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Autore: Lady Moonlight    17/06/2013    1 recensioni
New York, anno 2012.
In una città contesta tra Nephilim e Vampiri, una minaccia sconosciuta incombe su tutti loro.
Chimera, così è stata soprannominata la creatura che ha scosso l'intera popolazione newyorkese, spargendo ovunque la stilla del terrore.
Astaroth, il Master di New York è morto.
Sebastian è l'unico vampiro in grado di fare ordine nel caos che si è generato, ma è anche l'ultima cosa che il famoso attore internazionale desidererebbe fare.
Alle prese con una bizzarra orologiaia che afferma di conoscerlo, senza però averlo mai visto; un Angelo Decaduto privo di senno; un gruppo di Nephilim adolescenti, oltremodo invadenti; un'umana convinta di amarlo e un altezzoso principe tedesco, dovrà fare i conti con un passato che credeva essersi lasciato alle spalle.
[...] "Ombre mescolate a luci." Raziel girò i palmi delle mani e tra le sue dita, dal nulla, comparve un grosso tomo che sfogliò riluttante. C'erano parole scritte in ogni tipo di lingua e dialetti esistenti. "È questa la natura delle anime."
Prequel di Contratto di Sangue-L'Ombra del Principio
Genere: Avventura, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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  Seconda Atto:
Patto di Mezzanotte

 

  

 12

*≈*≈*≈*≈*≈
Un sosia perfetto

 

 

È ovvio che mi sarei dovuto liberare di te,
avrei dovuto cacciarti via, scuoterti via dalla mia vita
come un uomo scuote dai propri vestiti una cosa che lo ha punto.
{Oscar Wilde}

 

 

 

