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Autore: Stardust Ray    17/06/2013    0 recensioni
C'è una differenza tra chi fa i sogni e chi li vive. Non mentirò, dicendo che le cose sono state perfette tra noi dopo la sconfitta di Artemisia, ma so che avevamo il nostro bel daffare con la nostra relazione. Ecco perché non fui sorpreso quando Rinoa, un giorno, decise di andarsene.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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THOSE WHO DREAM
scritta da Stardust Ray, tradotta da Alessia Heartilly
III. Rinnovamento

Rinoa aprì la bocca per parlare, e di nuovo si trovò incapace di trovare le parole per riempire il vuoto. Nessuna parola poteva esprimere le sue emozioni profonde e ingarbugliate. Le dispiaceva davvero averlo detto.

Vedendo che lei non aveva altri commenti sulla sua frase, Squall si voltò di nuovo verso la porta. Il cellulare risuonò di nuovo e all'improvviso. Tra le grandi invenzioni di Odine, questa doveva essere la peggiore, pensò. Serviva solo a rivelare la vera impazienza dell'umanità, più che a dare comodità alla vita delle persone. Chiamare ogni pochi minuti per dare la stessa notizia? Squall decise di metterlo a tacere spegnendolo. Rinoa si portò una mano al gomito, e fece un passo avanti. Lui la guardò. "Devo davvero andare. Abbi cura di te."

Lei lo osservò stringere di più la maniglia, e girarla per aprire la porta.

"Aspetta!" gridò bruscamente Rinoa, lasciando del tutto il bancone e avvicinandosi di corsa a lui. Riuscì a fermarlo. "Aspetta solo un minuto, per favore? Io..."

Squall lasciò la maniglia e lasciò cadere del tutto la mano, aspettando di sentire la sua spiegazione.

"Quello che hai appena detto... io... io non intendevo davvero quello." Si avvicinò lentamente a lui, che le dava ancora la schiena. Rinoa voleva allungare una mano a toccarlo, ma aveva troppa paura che lui si ritraesse.

"È una cosa dura, quando sei tu a sentirla, vero?" le chiese lui severamente, voltandosi per vedere il suo viso preoccupato. Si mise una mano sul fianco. "A quel tempo hai detto cose che secondo te rendevano più semplice da sopportare la tua partenza, ma non avevi davvero idea di cosa stavi parlando. Sono passati tre anni da quando mi hai lasciato, e ogni giorno ho dovuto imparare a lasciarti andare del tutto. Ho dovuto in qualche modo voltare pagina. Non è stato facile per me, ma anch'io me la cavo da solo. Pensavo solo che dovessi saperlo."

Le sue parole le accesero un fuoco nell'anima.

"Ora aspetta un attimo!" La combattente in lei si svegliò da un lungo torpore. Rinoa fece un gesto con la mano tra lui e se stessa. "Non puoi darmi tutta la colpa! Ti ho detto perché me ne andavo. Nessuno era arrabbiato! Volevo solo assicurarmi che non ci fossimo lasciati male."

"Ecco perché non ho detto niente," rispose calmo Squall. "Non volevo mettere a rischio la nostra relazione facendoti restare dove non volevi stare. Cosa potevo dirti, comunque? Fa' buon viaggio? Buona fortuna?"

"Avrei potuto parlarle di più allora! Qualsiasi cosa avessi detto sarebbe andata bene!" Rinoa alzò le mani, esprimendo la grandezza di quell'opportunità perduta.

"Beh, avresti dovuto darmi il tempo di rispondere. Non ho avuto la possibilità di affrontare o cambiare le cose tra noi, e oltretutto, te ne eri andata un'ora dopo avermi detto che partivi, comunque! Non c'era tempo!"

"Perché ti conosco, Squall." Rinoa scrollò le spalle. "Dovevo andarmene subito dopo perché sapevo che non saresti riuscito a gestire tutto il resto che avevo da dire."

"Un attimo, c'era dell'altro? Che altro c'era, allora? Dai, dimmelo adesso." Incrociò le braccia.

"Cosa? Non essere ridicolo! Non ha importanza!" Lei fece un gesto a minimizzare la cosa. "È comunque roba vecchia."

"No, importa invece. C'è ancora tempo per essere completamente sincera con me! Potrebbe essere l'ultima volta che mi vedi, comunque, quindi io dico di sputare il rospo."

Rinoa si agitò. Perché era così deciso ad andarsene per sempre? Le sue parole del passato l'avevano ferito così tanto? O stava fingendo?

"Va bene, allora." Sospirò, sperando che fosse la seconda cosa. "Dato che la metti così, allora credo di non avere altra scelta che dirtelo! Volevo davvero andarmene perché vivevo nella tua ombra ed ero sempre al tuo fianco. Mi stavo perdendo per te. Non volevo trovarmi ad avere paura di vivere sola senza di te. Piuttosto che dire tutto questo, te l'ho risparmiato, e tu come hai risposto? Non hai detto una parola! Che tu te ne accorga o no, non sentirti dire niente è stato ciò che mi ha ferito di più. Volevo solo andarmene e lasciarmi tutto alle spalle il prima possibile. Non è che volessi staccarmi da te completamente, o per sempre. Mi sarebbe piaciuto che potessimo rimanere amici, e anzi, mi piacerebbe ancora!"

Amicizia?! Squall era disgustato.

"Scusa." Emise una risata vuota, facendo un passo indietro e cercando di voltarsi di nuovo verso la porta, cercando di lasciarsi alla spalle quella follia. "Me ne vado da qui."

"Squall, no!" Rinoa scosse di nuovo la testa. "Non puoi ascoltarmi e basta?! Perché non mi dai la possibilità di spiegarti quello che dico? Almeno spiegami cosa provi adesso."

"Devo spiegarmi? Davvero...?" Spalancò gli occhi. "Ti aspetti che io venga qui a discutere apertamente la mia vita con te, come se fossimo di nuovo migliori amici? Ti sei dimenticata di cos'è successo? Apri gli occhi, Rinoa. Non posso essere tuo amico! Non penso comunque che sia una buona idea continuare a vederci se da me vuoi solo amicizia. Non posso farmi questo. Non posso aprirmi con te solo per essere ferito di nuovo. Non permetterò che vada da nessuna parte, non se non vuoi qualcosa di diverso, che ovviamente non vuoi, ed ecco perché devo andare!"

