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Autore: TheSlayer    18/06/2013    3 recensioni
Elizabeth Vanderbilt fa parte di una delle famiglie più famose e prestigiose di New York ed è iscritta alla facoltà di Giurisprudenza a Yale, college che hanno frequentato i Vanderbilt per generazioni. E' fidanzata con Liam, il ragazzo perfetto: studia anche lui Giurisprudenza ed è il Presidente degli Alpha Delta Phi. Ma questa è la vita che Elizabeth vuole davvero? Un incontro con una vecchia amica, Eleanor, che la convince a lasciare perdere i libri almeno per lo Spring Break e ad andare con lei a Miami, le farà capire quello che vuole fare veramente e durante il viaggio alla riscoperta di se stessa verrà alla luce un segreto della sua famiglia che le cambierà completamente la vita.
[College!AU]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19 – Oh Father

“I-io…” Balbettai. “Io lo sospettavo, è per questo che sono venuta a trovarti.” Confessai dopo qualche minuto.
“Come l’hai scoperto?”
“Mio fratello Tyler ha sentito mia madre e… James parlare e me l’ha detto.”
“Tua madre non me l’ha mai detto.” Disse, quasi più a se stesso che a me.
“Cos’è successo?” Domandai. Volevo sapere tutto.
“Ho conosciuto tua madre a Central Park. Ero un artista squattrinato e facevo ritratti ai turisti per pochi dollari. Mi ricordo ancora il giorno in cui la conobbi: era insieme ad una sua amica e me ne innamorai all’istante, tanto che le offrii il ritratto gratis. Eravamo dei ragazzini e non penso che lei conoscesse ancora mio fratello. Le chiesi se poteva darmi il suo numero di telefono, ma lei mi disse che non si fidava di me perché ero uno sconosciuto e se ne andò con il suo ritratto e la sua amica. Non la vidi più per anni, finché un giorno entrò nella mia galleria.  Ai tempi le piaceva l’arte e voleva acquistare un dipinto specifico per la sua casa. Non conosceva nessuno nell’ambiente e sapeva che io, il fratello di suo marito, avevo una galleria, quindi un giorno decise di venirmi a chiedere un favore. Immaginati la mia sorpresa quando la vidi entrare! Anche lei era incredula quando scoprì che l’artista che le aveva fatto il ritratto a Central Park anni prima era il fratello di suo marito.” Cominciò a spiegare Jack. “Parlammo per un pomeriggio intero, di tutto e di niente. Sapevo che era la moglie di mio fratello e che era sbagliato, ma provavo le stesse cose che avevo provato quando l’avevo incontrata per la prima volta: ero completamente innamorato di lei.” Aggiunse.
“Quindi avete avuto una storia?”
“Non subito.” Rispose Jack. “All’inizio ci vedevamo in galleria per parlare del dipinto che voleva acquistare. Io conoscevo parecchie persone e le avevo procurato diversi appuntamenti per quel quadro. La nostra storia iniziò il giorno in cui le presentai l’uomo che le permise di tornare a casa con il dipinto delle ballerine di Degas che voleva tanto. Per festeggiare l’acquisto stappammo una bottiglia di champagne e passammo tutta la sera insieme, finché, ad un certo punto, mi disse che doveva tornare a casa.”
“Cos’è successo dopo?” Domandai. Lo stavo ascoltando rapita, non riuscivo a credere che mia madre potesse aver vissuto una storia del genere.
“La nostra storia è continuata per qualche mese, ma sapevamo entrambi che era sbagliato. Lei era sposata, per giunta con mio fratello, e sapevamo che avremmo dovuto smettere di vederci, ma non riuscivamo. Io non sarei mai riuscito a lasciarla, così un giorno lo fece lei. Arrivò alla mia galleria d’arte, vestita di tutto punto, e mi disse che dovevamo smettere di vederci. A questo punto posso immaginare che l’abbia fatto quando ha scoperto di essere incinta.” Rifletté ad alta voce. “So che quello che abbiamo fatto è sbagliato. Ai tempi non sapevo nemmeno che avesse già un altro bambino.” Continuò Jack.
