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Autore: MimiRyuugu    16/06/2013    5 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Buonaseeeera *-*
Mi odiate, lo so. E fate bene, vi do ragione! è dal 2 che non aggiorno D: *si tira i pomodori* sono pessima. *distribuisce carta igienica da farsi lanciare addosso*. Ma bando agli autoinsulti, muoviamoci con sto intro così vi lascio al cap. Vi annuncio che in questo capitolo sentirete a lot of canzoni natalizie, per cui spero vi facciano effetto ventilatore pensando alla neve xD
In questo capitolo ci sono Mutilation Is The Most Sincere Form of Flattery del caro Reverendo Manson, Far Natale dal film Nightmare Before Christmas, Hey Betty [You Are Beautiful] dalla soundtrack di Ugly Betty e composta da Mika, The Love Song ancora del nostro Reverendo Manson e A Natale Puoi che è proprio la sigla della pubblicità del Bauli XDXD

Avvertenze: occtudine, lungo na' cifra ecc ecc u.u

Spero di farmi perdonare, ora scappo e vi lascio all'aggiornamento <3
Buona lettura *^*


Diciottesimo Capitolo

Giulia dormì beatamente nel letto del professore. Alla fine, lui rimase a guardarla. Senza nemmeno vedere il tempo che passava. Si era ritrovato all’una ancora li. A osservare quella casta bellezza. Decise così di concedersi solo un piccolo riposo. Per svegliarsi prima della ragazza e tornare poi alle sue scartoffie. Così fece. Giulia dormì fino alle dieci. Anche Anna rimase in quel letto. Stanca dalla giornata piena di litigi, si era abbandonata al sonno fra le braccia di Draco. Che non potè fare altro che chiudere gli occhi. E lasciarsi cullare dal respiro della sua amata. Anna si svegliò alle dieci. Dopo molti minuti passati a crogiolarsi nel caldo delle coperte finalmente più pesanti, decise di alzarsi. Lasciando Draco alla sua rivista. Così, uscì piano e scese le scale del dormitorio maschile. Arrivata in Sala Comune, notò divertita che Valentina si era svegliata. Ed era tornata in dormitorio. La coperta abbandonata sul tavolo. al suo posto, c’era un’altra figura. Esile, con i capelli rossi raccolti i due codini. Gli occhi grigi saettanti. Appena la vide, la bambina sobbalzò. Doveva essere del primo anno. Anna alzò le spalle e si diresse verso l’uscita. Sentiva lo sguardo della ragazzina addosso. “Hey…tu non sei di Serpeverde!” sbottò poi. La castana si voltò. La guardò dubbiosa. “Ti ho vista…sei una schifosa Grifondoro!” esclamò, indicandola. Anna strabuzzò gli occhi. Non sapeva nemmeno chi fosse quella pulce! “Bada a come parli sai..sono al sesto anno io…” rimbeccò. La primina la squadrò ancora. Si alzò dalla poltrona e la raggiunse. “Tu non sei di Serpeverde…” scandì ancora. Come se stesse parlando con un neonato. “Questo lo so anche io piccolina…” sorrise paziente. Non aveva voglia di litigare con una mocciosa. “Il prefetto ha detto che sono noi di Serpeverde possiamo entrare qui! Chi ti ha dato la nostra parola segreta?” sbuffò lei. Anna scosse la testa divertita. “Il prefetto non ti ha avvertito che una ragazza di Grifondoro ha accesso alla Sala Comune?” commentò. La bambina scosse la testa. “Bene…quella ragazza sono io…e ora che lo sai, lasciami in pace e torna a fissare il fuoco…” continuò Anna. Aveva fame e quella pulce le stava facendo perdere la colazione. “E perché potresti entrare liberamente?” sbottò stizzita la primina. “Perché sono la ragazza di Draco Malfoy…” rispose secca Anna. L’altra strabuzzò gli occhi. La castana la guardò dubbiosa. Subito la bambina si riprese e la guardò male. Poi, battè i piedi per terra e si avvicinò. “Stai bene?” le chiese. La rossa si alzò in punta di piedi per cercare di arrivare all’altezza di Anna. E d’improvviso, le pestò un piede. Gli anfibi spessi della castana non fecero altro attutire il dolore. Così lei non sentì nulla. Però rimase stupita da quel gesto. “Non meriti di stare con Draco! Sei solo una sporca Mezzosangue!” gracchiò rossa in viso. Anna spalancò gli occhi. Sparito lo stupore iniziale, la ragazza scosse la testa. “La mamma non ti ha insegnato a rispettare le persone più grandi di te mocciosa?” rimbeccò. La bambina cercò di tirare un pugno alla castana, ma questa la bloccò lontano poggiandole una mano sulla fronte. Sembrava di essere in un anime giapponese. “Lasciami! Lasciami!” iniziò a ringhiare la rossa. Anna scosse la testa. “Non è mia abitudine prendermela con le primine, quindi, se mi chiedi scusa, posso lasciarti andare…” ghignò. “Mai! Io non chiedo scusa ad una Mezzosangue! Traditrice! Lurida!” continuò ad insultarla la bambina. Anna la guardò furiosa. “Sarebbe meglio se ti lavassi quella bocca con il sapone sai?” sorrise maligna. La primina continuò ad insultarla ed a imprecare contro di lei. Fino a quando si sentì una voce per le scale. Una ragazza alta dai capelli rossi e lunghi fino ai fianchi apparve. Guardò le due. “Ciao Selene…” la salutò Anna. La rossa guardò subito la bambina. Ancora intenta ad urlare insulti. “Ciao Anna…Kathrin! Cosa diavolo stai facendo?!” la richiamò. La castana la guardò dubbiosa. La bambina si voltò ed un espressione terrorizzata apparve sul suo viso. “Conosci questa piccola peste?” le chiese Anna. Selene annuì e si avvicinò. Poi diede una sberla assestata sulla testa alla primina. “Questa peste è mia sorella…cosa cavolo stavi facendo stupida?! Ti ho detto mille volte di non attaccar briga con quelli più grandi di te! La prossima volta ti lascio nei casini!” la rimproverò. Kathrin si voltò verso Anna e la fulminò con lo sguardo. “Scusala…ha un brutto caratterino…piuttosto, cosa ti ha fatto?” le chiese. La castana alzò le spalle. “Ha iniziato a urlarmi contro insulti…Mezzosangue ecc ecc…come si usa di solito…devi farla stare di meno con Pansy…” commentò divertita. Selene guardò stupita la sorella. E le tirò un’altra sberla. “Cosa ti avevo detto? Non devi dire quella parola! E non devi nemmeno insultare Anna! È una mia amica!” rimbeccò poi. La bambina la guardò dubbiosa. “Ma è una Grifondoro…” soffiò. Selene scosse la testa. “Dopo devo dire due paroline a Pansy e Millicent…cosa diavolo ti insegnano!” sbuffò. Anna sorrise. “Mi è sembrato strano…oramai nessuno fa più caso a me se giro per i territori Serpeverde…” commentò. Selene annuì. “Le ho solo detto che ero la ragazza di Draco ed è esplosa…” aggiunse poi la castana. La rossa ghignò. Mentre Kathrin arrossì. “Ora capisco…vedi, la mia cara sorellina ha una cotta per Draco…” spiegò Selene. La bambina guardò la sorella. Stava per darle un calcio ma la rossa fu più veloce. Con un colpo di bacchetta la immobilizzò. Anna applaudì. “Se vuoi puoi pure picchiarla…per quanto me ne importa…questa peste mi ha rotto…” sbuffò Selene. La castana alzò le spalle. “Non è divertente se non può muoversi…e comunque sto morendo di fame! Vieni con me a colazione?” propose. La rossa sorrise ed annuì. Mentre la bambina le guardava schifata. Anna le fece la linguaccia in segno di vittoria e prese a braccetto Selene. Poi le due si voltarono e si diressero all’uscita, lasciando Kathrin ad imprecare da sola. Le ragazze andarono nella Sala Grande, poi si separarono. Anna andò al tavolo di Grifondoro. E vi trovò Giulia ed Hermione. La prima stava aggredendo una fetta di torta al cioccolato e fragole, mentre la seconda beveva un caffè corretto latte. “Eccoti qua!” esclamò Hermione. Appena Anna si sedette il prefetto prese un quaderno dalla sua borsa li accanto e glielo diede un testa. “Santo Manson Herm!! Cosa ti ho fatto?!” protestò la castana. “Potevi avvertire che non tornavi a dormire! Per Merlino, sono stata in pensiero!” sbottò. Anna scosse la testa esasperata. Giulia le sorrise. “A me a tirato una ventina di cuscini quando sono entrata in dormitorio…” la consolò. La castana sorrise divertita. “Lo sapete che dovete avvertirmi se non tornate! Così almeno vado a dormire tranquilla…” sbuffò Hermione. Giulia ed Anna si guardarono. “Ci siamo addormentate e né Piton ne Draco ci hanno svegliato…è stata una cosa imprevista…” spiegò la seconda. Il prefetto le guardò. Poi sospirò. “Avete ragione…scusate ragazze…è che di questi tempi ho sempre paura che succeda qualcosa…” commentò. Le amiche la abbracciarono. Ed Hermione sorrise. Qualche minuto dopo, tornarono a mangiare. “Sapete…oramai non c’è più rispetto per le vecchie generazioni! Questi giovani d’oggi sono davvero degli impertinenti!” sbottò Anna. “Che scoperta…io l’ho sempre detto…” rimbeccò Hermione. Giulia la guardò dubbiosa. “Ho quasi picchiato un primina prima…ha iniziato ad insultarmi…credetemi, le avrei lavato io stessa la bocca! Ma non con il sapone…con una buona dose di acido muriatico!” ghignò ancora la castana. Hermione scosse la testa. “Ma come mai ti ha urlato contro? Cosa le hai fatto?” le chiese poi. Anna alzò le spalle. “Nulla! Sono solo una sporca Grifondoro Mezzosangue, di cui l’unica colpa è che sto con Draco…” rispose ironica. Giulia scosse la testa. “Un’altra fan di Draco eh? Ecco cosa succede ad essere fidanzate con il ragazzo più bello del nostro anno…” commentò divertita. La castana sbuffò. “Cambiamo argomento per carità di Manson…allora, che si fa oggi pomeriggio?” chiese poi. Hermione indicò la borsa stracolma di libri. “In effetti…ci hanno caricato per bene…” notò Giulia. Anna le guardò storto. “Io non intendo passare il sabato pomeriggio facendo compiti! Devo andare avanti con il libro! Oramai Death Note l’ho finito, quindi