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Autore: Giovi_giovs    17/06/2013    0 recensioni
Lana Sanders, una giovane donna apatica, dalla vita spenta. Non ci ha mai fatto caso, fino a quando..
"Che cosa sto facendo?
Mi sussurra la mia vocina interiore, ma so che il suo riferimento non è al mio comportamento attuale.
E' qualcosa di più. E' tutta la mia vita che è sbagliata. O forse sono io ad essere sbagliata, a non apprezzarla a pieno.
Mi sento vuota, e triste. A volte mi sento come se non avessi niente al mondo. Lo so, è sbagliato.
E questa consapevolezza mi fa sentire ancora più da schifo.
Ma non posso fare a meno di sentirmi così. Davvero, non ci riesco. "
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Eccomi qui, con il secondo capitolo.
Scusate l'attesa, ma ho avuto davvero tanto..tanto da fare.
Ma eccolo qui, spero vi piaccia!
Buona lettura!!
 
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Esco dalla doccia e mi avvolgo in un telo, cercando di ignorare le lacrime secche sulla mia guancia. Raggiungo la cucina, quasi trascinando i piedi.
" Lana!"La voce di Mark è stranamente squillante.
Il suo sguardo punta dritto ai miei piedi. A quel punto realizzo di avere i piedi scalzi.
Mark odia che si cammini a piedi scalzi per casa, e per giunta, i miei piedi sono anche bagnati.
" Vatti a mettere le ciabatte!"
Sembra isterico. Lo guardo torvamente e lui alza un sopracciglio, sorpreso o forse sconvolto dalla mia espressione.
" Basta" sentenzio, a denti stretti.
"Cosa?"
Sembra quasi una di quelle professoresse del liceo, che si credono onnipotenti. Una di quelle vecchiette, acide, che abbiamo conosciuto tutti una volta nella vita.
" BASTA!" urlo, più forte che posso.
E questa volta sembra recepire il messaggio. Indietreggia di qualche passo, e io mi metto a sedere, con calma, quasi non fosse successo niente. Prendo le lettere sul tavolo e comincio a controllarle.
Una porta il mio nome. Cerco di asciugarmi al meglio le mani, e la apro.
Rimango a bocca aperta.
E' una lettera che mi informa di una mia assunzione!
Comincio a ridere, per la felicità, ma anche un pò per scaricare la tensione. Devo sembrare così nevrotica in questo momento. Mark mi guarda, a lungo, cercando di capire che cosa succede.
" Mi hanno assunta!" dico, tra le risate, rispondendo alla sua silenziosa domanda
Lui accenna un sorriso, prende la lettera dalle mie mani e fa correre gli occhi tra le righe.
" Grimes Financial, è un bel colpo Lana! Non potevi trovare lavoro migliore" 
Dice, fingendo un fare allegro che non coinvolge gli occhi.
Ma il mio cervello non assimila questa stranezza, è rimasto bloccato alla parola Grimes.
Soffoco un altra risata, stavolta davvero isterica. Mi alzo e apro il frigo, versandomi un bicchiere d'acqua.
" Cuciniamo?" mi chiede successivamente
" Non festeggiamo?" 
" Se tu vuoi festeggiare fa pure, io sono stanco..andrò a dormire presto."
Ma come? è il primo lavoro, merita di essere festeggiato. Sospiro, e sto quasi per rimettermi a sedere, quando impunto i piedi.
" Si, andrò a festeggiare. Prepara la cena solo per uno."
 
Lui spalanca gli occhi. Mi volto, e sorridendo raggiungo la camera da letto. 
"Ci vediamo alle 20:00. Perfetto."
Chiudo la telefonata con un sorriso soddisfatto.
Mi asciugo velocemente dopo la doccia, poi indosso la biancheria e raggiungo la cabina armadio.
Devo mettermi qualcosa di bello. Voglio festeggiare stasera, voglio farlo davvero. Me lo merito un pò di divertimento.
Il mio entusiasmo sparisce leggermente di fronte alla poverezza del mio armadio. Alla fine opto per i miei jeans preferiti, e un top nero. E già così, mi sento più elegante del solito. Un velo di lucidalabbra naturale, e via.
" Sto uscendo."
Dico, ma sono già davanti alla porta. Lo sento blaterare qualcosa, mentre chiudo la porta, ma non riesco a capire.
Meglio così, penso. Raggiungo il bar, ed entro. Arielle, Kristine e Joe alzando un calice al mio ingresso.
Sorrido, e le mie guance si colorano lievemente mentre raggiungo il bancone sedendomi su uno degli sgabelli.
Tutti mi abbracciano e mi fanno le congratulazioni. Ma ho come la sensazione che manchi qualcosa, o qualcuno.
" Dov'è Bill?"
