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Autore: Aven90    19/06/2013    1 recensioni
A di Aven, naturalmente! Dopo il "successo" della prima parte, ecco la seconda, incentrata su Vegeta e alcune vicissitudini che lo portano a essere ancora una volta tentato a riprendere la sua vecchia vita!
NB: nel caso abbiate visto gli OAV di Broly e Turles, dimenticateli; poiché questa serie fa finta che non esistono. "Fan fiction" nel vero senso della parola.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Broly, Nuovo personaggio, Turles, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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Gohan ridacchiò.

“Gohan!” chiamò il fratello minore.

“Come al solito, è lui a salvarci…” constatò Trunks, trovando la similitudine con quanto era successo durante la battaglia contro Majin Bu piuttosto esilarante.

“Già… la storia si ripete, sempre. Ma stavolta non mi lascerò incantare dalle parole del nemico e lo finirò in fretta” disse Gohan, concentrato su Turles.

“E chi ti dice che abbia sfoderato tutta la mia potenza?” chiese il Saiyan, trovandosi con le spalle al muro. Gohan intuì che non stava bluffando, per far sì che quella sua frase lo diventasse utilizzò la super velocità e con un colpo secco gli strappò la coda, che lasciò come eredità un buco dal quale uscì molto sangue.

“Questo, me lo dice” rispose il primogenito di Goku, vedendo Turles contorcersi dal dolore.

“Non illuderti… la mia forza non è calata nemmeno un po’” disse fra i denti.

“Non era quello il mio scopo, perché anche quando mi sarei annoiato” rispose Gohan, roteando la coda appena strappata, facendo solo irritare il suo nuovo nemico.

Quest’ultimo avrebbe voluto attaccarlo, eppure qualcosa gli diceva che avrebbe schivato qualsivoglia colpo, e non era certo nella posizione per sprecare energia.

Dunque avrebbe fatto ricorso a tutti i suoi stratagemmi per vincere, e magari erodere quella forza che gli sembrava insormontabile, e farla diventare più umana.

“A te la prima mossa, dunque” osservò Gohan.

Turles lo squadrò con aria astiosa. “Non ti facevo così magnanimo, la mia coda è ancora lì che reclama vendetta”

Gohan non rispose nulla, restituì il moncone al legittimo proprietario.

“Ecco, visto che proprio ti lamenti” sbuffò il mezzo Saiyan.

Turles strinse a sé la coda e all’improvviso la scagliò come se fosse una frusta. Da questa partirono numerose scintille, che Gohan evitò facilmente, ma non poté evitare una gomitata allo stomaco, che esplose al momento dell’urto. Finita quell’azione lampo, Turles tornò a distanza di sicurezza.

“Cavolo, queste tecniche veloci e imprevedibili le ha usate anche contro di noi!” commentò Goten.

“Già...  preparatevi, perché concluderemo anche il nostro scontro” disse Turles, sogghignando all’espressione sconvolta dell’altro figlio di Goku.

Gohan si massaggiava lo stomaco, tossicchiando. “D-Devo ammettere che non me l’aspettavo”

Turles si lusingò. “Certo, queste sono le Tecniche Veloci che mi ha insegnato Demos. Devi essere sempre imprevedibile, diceva sempre, perché gli avversari superiori a te lo saranno altrettanto; e lui lo sapeva, visto che era piuttosto scarso, ma non ha mai perso da quando l’ho preso sotto le mie dipendenze. Peccato che quel brutto muso verde lo abbia fatto fuori”

“Non c’interessa, Turles” gli fece notare Gohan, che si avvicinò a lui, ma il Saiyan preferiva evitare lo scontro corpo a corpo, dove avrebbe perso.

Piuttosto, preferiva le scaramucce. Era così che si vinceva, quando si era in svantaggio. Sperava solo che il fiato l’avrebbe accompagnato.

Non ne era sicuro, però. E nel frattempo doveva  sopportare le provocazioni di Gohan. “Vuoi venire qui, oppure preferisci scappare come un coniglio?”

