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Autore: Coder    19/06/2013    1 recensioni
Questa storia l'ho creata per il contest "A Strange Fantasy".Essa racconta la storia di Abe, un uomo disturbato e molto controverso e della sua avventura nel mondo oscuro che lo circonda.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abe stava cadendo nel vuoto.Un enorme precipizio si stagliava sotto i suoi inermi piedi.Sentiva il vento soffiare fra i propri capelli mentre aveva gli occhi chiusi ed era pronto a morire.Improvvisamente sentì il braccio tirare.Una mano forte lo aveva afferrato, sbattè con violenza contro la parete di roccia e rimase aggrappato a quel forte braccio che lo separava da morte certa.
-Reggiti!-urlò con forza l’uomo.
Abe aprì gli occhi e una forte luce investì la sua vista.Rimase stordito, era come se non avesse mai aperto le palpebre in vita sua.
-Forza amico ti tiro su!-aggiunse l’uomo.

Abe strinse con forza il braccio di quello strano personaggio, non sapendo se poteva fidarsi o meno.Con molta forza l’uomo riuscì a tirare su Abe, che si issò a tentoni sulla fredda roccia di quel precipizio.Abe aveva la testa dolorante, non capiva cosa stesse accadendo.Appena alzò lo sguardo li vide.
C’erano 5 figure oscure, uomini d’Ombra, della sua stessa stazza che li stavano accerchiando.Erano Oscuri e paurosi come gli abissi, l’ombra che li componeva vorticava al centro del loro corpo dando loro una forma.Non avevano lineamenti, non avevano un volto.Le loro spade erano oscure e parzialmente ricurve, fatte dello stesso terrore che dava forma al loro fisico.In un secondo momento l’attenzione di Abe ricadde sull’uomo che l’aveva salvato.Era ben armato, un po’ più alto di Abe e molto robusto, indossava un’armatura leggera che terminava in un vestito dal tessuto scuro.Improvvisamente le entità attaccarono.Abe incespicò spaventato e rimase paralizzato a terra.L’uomo impugnando la sua daga corta evitò i fendenti con agilità ed eliminò due delle cinque entità con precisione e maestria.I corpi esanimi dei due mostri caddero in ginocchio ed esplosero in una nuvola di cenere, presto portata via dal vento.L’uomo si muoveva in maniera controllata ed aggraziata, così con velocità schivando gli attacchi eliminò le ultime tre entità oscure che esplodendo in cenere esalarono il loro ultimo e straziante urlo.

L’uomo si girò e con passo deciso andò verso Abe.Abe fece per ritirarsi, aveva paura e non sapeva chi fosse quella persona, nonostante gli avesse salvato la vita lui non voleva fidarsi.
-Tranquillo, nonostante tu non mi abbia mai visto, noi ci conosciamo meglio di quanto pensi- disse l’uomo tendendo una mano verso Abe, che era ancora a terra -Piacere Abe, io sono Koral-
Abe sussultò.Come faceva quel tale a conoscere il suo nome?Lui non lo aveva mai visto in vita sua.
-Avanti puoi fidarti, oltretutto abbiamo un viaggio da fare- disse con tono rassicurante Koral
Abe era pietrificato, non sapeva cosa dire.Non ricordava neanche come fosse arrivato in quel luogo, non sapeva cosa fosse quel posto, era come se avesse perso la memoria.

A forza elaborò una risposta e la sputò fuori
-Non so chi tu sia, non so cosa sia questo posto e non intendo andare da nessuna parte-

-In realtà tu sai benissimo cos’è questo posto, solo che non lo hai mai visto così-
Abe che già era in uno stato confusionario ora non stava capendo più nulla.Koral si spazientì e prese il braccio dell’uomo issandolo in piedi.Abe non oppose tanta resistenza, era assorto nei suoi pensieri.Non era mai stato una persona sicura di se, posto in una situazione simile il panico stava prendendo il controllo.

-Perchè sono qui?- chiese Abe con voce tremolante.
-E’ quello che dobbiamo cercare di capire, amico-
-Non ho mai visto questo luogo, e non ricordo come ci sono arrivato-
-Tranquillo, troveremo una risposta a tutto ciò-

-Chi sei tu?Perchè sei qui?Cosa st..- Koral lo interruppe  e gli disse -E’ meglio se ti calmi, il nostro viaggio risponderà a tutte le tue domande-

Abe lo guardò atterrito.Viaggio?A mala pena aveva sopportato di andare in guerra.Guerra, quello era il suo ultimo ricordo.Essendo un umile conciatore di pelli non poteva fare molto, il suo compito era quello di sistemare le armature di cuoio e le calzature, oltre che lavorare le scorte di pelli.L’ultima cosa che ricordava era di essersi allontanato dall’accampamento, di notte, aveva fretta, aveva un appuntamento e...

