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Autore: Finnick_Odair    17/06/2013    2 recensioni
Nella terra di Grytto regnavano pacifiche le quattro razze reali, ognuna segnata da un proprio stendardo di diverso colore. Bianco come le fredde terre del nord e la neve che essa ricopre ai draghi dominatori degli elementi. Viola come le saette che squarciano il cielo nelle lunghe tempeste dell'ovest agli umani portatori di intelligenza. Verde come le miti pianure del sud agli elfi che custodiscono l'antica parola e Rosso come il fuoco e il calore che devasta ogni cosa ai maghi artefici delle battaglie.
Ogni popolo sotto il proprio stendardo doveva seguire le leggi che esso dettava e le leggi cambiavano per ogni popolo.
Ai draghi non era permesso uscire dalla catena montuosa che circondava il loro territorio. Agli umani non era permesso l'uso della propria intelligenza per creare il male. Gli elfi non dovevano piegare al loro volere la natura e i maghi non dovevano affinare le loro capacità ai limiti della magia.
Queste leggi erano l'unico fattore che permettava ai popoli di non entrare in guerra, sapendo che si sarebbero devastati a vicenda ma un giorno tutto cambiò.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quello che Hao vedeva lo stava rendendo davvero confuso. Norah stava sulla soglia di casa di Hao e salutava allegramente l'amico che ritornava esausto a casa dopo una lunga ricerca. Non aveva cicatrici, era pulitissima. La solita chioma nera che le ricadeva sulla schiena....Tutto era al suo posto.
Hao camminava sempre alla stessa velocità, non accellerò il passo per correre verso l'amica ritrovata, anzi, stava cercando di capire quello che era successo, ma nel frattempo si godeva lentamente l'attimo in cui avrebbe abbracciato la ragazza.
Quando Hao si trovò di fronte a Norah lei non fece che rivolgergli un lieve sorriso ed entrò in casa, lasciando Hao con le braccia spalancate e un espressione come quella di una persona che non capisce un determinato calcolo aritmetico. Senza perderdere tempo Hao entrò in casa, e vide che Norah stava apparecchiando il piccolo tavolino, come se quella fosse la sua casa. Ora il ragazzo era decisamente confuso e per un momento si chiese anche se quella persona era davvero Norah.
-Ah! Amico mio! È tempo che tu rimetta in ordine questa casa, altrimenti lo farò io!- Disse Norah in tono scherzoso.
Poi agitò le mani, disse alcune parole che ad Hao risultarono come magiche, e il disordine divenne magicamente ordine. Letteralmente. Le cianfrusaglie cominciarono ad alzarsi e a posizionarsi sulle mensole, sui mobili e nei cassetti. Da quando Norah aveva acquisito queste grandi padronanze magiche? Poteva non sembrare ma richiedeva un certo sforzo riuscire a manipolare molti oggetti in un unica volta. Ora Hao aveva visto tutto quello che si poteva vedere. E vedere Norah che usa una magia era una cosa davvero strana. Poi l'occhio di Hao cadde sui fianchi di Norah, non portava la solita cinta a cui era appesa la sua spada. 
Lei non era Norah.
-Chi sei?- Disse Hao in tono minaccioso.
-Ma come? Sono Norah! Non mi riconosci?- Disse Norah come se quello fosse un simpatico gioco.
-Ho detto, chi sei?- Rispose ancora più forte Hao.
-Hai bisogno di riposare, dai vieni!- Rispose la ragazza con fare materno.
-Non toccarmi- Sibilò Hao quando quella che ormai non era Norah aveva provato a toccarlo.
L'espressione della ragazza si fece subito seria e, come se non fosse lei a parlare, ma come posseduta disse:
-Vieni Hao!- Sembrava quasi che volesse urlarlo.
Poi, in un attimo, due coltellini da lancio, si piantarono uno in mezzo agli occhi e l'altro al cuore, e la ragazza si sgretolo come un castello di sabbia bagnato dal mare. Hao subito intimorito si girò, era Norah, sempre senza cicatrici ma con l'elsa alla cintola e i coltellini tra le dita. Hao svenne.
 
Si risvegliò nel tardo pomeriggio, il sole aveva già cominciato a tramontare e il cielo si stava lentamente tingendo di un rosa pallido. Dalle piccole finestre della casa di Hao, entravano fasci di luce che illuminavano a chiazze le stanze.
Norah arrivò proprio quando Hao cercò di rimettersi in piedi.
-No, ora tu riposi, ne hai bisogno.- Disse con tono dolce.
E Hao si riaddormentò ancora più frastornato di prima.
