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Autore: ManFuckThatShit    17/06/2013    3 recensioni
'Anche i grandi sono stati bambini una volta ma pochi se ne ricordano'
Giulia rimuginò a lungo su quella famosa frase di Antoine de Saint-Exupéry.
Amava il piccolo principe ma quel giorno era riuscita a leggerlo con occhi diversi.
Con occhi da bambina e grazie a lui era tornata ad esserlo.
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"Louis ti piacerebbe fare una cosa?"
"Che cosa?"
"Se potessi tornare indietro nel tempo quali momenti andresti a rivivere?"
Louis la guardò con un sopracciglio alzato poi si aprì in un grande sorriso.
"Sicuramente tornerei a quando ero un bambino"
Lo disse quasi con aria sognante ricordando, forse, i bei momenti passati.
Il sorriso di Andrea si aprì, mormorò un "Ne ero sicura" poi prese Louis per un polso guardandolo negli occhi.
"Sei pronto a ritornare bambino per un giorno?"
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Blonde & Honey



Andrea, quella mattina, era furiosa.
Furiosa mentre si sciacquava il viso, mentre indossava i jeans, mentre decideva di saltare per l’ennesima volta i corsi dell’università, mentre accartocciava quel maledetto foglio che le aveva dato –e continuava a darle- troppi problemi.

Quella notte aveva sognato. Aveva fatto un sogno che l’aveva convinta a darsi una mossa.
La sua mente aveva elaborato Louis e lei mentre passeggiavano per Trafalgar Square e guardavano gli artisti di strada cantare o fare la break dance.
Era solo un sogno ma Andrea era felice mentre il ragazzo accoglieva la mano della ragazza nella propria e la stringeva.
Erano andati in un bar a prendersi un gelato scherzando come due bambini, ridendo rumorosamente quando ad uno dei due si formavano dei baffi sopra la bocca.
Più volte Louis aveva pulito quelli Andrea con le sue labbra o la lingua facendola arrossire vistosamente.
Poi, una volta finito di mangiare, il ragazzo si era alzato per andare a pagare e lei lo aveva seguito con lo sguardo fino alla cassa.
A quel punto tutto si era fatto bianco.
Il bar era scomparso lasciando spazio ad un luogo vuoto e surreale.
La bionda si era guardata intorno chiamando il nome di Louis più volte ma nessuno aveva risposto.
Aveva alzato il capo quando un’ombra l’aveva coperta.
Negli occhi scuri e i capelli biondi simili ai suoi aveva riconosciuto sua madre.
“Mamma?”
“Ciao piccola mia, ti ho portato una persona da conoscere” a quel punto Giovanna, la madre di Andrea, si era spostata e un ragazzo sconosciuto si era avvicinato a lei.
“Sono Francesco, tua madre mi ha parlato molto di te” si era seduto vicino a lei e le aveva preso una mano, la stessa mano che tutta quella mattina Louis aveva stretto con amore.
Repentinamente Andrea si era alzata in piedi.
“Chi è lui, mamma?”
Giovanna aveva sorriso dolcemente “Tesoro, la lettera che ti ho scritto non è stata abbastanza chiara? Francesco è il ragazzo italiano che volevo farti conoscere. Siete perfetti insieme!” aveva trillato poi.
Andrea l’aveva guardato un po’ non riconoscendo nei suoi capelli biondi quelli castani e soffici di Louis, nei suoi occhi scuri quelli chiari di Louis.
Quel tipo non era Louis.
E di conseguenza non era il ragazzo che lei voleva.
“Mamma ma io ho già un fidanz-“ si era dovuta bloccare quando Louis era arrivato di fronte a lei.
Lo sguardo confuso che passava da Giovanna a Francesco ad Andrea.
“Loro chi sono?” aveva chiesto e la madre della ragazza aveva risposto.
“Io sono la madre di Andrea e lui è Francesco, il ragazzo di mia figlia!”
La bionda aveva visto gli occhi di Louis scurirsi, la bocca socchiudersi, le sopracciglia corrugarsi.
Non aveva fatto in tempo a dire niente perché il ragazzo l’aveva anticipata.
