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Autore: I am in love with a train    18/06/2013    1 recensioni
Premettiamo che questa è la nostra prima storia. Parla di cosa potrebbe succedere a quei tre uomini (che noi ovviamente stimiamo ma che amiamo prendere per il culo all day long u.u) se lasciati soli e allo sbaraglio. Billie ha comportamenti di un bimbo di 5 anni, Mike è la brava e buona mammina che accontenta tutti, e Tré è... Trè. Non sforzatevi a trovare un briciolo di senso in questa nostra opera (??) perchè non ne ha. We hope you enjoy it u.u!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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All’improvviso un’idea malsana attraversò la piccola mente perversa del vocalist, seguita da una sua espressione terribilmente disgustata. 

“Non avrei mai pensato di dire una frase simile ma è la nostra ultima speranza: Trè vai di sopra e vestiti da infermiera o da quello che vuoi, basta che sia di sesso opposto. Non so se questo farà ridere Mike o lo farà vomitare a getto, l’importante è che si smuova di lì” Disse il moro sapendo che si sarebbe pentito amaramente di ciò che aveva appena detto.
Quando Trè tornò, aveva indosso un vestito fucsia, che gli arrivava alle ginocchia, un paio di calze a rete ed uno strato pesante di trucco in faccia.
“Come sto?”
“Sei la miglior drag queen che abbia mai visto” Billie gli fece un segno di approvazione con la mano, mentre cercava di reprimere un conato di vomito.
Toccò leggermente la spalla di Mike e, vedendo che non dava segni di vita, gli girò bruscamente il viso, godendosi la sua espressione: sgranò gli occhi di colpo, e iniziò ad impallidire spaventato; neanche avesse visto un fantasma!
“Mike, tutto bene?” Chiese Billie tentando di intromettersi nella sua visuale.
“U-uhm… c-credo di sì… ora devo andare” Spaventato, il biondo uscì sul retro, in giardino, per godersi un po’ d’aria fresca mattutina e per togliersi dalla mente l’immagine di Trè che, era sicuro, lo avrebbe perseguitato per molte notti.
“Ehi Mike… ti abbiamo spaventato troppo?” Il moro lo inseguì, pensando di aver esagerato: in risposta non ricevette nulla.
“Mickey… rispondimi ti prego… scusami…” Billie si mise a fare il micino per convincere l’amico a parlare, accovacciandosi a terra vicino a lui e strusciando il viso sulla sua spalla.
Mike accennò un sorriso e iniziò ad accarezzare i morbidi capelli del vocalist; si bloccò, però, non appena gli si appallottolò in braccio e iniziò a fare le fusa.
“Ehm Billie… che stai facendo?”
“Mmh… sei morbido!” Esclamò felice lui, mentre si sistemava meglio le zamp… ehm, mani sotto il viso e chiudeva gli occhi, per provare a sonnecchiare sul suo migliore amico un’altra volta.
“Ma Billie…” In risposta ricevette solo il ronfare del moro, che gli stava anche infilando le unghie nelle gambe, in un continuo avanti e indietro delle dita, proprio come un gatto.
“Senti… Billino caro… io sarei un po’ scomodo e…… SEI GRASSO! Levati di dosso che sto soffocando e mi stai bloccando la circolazione nelle gambe!” Sbottò Mike scherzosamente per farlo alzare.
Billie sgusciò via raso terra: al biondo sembrò di vedere anche una coda passargli davanti al viso.
Era triste, deluso, non si aspettava di venir trattato così dal suo migliore amico, non aveva capito che lo stava prendendo in giro.
Come un bambino, iniziò a singhiozzare: il labbro inferiore cominciò a tremargli e subito dopo si lasciò andare in un pianto disperato.
“M-Mike io pensavo che tu mi volessi benee!” Corse via, sentiva il suo piccolo e fragile cuoricino andare in frantumi, insieme alla sua dignità.
                         