Turles sapeva che stava cercando di farlo cadere in una trappola, perciò rimase molto attento a ciò che faceva, e cercare un’altra strategia lampo per erodere ancora la differenza, che rimaneva ancora molto alta.

Gohan intanto continuava ad inseguirlo e a lanciargli sfere energetiche, senza tuttavia riuscirlo a prendere, perché Turles utilizzava la sfere protettiva che aveva utilizzato in precedenza nello scontro contro Gotenks.

Allorché al figlio di Goku venne un’idea. Per prima cosa si bloccò.

“Che ti prende? Non dirmi che sei già stanco” constatò Turles.

Gohan non lo ascoltò e anzi trasse un grosso sospiro, per poi utilizzare la supervelocità e l’attrito da essa creata per creare delle fiamme, e colpire l’avversario perplesso con un pugno abbastanza potente da mozzargli il fiato, attacco che riuscì perfettamente.

Alcune gocce di sangue caddero sull’avambraccio del figlio di Goku, il Mistico Saiyan che era riuscito a non cadere nelle grazie della Donna.

“Grrr… Maledetto. Mi hai preso di sorpresa, eh? Non accadrà di nuovo”

“Certo che no… perché la prossima volta pianterò con più forza il mio pugno, fino a fargli oltrepassare il busto” rispose sadico Gohan.

“Wow… è entrato in trance agonistica” commentò Goten. “Non gli avevo mai sentito fare questi discorsi”

“Esatto… forse, anche il Saikyou No Senshi ha i suoi effetti collaterali” fece eco Trunks, che non ricordava come Gohan aveva giocato col corpo di Cell non appena ebbe raggiunto il secondo livello del Super Saiyan.
Turles non sapeva invece che cosa rispondere, tanto era il timore che stava cominciando a provare davanti il suo avversario.

La tattica di Erosione era sì valida, ma contro di lui  non sarebbero bastati solo due occhi. Sarebbe servito un ostaggio, e in fretta.

Prese quello con i capelli neri, portandosi dietro di lui e bloccandogli la gola.

“Oh, no! Bastardo!”

“Fermo o ti ammazzo!” minacciò il Saiyan a Trunks, che stava già per sciogliere la morsa dalla gola del suo migliore amico. “Non sai che piacere provo a mettervi spalle al muro! Sono di nuovo me stesso!”

In sostanza, si riconosceva nel terrore e nella paura che infondeva, a condizione che quelle sensazioni non le provava lui.

“Cosa vuoi che faccia per far sì che tu lo liberi?” chiese Gohan, atterrito dalla crudeltà dell’essere.

“Arrenditi, e non torcerò un capello al tuo amico!” disse Turles.

Sarebbe suo fratello, pensò Trunks.

Gohan doveva fare qualcosa, e alla svelta, a prescindere dal legame che lo legava a Goten.

Quest’ultimo rantolava: avrebbe voluto dire a suo fratello che non aveva importanza se lo colpiva, l’importante era colpire anche Turles, e così almeno per una volta si sarebbe sacrificato per la famiglia.

Invece, l’ultima goccia di ossigeno nel suo cervello gli fece cambiare idea.

Si trasformò in Super Saiyan, sciogliendo la morsa mortale in cui era stato costretto.

“Bastardo… me n’ero dimenticato” commentò lui.

“Aahahaha! Credevi che ci potessimo trasformare solo tramite Fusion? E invece ti sbagliavi… adesso vedrai! Vai, Gohan!”

Gohan ridacchiò, espanse la sua aura e cominciò a tempestare con una serie di pugni veloci il Saiyan che aveva tentato un’ultima disperata mossa, per poi concludere la sua serie violenta di colpi con un calcio rotante che andò a finire sulla guancia sinistra.

Turles arò molti metri con la sua stessa faccia, prima di finire la sua corsa.

Sembrava davvero con le spalle al muro, in quel momento.

Batté un pugno sul terreno maleodorante: che razza di pianeta era?

In ogni caso, doveva concludere lo scontro. Non aveva più i suoi amati frutti, quindi doveva fare affidamento solo sulle sue forze.

