, ci hai sentito?!» ribatté Ren, con tono arrogante.
«Ma tu la grinta non la perdi mai?» domandò Hao, con un sorriso malizioso, per poi voltarsi verso l’interno dell’infermeria, con fare noncurante. «Svegliati, Yoh! Hai visite!»
Dopo qualche secondo di silenzio, Yoh si affacciò alla porta, ingobbito e con i capelli arruffati, grattandosi la testa con aria assonnata.
«Che c’è?»
«Come “che c’è”?!!!!» esclamarono tutti, con fare esasperato.
Anna fissò contrariata la divisa lacera e sporca che il giovane indossava.
«Ma guarda come sei conciato!! Fila subito a metterti qualcosa di decente!!!» gli ordinò, seccata, lanciandogli in faccia un sacchetto con i suoi zoccoli.
«Ma che succede?!» si lamentò Yoh, con le lacrime agli occhi e un livido sul naso, rientrando nell’infermeria.
«Nulla… Sono solo contenti di vederti…» rispose Hao, con un lieve sorriso, seguendolo e chiudendo la porta.
Per u po’, rimasero tutti ad osservare l’edificio con aria assente.
«N-nessuno dice niente?» mormorò Manta, perplesso.
Horo Horo si rialzò da terra, grattandosi la testa con aria annoiata.
«A me sembra tornato tutto come due giorni fa…»
«Tsk! Se stessimo a guardare quei due, vedremmo sempre le stesse scene…» commentò Ren, sbuffando irritato. «Non inizierei a dare giudizi. Quello si comporta così solo quando c’è Yoh!»
«Dai, Ren! Non iniziare a fare il pessimista!» lo esortò Chocolove, con un sorriso. Il cinese si limitò a sbuffare di nuovo, per poi rimanere in silenzio.
«Be’… è indubbio che quei due vadano d’accordo…» mormorò Manta, un po’ sconsolato.
«Hai proprio ragione… Me ne stupisco ogni volta che li vedo…» ribatté Amidamaru, con un mezzo sorriso. «Ma devo ammettere… che un po’ mi fa piacere che Yoh riesca a trovarsi bene con lui… Forse è il suo carattere, o forse doveva essere così, ma…»
«Già, Amidamaru, hai ragione…» intervenne Yohmei, che raggiunse i compagni del nipote con la propria famiglia. «Mi costa ammetterlo, ma se Yoh tiene a lui al punto da rischiare la vita per salvarlo, vuol dire che si fida. E credo che dovremmo rispettare la sua scelta. Dopotutto, non è l’irresponsabile che a volte può sembrare…» Sorridendo più allegramente, si voltò verso Mikihisa e Keiko. «Persino noi, che siamo la sua famiglia, ci siamo resi conto che Yoh è ancora un vero mistero!» concluse, ridendo.
«Ora però… che succederà?» domandò Manta, impensierito. «Ora che il torneo è stato sospeso…»
«Non accadrà nulla…»
Con un altro sobbalzo, tutti si voltarono di nuovo ad osservare Hao, che era uscito dall’infermeria seguito da Yoh. Il giovane osservò con un sorrisino le facce improvvisamente incerte e spaurite davanti a lui, infilando le mani nelle tasche dei jeans un po’ lisi che indossava. Quindi si girò verso il fratello.
«Prima dicono di essere d’accordo con te, poi ti danno dell’irresponsabile. Hai degli amici davvero coerenti, Yoh…» disse, ironico, mentre il ragazzo accanto a lui faceva un sorrisino divertito. «Comunque…» riprese, con un breve sospiro, chinando la testa e avvicinandosi alle persone davanti a lui. «… per un po’ non accadrà nulla. Gli sciamani rimasti se ne stanno già andando dall’isola.»
«Cosa vuoi dire?» domandò Manta, con aria perplessa.
Hao si limitò a sorridere, per poi voltar loro le spalle.
«Vieni un attimo con me, Yoh…»
Il giovane lo fissò perplesso, ma si apprestò a seguirlo, osservato dai compagni intimoriti.
«Aspetta!» intervenne Ren, bloccandoli. «Tu sai quando ricomincerà il torneo, non è vero?!»
Hao si girò di nuovo, sorridendo malizioso al ragazzo.
«Saprete tutto quando sarà ora. Non posso certo privarmi del piacere di farvi stare sulle spine…» rispose, osservando con aria compiaciuta l’espressione irritata apparsa non solo sulla faccia di Ren.
In quel momento, Yoh batté un pugno sul palmo della mano, e si voltò verso il fratello.
«A proposito di questo…! Hao, finché non riprende il torneo…» disse, per poi sorridere più allegramente. «… ti va di tornare a casa con me?»