Trè vide l’amico corrergli incontro con la testa china, emettendo continui singulti.
Gli allacciò le braccia intorno al collo e lo strinse forte, facendogli mancare il respiro e nascose la testa nell’incavo del collo del batterista: questo sentì le lacrime di Billie, il quale si stava soffocando con i suoi stessi singhiozzi, bagnargli la maglietta.
“Ah, prima mi vuoi uccidere e poi vieni a piangere sulla mia spalla?” Lo schernì Trè mentre cercava di scrollarsi di dosso l’amico.
“Non si fa così Billie, no no!” Lo sgridò tata Lucia, saltata fuori da non si sa dove. In tutta risposta il vocalist la guardò con un’espressione che era qualcosa tra l’arrabbiato e l’affranto… insomma, qualcosa di molto puccioso.
“Nessuno mi vuole bene…” Mormorò prima di scappare in camera sua al piano superiore.
“Mamma mia questo è complessato mica poco…”
“Ehi Trè, sai dov’è finito Billie? Devo parlargli…” Domandò Mike facendo irruzione nella stanza.
“È corso su in camera sua piangendo… ma si può sapere che cavolo è successo?”
“Te lo racconto dopo, eh?” E detto questo il biondo si lanciò su per le scale.
“Secondo me Billie è tipo quella del Mondo di Patty: se non piange almeno 11 volte al giorno non è contento…” Riflettè Trè mentre si accingeva a prendere il telecomando per accendere la tv.
“Ehi Billie? Billie dove sei devo parlarti” Chiamò il bassista mentre si guardava in giro per la stanza in cerca del suo migliore amico; il suo sguardo cadde su uno strano rigonfiamento delle coperte ai piedi del letto.
“Dai Billie vieni fuori” Mike sollevò le coperte infilando la testa sotto di esse: Billie era rannicchiato sul fondo del letto e lo fissava coi suoi occhioni verdi spalancati e ancora lucidi per il pianto.
“Scusami, io stavo solo scherzando…” Il biondo allungò una mano per accarezzare la spalla dell’amico, col solo risultato della fuga del moro nell’altro angolo del letto.
“Oh dai vieni qui, non avere paura di me…” Mike distese nuovamente il braccio riuscendo però a sfiorare l’amico che si allontanò nuovamente da lui.
“Dai, adesso basta Billie, lo sai che non voglio farti del male…” Il bassista tentò questa volta di afferrarlo con entrambe le mani ma ancora una volta il vocalist sgusciò via. Spazientito il biondo si lanciò addosso all’amico tentando in tutti i modi di farlo stare fermo mentre quello continuava ad agitarsi come un matto per cercare di scappare dalla stretta del bassista.
“E va bene, io mi arrendo!” Sbuffò Mike appoggiandosi sfinito allo schienale del letto.
Dopo qualche istante passato a riflettere sulla situazione decise di utilizzare la sua ultima risorsa.
“Billie guarda che se non vieni subito qui non ti faccio più le coccole!”
Sapeva quanto piaceva al suo amico essere coccolato e lodato, cose che accrescevano in modo esagerato la sua autostima e quindi il suo egocentrismo, non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo. Infatti poco dopo la testa del vocalist fece capolino da sotto le coperte fissando nuovamente il bassista con i suoi occhioni da cucciolo.
“Mettiti qua” Mike si batté più volte una mano sulle ginocchia.
Dopo un attimo di esitazione Billie si avvicinò lentamente all’amico accoccolandosi sulle sue gambe.
“Ecco bravo” Il bassista incominciò ad accarezzarlo proprio come si fa con i gattini, che infondo erano la cosa a cui il vocalist assomigliava di più: era decisamente più vicino a uno di quegli animaletti pelosi che ad un adulto responsabile.
“Ascoltami Billie, io quelle cose le ho dette per scherzare, non intendevo assolutamente offenderti capito?” Il moro rispose annuendo lievemente.
“Quindi mi perdoni?” Il vocalist assentì di nuovo con il capo e un sorriso affiorò sulle labbra.
“Grazie” Disse Mike grattando l’amico dietro le orecchie.
“Miaaaaow!” Billie miagolò felice.
Il biondo, dopo l’esclamazione dell’amico, si batté una mano in fronte, sconsolato.
“Avevi detto che stavi cercando di smettere!” Lo rimproverò.
“Scusa…” Il moro abbassò le orecchie (non si sa bene come) imitando nuovamente gli atteggiamenti di un gatto.
“Billie!”
“Ok non lo faccio più!” Disse alzandosi.
“Però era divertente…” Aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle.
“Stiamo rasentando il ridicolo… che qualcuno mi aiuti…!” Si sfogò il bassista, iniziando a parlare da solo, lamentandosi dei comportamenti di Billie e incolpandolo di qualsiasi cosa, dal vicino che fa rumore alle due di notte al riscaldamento globale.
E mentre Mike sclerava, il campanello d’entrata iniziò a suonare: il vocalist, che passava di lì, andò ad aprire e non appena vide chi era rimase immobile, e poi estasiato si inginocchiò a terra con le braccia spalancate, con un sorriso ebete in volto, di chi ha appena visto la Madonna.
“Sei venuta qui per me!!” Si rialzò e prese in braccio quello che lo stava attendendo sul porticato, avvolto da una luce divina.
                     