“Perché non me l’hai detto? – aveva battuto con forza un palmo sul tavolo del bar – Avresti dovuto dirmelo Andrea.Dovevo saperlo, cazzo!”

E qui Andrea si era svegliata completamente sudata.
E furiosa.
Furiosa perché le parole di Giulia le ronzavano in testa “Dovresti dargli una spiegazione. Dovresti fargli capire perché lo hai allontanato quando lui voleva approfondire il vostro rapporto, glielo devi” e perché nel suo sogno Louis diceva la stessa cosa “Dovevo saperlo
Quindi, armata di buona forza di volontà, si stava dirigendo a casa Tomlinson.
Sinceramente?
Si sentiva un po’ stupida.
Un po’ stupida per essersi vestita decentemente, per essersi truccata, per aver piastrato i capelli.
Ma voleva apparire carina un’ultima volta agli occhi di Louis, quindi si era impegnata per essere più bella possibile.

Solo quando era arrivata davanti la porta di casa Tomlinson si era resa conto di quanto pesava il foglio accartocciato nella sua tasca del jeans.
Ormai, però, era lì doveva andare avanti.
Aveva bussato ed aveva aspettato che Louis le venisse ad aprire ma, al suo posto, Niall aveva fatto capolino dalla porta.
“Niall?”
“Ehi, bellezza, tempismo perfetto, stavo giusto per inviarti un messaggio”
Il biondo l’aveva tirata all’interno della casa sorridendo entusiasta.
“Ho bisogno di Lucia, Giulia e Camilla. Devono venire qua, le trovo a casa?”
Andrea aveva annuito non prestando troppa attenzione alle parole del ragazzo. Aveva bisogno di qualcun altro in quel momento.
Era stata colta di sorpresa notando due ragazzi stesi sul divano ridere e parlare.
Liam e Zayn.
I due le avevano rivolto un sorriso e lei aveva ricambiato.
“Ti stai chiedendo cosa ci facciamo qui?” le aveva chiesto Zayn e lei aveva scrollato le spalle annuendo.
“Non lo sappiamo, Niall deve dirci qualcosa e non solo a noi. A quanto pare tra poco verranno anche Camilla e Lucia” un grande sospiro era uscito dalle labbra di entrambi facendo ridacchiare Andrea.
Poi si era ricomposta tirando in basso la maglia che aveva indossato.
“I-Io avrei bisogno di.. ehm..“
“Oh Louis è in camera sua!” l’aveva interrotta subito Liam lanciandole un occhiolino.
Era così evidente che cercava quel bradipo di Tomlinson?
“Grazie..” aveva sussurrato la ragazza dirigendosi verso la sua meta.
Prima di entrare era andata un’ultima volta a sistemarsi la chioma bionda in bagno e poi facendosi forza era arrivata davanti la porta della camera di Louis.
Delle voci provenienti dall’interno, però, l’avevano fatta bloccare.
“Perché?”
“Perché mi piace!”
Un risata.
“Ti piace?!”
“Anche troppo, cazzo”
Andrea sapeva che una delle due voci era di Louis ma non capiva proprio quale dei due.
“Smettila coglione”
“Sarebbe una shock tutto così all’improvviso, capisci?”
“Si, ho capito”
Lei non se lo aspetta”
Una rabbia disumana crebbe in Andrea.
Improvvisamente l’unica cosa che voleva fare era utilizzare la testa di Louis come pallina da baseball.
Si, perché, quel “lei” Andrea sapeva bene che era riferito ad una sola persona: Eleanor.
A quanto pare Tomlinson si era preso una vera e propria cotta per una ragazza tanto diversa da lei.
Probabilmente Andrea a Louis non era mai piaciuta per davvero. Un moto di tristezza la pervase che, però, subito si impegnò a scacciare.
Una volta trovati faccia a faccia da soli avrebbero fatto conti.
Per questo non perse tempo e senza tanti giri di parole spalancò la porta entrando in camera di Louis trovandolo insieme ad Harry a parlare sul letto.
Le espressioni dei due ragazze erano alquanto confuse.
Che ci faceva Andrea lì?
“Forza bel ricciolino o esci o ti faccio uscire io a calci”
La minaccia di Andrea spaventò Louis che si affrettò a prendere Harry per un braccio.
