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Autore: _stopthetape    18/06/2013    2 recensioni
Mi svegliai stranamente da un sonno profondo, non ricordavo neanche il momento in cui mi addormentai la sera prima. Aprii gli occhi. Pareti bianche, ma pareti sporche. Erano le pareti di un ospedale, come ero arrivata in ospedale? Tutti gli sforzi per riuscire a ricordare erano vani, completamente inutili. Ricordavo il mio nome, ma non sapevo chi fossi. Un dottore mi disse che avevo perso la memoria. "Un grave incidente." dicevano. Ma quale incidente? Avevo perso i miei ricordi, avevo perso me stessa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter nine

«Come?» alzò un sopraciglio e mi spinse un po’ più in là guardandomi negli occhi, per capire se fossi seria o meno. Ovvio che ero seria. Erano tre giorni che non uscivo da lì e la giornata non era affatto male, anche se la notte aveva piovuto.
«Hai sentito bene, usciamo! Non sei venuto qua per una vacanza? Per divertirti? Che aspetti!» esclamai.
«Si.. ma.. poi sei ci siamo incontrati e.. non so..» farfugliò. Mi passai una mano tra i capelli, cercando di pensare a qualche idea, mentre lui decideva se accompagnarmi o meno.
«E con i vestiti come fai? Insomma, indossi da tre giorni le mie magliette vecchie e i pantaloncini da calcio!» oh. Beh, se non altro ci avevo provato. Dovevo farmi venire in mente qualcosa.
«Idea! O meglio, colpo di genio. O meglio, mi sono ricordata che casa mia e vuota, quindi potrei benissimo andare! Certo, dovrei stare attenta a non incontrare persone che magari conosco.. conoscevo.» dissi tutto d’un fiato.
«Sei sicura?» mi guardò di nuovo. Annuii.
«Ma intanto, come arriviamo a casa tua? E ci vieni conciata così? Forse daresti nell’occhio..» piccoli dettagli.
«Proviamo e speriamo! Casa mia è sulla trentottesima strada, è lontano?» domandai. Non sapevo dove fossimo esattamente, da dentro non era facile capirlo.
«Non molto, potremmo passare tranquillamente dietro le case della strada, se ti vedono potremmo far finta che stai per andare a un allenamento di calcio. Non sarebbe male come idea..» proprio no. “Ehi Rachel Jones sei tu! Ma come ti sei conciata?” “Emmh devo allenarmi per giocare a calcio..” “Bene! Oltre la memoria hai perso anche le rotelle del cervello!” Sarebbe stata così una conversazione con un vicino di casa, più o meno.
«Improvviseremo, in caso.» sorrisi. Mi alzai e uscii definitivamente dall’armadio. Rivolsi uno sguardo a Niall, che stava ancora lì incredulo.
«Vuoi andare adesso? Così magari pranziamo fuori..» forse arrossì. Magari non era proprio il momento adatto per fare i ragazzini che si danno il primo appuntamento.
«OH MAMMA! NIALL HORAN MI HA CHIESTO DI USCIRE!» urlai, come una di quelle fan accanite, o una ragazzina alla quale il ragazzo più bello della scuola ha rivolto un sorriso. Certo che a volte neanche mi rendevo conto di essere uscita da poco da un coma e di aver perso la memoria, forse non volevo pensarci. Scoppiò a ridere.
«Calmati. L’ho già fatto altre volte, ricordi?» sorrise ironico.
«Ah.ah.ah. ma che ridere, tutto questo umorismo da quattro soldi da dove è saltato fuori?» incrociai le braccia e mi sedetti sul letto.
«Vuoi uscire si o no?» si mise a ridere.
«Cosa ridi adesso?» sbuffai divertita. Dovevo ammettere che la Rachel prima dell’incidente si era innamorata di un ragazzo davvero bello.
«Nulla..» scrollò le spalle e, finalmente, si decise a uscire anche lui dall’armadio.
 
«Fa piano! Magari questi hanno un cane o qualcosa!» lo rimproverai. Stavamo camminando dietro l’enorme casa di una certa famiglia Miller. Una delle dieci, o undici case che avevamo superato con successo. Altre due staccionate e saremmo arrivati alla strada per casa mia, da lì mi sarei orientata.
«Che aspetti?» si fermò a pochi metri da me. Guardavo quella casa. Magari conoscevo le persone che ci abitavano, forse avevano una figlia ed era una mia grande amica, o forse non andavo d’accordo con il loro figlio più grande, perché era un pompato giocatore di football. Iniziai a fantasticare. Niall mi afferrò il braccio e trasalii.
