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Autore: blacknroll    18/06/2013    5 recensioni
"Gli inglesi dicono "fall in love" e credo non esista termine più adatto. Fall, cadere. Quando ti innamori non è semplice, ti ribalti, non ti addormenti senza pensare a lei. Quando ti innamori passi le giornate a sperare di sentirla. Quando ami faresti pazzie, davvero. Amore è cadere. E' cadere e sperare che ci sia qualcuno li a prenderti. E' una strana consapevolezza quella dell'essere innamorati. Ti colpisce in un giorno qualunque, forse senza un apparente motivo. Ed è strano. Come quando,all'improvviso, ascoltando una canzone in un'altra lingua ti rendi conto di capirne le parole."
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Cinque
Small bump


Abby_s © 2013
I One Direction (Louis Tomlinson, Liam Payne, Zayn Malik, Harry Styles e Niall Horan) sono una delle pop band internazionali più conosciute.
L’autrice di questa fanfiction non intrattiene con i citati artisti alcuna relazione di tipo economico-collaborativo.
Questo racconto descrive eventi di pura fantasia, destinati all’intrattenimento di altri fan e non persegue alcun intento diffamatorio (né pretende di dare informazioni veritiere sulle persone di cui tratta) o finalità lucrativa. L’intreccio qui descritto rappresenta, invece, copyright dell’autrice (Abby_s).