“Ehi Billie, che ti pren… oh mio Dio. È venuta qua da sola?” Esclamò Trè vedendo l’amico in uno stato catatonico.
“Sì, sì! Ma ti rendi conto?!” Urlò a squarciagola il moro sbatacchiando Blue, la sua chitarra, a destra e a manca e facendo svegliare anche il biondo che nel frattempo era caduto in un leggero sonno dopo aver smadonnato per un abbondante quarto d’ora.
“Uh, uh, uh, uh!! C’è un biglietto Billie guarda!!! Leggilo, leggilo, leggilooo!!!!” Gli fece notare il batterista che aveva già incominciato ad immedesimarsi in un investigatore privato.
“È vero!! Allora vediamo dice…
                                                                                       

  La prossima volta stai più attento ragazzino rammollito!
Questa è la seconda volta che ti copro il culo!
 p.s.= te la stavano rubando…         
 
 

“Cosa?! Stavano rubando la mia Blue?!”
“Esatto figliolo, proprio così!” Il viso alquanto famigliare di una vecchietta comparve oltre lo stipite superiore della porta.
“Aiuto!!!” Strillò Billie voltandosi per abbracciare Mike; peccato che si accorse che il suo amico non era presente solo dopo aver preso lo slancio, e quindi cadde rovinosamente a terra.
“Non avrai mica paura di una povera vecchietta! In piedi femminuccia!!” Lo rimproverò l’anziana signora lasciandosi cadere facendo una capriola prima di arrivare coi piedi per terra, dato che era appesa al contrario.
“M… Mike mi ha chiamato femminuccia!!” Il vocalist scoppiò a piangere battendo i pugni per terra.
“E adesso cosa c’è ancora?” Il bassista fece la sua comparsa in cima alle scale.
Ma il suo sguardo si addolcì subito alla vista di un povero piccolo piagnucoloso e coccoloso Billie Joe che si rotolava per terra.
“Awwn poverino… chi ti ha fatto piangere? Dillo a Mike” Tentò di consolarlo il biondo prendendolo in braccio.
“È shtata lei, mi ha chiamato femminuccia!” Piagnucolò il vocalist indicando l’anziana signora.
“Signora non si permetta più di chiamare il mio amico in questo modo!” Esclamò fermo Mike.
“Pfiù, parla quello che se la prende con quelli più piccoli di lui” Rispose spavalda la vecchina. Quest’ultima frase lasciò perplesso il bassista che si fermò un attimo a riflettere.
La signora si rivolse allora a Trè che fino a quel momento era rimasto ammutolito fissandola esterrefatto.
“Ma fammi sapere una cosa: il tuo amico, quello lì bassino, fa sempre così?”
“Chi Billie? Oh sì, ma quello è il minimo mi creda…” Rispose lui alzando gli occhi al cielo.
“Sa signora, anch’io vorrei una nonna come lei…” Ammise poi il batterista arrossendo leggermente in viso.
“Oh, anche a me piacerebbe avere un nipote come te figliolo, forte e robusto, e non quel rammollito che mi ritrovo che passa la maggior parte delle sue giornate davanti al computer e non ha neanche il coraggio di trovarsi uno straccio di fidanzata!”
“Lei è proprio forte, sa nonnina? Ma dico, come faceva a stare appesa in quel modo?” Domandò Trè curioso.
“ Vent’anni come ufficiale nell’esercito, ecco come figliolo! Poi quei pappamolli mi hanno mandata via per aver picchiato uno che aveva paura di un semplice e innocuo amputamento di una gamba!” Raccontò la vecchietta agitando il suo bastone per aria.
“MA IO HO CAPITO CHI È LEI!!” L’urlo di Mike interruppe la conversazione tra i due.
“Lei è quella che mi ha preso a borsettate mentre… beh ecco… ehm… mentre stavo prendendo a cartellate stradali Billie…” Svelò il biondo mentre quel ricordo fece rabbrividire il povero Billie che ancora teneva in braccio.
“Oh, ce ne hai messo di tempo! Scommetto che questo giovanotto… come ti chiami figliolo?”
“Trè”
“Ecco, scommetto che Trè l’avrebbe capito subito!” Esclamò la vecchietta.
In tutta risposta gli altri due membri del gruppo si guardarono in faccia trattenendo a stento una risata.
