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Autore: CrazyFantasyWriter    17/06/2013    2 recensioni
Sono Kate, Kate Huster, ho diciotto anni, non sono particolarmente bella e non ho avuto una vita facile e ricca di sorprese, ma quello che mi è successo il giorno del mio sedicesimo comlpleanno ha dell'incredibile. Ti dico solo che ero alla stazione di Londra con i miei volumi della saga di Harry Potter. Vuoi sapere cosa mi è successo? Inzia a leggere, questa storia fa per te!
(Questa è la mia seconda ff e la scrivo in parallelo con "Il settimo anno" spero sarete clementi!)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Il tempo che ci separava dalla festicciola che aveva organizzato Lumacorno era passato molto velocemente ed ben presto nonostante la mattina avessimo lezione arrivò l'ora della festa.

Svelte io ed Hermione ci vestimmo, lei si mise un semplice maglioncino, io misi un paio di pantaloni con una camicetta abbastanza elegante.

Vestite e agghindate uscimmo dal nostro dormitorio e andammo in Sala Comune ad aspettare Harry.

Poco dopo il ragazzo arrivò accompagnato da Ron.

“Pronte?” chiese il rosso.

Io sorrisi in risposta.

“Allora andiamo?” disse Harry.

“Non badate a me, il Lumaclub vi aspetta!” esclamò Ron mentre noi ci dirigevamo già al ritratto della Signora Grassa.

“E' insopportabile quando fa così” disse Hermione una volta passato il quadro.

“Non prendertela con lui” le dissi io.

“Kate ha ragione, è sempre stato così, poi gli passa, lo sai. Lascialo stare per un po' e non ti dirà niente”

Né io né Harry dicemmo più niente e Hermione si limitò ad alzare le spalle.

Arrivati nel sotterraneo e entrati nell'ufficio del professore trovammo una sorpresa, o meglio i miei due accompagnatori trovarono una sorpresa:

lo studio era stato modificato, al centro era stato posizionato un grande tavolo rotondo attorno al quale erano seduti alcuni ragazzi che i due Grifondoro avevano visto in giro per i corridoi e io avevo conosciuto nei libri.

La cena fu piacevole e durante tutte quelle prelibate portate continuavo a chiedermi quando fosse arrivata Ginny, poi mentre mi riformulavo la domanda per l'ennesima volta la porta dell'ufficio si spalancò ed entrò la ragazza.

Indossava un bellissimo abito elegante blu, i capelli erano sciolti e lucenti, ma i suoi occhi era gonfi e arrossati.

“Lei e Dean hanno di nuovo litigato” bisbigliò Hermione a me ed Harry mentre Ginny si avvicinava al tavolo.

“Scusate, di solito non sono mai in ritardo” disse la ragazza prendendo posto.

“Giusto in tempo per i dessert” disse Lumacorno e tornò l'armonia che c'era poco prima.

“Kate, i tuoi genitori sono babbani vero?”

La domanda che più temevo era arrivata. Annuii.

“E che professione svolgono nel mondo dei babbani?” mi chiese ancora Lumacorno mentre tutti mi puntavano gli occhi addosso.

“Mio padre lavora in un ufficio, mia madre è la direttrice di un giornale di moda”

“Molto interessante...” commentò il professore come se stesse guardando una delle sue pozioni.

Iniziai a innervosirmi.

“La tua storia è molto strana, puoi raccontarcela? Tutti sappiamo che hai saltato i primi anni e sei passata subito al sesto, puoi spiegarcene la ragione?”

“Io... Mi scusi” dissi, presi il tovagliolo, mi pulii la bocca e lasciai la stanza.

Aveva chiesto troppo, cos' avrei mai potuto raccontare, la verità no di certo e dire una bugia era la cosa che mi spaventava di più in assoluto. Ne avevo abbastanza, la storia dei libri, di non raccontare niente a nessuno, io non potevo farcela... Avevo mentito addirittura a Silente! Non potevo andare avanti così, in quel modo sarei solo stata più confusa che mai.

Mentre mille pensieri mi riempivano la mente e le lacrime iniziavano a salirmi agli occhi mi catapultai oltre il ritratto.

La Sala era vuota, c'era solo un ragazzo seduto davanti al caminetto.

Con grande sollievo lo riconobbi e mi avvicinai a lui.

“Ron...” dissi con voce tremante.

Lui lasciò immediatamente il nuovo numero del Cavillo che stava sfogliando e si avvicinò a me.
Ci sedemmo vicini sul divano.

“Cos'è successo?” mi chiese.

Io feci no con la testa e scoppiai a piangere, cercai di controllarmi, ma le lacrime erano più forti di me.

Restammo in silenzio per alcuni minuti, io avevo la testa appoggiata alla sua spalla e lui cercava di consolarmi accarezzandomi la mano.

“Vuoi venire in un posto?” mi chiese.

Io annui.

In poco tempo arrivammo alla guferia.

Nei libri non era mai stata descritta di notte e fui stupita dalla bellezza che aveva il paesaggio che circondava il castello sotto il chiaro della Luna.

“E' stupendo” sussurrai.