Andrea era furiosa e voleva stare sola con lui.
Che aveva fatto di male? Quella ragazza era un mistero per lui.
Harry scese velocemente dal letto per uscire ma l’amico lo strattonò indietro.
“Non ci resto da solo con te!” balbettò Louis guardando Andrea.
La ragazza scosse la testa “Non ti farò niente, Tomlinson, sta’ tranquillo.”
Harry spronò con lo sguardo l’amico a lasciarlo andare e questo timidamente lo fece.
Prima di chiudersi la porta alle spalle “Dopo mi racconti” mimò il riccio al ragazzo ancora seduto sul divano.

Una volta soli la bionda rivolse una sguardo carico di emozioni a Louis.
Neanche lei sapeva se in quel momento prevalevano la rabbia, la frustrazione, l’eccitazione, la tristezza, l’angoscia dentro di sé.
Si sentiva scoppiare.
Era in sovraccarico di emozioni.
Il ragazzo la guardò avvicinarsi e sedersi sul letto di fronte a lui.
Era bella.
Andrea sentiva il calore del corpo di Louis vicino al suo.
Scariche di adrenalina e brividi partirono dalle sua scapole seguendo la spina dorsale, Louis le faceva senza dubbio un bell’effetto.
Non sapeva quale strano potere avesse quel ragazzo su de sé ma una calma assurda la invase.
In quel momento c’erano solo lui e lei.
Niente Eleanor, niente sconosciuto dell’Italia.
Louis e Andrea.
“Allora, c’è un motivo per cui sono qui e-“
“Hai messo il rossetto?”
La ragazza sbuffò. Non era un buon inizio.
Non aveva ancora iniziato a parlare che già l’aveva interrotta.
Strinse le labbra in un linea per poi sospirare scocciata.
“Si ho messo il rossetto va bene?”
“Ti sta bene” ghignò lui.
Le guance di Andrea arrossirono facendo ridacchiare Louis che con un colpo di tosse riprese in mano la situazione.
“Dicevi?”
“Allora, ehm.. tu sai quello che è successo a San Valentino – sentì il ragazzo irrigidirsi – si, beh, è successo quello che è successo. Il giorno dopo non ti ho rivolto la parola e vorrei darti una spiegazione”
Louis aggrottò le sopracciglia “Non capisco”
“Lo so. Ma probabilmente quando leggerai questo-“
“No – la interruppe di nuovo lui – non capisco perché vuoi spiegarmi tutto solo ora. Dopo due mesi”
La ragazza schiuse la bocca per poi richiuderla.
“Perché.. prima non ho mai avuto coraggio”
E a Louis questo bastò per far abbattere l’esteriore corazza che Andrea aveva indossato prima di venire a parlare con lui.
“D’accordo, ti ascolto”
La ragazza tirò fuori il foglio e senza dire niente lo porse a Louis.
Più di una volta aveva assistito ad una scena simile.
Primo fra tutti era stato Niall a leggere quella lettera, poi era toccato a Giulia, a Lucia e Camilla ed ora Louis.
L’unico che davvero si meritava di sapere.
Andrea si aspettava una reazione pari a tutte le altre.
Sguardo confuso e sbigottito, labbra socchiuse.
Louis riuscì a sorprenderla.
Le mani gli tremavano per la rabbia quando accartocciò la lettera nei pugni chiusi, lo sguardo era furioso, le labbra serrate.
Si alzò dal letto portandosi le mani ai capelli.
“Louis” sussurrò la bionda sorpresa nel vederlo così alterato.
“Louis” ripeté più fermamente quando il ragazzo la ignorò.
Lui non poteva credere a quello che aveva letto.
Aveva rinunciato ad Andrea convinto di non piacerle solo perché una pazza schizofrenica le aveva chiesto gentilmente di aspettare che il principe azzurro dell’ Italia venisse a prenderla.
Era una cosa inaudita per Louis, quello che le aveva chiesto la madre e quello che aveva fatto Andrea, ovvero assecondarla.
“Tu vuoi dirmi che se non fosse stato per quello schifoso di pezzo di carta saresti uscita con me?!”