voglio dedicarmi un po’ al mio Manson…” spiegò. Giulia sorrise. “Potremmo andare in giardino…approfittiamo di queste giornate in cui non fa ancora così tanto freddo…” propose. Hermione alzò le spalle. “Per me va bene…basta che ci sia almeno un po’ di tranquillità per fare i compiti…” commentò. “Bene, allora è deciso!” esclamò Anna. così, le tre finirono la colazione, rimanendo a chiacchierare in Sala Grande. Era l’una passata quando salirono in dormitorio per prendere le borse ed i libri necessari e recarsi in giardino. Il freddo era arrivato, e già si stava portando via le fogli degli alberi. Comunque bastavano delle magliette pesanti e si poteva rinunciare al cappotto. I tre uragani si sistemarono sotto al solito albero, da cui si aveva la vista del lago. Quello a cui era più affezionata Giulia. Dopo pochi minuti Hermione era già attorniata da pergamene e libri, mentre Anna aveva aperto il suo libro con gioia. E Giulia aveva iniziato a scorrere lo sguardo sul secondo numero di Death Note passatole qualche giorno prima da Anna. con tutto quello che le era successo quella settimana, non aveva avuto nemmeno il tempo di guardarlo. La maggior parte degli studenti era chiusa in Sala Comune davanti al camino, oppure ancora a fare colazione in Sala Grande. O a cercare il coraggio di alzarsi dal letto contrastando così il gelo fuori dalle coperte. Erano le 16.00 precise. Un pallido sole era alto nel cielo. Nemmeno un alito di vento. Le tre stavano ancora beatamente sotto l’albero. Hermione aveva già finito Aritmanzia ed Antiche Rune. Era passata a Difesa. Sommersa oramai dai libri. Anna aveva la schiena appoggiata al tronco, con le gambe incrociate per fare da appoggio al libro. Lo stava letteralmente divorando. Però allo stesso tempo cercava di andare piano. Non voleva finirlo subito. Per lei era come una caramella. Da gustare lentamente. Fino alla fine. Giulia era concentrata. Quel manga le metteva sempre interesse addosso. Raramente riusciva a fermarsi per prendere anche solo un respiro. E non vedeva l’ora di finire quel numero, oramai vecchio, in modo da mettersi al pari con le uscite degli altri. D’improvviso, degli scricchiolii ruppero il silenzio che regnava attorno a loro. Nessuna però alzò la testa dalla propria postazione. Anna stava leggendo l’inizio dell’ottavo capitolo, quando un’ombra la sovrastò. Nemmeno il tempo di finire la terza riga della pagina, che qualcuno le prese di mano il libro, sollevandolo. “Da quando sai leggere Haliwell?” sogghignò Pansy. La castana alzò la testa. E con lei e le sue amiche. Davanti a loro c’erano le solite due serpi. Più una bambina, dai capelli rossi a codini. Anna la riconobbe subito. Kathrin. “Da quando tu sai comunicare nel nostro linguaggio Parkinson?” rimbeccò. Anche Giulia si vide strappare di mano il manga. “Guardi le figure Wyspet?” commentò Millicent. Hermione sospirò esasperata. Ora la calma per continuare i suoi compiti se la poteva solo che sognare. “Vediamo cosa abbiamo qui…cos’è, un libro sui mostri?” soffiò ancora Pansy. Anna fece per alzarsi ma Hermione la trattenne. “Questa peste è con voi…immaginavo…sai, le serpi sono sempre tutte in gruppo…” ghignò poi. Kathrin sbarrò gli occhi e battè i piedi a terra. “Bada a come parli stupida Mezzosangue!” ringhiò. “E parli a tua madre con quella bocca?!” esclamò incredula Hermione. La bambina la fulminò con lo sguardo. “Tu sei il prefetto che mi ha sequestrato il mio frisbee!” la indicò. “Ecco dove ti avevo già vista! Eri quella peste che cercava di colpire Mrs. Purr con un frisbee Zannuto!” la ricordò il prefetto. “Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni, Parkinson, ridammi il mio libro grazie…” ordinò Anna. Pansy ghignò. Chiuse il libro. E lo tirò a terra. Con l’intenzione di pestarlo poi con un piede. Ma Giulia fu più veloce e, estraendo la bacchetta lo richiamò con l’incantesimo di appello. Fece lo stesso con il manga. “Cosa siete venute a fare qui?” sbuffò Anna. Pansy sorrise malignamente. “Siamo venute a fartela pagare…” spiegò vaga. La castana la guardò dubbiosa. “Farmela pagare? Senti Parkinson, non vorrei deluderti, ma io stavolta non ho fatto assolutamente nulla…” rimbeccò. Poi si voltò verso Kathrin. Era rossa in viso. “Ora ho capito…la mocciosa vi ha detto quello che è successo in Sala Comune, e siccome anche a te piace Draco, ti sei sentita tirata in causa…” commentò divertita. Anche Pansy arrossì. “Stai zitta Haliwell!” ringhiò poi. Anna ghignò. “Eh brutta l’invia vero Parkinson?” disse ancora. La serpe sbarrò gli occhi. “Invidiosa io? Di chi, di te? Non vorrei mai essere una Mezzosangue e per di più Grifondoro! Dai capelli marroni cacca che sembrano fili di paglia secchi!” rimbeccò. La castana sorrise. “Inutile che neghi…però, se proprio vuoi adularmi fai pure…” commentò. Pansy rise. “Questa è davvero bella!” esclamò divertita. Anna ghignò ancora. E si alzò. Giulia ed Hermione la guardavano curiose. “Hey there's no rules today, you steal instead of borrow, you take all the shapes that I make and you think that you thought all the thoughts that I thought you, don't you?” iniziò a cantare la castana. Le tre serpi la guardarono. Anna fece un passo in avanti. Agli altri due uragani ricordava molto la scena avvenuta qualche mese prima nel giardino della Tana con Fleur. “Mutilation's the most sincere form of flattery. If you want to be me, then stand in line like the rest now, do you know what I mean?” continuò Anna. Avanzando man mano che pronunciasse una parola. Kathrin la guardò all’inizio con superiorità. Poi però si andò a nascondere dietro a Millicent. La castana fece una piccola piroetta. “The Young get less bolder the legends get older but I stay the same as long as you have less to say…” proseguì la castana. Oramai era a poca distanza da Pansy. Giulia la conosceva quella canzone. E sapeva che Anna avrebbe fatto qualcosa di offensivo. Sapeva che quel giorno si sarebbe scatenata una rissa. e che, come da bravo uragano, avrebbe dovuto prenderne parte. Così si alzò. Pronta per l’azione. “Do you think that I wouldn't say this? You know that I play this better than you. Fuck you, fuck you, fuck you and fuck you too!” concluse la castana. Completando il tutto con una panoramica del suo dito medio laccato di smalto nero. Ed un ghignò trionfante in viso. Hermione scosse la testa esasperata. Giulia applaudì. Mentre Pansy digrignò i denti. E in un momento, si accanì contro Anna. le tirò un destro allo stomaco, che la castana evitò. Poi glielo restituì subito. Anche Pansy lo evitò. Millicent si avvicinò e prese Anna per le spalle. Giulia intervenne e diede un calcio alla ragazza. che lasciò andare la castana. Hermione si battè una mano in fronte. Sapeva che sarebbe successo il disastro. Ma lei era intenzionata a non partecipare minimamente. Finchè vide la primina dai capelli rossi tirare fuori la bacchetta e puntarla verso Anna. Così, il prefetto si trovò a pronunciare l’incantesimo di disarmo. E subito dopo anche uno immobilizzante. Poi Hermione sospirò. E rimise via la bacchetta. Tornando a guardare la scena con aria esasperata. Anna si beccò qualche calcio e anche tre pugni, ma Pansy ne ricevette almeno il doppio. Anche Giulia se la stava cavando bene. Millicent era già stanca, quindi le bastò un pugno allo stomaco per farla finire stesa tra l’erba. La castana diede l’ennesimo pugno, completando poi con uno sgambetto. Pansy cadde a sedere in giù per terra. Mentre Anna se la rideva di gusto. Così le serpi batterono in ritirata. Sbloccando prima la compare immobile. “E anche stavolta, i tre uragani hanno la meglio!” annunciò trionfante Giulia. Hermione scosse la testa. “Potevamo ricorrere alla politica dell’indifferenza…” sbottò. Anna scosse la testa. “Insultare me è un conto…ma dare del mostro a Manson e fargliela passare liscia…mai!” commentò. Giulia sorrise divertita. Le due si risedettero e tornarono ai rispettivi passatempi. Mentre il prefetto ricominciò con i compiti. Durante la settimana, le tre Serpeverdi non si fecero più vedere. Inoltre, Valentina raccontò ad Anna, che Kathrin si era presa una bella Strillettera dalla madre, dopo che era stata messa in punizione per l’ennesima volta. Così, arrivò dicembre. Portando con se i primi accenni delle date delle vacanze Natalizie, ancora interrogazioni e nuovi compiti. E anche la seconda gita ad Hogsmeade. Era il sabato successivo. La sveglia suonò alle 7.00 in punto. E, come di routine, Hermione scattò in piedi al primo trillo. Seguita da Giulia e Anna. Fuori grandi nuvoloni non prevedevano nulla di buono. Anche se tutti speravano fossero le portatrici della prima neve. “Allora, avete già deciso cosa comprare?” chiese curiosa Anna. Aveva la testa immersa nel baule, alla ricerca del suo amato Chiodo. Il suo giubbotto di pelle regalatole dai genitori l’anno prima a Natale. L’aveva così tanto desiderato che era come un tesoro. Giulia alzò le spalle. “Non so…però sono riuscita a trovare quello che ho risparmiato dall’ultima visita!” spiegò felice. Quella mattina si era messa una maglia a maniche lunghe lilla. Sopra una felpa della Converse viola a stelle nere. E sotto una gonna a fantasia scozzese viola e nera. Solite calze nere. Converse viola. E sul suo letto, aveva preparato il suo cappotto preferito. Nero, lungo fino alle ginocchia. Che si era messa un anno prima. Quel sabato