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Autore: slyfox18    18/06/2013    1 recensioni
“Draco,
so che dopo aver letto questa lettera mi odierai.
Devo andarmene.
Non puoi fermarmi.
Non cercarmi.
Innamorati ancora, sposati, fatti una famiglia.
Mi dispiace…
Addio Draco, ricordami…
H.”
«Oblivion»
Un nemico che si credeva sconfitto.
Un’amica che si credeva scomparsa.
Un odio che va avanti da secoli.
Un amore che non è mai finito.
Una vita da ricordare.
Un futuro da costruire.
Hanalis deve tornare ad Hogwarts!
Ma chi è Hanalis?
[Draco/nuovo personaggio (coppia principale)]
[Titolo modificato]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Blaise/Pansy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Le fleur de Lis'
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QUESTO E’ HALLOWEEN!
Samhain, parte 2

 
 

Bimbi e bimbe di ogni età,
ecco qualcosa che vi stupirà!
Su, venite è proprio qui!
E' il paese di Halloween!
Questo è Halloween!
Questo è Halloween!
Ogni zucca lo griderà!
(Nightmare before christmas)

 
 
Una miriade di zucche di varie grandezze, con intagliate le espressioni più disparate, galleggiavano sotto il finto cielo stellato della Sala Grande di Hogwarts. I quattro tavoli, che ogni giorno ospitavano gli allievi della Case, erano stati sostituiti da tanti piccoli tavolini imbanditi con dolci, dolcetti e bevande di ogni genere, lasciando così libero il centro della sala per le danze. Sedie imbottite e piccoli divanetti erano stati posizionati lungo le mura di pietra, soprattutto vicino i grandi finestroni, abbelliti per l’occasione con tende semitrasparenti che scendevano leggere fino a terra.
Samhain, nel corso dei secoli, aveva sempre avuto una forte importanza per la comunità magica, e mai come in quel momento se ne poteva respirare il vero significato: l’inizio di un nuovo periodo, di una nuova epoca.
Malgrado tutto quello che stava succedendo tra le mura della scuola nell’ultimo periodo, vedere che i suoi alunni avevano ancora la forza di rialzarsi e sorridere la riempiva di gioia, e fu proprio con questo stato d’animo che la professoressa McGranit, si avvicinò al leggio e si schiarì la voce per attirare l’attenzione della sala.
«Buona sera a tutti! – disse non appena si fece silenzio – questa sera siamo tutti qui per festeggiare Samhain, una ricorrenza molto importante per il Mondo Magico. Come molti di voi già sanno, in questa particolare notte, si festeggiava l’inizio di un nuovo anno e si dedicava un pensiero speciale agli antenati perchè vegliassero propiziando il raccolto. Sono ormai molti anni che questa scuola non festeggia adeguatamente questo evento, soprattutto a causa della Guerra che, molto spesso, non ci dava la speranza necessaria. Ora la guerra è finita, il Mondo Magico è rinato e, anche se altri pericoli sembrano essersi abbattuti sulle mura di questa scuola, sento che è il momento giusto per rinnovare i nostri ringraziamenti agli antenati e per sperare in un periodo migliore!»
Gli invitati applaudirono calorosamente il discorso della preside e la donna lasciò il leggio tornando a discutere con il professor Lumacorno al tavolo degli insegnanti.
La musica si fece più allegra, i balli più scatenati e tutti sembravano divertirsi. Tutti, tranne una ragazza, completamente vestita di nero, che senza farsi vedere si era dileguata dalla Sala subito dopo il discorso.
Hanalis era rimasta letteralmente incantata nel vedere cosa la magia poteva fare. Le prodezze di Hermione nel preparare le valigie, o quegli strani metodi di spostamento l’avevano stupita, ma quello era letteralmente stupefacente: per ciascuno dei finestroni della Sala era comparso un piccolo terrazzino verandato.
«È pazzesco quello che si può fare con una bacchetta di legno in mano» pensò, mentre osservava quello che la McGranit era stata in grado di fare.
«Già…una bacchetta…» sussurrò.
Nonostante la cupola di nuvole, che oscurava quasi completamente il cielo stellato, il paesaggio toglieva il fiato. Dal balcone si aveva una visuale perfetta del Lago Nero, illuminato dai pochi raggi di luna che riuscivano ad oltrepassare le nubi. I giochi di luce ed ombra che si creavano sulle acque avrebbero stregato chiunque, ma Hanalis in quel momento non sembrava per nulla interessata al paesaggio.
La ragazza si stava rigirando tra le mani la sua bacchetta, quella che la preside le aveva consegnato subito dopo averle sbloccato i poteri.
Le sembrava strano poterla tenere in mano e le sembrava ancora più strano che quel bastoncino di legno, lungo si e no venticinque centimetri, potesse produrre tutte quelle meraviglie.
 