"Ti sei mai messo nei miei panni?!" Rinoa rise, anche se non trovava divertente nulla di tutto quello. "Onestamente! Ecco una piccola lezione di storia per te, Squall, il SeeD stakanovista! Se non fossi stato così preso dal lavoro, ti saresti accorto che la nostra relazione era arrivata a un semplice livello di amicizia comunque. Certo, eravamo amici prima e in tutto, ma dopo un po', eravamo solo questo. L'unica differenza tra la nostra relazione e quella che avevamo con i nostri amici era che ogni tanto ci abbracciavamo! Volevo di più, ma tu eri troppo occupato! Per non parlare del fatto che dovevamo sempre rispettare quelle stupide regole, e mi sembrava di essere ancora alle elementari! Che cos'altro dovevo fare? Aspettare che lasciassi il lavoro o andassi in pensione per stare con me?! Sapevamo entrambi che non sarebbe mai successo! Me ne sono andata al momento giusto! Me ne sono andata prima che le mie speranze venissero infrante dalla realtà!"

"Eravamo adolescenti quando è successo! Stavo giusto iniziando la mia carriera da SeeD! Che cos'altro potevo darti di più a quel tempo? Stavo ancora cercando di capire tutto. Non potevi aspettarti che riuscissi a darti tutto quello che volevi, e poi lavorare al meglio delle mie capacità! Capisco che avrei dovuto cercare di esserci di più, ma la verità è che eravamo ragazzini! E tanto per chiarire, non sono più un SeeD! Ok?!" Squall la fissò intensamente, con gli occhi che bruciavano di rabbia. "Non lo sono da tre anni! ...Non ti basta?!"

Il campanellino sulla porta suonò quando questa si aprì. Squall fissò l'intruso con uno sguardo letale che mandò un brivido lungo la schiena dell'uomo. "Eh, ciao, Rinoa," disse impaurito. Rinoa tacque, fissando truce l'ex-SeeD davanti a lei. "Io - io, ehm, torno dopo."

Il cliente finalmente chiuse la porta, con un altro scampanellio, e se ne andò per i fatti suoi.

Squall la guardò di nuovo, alla ricerca delle parole, preparandosi mentalmente al prevedibile assalto di domande.

"Perché non sei più un SeeD? Pensavo che ti piacesse il tuo lavoro."

"Non ero alla pari di tutti gli altri perché ero così depresso per te!" ribatté lui sarcastico, eppure estremamente serio nella risposta. Anche se non era una tradizionale risposta da parte di Squall, lei sapeva che c'era del vero nelle sue parole.

"Non è divertente, Squall!"

"Non sto ridendo," disse lui facendo un gesto con la mano. "Non posso tornare fino a quando non sarò di nuovo concentrato. Le mie priorità erano sballate, ed ecco perché sono qui adesso. Inoltre, non c'è da meravigliarsi se ho perso il controllo. Quello che hai fatto è stato del tutto egoista!"

"Non ti ho mai chiesto di lasciare il Garden! Quella sarebbe stata una cosa egoista!"

"Beh, è altrettanto egoista non considerare i sentimenti di un'altra persona su una cosa, e gestire il problema da sola senza dargli la possibilità di offrire un altro punto di vista."

"Quando hai considerato i miei sentimenti sull'essere là tutti i giorni?! Hai pensato che volevo stare là ogni singolo giorno?!"

"Rinoa, volevo che tu stessi con me! Pensavo che ti bastasse a quei tempi!"

"Sì, ma volevo di più da te, Squall!"

"Allora perché non me l'hai detto e basta? Perché non mi hai dato la possibilità di aggiustare le cose?!"

"Non pensavo di doverlo fare! Mi conoscevi così bene! Eri sempre così super attento a tutto e tutti gli altri! Non potevi essere un po' più attento quando si trattava di me?"

"Pensi che non me ne fossi accorto? Vedevo quanto diventavi riservata! Ma... davvero, aspettavi che dicessi qualcosa io? Perché dovevo capirti? Mi dispiace, ma questo va contro quello che amo di te, Rinoa." Si fermò un attimo, respirando prima di continuare. "Eri spontanea. Il fatto è che davvero non riuscivo a capirti troppo bene. Non sapevo mai cosa avresti fatto, o cosa aspettarmi da te, soprattutto prima che diventassi una strega! Come amici, eri molto pronta a dare la tua opinione, ma dopo che la nostra relazione è diventata qualcosa di più, io ho sempre preso l'iniziativa in tutto, mentre tu praticamente hai smesso di dirmi cosa pensavi. Lasciavi che parlassi solo io, e poi hai smesso di contribuire. Sì, ti ho sempre osservata e non ho mai smesso, quindi naturalmente sapevo che c'era qualcosa che non andava, ma ogni volta che ti chiedevo se c'era qualcosa che ti preoccupava, la tua risposta era sempre la stessa: no, va tutto bene e che volevi stare con me. Era tutto lì."

A Rinoa si riempirono gli occhi di lacrime, e si voltò per nascondere il viso, costringendolo a fissarle la schiena, mentre lei era piena di vergogna. Alla fine non aveva del tutto torto. Anche lei aveva contribuito molto al loro disaccordo, e alla rottura finale. Il suo silenzio spinse Squall a continuare. Il dolore pulsava dalle parole di lui, e le devastava l'anima. Non aveva capito che le conseguenze delle sue azioni li avevano portati a quel momento. Lei lo aveva ferito così tanto. Era travolgente.

Fece qualche debole passo verso il bancone, posando la mano sinistra sull'angolo del ripiano.

Lui addolcì lo sguardo. Poteva solo immaginare cosa lei provasse in quel momento. Come era stato ironico tutto quanto. In passato, avrebbe subito pressioni per spiegare e dare voce ai suoi pensieri critici; ironicamente, nel tempo, lei aveva incorporato proprio quello che la irritava di più di lui nella sua routine quotidiana. Semmai, Squall sperava e in qualche modo sapeva che la mancanza di reazione era del tutto non intenzionale.