“Tyler.” Dissi. Mia madre aveva avuto una relazione clandestina con il fratello di suo marito quando a casa aveva già un bambino piccolo. La donna che mi stava descrivendo Jack era totalmente diversa da quella che avevo conosciuto io.
“Già, Tyler.” Replicò. “Tua madre è stato il mio primo grande amore.”
“E’ così diversa…” Mormorai.
“Sì, era completamente diversa da com’è adesso. Era uno spirito libero. Non so esattamente cosa sia cambiato nel corso degli anni. Quando l’ho incontrata, ieri, è stato come trovarmi davanti una persona nuova.” Spiegò.
“Quindi sei andato a chiederle…” Cominciai a chiedere, ma mi interruppi a metà frase.
“Sì, sono andato a parlarle, perché non riuscivo a smettere di pensare a te e alla coincidenza… insomma, tutti i Vanderbilt che conosco, da generazioni, hanno sempre studiato Legge. Poi arrivi tu e lasci gli studi per l’arte e mi hai ricordato tantissimo me stesso. Quando poi mi hai detto che tua madre è Beatrice ho cominciato ad avere dei dubbi. Ho fatto i conti ed era possibile, perché noi ci siamo frequentati esattamente ventun anni fa.”
“Come hai fatto a farla confessare?” Domandai.
“E’ crollata da sola quando mi ha visto.” Spiegò Jack. “E, per qualche minuto, ho rivisto la ragazza di cui mi sono innamorato quando ero giovane.”
Sentii gli occhi lucidi e li chiusi, permettendo così ad una lacrima di solcare la mia guancia.
“Cosa succederà adesso?”
“Tua madre non vuole che si sappia in giro, perché non vuole che scoppi lo scandalo. Ma io non ho nessuna intenzione di lasciare correre la cosa. Sono già stato vent’anni senza conoscerti. Devo recuperare.” Replicò Jack. “Che ne dici se cominciamo a vederci qualche volta? Magari il prossimo weekend? Posso venire io qui a New Haven o puoi venire tu a New York, come preferisci.”
“Mi piacerebbe davvero molto.” Dissi. “Ma sabato devo lavorare e ho un turno doppio perché l’ho saltato questo sabato…” Aggiunsi.
“A questo proposito, non voglio che tu ti preoccupi dell’università. Ho parlato con tua madre e le ho detto che, visto che sono tuo padre, voglio avere voce in capitolo. Non può tagliarti i fondi perché vuoi seguire il tuo sogno.”
“Non so cosa dire.” Dissi, sentendo gli occhi ancora più gonfi. “Grazie. Credo che dovrei cominciare con un grazie.” Aggiunsi.
“Non preoccuparti di nulla.”
Annuii, anche se avevo già preso una decisione.
“Continuerò a lavorare, però.” Dissi. “Non voglio dipendere dalla mia famiglia per tutto.”
“Sono d’accordo, ma le tue amiche mi hanno detto che fai tantissimi turni e che sei spesso stanca e fai fatica a finire i tuoi progetti.”
“Già.” Risposi. Eleanor e Perrie avevano già parlato con Jack? Sicuramente erano state loro.
“Direi che puoi fare dei turni normali, in modo da avere tempo per l’università e anche un po’ per divertirti.” Suggerì Jack con un sorriso. “Così il prossimo weekend possiamo passare un po’ di tempo insieme. Magari un giorno puoi tornare con il tuo ragazzo, mi sembra di aver capito che New York gli sia piaciuta tanto.” Aggiunse l’uomo.
Abbassai lo sguardo sulle mie gambe, pensando a Harry. A quanto avrei voluto parlargli di quello che stava succedendo e chiedendomi se saremmo mai riusciti a far tornare le cose come prima.
“Non vedo l’ora di passare del tempo con te.” Dissi. “Riparti per New York questa notte?” Domandai.
“No, mi fermerò ad un motel qui vicino. Avevo pensato che, se ti va, potresti mostrarmi i tuoi lavori domani.”
“Mi piacerebbe.” Risposi.
“Bene, allora adesso ti lascio dormire, perché sarai stanca e domani avrai lezione, giusto?”
“Sì, domani mattina.” Dissi, annuendo.
“Allora a domani.”
 