Era stato facile per Sebastian mettersi in contatto con Adrian. Era bastata una veloce telefonata al Trinity e il vampiro si era presentato alla sua porta con Pierre al seguito.
Entrambi avevano il volto stanco e provato e Sebastian si chiese se anche il suo apparisse a quel modo. Aveva passato la mattinata ed il pomeriggio ad ascoltare telegiornali e ad elaborare un piano d'azione, ma ora che il sole si era immerso nel buio della notte era il momento di agire. Era fondamentale distrarre l'opinione pubblica e al tempo stessa quella di Naamah.
Li fece accomodare nel salotto, dove Jennifer li stava già aspettando.
Notò che l'attrice sembrava essersi ripresa piuttosto bene dalla loro ultima discussione. Le labbra di Jen erano ancora gonfie dopo il bacio che le aveva dato, ma il volto manteneva un'espressione neutra. I capelli erano acconciati in uno chignon pieno di spilli, mentre alcuni ciuffi le scivolavano lungo il collo.
Dalla posizione in cui teneva le spalle, lui dedusse che quella resa apparente era solo temporanea. Jennifer gli aveva promesso il suo aiuto e glielo avrebbe dato.
Lealtà. Sebastian considerò che quello era un valore che era riuscito a insegnarle molto bene.
Quando tutti si furono sistemati sorprese l’attrice mentre si lisciava le pieghe della gonna che si era comprata quello stesso pomeriggio. Una frivolezza che lui ignorò. 
"Siete davvero simili." gli sussurrò Jennifer quando il principe tedesco le passò davanti. L’attrice teneva gli occhi puntati su Adrian, dunque non si accorse delle occhiate maliziose che le stava lanciando Pierre.
"Quindi è lei." bisbigliò il francese.
Sebastian si sedette su una poltrona e allungò le gambe verso il tappetto. "Jennifer sa tutto." affermò con un sospiro. "È cresciuta con me da quando aveva sette anni." spiegò, rivolgendosi ad Adrian.
"Le ha concesso un grande onore, Master." osservò Pierre, mentre il suo sguardo indugiava un po' troppo sulle gambe di Jennifer.
"Pierre!" lo richiamò lui all'ordine.
Adrian sorrise appena, ricordandogli la sua stessa espressione.
"Lieto di fare la vostra conoscenza, Madame." Pierre si sporse in avanti per stringere la mano di Jennifer. "Pierre De Lancourt. " si presentò.
L'attrice ricambiò la stretta, ma i suoi occhi continuarono a guizzare da Sebastian ad Adrian.
Al centro del tavolino di vetro,  il vaso contenente dei fiori si crepò lungo la superficie. Sebastian si affrettò a distogliere lo sguardo da quel punto e si massaggiò il collo. Si era reso conto che lo stress accumulato in quei giorni minava il suo autocontrollo, necessario per mantenere la stabilità sui suoi poteri.
"Adrian Von Hohenfels." Si esibì in un inchino il principe tedesco. "Terzo." aggiunse subito dopo.  
Sebastian si domandò se fosse il caso di informare i due vampiri che aveva già raccontato a Jennifer della loro esistenza. Allungò una mano dietro la testa, non molto sicuro di come dover iniziare il dialogo.
La televisione al plasma, accesa ma privata del suono, stava rimandando le immagini degli ultimi istanti di vita di Wilfred. Tutti si voltarono verso il telegiornale, ma solo Jennifer si mostrò turbata da quella visione.
"Mi assumo io la colpa per quanto accaduto." intervenne Pierre alzandosi in piedi. "Avrei dovuto tenerlo d'occhio." proseguì. Dalla postura rigida del suo corpo si poteva intuire che in gioventù il redivivo aveva ricevuto degli insegnamenti militari. Era avvenuto più di due secoli prima, a Parigi, ma la sua mente non aveva dimenticato quel periodo. "Accetterò la vostra punizione, Master." concluse il vampiro.
Con la coda dell'occhio, Sebastian vide Jennifer sobbalzare e portarsi una mano alla bocca. Evidentemente, non le doveva piacere molto l'idea che lui impartisse una punizione.
"Fai bene a prenderti le tue responsabilità." sbottò Adrian. "La tua negligenza ha contribuito a rendere di opinione pubblica l'esistenza della nostra razza."
Pierre incassò l'accusa senza reagire. Per uno come lui, abituato a feste e sangue conservato in botti di legno, doveva essere stato piuttosto difficile ambientarsi in quel nuovo clima politico.
Adrian, invece, l'irritabile principe tedesco che pensava esclusivamente ad un suo tornaconto personale, si trovava perfettamente a suo agio nel lanciare ordini in ogni dove. A Sebastian non appariva così strano, dunque, che Astaroth avesse scelto Adrian come suo amante e stretto collaboratore.
"No." Sebastian scosse la testa. "Naamah avrebbe comunque rivelato al mondo la presenza dei vampiri. Il suo messaggio era per mio padre."
"Quindi si tratta di una sfida." intervenne Jennifer pensierosa.
Lui voltò la testa nella direzione dell’attrice. Per un istante gli era sembrato che quella faccenda suscitasse l'interesse di Jennifer. Era perché lei avrebbe voluto essere come una di loro?
"Naamah possiede un grande impero finanziario." disse Adrian. "Si è fatta conoscere tra gli umani come Nadine Smith, ma non ha mai mostrato il suo volto in pubblico."
"Certo che no." lo interruppe Sebastian. Rispondendo agli sguardi dubbiosi dei compagni, continuò: "A Naamah piace assumere le sembianze
di un rettile. Raramente rivela il suo aspetto umano."