«Tutto bene?» cercò la conferma nei miei occhi. Annuii semplicemente.
Passammo le due staccionate, attraversammo la strada senza farci vedere e tornammo dietro una casa. Da lì riconobbi la mia, quattro ville più lontana.
«Ancora non riesco a capire perché la storia dell’allenamento di calcio non andava bene!» esclamò, in procinto di scavalcare un cancello di legno con dell’edera attorcigliata.
«Niall nessuno esce da un coma e dopo pochi giorni inizia a fare calcio! Qua tutti conoscono tutti, da quello che mi hanno riferito.» L’erba mi bagnava i piedi e probabilmente avrei potuto buttare i sandali che portavo, perché li avevo distrutti. Erano quelli che portavo la sera della festa. Menomale che non indossavo i tacchi!
«E poi una ragazza sana di mente gioca a calcio con i sandali?» scavalcai anch’io il cancello.
«Finalmente!» enfatizzai.
«Adesso.. come hai intenzione di entrare?» chiese. Mi asciugai il sudore dalla fronte e alzai la testa.
«L’unico modo è quello..» indicai la finestra. Non era alta e neanche era difficile arrivarci, se riflettevi sui movimenti da fare.
«Allora, mi aiuti a salire e poi ti apro la porta nel retro, okay?» sembravo tanto una spia, una specie di James Bond dei poveri. In realtà ero impacciata come Mr. Bean.
«Sali sulle spalle..» si piegò un poco. Tremolante feci quello che mi aveva detto e raggiungemmo il muro sotto la finestra.
«Non farmi cadere, ti prego! L’ultima botta in testa mi ha fatto dimenticare metà della mia vita!» urlai. Raggiunsi il davanzale ci appoggiai le mani. Dopo diversi tentativi falliti e diversi spaventi riuscii ad entrare. Mi affrettai ad aprire a Niall e lo feci entrare. Dopo un tour della casa, dove parlai come la guida turistica di un museo, arrivammo in camera mia.
«Questa invece è la graziosa camera della signorina Rachel Jones.» terminai.
«Interessante..» sospirò.
Da qui ebbe in inizio un lungo momento di silenzio imbarazzante, un’eternità imbarazzante. Mi gettai sul letto, sdraiandomi con il volto verso il soffitto. Sospirai. Per un secondo pensai a Liam, a qualche sera prima. Le cose cambiano così velocemente che neanche ci rendiamo conto quanti cambiamenti ci siano nella nostra vita. Niall si sedette in un angolino del letto per circa due secondi, quando saltò perché aveva visto qualcosa.
«Wow..» prese una cornice da uno scaffale. La cornice che avevo trovato la prima volta che entrai in casa. Quella che avevo notato subito, perché mi diceva qualcosa.
«Cosa c’è?» lo raggiunsi. L’aprì e tirò fuori la foto, sfregando la parte dove c’era lo strappo.
«Era una nostra foto..» disse con una dose di nostalgia, credo. La posò subito, come se scottasse, come per togliersi di dosso tutti i pensieri che aveva in mente. Mi si gonfiarono gli occhi per un secondo, poi bloccai le lacrime e mi costrinsi a non pensare a nulla, se non a quello che mi andava di fare.
«Allora, credo che ci vorrà uno zaino.. per i vestiti e.. devo cambiarmi e forse dovrei dire a Mad e Julie che sto bene..» farfugliai.
«Vuoi.. vuoi una mano?» chiese in imbarazzo. Dissentii semplicemente.
Preparai un paio di cose in uno zaino, poi decisi di mettere un paio di pantaloncini, una maglia larga bianca e delle converse.
«Pronta?» mi domandò prima di aprire la porta di casa. Riflettei per qualche secondo.
«Ovvio.» sorrisi. Adesso, almeno, potevo andare in giro senza vergognarmi dei miei abiti.
 
«Allora dove mi porti?» gli chiesi, sorridendo un po’ troppo. Eravamo usciti da poco e arrivati in una via piuttosto trafficata, simile a quelle che avevo già visto con Madison e Juliet. Niall ricambiò dolcemente il sorriso.
«Sei tu quella che dovrebbe farmi vedere la California, ci vivi!» giusto. Non riesco a descrivere come mi sentivo in quel momento. Da una parte era strano uscire con una persona che doveva essere un completo sconosciuto per me, dall’altra era come se fosse una cosa normalissima, che facevo sempre. Ero a disagio, ma contemporaneamente felice.
