Mentre
Ziva piangeva silenziosa
seduta accanto a lui sull’auto il resto del mondo correva
veloce contro la loro
folle corsa verso l’ospedale, contro la pioggia che batteva
forte e produceva un
rumore orribile contro i vetri che separavano loro due dal resto,
l’acqua
continuava a sbattere forte come le lacrime di lei che colpivano a
forza il
cuore di lui.
Arrivati in ospedale i distintivi
lasciarono loro la possibilità di entrare e il dottor
Harrison li aspettava in
piedi nel suo studio, quando li vide prese gli occhiali, li tolse, li
pulì nel
camice e li rimise, come era solito fare quando doveva dare una brutta
notizia.
Tony non aspettò nemmeno un secondo, diede i soldi al
dottore e esordì: “Faccia
tutto quello che può.” L’uomo non
parlò, prese il denaro ed entrò in sala
operatoria.
Abby
era comodamente seduta in
salotto intenta ad ammirare la figlia giocare per terra quando il
telefono di
casa cominciò a suonare: “Ziva, ciao! Devi vedere
Giselle sta…” fu bruscamente
interrotta dalla voce rotta dell’amica
“Gibbs… lui sta molto male e
servono… dodici mila dollari per curarlo…lui
sta… sta morendo Abby.” dall’altro
lato un pianto sommesso aveva sovrastato il rumore del gioco della
piccola, un
bip sonoro fece capire che la conversazione era volta la termine.
Jennifer
si era lentamente
ristabilita e riusciva a camminare anche se molto lentamente. Quel
giorno
decise di prendere tutta la sua forza di volontà e il suo
coraggio e dirigersi
da Gibbs e dai ragazzi, arrivata alla soglia della camera dove lui era
ricoverato incontrò i ragazzi che piangevano abbracciati,
sorrise ma solo Tony
ricambiò, entrò e lo vide, disteso sul letto,
fragile.
“Ciao… come stai?” aveva detto
piano avvicinandosi, nessuna risposta. Dormiva calmo e non aveva
intenzione di
svegliarsi, non riusciva più a muovere la mano destra e
camminare gli era
impossibile, mangiava attraverso le flebo e apriva gli occhi a stento,
fortunatamente riusciva a parlare ma gli organi funzionavano
pochissimo. Andava
avanti a trasfusioni ma non sarebbe bastato ancora per molto. McGee
aveva
portato sette mila dollari dalla pubblicazione del suo romanzo, Tony e
Ziva
altri tre mila dal matrimonio ma mancavano ancora molti soldi e le
operazioni
da fare erano davvero tante. C’era chi, come Vance, aveva
perso la speranza e
chi, come Jenny e gli altri, sperava ancora in un miracolo o in qualche
sorpresa di Gibbs.
Nell’altra
stanza la squadra al
completo aspettava… non si sa di preciso cosa ma
aspettava…
Per cambiare discorso e non
pensare Tony disse: “Il cagnolino lo andiamo a cercare
domani?” Abby capendo
ciò che stava per succedere sussurrò al ragazzo
che stava giocando con la
figlia: “Andiamo, veloce.” Ziva si alzò,
guardò il coniuge negli occhi e, con i
suoi ancora gonfi di lacrime, cominciò a parlare adirata:
“Ancora non l’hai
capito?” lui si alzò, le andò vicino,
sfoderò il suo sorriso più dolce e la
guardò attendendo che continuasse, non continuò,
lui si girò, si allontanò, lei
riprese a piangere e gridò per farsi sentire: “Non
voglio un cane!” Tony si
fermò e tornò a guardarla negli occhi, non voleva
discutere, non in quel
momento, era distrutto, stavano lì da due giorni, doveva
trovare tre mila
dollari entro il giorno seguente, le banche gli avevano negato tutti i
prestiti, Jennifer avrebbe potuto ma sarebbe stato da infami chiedere a
una
persona sull’orlo della morte dei soldi, non era in
condizioni, non voleva, lei
era la sua unica boa e la stava vedendo affondare. Ziva si
calmò, asciugò le
lacrime e si avvicinò di qualche passo
“Io
voglio un figlio…” Tony le
prese le mani e la guardò, le diede un bacio sulla fronte e
posò il mento sui
capelli di lei… non ora, pensava lui, non ora.