Joe, alza le spalle. Forse si sta chiedendo la stessa cosa.
" Sul retro?"
 Mi suggerisce. Faccio un leggero cenno del capo.
E in effetti, lo trovo li. Fuori dalla porta sul retro, con un bicchiere semi-vuoto di birra in mano.
"Ehi.."
Sussurro, con un timido sorriso. Lui si gira, sussultando come se lo avessi appena colto in flagranza di qualche reato.
Arrossice, e mi guarda. 
" Ciao." dice
" Cosa ci fai qui fuori da solo? Fa così freddo."
" Freddo.." ripete, senza nessuna particolare inflessione
" Sì, freddo." dico, mentre cerco il suo sguardo, che è un pò assente.
Lo prendo per il braccio e lo trascino all'interno.
" Sai, non posso ammalarmi..o come ci vado a lavoro!"
Dico saltellando, in preda all'euforia. Scoppia a ridere, e mi abbraccia.
Mi tiene stretta a lui, io rimango sospesa tra le sue braccia sentendomi in imbarazzo.
"Congratulazioni Lana! Anche se mi mancherà non averti qui."
Con delicatezza sciolgo l'abbraccio, e lo guardo. E' così dolce.
Sorrido, mostrando probabilmente il mio primo sorriso sincero della giornata.
" Non abituarti troppo alla mia assenza, perchè sarò una tua nuova cliente abituale!"
Scoppiamo a ridere, ed insieme, stretti in un buffo abbraccio torniamo in sala.
" A Lana!" dicono in coro, rivolgendo il bicchiere nella mia direzione. 
" Vi ringrazio." rispondo, e bevo un sorso del mio succo alla pera
" Perchè non bevi un pò di vino..Mark non c'è." 
Il sorriso complice di Arielle, è così convincente..
Ma all'improvviso mi sento in colpa. Rifiuto e abbasso leggermente la testa.
Gli ho urlato in faccia. E poi sono venuta qui, senza di lui.
L'ultima cosa che di cui ho bisogno, è che io torni a casa ubriaca. Succederebbe il finimondo.
Joe mi ammonisce, con il suo solito fare paterno, che mi fa sorridere.
" Togliti la giacca, o prenderai freddo quando andrai via stanotte!"
" Hai ragione, grazie."
I ragazzi ridacchiando, anche Bill che incrocia il mio sguardo.
Mi guarda, quasi a bocca aperta, ed improvvisamente mi sento così scoperta.
" Tesoro, questo top è così carino! Finalmente hai messo via i tuoi brutti maglioni della nonna!" esclama Arielle.
" E' vero..stai benissimo." incalza Bill, con un filo di voce, e uno sguardo meravigliato.
Gli do un piccolo colpetto sulla spalla, e gli faccio la linguaccia.
Abbasso le spalle, di fronte a tutte quelle attenzioni. Non ci sono abituata. 
Mi piacciono i miei maglioni, sono comodi e mi fanno passare inosservata. Anche a Mark piacciono, penso.
Ritorno a bere il mio succo. La serata passa, piacevolmente e senza intoppi. Io e le ragazze usciamo, a braccetto.
Ridacchiano, come matte. Sono un pò sbronze, penso.
" Non dovrei lasciarvi da sole in queste condizioni."
" Dormite da me, ragazze, dai!" propone Kristine
" Si, bella idea! facciamo un pigiama party, come al cielo! Dai, Lana!"
Emtrambe cominciano a saltellare, e mi ricordano più due bambine dell'asilo, che del liceo. Scoppio a ridere, ed annuisco pur di farle smettere.
Arriviamo a casa di Kristine. O forse dovrei dire, il suo palazzo. 
Saluto imbarazzata i suoi genitori, e le trascino fino in camera.
"Che figuraccia!"
Esclamo, coprendomi il viso con le mani.
" Sei una donna adulta, Lana. Sono sicura che sopravviverai"
Mi risponde Arielle, seccata. Ouch.
Vorrei risponderle, ma lei ormai è gia stesa sul letto in preda ad una fragorosa risata.
Ci stendiamo nell'enorme lettone di Kristine, dopo pochi minuti sono già crollate nelle braccia di Morfeo.
Invece io, rimango, come al solito, con gli occhi aperti. Non sono in vena di riflessioni, ma vallo a dire alla mia testolina. 
Con la coda dell'occhio, cerco Arielle da sopra la mia spalla. Non ho dimenticato le sue parole. Forse non dovrei farci caso, forse non è niente. Però quel tono..è stato quello a ferirmi. Si, mi ha ferito. In vino veritas, è così che si dice giusto? 
Incrocio le braccia, contrariata. Hai la coda di paglia, mi stuzzica la mia vocina interiore. 
Socchiudo gli occhi. Mi comporto come una bambina che non si prende le sue responsabilità?