«Cos’è che attira la gente qui?» domandai sorridendo, perché sapevo già la risposta. Per un secondo ebbi l’impulso di prendergli la mano, ma subito dopo riuscii a frenarlo.
«Il mare, ovvio!» esclamò, aggiustandosi il cappellino rosso in testa.
«Allora, andremo a mare.» affermai convinta. Sorrise, sfilò dal colletto della polo azzurra i RayBan neri e li indossò.
Camminammo in silenzio per qualche minuto, seguendo i cartelli che dicevano “mare”. Il fatto che avesse gli occhiali mi disturbava parecchio, perché non riuscivo a capire cosa o chi stesse guardando. Se magari guardava me, o magari guardava le famose ragazze californiane, o forse le palme che adornavano le strade. Certo, si sarebbe divertito in spiaggia a guardare le ragazze in costume – non che quelle per strada fossero più vestite.
«A cosa pensi?» lo guardai e mi rispecchiai nei suoi occhiali. Per un secondo ebbi la sensazione che volesse cingermi la vita, ma poi esitò. Probabilmente ebbe lo stesso impulso che io avevo avuto poco prima.
«A un po’ di cose..» ed era vero, anche se non erano proprio “un po’”.
«Tipo?» insistette. Cosa scegliere di rispondergli? Che mi infastidiva che potesse guardare qualche ragazza? Che stare con lui mi faceva sentire come una bambina? Che avrei voluto vivere in quella bolla e sfuggire dalla realtà per sempre? Mmh..
«Come.. insomma, com’era stare insieme a Rachel Jones?» chiesi, parlando in terza persona. Forse era l’ultima cosa a cui stavo pensando, ma questo lui non lo sapeva. Arrivammo in spiaggia. Sebbene mi aspettassi una folla di gente, non c’era nessuno, a parte un tizio che pescava e qualcuno che veniva da lontano.
Non rispose. Perché non rispondeva? Era così terribile stare con me? Continuava a camminare sulla sabbia senza dire nulla.
«Cammineremo per chilometri o possiamo fermarci?» disse. Non aveva sentito la mia domanda?
«No, possiamo.. possiamo sederci.» risposi, ma rimasi ferma davanti  a lui. Non perse tempo e si sedette sulla sabbia, sorridendomi e facendo segno di sedermi.
«Davvero pensavi a quello?» domandò. Ah, aveva sentito.
«Si.. cioè in parte.. più che altro mi chiedevo come fosse stare con te.. ma non posso di certo chiederlo a te..» balbettai. Ero davvero impacciata.
«Beh.. posso solo dirti che stavamo bene insieme, davvero bene. Insomma anche adesso stiamo bene insieme. Però c’era qualcosa in più..» avrei dovuto aspettarmelo. Stavo benissimo con Niall senza conoscerlo, quindi probabilmente in Inghilterra era ancora più bello.
«Wow quindi sai tutto di me? E io non so niente di te!» dissi, fingendomi disperata.
«Non hai imparato niente in questi giorni?» non guardava me, ma il mare davanti a noi, o almeno così sembrava.
«Qualcosa su di te? Beh.. sei divertente, dolce, sai cantare benissimo, mangi molto, riesci a farmi stare bene, a farmi ridere, hai degli occhi stupendi e..» meglio fermarsi qua. Dovevo cambiare argomento. «Dovresti togliere gli occhiali.» continuai.
«Erano cose che mi dicevi spesso, tutto quello mi manca..» ebbi un tuffo al cuore. Mi rattristava in qualche modo.
«Cosa ti manca?» chiesi confusa. Gli mancava stare con me? Gli mancava l’Inghilterra? Cosa?
«Tutto.. le tue parole, i tuoi abbracci senza senso in qualsiasi momento, i tuoi baci.. mi manchi..» continuava a fissare il mare. Non sapevo cosa rispondere, così non lo feci. Sospirai soltanto.
«Se non fossi stato così stupido da tradirti tutto ciò non sarebbe accaduto. È colpa mia se sei venuta qua, è colpa mia se hai avuto l’incidente e-»
«Ma cosa stai dicendo? Certo, mi hai tradito, ma nessuno mi aveva detto di ubriacarmi, nessuno mi aveva detto di andare per strada e fare l’idiota!» mi si gonfiarono gli occhi.