Draco Malfoy, checché ne dicessero in giro, non aveva mai amato le feste e chi lo dipingeva come un amante della vita mondana, sicuramente non l’aveva mai conosciuto. Proprio a causa di quel suo proverbiale “amore” per i balli, il ragazzo si aggirava per la sala con un calice di vino elfico in mano e un diavolo per capello. Facendo lo slalom tra una gruppetto di ragazzine starnazzanti e qualche coppia danzante, dandosi del cretino per aver accettato l’invito della preside, Malfoy era alla disperata ricerca di un posticino tranquillo. Avrebbe di gran lunga preferito starsene stravaccato su una poltrona della piccola Sala Comune del loro dormitorio, senza tutta quella musica assordante e gli schiamazzi dei ragazzini dei primi anni che sembravano aver preso la festa per un parco giochi.
Le verandine esterne sarebbero state sicuramente una buona soluzione ai suoi problemi se non fossero state tutte occupate, sembravano essere diventate il luogo preferito della serata. Borbottando peggio di una caffettiera, Draco le passò tutte in rassegna lanciando sguardi poco amichevoli agli occupanti, finchè non ne scorse una apparentemente libera.
Le tende erano chiuse e non sembrava esserci nessuno. Si avvicinò e scostò leggermente il tessuto leggero che gli ostruiva il passaggio trovandosi ad ammirare qualcosa che reputò molto più bello del paesaggio.
Hanalis gli stava dando le spalle, fasciata in un lungo vestito nero semitrasparente che le lasciava la schiena quasi completamente scoperta, fatta eccezione per quel poco che riusciva a coprire una stola di pizzo nero. Tra i lunghi capelli, raccolti in una morbida acconciatura, spiccava una pettinina d’argento con due fiori di madreperla e tanti piccoli brillanti. Ricordava bene quel vecchio fermaglio e non credeva possibile che la ragazza lo avesse ancora.
 
Sarei andato al Ballo del Ceppo con Pansy. Da quando Silente l’aveva annunciato in Sala Grande, non aveva fatto altro che stressarmi perché fossi io ad accompagnarla e alla fine dovetti cedere. Ad andarci con Blaise sarebbe stata Hanalis perché, purtroppo per noi, la coppia Blaise/Pansy sarebbe nata solo qualche tempo dopo. Lis non si era offesa, fortunatamente, ma mi aveva fatto promettere di riservarle almeno un ballo.
Era la notte di Natale e, anche se eravamo stati insieme quasi tutto il giorno, ancora non avevo dato il mio regalo ad Hanalis. Ero sicurissimo di aver trovato il regalo perfetto e lo tenevo rimpicciolito e ben nascosto nella tasca interna della giacca. Avevo girato tutta Hogsmead per trovarlo e avevo quasi perso le speranze quando un luccichio, proveniente da una cesta alla cassa di Stratchy&Sons, aveva attirato la mia attenzione.
Dentro ad un sacchettino di pizzo verde, chiuso con un nastro di raso giallo tempestato di brillantini microscopici, avevo trovato una pettinina impreziosita da piccoli brillanti tra cui spiccavano due fiori di madreperla che assomigliavano moltissimo ai Fiori di Lis.
La commessa aveva confezionato il tutto dentro ad un sacchettino di carta rossa, chiuso con un fiocco incantato verde scuro, sui cui era in corso una nevicata. Ero più che certo che Hanalis l’avrebbe nascosto nella sua “Scatola dei Ricordi”.
Ricordo ancora adesso la sensazione stranissima che avevo provato quando l’avevo vista scendere le scale del dormitorio. Non importava che mi avesse mostrato il vestito almeno una ventina di volte da quando l’aveva acquistato, non importava che l’avessi sempre trovata una ragazza carina: fu come se l’avessi vista per la prima volta.
Il vestito viola, di tessuto leggero, lungo fino ai piedi, svolazzava ad ogni suo movimento e una morbida treccia le ricadeva sulla spalla, mentre alcuni ciuffi lasciati liberi e arricciati le incorniciavano il volto: la trovai bellissima.
Mi avvicinai titubante, come con lei non ero mai stato e le porsi il mio regalo, senza dire nemmeno una parola. Lei mi sorrise e le si illuminarono gli occhi quando prese in mano la pettinina.
«È bellissimo, Draco!» esclamò abbracciandomi, per poi trascinarmi davanti ad una delle finestre della Sala Comune, che usò come specchio. In un baleno si tolse il cerchiello viola con il fiore di stoffa e lo sostituì con il mio fermaglio, per poi voltarsi verso di me.
«Come sto?»
«Perfetta!» mormorai, dimenticando qualsiasi altra cosa, compreso il fatto che di lì a poco sarebbe scesa anche Pansy e che era lei che dovevo accompagnare.
Mi resi conto, solo in quel momento, di quanto fosse bella e capii che non erano né il vestito né i capelli né il fermaglio: era proprio lei ad essere bella ed io ero un perfetto imbecille perché mi era servito un vestito lungo e un po’ di trucco per accorgermene.
Mi pentii, e tutt’ora lo faccio, di non aver deciso di ignorare Pansy ed accompagnare Lis.
Non ne sono sicuro, ma credo che sia stato quello il momento in cui cominciai ad innamorarmi di lei.
 