La ragazza abbassò il capo.
Ormai il danno era fatto, Louis era furioso.
Perché dire di no quando la risposta era si, si e ancora si?
“Si”
Il ragazzo si prese la testa fra le mani mentre il puzzle risultava completo ai suoi occhi.
Non sapeva, però, che la ragazza non la vedeva allo stesso modo.
Louis si avvicinò ad Andrea quel tanto per guardarla bene nelle iridi degli occhi.
“Mi dispiace non avrei dovuto dirtelo” sussurrò la ragazza.
“No, non è vero. Hai fatto bene. – un piccolo sorriso increspò le sue labbra – Dio, se non fosse stato per quella merda di lettera io sarei impazzito, cazzo”
La bionda scosse la testa.
No, non capiva. Non riusciva a capire.
“Senti Louis, non capisco. Sembri contento del fatto che è dal quel quattordici di febbraio che mi piaci ogni giorno di più”
Il ragazzo stavolta sorrise ampiamente mentre il suo cuore scoppiava dalla felicità.
La ragazza invece si accigliò. Puntò un dito contro il petto di Louis alzandosi dal letto.
“Ora ho capito! Possibile che tu sia così meschino? Sei contento di vedermi star male mentre tu te la spassi con quella El del cavolo!”
Louis se possibile rise ancora di più.
“Sta’ zitta, porca troia” disse afferrando Andrea per i fianchi e facendole sbarrare gli occhi. Sia per il gesto che per il linguaggio.
“L’ho lasciata, ok?”
La ragazza schiuse la bocca. “Cosa?”
“Ho lasciato Eleanor. Non mi piace usare le ragazze e con lei lo stavo facendo solo per dimenticarmi di te”
“Di me?”
Louis sorrise. “Pensi davvero che io abbia rinunciato a te così facilmente?”
Andrea arrossì mentre la presa sui suoi fianchi diminuiva.
“C’ho provato ma Eleanor non era come te..”
Le budella di Andrea si attorcigliarono dalla felicità mentre Louis le diceva quelle parole.
“Tu mi piaci Andrea e pure tanto, cazzo”
“Smettila di dire cazzo!” lo rimbeccò subito la ragazza facendolo ridere.
Il ragazzo provò ad avvicinarsi a lei che, però, lo tenne a distanza.
“Ma.. prima di entrare ho.. origliato – fece una smorfia – la conversazione con Harry, quindi-“
“Eri tu la ragazza di cui parlavo, si” la tranquillità e semplicità con cui Louis parlò spronarono Andrea a prenderlo a schiaffi.
Di fronte al suo sorriso smagliante e impertinente, però, le forze le mancarono e Louis ne approfittò per riafferrarla per i fianchi.
Si osservarono a lungo silenziosamente prima di parlare.
“Non sono mai stata una brava bambina, non ho mai dato ascolto a quello che mamma mi diceva di fare..”
Louis sorrise.
“Perché dovresti farlo stavolta, quindi?”
“Infatti non lo farò”

Ci sono tanti tipi di baci.
Quelli sulla guancia, sul naso, sulla fronte, sulle palpebre, sul collo, sulle labbra.
Quelli sulle labbra sono i più importanti.
Perché possono essere frettolosi, semplici, disperati, appassionati, erotici, delicati, freschi, al sapore di menta.
Quando Louis trovò le labbra di Andrea, in quel sabato pomeriggio di primavera, la ragazza potè giurare di non aver mai ricevuto un bacio così bello in vita sua.
Il primo che si erano scambiati era niente in confronto a quello che stavano creando in quel momento.
Non era catalizzabile il bacio che stava ricevendo da Louis.
Era troppo.
Troppo bello, troppo perfetto, troppo romantico, troppo soddisfacente.
E Andrea stava bene.
Stava bene perché finalmente le sue labbra potevano catturare quelle di Louis e perché per la prima volta nella sua vita si sentiva unica.
Ma unica nel senso di unita.
Le metà che avevano padroneggiato in lei ora combaciavano perfettamente come le labbra sue e di Louis.
Erano pezzi di un puzzle che erano stati troppo tempo a cercarsi e rincorrersi fino ad incontrarsi ed unirsi in un tutt’ uno.