"Ora che ci penso..." Pierre prese a camminare in circolo lungo la superficie della stanza, passandosi nervosamente la mano sotto il mento. "I vampiri che ho inseguito insieme a Wilfred avevano il volto ricoperto da scaglie luccicanti. Sembrava pelle di serpente, ma credevo fosse una maschera."
"Allora la situazione è più grave di quanto avevo sospettato." commentò Sebastian.
Jennifer si diresse verso l'armadietto degli alcolici e si riempì un bicchiere con del whisky. "Cosa vuoi dire?" Lo bevve tutto d'un fiato.
"Vacci piano, Jen" le raccomandò lui con una smorfia. Adrian emise dei versi soffocati di apprezzamento per quell’esibizione.
In tutta risposta lei gli mostrò la lingua e Sebastian si dovette trattenere dal riprendere il suo comportamento infantile di fronte agli altri vampiri.
"Naamah sta creando un esercito di redivivi." li informò.
"Tutto qui?" sogghignò lei, raggiungendolo alla poltrona. Si sedette sul bracciolo, lasciando una gamba a penzolare nel vuoto.
Infastidito da quel comportamento, Sebastian si alzò in piedi e la costrinse a prendere il posto che aveva occupato fino a un attimo prima. Adrian le strizzò l'occhio.
"Non di vampiri normali." puntualizzò. "Naamah li nutre con il suo sangue."
Pierre lo guardò senza capire. "Li rende più forti, più veloci dei vampiri appena creati. Il suo sangue li rinforza, accelerando il processo di trasformazione."
"Spiega come mai sono riusciti a sfuggirmi." considerò Pierre.
Adrian si portò un braccio all'altezza degli occhi, quasi avesse avuto bisogno di studiare i muscoli o i tendini che gli permettevano il movimento. "E la pelle da serpente?" domandò.
"Un effetto collaterale per chi ingerisce il suo sangue." Spiegò Sebastian. “I redivivi finiscono con l’assomigliarle fisicamente.”
"Non ho mai sentito di Master che permettano a vampiri di recente creazione di ottenere nutrimento dal loro sangue." dichiarò Pierre, tornando a sedersi sul divano. "Bhe..." si corresse. "Nemmeno che lo concedessero a vampiri più anziani."
Jennifer ridacchiò, ma Sebastian fece schioccare nervosamente la lingua sul palato.
Da qualche parte, nella sua mente c'era l'immagine di un Semiael agonizzante che invocava la morte. Gli costò un grande sforzo di volontà, tornare a concentrarsi sul presente.
"In ogni caso, ciò non spiega perché Naamah abbia voluto informare il mondo umano della nostra presenza." replicò Adrian. "Che vantaggio ne può ottenere?"
"Ha ottenuto delle pedine." commentò Pierre, che stava sfogliando una rivista di moda di Jennifer.
"Pierre ha ragione. Per creare un esercito di redivivi servono corpi umani e per mantenere un esercito di vampiri occorre sangue." Sebastian arricciò l'orlo della camicia fino ai gomiti.
"Molto sangue." sottolineò Jennifer allarmata.
"Ha ottenuto l'attenzione dei governi facendo credere di aver giustiziato un temibile killer vampiro." considerò lui. A giudicare dallo sguardo che Sebastian scorse sui loro visi, tutti loro stavano ricordando l'esecuzione di Wilfred.
Pierre chinò lo sguardo sul giornale, contemplando l'ultima collezione di capi d'abbigliamento maschili realizzati da Armani. Borbottò qualcosa in francese, guadagnandosi una pacca sulla schiena da parte di Adrian.
"La maggior parte della popolazione americana si è proclamata favorevole alla convivenza. Gruppi di persone si riuniscono in ogni punto di New York, offrendosi volontarie come donatori di sangue." spiegò Sebastian.
"Concedono intenzionalmente il loro..." Era stata Jennifer ad esporre con una certa dose di incredulità quella frase.
"E tutto questo in meno di ventiquattro ore!" C'era una mal celata soddisfazione nel commento di Pierre, che fece impensierire Sebastian.
"Naamah mira ad ottenere consensi. Un'astuta mossa politica." Adrian si passò una mano tra i capelli, ed una ciocca, chiara come spighe di grano, gli scivolò sugli occhi.