Poteva essere mezzogiorno, Norah aveva già cominciato a cucinare per il pranzo. Hao era stranamente carico di energia e si mise subito in piedi. Aveva i sensi in qualche modo più all'erta. Ogni rumore veniva amplificato e ogni oggetto ingrandito, forse Hao si era rimpicciolito durante il sonno? Guardò il pavimento e notò che c'erano ancora dei resti di polvere della falsa Norah e i due coltellini che ormai giacevano a terra.
Norah si accorse di una qualche attività dietro di lei, di girò e notò Hao spaesato.
-Qualcosa non va?- Chiese avvicinandosi.
Hao si girò e la vide, vide ogni singolo particolare della sua pelle come se fosse sotto una lente di ingrandimento. Se si concentrava poteva ancora "ingrandire" la figura, si accorse quindi che era voluto da lui. Posò gli occhi sull'elsa della spada appesa alla cintola, era lavorata benissimo, riusciva a vedere anche dentro al rubino che ne decorava la guardia, era davvero affascinato. Tornò sul viso di Norah, sembrava spaventata ma curiosa.
-Perchè mi guardi così?- Disse Hao.
-I tuoi occhi, sono....Strani.- Rispose socchiudendo gli occhi come per cogliere un qualche particolare.
Hao non capì ciò che intendeva l'amica, così andò allo specchio e vide che i suoi occhi erano come quelli di un rettile, la pupilla sottilissima e l'iride di varie tonalità di verde.
Era davvero affascinato e spaventato, poi gli occhi tornarono come prima. Hao e Norah si rivolsero uno sguardo preoccupato ma nessuno dei due parlò.
 
                                                                            ****
Due ragazze stavano combattendo fra di loro. La ragazza dai capelli neri aveva un aria triste e impugnava uno stocco, estremamente lungo e sottile, e l'elsa che riprendeva un motivo che ricordava un pentagramma musicale si avvolgeva intorno alla mano. L'altra ragazza invece, aveva i capelli ricci che andavano dal biondo al castano, si muoveva come se danzasse su delle ninfee, agile come l'aria impugnando una spada tutt'altro che leggera, fatta di cristallo viola che dalla mano le arrivava direttamente a terra. La ragazza con lo stocco si limitava a parare i colpi con aria estremamente triste mentre l'altra attaccava e attaccava con mosse imprevedibili, potenti ma al tempo stesso davano la sensazione che non avesse impiegato forza nel farle. La ragazza riccia sferrò un colpo dall'alto che l'altra parò molto facilmente poi, in uno scatto, la spada di cristallo si tramutò in una picche e partì in un affondo. L'avversario era ormai spacciato ma come se fosse vento si spostò di lato, la picche andò a vuoto e la ragazza da cui era partito l'attacco cadde rovinosamente a terra. Lo stocco si andò a posare poi sulla gola del caduto e le due ragazze risero.
-Non ti batterò mai!- Disse la sconfitta.
-Sono solo più brava di te- Fu la risposta data con tono di superiorità.
-Sempre gentile, vero Eirein?- Disse spostando la spada dalla sua gola e rimettendosi in piedi.
-Andiamo che è meglio, qui sta facendo buio, un giorno mi spiegherai come fai a tramutare la tua spada in una picche-
-Non lo so nemmeno io, è come se un istinto dentro di me mi dia la forza di farlo-
-È magia, Leigheb! Perchè non lo capisci?- Disse Eirein con tono sognante - Aspetta, prendo gli occhiali e ritorniamo a casa.- Prese un paio di graziosi occhiali da una pietra, se li mise e insieme a Leigheb si diressero verso casa.
-Un ultima cosa Eir, non chiamarmi più Leigheb, sai che mi da fastidio!-
-Poverina! Buh uh! Preferiresti...Uhm...Saxa?- Disse scherzando.
-Ehm..No, direi che Leigheb va bene.- Fu la risposta un po spaventata.
                                                                            ****                                                                                                   
 
Norah e Hao erano rimasti ancora un po' a fissarsi, ognuno sosteneva lo sguardo dell'altro me nessuno dei due osava trapelare anche una piccola parola. Perchè gli occhi di Hao erano diventati così... da rettile? Hao aveva bisogno di risposte, di tante risposte.