“Già” disse lui cercando di nascondere l'imbarazzo guardando altrove, “Non c'è nemmeno un gufo a quest'ora, potrebbero sentirci parlare da miglia e miglia”

“Allora non è il posto giusto per raccontare un segreto” dissi.

“Tutti posti vanno bene per raccontare un segreto” mi incoraggiò lui.

“Ti ho mentito Ron” dissi quasi sputando le parole.

Lui mi guardò sospettoso.

“Ho mentito a te, a Harry, a Hermione, perfino a Silente” mi allontanai da Ron e mi sporsi per guardare il lago Nero.

“Va' avanti” sbotto il rosso, era arrabbiato.

“Ti prego non fare così” lo supplicai voltandomi a guardarlo.

“Continua, Kate” disse lui con lo stesso tono di poco prima.

“Le vostre avventure sono scritte in sette libri, uno per ogni...”

Ron fece una risata amara.

Tirai un respiro e continuai.

“Ogni volta che mi sentivo giù prendevo uno dei volumi e iniziavo a leggerlo, il primo settembre mia madre è venuta a casa, vivo con mio padre, lei non c'è mai, e ha provato a bruciare un libro, io mi sono arrabbiata, ho preso i libri li ho messi in una borsa e sono scappata. Sono andata alla stazione di King's Cross, mi sono appoggiata contro il muretto che separava il binario nove dal binario dieci. La posizione, la data e l'ora mi hanno fatto sorridere, perchè coincidevano con la partenza dell'Hogwarts Express. Ero stanca ho chiuso gli occhi e senza accorgermene avevo passato il binario. Il treno era in partenza e senza pensare sono salita a bordo appena prima che partisse”

“E come mai hai una bacchetta e sai fare gli incantesimi?” mi chiese Ron con aria annoiata.

“Non lo so” gli risposi con vece flebile: ero stanca di tutto e tutti.

“Già, combinazione non lo sai”

“Ron, è tutto vero! Sto dicendo la verità... Credimi...”

“Perchè lo dici proprio a me” sbottò lui senza degnarmi di uno sguardo.

“Perchè...” me n'ero innamorata, ma non riuscii a dirglielo.

“Ecco” disse lui in un suono quasi impercettibile, andò verso l'uscita, poi si girò a guardarmi per un istante e scappò.

Io rimasi lì, nella guferia a piangere, perchè non mi capiva...

Avevo sbagliato tutto, con i miei genitori, con quello strano mondo nel quale ero finita... con Ron. Persino lui si era allontanato da me.

I giorni che seguirono furono i più brutti e tristi di tutta la mia vita. Ron non mi guardava, non mi parlava e di conseguenza, ovviamente, anche Harry ed Hermione mi lasciavano sola per stare con lui, io ero solo una nuova studentessa, nulla di più.

Non potevo più rifugiarmi fra le pagine dei miei libri, nulla aveva più senso in quel mondo, nulla. In quei giorni capii che non appartenevo al castello, la mia vita era con mio padre e con i miei amici nel mondo dei babbani, la mia presenza ad Hogwarts aveva solo stravolto le cose.

Dopo un paio di giorni senza che nessuno mi rivolgesse la parola una mattina incontrai Hermione nel nostro dormitorio, c'eravamo solo noi due.

“Ciao” la salutai senza entusiasmo riordinando le piume e le pergamene nella borsa.

“Come stai?” mi chiese lei, credevo se ne infischiasse di come stavo, ma guardandola negli occhi capii che era davvero preoccupata.

Alzai le spalle.

“Non so cos'è successo l'altra sera fra te e Ron, ma non potete andare avanti così”

Io la guardai sospettosa senza interromperla.

“Siete diventati molto amici anche se vi siete conosciuti da poco, si vede. Io e te siamo amiche, ma non come te e Ronald. Lui ti ha trovato nella neve quando hai seguito Draco, ti è stato vicino tutto il tempo e...”

“Perchè mi stai dicendo queste cose?” le chiesi ad un certo punto.

“Dovete fare pace” sentenziò la ragazza incominciando anche lei a prepararsi la borsa per le lezioni,

“Si vede che non è più quello di prima...”

“Non sono stata io a scappare in quel modo! Io gli ho spiegato le mie ragioni e lui non mi ha capita” esclamai arrabbiata.

“Non so cosa tu gli abbia detto, ma qualunque cosa fosse lo hai ferito o si è sentito tradito, non mi ha detto nulla”

Io non replicai e Hermione non disse più niente.



NOTA: scusaaaaaate.... ho postato tardissimo, ne sono consapevole :-(  Avevo appena postato l'ultimo capitolo del Settimo anno che il pc ha deciso di non leggermi più la chiavetta, così ci ho messo un secolo per poter scrivere ancora il seguito di questa ff perchè non mi fido a salvare i file sul desktop. Spero vi piaccia questo capitolo anche se è un po' malinconico...
Ringrazio tutti voi (ormai lo sapete) <3 <3 <3
Aspetto le vostre recensioni!

PS: Ho scritto il sequel del settimo anno( che ho già nominato mille volte) parla della nuova generazione un po' cresciuta rispetto il 19 anni dopo della Rowling, provate a leggere e fatemi sapere:)
 

  
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