Per l’app...app… incontro con Louis dovetti cambiarmi, perché il mio povero pantaloncino aveva fatto una brutta fine a causa della stupidità di Liam, che a 20 anni, non sapeva ancora mangiare un panino decentemente, i miei piani quindi di non stancarmi erano andati felicemente a quel paese. Diversamente dal mio solito cercai qualcosa che mi facesse apparire un po’ più vivace, e optai per un vestitino a fiori, sapevo che avrebbe dato facilmente nell’occhio, inoltre io odiavo le fantasie un po’ troppo vivaci, ma un po’ per pigrizia e un po’ per voglia di cambiare lo lasciai, al piede indossai un paio di sandali, e completai il look da contadinella con un nastro nei capelli. Diciamo che il mio problema principale, a parte la statura, sono i capelli di un colore in definito tra il castano e il biondo, e senza una orma precisa, con il ciuffo ribelle perennemente sulla fronte.
Ero pronta per l’app…l’app.. incontro con Louis ed ero stranamente in anticipo, considerando che non dovevamo fare niente di particolare, visto che dovevamo semplicemente entrare in un bar e prendere un gelato, ma stare con lui mi metteva leggermente in soggezione, cosa che a me, nonostante la mia grande esperienza in appuntamenti che per la maggior parte finivano sempre o a casa mia, o in qualche albergo, non so se mi spiego, non era mai capitato, forse la certezza che nonostante la nostra indole, non saremo mai arrivati a quel punto, perché stava nascendo qualcosa di diverso.
 Cominciai a girovagare per la casa, alla ricerca di qualcosa da fare, fin quando non bussarono alla porta, convinta che fosse mio fratello, non mi scomodai per niente ad andare, ma quando avvicinandomi sentii imprecare una voce diversa, notai nello spioncino una cresta biondiccia che girava per il pianerottolo, convinta che ci fosse stato un attacco di creste viventi, presi un paio di forbici per distruggere il nemico, ma non appena aprì la porta notai che la cresta in realtà aveva un corpo, riconobbi subito il bel sederino di Louis, anche se sono una femmina, e queste sono generalmente cose che fanno i maschi, se fosse state al posto mio, di sicuro il primo particolare che avreste notato sarebbe stato quello, quindi non fate le finte moraliste sks, cercai di nascondere al più presto le forbici, buttandole in un vaso, ma ci riuscì con scarsi risultati, visto che scoppiò a ridere.
“Stavi provando per la parte di Edward mani di forbice?” disse lui, schioccandomi un bacio sulla guancia, cosa che mi lasciò un po’ stordita.
“ No, caro mio, volevo studiare come un maschio riesce a vivere dopo che gli hanno tagliato i suoi gioielli con le forbici” risposi a tono, e lui istintivamente si portò le mani sul pacco,  buttando le forbici dall’altra parte della strada.
“ Non oseresti” mi disse minaccioso.
“ Ho un altro paio in cucina, non urtarmi per stasera sweetie”  dissi mettendo in mostra il mio accento inglese sull’ultima parola, lui mi guardò offeso, e per un po’ camminammo in silenzio.
Cominciai ad osservarlo, aveva un profilo perfetto, e quando rideva si formavano delle piccole rughette vicino agli occhi, in più portava un bermuda, che questa volta non aveva avuto il bisogno di arrotolare indecentemente, e la sua immancabile maglia a righe, sono convinta che a casa sua avesse un armadio pieno solo di maglie a righe e pantaloni rossi, i suoi occhi saettavano di qua e di la, come un bambino alla ricerca del suo negozio preferito di giocattoli, fin quando non arrivammo veramente davanti a uno di questi.
“L’ho visto oggi” mi spiegò mentre entravamo “ e ho subito pensato che fosse adatto a te” l’ho guardai stranita, finché non arrivammo davanti a un ripiano pieno di carillon, gli occhi mi cominciarono a brillare, e per la prima volta una strana gioia mi invase il cuore, il mio sguardo cadde subito su un carillon poggiato infondo, era un po’ intaccato perciò era nascosto, ma c’era una ragazza dentro che piangeva in un angolo, e fuori un ragazzo che cercava di entrare.
“ Era quello che mi aveva colpito oggi, la ragazza nell’angolo mi ricordavi tu, eh….avevo pensato di regalartelo, una parte di me era convinta che fosse quello giusto, ma un'altra mi diceva che forse sbagliavo, nel dubbio quindi ho fatto scegliere a te, ci assomigliamo molto sai? Perché anche io, tra mille carillon avrei scelto questo”  mi disse trapassandomi con quegli occhi ghiaccio.
“ E’ perfetto, grazie mille Louis, non dovevi” feci per riappoggiarlo e andarmene, ma lui mi bloccò.
“ E’ un regalo, accettalo “ mi disse quasi implorando, sapevo che se avessi rifiutato il regalo, in qualche modo avrei rifiutato anche lui, e non volevo farlo, così senza neanche pensarci mi fiondai tra le sue braccia. Anche lui sembrò inizialmente colpito da quel gesto, ma dopo poco ricambiò stringendomi ancora di più, riuscivo a sentire il suo cuore che batteva forte, allo stesso tempo col mio, ma sarebbe stato ridicolo baciarlo solo per un regalo, anche se era molto più di questo.