E Andrea stava bene.
E anche Louis stava bene.
Perché stavolta non erano marroni i capelli della ragazza che stava baciando con troppo amore, ma erano color del grano e sapeva che gli occhi nascosti dalle palpebra abbassate non erano scuri e castani ma color miele.
Per questo Louis fece scorrere le sue mani sulle braccia di Andrea raggiungendo le dita della ragazza che erano intrecciate tra loro con la lettera nel mezzo.
Per questo il ragazzo prese il foglio strappandolo in mille pezzi.
Andrea, a quel rumore, si staccò osservando le mani di Louis impegnate in quel lavoro.
Il ragazzo tirò in aria ciò che era rimasto di quella lettera facendo ricadere i piccoli coriandoli sopra di loro.
La risata di Louis contagiò quella di Andrea che si ritrovò ben presto le labbra incollate a quelle del ragazzo in un bacio che serviva a ripagare tutto il tempo in cui non erano stati insieme.
In un bacio che, sicuramente, non sarebbe stato l’ultimo.




“Allora ragazzi, grazie mille per essere qui – Niall sorrise di nuovo – ci tengo molto. E-“
“Aspettate, Louis e Andrea?”
Tutti i ragazzi si guardarono tra loro mentre Niall sbuffava per l’ennesima volta.
Dubitava seriamente di riuscire a completare il discorso che si era preparato.
“Oh, è vero, sono in camera!” se ne uscì improvvisamente Harry facendo spostare tutti gli occhi su di lui compreso lo sguardo di Giulia.
“A fare che?” ammiccò Zayn stringendo possessivamente un fianco di Camilla.
Il riccio sorrise “Dovevano.. parlare”
Schiamazzi da stadio si sollevarono tra quei ragazzi che ammiccavano maliziosi facendo ridere Lucia, Camilla e Giulia e facendo disperare maggiormente Niall.
Tra una risata e l’altra gli occhi verdi di Harry si posarono su Giulia esaminandola attentamente.
Gli sembrava così distante.
L’ultima volta che si erano visti, alla cena che Niall aveva organizzato, lei aveva provato a riappacificare i rapporti e lui –anche se non l’aveva dimostrato- aveva apprezzato quel gesto.
Giulia gli aveva dimostrato di tenerci alla loro storia.
E quel giorno, che non l’aveva guardato in faccia neanche una volta, non capiva cosa era cambiato.
“Vado a chiamarli” si propose Liam e “Ti accompagno!” gli disse Lucia sorridendogli e avvolgendogli il busto con le esili braccia.
“Non entrare – lo ammonì la ragazza prima che Liam potesse anche solo provare ad abbassare la maniglia – potresti interromperli mentre discutono”
Quindi si accontentarono di bussare alla porta.
“Lou?” lo chiamò Liam non sentendo alcun rumore.
“Andrea? Tuttto bene?” si aggiunse allora Lucia.
Una risata risuonò dalla stanza facendo sorridere Lucia e Liam.
“Che c’è?!” urlò Louis dalla sua camera.
“Niall ci vuole tutti in salotto.. compresi voi due!”
Un’altra risata più fragorosa della precedente spinse i due ragazzi ad abbassarsi e sbirciare dalla serratura della porta.
Louis stava facendo il solletico ad Andrea stesi sul letto.
Videro il ragazzo tappare la bocca della ragazza con il palmo prima di rispondere “Arriviamo!” e poi sostituire la sua mano con le sue labbra.
Liam e Lucia si guardarono sorpresi prima di lanciarsi in salotto ridacchiando sommessamente.
“Allora?” chiese Camilla che sedeva sulle ginocchia di Zayn comodamente seduto sul divano.
“Stanno arrivando”
E così fu.
Dei passi risuonarono per le scale prima che Louis e Andrea fecero capolino.

Non ci volle molto ad immaginare a tutti i presenti cosa fosse successo in camera di Louis considerati i capelli spettinati di entrambi e le evidenti tracce di rossetto che spiccavano sul colletto della maglia bianca di Louis.
Ai ritardatari, comunque, non fu fatta alcuna domanda impertinente e, silenziosamente, i due andarono rispettivamente al fianco di Giulia e Harry con dei bei sorrisi stampati in volto.
