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Autore: damonseyes    17/06/2013    12 recensioni
E’ alto, riccio ed ha due occhi verdi che mi scrutano per una piccola manciata di secondi ed in quegli occhi leggo la stessa rabbia che ho dentro. Riconosco in quel ragazzo misterioso tutto quello che provo e allora salgo sul ring e continuo a fissarlo, senza togliergli gli occhi di dosso. Cerco di mettergli ansia, paura, ma lui non abbassa lo sguardo e mi fissa con quegli occhi smeraldo che si riflettono nell’azzurrino dei miei. 
“Tu sei?” dice sfoggiando un sorriso quasi strafottente. Hm, non mi piace, non mi piace per niente la sua aria da bulletto. “Louis” e replica subito “Bene Louis, stasera mangerai polvere.” poco stronzo eh?
“Mr ego super sproporzionato, il tuo nome sarebbe?” dico senza scompormi, la sua frecciatina non mi smuove per niente e ne sembra sorpreso. “Harry, Harry Styles.” già, gli si addiceva proprio quel nome. Faceva per lui.
Harry. Harry mi sento DioStyles. 
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao care lettrici o lettori, sono rosario e sono qui per raccontare la storia di me e del mio ragazzo. Gliel’ho promesso ed io mantengo sempre le promesse.
Il mio volto e quello di Nicholas sarà quello di Harry e Louis, sono la mia coppia preferita e per la nostra storia ce li vedo proprio. Per favore, non chiudete subito ed arrivate fino alla fine per farmi sapere cosa ne pensate.
UNA PICCOLA  RECENSIONE PER SAPERE COSA NE PENSATE?
Un bacio, ros.

 

Skinny Love

capitolo 2.

 
 
 
“Dove ti va di andare?” mi dice sempre sorridente. Harry è strano, sorride sempre e ha un’aria di chi non pensa a nulla. Di chi è spensierato e non ha problemi.
Non abbiamo nulla di simile visto che io sono pieno di pensieri e problemi che mi vorticano per la testa.
“Non so, dove ti pare. Basta che si mangia perché sto davvero morendo di fame!” mi viene spontaneo di sorridergli. E’ gentile, almeno adesso lo è.
Camminiamo per le strade di Londra, fredde e deserte a quell’ora parlando delle nostre vite.

Sembrava fossimo vecchi amici che si rivedono dopo cinque o sei anni, mi salgono i brividi e lui se ne rende conto. Harry nota tutti i miei movimenti, mi mette quasi in soggezione. “Allora.. Louis, parlami un po’ di te. Della tua vita..” mormora.
Non sono molto bravo a fare conversazione, sono un tipo timido e molto suscettibile. Bizzarro per uno che fa boxe eh? Un ragazzo di quindici anni dovrebbe essere sicuro, forte e strafottente.
“Non c’è molto da dire.. Harry, mio padre è morto quest’anno. Vivo con mia madre e a volte suono la chitarra, faccio boxe come hai potuto notare.” ci scherzo su, ma la verità è che mi fa male parlarne. Mi fa male nominare mio padre. E’ un capitolo dolente, come quelli del tuo libro preferito che hai riletto così tante volte che non li vuoi più sentir nominare o pensarci. Beh, almeno per me era così.
“Ah, mi dispiace sai? Non posso dirti che ti capisco, però posso starti vicino.” sorride ancora.
E’ così bello il fatto che lui rida sempre, sembra un bambino.
Forse lo è, dentro. “Quanti anni hai, Harry?” mi piace dire il suo nome.

Harry, Harry Styles.  

“Ne ho sedici Lou e tu?” Mi ha chiamato Lou, nessuno lo aveva mai fatto prima d’ora. Il mio soprannome era sempre stato Boo Bear e lo odiavo, lo odiavo proprio. Lou mi piace e mi piace ancor più il fatto che sia Harry a chiamarmi così. “Quindici compiuti a dicembre.”
“Dicembre? Anche io sono nato a dicembre!” e siamo, ormai, arrivati alla pizzeria.
 
Two hours after
“E’ stata una bella serata Harry, davvero. Grazie.” sorrido impacciato. Siamo davanti casa mia e mi sembra uno di quei film romantici dove i due, prima o poi, si baciano. Ma io sto con Jessica e poi non mi piacciono i ragazzi, no!

Lui sorride come me, sorride mordendosi il labbro e non posso fare a meno di pensare a come non abbia una ragazza. E’ bello, Harry. “Lo è stata anche per me Louis, questo è il mio numero –mi porge un biglietto e con prontezza lo memorizzo sul blackbarry- chiamami quando ti va.” annuisco e ci salutiamo.
Entro piano in casa per non svegliare mia madre, si arrabbierebbe visto che è la quarta volta in una settimana che salto il coprifuoco. Si, forse avrei chiamato Harry.
Sentivo che fossimo già amici perché, a lui, avevo potuto dire cose di me che agli altri non potevo e non volevo dire.
Lo sentivo maledettamente vicino. 
  
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