«Ma.. non merito di starti accanto in questo momento..» cosa stava farneticando? Okay mi aveva tradito, non sono cose che si dimenticano facilmente. Eppure io lo avevo fatto, con l’incidente, ma l’avevo fatto.
«Non sei tu a deciderlo.» dissi. Sentii di nuovo un impulso, quello di abbracciarlo. E lo feci. Mi appoggiai con la schiena sul suo petto e lasciai che mi stringesse per un po’.
«Davvero, Niall, togli gli occhiali adesso.» lo feci io al posto suo.
«Cos’hai contro gli occhiali?» si mise a ridere. Mi resi conto che aveva gli occhi rossi. Cercò di riprendersi gli occhiali.
«Nulla! Ma mi piacciono i tuoi occhi!» esclamai ridendo, mentre tenevo stretti gli occhiali nella mano. Forse non sarei riuscita a confessarglielo in maniera seria.
«Rachel?» una terza voce s’intromise. Una familiare. Mi voltai intimorita. Madison.
«Zayn?» domandò sconcertato Niall. Zayn era il suo compagno di avventure, io non lo conoscevo prima dell’incidente. Lo avevo visto di rado quei tre giorni. Sia perché ero sempre chiusa in camera e mi vergognavo, sia perché non si faceva vedere spesso. Quando gli parlai due giorni prima ebbi l’impressione che la mia presenza lo infastidiva. Ecco perché.
«Finalmente! Ma quindi tu e lui? Io, Liam e Julie eravamo convinte che stessi a casa e che non volessi parlare con nessuno!» urlò.
«Cosa succede?» domandò Niall.
«Tu sei il suo ex ragazzo? L’inglese? Quello che l’ha tradita! Rachel devi parlare con Liam!» continuò ad urlare. Io ero abbastanza sconvolta.
«E tu perché non mi hai detto che Rachel stava nel tuo appartamento?» si rivolse verso Zayn, che si grattava la testa. Che tensione.
«Non tornerò a casa, non parlerò con Liam e non andrò dallo psicologo.. almeno per ora. E Niall è irlandese.» dissi fredda. «Tu, invece? Stai uscendo con Zayn?» alzai un sopraciglio.
«Emmh, si.. ma tu devi far sapere a Liam come stai, è così preoccupato!» Guardai Niall, che teneva i pugni stretti e il volto verso il basso. Non ero ancora pronta ad affrontare Liam, perché sapevo che non sarei riuscita a rimanere fredda e cattiva con lui, ma era quello che volevo.
«Non lo farò. E tu non dirai nulla a Liam, vero? Lascia che creda che io sia a casa..» le imposi.
«Non credo che sia giusto dopo quello che avete passato insieme, Liam ti vuole bene, se ti ha mentito lo ha fatto perché ti vuole bene!» certo! Aveva finto di volermi aiutare a ricordare. Il ricordo di quel bacio, di quando aveva detto di amarmi, di ogni cosa che io cercavo di collegare. Lui sapeva qual era il filo che collegava ogni cosa e me lo aveva tenuto nascosto. Forse avrei potuto capirlo, ma per ora non ne avevo l’intenzione.
«Non voglio parlargli adesso..»  mi voltai nuovamente verso Niall. Sembrava che l’”adesso” lo avesse irritato.
«Posso dirlo a Julie? Possiamo almeno vederci?» mi supplicò.
«Mi assicuri che lui non verrà a sapere niente?» la guardai dura. Mi guardò come per dire “vuoi davvero che non lo dica a Liam?” e chiusi ancora un po’ gli occhi per fingere di intimorirla.
«D’accordo, ma dobbiamo vederci. Potrei combinare un falso incontro a quattro tra me, Zayn, Julie e Styles..» pensò ad alta voce.
«Ma come faccio a rintracciarti? Non rispondi alle chiamate!» esclamò. Avevo ignorato ogni loro chiamata e risposto solamente a quelle di mio padre per assicurarlo che stessi bene e che annaffiassi le piante in casa. Certo, come no.
«Risponderò..» sospirai. Iniziammo a scambiarci sguardi perplessi, finché il più moro fra tutti non si decise a parlare.
«Adesso che abbiamo creato questa specie di società segreta possiamo andare?» si rivolse a Madison e le strinse la mano. Per un secondo pensai a quanto potessero essere carini insieme. Ma Zayn era destinato all’Inghilterra, una relazione a distanza non sarebbe stato il massimo. Come potevano stare insieme con ore di fuso orario e oceani che li dividevano? Magari l’amore non ha età, ma sicuramente un piccolo limite di luogo.