Con questo pensiero ancora nella mente, cado nel sonno senza darmi una risposta.


"Lana, cara."
Apro gli occhi. Mi metto a sedere, alla velocità della luce, nel modo più composto che posso.
Mi intravedo nello specchio, e guardo inorridita la mia figura. Cerco di addomesticare i capelli, e di riportarli ad uno stato almeno decente. 
" Buongiorno signora."
Rispondo, sorridendo educatamente. La madre di Kristine, è una donna assolutamente fantastica.
Sempre impeccabilmente elegante e a modo. Almeno per me, ma dubito che la stessa Kristine e Arielle, in particolare, pensino la stessa cosa.
Credo che abbia una simpatia nei miei confronti.
Mi ha sempre tratto benissimo, sin dal liceo.
"Quanto tempo, come stai?"
La sua voce risuona, dolce e materna, anche se le circostanze non sono delle migliori.
C'è un fastidioso brusio di sottofondo. Sono Arielle e Kristine, che vomitano nel bagno della camera.
Posso quasi notare, una piccola ruga di fastidio sulla fronte della signora Martin, conoscendola deve sentirsi in profondo imbarazzo.
" Sto molto bene, la ringrazio. Lei?"
" Anche io, mia cara."
Sorrido, facendo un piccolo cenno del capo. Poi si sentono dei lamenti dal bagno.
" Scusami cara, vado a controllare cosa succede."
Annuisco.
"Certo, vada pure."
" Di sotto è pronta la colazione. Ti raggiungeremo tra poco."
" La ringrazio. A dopo, signora Martin."
La guardo raggiungere il bagno, e chiudersi la porta alle spalle.
Ne approfitto, per scendere e raggiungere i miei vestiti.
Mi vesto, e dopo essermi data un'ulteriore controllata allo specchio decido di scendere al piano inferiore.
Arrivo nella sala da pranzo e saluto il signor Martin, che legge tranquillamente il giornale seduto a capo tavola.
" Buongiorno signor Martin."
Distoglie appena il foglio, e accenna un sorriso, che non coinvolge gli occhi.
Abbasso lo sguardo. Il signor Martin non è molto socievole con me. Quando ero piccola non ne intuivo la ragione, ma ora credo di aver capito. Lui semplicemente odia tutto quello che piace alla moglie. E io non faccio eccezione.
Kristine e Arielle lo adorano, infatti. Con loro è così gentile e divertente.
Non ho mai capito la famiglia di Kristine. E' così..complicata, e a dir poco conflittuale.
Ogni volta che sono qui, sento di poter tagliare la tensione con un coltello. Si sente proprio la puzza di rancore, di situazioni rimaste in sospeso. Poco dopo arrivano, Arielle e Kristine, accompagnate da sua madre.
La signora si siede accanto alla sottoscritta. E' tra me e suo marito, mentre alle ragazze non resta altro da fare che mettersi di fronte. Guardo Kristine, e noto il suo sguardo. Quello che mi ha spinto a declinare ogni tipo di visita in questa casa.
E' uno sguardo pieno di rabbia, e gelosia. Glielo leggo chiaramente negli occhi, ormai la conosco bene.
L'ho visto così tante volte, eppure ogni volta mi ferisce. Finisco velocemente la colazione, quasi a fatica. Mi si è chiuso lo stomaco, ed ora vorrei quasi vomitare tutto.
" Grazie della colazione, i croissant sono squisiti. Ma ora devo proprio andare."
Esclamo, improvvisamente. 
Tutti mi guardano sorpresi.
" Come..non resti per pranzo?" mi chiede la signora
Ah, quasi dimenticavo. Ogni volta che restavamo a dormire qui, la signora ci convinceva a rimanere il più a lungo possibile, era diventata quasi una tradizione restare fino al tardo pomeriggio. Ma il tempo del liceo è passato, ed ormai anche quello del college. E' non ho più voglia di giocare, il gioco della famiglia Martin non fa per me.
"No, purtroppo ho degli impegni." mento, spudoratamente.
" Che peccato.."
Risponde, rattristata. Mi fa così tanta tenerezza, a volte. Mi sembra una donna così sola.
Prendo la mia roba e raggiungo la porta di ingreso. 
Mi stringe in un abbraccio che ricambio affettuosamente.
Sento lo sguardo di Arielle e Kristine sulla mia schiena, ma tengo duro e lascio la casa. Cammino lungo la strada, e sento dentro di me uno strano senso di soddisfazione. Stringo la borsetta tra le mani.
Ho fatto la cosa giusta, la situazione familiare di Kristine non è qualcosa di cui dovrei immischiarmi. Ma non appena metti piede in quella casa, ogni tua mossa viene esaminata. E ancor prima che tu te ne accorga, vieni smistata in uno dei due team. O sei con la signora, o sei nel gruppo del signor Martin e figlia. Ma questa non è la mia battaglia, per fortuna, aggiungerei.