Mentre
Jenny teneva amorevolmente
le mani di Gibbs i marchingegni segnarono un blocco respiratorio,
all’istante
circa dieci infermieri intervenirono, uno di loro ricondusse la donna
alla sua
stanza e il dottor Harrison si preparò per
l’intervento: guanti, mascherina ed
era pronto
“Un
campione di sangue zero
positivo! Chiamate l’equipe! Presto!” gridava il
dottore a destra e a manca
“Queste cure private costano più
di nove mila dollari! Non possiamo intervenire.” Diceva un
giovane infermiere
“Mene fotto delle cure private,
prendete dei soldi dal mio stipendio e aiutiamo quest’uomo!
Subito!” nessuno
aveva sentito il dottor Richard Harrison dire una cosa simile o
adirarsi tanto,
ci teneva davvero a salvare quell’uomo
“Dottore noi…” continuava il
ragazzo
“Non lo lascerò morire! È una
delle persone più amate che io abbia mai visto! Deve restare
su questa terra!”
continuava a gridare Richard entrando in sala operatoria, serviva un
intervento
rapido e preciso, dovevano stimolare il midollo e inserire una macchina
che
avrebbe permesso ai polmoni di respirare con il poco sangue che avevano
a
disposizione, tutto a cuore pompante.
“Dottore l’equipe è qui.”
Circa
venti persone entrarono in sala operatoria e cominciarono ad armeggiare
con la
vita di quell’uomo che si trovava sull’orlo del
precipizio.
“Abbiamo una sola busta di sangue
zero positivo a disposizioni per l’agente Gibbs.”
esordì un primario
“Ce la faremo bastare…” disse
allora Harrison senza togliere gli occhi dal suo lavoro, aveva poco
più di
dieci minuti prima che il sangue finisse e i globuli rossi creati dalla
trasfusione non avrebbero retto più di mezz’ora
senza ossigeno.
A due minuti dalla fine
dell’intervento la macchina per il battito cardiaco segnava
un bip insistente
“Defibrillatore! Subito!
Portatemi un cazzo di defibrillatore all’istante!”
ordinò il dottore
“Libera! Libera! Lo stiamo
perdendo!” gridava un membro dell’equipe don
l’attrezzo in mano. Poco dopo il
dottor Harrison uscì dalla sala operatoria con il camice
sporco di sangue, si
avvicinò ai ragazzi che erano in sala d’aspetto,
tolse gli occhiali, li pulì e
li rimise, com’era solito fare prima di dare una brutta
notizia.
I
pensieri di una scrittrice in
canna
Sono
passativtipo... 5 giorni e io sto aggiornando di nuovo xD
no e che avevo il capitolo pronto e non volevo lasciarlo a prendere
polvere pixellosa :3
L’ansia D:
Spero di avervene fatta venire
molta, se sì sono riuscita nel mio intento.
Riuscirà Gibbs a sopravvivere?
Jenny si ristabilirà del tutto?
Intanto io soffro T.T finali di stagione del ca... volo, non sono
così volgere eh! u.u
Vostra
Scrittrice in canna
P.S.:
Sì la frase del capitolo
precedente: “non poteva permette che il suo ego firmasse
assegni che il suo
corpo non poteva pagare” l’ho presa dalla scena in
cui Tony perde la voce e
Ducky cita Top Gun. xD
P.P.S.:
Grazie a Japril lover che
si è fatta viva e ha recensito :D. Ovviamente grazie anche a
zavarix.