Il mattino successivo mi preparai per andare a lezione, consapevole di avere davanti un pomeriggio intero con mio padre e di non aver ancora risolto la situazione con Liam e Harry. Fortunatamente incontrai Styles davanti all’edificio in cui avevo lezione e lo fermai.
“Ehi!” Esclamai. Il ragazzo abbassò immediatamente lo sguardo ed evitò il mio.
“Ehi.” Replicò con freddezza.
“Come stai questa mattina?” Domandai, cercando di ignorare il suo tono.
“Come uno che ieri sera si è ubriacato e non si ricorda nulla.” Disse. Quella freddezza e la sua espressione mi facevano lo stesso effetto di un pugno nello stomaco. Non sopportavo quella situazione.
“Hai due secondi per parlare?” Chiesi.
“No, devo andare a lezione.” Rispose ed entrò nell’edificio. Harry non si ricordava nulla di quello che era successo la sera prima, quindi non sapeva che ero andata da lui invece di rimanere fuori con Liam e non sapeva nemmeno di avermi detto quelle parole.
 
“Così questo è il famoso campus di Yale.” Disse Jack quel pomeriggio. L’avevo portato a fare un tour dell’università e gli avevo mostrato tutti i miei posti preferiti, gli edifici in cui facevo lezione, Greek Row e i posti in cui lavoravo.
“E’ la prima volta che vieni?” Domandai.
“Sì, ho preferito investire i miei soldi nella galleria, quindi non sono venuto all’università. Però è un bel posto, sono contento che ti trovi bene.”
“Adoro Yale.” Dissi. “Il primo anno pensavo di odiarla, perché odiavo Legge.” Confessai. “Ma da quest’anno ho capito che era solo la facoltà a farmi schifo, amo questo posto.”
“Sono davvero contento.” Ripeté Jack. “Adesso ti va di farmi vedere qualcuno dei tuoi lavori?”
“Certo! Vieni.” Dissi. Entrammo nella casa delle KAT, salii in camera a recuperare il mio blocco e alcune tele che avevo dipinto e le portai in salotto. La regola di Tiffany “nessun ragazzo al piano di sopra” era estesa anche ai parenti, visto che spesso le mie coinquiline giravano per i corridoi in biancheria.
“Sei davvero brava!” Esclamò Jack dopo aver sfogliato il mio blocco. “E questa tela mi piace tantissimo.” Disse dopo qualche minuto, indicando il primo quadro che avevo dipinto in camera di Harry. Quello che voleva rappresentare la persona che volevo essere e non quella che ero. Il pensiero dei pomeriggi passati nella sua stanza a dipingere, disegnare e ad ascoltare musica mi appesantì di nuovo il cuore e sospirai.
“Grazie.” Dissi. Spiegai a Jack il significato di quella tela e continuammo a parlare di arte per tutto il resto del pomeriggio. Non mi sembrava quasi vero di avere un padre che condivideva la mia stessa passione. Un padre che capiva quello che stavo provando e, non solo, l’aveva provato anche lui.
“Ehi, Liz… posso chiamarti Liz, vero?” Mi domandò Jack alla fine della serata.
“Certo.” Risposi.
“Mi ha fatto davvero piacere passare questa giornata con te e spero che potremo farlo ancora molto presto.” Disse alzandosi dal divano.
“Anch’io.” Replicai, alzandomi a mia volta. “Posso chiamarti tra qualche giorno per dirti se riesco a venire a New York?” Domandai.
“Liz, puoi chiamarmi quando vuoi. E dai un po’ di tempo a tua madre, sono sicuro che riuscirete a chiarirvi.” Rispose lui. Ci fu un momento di imbarazzo, perché non sapevamo come salutarci, ma alla fine Jack mi abbracciò stretta. Rimasi un po’ rigida all’inizio, ma poi mi lasciai andare e lo abbracciai anch’io. Lo salutai ancora dal portico della casa delle KAT, sorridendo e sperando che il weekend arrivasse presto perché non vedevo l’ora di passare dell’altro tempo con lui. Durante il pomeriggio mi aveva parlato della sua famiglia, di suo figlio Will che amava tutti i tipi di sport e di sua figlia Emma, che era una grande appassionata di arte e adorava dipingere con le dita. Mi aveva anche parlato di Tessa, sua moglie, e di come si erano conosciuti perché le si era rotto un tacco proprio davanti alla sua galleria d’arte e lui era uscito per aiutarla. Rientrai in casa pensando che avrei voluto condividere tutto quello che era successo con Harry, ma che non avrei potuto perché si rifiutava di parlarmi.
 