Ritorno a casa. Quella che doveva essere una bella serata, alla fine è diventata un disastro.
"Cristo, Mark!"
Sobbalzo, e mi porto una mano al petto. Quasi ci rimango secca.
" Dove sei stata?"
Il suo tono è freddo, come il suo sguardo. 
"Non sono affari tuoi."
Rispondo, senza mostrare alcuna emozione. Sono quasi commossa da me stessa.
Riprendo a camminare, ma poi vengo presa per un braccio.
" Cosa fai?!"
" Tu cosa fai! Pensi di poter stare in giro tutta la notte come una sgualdrina?!"
Lo guardo, con gli occhi spalancati. Sono allibita. Il suo tono è così pieno di disgusto che vorrei tanto piangere.
La mia mano parte, senza che io possa controllarla, e assesta uno bello schiaffo sul suo viso.
Corro in camera mia, dove passo almeno un'ora con la testa sotto al cuscino.
Sento bussare. Non rispondo, ma la porta si apre lo stesso.
" Dobbiamo andare in chiesa."
Sento un movimento accanto a me. Sposto il cuscino e guardo Mark, che si è seduto accanto me sul bordo del letto.
Ha lo sguardo basso.
" Non ho voglia di uscire."
" E' importante che tu venga, lo sai."
" Per chi, per te o per la tua famiglia?"
" Che discorsi senza senso. Ti aspetto di là, io sono già pronto."
Si ricomincia con gli ordini, penso. Controvoglia di preparo.
Indosso un sobrio pantalone nero, a zampa di elefante, e una camicia bianca portata dentro i pantaloni.
Dall'armadio prendo anche una giacca, e delle ballerine entrambe nere.
Mi trascino verso l'ingresso. I miei piedi sembrano pensare quintali. Perchè è tutto così difficile?
Silenziosamente raggiungiamo la sua auto, senza rivolgerci neanche uno sguardo. Arriviamo alla chiesa, e sua madre ci viene in contro abbracciandoci, con il suo solito modo di fare così espansivo. E' il classico esempio di quelle persone rumorose, ed eccessive. Quelle che ti fanno sentire in profondo imbarazzo in pubblico. Cerco di ricambiare il suo abbraccio, senza risultare troppo fredda o infastidita. Ho incontrato la famiglia di Mark in poche occasioni, ma ogni volta mi è sembrata di stare in teatro nel bel mezzo di una recita.
La donna mi prende in braccetto, e dopo pochi secondi vengo catapultata nel solito rituale. Salutare il padre e tutti i parenti: dalle zie, ai cugini fino ad arrivare agli amici di famiglia. Vengo mostrata quasi come un trofeo. Sono così tanti, non ricordo il nome della maggior parte di loro. 
Mi chiamano di continuo. Lana, qui. Lana, lì.
"Lana, bacia Mark." "Lana, quando vi sposerete tu e Mark?" "Come siete carini!"
Sono tutti così contenti, che mi viene quasi da vomitare. Non ne posso più. Voglio solo tornare a casa e rinchiudermi nella mia camera, in totale isolamento per tutto il giorno. Chiudere la finestra e buttarmi sotto le coperte. 
Finita la funzione, io e Mark salutiamo nuovamente tutta la famiglia e ci avviamo verso l'auto. 
Ad ogni passo ritorniamo sempre più noi stessi, e sempre più lontani dall'idea dei piccioncini innamorati che fingiamo di essere.
Sono nel letto, Mark mi ha raggiunto. La sua sola presenza mi mette rabbia in questo momento
L'unica cosa positiva, e che il pomeriggio l'ho passato esattamente come desideravo: da sola.
Sto quasi per addormentarmi, quando il mio cellulare squilla. Mi metto a sedere, e prendo il cellulare dal comodino.
"Pronto? Domani? Certo, che sono disponibile! La ringrazio!"
Faccio un sorriso a trentadue denti, mentre chiudo la chiamata.
"che cosa devi fare domani?" mi chiede, con fare guardingo
" Ho il mio primo giorno, del mio nuovissimo lavoro!"
Sorriso soddisfatta al pensiero. Ancora non riesco a crederci, dopo que colloquio disastroso non mi aspettavo di certo un'assunzione!
Mi stendo, e mi volto dall'altra parte. Cado nel sonno, felice, con il sorriso sulle labbra.





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Il mio angolino:
Come sempre, se vi è piaciuto, mi piacerebbe leggere una vostra recensione.
Significa molto per me, sapere la vostra opinione!!
Grazie mille, davvero! :)
 
  
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