sera d’inverno. In cui era scesa la neve. Ed aveva scambiato il ciondolo a serpente con Piton. “Però dobbiamo fare il punto dei negozi da visitare! Altrimenti ci troveremo a vagare tutto il giorno senza poi ricavarne nulla…” osservò Hermione, sistemandosi la felpa blu. Quell’estate, in un’uscita di shopping a Londra con Anna e Giulia, aveva comprato un paio di stivali. Beige, poco appariscenti. Con poco tacco e a punta. Sarebbero stati meravigliosamente con quei jeans a sigaretta che si era trovata nel baule. Non si ricordava nemmeno di averli messi. Però l’abbinamento le piaceva, così, decise di provare ad infilare i pantaloni negli stivali. Anche se era una moda oramai passata, aveva sempre desiderato provare. Sul letto, aveva poggiato il cappotto. Lungo più sotto del ginocchio, simile a quello di Giulia. Però beige. Sua madre era convinta che avrebbe avuto bisogno di un’infinità di cappotti quell’inverno. Quindi avevano fatto rifornimento. Anna si sistemò la gonna a pieghe nera. Era invernale, e quindi le avrebbe tenuto caldo. Come anche le calze. Sopra, una maglia a manche lunghe con dei nastri incrociati. Il Chiodo. E per completare il tutto i suoi fidati anfibi. Le tre presero ognuna la propria borsa, controllando di avervi messo il necessario, come fazzoletti, la bacchetta ed i soldi, poi scesero per la colazione. Mangiarono tranquille e si diressero all’uscita per raggiungere la carrozze. Dovettero però anche sottostare alla perquisizione di Gazza. Poi proseguirono tranquille. Anna e Giulia accarezzarono i Thestral e poi salirono sulla carrozza. “Bene…ora dobbiamo decidere dove andare…” iniziò a dire Hermione. Anna si sistemò sul sedile. Accanto a lei Giulia. “Da Astrid dobbiamo andare sicuramente! E poi anche da Armony!” rispose subito la castana. L’amica vicino a lei annuì. “Dobbiamo pensare prima di tutto ai regali…” le rimproverò Hermione. Anna annuì convinta. Ed il prefetto le rifilò un’occhiata dubbiosa. “Santo Manson è vero! Non vel’ho detto! Quando mi è arrivato Death Note, insieme c’era anche un volantino! Cel’ho in borsa…” esclamò poi la castana. Iniziò a frugare nella sua borsetta a forma di tomba, con due ali di pipistrello. Ne estrasse un volantino lilla. E lo passò alle amiche. “È la pubblicità del negozio di Armony…” osservò Giulia. Anna annuì. Le amiche lessero la miriade di scritte, per poi arrivare alla parte interessata. La castana le guardava curiosa. “Allora?” chiese impaziente. Giulia battè le mani entusiasta. “Cavolo…se Armony ha aggiunto delle sale al suo negozio vuol dire che gli affari vanno a gonfie vele…” osservò Hermione. Anna annuì. “Di questi tempi la musica babbana sta avendo un successone tra i maghi più giovani…quindi lei ha ben pensato di allestire un angolo musica nel suo negozio…dvd compresi! Senza contare che poi ha anche aggiunto un’ala videogame!” sorrise agitata. Giulia si strinse nel suo cappotto ed annuì. “Piuttosto, cosa regalate ai vostri uomini?” chiese ancora Anna. Hermione arrossì. Come anche Giulia. La castana ghignò divertita. “Tu piuttosto?” le chiese il prefetto. Anna alzò le spalle. “Vedrò se trovo qualcosa nel reparto musica…anche se pensavo di fare un grande regalo…” spiegò. Giulia sorrise. “È vero! Hai anche il regalo di anniversario!” osservò. Anna annuì. “Volevo fare una cosa unica…anche perché so che Draco farà lo stesso…” commentò. Hermione la guardò scettica. “Di piuttosto che non sai cosa regalargli per l’anniversario e così ricicli il regalo di Natale…” ipotizzò. Anna tossicchiò e si voltò dall’altra parte. Giulia e il prefetto risero. Il resto del viaggio fu tranquillo. Le ragazze chiacchierarono fino ad arrivare ad Hogsmeade. Essendo ancora presto, le tre decisero di fare un giro. Il cambiamento della cittadina era evidente. L’anno prima, all’inizio di dicembre, tutte le vetrine erano adornate da magiche luci ed elfi ballerini. C’era un sacco di gente per strada e tante musiche natalizie. Ora, le luci erano diminuite. Degli elfi nessuna traccia. E le musiche si erano affievolite. Solo Mielandia aveva ancora quell’allegria. Ed infondo ad una via anche un altro negozio esibiva quell’atmosfera. Quello della cara Astrid. Le ragazze decisero di entrare. Videro subito la vecchietta al banco. Il negozio era quasi vuoto. A parte qualche ragazza squittente. Appena le notò, Astrid le raggiunse. “Ragazze! Finalmente, vi stavo aspettando!” esclamò felice. Le abbracciò una alla volta. “Come siete cresciute! Allora, come va?” chiese poi. “La scuola ci uccide…” disse solo Anna. La vecchietta rise. “Anna sei sempre la stessa! E con Draco, come va?” le chiese. La castana sorrise. “Bene…facciamo due anni alla Vigilia…” rispose. Astrid battè le mani entusiasta. Poi si voltò verso Hermione. “E tu? Non dirmi che tieni ancora tutto il giorno questo bel faccino sui libri!” commentò. Il prefetto scosse la testa sorridente. “La nostra Herm ha uno spasimante!” confessò Giulia. Hermione arrossì. “Cara che bello! Vedi che finalmente qualcuno ha notato quanto sei dolce, bella e intelligente?” osservò Astrid contenta. Il prefetto annuì timida. “E tu Giulia? Come va con il tuo Serpeverde?” le chiese. La ragazza arrossì a dismisura. “Bene…” biascicò. La vecchietta rise. “Ora vi lascio fare un giro…buon divertimento!” esordì. Poi andò al banco davanti a cui delle ragazze aspettavano con i loro nuovi gioielli in mano. Le tre osservarono vagamente gli scaffali. Poi ognuna si diresse da una parte. Anna venne attirata da uno scaffale pieno di cose argentate. Un fermaglio a forma di croce attirò la sua attenzione. Ma la castana scosse la testa. Abbassò lo sguardo e lo vide. Un magnifico anello. Aveva la forma di un serpente a due teste, che si congiungevano con una pietra nera. Sembrava la sua collana in versione serpentesca. Senza nemmeno vedere il prezzo lo prese dallo scaffale. Intanto Giulia dava un’occhiata ai gioielli meno luccicanti. Non le piacevano con tutti quei brillii. A lei piacevano le cose semplici. Vide un paio di orecchini. Uno, era un normale teschietto. Mentre l’altro era un pendente. Le piacevano, però li passò. Non poteva comprarli e rischiare di non avere abbastanza soldi per il regalo di Severus. anche se non sapeva ancora cosa voleva comprargli. Forse una camicia. Oppure una sciarpa. Giulia sbuffò. Erano idee troppo banali. Voltò lo sguardo e vide un anello. La fascia d’argento. E sopra un teschio. Ma non di metallo. Il contorno era argentato, ma all’interno era di un viola brillante. Rimase a fissarlo per dei minuti. Le piaceva ancor più degli orecchini. Però scosse ancora la testa. costava ben più del budget che voleva spendere quel giorno per se stessa. Quindi passò anche quello. Hermione guardava gli scaffali distratta. Sapeva già dove voleva comprare il regalo a Ron. Da Armony. Il prefetto si ricordava perfettamente che gruppi ascoltasse il rosso. Una volta a colazione le aveva detto che stava cercando disperatamente un cd. Ma era talmente raro che non riusciva mai ad aggiudicarselo. Gli occhi di Hermione saettavano da gioiello in gioiello. Fino a quando. Si fermarono. Il prefetto allungò una mano. La sua attenzione era stata rapita. Rapita da un fermaglio. Blu, con sopra un fiocco. Non appariscente. E nemmeno di cattivo gusto. Era il tipo di cose che lei adorava, anche se comprava raramente gioielli per se stessa. Hermione sospirando, si allontanò. Non sapeva quanto potesse costare il cd per Ron. Così non voleva rischiare di non avere abbastanza soldi. Le tre si riunirono ed accompagnarono Anna a pagare l’anello. Costava meno di quanto si aspettasse. Probabilmente Astrid aveva praticato uno smisurato sconto famiglia. Come faceva di solito con loro tre. In più, diede ad ognuna un mini avete di peluche come omaggio. Le ragazze uscirono dal negozio. E decisero di passare a dare un’occhiata a Mielandia. Sapevano che a fine giornata si sarebbero concesse dei dolci. A costo di spendere i loro ultimi risparmi in un sacchetto condiviso. Gironzolarono per il negozio indicando cosa avrebbero voluto, in modo da rimanere in una cifra umana. Appena uscirono, lo stomaco di Giulia diede segno che era arrivata l’ora di pranzo. Così entrarono in un piccolo ristorante anonimo, di cui la maggiore clientela era costituita dagli studenti di Hogwarts, che non avevano molti fondi da spendere nemmeno per mangiare. Si sedettero in un tavolo all’angolo. “Sai Herm…ho deciso di fare due regali a Draco…” sorrise Anna. Il prefetto annuì fiera. “Allora, cos’hanno detto i tuoi della E in pozioni? Ti è arrivata una lettera martedì giusto?” le chiese Giulia, mentre osservava distratta il menu. La castana annuì. “Mi hanno dato qualche soldo in più…mio padre era contentissimo! E mia madre!! Ha risparmiato le sue battutine! Figurati che nemmeno mio fratello ha avuto un voto così alto con Piton!” spiegò. Giulia sorrise. “Quindi potresti offrirci da bere con i soldi extra…” propose Hermione. Anna scosse la testa divertita. “Ma anche no…io direi piuttosto un bel sacchetto di caramelle a fine giornata!” la corresse. “Bene! Io accetto l’ultima proposta!” commentò Giulia. Il prefetto sorrise. “E vada per le caramelle!” acconsentì. Poi le tre si guardarono. E scoppiarono a ridere. Una ragazza alta e magra con l’uniforme rossa di avvicinò al tavolo. “Volete ordinare?” chiese, mentre accanto a lei aleggiava una pergamena con una piuma, pronta