Un dolore dilaniante colpì la sua testa.Abe si piegò a terra dal dolore

-Abe non devi pensare così tanto, hai bisogno di riposarti, vedrai che le risposte verranno da se-disse Koral cercando di apparire un minimo rassicurante, ma non riuscendoci affatto.
Abe non sopportava di essere in quello stato.Non era mai stato una persona forte, ma in quel momento più che mai si sentiva inerme.Il fatto che fosse costretto ad accettare le condizioni dello sconosciuto lo faceva sentire ancora più debole e stupido, ma pareva l’unica via praticabile per chiarire cosa stesse accadendo.

-Accetto, a patto che questa storia finisca in fretta-

Un sorriso beffardo si dipinse sulla faccia di Koral, che lo tirò di nuovo su e gli diede una pacca sulla spalla.Senza dire una parola i due mossero i primi passi per scendere dalla rupe.Camminando fra le impervie ed aguzze rocce Abe non riusciva a capire effettivamente dove fossero.Non era un luogo di cui avesse letto in qualche libro, ne di cui avesse sentito parlare da qualche carovaniere.Dopo diversi minuti i due arrivarono in un punto scosceso in cui le rocce si abbassavano e permettevano agli occhi di scrutare l’orizzonte.

-Eccoci, amico mio- disse Koral

Un paesaggio surreale e spaventoso si presentava agli occhi di Abe.L’orizzonte era scuro sovrastato da nubi grigiastre e minacciose, sotto di loro una grande foresta nera come la pece.Mentre il vento si faceva più forte e il cuore di Abe più impaurito, egli alzò lo sguardo e la vide.Una grossa città, oltre una vallata dal colore cinereo, prendeva vita e si animava, sopra di essa un’imponente costruzione nera costituita da macchinari giganti e dalla forma aggraziata si ergeva nel vuoto a diversi metri dal centro abitato.Ma c’era qualcosa di strano.La costruzione al centro era collegata alla città tramite delle lunghissime rampe, solo che essa era completamente attorniata da correnti gelide.La neve ed il ghiaccio vorticavano con furia intorno alla costruzione, scindendo l’oscurità che ricopriva la città dal ghiaccio azzurrino che intrappolava il metallo nero della costruzione.

-Quella è Hilaj, ed è li che dobbiamo andare, è li che troverai le tue risposte-
Abe era spaventato ed incuriosito allo stesso tempo
-Ma non abbiamo cibo, ne una qualsiasi risorsa.E da qui fino a laggiù ci vorranno almeno due giorni di viaggio- obbiettò Abe
-Tranquillo, adesso scenderemo ancora e troveremo il mio accampamento, prenderemo le bisacce e le borse, poi partiremo-

Camminarono per altri 10 minuti prima di raggiungere l’accampamento.Koral si era portato dietro di tutto.Due bisacce erano piene di cibo, c’era acqua per entrambi ed uno zaino più grosso conteneva le brande su cui dormire.

-Ho portato questo per te Abe-disse Koral porgendo un arco ad Abe.Ancora una volta, Abe venne assalito dai sospetti.Come faceva a sapere che riusciva a tirare con l’arco?
-Di solito lo usi per cacciare le prede che scuoi no?-
Abe prese l’arco e le frecce con fare brusco.Era spaventato da quell’uomo, ma non aveva intenzione di mostrare la sua debolezza
-So che non vuoi parlarmi perchè tutta questa situazione ti spaventa, ma sta tranquillo, puoi fidarti di me-

In fondo, nel profondo della sua anima, Abe avvertiva una vocina che nello stesso momento gli proferiva le stesse parole.Guardò con sguardo assente Koral, come se stesse ponderando una qualsiasi risposta.In realtà non decise cosa fare, quindi cambiò discorso

-Dunque che strada facciamo?-
-Bene, come vedi dobbiamo attraversare questa foresta- disse indicando l’enorme selva di alberi che avevano di fronte -dopodichè arrivati fuori ci accamperemo e partiremo domani, alla volta della Valle Dannata-

Abe scrutò negli occhi Koral, quasi come lo stesse scandagliando, vi furono diversi attimi di silenzio.
-A discapito del nome se ci si fa l’abitudine non è così terribile come posto, vedrai che andrà tutto bene-
Abe annuì, anche se in lui montavano sempre di più le domande
-Dopodichè andremo al palazzo di ghiaccio, dove troverai le tue agognate risposte-

 

Si misero in marcia in silenzio.Abe portava con se lo zaino, mentre Koral aveva le bisacce.

Non aveva idea di cosa lo aspettasse, aveva paura, ma la poca determinazione che ogni tanto lo pervadeva, questa volta si stava facendo più viva che mai.Era pronto ad attraversare quell’incubo, quell’abisso, così surreale e tristemente vero allo stesso tempo.

  
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