"Non leggo nel pensiero. Non l'ho mai fatto." Si avvicinò lentamente a lei. "Ti aspettavi che pensassi di sapere cosa ti passava per la testa. E ancora, perché ti aspettavi che lo dicessi io per primo? Hai mai pensato che forse non volevo ammettere che qualcosa non andava, che forse volevo cambiare le cose e renderti felice, ma semplicemente non sapevo come affrontare l'argomento? Mi hai mai dato la possibilità di farlo? No! Non mi hai mai incluso nei tuoi pensieri. Hai deciso un giorno che dovevi andare, ed è esattamente quello che hai fatto. Te ne sei andata!"

Rinoa scoppiò a piangere. Un fiume di lacrime le scese immediatamente sulle guance. All'improvviso, le sembrava di avere ancora diciassette anni ed essere nella stanza di Squall con i loro abiti di quei tempi, in corpi imbarazzati e deboli. La sua stanza era uno dei posti in cui avevano discusso molti problemi, durante la sua permanenza a Balamb.

Rinoa si portò le mani alla bocca, soffocando i singhiozzi. Tutto d'un colpo, la tristezza e la rabbia che aveva abbandonato da ragazzina riemersero. Tutto era chiaro come il giorno, anche se si sentiva il cuore più pesante dopo aver sentito la verità di Squall. Alla fine, poteva rivelare e liberare la tensione della sua anima, la lotta a lungo nascosta che aveva seppellito nel profondo per tre anni. Si sentiva più a suo agio a rilasciare questo tumulto interiore alla stanza piuttosto che a lui, e continuò a dargli le spalle.

"Come dovevo restare, sentendomi così?" gridò. "Mi sentivo completamente inutile! Come se non ci fosse davvero niente altro che potevo fare lì." Si asciugò gli occhi e abbassò le mani. "Tutti hanno smesso di chiedermi se volevo venire in missione con te! Nessuno mi includeva in qualcosa, a parte te o Selphie e a volte gli altri! Ma era tutto lì. Nessun altro! Anche quando mi facevo avanti, nessuno rispondeva. Non avevo motivo di restare al Garden di Balamb! Gli altri studenti hanno iniziato a spettegolare su di me, a dire che non facevo nulla lì, o che il mio scopo era essere solo la tua ragazza! E poi ho sentito qualcuno dire che il Preside Cid mi teneva lì per controllare cosa facevo come Strega! Sai, chissenefrega che ero diventata più forte in battaglia, o che potevo usare una potente magia."

"Gli altri studenti mi vedevano raramente in azione, ormai, e a parte le battaglie sembravo inadeguata. Alla fine, ho iniziato a sentirmi inadeguata anche io." Alla fine Rinoa lo guardò al di sopra della spalla, e lui le vide le guance luccicanti di lacrime. "Soprattutto," disse con voce tremendamente bassa, così tanto che Squall fece un altro passo avanti per sentirla bene. "Non ero una SeeD. Mi giudicavano... e tu non l'hai mai notato."

Squall le mise una mano sulla spalla. Non aveva sentito i pettegolezzi. Aveva imparato a ignorare gli impiccioni e i loro pettegolezzi. Faceva parte del Garden, pieno di bambini e adolescenti. I pettegolezzi dovevano esserci. Comunque, non sapeva dei commenti indifferenti che circolavano su di lei. Non l'aveva mai saputo. Immagino di non essere un gran osservatore, dopo tutto.

Rinoa chiuse gli occhi e mise una mano su quella di lui. Sentiva che la sua confessione impallidiva rispetto a quella di Squall, soprattutto dato che era il risultato di non averne mai parlato. Comunque, lo feriva sapere la verità, più di quanto lei immaginasse.

"Mi dispiace," mormorò, facendole scivolare le braccia intorno e stringendola con cautela da dietro. Rinoa tenne le mani sulle sue. Si rilassò nella sua stretta, mentre vecchi ricordi tornavano a galla.

Ad occhi chiusi, ricordò il tessuto della sua giacca, e il solletico delle piume del viso, per via del colletto di pelo. Le mancava il modo in cui le sue cinture le lasciavano segni sulle cosce, e la sensazione dell'acciaio freddo delle fibbie e dei bottoni premuti contro di lei. Le mancava persino come sorrideva lui, ogni volta che quel freddo la coglieva di sorpresa facendola rabbrividire. Ovviamente era irritata quando succedeva, ma lui aveva un sorriso così dolce che la calmava sempre all'istante. Ricordava le sue mani guantate, pazienti ma ferme, che scoprivano delicatamente nuove e più sensibili aree del suo corpo, posti in cui non era mai stata toccata prima, in qualche momento di pura curiosità che avevano condiviso. Nonostante questo, non era mai andato oltre, non aveva mai aggirato le regole del Garden. Poteva ringraziare la sua educazione per questo, anche se, per via dei molti anni di addestramento, lei rispettava e amava allo stesso modo la sua disciplina.

Rinoa si voltò tra le sua braccia per guardarlo, e gli posò la testa sulla spalla.

In quel momento, Squall la strinse di più e la riportò alla realtà. Erano di nuovo nel negozio per animali, in divisa da lavoro, indisturbati. Rinoa spostò il viso sul suo petto, senza essersi accorta fino a quel momento di come le era mancato più di tutto il semplice premersi contro il suo corpo caldo e il petto forte, dove l'argento freddo del suo ciondolo le toccava ogni tanto la guancia. Squall aveva lo stesso odore, come bucato fatto da poco e calda brezza estiva; beh, prima che entrassero in battaglia. Nonostante questo, l'odore che seguiva una battaglia difficile era altrettanto piacevole. Le piaceva il suo odore.

Come le mancava...

Quel momento fu lungo e ne aveva bisogno, ma Rinoa non intendeva indugiarci sopra. Lui comunque non si era lamentato.

Decise di liberarsi lentamente dall'abbraccio, alzando gli occhi per guardare quelli di lui.

"...Mi dispiace." Distolse lo sguardo dal suo viso, imbarazzata. Si ritrasse completamente, e si trovò a fissare il ciondolo argenteo di Griever. "...Mi sentivo così ogni giorno, rimanendo là. Ero così sola. Ma la cosa spaventosa è che a volte mi sembra che le cose non siano cambiate."