a scrivere. Hermione annuì. “Io prendo delle polpette di pollo e una porzione di patatine fritte…” elencò. “Anche io volevo prendere quello!” osservò Anna. Giulia annuì. “Allora vi consiglio una porzione grande di entrambi…” commentò la cameriera. Hermione annuì e le passò i menu, mentre la piuma scriveva veloce. “Da bere?” chiese ancora la ragazza. Le tre si guardarono. “Tre coche piccole…” rispose Hermione. La cameriera annuì e se ne andò. Giulia sorrise. “Sembra di essere al McDonald…” osservò. “…però senza ingrassare di dieci chili ogni volta che mangi qualcosa…” completò Anna. Le tre si guardarono e risero ancora. Le loro ordinazioni arrivarono poco dopo, fluttuando su un vassoio. Chiacchierarono e mangiarono per un’ora buona, concedendosi anche il dolce finale. Del gelato con sopra le meringhe. Pagarono ed uscirono ancora ridendo. Fuori, la gente era aumentata. Si vedeva che gli studenti più grandi avevano usato la mattina per studiare. Le ragazze si presero a braccetto una con l’altra per non separarsi e si immersero nella folla. Percorsero tranquillamente la strada fino ad arrivare ad un negozio. La vetrina mostrava un albero di Natale canterino. E vicino a lui, sul vetro, la A di anarchia. Le ragazze entrarono. Si introdussero tra tutti i loro coetanei cercando di andare al reparto di musica. Videro di sfuggita Armony, intenta al bancone a fare il conto a dei ragazzi. Anna andò diretta ad uno scaffale di musica. “Punk? Da quanto tu ascolti punk?” le chiese stupita Hermione. la castana alzò le spalle. “Non lo ascolto io…è Draco quello che se ne intende…e so anche che cd vuole…però i suoi non vogliono che frequenti negozi babbani…quindi non può comprarlo…infatti tutte le canzoni che ha sono dei cd masterizzati da Mary Kate…” spiegò. Il prefetto annuì. Anche Ron ascoltava quel genere. Giulia intanto guardava fissa un cd li accanto. “Bullet in a Bible…il mio sogno…” sussurrò adorante. Herm scosse la testa divertita. Notò il cd della sua Avril guardarla e urlare di comprarlo, ma lo ignorò a malincuore. “Santo Manson che fortuna! l’ho trovato!” esultò Anna. Giulia staccò gli occhi dal cd e si voltò. “Sex Pistols, Never Mind The Bollocks originale…” aggiunse poi la castana. Iniziò a saltare di gioia. L’amica sorrise. “Hey Anna…guarda qua!” la chiamò Hermione. Lei trotterellò verso il prefetto. Con Giulia divertita al seguito. “Questo non è il tuo amato?” le chiese Hermione, indicando un cd. La copertina ritraeva un uomo senza mascella e crocifisso ad una croce. Anna sbarrò gli occhi. Per poco lasciò andare il cd che aveva in mano. “Non ci credo…è da anni che lo cerco…originale…così…bello…Holy Wood…” disse. Le stava andando via la voce dall’emozione. La castana allungò la mano e osservò la copertina. Voltò il cd e ne lesse le tracce. “‘Le tre persone a cui mi riferisco spesso nell’album sono Cristo, Kennedy e John Lennon’ ha detto Manson…sono tre icone postume, considerate simbolo di pace ma morte di una morte violenta…” disse piano Anna. Dopo alcuni minuti passati a fissare il cd, la castana sospirò. Con mano tremante lo ripose sullo scaffale. “Cosa fai? Non lo compri?” le chiese stupita Giulia. Anna scosse la testa. “Non ho abbastanza soldi…” rispose affranta. E, trascinandosi via si avvicinò al reparto vestiti. Hermione guardò Giulia. “Hai appena visto quello che ho visto io?” le chiese. L’amica annuì ancora incredula. “Anna ha rinunciato a comprarsi un cd di Manson…per Draco…” commentò ancora stupita Hermione. Stavolta fu Giulia a guardare l’amica. “Anna si merita questo cd! E sai chi glielo regalerà?” sorrise. Il prefetto la guardò dubbiosa. “Noi!” aggiunse poi. Hermione sorrise ed annuì. Prese il cd e lo mise dietro alla schiena. “Io distraggo Anna, tu lo paghi e poi lo metti in borsa…” propose Giulia. Il prefetto annuì. La ragazza frugò nella borsetta, poi prese i soldi necessari e li passò all’amica. Questa, li accettò e sgattaiolò con il cd dietro la schiena alla cassa. Mentre Giulia si diresse verso Anna. “Trovato qualcosa di bello?” le chiese. La castana alzò le spalle. “Ho scoperto anche la sezione libri…tutta roba gotica e quel genere…” rispose. Giulia guardò lo scaffale di libri. Si voltò e vide una teca. Si avvicinò. Dei libri erano poggiati su qualcosa di vagamente morbido e rosso. Giulia capì che dovevano essere molto importanti. Ed intuì che fossero libri di pittori gotici famosi. Ne ebbe la conferma quando vide quel volumetto. Rimase a guardarlo a bocca aperta come poco prima aveva fatto con il cd dei Green Day. E come Anna aveva fatto con il cd di Manson. “Cos’hai trovato?” le chiese curiosa quest’ultima. Giulia indicò il piccolo libro. La castana seguì il dito dell’amica. Era un libricino piuttosto minuto. Sulla copertina c’era una figura femminile. il viso era preso dal naso in giù, fino al busto. Sembrava quello di una bambola. Aveva un seno solo. Dalla parte sinistra troneggiava una cicatrice. “‘Il cuore di Arlene’…mi sembra di averlo già sentito…” lesse Anna. Poi vide la firma dell’autrice. “Ora capisco…Victoria Frances…” sorrise. Giulia annuì. “Adoro i disegni di Victoria Frances…sai, mi piacerebbe molto avere tutta la collezione dei suoi libri…” spiegò. Anna annuì e si abbassò per vedere il prezzo. Quando lo trovò, sobbalzò. “Santo Manson! Costa però!” osservò. Giulia sorrise. “I suoi libri non si possono trovare dappertutto…e poi questa è la versione con infondo l’autografo originale dell’artista…” raccontò ancora. Anna annuì. “Peccato…mi sarebbe piaciuto…” sospirò l’amica. “Non puoi chiederlo per Natale ai tuoi?” suggerì la castana. Giulia scosse la testa. “Non posso chiedere ai miei di spendere una cifra simile per un libro…e poi so che mia madre mi ha già comprato un regalo…” commentò. Anna la guardò. Giulia diede ancora un’occhiata alla copertina, poi si allontanò. La castana aveva pensato di proporre ad Hermione di regalare quel libro a Giulia, però, dopo averne visto il costo, aveva dovuto abbandonare l’idea. Il prefetto, intanto, era tornata allo scaffale di prima. Non aveva la minima idea dell’identità di metà dei gruppi. Anche se Ron le ripeteva che non poteva non conoscerli. Il prefetto sobbalzò appena vide il cd. Back in Black, degli AC/DC. Lo prese dallo scaffale e guardò le tracce. Non ne conosceva nessuna. Tranne. Quella canzone. You Shook Me All Night Long. La loro canzone. Hermione arrossì. E con il cd fra le mani, raggiunse le amiche. Ora mancava solo Piton da sistemare. Giulia stava guardando il reparto uomo. Aveva escluso subito cose come pelle di drago. E così era stata costretta a scartare metà articoli. La ragazza sospirò. Non poteva regalargli un semplice cd. Anche perché l’aveva già riempito. Gli occhi della ragazza vagavano sempre più tristi da un capo all’altro. Finchè non trovarono qualcosa. Giulia si avvicinò. E la prese fra le mani. Una camicia. La stoffa era morbida. Verde scuro. Tendente al nero. I bottoni curati nei dettagli. Era davvero una magnifica camicia. Appena l’aveva vista, lei l’aveva pensato. Era fatta per lui. però una camicia di così alta finitura non poteva costare di certo entro il suo budget. Stava già per piegarla e rimetterla sullo scaffale, quando notò il cartellino. La scritta ‘sconto’ lampeggiava a caratteri cubitali. Era uno degli articoli primaverili, quindi in quel periodo era venduta in saldò. Giulia non se lo fece ripetere due volte e la tenne stretta fra le mani. Andò al bancone a pagare, ed incontrò Hermione. La ragazza si mise in fila mentre il prefetto andò da Anna. Che le propose di comprare come regalo a Giulia il cd dei Green Day. Dopotutto, nella loro stanza, avevano un piccolo stereo. L’aveva portato Mary Kate e lo usavano a turno. Così, dopo aver pagato anche quello, ed aver fatto qualche giro, le tre uscirono dal negozio. Ognuna con i suoi regali, e tre cd che avrebbero fatto contente le ragazze. Alla fine, Giulia e Anna avevano deciso di comprare ad Hermione l’ultimo cd di Avril Lavigne. Così l’avrebbero ripagata per tutte le volte in cui aveva chiuso un occhio con loro ed era stata così paziente da sopportarle in quegli anni. Erano le sei passate e la prossima carrozza sarebbe stata fra un’ora. I tre uragani optarono per la finale visita a Mielandia. Anna mantenne la sua promessa e comprò un sacchetto formato gigante di caramelle per lei e le sue amiche. Più qualche lecca lecca al sangue per dimenticare il cd lasciato sullo scaffale. Giulia prese un sacchetto di caramelle miste ed uno di Api Frizzole. L’avrebbe portato a Piton quella sera. Hermione usufruì delle caramelle della castana. E, alle sette, presero la carrozza per tornare ad Hogwarts. Era tutte e tre stanche. Però soddisfatte. Quando arrivarono a castello filarono in dormitorio a mettere giù le borse ed i cappotti, poi scesero a cena. Arrivate in Sala Grande però, ebbero una brutta sorpresa. Si sedettero al tavolo di Grifondoro. Ginny e Mary Kate erano vicino a loro. Così, mentre parlavano tranquillamente, la baby Haliwell disse che nel pomeriggio una studentessa della loro Casa era stata investita da una maledizione. Katie Bell. L’avevano trovata Ron ed Harry. Poi avevano chiamato la McGranitt. Il rosso, che era seduto vicino ad Hermione, annuì. Raccontò tutta la scena. Anche Harry partecipava alla discussione. E presto, iniziò a dar sfogo alle sue paranoie. Dicendo che Draco centrava qualcosa. Anna lo liquidò subito dicendogli che quel pomeriggio il biondo era in punizione con la McGranitt per non aver fatto dei compiti. Harry aveva ribattuto che anche la professoressa gli aveva risposto così. Ma che probabilmente Draco aveva avuto dei complici. Così, Anna aveva sbuffato e aveva cambiato di posto. Mettendosi più lontano possibile dal ragazzo. Hermione l’aveva zittito più volte per godersi in pace il pasto. Ecco che anche la cena finì. Le ragazze tornarono in camera. Anna prese un lecca lecca al sangue. Appena lo mise in bocca lo ridusse in mille pezzi. Così fu costretta a prenderne un altro. “Anna calmati…Harry non sa quello che dice…è nervoso…sai…il Quiddich…” cercò di sviare Hermione. La castana alzò le spalle. “Avanti basta pensare alle cose brutte! Mancano tre settimane a Natale!” sorrise Giulia. Anna si voltò. Si tolse il lecca lecca dalla bocca. “Ormai, ormai…Far Natale, far Natale! Che bontà!” iniziò a cantare. Hermione e Giulia si guardarono divertite. “Si fa per noi, è nostro ormai, che favola! E festa sarà!” aggiunse poi la castana. “Far Natale! Far Natale! Far Natale!” dissero tutte assieme. Anna saltò in piedi sul suo letto. “E' ora di stregarli un po’, con il Natale già si può!” continuò. Giulia trotterellò fino al suo baule. “Facciamo un brindisi per noi!” propose, alzando al soffitto un calice immaginario.  “È qui la festa!” completò Hermione. “Far Natale!Far Natale!” esclamò ancora Giulia. “Serpi e ratti van da matti! Ai ragni, poi, pensiamo noi!” osservò Anna. Giulia aiutò Hermione a salire sul letto accanto a lei. “E' nostro, ormai!” precisarono le due all’unisono. “Tutti insieme far Natale Mummie e bestie Far Natale, noi!” disse Anna. “Arriva Jack!” notò Hermione. Giulia scese dal letto. E fece una piroetta. “So cos'è ma capita a me! Non fugge più via la fantasia!” esordì, aggiungendo alla fine una risatina. Anna saltò giù dal letto seguita da Hermione. “Vuoi vedere che io sono un genio? Ho trasformato un topo già in un cappello ed ecco qua!” esclamò la castana, facendo finta di mettere qualcosa in testa al prefetto. Giulia scosse la testa. “Ma complimenti ancor di più se un pipistrello metterai al posto di quel topo, tu, che è troppo vecchio e puzza, ormai!” osservò divertita. Anna sbuffò. Hermione prese un cuscino e lo sistemò. Ci mise sopra un lenzuolo. Giulia si avvicinò e lo guardò. “E no! No-no! Non va! non è un regalo questo arnese è stecchito, in verità! Cerca un dono più cortese! Tenta ancora! Non mollare!” le consigliò. Il prefetto rise e buttò il cuscino. Poi le tre si guardarono. “Tutti insieme, far Natale mummie e bestie, far Natele, noi!” cantarono. “Ormai, ormai, far Natale,far Natale! La, la, la è quasi qui!” continuarono Hermione ed Anna. Giulia salì sul suo letto. “Natale, mio!” sorrise Anna. “Fa din-don-dan lo scampanio!” aggiunse Hermione. “E se la luna sorgerà poi si canterà!” dissero ancora assieme. Giulia alzò le braccia al cielo. “E' arrivato il Natale!” esordì. Poi si lasciò andare all’indietro. Atterrando con un tonfo sul letto. Hermione battè le mani entusiasta. Mentre Anna tornò al suo lecca lecca. “Meglio iniziare a dividere i regali…altrimenti mi ritroverò alla Vigilia con i gufi ancora da mandare…” sbuffò il prefetto. Giulia si alzò a sedere. “Avete della carta da regalo per caso?” chiese. Hermione annuì e si mise a frugare nel baule. L’amica intanto aveva preso la borsa in cui c’era il regalo per Piton. “Non ti sei fatta fare il pacchetto da Armony?” le chiese curiosa Anna. Giulia scosse la testa. “Aveva da fare…e poi…ecco…io volevo fare il pacchetto con le mie mani…” spiegò timida. La castana le sorrise. Hermione le passò della carta da regalo verde ed un fiocco blu. Anna intanto si era messa sul letto e sfogliava un giornale. “Hey ragazze…cosa chiederete ai vecchi per Natale?” chiese. Giulia alzò le spalle. “Qualunque cosa mi regalino andrà bene…” sorrise. Hermione annuì. La castana sbarrò gli occhi. “Avrete pure qualcosa che vorreste no?” osservò. “Non mi interessa più di tanto…a me basterebbe anche una cartolina di auguri…” sorrise Giulia. Anna scosse la testa divertita. “Bhe…in realtà io una cosa cel’avrei…” confessò Hermione. Le amiche la guardarono curiose. “Ecco…io non ho mai chiesto nulla ai miei genitori…però…sapete…quest’estate hanno fatto le repliche di un telefilm che mi è piaciuto un sacco…si chiama Ugly Betty…” spiegò il prefetto. “Ah si! Lo guardavo anche io!” esclamò Giulia. Anna annuì. “Lo guardavo sempre con mia madre la sera…e poi mi ritrovo molto in Betty…quindi…ho sentito che è uscito il cofanetto con i dvd della prima serie…e mi piacerebbe averli…” raccontò Hermione. “Secondo me tua madre lo sa…e te lo ha già comprato!” commentò Giulia. Il prefetto alzò le spalle. “Ora stanno mandando in onda la nuova serie…mia madre mi ha promesso che registra tutte le puntate…” sorrise timida. Anna la guardò. “Sapevi che il cantante…quello con la vocina acuta…aspetta…Mika! Ecco si! Che Mika ha fatto una canzone apposta per Ugly Betty? Siccome per la seconda serie hanno utilizzato la sua canzone ‘Big Girl You Are Beautiful’ lui l’ha cambiata in ‘Hey Betty You Are Beautiful’…” raccontò. Hermione annuì. “Cel’ho nell’mp3…ma tu come fai a sapere delle seconda serie?” le chiese. La castana ghignò. “Mary Kate si è portata da casa un minitelevisore e ha trafficato in modo da poterlo far funzionare…come hai fatto tu con gli mp3 Giulia…” spiegò. Hermione annuì e sorrise. Essendo un prefetto, non avrebbe dovuto fargliela passare liscia. Ma lei stessa aveva con se un oggetto babbano non attinente al contesto scolastico, quindi non poteva dir nulla. Ci fu qualche minuto di silenzio. “Sentite?” osservò Anna. Giulia ed Hermione si guardarono curiose. “Cosa?” chiese la prima. La castana si alzò. “Questo silenzio…significa che il coprifuoco è scattato…e noi siamo in ritardo!” rispose. Giulia annuì. “Bene ragazze! Vi do i soliti tre minuti di vantaggio!” esordì Hermione. Anna la guardò dubbiosa. “Vai a fare un giretto punitivo?” chiese divertita Giulia. Il prefetto si stiracchiò ed annuì. “Diciamo pure una caccia al raro bradipo rosso…” osservò Anna. Hermione arrossì. E Giulia rise. “Io inizio a contare eh…” decretò. Poi chiuse gli occhi. La castana prese a braccetto Giulia. “Torniamo a dormire, promesso!” dissero in coro. Ed uscirono. Mentre Hermione rimase a contare fino a tre. Quando non sentì più chiasso decise di iniziare la ronda da prefetto. Prese il mantello con la spilla ufficiale appuntata e uscì dalla camera. superò la Sala Comune. Era vuota. Iniziò il suo giro sbadigliando. Hermione arrossì, ripensando alla battuta di Anna. Passò davanti alla prima armatura. C’era troppo silenzio in giro. Non presagiva nulla di buono. Ed in più vagare da sola per i corridoi con quel silenzio spettrale le metteva una certa agitazione. Così decise di mettere mano alla tasca della felpa. Il suo fedele mp3 giaceva inutilizzato da qualche giorno. “Scusa…prometto che non ti trascuro più così tanto!” gli sorrise Hermione. Poi scosse la testa divertita. Si stava comportando come Giulia. Inforcò le cuffie e premette il tasto d’accensione. Non si ricordava nemmeno che canzone aveva ascoltato l’ultima volta. Finalmente una scrittina apparve sul display. Hermione sorrise. Nemmeno a farlo apposta la canzone che voleva. Schiacciò play e rimise l’mp3 in tasca. Walks in to the room, see she's a big balloon I said, 'Hey girls you are beautiful'. La ragazza iniziò a muovere la testa a tempo. Era la canzone giusta per liberarsi di quel silenzio tenebroso. E poi. Pensare ad Ugly Betty le metteva sempre allegria. Quella ragazza le ricordava molto se stessa. Lei si considerava il prototipo dell’anti-ragazza perfetta. Aveva le gambe corte. Non era di certo la magrezza in persona. I denti da coniglio. Ed ecco anche i capelli ribelli. E stranamente, ultimamente le andava bene così. Red shoes red glasses please, red glass going on my knees, singing 'Hey Betty you are beautiful'. Hermione iniziò a trotterellare. Con anche qualche piroetta. Quella giornata era stata davvero bella. E chissà. Magari si sarebbe conclusa altrettanto bene. Certo, non era uscita solo per la speranza di un incontro con Ron. Però. In effetti era stanca. Sarebbe potuta stare tranquillamente a leggere a letto aspettando Anna e Giulia. però era uscita. Hermione sospirò. Era davvero uscita solo per incontrare Ron! You take on fashion girls feel like I'm gonna die. Hermione si fermò in mezzo al corridoio. Aveva sentito un rumore estraneo alla canzone. Si voltò. Nei dintorni c’era solo lei. La ragazza scosse la testa. probabilmente era la sua immaginazione che giocava brutti scherzi. Oppure. Pix che faceva il suo solito caos. Il prefetto si era appena girato quando sentì ancora il rumore. Si tolse una cuffia per ascoltare meglio. Sembrava il rumore di passi trascinati. Sempre più veloci. Cos a writer woman needs a wrote man here's why. Rimase a fissare il corridoio dietro di se per qualche minuto. I passi si avvicinavano. E vi si aggiunsero delle voci. “Ho fatto schifo! Ho giocato come un sacco di cacca di drago!” sbottò Ron. Harry scosse la testa. “Non è vero!” rimbeccò sicuro. Hermione tirò un sospiro di sollievo. Il suo cuore vacillò. Ma la sua gioia si spense quando sentì anche la voce dell’altro. Era indecisa se continuare ad andare per la sua strada. Anche se. Si