"Sì, Naamah è la personificazione della scaltrezza. Ha costruito il suo impero con l'inganno. Un tempo, la Cina era la sua dimora. Sfida le leggi di mio padre e costringe me a fare le sue veci, illudendosi di riuscire ad ottenere in tal modo il titolo di Master."
"L'avete conosciuta, Master?"
Sebastian voltò appena la testa in direzione di Pierre. "Ho avuto questo onore e questa sfortuna. Non è piacevole avere a che fare con lei." tagliò corto.
Jennifer fece per replicare, ma bastò una sua occhiata per zittirla. "Cercherà di catturarti o, peggio, ucciderti." Il dito era puntato sull'attrice che impallidì visibilmente.
I redivivi voltarono la testa su di lei, fissandola come se avessero appena visto una preziosa opera artistica in balia delle intemperie.
"Cosa stai..." la voce di Jennifer tremò. "Cosa stai dicendo, Sebastian?" Aveva perso l'aria annoiata e quasi divertita che come una maschera aveva indossato fino a qualche minuto prima.
"Non l'ho detto in precedenza per non farti preoccupare inutilmente, Jen." Si difese Sebastian, con una scrollata d spalle. Sospirando le si avvicinò, accucciandosi di fronte alla poltrona e stringendole le mani. "Naamah tenterà di colpirmi in ogni modo possibile. Tu sei l'anello debole della mia catena."
Se fosse stato Semiael a parlare, si sarebbe scavato una fosse dove nascondersi per l'umiliazione dell'aver rivelato la breccia delle sue difese, ma Sebastian si limitò ad intensificare la stretta sulle mani di Jennifer.
"Sebastian..." mormorò lei, con la stessa intensità che utilizzava quando era bambina.
"Ti terrò al sicuro, Jen. Sai che lo farò." La vide annuire con immediata sicurezza, sebbene un tremore mal nascosto la percorse dalla testa ai piedi.
"Adrian ti seguirà per proteggerti. Ti avevo avvertito che avrei trovato una guardia del corpo."
"Si fingerà te." aggiunse l'attrice. Lei distolse lo sguardo, puntandolo su Adrian che sembrava disorientato dalla notizia, ma che tuttavia rimase in silenzio. "Ma Clelia, lei potrebbe..." Jennifer si fermò prima di concludere la frase.
Sebastian si staccò da lei, la mascella serrata e gli occhi irrequieti. Si rimise in piedi, eludendo quelle parole con un cenno secco del capo. Nessuno doveva sapere dello strano legame che sembrava avere con l'orologiaia.
"Chi è Clelia?"
Sebastian si voltò verso Adrian, chiedendosi all'improvviso se quella mancanza di rispetto dovesse essere punita. Suo padre lo avrebbe fatto. Nessun redivivo poteva intervenire a quel modo solo per poter soddisfare la sua curiosità.
"Nessuno." lo liquidò sbrigativamente.
Lui sembrò essere ferito da quel comportamento. Adrian era stato un principe ereditario tedesco e cresciuto come tale. Non doveva piacergli essere tenuto all'oscuro di certe informazioni. Dopotutto, come amante di Astaroth era probabile che fosse sempre al corrente di quanto accadeva nella società segreta dei vampiri. A differenza di Pierre, addestrato come un soldato obbediente e devoto, lui era nato per comandare, non per essere comandato.
Sebastian si ritrovò a pensare che Adrian era simile a lui non solo per l’aspetto fisico. "Nessuno di cui dobbiamo preoccuparci." si affrettò ad aggiungere, ripensando all’orologiaia.
"Comprendo." fu la pacata risposta di Adrian.
Lui lo guardò chinare il capo in segno di rispetto.
Pierre sussurrò qualcosa rivolto al lavoro di qualche stilista e si diresse verso la collezione di cd di musica classica. Le sue mani sfioravano le copertine di plastica rigida, soffermandosi di tanto in tanto su qualche titolo in particolare.
"Jennifer, occupati di Adrian. " ordinò Sebastian.
"Cosa significa?" chiese l’altro vampiro, in una domanda più che legittima.
"Adrian Von Hohenfels." esordì lui, schiudendo le labbra in un sorriso compiaciuto. "Prenderai il posto di Sebastian Walker."