Continuammo la nostra passeggiata e Louis non faceva altro che parlare, diceva cose senza senso, e prendeva in giro ogni passante imitando il suo modo di camminare, o criticando i suoi vestiti, mi mantenevo la pancia a causa delle risate, e sembravo un lemure con una crisi epilettica, mentre Louis sembrava un’ animatore per feste.
Dopo un po’ ci venne voglia di gelato e ci catapultammo letteralmente in un bar. Mentre aspettavamo, una signorina dalle forme abbondanti e poco nascoste, si avvicinò al nostro tavolo.
“ Cosa ti porto?” disse rivolgendosi completamente a Louis e ignorando me, se c’era una cosa che odiavo era essere ignorati, quindi cominciai a lanciare delle brutte occhiate alla barbie uscita male che Louis sfortunatamente notò, cominciando a sorridere, ero convinta che di li a poco li avrei visti strusciarsi sul tavolo con foga, visto che Louis più che parlare con lei sembrava stesse parlando con le sue tette, e lei a stento conteneva la bava.
“ Ci porti” disse evidenziando la prima parola facendomi sogghignare “ due gelati, uno crema e menta, e un altro..” si bloccò guardandomi, e facendo girare la barbie verso di me, che mi guardò con sufficienza, per evitare di far uscire parole indelicate dalla mia bocca verso di lei, mi limitai a fare segno sul menù, guardandola omicida, la cameriera spaventata fuggì verso il bancone, e io sorrisi soddisfatta.
“ Gelosa eh?” disse Louis, con sguardo malizioso.
“ Di te? Per niente mio caro” risposi acida, lanciandogli una bustina di zucchero, per evitare che il suo sguardo cadesse di nuovo sulla barbie che si ostinava a passare vicino a noi.
“ Zuccherino, non sono io a dovermi addolcire, semmai quella sei tu” feci una smorfia al suo commento, e cominciai a fissare gli altri tavoli, dopo circa cinque minuti sentì qualcosa appoggiarsi violentemente sul tavolo, mi alzai di scatto per prendere a pugni quella cameriera che adesso mi stava dando sui nervi, e mi ritrovai faccia a faccia con due occhioni verdi.
“ Harry” urlai, e circa tutto il locale si girò verso di me, compreso Louis che guardava il riccio come un bambino a cui hanno appena rubato la cioccolata, chi era geloso ora? Sorrisi.
“ Cosa ci fai qui?” gli dissi facendogli posto al tavolo, lui si sedette tranquillamente, senza degnare di uno sguardo Louis, le cui nocche stavano diventando bianche e la cui mascella sembrava che a momenti fuggisse via, tanto che si muoveva freneticamente.
“ Harry, lui è Louis” dissi indicandolo, Harry gli porse una mano, che Louis ignorò.
“Louis lui è mio cugino Harry” stavo per scoppiare a ridere quando vidi l’espressione di Louis cambiare completamente, sembrava quasi imbarazzato per la sua reazione di prima, ma sollevato per il fatto che secondo lui, nessuno lo avesse notato.
“ Allora Haz, non hai ancora risposto alla mia domanda” cominciai ad assaggiare il mio gelato, soddisfatta del gusto che avevo preso, crema e nutella non mi delude mai, come al solito l’immancabile schizzo di gelato non tardò ad apparire, e per non sembrare una cogliona, feci di tutto per non farlo notare.
“ Sai che abito qui nelle vicinanze, e i miei genitori hanno deciso che ormai sono abbastanza grande per pagarmi da solo gli studi, così sono stato costretto a lavorare” disse quasi schifato “ ma fortunatamente tra poco cominceranno le ferie e per due mesi starò lontano da questo sudicio bar”
“ Non mi sembra così tanto male “ disse Louis inserendosi finalmente nella conversazione “ le cameriere sono carine” si sorridettero beffardi, e io non feci altro che emettere un grugnito schifato, che fece divertire Louis, che riprese a guardare nella mia direzione, ad un tratto quello che doveva essere il gestore, cominciò a chiamare Harry a gran voce, che fu costretto ad alzarsi.
“ Mi dispiace ragazzi ora devo andare” disse salutandoci, poi si rivolse a Louis “ Amico è stato un piacere conoscerti, tieni a bada la mia cuginetta” si strinsero finalmente la mano, ed Harry tornò al bancone, lo guardai infastidita per la sua ultima affermazione, e trascinai Louis fuori dal locale, prima che i miei istinti omicidi  prevalessero sulla cameriera, il che sarebbe stato un piacere all’umanità dato il suo scarso gusto nel vestire.
Louis mi riaccompagnò a casa, lasciandomi sul pianerottolo, dopo aver chiuso la porta, lo sentì dire alla finestra.
“ Ciao zuccherino, ci vediamo domani”
“ Non chiamarmi zuccherino” grugnì per la milionesima volta infastidita, sperando che potesse finalmente capire.
“ Ciao zuccherino” ripeté ancora più forte.

Louis Tomlinson era l’essere più stupido al mondo.
 
 
 
Ccccciao racazze, scusate il ritardo cwc ma non avevo neanche un briciolo di ispirazione, a conferma di ciò questo schifo di capitolo c:
L’idea principale di questo capitolo era far litigare Abby e Louis, ma questo ve lo riservo per il prossimi capitoli muahah, grazie a tutti quelli che seguono e recensiscono la ff, siete i più belli c: ora vi lascio, spero che il capitolo nella sua merda vi piaccia, byeee love you all c:
  
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