La ragazza, forse sentendo la sua presenza, si voltò e gli sorrise. Gli occhi dorati, incorniciati da una maschera di pizzo nero, brillavano illuminati dalla luna.
«Avrei dovuto impedirle di uscire dal dormitorio con quel vestito…» si ritrovò a pensare Draco vedendo quanto anche la scollatura sul seno fosse profonda. In quel momento, conscio della sua gelosia, si rese definitivamente conto che i suoi sentimenti per Hanalis non erano mai svaniti. Aveva solo preferito relegarli da qualche parte dove non potessero fargli provare dolore, perché da quando se n’era andata, facendogli credere che fosse morta, non aveva mai smesso di amarla, ma quell’amore aveva portato solo dolore.
«Cosa fai qui fuori da sola?» le chiese raggiungendola, cercando di scacciare quei pensieri e di riacquistare anche un po’ di contegno. Hanalis vestita in maniera così femminile gli aveva sempre fatto un certo effetto, forse perché, visto l’animo da maschiaccio della ragazza, non c’era per niente abituato.
«Non mi piace la confusione» rispose tranquillamente lei, tornando a puntare lo sguardo fuori dalla finestra.
«Sembrava che ti stessi divertendo con le altre ragazze»
«Sono tutte molto simpatiche, anche quella Luna…è un po’ bizzarra ma è molto simpatica…solo che…beh, il modo in cui mi guardano tutti…mi sono sentita fuori luogo…» spiegò con una nota di frustrazione nella voce.
«Cosa intendi? Come ti guardano tutti?» chiese Draco, anche se già aveva un’idea di cosa potesse essere successo in mezzo a quelli che un tempo erano i loro compagni.
«Mi guardano con una luce di trepidante attesa negli occhi, come se si aspettassero che, ora che ho recuperato i miei poteri, io recuperi anche i ricordi…aspettano tutti con ansia il momento in cui mi ricorderò di loro! Come se dipendesse da me, come se fosse semplice! Sembra che nessuno capisca quanto l’essere qui, mi costi una fatica immensa…» era davvero innervosita e Draco se ne sentì responsabile. Certo l’idea di farla partecipare al Ballo non era stata sua ma, esasperato dall’entusiasmo del resto del gruppo e dalla curiosità di Lis, aveva finito col cedere. La presenza di molti dei loro vecchi compagni di corso, probabilmente voluta dalla McGranit vista l’importanza della celebrazione, come aveva previsto, aveva finito col peggiorare le cose. Si era raccomandato con chiunque gli fosse possibile, di non trascinare Hanalis in discorsi sui vecchi tempi ad Hogwarts, ben sapendo che, priva di ricordi, la giovane si sarebbe sentita fuori luogo e sotto pressione, ma non sembrava aver funzionato.
«L’avevo detto che non era una buona idea…» borbottò tra se, ma la giovane lo sentì ed accennò ad un sorriso.
«Lo so…ed ora, col senno di poi, mi dico che se ti avessi ascoltato e non mi fossi fatta trascinare da  Hermione, Pansy e Ginny, forse non sarei costretta a nascondermi qui fuori… »
«Dalla Granger mi sarei aspettato un po’ di sostegno»
«Credo che le feste le piacciano molto più di quanto voglia far credere, Draco, non fargliene una colpa…Non è colpa di nessuno. Sono i vostri compagni e la vostra scuola, è normale che desideriate partecipare a questa celebrazione…»
«Sono stati anche i tuoi di compagni, Lis…»
«Ma io non mi ricordo di loro. L’unica a dover rimanere in dormitorio ero io…»
«Sarei rimasto con te, lo sai» le disse spostandole un ciuffo ribelle dietro le orecchie, accarezzandole dolcemente la guancia. Hanalis gli sorrise, arrossendo leggermente.
«Tu come mai sei qui fuori? Voci di corridoio dicono che di solito sei l’anima della festa…» gli chiese, cercando di smorzare i toni della conversazione e di alleggerire l’imbarazzo di entrambi, per quel momento così intimo.