 

***

 

"Mi dispiace." Jennifer ripose le forbici sul tavolo ed osservò dallo specchio il lavoro che aveva realizzato. Adrian non le rispose, invece si sfiorò una ciocca di capelli, ora neri e non più biondi.
L'attrice si morse il labbro, dispiaciuta e frustrata per quanto stava avvenendo. Aveva sempre saputo di essere un peso per Sebastian, ma comprendere di essere anche una facile preda per i suoi nemici era qualcosa che non riusciva a sopportare.
Adrian alzò il capo in un'espressione così contrita che Jennifer fu costretta a distogliere lo sguardo. Al vampiro non era affatto piaciuto il cambio di look. Capelli biondi e neri si mischiavano sul fondo del lavandino e un perfetto sosia di Sebastian era a pochi centimetri da lei. A differenza del purosangue, però, Adrian emanava una sensazione di maggiore serenità a chi gli stava attorno. Non aveva lo sguardo distante e inquieto di Sebastian e i movimenti erano più fluidi, non possedevano la studiata eleganza e raffinatezza del Master di New York.
L'incarnato era meno pallido e la postura meno rigida.
"Non dispiacerti. Sono lieto di poter essere utile." Non c'era traccia di rimprovero nelle sue parole e Jennifer ne fu grata.
"Sembrate gemelli." Azzardò lei, mentre cominciava ad asciugare la chioma mora.
"Il piano prevede che io prenda il posto di Sebastian al tuo fianco per far credere a Naamah che le sue azioni non abbiano significato nulla. Nel frattempo il vero Sebastian avrà il tempo necessario per scoprire dove si trova il luogo in cui Nadine Smith nasconde se stessa e il suo presunto esercito."
"Già." commentò Jennifer, che non si era resa conto di tremare, finché non spostò lo sguardo sullo specchio. "E per saperlo è disposto a fare un patto con il popolo fatato. Le fate..." bisbigliò, ricordando le numerose leggende che circolavano su quelle creature.
"È un buon piano." la rassicurò Adrian, voltandosi con la sedia verso di lei.
"Se funziona." le sfuggì in un sussurro.
Adrian sorrise, ma c'era qualcosa che stonava in quell'espressione, anche se Jennifer non seppe dire a cosa fosse dovuto.
"Adrian..."
"Sì?" lo vide inclinare la testa sulla spalla, e lo avrebbe scambiato davvero per Sebastian se non avesse saputo la verità.
"È da quando ti ho visto che mi chiedo perché hai deciso di rimanere a New York dopo la morte di Astaroth." Afferrò una ciocca dei suoi capelli, la arrotolò su un pettine e accese il phone.
Tracce di colore le sporcarono le mani, ma lei non ci prestò molta attenzione. "Sebastian dice che non provavi molta simpatia per lui."
"Tu cosa credi?"
"Che sei un vampiro sufficientemente vecchio da poter diventare Master, se solo lo volessi."
Lui sembrò pensarci per un istante, quasi stesse cercando le parole più giuste con cui rispondere. "L'età non è il fattore fondamentale per poter ambire ad essere Master." le comunicò, spostando i bracci sui braccioli della sedia girevole. "In ogni caso." continuò. "New York è una città che offre molti stimoli e per un vampiro è fondamentale trovare una valvola di sfogo alla noia."
"Non mi sembri annoiato." obiettò Jennifer, assaporando il suo profumo d'acqua di colonia che come una nuvola avvolgeva il redivivo.
"Non lo sono." replicò lui, afferrandole il polso.
Jennifer sussultò, mentre rapida lo vedeva chinare il capo sulla sua mano e baciarle il dorso.
"Dall'epoca da cui provengo, mi hanno insegnato ad essere educato con le signore." Dischiuse le labbra, rivelando il bianco luccicante dei canini.
Jennifer deglutì mentre un lieve rossore le imporporava le guance. Si chiese se quella considerazione l'avesse detta ricordando il modo in cui Pierre l'aveva studiata con interesse fino a poco prima. Gli occhi blu notte di Adrian seguirono i suoi fino ad una cornice che recava una fotografia con lei e Sebastian in visita a Mosca. Ricordò, con una fitta di nostalgia, che erano andati in viaggio in Russia l'estate del suo ventesimo anno di vita, per festeggiare quell'evento.
"Eri sposato?" La curiosità ebbe la meglio sul suo buon senso, ma era la prima volta che incontrava un vero vampiro che non fosse Sebastian. Lui preferiva tenerla lontana da quel mondo fatto di sangue e oscurità.