sarebbero incrociati comunque. La sua ragione le imponeva di rimettersi la cuffia e velocizzare il passo. Ma il suo cuore la pregava di rimanere li in mezzo. Hermione sbuffò. Chiuse per qualche minuto gli occhi. They threw us there when Nancy walk through the door. Quando li riaprì, si sentì sprofondare. Ron ed Harry avevano già girato l’angolo e stavano venendo verso di lei. Il rosso alzò la testa e la vide. “Hey Mione!” la chiamò. La ragazza arrossì. Ogni volta che la chiamava con quel soprannome. Perché le ricordava il ballo. Il balcone. Il magnifico bacio fra loro. Sotto ai fuochi. Il prefetto dovette scuotere la testa un paio di volte per cacciar via quell’immagine. “Ci…ciao…” rispose piano. I due la raggiunsero subito. “Cosa fai in giro? Ronda da prefetto?” le chiese Harry. Hermione annuì timida. Notò che i due avevano indosso ancora l’uniforme da Quiddich. But if you show her love she'll shoo you so much more. Un silenzio imbarazzante prese il sopravvento per qualche minuto. Fu Ron a parlare per primo. “Senti Harry…io accompagno Mione…sono anche io un prefetto dopotutto…” disse. Harry lo guardò sospettoso. Però annuì. Li salutò. E si diresse a passo svelto verso la torre. Hermione sorrise. “Gra…grazie…però…sarai stanco…non serviva…” lo ringraziò. Ron scosse la testa sorridente. “Finiamo il corridoio e poi prendiamo una scorciatoia per la torre…così facciamo prima, ti va?” propose. La ragazza annuì. Così i due iniziarono a camminare. Hey Betty you are beautiful. Hermione proseguiva guardandosi la punta delle scarpe. Aveva deciso di rimanere vestita come il pomeriggio. Quindi si fissava le punte degli stivali. Il cui tacchetto faceva un fievole rumore. “Come sono andati gli allenamenti?” chiese piano. Ron alzò le spalle. “Ho giocato malissimo…Ginny mi ha insultato per tutto il tempo…e ho quasi ucciso Demelza…direi che sono migliorato no?” sorrise ironico. Hermione rise. Hey Betty you are beautiful. “Scommetto che sei solo nervoso per la partita…quand’è, settimana prossima?” gli chiese ancora. Il rosso annuì. “Grifondoro contro Serpeverde…dobbiamo stracciarli! Però se gioco io mi sa che non arriveremo nemmeno a perdere in modo onorevole…” sbuffò sconsolato. Hermione prese coraggio e gli battè una mano sulla spalla. “Avanti non dire così…vedrai che andrà tutto bene! E io verrò a fare il tifo! Promesso!” esclamò sincera. Ron la guardò. “Allora se ci sarai tu vedrò di giocare al meglio!!” sorrise. La ragazza arrossì. Hey Betty you are beautiful. “E tu che hai fatto di bello oggi? Sei andata ad Hogsmeade?” le chiese. Hermione annuì. “Ho fatto le compere natalizie con Anna e Giulia… ho preso tutti i regali!” sorrise felice. Ron la guardò intenerito. “Non hai preso nulla per te?” osservò. La ragazza scosse la testa. “Anche se avevo visto un bel fermaglio al negozio di Astrid…però prima volevo comprare gli altri regali…solo che alla fine non ci siamo tornate…però Anna ci ha comprato un sacchetto grande di caramelle da Mielandia!” spiegò. Il rosso annuì. “Quindi rimai qui per le vacanze di Natale?” le chiese. Hermione annuì. “Ho fatto un patto con le altre…rimaniamo tutte e tre…anche se mi dispiace non vedere i miei…però…una promessa è una promessa!” sorrise. Ron allungò una mano e le fece una carezza sulla testa. “E brava la mia Mione!” si lasciò sfuggire. Hey Betty you are beautiful. La ragazza arrossì. Però sorrise felice. “E tu rimani?” gli chiese. Ron scosse la testa. “I miei vogliono che torni a casa…sia io, che Ginny…” rispose. Hermione annuì. Ed abbassò la testa. Quella notizia l’aveva rattristata. E Ron lo notò. “Cioè…io avrei voluto rimanere… ma…ecco…sai com’è mia madre…” cercò di scusarsi. La ragazza annuì. “Sai…mi sarebbe piaciuto passare la sera della Vigilia con te…” confessò Ron. Hermione sobbalzò e lo guardò. “A…anche a me…” sorrise. Walks in to the room feels like a big balloon I said, 'Hey girls you are beautiful'. “Sai già cosa ti regalano i tuoi?” le chiese curioso. La ragazza alzò le spalle. “Io dei messaggi subliminali nelle lettere glieli ho mandati…” sorrise. Ron rise divertito. “Davvero? E cosa ti piacerebbe?” le chiese ancora. “Il fermaglio che ho visto oggi sarebbe carino…però…ecco…vorrei il cofanetto con i dvd della prima serie di Ugly Betty…” rispose imbarazzata Hermione. Si nascose il viso fra le mani. “Si…lo so che è una cosa stupida…” aggiunse poi. Ron scosse la testa. “Non è stupido! È normale che ti piaccia una serie tv! Quanto darei per avere a casa mia una televisione babbana…infatti quando ero piccolo speravo che mio padre ne portasse a casa una dall’ufficio…” raccontò. Diet coke and a pizza please diet coke I'm on my knees, screaming 'Big girl you are beautiful'. Hermione sorrise intenerita. “Allora vorrà dire che quest’estate verrai a casa mia…io ho una televisione babbana…” lo invitò. Ron annuì. “Perfetto!” esclamò. E si avvicinò piano alla ragazza. I due voltarono l’angolo. “Mi dispiace per le varie liti di prima…a cena…” sussurrò Hermione. Ron alzò le spalle. “Non ti devi scusare…Harry la sta tirando un po’ troppo lunga questa storia su Malfoy…e ad essere sincero, mi dispiace per Anna…sai, dopo il litigio a Pozioni, mi è dispiaciuto vederla quasi in lacrime…miseriaccia, è una cosa che non capita mai!” spiegò. La ragazza lo guardò dubbiosa. “Cosa non capita mai?” gli chiese. “Anna in lacrime…non l’ho mai vista piangere in sei anni che la conosco…” osservò ancora Ron. You take your girl and multiply her by four, now a whole lotta woman needs a whole lot more. Hermione scosse la testa. “Sai…Anna è una ragazza con un carattere molto forte…vuole fare la dura…però secondo me l’unico con cui si scioglie è Draco…lei è l’unica che lo vede come un ragazzo normale…senza pregiudizi...e quindi ci sta bene…” cercò di spiegare. Ron annuì. “Voi tre vi completate a vicenda…” sorrise. “Trovi?” commentò divertita la ragazza. Il rosso annuì ancora. “Anna è la dura, Giulia è la buona e tu…sei l’intelligente!” elencò. Hermione lo guardò finta offesa. “Ah…sarei l’intelligente?” sbottò. Ron sobbalzò. Get yourself to the Butterfly Lounge find yourself a big lady, big boy coming around and there we gonna do baby. “Miseriaccia…cioè…volevo…volevo dire…che…sei intelligente…però…” cercò di spiegare. Hermione lo guardava divertita. “Però?” chiese. Ron tossicchiò. “Però…anche se sei intelligente…sei…sei bella…” concluse, diventando del colore dei suoi capelli. Anche la ragazza arrossì. I due arrivarono al passaggio segreto. Ron spostò l’arazzo per far andare Hermione per prima. “Prima le signore…” sorrise. La ragazza gli passò davanti. “Grazie…però sono ancora signorina…” precisò divertita. Ron rise e la seguì. No need to fantasise since I was in my prizes. “Sai Mione…oggi non è stata una giornata molto allegra…prima Katie e la maledizione…poi gli allenamenti andati male…” iniziò a dire poi. Hermione annuì. “…però…da quando ti ho incontrato prima è già migliorata!” finì Ron. La ragazza sorrise. “Non penso di essere una così buona compagnia…” commentò. Poi con un salto, uscì dal passaggio segreto, ritrovandosi nel corridoio della torre. “Ed invece lo sei! Mi piace conversare con te…sei spiritosa…intelligente…metti allegria!” la lodò Ron, seguendola. Hermione arrossì. A watering hole with the girls around and curves in all the right places. “Gra…grazie…” sorrise. Il rosso la guardò. “Lo sai…stai davvero bene vestita così!” commentò ancora. La ragazza mormorò un altro grazie. “A….anche tu…stai bene con l’uniforme da Quiddich…” aggiunse timidamente. Ron sorrise. I due camminarono piano, arrivando al ritratto della Signora Grassa. Ron sussurrò la parola d’ordine. La donna si svegliò di soprassalto e lo guardò male. Li fece entrare, blaterando qualcosa sugli orari. “Bene…siamo qui…” osservò Hermione, una volta davanti al bivio della scale dei dormitori. Ron sorrise divertito. La ragazza si appoggiò con la schiena al muro. Hey Betty you are beautiful. “Ehm…Mione…c’è una cosa che ti volevo chiedere…dal ballo…” iniziò a dire il rosso, mettendosi davanti a lei e poggiando le mani sul muro vicino alle sue spalle. Hermione lo guardò curiosa. Il cuore le batteva a mille. “Ecco…ti…ti andrebbe di uscire qualche volta? Magari…magari facciamo un giro giù al lago…ti andrebbe?” le chiese. Aveva la voce tremante. La ragazza rimase a bocca aperta. Senza accorgersene annuì piano. Ron sorrise. “Bene! Ecco…allora…buona…buonanotte!” la salutò. “Ehm…Ron…se non ti sposti non posso andare in dormitorio…” osservò Hermione. Il rosso si spostò imbarazzato. Hey Betty you are beautiful. La ragazza lo ringraziò. Poi lo guardò. Si avvicinò e si alzò in punta di piedi. “Buonanotte Ronald…” sussurrò. Poi gli diede un bacio sulla guancia. Lo guardò un’ultima volta. E scappò via. mentre Ron rimase imbambolato. Portandosi una mano sulla guancia. Con un sorriso ebete. Hermione fece le scale di corsa. Entrò veloce in camera. Era ancora vuota. Si tolse gli stivali e li buttò in un angolo, poi salì felice sul letto. Solo allora si accorse di avere ancora una cuffia nell’orecchio. “Hey Betty you are beautiful!” cantò seguendo Mika. Poi iniziò a saltare sul letto. Era felice. Ron le aveva chiesto di uscire. Non vedeva l’ora di dirlo alle sue amiche! Dopo qualche minuto passato a saltare, si abbandonò sul letto. Tirò un sospiro. E sorrise. chiudendo felice gli occhi. Hey Betty you are beautiful.