«Ti sembra la faccia di uno che è l’anima della festa?» le chiese per tutta risposta, sbuffando e alzando un sopracciglio. Hanalis gli scoppiò a ridere in faccia.
«Divertente, molto divertente» bofonchiò il giovane.
«Eddai, Malfoy eri buffissimo! Se ti consola ho avuto la stessa reazione quando l’ho saputo…»
«E da chi l’avresti saputo?»
«Te l’ho detto, voci di corridoio. Tu però stai svicolando, perché sei qui fuori? Tu sicuramente ti ricordi di tutti loro…» concluse facendo un cenno con la testa verso l’interno.
«È proprio per questo che sono qui fuori»
«Non sono sicura di capire…»
«Non sono molto bene accetto tra i nostri ex compagni…»
«Perché eri a Serpeverde? Pansy mi ha spiegato che eravate in guerra con mezza scuola, ma non capisco perché avercela solo con te…» Draco sorrise amaramente, se il problema fosse stato solo la casa di appartenenza, sarebbe stato molto più facile.
«Purtroppo parliamo di un’altra guerra, Lis. Una guerra in cui, mio malgrado, ho avuto un ruolo poco simpatico. Avevo i miei motivi per farlo, ma ero comunque dalla parte sbagliata…una parte sbagliata che mi ha marchiato a vita…» le spiegò con tono cupo, mentre guardava altrove.
Hanalis si rese conto che quello era un argomento delicato per l’amico e, nella speranza di tirargli un po’ su il morale, cambiò discorso.
«E questa cosa dell’anima della festa?» chiese dopo qualche attimo di silenzio.
Draco accennò ad un sorrisino.
«È colpa di Blaise, tanto per cambiare…»
«Chissà perché non avevo dubbi» rispose sorridendo Hanalis, lanciando uno sguardo alla Sala dove Zabini si stava scatenando a tempo di musica.
«Un gran ballerino, eh?! Il vero amante delle feste è lui, ma non sopporta di andarci da solo così mi trascina con lui…» le disse Malfoy recuperando un po’ di buon umore.
«Posso immaginare la tua gioia»
«Non ne hai idea» le rispose con una risatina.
«E tu come te la cavi come ballerino?»
«Se quello che sta facendo Blaise lo chiami ballare, allora molto male»
«Ed io che credevo che non ci fosse nulla che un Malfoy non sapesse fare…» gli disse canzonandolo e facendogli l’occhiolino.
«Ti stupiresti nel vedere quante cose sa fare un Malfoy, Nanerottola» le disse con un sorrisetto sornione stampato in faccia, avvicinandosi pericolosamente.
Poi la sua espressione si addolcì e prese tra le lunghe dita una ciocca ribelle, sfuggita nuovamente all’acconciatura di Hanalis, portandogliela dietro l’orecchio finendo con l’accarezzarla ancora.
«Questi capelli mi faranno impazzire…» sussurrò Lis imbarazzata, perché non riusciva a non pensare a quanto le piacessero le carezze di Draco.
All’improvviso, una melodia lenta e dolce si diffuse nella Sala Grande arrivando anche all’esterno. Contrariamente agli altri occupanti dei piccoli balconi, i due non si mossero e non rientrarono per ballare. Rimasero lì a guardarsi negli occhi, la mano di Draco ancora appoggiata sulla guancia di Hanalis.
Accennando ad un sorriso, Draco si produsse in un inchino cerimonioso tendendo la mano alla ragazza e facendole l’occhiolino.
«Mi concederebbe questo ballo, signorina Holmes?»
«Con molto piacere, signor Malfoy» gli rispose sorridendo divertita e prendendogli la mano.
Quello che doveva essere un ballo, divennero due e poi tre. Ad un certo punto persero il conto e si ritrovarono a volteggiare sorridenti sulla loro piccola pista da ballo personale, con la luce della luna che ogni tanto filtrava tra le spesse nuvole della coltre che sovrastava la scuola.
 