Scosse la testa e tornò a guardarlo negli occhi. "È quasi come se mi alzassi e venissi a lavorare invano. Pensavo che avrei ottenuto qualcosa, che avrei avuto qualche successo qui, ma la verità è che sono fuori posto a Timber. Vorrei poter fare di più. Tutto quello che faccio adesso è lavorare ogni giorno e andare a casa da Angelo. Me ne sono andata perché mi sentivo inadeguata e sola, ma dopo tutto, sono ancora sola. I Gufi del Bosco si sono sciolti. Stiamo tutti facendo le nostre cose. Watts e Zone sono ad aiutare i SeeD Bianchi, e io sono qui a lavorare in un negozio di animali." Sospirò piano. "Mi unirei a loro se potessi, ma sarebbe proprio come a Balamb. Finirei per essere d'intralcio un'altra volta." Rinoa abbassò ancora una volta gli occhi su Griever. "...Sono bloccata qui, a chiedermi se questo è davvero il mio scopo. Devo vagare qua e là senza meta?"

"Perché continui a dire così?" Squall le posò di nuovo le mani sulle spalle, e lottò per richiamare lo sguardo dei suoi occhi. Quando Rinoa infine lo guardò, lui socchiuse gli occhi. "Non mi sei mai stata d'intralcio, Rinoa. Mi dispiace di averti mai fatto sentire così." Fece un profondo respiro. "...Fin dall'inizio, ho solo voluto il meglio per te. So che le cose non sono state perfette quando eravamo insieme, ma è stato comunque un grande inizio. Posso capire cosa stavi passando, e per questo ho rispettato la tua decisione di andartene. Era necessario." Aveva lasciato cadere le braccia, alla fine.

Rinoa sospirò. "Stai facendo sembrare una cosa magnifica la mia partenza! Mi sentivo completamente in colpa per averti lasciato come avevo fatto! Non ero infelice... ero confusa. La verità è che all'inizio volevo che venissi via con me." Tornò a guardarlo negli occhi. "Ma sapevo che eri troppo coinvolto nella SeeD per pensare anche solo di andartene! Pensavo che se me ne fossi andata, forse anche tu te ne saresti andato via di tua spontanea volontà subito, ma non l'hai fatto. Non hai nemmeno risposto! L'hai presa sul personale, come se io stesso cercando di ferirti di proposito andandomene! Volevo essere sincera e dirti 'Squall, andiamocene insieme', ma quando è successo quello che è successo, non pensavo... no, sapevo che non ti saresti lasciato tutto alle spalle! Avevi lavorato così duramente per avere quel rango! Eri così radicato a Balamb! Era casa tua! Ti avrei chiesto di lasciare casa tua per me! Non volevo mettermi nella posizione di sentire la tua risposta, perché sentire la verità mi avrebbe spezzato ancora di più il cuore."

"Prima di andarmene, ho passato letteralmente un anno e mezzo in missione con te. Vivevo lì con te e gli altri. Sapevo tutto della tua vita a Balamb, ma continuavo a chiedermi quando mi avresti permesso di mostrarti la Timber libera che sognavo. Volevo mostrarti i posti a Deling City doveva andavo quando le cose erano a posto tra me e papà. Volevo mostrarti il mondo oltre il tuo lavoro, oltre la SeeD! Volevo che sapessi che la SeeD non era l'unico posto per te... e non era il posto a cui appartenevi per sempre." Rinoa gli rivolse un sorriso tristissimo, che Squall non aveva mai visto prima. Lui si accigliò immediatamente. "Quando ho deciso di andarmene, ho immaginato che fosse tempo di vivere la mia vita da sola. Dovevo lasciare la tua ombra. Dovevo essere fuori di testa per pensare che saresti venuto via con me, però... a quei tempi, non riuscivi nemmeno a pensare alla tua vita senza la SeeD, a prescindere da quanto io insistessi, ed ecco perché ho deciso di andarmene. Sono davvero sorpresa che tu non sia un SeeD, adesso."

"Rinoa." Lui sbatté piano le palpebre. "Devi capire. Mi sentivo fortunato perché avevo te. Non è mai stata mia intenzione farti sentire come se tu dovessi stare là con me. Mi ha ferito guardarti andare via, soprattutto a quel modo..." Sospirò, guardò a terra e poi tornò a guardarla in viso. "Ma hai completamente ragione. Non sarei riuscito ad andarmene."

Lui continuò. "Non era il tuo lavoro rimanere, né c'eri perché sei una Strega. Eri lì perché avevi scelto di stare lì con me. Nessuno ti ha costretta a restare per tutto quel tempo, e invece io ero lì perché ero un SeeD. È quello che avevo scelto di essere. Senza la SeeD non avevo un'identità. Ecco perché, se fossi stato un po' più adulto allora, ti avrei detto che andava bene andarsene. Volevo davvero che tu trovassi qualcosa che ti interessava fare, qualcosa che ti appassionasse. Proprio come prima che Timber conquistasse l'indipendenza. Ti appassionava fare parte di quel gruppo e aiutarli a liberare Timber. Ammiravo questo di te, lo ammiro ancora. Quindi volevo che tu ritrovassi quel posto, proprio come io avevo il mio posto al Garden di Balamb. Volevo che tu fossi felice, perché sapevo quanto eri infelice quando stavi con me."

"Senti," disse poi sospirando pesantemente. "Sono stanco di discutere con te. Non ti ho detto nulla perché non volevo che andassi, né mi aspettavo che te ne andassi davvero. Onestamente, avevo la sensazione che te ne saresti andata ancora prima... e stavo cercando di trovare un milione di modi per convincerti a non andare se tu avessi mai deciso di farlo, ma... alla fine non ho potuto fermarti. Inoltre, avevi deciso di andare. Chi ero io per impedirti di fare qualcosa per te stessa? Odierei essere bloccato in un posto in cui non potrei contribuire a nulla, a prescindere da quanto ci provi. Odierei anche stare dove i miei sforzi non fossero necessari o apprezzati. Ed ecco perché non riuscivo a parlartene, perché sapevo che mi avrebbe fatto male affrontare di petto quei problemi. Ovviamente, mi ha ferito la tua decisione, ma l'ho anche rispettata."

Era tutto quello che aveva deciso di dirle se per qualche motivo avesse potuto tornare nel passato e cambiare il modo in cui aveva gestito le cose.