Intanto, Anna e Giulia erano scese nei sotterranei. Si erano divise al solito bivio. Dandosi appuntamento alle undici proprio li. Anna aveva percorso come al solito il corridoio. Fino ad arrivare al punto della parola d’ordine. L’aveva sussurrata ed era entrata nella Sala Comune, per fortuna vuota. Poi era sgattaiolata nei dormitori maschili. Come al solito, tutti i letti erano vuoti fuorché uno. Draco stava steso a pancia in su. Anna ghignò e si avvicinò piano. I got a crush on a pretty pistol, should I tell her that I feel this way?Draco era immobile. Le mani incrociate sulla pancia e gli occhi chiusi. La castana gli si avvicinò con passo felpato. Aveva in mente un bello scherzetto. Anche se sapeva che poi il biondo gliene avrebbe dette di tutti i colori. Father told us to be faithful. Anna l’aveva oramai raggiunto. Con un gesto elegante si tolse gli anfibi. Abbandonandoli piano sul pavimento. Le Converse blu scuro di Draco dall’altra parte del letto. La castana guardò il ragazzo. Sembrava quasi un angioletto. Certo, se lei fosse stata Giulia o Hermione, si sarebbe accoccolata li accanto tra le sue braccia. Facendo le fusa come una gattina. Per fargli una sorpresa al suo risveglio. Ma lei non era ne Giulia ne Hermione.I got a crush on a pretty pistol, should I tell her that I feel this way? Anna ghignò. Prese la bacchetta ed insonorizzò la camera. Prese un profondo respiro. Strinse i pugni. E chiuse gli occhi. Poi tirò un urlo talmente acuto da spaccare i vetri. Draco aprì gli occhi di scatto sobbalzando. Per poco cadde dal letto. Anna riaprì gli occhi e vide che si era svegliato. E tossicchiò per riprendere un po’ di voce. “Buonasera amore! Dormito bene?” lo salutò. Do you love your guns? Yeah! God? Yeah! And Government?Draco la guardò ad occhi sbarrati. “Ma sei diventata scema?!” sbottò. Anna lo guardò con aria angelica. E sorrise. “Volevo svegliarti…” rispose. La biondo strabuzzò gli occhi. “Ma ti pare?! Esiste una cosa chiamata sveglia!” sbuffò. La castana ridacchiò. Draco tirò un sospiro. E si passò una mano sulla fronte. Poi guardò Anna. Allungò una mano e la prese per il braccio. Tirandola verso di se. Do you love your guns? Yeah! God? Yeah! And Government? Fuck yeah. La castana lo lasciò fare. Curiosa. Draco la prese tra le braccia. Poi ghignò. “Non dovevi sfidarmi…” sussurrò. Non diede nemmeno ad Anna il tempo per replicare. Iniziò a farle il solletico. La castana iniziò a contorcersi ridendo. “Malfoy! Non vale così! È un colpo basso!” cercò di dire, tra le risa. Ma il biondo la ignorò e continuò la sua tortura. Dopo qualche minuto, Anna arrivò a pregare pietà. Così Draco la lasciò andare. I got love songs in my head, killing us away. La castana si sedette ai piedi del letto. Per poi stiracchiarsi. Il biondo sbadigliò. “Allora, com’era la punizione con la McGranitt?” sogghignò ancora Anna. Il ragazzo alzò la testa e la fulminò con lo sguardo. “Vuoi ancora un po’ di solletico?” sbottò. La castana scosse la testa. “Guarda che io lo chiedevo per te eh…” sbuffò. Draco sorrise. Le fece segno di sdraiarsi vicino a lui. Ma Anna rimase immobile. Seduta a gambe incrociate nonostante la gonna. I got love songs in my head, killing us away. Draco si sporse un po’ in avanti. Mentre la castana la guardò dubbiosa. “Anna…lo sai che se stai così con la gonna mi fai un gran favore?” ghignò. La ragazza sbarrò gli occhi rossa in viso. “Draco!” lo richiamò. Poi gli tirò un cuscino. Il biondo rise, parando il bolide. Se lo mise tranquillo dietro la schiena. “Allora, comprati i regali oggi pomeriggio?” le chiese. Anna annuì. “Li ho trovati tutti!” sorrise. Draco la guardò curioso. “Allora…un poster dei Paramore per Mary Kate, in modo da farla tornare sulla retta via; una nuova cartellina porta documenti per mio padre e un libro di cucina stregata per mia madre…invece, per Giulia io ed Herm abbiamo comprato il cd dei Green live Bullet in a Bible, e per Herm invece, con Giulia, abbiamo comprato l’ultimo cd di Avril Lavigne…” elencò. Il biondo la guardò ancora. She tells me I'm a pretty bullet, gunna be a star some day, momma says that we should look away. “Non ti aspetterai mica che io ti dica cosa ti ho regalato?” commentò acida Anna. Draco sorrise sornione. E si avvicinò a quattro zampe alla ragazza. “Almeno dammi un indizio!” la pregò. La castana scosse la testa.  “Dai! Uno piccolo piccolo!” pregò ancora il biondo. Anna sbuffò e si voltò dall’altra parte. “Microscopico come il cervello di Potter…” tentò ancora Draco. Stavolta la castana scoppiò a ridere. “Per favore!! Lo sai che detesto aspettare!” si lagnò il ragazzo. Anna scosse la testa esasperata. “Draco Malfoy, sei davvero un bambino viziato!” commentò. She tells me I'm a pretty bullet an imitation christ. “Chi, io? Senti chi parla Haliwell! Sbaglio o sei tu quella che stressa l’anima alle persone due mesi prima del compleanno per sapere cosa le regaleranno?” rimbeccò Draco. Anna tossicchiò finta innocente. “Se la metti così allora ti do un suggerimento…anzi, una precisazione…” esordì poi. Il biondo la guardò curioso. I got love songs in my head, killing us away. “Ti ho comprato due regali…uno per Natale, e uno per l’anniversario…” spiegò la castana. A Draco si illuminarono gli occhi. “Davvero?” le chiese. La ragazza annuì. “Piccola non dovevi!” sorrise subito il biondo. Anna alzò le spalle. “Certo che dovevo…” sbuffò. Draco si sporse e le prese piano un braccio. La portò a se. “L’unico regalo che mi basta sei tu…” sorrise. La castana scosse la testa. cacciò fuori la lingua schifata. “Dove l’hai trovata questa, nei cioccolatini?” commentò divertita. Do you love your guns? Yeah! God? Yeah! And Government? Draco scoppiò a ridere. Poi le scompigliò i capelli. Anna sbuffò irritata. “Sei la mia piccola Schiopoda irascibile!” rise ancora il ragazzo. La castana lo guardò male. “Schiopoda a chi? Razza di Vermicolo platinato?!” sbottò. Poi i due scoppiarono ancora a ridere. Passò qualche minuto. In modo che tutti e due riprendessero fiato. Do you love your guns? Yeah! God? Yeah! And Government? “A parte gli scherzi…non dovevi comprarmi due regali…” commentò ancora Draco. Anna scosse la testa. “Tranquillo…tu piuttosto, cosa mi hai comprato?” gli chiese. “Non te lo dico!” rimbeccò, facendole la linguaccia. La castana rise divertita. “Cosa ti piacerebbe ricevere?” le chiese poi Draco. Anna alzò le spalle. “Ho una vasta gamma di cose…dunque…in primis, il cd Holy Wood di Manson…oppure anche Portrait of an American Family…poi…l’anello di Manson…quello con le due croci…oppure…il libro ‘La Mia Lunga Strada dall’Inferno’…non lo trovo da nessuna parte!” elencò contando sulle dita di una mano. Do you love your guns? Yeah! God? Yeah! And Government? Draco ghignò. Anna lo guardò. “Cosa mi hai comprato?” chiese, con negli occhi una strana luce. Il ragazzo alzò le spalle. “Forse questo…forse quello…” rispose vago. Anna battè le mani entusiasta. Poi gli buttò le braccia al collo felice. “Grazie amore! Però anche tu non dovevi sprecare soldi per me…” osservò. Draco scosse la testa. “Non è nulla dai…mi piace farti regali…” confessò. Anna lo guardò curiosa. “Fai quell’espressione talmente felice quando scopri qualcosa che ti piace…sei più bella del solito…” sorrise ancora il biondo. Do you love your guns? Yeah! God? Yeah! And Government? Fuck yeah. Anna arrossì. “Gra….grazie…” sussurrò timida. Draco la guardò. “Che carina!!” esclamò, poi l’abbracciò forte. Anna rise. “Ma cosa facciamo la Vigilia?” gli chiese curiosa. Draco alzò le spalle. “Sopresa…” sorrise. La castana scosse la testa divertita. E sospirò. Davvero non capiva come faceva Harry ad odiare tanto Draco. In effetti anche lei l’aveva odiato un paio di volte nei primi anni. L’aveva anche pestato. “Ti ricordi di quando mi hai fatto un occhio nero?” gli chiese la ragazza. Il biondo annuì divertito. “Tu mi avevi dato un calcio in un posto dove non batte il sole!” sbottò. Anna sorrise. I got love songs in my head, killing us away. “Si, mi ricordo! Ti sei accasciato a terra!” rise. Draco la fulminò con lo sguardo. “Non è divertente!” sbuffò. La ragazza però continuava a ridere. “Che pesti che eravamo…” commentò ancora Draco. Anna annuì. “Però tu non mi mettevi paura…” precisò. Il biondo la guardò scettico. “Davvero?” le chiese. La ragazza annuì sicura. “Nemmeno ora…” precisò. Draco ghignò. “Vediamo se ti faccio cambiare idea…” commentò. I got love songs in my head, killing us away. Anna lo guardò curiosa. Il biondo iniziò a farle il solletico senza darle un attimo di pausa. E così andarono avanti per alcuni minuti. “Basta Draco! Se continui giuro su Manson che non ti rivolgo più la parola!” sbraitò Anna. Il ragazzo rise. “Una benedizione!” esclamò. La castana lo spinse via e cominciò a dargli dei pugni sulle braccia. Sembrava fossero tornati ai primi anni. Entrambi però sorridevano. Perché si sentivano fortunati ad essere ancora così affiatati come due anni prima. I got love songs in my head, killing us away.