"Come?" lo vide esitare, sorpreso per quella richiesta e si accorse anche di qualcos'altro. I tratti di un dolore a lungo trattenuto erano così visibili nelle sue espressioni che lei subito si pentì per avergli posto quella domanda così personale.
"Sì, mi sono sposato all'età di sedici anni." Non disse altro sul suo passato e lei non replicò.
I capelli ormai erano asciutti e Jennifer si fece da parte per farlo passare. Erano quasi le sette di sera e anche lei doveva finire di prepararsi per la conferenza stampa con i giornalisti. Una parte di lei era ansiosa di dare l'annuncio solo per vedere la reazione dei giornalisti, l'altra metà non riusciva a capacitarsi di come avrebbe potuto dire una simile menzogna senza provare il minimo rimorso. Si morse il labbro.
Lo stava facendo per il bene di Sebastian, si ricordò, e per il suo. Annunciare una finta gravidanza, avrebbe attirato l'attenzione dei giornali scandalistici e distolto una parte della popolazione dalla rivelazione sui vampiri. La fama di Sebastian Walker era talmente nota che tutte le adolescenti americane ed europee sarebbero rimaste incollate costantemente a google per scoprire le ultime novità sul loro presunto fidanzamento e bambino.
Era una fortuna che per qualche misterioso motivo, Naamah non avesse voluto rivelare la vera identità dell'attore. Forse, era tanto sicura di sé e sulle sue possibilità di vincere che l'ultima delle sue preoccupazioni era il doversi occupare di una sciocchezza come quella.
Dopotutto il mondo era in fermento, ma per quanto furba Naamah aveva dimenticato una cosa fondamentale. Non c'era nulla, che la popolazione del ventunesimo secolo amasse più di una notizia di gossip.
Gli esseri umani erano curiosi per natura. Anche i suoi genitori erano stati curiosi.
Avevano voluto esplorare la cima di una montagna svizzera nel bel mezzo di una tormenta di neve, alla ricerca di un antico maniero, ma l'unica cosa che avevano ottenuto era stata una morte rapida.
Una volta si era fatta portare da Sebastian al presunto luogo in cui doveva erigersi il castello. Avevano trovato solo le rovine di un vecchio ponte e lei aveva avuto un attacco d'ansia così violento che lui aveva dovuto ipnotizzarla per riuscire a tranquillizzarla.
"Non parlare troppo o i giornalisti riconosceranno la tua voce." rammentò ad Adrian, mentre lo seguiva in soggiorno.
"Nel qual caso, userò i miei poteri per fargli credere il contrario."
Certo. Jennifer non aveva pensato a quella possibilità, ma era abbastanza ovvia come soluzione.
Quando varcarono la porta del salotto, trovarono solo Sebastian ad attenderli. Il vampiro era di spalle e sembrava stesse cercando di vedere qualcosa tra le ombre del giardino.
Quando si voltò i suoi occhi si spalancarono per lo stupore e Jennifer superò Adrian per fargli ammirare l'ottimo lavoro che aveva fatto.
"È..."
"Perfetto." completò lei al suo posto, fiera del risultato ottenuto.
"Non ancora." la interruppe Sebastian che si era avvicinato ad Adrian per porgergli una piccola scatoletta di lenti.
Senza dire nulla, Adrian ne estrasse un paio di colore grigio e le infilò agli occhi.
"Straordinario. Il colore non è proprio lo stesso, ma dubito che qualcuno possa notare la differenza." la voce di Sebastian era calma, come se Adrian con quella trasformazione fosse riuscito a levargli dalla mente una delle tante preoccupazione che la affollavano.
"Credo che quando questa storia sarà finita…" esordì Adrian, schioccando la lingua. "Avrò diritto ad un piccolo favore."
La mascella di Sebastian si irrigidì per un istante, ma i suoi occhi rimasero limpidi e chiari come la superficie ghiacciata di un lago. Impenetrabili perfino a Jennifer che credeva di conoscerlo come nessun altro al mondo.
Naturalmente, però, era un'illusione. Fino al giorno prima lei non sapeva nemmeno che Sebastian avesse una madre -che l'aveva chiamata per avere il numero telefonico del figlio- o che suo padre fosse il sovrano dei vampiri, facendo di Sebastian una specie di erede al trono. Avrebbe voluto discutere con lui di quelle questioni, ma era evidente che problemi più importanti dovessero avere la sua completa attenzione.