"Le tue azioni sono ciò che mi ha motivato a seguire il tuo esempio. Non me ne sono andato subito, ma comunque me ne sono andato," continuò. "Ogni giorno della mia vita era uguale. Ogni battaglia si sommava al nulla. Le missioni non avevano più importanza. Sconfitta Artemisia, il Garden di Balamb aveva perso il suo scopo principale a tempo quasi indefinito. Ora possono seguire missioni secondarie, e Cid prepara le matricole per il futuro e i suoi pericoli. E se fossi rimasto, sarei stato nel mezzo di un'ufficiosa campagna anti-Artemisia come 'SeeD leggendario'. Avevo già ottenuto nel mio primo anno da SeeD più di qualsiasi altro studente di Balamb. Stare là significava che avrei avuto una carriera come SeeD veterano e decorato, o come insegnante. Potevo avere il titolo di Preside un giorno, ma alla fine..."

Ma alla fine... vale davvero la pensa se lei non c'è? Sarei potuto restare e continuare a lavorare, e mostrare la mia lealtà nei confronti di tutti, tranne che di Rinoa. E poi? Invecchiare...? Morire da solo dopo aver sopportato la battaglia costante tra ciò che avevo guadagnato e ciò che mi ero lasciato indietro?

"A livello di carriera, cosa potevo desiderare a parte quelle posizioni che ho appena detto?" Borbottò la sua domanda retorica, pensando alle parole sagge del Preside: equilibrio, il punto nel tempo in cui si rivelano le priorità di una persona, e incontrano l'abbraccio di una ricerca regolare tra amore e lavoro. "Ecco perché... avevi ragione su di me. Non me ne sarei andato... se non ti avessi mai incontrata, sarei ancora là."

Gli occhi di Rinoa luccicarono di lacrime.

"...Mi hai sfidato, Rinoa. Hai sfidato il mio modo di pensare in ogni modo, in ogni aspetto di quello che pensavo fosse la realtà. Non penso nemmeno che tu ti renda conto dell'effetto che hai avuto su di me sin dal primo giorno. Non ti accorgi dell'enormità delle tue domande, per quanto ognuna sembrasse semplice."

Hai sogni, Squall? Ricordò la sua voce quasi subito.

"Ricordo la notte del concerto," sotto le stelle, a FH, "mi hai chiesto dei miei sogni..."

Era una domanda semplice eppure molto sconvolgente, il tipo di domanda che temevo. Rinoa è una delle poche persone da cui mi aspetto una domanda simile, anche se sentirla persino da lei mi ha messo a disagio, quella notte. Ovviamente anche a parlare con lei, in generale, mi sentivo davvero rilassato e a mio agio.

Ricordava come lei si era lanciata nella conversazione con lui, da creatura sociale quale era di natura, con il suo vestito corto di seta, con i tacchi alti su quel pavimento impossibile sotto di loro, e con quel sorriso tranquillo mentre gli poneva, innocente, la sua domanda. "Hai sogni, Squall? ...Obiettivi per il futuro?"

"Ho sogni... obiettivi?" disse ad alta voce, includendola nel corso dei suoi pensieri. I suoi occhi erano comunque fissi nel vuoto. Fissava oltre lei, in un abisso nascosto.

Mi ci è voluto solo un secondo per scrollarmela di dosso e rivolgere la stessa domanda a lei, solo per sentirla rispondere proprio come me, sorvolando senza alcun tipo di input. Era ancora avvolto nel mistero. A volte mi chiedo cosa avrebbe detto lei, se io avessi risposto con sincerità, quella notte. Nel mio caso, onestamente, non ero arrivato a una conclusione. Non avevo risposto perché non avevo sogni. Avevo sempre avuto troppa paura di non avere una risposta, ma di arrivare invece a una domanda. Potevo incolpare la mia natura di studente, o anche il fatto di essere un SeeD. Ero pagato per ottenere una risposta tramite la mia missione, ma non mi era mai concesso mettere in discussione il mio superiore. Era meglio non dire proprio nulla.

"...Per quanto riguarda gli obiettivi," continuò. "È difficile separarmi dal lavoro, ma è qualcosa in cui cerco di migliorare. E i sogni?" Sorrise. "Non ho mai parlato dei miei sogni con te o con qualcun altro, perché la verità è che non ho mai avuto sogni. Non mi sono mai permesso di sognare." Squall abbassò gli occhi, e scoprì che lei lo stava guardando. "...ma ogni volta che ti guardo, mi ricordo tutto quello che abbiamo passato, quello che abbiamo superato insieme. Ho fatto cose stupide e folli solo per te, Rinoa. Ho fatto tutto solo per tenerti qui, per tenerti viva."

Squall le prese una mano e intrecciò le dita con le sue, poi la strinse teneramente, sollevando le loro mani unite per posarsele sul cuore, sperando che lei sentisse il battito aggressivo nel petto. Rinoa lo sentì, e il suo cuore era impazzito quanto quello di lui. "Non l'ho fatto perché mi era stato ordinato... l'ho fatto perché volevo farlo. Volevo che tu fossi qui perché era così e basta... ti voglio qui. Voglio che tu sia qui con me ogni giorno. Non so cosa sto facendo adesso, o dove andrò a finire con questa azienda. Non per spaventarti, ma non ho idea di dove voglio essere in futuro, perché..." Si avvicinò di nuovo a lei, con gli occhi che si addolcivano. "Perché tu non ci sei..."

"...Stare qui con te adesso mi fa sentire completo come non mi sentivo da tanto tempo," sussurrò piano lui. Con la mano libera, si tolse il cappellino e lo mise sul bancone. Poi la attirò a sé, sentendo ogni curva che aderiva a lui. Sentì la pressione del suo seno contro il petto. Le mancava la sua tenerezza, la sua morbidezza, e si rese conto ora che negli anni lei si era fatta più tonda, più piena. Le posò la fronte sulla sua, con la mano ancora sulla sua vita, dove accarezzò con il pollice la curva dei suoi fianchi.

Lei lo guardò negli occhi, respirando piano, esalando l'ultimo grammo di colpa che anche lei tratteneva da quando lo aveva rivisto. "Come," sussurrò Squall. "Come posso anche solo cominciare a pensare di avere dei sogni, quando... quando la sto fissando proprio adesso?"