«Ci vediamo questa sera..» dissi a Zayn che si limitò a sorridermi e a dare una pacca sulla spalla a Niall. Mi sorprendeva come non avesse detto niente a Madison prima di quel giorno, un gesto davvero carino da parte sua. Insomma, avrebbe potuto spifferarle tutto dato che non gli piaceva avermi intorno. Forse credevo che ce l’avesse con me senza motivo.
Con mia grande sorpresa Mad mi abbraccio, un abbraccio un po’ freddo da parte mia inizialmente. Poi però mi lasciai stringere da una delle mie migliori amiche, dopotutto.
«Wow..» non ci mettemmo molto a tornare comodi com’eravamo prima. Giusto il tempo di aspettare che si allontanassero abbastanza da non vederci. Non che mi preoccupasse che mi vedesse tanto vicina a Niall, ma non volevo che lo riferisse a Liam.
«Forse sarebbe stato meglio se fossimo rimasti a casa!» si mise a ridere per sdrammatizzare.
«Non dire così!» gli diedi un colpetto sulla spalla. Avrei voluto dire qualcos’altro, la mia bocca si aprì e poi si richiuse. Iniziai a fissare le punte delle converse.
«Tornerai a parlare con Liam..» non era una domanda, ma un’affermazione parecchio sicura.
«Cosa?» alzai un sopraciglio.
«Lo fai sempre. Lo farai anche ora. Insomma, hanno ragione loro.. se poteva evitare di farti soffrire, perché farti ricordare le cose spiacevoli? Ha sempre voluto il meglio per te..» mi stava dicendo di tornare da Liam? O era una sorta di manipolazione psicologica?
«Tu l’avresti fatto?» mi sollevai un po’ con la schiena.
«No.. ma dopotutto a quanto pare sono nato per farti soffrire.. sembra quasi che Liam sia il principe azzurro e io il cattivo e che-»
«Stai delirando? Hai la febbre? Cosa vuol dire che tu sei il cattivo? Tu non sei cattivo con me!» sbottai.
«Non lo faccio mica apposta! Ma forse staresti meglio senza di me..» farfugliò. Ah, ero stanca di tutto quel pensare. Era quello che facevo troppo io, ora perché ci si doveva mettere anche lui?
«Non dire così, non credo che mi sarei innamorata di una persona che mi facesse stare male, tradimento a parte..» misi il broncio. Non mi piaceva che mi dicesse “Ehi, corri da Liam, con lui potresti essere felice”. Okay, non doveva esserci niente tra me e Niall, ma la cosa mi infastidiva ugualmente.
«Si ma-» si fermò perché mi ero ricordata che avevo ancora i RayBan in mano e li indossai con indifferenza.
«Non voglio parlare di questo adesso.» incrociai le braccia.
«Di cosa vorresti parlare?» mi domandò, togliendomi gli occhiali dalla testa. Iniziò ad arruffarmi i capelli, poi quasi li pettinò con la mano, fino ad arrivare alla fine di una ciocca e iniziare ad arricciarla.
«Ssshh..» ritirai le ginocchia come se fossi un riccio e mi rannicchiai appoggiando il volto sul suo petto, poco al di sotto del collo.
«Okay ma-»
«Non dire niente. Facciamo finta per un po’ che non sia accaduto niente..» niente. Ovvero? Che avevo detto? Facciamo finta che io non abbia perso la memoria? Facciamo finta che tu non mi abbia tradito? Facciamo finta di stare ancora insieme?
«Niente? Nel senso “rimaniamo amici” e roba del genere?» domandò.
Sospirai seccata. «Ti preferisco quando dici di voler fare di tutto per tornare con me. Goditi il tramonto e zitto, fai come se fosse davvero un nostro primo appuntamento..» sbuffai.
«Se lo fosse davvero, ti bacerei.» cosa? Mi salirono i brividi. E adesso?
«Potresti provarci.» sorrisi.



 

SHE SAYS:
woooh!
bonsoir (?)
alloraaaa, nono capitoloooo yeeeeeeey
come vi sembra?
è lungo :o eppure non succede granchè ahahahah
secondo voi cosa succederà nel prossimo?
non uccidetemi ahahahah
è un orario un po' strambo e sto guardando x factor usa sdfghjkhgfd
okay, non ho molto da dire, quindi recensite! :)
grazie a tuuuuuuutte, siete grandi, anche se non recensite ahahah

   
 
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