Incurante delle espressioni allibite e di una certa voglia di ribattere particolarmente evidenti sui volti di Yohmei, Amidamaru, Anna, Manta, Ren e Horo Horo, Yoh osservò in attesa il fratello, che, dopo qualche attimo di silenzio, sorrise chiudendo gli occhi.
«Magari un’altra volta, Yoh…»
Detto ciò, si voltò, incamminandosi, e il ragazzo accanto a lui lo seguì con un sorriso, sotto gli sguardi ancora trasecolati di chi li osservava.
«Dite la verità, signor Yohmei…» disse Yoken, rivolgendosi all’anziano Asakura con un sorriso malizioso. «Voi lo prendereste in casa?»
«B-be’… se va bene a Yoh… i-io non ho nulla da ridire…» balbettò Yohmei, che stava ancora fissando perplesso i due giovani che si allontanavano, con ciò che pareva tutto men che sicurezza.
«Hao ha ragione sulla vostra coerenza… Si vede dalle vostre facce…» commentò Anna, con sarcasmo, inarcando un sopracciglio, mentre le persone di fronte a lei impallidivano ulteriormente.

«Di cosa volevi parlarmi, Hao?»
Yoh si voltò verso il ragazzo che camminava con calma accanto a lui, e che, dopo un po’, si fermò.
«Di nulla in particolare…» rispose il giovane, sorridendo leggermente. «Ci metteranno ancora un bel po’ a sistemare tutto in modo da poter riprendere il torneo. Goditi la calma, finché dura. Avrai tempo… più di qualche settimana…»
«Be’… è più di quanto sperassi…» disse Yoh, con un sorrisino allegro.
Hao abbassò lo sguardo per qualche istante, chiudendo gli occhi, per poi tornare a guadare il fratello, con un lieve sorriso.
«Io so già come finirà il torneo… Ma come ho detto ai tuoi amici, non anticipo nulla nemmeno a te. Almeno non più di ciò che sai già… Tanto so che tu non ti preoccuperai…»
«Eh eh!! Già!» rispose Yoh, ridendo, capendo, però, che era giunto infine il momento dei saluti. «Sei proprio sicuro di non voler venire via con me?»
Hao gli sorrise con un po’ di malizia.
«Potrei chiederti la stessa cosa… Ma per stavolta ti lascerò andare. Sta’ tranquillo, ci rivedremo presto…» disse, allontanandosi di qualche passo. «E’ stato… interessante conoscerti. Aspetterò con impazienza il giorno in cui ci rivedremo…»
E con un cenno della mano al fratello, gli voltò le spalle, mentre Spirit of Fire compariva accanto a lui.
«Aspetta, Hao!»
Il giovane si fermò di nuovo, girandosi verso Yoh, che, togliendo qualcosa da una tasca, lo raggiunse.
«Tieni, questo è tuo…» disse, porgendo l’orecchino rotondo che aveva ancora con sé ad Hao, che lo osservò per un momento.
«Tienilo tu, Yoh…» disse, infine, sorridendo ancora una volta. «Ci vediamo, fratellino!»
Detto ciò, sparì in un vortice di fiamme, che si dissolse senza lasciare traccia.
«Che staranno facendo?» si chiese Manta, pensieroso, tracciando annoiato con un dito alcune linee sul terreno sopra cui era accucciato.
«Cosa vuoi che facciano?» sbuffò Ren , incrociando le braccia. «Hao si starà di nuovo preoccupando del futuro di suo fratello! E viceversa…»
«Ma secondo voi…» intervenne Horo Horo, con aria perplessa. «… ad Hao… il gesto di Yoh ha fatto effetto?»
«Almeno un po’ sì, altrimenti non lo avrebbe resuscitato… Basta che pensi che uccidendolo avrebbe potuto ottenere facilmente il suo spirito…» rispose Lyserg, pensieroso, per poi alzare lo sguardo. «Ma Hao stima molto suo fratello. Anche se mi costa ammetterlo, è un nemico leale. Dopo ciò che Yoh ha fatto, avrebbe potuto eliminarlo del tutto senza fatica, ma non l’ha fatto. E poi, secondo me, tiene molto al potersi di nuovo battere con Yoh, e raggiungere il suo obiettivo attraverso una leale battaglia…» Detto questo, il giovane sospirò, alzando le spalle. «Ma comunque, è certo che l’ha salvato solo perché si trattava di Yoh… Anche perché…» aggiunse, sorridendo. «Diciamocelo: nessuno di noi avrebbe mai pensato di salvargli la vita…»
«Scherzi?!!!» ribatté Horo Horo, con aria offesa. «Mi ritengo abbastanza sano di mente, dopotutto!!»
«Per avere una risposta alla vostra domanda, potrete solo aspettare l’inizio del torneo…»
Tutti si voltarono perplessi verso Anna, che appoggiata ad una parete, alzò lo sguardo sui presenti.