“Tuo padre è fantastico!” Esclamò Eleanor quando la raggiunsi in camera nostra. Perrie si stava mettendo lo smalto sulle unghie dei piedi seduta sul divanetto sotto la finestra, mentre El era sdraiata a pancia in giù sul suo letto e sfogliava una rivista.
“Non mi sembra ancora vero.” Dissi, liberandomi della felpa che mi aveva tenuta calda quando avevo accompagnato Jack fuori e sedendomi a gambe incrociate sul mio letto.
“Ehi, a proposito. Oggi Lou mi ha detto che ieri sera è successo qualcosa a casa loro e mi ha chiesto se ne avevamo parlato.” Mi domandò Eleanor. Giusto. La sera precedente avevo anche comprato del gelato per l’occasione, ma non avevo mai parlato con le ragazze perché avevo trovato Jack in salotto.
Raccontai brevemente a Perrie ed El quello che era successo e loro ascoltarono tutto con attenzione.
“Quindi non ti parla più?” Mi chiese El.
“Già. Non risponde alle mie chiamate e non mi parla.” Risposi. “Vorrei spiegargli come stanno le cose, ma…”
“Ma come stanno le cose?” Intervenne Perrie. “Voglio dire, hai chiarito le idee? Perché a questo punto è piuttosto chiaro che devi prendere una decisione.” Aggiunse. “Non lo dico con cattiveria, sai che ti voglio bene.”
“Lo so, sai che apprezzo la tua sincerità.” Replicai. “E sì, devo prendere una decisione.”
“Possiamo aiutarti?” Mi chiese El, chiudendo la rivista.
Scossi la testa. Per la prima volta in settimane avevo le idee chiare e sapevo cosa dovevo fare.

 



Ecco il nuovo capitolo! Come vi avevo promesso scopriamo cos'è successo tra Jack e la madre di Liz! Devo dire a Lou che è stata bravissima, perché ha notato subito il particolare del Degas che avevo lasciato qualche capitolo fa :) <3
Liz passa un po' di tempo con suo padre ed è tutto bellissimo finché non capisce che Harry non si ricorda nulla di quello che è successo quando era ubriaco e non vuole parlare con lei. Il prossimo (che posterò venerdì) sarà l'ultimo capitolo di questa storia e finalmente scopriremo quale sarà la decisione di Liz. Voi cosa ne pensate? Non vedo l'ora di leggere le vostre idee <3
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e grazie per tutto, anche se in questo periodo sono un po' assente perché sto scrivendo una storia (di cui vi parlerò tra un po') e sono concentratissima perché devo finirla, leggo sempre tutto e apprezzo tantissimo. <3

Ecco i link alle mie pagine, se volete aggiornamenti sulle mie storie o se avete voglia di fare due chiacchiere: Pagina Facebook | Account personale Facebook | Twitter | Ask.fm


Alla prossima!
Un bacione
xx

   
 
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