«La musica è finita» sussurrò Hanalis, alzando lo sguardo e perdendosi negli occhi del suo cavaliere. Lis pensò che fossero davvero particolari: fin dal primo momento in cui l’aveva conosciuto, li aveva considerati semplicemente grigi ma ora, guardandoli così da vicino non ne era più sicura. C’erano una miriade di pagliuzze di tanti azzurri diversi e persino alcune talmente chiare e luminose da sembrare argentate, e definire quegli occhi semplicemente grigi le sembrò riduttivo.
Erano una calamita, come lo era il ragazzo stesso.
«Già…» aveva sussurrato Draco, senza però lasciarla andare.
Il ragazzo sapeva che stava sbagliando tutto e se ne rendeva perfettamente conto. Stava vivendo un conflitto interiore di proporzioni bibliche. La ragione gli stava ripetendo a mitraglietta che doveva lasciarla andare e aspettare che ricordasse per cercare di recuperare il loro rapporto. Il cuore invece, com’era prevedibile, gli diceva tutto il contrario: di buttarsi, di non aspettare e di seguire l’istinto.
«Forse…forse, dovremmo rientrare…» mormorò nuovamente Lis, arrossendo.
Non capiva cosa stava succedendo. Era vero che si conoscevano da moltissimo tempo, ma era anche vero che lei non ricordava nulla: sostanzialmente era come se l’avesse incontrato solo dieci giorni prima. Quella vicinanza però, era così familiare che non aveva la minima intenzione di allontanarsi da lui. Era tutto così strano e confuso.
«Già…» rispose Draco per la seconda volta.
Il cervello gli era completamente andato in tilt. Tutto di lui era completamente in tilt. Doveva assolutamente allontanarsi, altrimenti avrebbe finito col cedere.
Era da quando l’aveva rivista che resisteva al forte impulso di abbracciarla e baciarla come se non fossero passati sei anni. Aveva sempre resistito, doveva farlo anche quella volta. Peccato che il suo corpo sembrava essere attratto verso quello di Hanalis come un pezzo di ferro verso una calamita.
«Maledetti poli contrastanti» si ritrovò a borbottare nella sua testa.
«Draco…» il ragazzo si riscosse, il tono di Hanalis era cambiato, sembrava preoccupato.
«Si?» chiese, cercando di riacquistare un po’ di lucidità e di smetterla con certi pensieri.
«Non è il momento, Malfoy! Vedi di riprenderti!» si ordinò.
«Credo che dovremmo davvero rientrare…non ti sembra strano che ci sia tutto questo silenzio?»
Malfoy se ne accorse solo in quel momento. Era normale che la musica fosse finita, sicuramente era stata la preside a chiederlo. Ormai mancava poco alla mezzanotte e al vecchio rituale che maghi e streghe erano soliti celebrare a Samhain.
Tutto quel silenzio però, non era per nulla normale.
C’era qualcosa di strano e Hanalis aveva ragione, dovevano rientrare.
 



NOTE:
 
Non ci sono molte note in questo capitolo…
Ci tengo però a fare una precisazione: in molte fan fiction che ho letto Draco è un amante delle feste e della vita mondana, per come me lo immagino io, invece, è l’esatto contrario. Ho sempre immaginato Draco come un ragazzo solitario e taciturno, spero che questa mia decisione non dia fastidio a nessunoJ
Una precisazione simile vale anche per Hermione che viene sempre dipinta come una bacchettona, io invece penso che un po’ di divertimento le sia dovuto, per questo ho deciso che tutto sommato le feste non le dispiacciono.
So che non è un particolare rilevante, ma non vorrei creare equivoci di sorta.


Ringrazio, come sempre, chi legge e recensisce e vi ricordo che i capitoli vengono pubblicati sempre 8, 18 e 28 di ogni mese:)
   
 
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