E forse ne avrebbe tratto maggior soddisfazione, come un vero Saiyan che non si arrende di fronte ai pericoli e non abbisogna di aiuti esterni.

Aveva sbagliato, a cibarsi dei frutti: era meglio lo Zenkai Power, perlomeno era qualcosa di suo.

Si alzò in piedi, com’era giusto fare nella tradizione Saiyan.

Gli avevano detto che anche il re Vegeta era morto in piedi, davanti a Freezer.

Colui che aveva davanti era più forte di Freezer, ma in ogni caso la storia sarebbe cambiata.

Aveva fra le sue mani il Super Saiyan di secondo livello, potenziato dagli ultimi effetti del frutto che aveva mangiato e che aveva distrutto inavvertitamente.

Quel mezzosangue si era dimostrato più forte, lo stomaco gli areca ancora male.

Era venuto il momento di giocare il tutto per tutto: con un po’ di fortuna, avrebbe coinvolto saolo i suoi nemici nell’esplosione, e lui se la sarebbe cavata.

Ma mai avrebbe pensato di ritirarsi.

Così giunse le mani davanti a sé, e lentamente le staccò, creando in mezzo una grossa sfera piena di fulmini.

Sempre più grossa. Gigantesca.

L’aria circostante cambiò di colpo: da statica e calda, divenne elettrica, e violenti scossoni muovevano la crosta di tutto il pianeta.

“Tecnica Wildfire” sussurrò Turles, guardando fisso gli occhi impassibili di Gohan, per nulla preoccupato dalle dimensioni sempre crescenti della sfera.

“Nemmeno tu puoi gestire una tecnica del genere: potresti venire coinvolto, e nel peggiore dei casi persino distruggere il pianeta” lo avvertì il primogenito di Goku.

“Lo so perfettamente, ma sai che ti dico? Va bene così… almeno, porterò all’Inferno anche Broly, er non era quello che volevate?”

Gohan digrignò i denti.

Nel frattempo, la sfera salì sopra la testa del Saiyan che l’aveva creata, e che lui controllava conm entrambi i palmi rivolti ora verso l’altro.

Cominciava ad accusare i primi segni di stanchezza: oltre al copioso sudore che gli imperlava la fronte e che scendeva sulle guance, cominciava ad essere in debito di ossigeno.

L’arancione che fino a quel momento aveva contraddistinto il colore dei suoi capelli, tornò ad essere il tipico colore aureo dei Super Saiyan.

Ma a Turles questo non importava, sapeva i rischi che correva e per quanto lo riguardava poteva anche tornare allo stato normale.

Gohan doveva impedire la realizzazione di quella tecnica, cominciava già notare i primi dislivelli, a terra, e vampate di fuoco selvaggio spuntare dalle nuove fenditure.

“Goten” sussurrò a mezza voce, e anche se non l’avesse sentito aveva alterato un po’ la sua aura.

“Sì, Gohan?” Goten, per fortuna, si rese conto di essere stato chiamato.

“Distraetelo” fece suo fratello. Goten recepì il messaggio e con un’occhiata d’intesa verso Trunks si diressero verso la sfera di fulmini, che ormai aveva attirato a sé anche le nuvole, per acquistare sempre più potenza e prosciugare Turles, che orma come ora sembrava sempre di più una specie di kamikaze. Nessuno a parte lui poteva vedere una via d’uscita a quello che sembrava un suicidio in piena regola.

D’un tratto, si sentì di nuovo pieno di energie.

“Che cosa è success… AH!” alzò lo sguardo e notò che la sfera era esplosa fuori dal pianeta, lasciando attorno a sé una grandissima coltre bluastra, che funse da nuvole per il resto della giornata; e con un ultimo scossone il terreno sotto il loro piedi tornò ad assestarsi.

Turles, che ancora era allibito dalla scomparsa della sua tecnica finale, non si rese nemmeno conto di essere stato colpito dalla Kamehameha Mistica di Gohan.

Dunque fu con immenso scorno che si ritrovò a vedere l’Inferno, dopo una grande luce blu.

   
 
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