Rinoa lo abbracciò immediatamente. Lui le strinse il corpo, l'essenza, e l'anima, premendo teneramente i loro corpi uno contro l'altro. Respirarono insieme, e Rinoa gli posò la testa sul petto, rilasciando tutto d'un colpo lacrime tremanti.

Sorrise e gli posò la mano libera sul viso, accarezzandogli la guancia con estrema dolcezza, mentre alzava la testa per guardarlo negli occhi.

L'intensità del battito del suo cuore bastava a farle girare la testa. Lui non avrebbe saputo quanta emozione le avevano scatenato dentro le sue parole. "Squall..." mormorò dolcemente. "Me ne sono andata perché volevo di più. Volevo di più e non ero sicura che tu saresti stato d'accordo, visto che eravamo ancora ragazzini. Non pensavo che lo volessi anche tu."

Lui aveva aperto gli occhi non appena lei aveva cominciato a parlare. Le accarezzò le labbra con il pollice, e la fissò a lungo negli occhi.

"...Certo che volevo di più... Non l'ho detto allora perché non ero pronto ad affrontare quello che avevamo. Avevamo diciassette anni quando è cominciato tutto. So che tutto quello che abbiamo ottenuto entrambi da soli fino a questo punto ci ha portato qui, di nuovo insieme. Adesso abbiamo una seconda possibilità... so che tutto andrà bene, finché abbiamo l'un l'altra, e stavolta, non dobbiamo semplicemente smettere di volere di più." Sorrise, sapendo che lei poteva terminare quella frase. "Ho tutto quello che potrei mai volere nella vita, ma è incompleto e inutile se tu non sei con me. Non ho bisogno di quelle cose... ho bisogno di te."

Squall scrollò le spalle e smise di sorridere. "So che odi quando lo dico, ma ti proteggerò sempre. Mi occuperò di te, e cosa più importante, ci sarò per te ogni giorno. So che non ci sono garanzie, nella vita, ma passerò il resto dei miei giorni ad assicurarmi di aver fatto tutto il possibile per te. Tutto quello che chiedo è che mi perdoni perché ho esitato in passato, perché ti ho lasciata andare così facilmente. Perdonami per non aver lottato, e per non aver combattuto per quello che avevamo."

"...Squall," sussurrò lei, con lacrime di felicità agli occhi. "L'ho già fatto."

Lui chiuse gli occhi e poi si chinò a baciarla. Le posò un bacio dolce e caldo sulle labbra, e fu felice di sentire che lei ricambiava esitante.

Il sorriso di Rinoa si allargò tra i baci.

"Mi sei mancato," sorrise lei tra le lacrime quando lui si ritrasse per guardarla in viso, asciugandole le guance.

"Mi sei mancata di più tu," sorrise Squall, e tornò a baciarla sulle labbra morbide. Si baciarono con ardore, così tanto che Rinoa si aggrappò alla sua maglietta, bisognosa di qualcosa di più. Squall la spinse all'indietro e la appoggiò contro il bancone, massaggiandole la vita. Questa volta, fece scivolare le mani dietro il grembiule azzurro che Rinoa doveva indossare, e poi sotto la maglietta.

Il campanellino della porta suonò di nuovo, ed entrò un cliente. Immediatamente si separarono e Squall reagì a una lieve spinta di Rinoa, che lo respingeva lungo il corridoio e lontano dalla vista. Una bambina con due trecce di capelli neri era alla porta, ad occhi spalancati e confusi. La luce del sole, che finalmente aveva fatto breccia tra le nuvole di quel mattino pallido, si rifletteva sul cappottino chiaro e i blue jeans che indossava. Rinoa prima sospirò, e poi scrollò via il suo improvviso nervosismo.

"Ciao, Sarah!" cinguettò, salutando la sua cliente.

Squall sorrise. Guardò la sua futura fidanzata, spaventata e rossa in viso, che si occupava della ragazzina. Futura fidanzata, considerando che la loro relazione era andata avanti invece che aggrapparsi al passato come prima. Non voleva altro che il meglio per entrambi, e sapeva che Rinoa non avrebbe potuto essere più d'accordo. Nella sua mente, non aveva alcun dubbio che lei avrebbe detto sì, quando fosse stato pronto a chiederle di sposarlo.

Decise di cominciare a spostare gli oggetti dalle scatole vicino alla porta, mentre Rinoa si occupava della ragazzina. Alla fine, riuscì ad aiutarla a trovare quello che serviva. Mentre lo faceva, entrò un altro cliente e poi un altro ancora, e Rinoa si accorse che si avvicinavano alla parte più impegnativa della giornata. Sapeva che probabilmente non sarebbe riuscita a parlare con Squall per almeno un'ora o due, e sperava che lui rimasse il più possibile.

Anche dopo due ore, Squall era in negozio, e la aiutava dove ne aveva più bisogno. I due continuarono a lavorare insieme, svuotando le scatole, riorganizzando le mensole e le scansie sparse nel negozietto. Alla fine, buttarono le scatole che erano state svuotate, e a fine giornata Rinoa girò il cartellino alla porta sul 'chiuso'.

*~*~*~*~*

La mattina dopo, la manager arrivò in negozio e scoprì che tutto sembrava pulito e in ordine. Margaret fece un passo avanti e inciampò in una scatola che le arrivava quasi alle ginocchia, e che era ancora per terra. "Ma che..."

Vide una lettera agganciata alla scatola, scritta da Rinoa.

Salve signora Margaret, mi dispiace farle questo, ma questa è la mia 'notifica di due settimane'. Comunque, lascerò Timber molto presto. Se le serve aiuto in negozio, sarò felice di trovare qualcuno che possa darle una mano. Non intendevo andarmene così all'improvviso. Passerò di qua per salutarla più avanti. Grazie di tutto!
Rinoa
.

"...Deve essersene andata con lui," disse la donna, ridacchiando. "Sapevo che erano più intimi di quanto dicesse lei. Oh beh, finché son felici..."

Margaret si chinò per sollevare la scatola, ma scoprì che era estremamente difficile farlo.

"Beh, dannazione." Si portò le mani sui fianchi. "Perché diavolo non hanno spostato anche questa?!"