«L’unica cosa certa è che Hao non lo lascerà mai andare…»
«Già…» disse Manta, per poi alzare distratto lo sguardo al cielo. «Ehi… Guardate!»
Sorpreso, indicò qualcosa ai compagni, e tutti sollevarono lo sguardo, mentre l’enorme Spirit of Fire passava scivolando silenzioso sopra le loro teste, seguito solo dal vento che soffiò tra chi lo stava osservando. Yoh si avvicinò con le mani in tasca agli amici, che si voltarono a guardarlo in attesa, e si limitò a sorridere lievemente, alzando le spalle.
«Be’… se n’è andato…»
«Yoh…» mormorò Manta, un po’ dispiaciuto, osservando l’espressione comunque serena dell’amico. Il giovane se ne accorse e sorrise rassicurante.
«In fondo è stata una bella avventura, e sono certo che lo rivedremo!»
«Io non ci tengo!!» si lamentò Horo Horo, contrariato.
Luchist rimise il suo cappello in testa, per poi sospirare.
«Be’… allora andiamo anche noi, eh, Opacho?» disse, voltandosi verso il bimbo vicino a lui.
«Cosa farete ora?» domandò Yoh, avvicinandosi.
Il pastore gli sorrise allegramente.
«Chissà… Potremmo tornare con Marco in Sicilia, che ne dici, eh?» rispose, voltandosi verso l’uomo in questione e la ragazza al suo fianco. «Naturalmente, potrebbe venire anche lei, signorina Maiden. Sarà una piacevole vacanza!»
«La signorina Maiden non verrà certo in vacanza con un tipo losco come te!» ribatté Marco, guardando in cagnesco il sacerdote, che gli sorrise con calma, provocandolo.
«Dai, Marco! Non ti fidi nemmeno un po’ di me?»
«Neanche morto!» fu la risposta dell’uomo, che lo fulminò con lo sguardo sotto la presenza tranquillamente divertita di Jeanne e il sorriso sconsolato di Lyserg.
«Forza! Andiamo, Manta!» esclamò Yoh, con fare allegro. Il ragazzino lo fissò perplesso.
«A fare cosa, scusa?»
«Be’, ma i bagagli, no?»
«Hai così tanta fretta di andare via?» domandò Manta, per poi sorridere. «Ma hai ragione! Mi manca la mia casa!»
«Eh eh! Già! Vieni, Amidamaru!»
«Arrivo!»
Lo spirito raggiunse con un sorriso il giovane, che si incamminò verso la locanda.
«Aspetta, Yoh!! Veniamo anche noi!» esclamò Ryu, correndo verso il compagno spingendo Faust sulla sua carrozzella. Anche Anna si staccò dal muro e li seguì con Tamao, Mikihisa, Yohmei e Keiko.
Horo Horo osservò per un momento Luchist e Marco che ancora discutevano, per poi voltarsi verso Yoh.
«Figurati se, dopo tutto quello che ha combinato, vado ancora a seguire quello scemo!» si disse, irritato, voltandosi poi dubbioso verso Ren, che sembrava essere del suo stesso parere, Chocolove e Lyserg, che lo fissavano incerti. Dopo qualche attimo di silenzio, però, il giovane Ainu alzò le braccia con fare spazientito.
«Ah! Al diavolo!! Tanto le mie valigie sono là!!» gridò, seccato, per poi rincorrere Yoh e gli altri, seguito da Ren, che sbuffò rassegnato.
«Ehi! Aspettateci!» esclamarono Lyserg e Chocolove, affrettandosi a raggiungere il gruppo che camminava allegramente lungo la spiaggia, mentre anche Jeanne, Marco e Luchist si voltavano verso i ragazzi che si allontanavano.
Così, tutto era finito. Il torneo, le vittorie, le sconfitte, le gioie e le paure… Tutto sembrava già essere solo parte del passato. Il torneo sarebbe ricominciato, ma chissà perché, nessuno ne era più preoccupato come prima. Almeno per ora… Il viaggio di Yoh e dei suoi compagni, infatti, non era ancora concluso. Hao non era scomparso, lo Shaman Fight sarebbe ripreso, e nessuno sapeva come sarebbe terminato. L’unica cosa di cui tutti erano certi era che tornare alla vita di tutti i giorni, anche se solo per un po’, sarebbe stata l’avventura più bella.




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EEEEEEEEH!!! Fine!! – direte voi…!
E se vi dicessi che questa è solo la prima parte? Parlo sul serio! ^^ Infatti, vedo già lacrime, lamenti e disperazione… -,- Ci speravate, eh? Su, manca ancora un po’… :P Non mollatemi proprio adesso! Come si può concludere senza la parte conclusiva? Non è un epilogo, sono almeno altri 20 capitoli! XD
Scherzo… :P
Be’, rimanete sintonizzati, che qui non è finita!
Grazie per l’attenzione e al prossimo capitolo!! ^O^/
  
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