“Vabbè, signora la ringraziamo molto per averci riportato la chitarra di Billie sana e salva…… vuole che le offriamo qualcosa? Non so, una tazza di thè…” Esordì il bassista interrompendo quell’imbarazzante silenzio nel quale i quattro erano caduti.
“Nonnina vuole un po’ di questa?” Domandò Trè porgendole la bottiglia che teneva in mano.
“Ma cosa dici Trè, non si offre la birra alle vecch…” Il biondo si blocco di colpo quando l’anziana signora strappò dalle mani del batterista la bottiglia e se la scolò tutta d’un fiato.
“Ma che…?!”
“Nonnina lei è un mito!! Non ci sarei riuscito neanch’io!!!” Esclamò Trè fissando incredulo la bottiglia vuota.
“Ah, mi ci voleva proprio! Era da tanto che non bevevo un po’ di birra! Quell’idiota di mio figlio non me la compra mai, dice che fa male alle persone di una certa età come me” La vecchietta si diresse verso la porta d’entrata.
“Io vi saluto ragazzi buona giornata!”
“No, aspetti un attimo nonnina!” La bloccò Trè mentre correva in cucina. Poco dopo fu di ritorno con una bottiglia di birra in mano.
“Volevo darle questa! Dato che suo figlio non gliela compra…” Disse porgendola all’anziana signora.
“Grazie figliolo, non dovevi! Lasciati abbracciare…”
“È stato un piacere nonnina, non la dimenticherò mai!” Il batterista accompagnò la vecchietta alla porta e la salutò con un gesto della mano.
“Oh mio Dio ma chi era quella?!” Esordì scioccato Mike.
“È la nonnina più super del mondo, ecco chi è! Ma dico ragazzi l’avete vista?!” Rispose Trè saltellando sul posto.
“Sarà, ma a me quella donna fa paura! A te no Billie? Billie…?” Il bassista scosse il povero nano che nel frattempo si era addormentato profondamente.
“Chi…? La vecchietta…? È forte sì…” mugugnò socchiudendo gli occhi.
“Vabbè…” Alzando gli occhi al cielo e sbuffando, Mike si diresse al piano di sopra con ancora il corpo del suo amico semi-svenuto tra le braccia, dove avrebbe potuto godersi qualche ora di meritato riposo.
Arrancò fino alla camera del vocalist e lo adagiò sul letto per riprendere fiato dopo la salita, o meglio ardua arrampicata, e constatando il fatto che Billie avrebbe dovuto perdere qualche chilo.
Si diresse poi di nuovo verso il moro e si fermò a osservarlo pensoso: lo doveva lasciare così 0 doveva tentare di metterlo sotto le coperte?
Si convinse del fatto che non poteva far prendere freddo al suo migliore amico, quindi avvicinandosi lentamente iniziò a levargli i pantaloni e la maglietta, lasciandogli su solo i boxer.
Lo fissò ancora, indeciso sul da farsi: come faceva a tirarlo di nuovo su e metterlo sotto le coperte senza svegliarlo e senza farsi prendere per un maniaco?
Mentre pensava si perse tra i tatuaggi del vocalist: belli, che coprivano gran parte delle sue braccia e parte del suo petto candido, e poi quelli sulle gambe, fasciate da quei boxer aderenti…
“Mike concentrati, mettere Billie sotto le coperte, questo è il tuo obiettivo… non far sì che i tuoi pensieri vengano deviati da uno stupido nanetto sexy…” Sussurrò a se stesso per tentare di calmarsi.
Riprese le facoltà mentali, sollevò di nuovo delicatamente l’amico, e finalmente riuscì a rimboccargli le coperte.
Tirò un respiro di sollievo e si sedette sul bordo del materasso, a contemplare la figura del moro e passando le dita nei suoi capelli increspati.
Dopo un po’ decise di lasciarlo dormire in pace e uscì dalla stanza chiudendo la porta.
“Oh Michael Michael… neanche tu sai resistermi…” Sogghignò Billie rivolgendo lo sguardo verso la poca luce che filtrava da sotto di essa. 







Holaaa!! Capitolo lungo! :D u.u piaciuto? Devo dire che io quella vecchietta la vorrei come nonna u.u Comunque! Vado di corsa quindi non ho molto da dire.... se non: RECENSITE!! :D e che non so perchè ma oggi scrivo in verde, non.lo.so.
Vabbè, alla prossima!
  
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