*~*~*~*~*

"Esattamente cos'è che fai adesso? Fai le consegne?" aveva chiesto Rinoa, bevendo con la cannuccia il suo succo di arancia. Non poté evitare il sorriso che le illuminò il viso in quel momento. Si erano incontrati per colazione a un ristorante locale per parlare semplicemente di cosa sarebbe successo ora alla loro vita insieme. "Non che ci sia nulla di sbagliato in quello, sai."

"...A dire il vero, il ragazzo che fa le consegne si è ammalato. Visto che ho pochissima manodopera al momento, non ho avuto altra scelta che sostituirlo." Tagliò le sue uova strapazzate e ne mangiò una forchettata. Dopo aver deglutito, continuò, "quello che faccio fondamentalmente è semplice. Vendo e commercio oggetti, soprattutto Megapozioni, per guadagnare bene. Per avere buone scorte, devo passare molto tempo a cacciare i Mesmerize a Trabia."

"Un attimo." Lei posò il bicchiere accanto al piatto. "Stai dicendo che è la tua azienda? Sei un cacciatore di mostri?"

"Beh, sì, è la mia azienda, e in un certo senso sì, credo di essere un cacciatore, anche se non voglio estinguere la specie." Scrollò le spalle. "Quando ci preparavamo per affrontare Artemisia, ho scoperto un modo di trarre profitto dalle Lame di Mesmerize e dagli oggetti che potevo fare. Usando le abilità dei GF, riesco ad elaborare le loro lame in medicine da guarigione, e poi elaboro quelle medicine in qualcosa di più forte, utilizzabile sia dagli umani che dai GF. Non sai quanto vendano bene le Megapozioni da sole..."

Rinoa sorrise a quella spiegazione. "Con o senza l'abilità Rincaro di Tonberry?"

Squall rise, felice che lei fosse stata attenta alla capacità e caratteristiche non violente del GF.

"Sul serio," disse lei sollevando un sopracciglio. "Da quando pensi agli affari?"

"Da sempre." Il sorriso di lui si allargò. "Come pensi che potessi permettermi l'assemblaggio di tutte le vostre armi?"

"Immagino di aver pensato che fossi pagato bene, come SeeD." Guardò imbarazzata il suo cibo, mangiato solo a metà. Tornò a guardarlo un attimo dopo, scoprendo che lui sorrideva ancora.

"Beh, a seconda del mio rango, il mio stipendio cambiava. Ho scoperto questo modo di fare soldi extra quando ci stavamo allenando e le abilità dei GF erano più forti, anche se allora non ho avuto il tempo di espandere pienamente l'idea, come posso fare adesso."

"Allora vuol dire che stai ancora usando i GF," disse lei piegando la testa.

Squall scrollò le spalle. "Solo quando lavoro. Non c'è davvero altro modo."

"Stai cercando di perdere di proposito tutti i tuoi ricordi?"

Lui si fece misteriosamente silenzioso. "In certi giorni, ovvio..." Lei si rilassò quando gli occhi di lui si addolcirono. "Nessuno vuole ricordare di essere sbagliato e solo."

"Squall," sorrise lei, con una risatina. "Sei così cattivo..."

"E perché?" Lui posò la mano accanto al piatto, ancora con la forchetta stretta tra indice e pollice.

"...Stai scaricando sui GF le mie responsabilità..." Lei si allungò a togliergli la forchetta di mano. Poi gliela prese e la strinse leggermente. "Io dovrei essere quella che ti aiuta a dimenticare il passato, ricordi? È il mio dovere... come essere tua segretaria, compagna di caccia e assistente!"

I due scoppiarono subito a ridere, attirandosi sguardi degli estranei. Quando le risate si calmarono un poco, si tenevano ancora per mano.

"Certo," disse lui serio. "Non vorrei che fosse diverso..."

Rinoa guardò le loro mani unite, e poi tornò a guardarlo negli occhi. "Pensi... pensi che tornerai mai ad essere un SeeD?"

"...Alla fine," disse lui. "...Il Preside Cid ha detto che saremmo sempre stati i benvenuti, e avremmo sempre avuto il nostro posto, se fossimo tornati insieme."

"...Promettimi che se torneremo, un giorno, vivremo da soli. Non posso immaginare di vivere in quel dormitorio, con così poco spazio e privacy."

"Non potrei essere più d'accordo," rispose lui sincero. La guardò negli occhi, e da lì alla mano sinistra, all'anulare, e poi tornò agli occhi. Quando Rinoa seguì il movimento dei suoi occhi, si trovò ad allargare i propri. Aprì la bocca sorpresa, con gli occhi luccicanti, nel ristorante fortemente illuminato. Squall sbatté dolcemente le palpebre e le rivolse un sorriso debole ma adorabile. "Promesso," aggiunse.

Rinoa coprì le loro mani unite, ritrovando infine il sorriso.

Dopo la colazione, lui si offrì di portarla a casa, anche se era a solo un isolato da lì. Rinoa accettò e salì ancora una volta sul suo furgone, con il suo aiuto. L'ultima volta che ci era salita era buio, e quindi l'interno era nascosto da quell'oscurità. Comunque, con il sole che illuminava l'interno, Rinoa vide un vecchio blocco note sul cruscotto, e un foglio recentemente appallottolato per terra. Era di carta a righe, e non il solito foglio bianco.

Mentre Squall l'aiutava ad entrare, si sentì di nuovo lo squillo del cellulare. Lui sospirò pesantemente e la guardò, con gli occhi pieni di scuse.

"Fa' pure." Con un sorriso, Rinoa gli permise di rispondere alla chiamata.

"Grazie," rispose lui. Lei si mise sul sedile del passeggero, mentre lui chiudeva la portiera. Poi si prese il cellulare dalla tasca. Il finestrino era ancora abbassato, come quando era entrata la prima volta, ma anche sapendolo Squall rimase lì accanto, per farsi vedere. Rispose, allontanandosi un poco dalla portiera.

Rinoa aspettò paziente, ma scoprì il foglio sotto al piede. Curiosa, si abbassò e lo stese per bene. Probabilmente non era nulla comunque, un semplice scarabocchio della collezione personale di Squall.

Comunque rimase sorpresa quando scoprì un intero paragrafo nella grafia di Squall. Rinoa inizialmente pensò che fosse roba d'affari, ma dopo aver letto le prime frasi, si rese conto che parlava di lei.