"Così simili..." farfugliò lei, camminando intorno ai due vampiri. Sfiorò la mano di Sebastian e lui la afferrò, lasciandola andare poco dopo.
"Andrà tutto bene Jen. Non ti accadrà nulla." le ripeté lui per l'ennesima volta, con l'intento di rassicurarla.
Ma lei non aveva paura, non per lei almeno. Era Sebastian quello che correva i rischi maggiori e con Adrian al suo fianco lui aveva un vampiro in meno su cui contare.
Con un sorriso forzato e un gesto frettoloso della mano, liquidò la faccenda sul nascere. Riempì nuovamente un bicchiere con del whisky e lo sorseggiò con fare nervoso. Era maggiormente agitata per l'annunciò che stava per dare, che per la minaccia rappresentata da Naamah. Era ridicola.
"Tu cosa preferisci? Un bambino o una bambina?" Sebastian la guardò senza capire e lei lasciò scivolare il contenuto ambrato del bicchiere nello stomaco.
"Meglio un maschio." intervenne Adrian, evidentemente più sveglio di Sebastian da quel punto di vista. "Le fan impazziranno per un piccolo Walker."
"Non ci sono dubbi." replicò, allora, Sebastian ghignando.
Jennifer sbuffò, passandosi una mano sul ventre piatto. "Saranno nove mesi particolarmente intensi." ironizzò, soffocando un colpo di tosse che le era salito alla gola.
"Oh." la rassicurò Sebastian puntando lo sguardo in quello del suo gemello. "Non sai quanto." E Jennifer seppe con certezza che quella situazione lo divertiva e irritava al tempo stesso.
"Spero solo di non perdere la linea. La cerimonia degli Oscar si avvicina." Concluse lei, gettandosi teatralmente sul divano e facendo scivolare una mano sulle gambe.
"Non sei mai stata portata per le tragedie, Jen." aggiunse Sebastian con fare sconsolato.
"Nemmeno tu per le commedie." replicò cauta.
"Credo che Shakespeare avrebbe avuto qualcosa da dire su questa osservazione." disse lui, pensieroso.
Lei arricciò le labbra, perplessa. "Dov'è Pierre?"
"L'ho mandato a pattugliare le strade della città, mentre io mi dirigerò alla Corte Unseelie. Se c'è qualcuno in grado di sapere dove si nasconde Naamah e la Chimera, quello è il popolo fatato." L'espressione di Sebastian si era fatta distante e lei si chiese se stesse pensando ai segni del morso che in precedenza era comparso sul suo braccio. Se era stata davvero opera di un fatato, allora era possibile che anche Clelia si trovasse in una delle Due Corti o che avesse incontrato un membro di quella razza.
"Dove puoi trovare le... fate?" esitò, su quell'ultima parola.
Adrian si voltò verso di lei. "Un passaggio per il loro Reame si trova a Central Park. Chiederanno un pedaggio." le spiegò.
"Devi proprio chiedere il loro aiuto?" si lamentò, avvicinandosi a Sebastian.
Il vampiro scrollò le spalle. "Preferisco avere un debito con loro che con Nevhiel." tagliò corto. "Lui è fin troppo instabile. In passato, diede fuoco a Roma per liberarla da umani e nephilim. Fu un disastro, anche se personalmente non assistetti allo spettacolo. Preferirei evitare che un destino simile tocchi pure a New York."
"Dove eri quando Roma bruciò?" gli chiese, Adrian, incuriosito.
In tutta risposta, Sebastian lo gelò con lo sguardo. Jennifer sapeva -anche se non ne conosceva il motivo- che il Master della città detestava parlare di quel passato così distante. Non si era mai azzardata a chiedergliene il motivo.
"La curiosità uccide il gatto." commentò, infine, Sebastian.
Jennifer interpretò la frase come un invito per Adrian a rimanere al suo posto. "Credo che sia tempo per noi due di avviarci alla conferenza stampa." intervenne lei, prima che la situazione degenerasse. "Adrian?" chiamò.
"Vedi che non le accada niente." concluse lapidario, Sebastian.
Lei si morse la lingua e lo osservò, mentre con movimenti agili e aggraziati li abbandonava uscendo dalla finestra.

 





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Note: LOL Sono pessima, me ne vergogno, ma ho avuto parecchio da fare in questo periodo.
Ad ogni modo dal prossimo capitolo si entra nel vivo della vicenda e incontrerete potenziali personaggi di Contratto di Sangue ;P Non vi anticipo nulla! u_u
Voi cosa mi raccontate? Chi preferite tra Adrian, Pierre e Sebastian?
By Cleo^^


 

   
 
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