L'unica alternativa che gli rimase fu la bibliochiesa. Quel giorno la bibliochiesa aveva un'aria davvero molto triste. L'odore dei libri era più forte del solito e dalle finestre entrava non più di un qualche piccolo raggio e la maggior parte di luce che permetteva di vedere in quel posto già buio, era il rosone. Sempre illuminato. L'unico problema che ora rimaneva era in che libro cercare l'intoppo che Hao aveva visto nei suoi occhi. Erano davvero come quelli di un rettile, così verdi, anzi! Dalle mille tonalità di verde! Quel pensiero calmava Hao in maniera quasi innaturale che urtò debolmente uno degli scaffali contenente libri sui vari luoghi di Grytto. Hao fu particolarmente colpito da un libro caduto a causa del debole impatto. Aveva un enorme occhio al centro. L'iride dalle sfumature di un tenue giallo, e la pupilla, sottilissima. Combaciava col suo occhio, se non fosse per il colore. Chiamò Norah che nel frattempo era andata altrove, corse subito e vedendo Hao eccitato gli chiese il motivo. Hao di tutta risposta cacciò da dietro la schiena il libro che aveva trovato come se avesse regalato un mazzo di fiorni alla sua amata e, in un lampo, gli occhi di Norah parvero acquisire un aria soddisfatta e la sua bocca un ghigno malvagio. Hao non ci badò troppo e insieme a Norah andò a posarsi sui leggii per cominciare a leggere.
Il libro si intitolava "Draghi di Iotove". Iotove è la regione nord di Grytto, lì nevica e fa sempre freddo, a Ein'Saha ci sono rare tempeste di sabbia e un caldo insopportabile.
Il titolo era strano, Iotove era una terra di draghi e non capiva perchè il libro sottolineava il fatto che potevano esserci diversi tipi. Aprì il libro, le pagine erano state scolorite dal tempo ed erano strappate un po' qui e un po' lì. C'erano raffigurazioni di quelli che sembravano umani ma alcune parti del corpo erano diverse. Sembravano ricoperte da squame, di colore sempre diverso. Un braccio completamente squamato, una coda, mai un drago in tutto e per tutto. Cominciò a leggere i vari paragrafi che dividevano le illustrazioni per cercare di capire.
"Molti credono che i draghi siano tutti uguali, possenti e magari dotati di enormi ali. Si sbagliano. I draghi sono quelle creature che possono mutare una loro parte del corpo in una parte da rettile, infatti nelle seguenti illustrazioni possiamo notare un unico arto completamente squamato. Questo conferisce ai draghi maggiore forza. Abbiamo però anche illustrazioni che rappresentano una mutazione -esterna- infatti in queste figure abbiamo draghi con la coda, segno che possono sviluppare anche la capacità di -esternare- appunto le proprie mutazioni. I draghi riescono a co"
Il paragrafo finiva a causa di qualche strappo e riprendeva poco dopo, la curiosità di Hao cresceva mentre Norah si guardava solamente intorno. Continuò a leggere.
"ovviamente per questa pratica ci vogliono anni e anni di addestramento. Ogni drago ha un colore diverso. Abbiamo i draghi de"
La descrizione finiva a causa dell'inchiostro sbiadito questa volta ma Hao non si diede per vinto e continuò a leggere.
"E infine possiamo dire che rari sono i draghi che possono mutare completamente il loro corpo. Si assume così la forma -Ibrido- perchè ci si allontana dal corpo originario ma si mantiene la stessa coscienza."
Il paragrafo proseguiva parlando dell'anatomia dei draghi e del loro modo di vivere, ma ad Hao non interessava nulla di tutto ciò, voleva capire qualcosa sui suoi occhi ma finì per distrarsi e leggere un altro libro. Chiuse il libro e andò a posarlo, scoraggiato quando vide che Norah non c'era.
-Norah? Dove sei?- Non era preoccupato, magari era andata a cercare un libro che potesse tornare utile.
Per qualche momento nessuno parve rispondere poi si udirono delle urla provenire da fuori. Hao corse subito verso il portone per uscire ma si ricordò di Norah e rimase a cercarla.
-NORAH! NORAH!- Gridava più forte che poteva e all'esterno, nella scuola, le urla divenivano sempre più forti seguite da indicazioni come "Scappate" o "Attenzione",
Norah sembrava sparita dalla bibliochiesa e Hao si ritrovò più solo che mai. Un esplosione e un rumore di cardini infranti. La porta era stata abbattuta e si potevano sentire dei tonfi pesanti e veloci. Si avvicinavano sempre di più, sempre più vicini ad Hao poi una bestia apparve dal nulla agli occhi del ragazzo terrorizzato.
Era alta, almeno tre metri se non di meno, aveva braccia lunghissime che venivano trascinate e delle gambe davvero corte. La pelle di un verde sporco, ricoperta a tratti da una strana sostanza giallastra. Gli occhi piccolissimi, ridotti a due fessure semi invisibili di un nero che nemmeno la notte avrebbe potuto rappresentare. Aveva addosso qualche lembo di una tunica rosso fuoco qui e li.