“Dicevate?” chiese Louis strofinandosi le mani e raccogliendo i lasciti di un possibile bacio con Andrea passando la lingua sulle labbra –gesto che, purtroppo, non passò inosservato-
“Sono contento di avervi qui perché tengo molto a questa giornata” Niall ricominciò a parlare con un grande sorriso in volto e quasi tutti erano attenti a ciò che diceva.
Harry no.
Era troppo impegnato ad osservare lo sguardo tormentato di una ragazza dai bei capelli castani poco distante da lui.
Harry era stato la distrazione di Giulia, la sua cura dalla vita di tutti giorni.
Questo l’aveva fatta scappare ma la ragazza aveva imparato la lezione e, quindi, Harry era sicuro che lei non avrebbe ricommesso lo stesso errore.
Lui voleva continuare ad essere una cura per lei.
Per questo, quasi senza rendersene conto, si era avvicinato alla ragazza.
Lei aveva seguito ogni suo movimento agitandosi ogni volta che la distanza fra loro diminuiva.
Harry per lei era sempre il bellissimo ragazzo di cui si era innamorata ma ancora non era riuscita a fare pace con il lato oscuro che le aveva mostrato giusto la sera prima.
Non le serviva molto a Giulia.
Le bastava uno “scusa” da parte di quell’incantevole riccio dagli occhi verdi e tutto sarebbe tornato come prima.
Non era questione di orgoglio, era solo paura.
Giulia voleva essere sicura che Harry si fosse reso conto della sciocchezza che voleva fare e che stava per fare la sera precedente.
Per questo aspettava pazientemente –ma con troppa ansia- una qualsiasi parola da parte del ragazzo.
Harry guardò le piccole mani di Giulia stese lungo i fianchi inespressive.
Senza pensarci ne afferrò una che strinse fra la sua.
La osservò bene, ammirandola, quasi fosse un’importante opera d’arte ma poi aggrottò le sopracciglia.
Un brutto livido padroneggiava sul polso della ragazza.
Gli occhi verdi scrutarono quelli marroni trovandoli affaticati e sofferenti.
“Chi ti ha fatto questo?” sussurrò il ragazzo mantenendo lo sguardo sul segno viola.
Quindi non vide l’espressione di stupore e paura che aleggiò negli occhi della ragazza. Non vide come si riempirono di lacrime e come queste vennero rimandate indietro.
Non vide niente di tutto quello che il volto di Giulia subì scosso dalle emozioni.
Emozioni negative, ovviamente.
Harry neanche ricordava cosa le aveva fatto passare la sera prima.
O, forse, non voleva ricordarlo?
Domande a cui non sapeva rispondere e a cui non voleva rispondere in quel momento.
Era stanca.
Stanca di avere problemi su problemi.
Di essere sempre l’ultima a trovare la felicità.
E quindi, mentre il sorriso di Niall si allargava maggiormente e chiamava a gran voce una certa “Charlie”, Giulia sfilò la sua mano da quella di Harry e senza guardarsi indietro uscì di casa.




SHERBEEEEEEEEEEET!
ehiehiehi bellocceeee!
scusate il ritardo ma a quanto pare neanche finita la scuola riesco a trovare un buco per aggiornare, che amarezza çç
in compenso sono arrivata con un capitolo nueeeeevoo di zecca e pieno di felicità!
louis e andreaaaa aaah jncjwnkjxaskmkw
ho finito di scrivere questo capitolo alle 2.17 non ci stavo più con la testa e, inoltre, l’ho fatto dopo che i nostri guyyyss sono stati premiati “best band” e “bast fans”
quindi non so davvero cosa può essere venuto fuori ma stavo abbastanza sclerata, ecco perché è pieno di parolacce, lol.
(ok, lo ammetto, trovo che louis sia qualcosa di disarmante quando scrive parolacce di twitter)
beh, niente, la finisco qui.
spero di non avervi deluse dalle recensioni che lasciate stavate aspettando louis e andrea da un bel po’!
più tardi vado a rispondere alle recensioni, un bacio!
-caro




  
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