Lesse tra sé e sé.

Timber mi spaventa a morte, perché so che tu sei qui. Non posso affrontarti per come sono ora - o forse ho troppa paura di sapere che saresti indifferente nel rivedermi. Vederti sorridere, anche se sei felice, mi spezzerebbe il cuore. Probabilmente stai bene, e stai meglio senza di me, ma non sono preparato a vederlo. Sono egoista, vero? Hai ogni diritto di essere dove sei, felice e tutto. E io ho ogni diritto di stare qui a rimpiangere tutto ciò che è mai successo tra noi, a rimpiangere di non averti detto una parola quando te ne sei andata. Nonostante il mio egoismo, mi scopro a lavorare per noi. Non penso a null'altro che a trovare un modo di vivere per potermi occupare di entrambi. Forse è il mio destino, per non essere stato onesto con te fin dall'inizio. Passerò il resto della mia vita a desiderare di averti. Avrei dovuto trattenerti, stringerti con tutta la forza del mio corpo, implorarti di non andare. Avrei dovuto dirti che ti amo, ma non l'ho fatto. Non ho mai-

All'improvviso, la portiera si aprì ed entrò Squall. Seguì la solita routine, aggiustando il sedile e trovando i guanti sul cruscotto, tra altre cose. Mentre lui si preparava a infilarsi il guanto destro, Rinoa fissava il foglio. Fece un respiro profondo, e lo guardò con gli occhi pieni di lacrime. Sentendosi osservato, lui si fermò e si girò verso di lei.

"Stai bene?"

"S-sì," sorrise lei asciugandosi una lacrima. "Sto bene."

"...Piangevi?"

Lei scosse la testa e nascose il foglio. Lo infilò nel vano oggetti della portiera, e poi si allungò a prendere la cintura di sicurezza. Squall si sporse sul sedile mentre lei faceva per allacciarsi la cintura. Lui notò il foglio, ricordando ancora come l'avesse appallottolato. Quando Rinoa si accorse di essere stata scoperta, mollò immediatamente la cintura di sicurezza. Questa tornò al suo posto, scontrandosi con la faccia di lui.

"Hey!" gridò lui, tenendosi il mento.

"Oh!" esclamò la ragazza, toccandogli anche lei il viso e cercando di alleviare il dolore. "Mi dispiace così tanto! Stai bene?"

"Sto bene," le disse lui. "Mi ha mancato per un pelo," mentì, ignorando il bruciore sul viso, anche se aveva il naso e la guancia rossi per il dolore. Rinoa non ne fu affatto convinta, ma decise di credergli.

"Non sei davvero cambiato molto," sussurrò lei. "Ci sono cose che sono più delle parole, cose che non devi dire ad alta voce. Tanto per chiarire, ho sempre saputo cosa provavi per me dai tuoi gesti, e quella, Squall, è una cosa che amo di te. Tu di natura non sei loquace, ma i tuoi gesti parlano per te."

Si avvicinò a lui, sedendosi sul bordo del sedile mentre lui tornava a posto, sempre guardandola. "Credo," continuò lei in un sussurro, "di non aver mai pensato che non ti piacesse la tua incapacità di dire cosa provavi e cosa volevi dire, fino a quel punto. Come sempre non ti costringerò a dirmi niente, perché so già cosa provi. Ho solo bisogno che tu ci sia, perché ti amo molto e non voglio che tu passi la vita ad avere altri rimpianti."

Gli massaggiò le zone rosse del suo viso con i pollici, sperando di lenire il dolore che lui taceva.

"Forse dovremmo prendere del ghiaccio," sussurrò. "Si farà il livido, se non facciamo qualcosa subito."

"Rinoa, sto bene," ripeté lui in un mormorio, cercando di mettere le mani su quelle di lei. "Non ci serve il ghiaccio," disse fissandola intensamente negli occhi, addolcendo lo sguardo e toccandole il viso. Le accarezzò la guancia con la mano nuda; non era davvero riuscito a mettere il guanto. Rinoa sentì il suo palmo ruvido contro la guancia. Chiuse gli occhi al suo tocco.

Era sempre stata così premurosa e delicata, soprattutto quando si trattava di aiutarlo. In tutto, nella sua vita, che fosse combattere accanto a lei o aiutarlo a gestire le lotte quotidiane, Rinoa c'era. Era sempre rimasta volontariamente al suo fianco. Chi era lui per non darle le parole che lei aveva meritato in tutto, anche se catturavano a malapena l'essenza di quello che il suo essere profondo provava davvero per lei?

"...Ti amo, Rinoa," mormorò, con gli occhi azzurri che luccicavano. "Ti amo così tanto." Il cuore gli batteva forte. Rinoa percepì la sicurezza delle sue parole, la sentì nell'anima.

"Io ti amo di più," gli disse accarezzandogli la guancia, mentre lui si avvicinava per baciarla dolcemente. Rinoa rispose al bacio con passione, avendo condiviso quei sentimenti, scritti e detti, e gli permise di afferrarla dal sedile. La passione divenne troppo ardente in pochi secondi, ma Squall non la lasciò andare, né lei si ritrasse.

Alla fine Squall avrebbe trovato il coraggio di portarla a casa, ma nel frattempo riuscirono a ignorare i commenti dei passanti sul marciapiede accanto al ristorante, dove aveva parcheggiato il furgone. Era qualcosa che il vecchio Squall, Rinoa lo sapeva, non si sarebbe mai sognato di fare, ed era sicuramente felice che riuscisse a viverlo e sperimentarlo adesso.

E si sarebbe affidata a lui con tutto il cuore per ogni giorni a venire, e non vedeva l'ora di vivere il loro promettente e misterioso futuro insieme, per sempre.

Fine

*****
Nota della traduttrice: come sempre, grazie a Little Rinoa per il betareading e ogni commento sarà tradotto e inoltrato all'autrice. Eventuali risposte alle recensioni saranno tradotte e inserite dove possibile come risposta nei vari siti.
Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :)
E... pochi giorni fa è stato aperto un archivio dedicato esclusivamente a Final Fantasy, Kingdom Hearts e Dissidia! Non è ancora del tutto completato e mancano i personaggi delle ultime categorie, ma intanto potete cominciare a iscrivervi e postare! Lo trovare qui: FF Archive.
Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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