-HAO!- Urlò la bestia
Il ragazzo cominciò a capire che qualcosa non andava, stava succedendo di tutto eppure era come se nessuno potesse accorgersene. Norah era stata trasformata in una bestia non si sa come e a nessuno parve importare. Già, quella bestia era Norah. Hao riconobbe la sua tunica e la voce che si nascondeva dietro quell'urlo macabro. Poteva anche essere una falsa Norah, come quella che incontrò a casa sua. Ma ora solo una cosa balenava nella mente di Hao, anche la ragazza con qui era stato le ultime ore era un impostora.
Hao sorrise, non aveva la faretra con il suo arco e le preziose frecce quindi decise di passare alle maniere forti. Assunse la posizione di combattimento magico ravvicinato. Come la maggior parte delle magie che servivano a ottenere potere, si aveva bisogno di un tributo. Hao si strappò la maglietta e con una scheggia di legno di uno scaffale distrutto dalla bestia si graffiò il petto. Il sangue gli colava ora sull'addome, con le mani compì alcuni movimenti come se cercasse di manipolare il vuoto e poi le portò all'adome ormai grondante di sangue. Adesso era pronto, portò tutta l'energia che aveva evocato alle sue braccia e si avventò sulla bestia. La creatura non era difficile da colpire era grande e goffa quindi veniva attaccata con grande facilità. Hao percepì di aver abusato del suo potere quando il suo petto cominciò a illuminarsi. Adesso il potere che cercava lo stava prendendo dall'interno e Hao non poteva permettere di perdere un polmone o addirittura il cuore. Arrestò la sua magia e non fece altro che schivare i colpi cercando di attriare la bestia il più lontano possibile. Hao aveva già visto quel mostro, non come Norah, ma come mostro da bestiario. Cercò di ricordare tutti gli insegnamenti ricevuti dall'anziano Noirhim riguardo le creautre che vivevano Grytto. Era un Wartloz. I Wartloz erano molto rari e di solito vivevano presso i golem di pietra nelle radure centrali di Grytto. Non sapeva come fosse arrivata a Ein'Saha ma non se ne preoccupò visto che era una ragazza tramutata a quanto pareva. I Wartloz inoltre erano goffi ma conservavano un energia capace di distruggere un palazzo che rilasciavano solo se sul serio minacciati. Questo fece arrabbiare Hao perchè voleva dire che quel mostro non riteneva Hao una possibile minaccia. Doveva assolutamente ricordare i possibili punti deboli di una creatura del genere.
Si ricordò di una lezione passata all'aperto con il suo maestro.
-Ricorda Hao, anche se sono rari gli avvistamenti di tali creature, sappi che sono estremamente pericolose e che bisogna ucciderle alla svelta. Un colpo alla testa ben assestato dovrebbe bastare, per farlo infuriare ancora di più. Dimmi Hao, quale potrebbe essere un valido punto di debolezza?- Chiese Noirhim.
-Beh...Credo le gambe, signore. Sono corte e sicuramente gracili!- Rispose prontamente il ragazzino.
-Eccellente Hao, eccellente- Rispose il maestro con una piccola risata.
Adesso Hao sapeva cosa fare, doveva puntare alle gambe. Non era necessaria la magia, uno spintone sarebbe bastato. Hao si diresse verso le gambe della bestia ma d'un tratto venne scaraventato via da una bracciata. Il sangue gli colava caldo dalla testa e gli copriva l'occhio destro, sentiva mancarsi quando risentì quella strana sensazione che aveva provato soltanto poche ore prima. Si sentì prima svenire e poi i suoi occhi parvero inondarsi di potere. Vedeva ogni cosa. Il Wartloz si stava avvicinando e si strinse le mani, poi mentre stava per sferrare un attacco usando le sue mani come martello Hao si accorse di una figura dietro la bestia, impugnava un arco già incoccato e mirava alle gambe corte del mostro. Era familiare quella figura, cercò di vedere meglio e notò che aveva delle strane orecchie a punta e dei capelli che formavano una debole cresta. L'elfo che uno degli anziani aveva catturato era riuscito a scappare! La freccia partì e trapassò letteralmente il ginocchio. Il Wartloz emise un enorme urlo di dolore e cadde a terra facendo tremare tutto. Il ginocchio era una fontana di sangue ormai e lentamente il mostro cominciò a dissolversi e rimase solo la freccia, prima sospesa dove c'era il ginocchio e poi a terra.
Mentre l'elfo si avvicinava per soccorrere Hao, quest'ultimo svenne, ancora. 
-Che vergogna- Disse Hao prima di perdere i sensi.
  
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