Nel mentre Giulia era arrivata all’ufficio. Aveva bussato piano e Piton l’aveva fatta entrare. Seduto come al solito alla scrivania. Con mille scartoffie sparpagliate. La ragazza era entrata trotterellando. “Buonasera professore!” sorrise. Piton alzò la testa. “Che casualità…è felice…” osservò acido. Giulia rise. “Si! Però stasera lo sono ancora di più!” precisò. Poi andò a sedersi sulla poltrona davanti alla scrivania. “I miei nervi saranno felici di questa notizia…e perché, di grazia, è più felice del solito?” chiese Piton arcigno. Giulia sorrise. “Oggi sono andata a Hogsmeade a comprare i regali…li ho trovati tutti!” spiegò. Severus poggiò la piuma ed incrociò le mani poggiando i gomiti sulla scrivania. “Davvero un modo utile per impiegare una giornata…” commentò. La ragazza battè le mani. “Sono riuscita a trovare una spilla per mia madre! Lei adora le spille! Però non ne ha nessuna viola…e il viola è il suo colore preferito!” raccontò. Severus sorrise. “Un vizio di famiglia insomma…” osservò. Giulia annuì. “E per mio padre invece, ho comprato un portachiavi con su scritto ‘miglior papà’ e poi anche un set di acquerelli magici…” elencò. Piton la guardò curioso. “Suo padre disegna?” le chiese. La ragazza annuì. “Mi ha fatto un sacco di ritratti da piccola…uno cel’ho appeso in camera mia, mentre un altro è nella loro stanza…” rispose. Severus annuì. “Per Anna un cd di Manson e per Herm un cd di Avril Lavigne…” continuò Giulia. “Insomma, ha speso tutti i suoi risparmi?” osservò acido il professore. La ragazza arrossì. Poi però sobbalzò. E mise una mano nella tasca della felpa. Estrasse un sacchetto bianco con una M rosa stampata davanti. Il marchio di Mielandia. “Ho pensato anche a lei!” sorrise. E gli poggiò il sacchetto davanti. Severus lo prese riluttante. E lo aprì. “Cosa ci dovrei fare?” sbottò. “Api Frizzole…l’unico dolce che le piace…ho pensato che non sarebbe stato carino comprare dolci sono per me…e poi io ero fuori a divertirmi e lei chiuso qui…” spiegò. Piton richiuse il sacchetto e lo mise in un angolo della scrivania. Giulia lo guardò. Gli occhi nocciola avvolti in una luce speciale. Si vedeva che era allegra. “Che bello! Tra tre settimane è Natale!” battè le mani entusiasta. Piton sbuffò. “Non so davvero cosa la ecciti così tanto…il Natale è solo un giorno come un altro…solo che la gente lo usa come scusa per regalarsi oggetti inutili…” sbottò. Giulia lo guardò stupita. Poi si alzò dalla sedia. “Perché mi piace il Natale?” sorrise. Piton inarcò un sopracciglio curioso. “A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai: riprendere a giocare, riprendere a sognare, riprendere quel tempo che rincorrevi tanto…” iniziò a cantare. “Quando mai lei ha i piedi per terra signorina Wyspet?” commentò Severus. Giulia sorrise. Prese la bacchetta che sporgeva dalla tasca della gonna. “È Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può amare di più, è Natale e a Natale si può fare di più per noi…” continuò. Iniziò a far sprizzare scintille verdi e rosse. Piton sbuffò. “Che cosa ridicola…” osservò. Giulia scosse la testa. Con un gesto di bacchetta fece apparire una ghirlanda. “A Natale puoi!” esclamò. poi, facendo una piroetta, la appese alla porta. Severus scosse la testa. Ed inorridì, alla vista di quella cosa verde. Lui lo odiava il Natale. Non sopportava tutte le smancerie. L’aveva festeggiato da solo l’anno prima. E l’anno prima ancora. E l’anno prima ancora. anzi, non aveva festeggiato per nulla. “A Natale puoi dire ciò che non riesci a dire mai: che bello è stare insieme, che sembra di volare, che voglia di gridare quanto ti voglio bene…” proseguì sorridente Giulia. Con un altro gesto di bacchetta fece apparire dei fili argentati. Li dispose lungo gli stipiti della porta. Severus rabbrividì. Non aveva mai fatto tutti quelli squallidi addobbi. Nemmeno l’albero. E non erano di certo cose che gli potessero interessare. “È Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può amare di più, è Natale e a Natale si può fare di più per noi: a Natale puoi!” sorrise ancora Giulia. Fece apparire qualche rametto di vischio e lo mise un po’ qua e là. Poi trotterellò fino alla scrivania e ne mise uno accanto al sacchetto di caramelle. “Inutile…tutto ciò è palesemente inutile…” sbottò Piton. La ragazza scosse la testa decisa. “È Natale e a Natale si può amare di più, è Natale e a Natale si può fare di più per noi: a Natale puoi!” disse ancora. Stavolta fece apparire due cappelli rossi da Babbo Natale. Se ne mise in testa uno. Poi si avvicinò al professore. “Non si azzardi nemmeno a pensarlo!” la avvertì. Ma Giulia non si arrese e mise il cappello a Piton. Che la fulminò con lo sguardo. Era un’immagine piuttosto buffa. La ragazza trotterellò fino alla poltrona davanti alla scrivania. Poi con un colpo di bacchetta spense la luce. E fece apparire nella sua mano un piccolo fuocherello azzurro. “Luce blu, c’è qualcosa dentro l’anima che brilla di più: è la voglia che hai d’amore, che non c’è solo a Natale, che ogni giorno crescerà, se lo vuoi…” sussurrò. Poi lasciò andare il fuocherello che iniziò a vagare per la stanza. Illuminandola. Severus ora guardava Giulia. Stranamente, l’idea del Natale lo stava attirando. Non per la musica mielosa. E gli addobbi insulsi. Ma per lei. Forse se trascorsa con  Giulia, quella festa non era così male. E poi. Come resistere a quei due occhioni brillanti con stelle. A quella voce dolce. Però. Non poteva certo chiederle di trascorrere Natale assieme. Non era più un ragazzino. “A Natale puoi…” disse ancora Giulia. Ed intanto si avvicinò al professore. Fece apparire una morbida sciarpa. E gliela mise. “È Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può amare di più, è Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e da Natale puoi fidarti di più!” aggiunse poi la ragazza. Tornando alla poltrona. Giulia si sedette. E sorrise. “A Natale puoi…puoi fidarti di più…” continuò. Severus la guardò scettica. Doveva resistere. Non si sarebbe fatto intenerire. Aveva cose ben più importanti da fare che addobbi e smancerie varie. Anche se. Quel faccino. “A Natale puoi...” concluse Giulia. E lo guardò curiosa. “Tutto qui signorina Wyspet?” commentò Piton. Il sorriso della ragazza si spense. “Bhe…no…c’è l’albero…i dolcetti…” elencò ancora. Il professore sbuffò. Si tolse il cappello e lo buttò in un angolo. Poi prese la bacchetta e fece sparire gli addobbi. Giulia abbassò lo sguardo. “Non basta qualche canzoncina mielosa per cambiare la mia opinione…” precisò. “Io…non volevo…cambiare la sua opinione…volevo solo…” cercò di dire la ragazza. Piton la guardò. Ed il cuore gli tremò. Guardando gli occhi nocciola lucidi. Che stupido che era! Aveva usato troppa freddezza! Era stato il solito mostro senza cuore. “…volevo solo…che lei fosse felice…perché se lei non è felice…il Natale allora non è una cosa bella…i miei genitori…mi hanno insegnato…che in questo periodo dell’anno…il regalo più grande che si può donare è la felicità…” spiegò Giulia. Oramai in lacrime. “Signorina Wyspet…” sussurrò Severus. Ora si sentiva davvero un verme. Avrebbe voluto auto infliggersi una Cruciatus. La ragazza alzò la testa. E si asciugò gli occhi. “Sa…i miei genitori mi hanno sempre detto che io ho un cuore buono…e che ho tanta felicità…che è un dono prezioso…perché nel mondo cen’è così poca…per questo volevo regalargliene un po’…così anche lei può sorridere…” raccontò ancora. Severus scosse la testa divertito. E sorrise. “Signorina Wyspet…lei è così pura che perfino gli angeli sfigurano vicino a lei…” osservò. Giulia arrossì. E rise. “Professore?” lo chiamò. “Si?” rispose lui. “Posso chiederle una cosa?” gli chiese. Piton annuì. “Ecco…le…le andrebbe di…stare insieme a me la…la sera della Vigilia?” sussurrò timida la ragazza. Il cuore di Severus sussultò. Non si sarebbe mai aspettato un invito. Da lei. “Non dovrebbe trascorrerla con le sue amiche?” commentò. Giulia scosse la testa. Facendo sbattere di qua e di là il ponpon del cappello. “La Vigilia voglio passarla con lei…” rispose sicura. Le guance di Severus si arrossarono. “E cosa dovremmo fare?” chiese, scettico. Giulia sorrise. “A casa mia la Vigilia si sistemano gli ultimi addobbi dell’albero…e poi, a mezzanotte, ci si scambia i regali…” spiegò. Piton la guardò. Gli occhi nocciola spalancati in attesa di risposta. “Programma banale…però se proprio insiste…” commentò. La ragazza battè le mani felice. Si alzò e raggiunse il professore. “Grazie! Le voglio un mondo di bene!” sorrise. Poi lo abbracciò. Piton arrossì. “Signorina Wyspet!” la richiamò divertito. Però Giulia rideva. E quelle risa erano il suono più bello che Severus avesse mai sentito. Era vero. Quella ragazza aveva la felicità nel cuore. Ed un po’, ne aveva trasmessa anche a lui. Quella sera. Grazie ad un semplice abbraccio.

  
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