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Autore: Martunza    03/01/2008    5 recensioni
Susie è una giovane universitaria di talento che, per pagarsi l'affitto della casa a New York, lavora in una rivista di musica che si occupa di scoprire nuovi talenti. Susie viene scelta per partire in viaggio con una nuova e promettente band, che deve promuovere il nuovo album: i My Chemical Romance. Riuscirà la ragazza a superare il suo scoglio di perfezione e seriosità per conoscere i veri MyChem, invece di vederli solo sotto l'aspetto di giovani talenti?
Scusate faccio cagare nei riassunti, ma giuro che poi mi rifaccio^^
Se recensite, gratitudine e amore eterni vi sono assicurati*.*
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Due settimane dopo, il tour dei My Chemical Romance era finito. Tutti a casa.
Gli ultimi spettacoli erano stati memorabili, e dopo aver definitivamente chiarito i suoi diverbi con tutti, Susie poteva dire di essere soddisfatta di se stessa, ma soprattutto del lavoro svolto dalla band, specie in quegli ultimi momenti passati tutti insieme.
Le dispiaceva solo che una volta tornati tutti alla vita di sempre non avrebbero più avuto occasione di vedersi tanto spesso, lei sarebbe stata nuovamente sommersa dal lavoro, per non parlare dall’università che, ora ne era sicura, aveva assolutamente intenzione di completare al meglio e al più presto.
Si diresse alla scrivania, dove erano rimasti abbandonati a se stessi alcuni oggetti che avrebbe messo in valigia per ultimi. Tra i vari libri, l’mp3, e (oddio eccolo!) un calzino spaiato, Susie ritrovò anche la bella copia del articolo che avrebbe consegnato a Jack, una volta riscritto bene e al computer.
Rilesse velocemente le prime righe, c’aveva buttato l’anima in quelle parole.
La sua anima. La loro. Ciò che ognuno di loro era stato per l’altro in quei mesi.
Le avevano insegnato cosi tanto, tutti loro. Lei aveva insistito perché nessuno, nemmeno Gee leggesse la bozza, voleva che fosse una sorpresa per tutti, voleva che potessero comprare la rivista e trovare quell’ articolo su di loro come un qualsiasi loro fan, voleva che si gustassero parola per parola, andando mano mano avanti nella lettura dell’articolo che, tanto lo sapevano, non avrebbe mai potuto parlar male di loro.
Seppure fosse fiera del lavoro svolto, non aveva troppa voglia di fossilizzarsi su quei pensieri ora, visto che era proprio l’ultima sera che avrebbero passato tutti insieme: avevano deciso che dovevano uscire e festeggiare degnamente questo tour che non sarebbero riusciti a dimenticare molto presto.
Sentì qualcuno bussare alla porta della camera, andò ad aprire e, vedendo Brian che le sorrideva chiedendole se poteva entrare un attimo, si fece da parte facendolo accomodare e buttando le magliette e tutte le altre cose con cui stava trafficando nella valigia, accomodandosi sulla poltrona e aspettando che Brian parlasse.
L’uomo al contrario non sembrava affatto tranquillo, continuava a passarsi la mano nei capelli ed a evitare lo sguardo della ragazza, la quale ricollegò immediatamente quei gesti e quell’atteggiamento alla serata in cui lui le chiese il famoso favorino con Gee e visto che non era assolutamente intenzionata a rimettersi contro mezza band proprio alla fine del tour, chiese gentilmente ma con tono deciso a Brian se potesse fare qualcosa per lui.
Lui sembrò indugiare un attimo, soppesando le parole di lei, come se avesse posto una domanda difficilissima.
Alla fine però parlò, e disse: "No in effetti credo tu abbia fatto già abbastanza per… per tutti noi. Ed è per questo che sono venuto, per ringraziarti. Di tutto quanto, dico davvero. Per Gerard, che non lo vedevo sorridere cosi da quando… non me lo ricordo nemmeno io da quando, pensa te. E per Mikey, che purtroppo ha ancora difficoltà a relazionarsi con le persone…c’è voluto molto tempo anche a me per diventare suo amico, eppure tu ci sei riuscita molto meglio e in molto meno tempo! Grazie per non aver fatto sentire Ray e Bob a disagio, nonostante non abbiate legato più di tanto. E… grazie per Frank. Non ho idea di quello che vi siate detti o sia successo, so solo che l’altra sera è venuto da me e mi ha strizzato l’occhio, dicendomi che alla fine sotto sotto non sei cosi male… -la ragazza rise, immaginando la faccia di Frank che fa l’occhiolino, alla risata di lei si unì anche quella di Brian, che però non aveva finito il discorso- e… Grazie anche per non aver mai giudicato questa band, e per tutto quello che hai fatto per loro. Gli hai dato una possibilità, cose che non era mai successa fino a questo punto con dei giornalisti. Sei voluta andare oltre, hai voluto conoscere la vera anima di questo gruppo, quindi sappi che per quanto mi riguarda puoi scrivere ciò che vuoi su quell’articolo. Qualsiasi cosa tu decida di fare o scrivere so che sarà la migliore".
Susie rimase un attimo interdetta, cercando di capire perché Brian le stesse facendo quel discorso. Aveva davvero paura che lei potesse scrivere un articolo ridicolizzandoli davanti a tutti e quindi stava tessendo le sue lodi in quella maniera assurda? Lo guardò nei profondi occhi azzurri, che non si staccarono dai suoi. Era sincero.
Senza dire una parola, si alzò ed andò ad abbracciarlo e una volta staccatasi dall’uomo sorrise dicendo: "Sono io che devo ringraziare te Brian. Siete voi, solo voi, che mi avete offerto una possibilità".

La serata passò abbastanza tranquilla, i ragazzi avevano stipulato un silenzioso accordo, secondo il quale quella sera era assolutamente vietato tenere il muso o lasciarsi andare alla malinconia… come si suol dire, affogarono i loro dolori nel alcool. Il che fu un male ovviamente… basti immaginarsi Gee che, in piedi al tavolo di un pub nel quale i ragazzi si erano fermati, si mise a ballare la tarantella. Ed erano solo le 12:45 di sera, eh.
Sebbene i momenti di totale rilassamento e divertimento con i ragazzi non fossero mancati mai nel tour, come le serate orrende e per questo indimenticabili, Susie non poteva fare a meno di pensare che era finita.
Aveva cercato d’ignorare la stretta morsa allo stomaco tutto il giorno, ma di certo vedere le risate cosi sincere e i volti cosi sereni dei ragazzi non le rendeva le cose facili. Sapeva che tutto quello le sarebbe mancato, tutto, sino ai più piccoli particolari.
Il modo imbarazzato con cui Mikey si rimetteva apposto gli occhiali, come se fosse colpa sua il fatto che gli calavano sul naso.
Il modo in cui Frank (si, proprio quel Frank) arrossiva cercando di trattenere una risata nei momenti inopportuni.
Il modo in cui Bob spintonava Ray per stuzzicarlo, e il modo in cui lui minacciava di mettersi a rincorrerlo lanciandogli dietro tutte ‘quelle sue fottute bacchette che impicciavano ovunque’… e il modo in cui finivano sempre queste semi-liti, ossia questi due ragazzoni buttati sui divanetti del tour busche facevano finta di azzuffarsi, in mezzo al chiasso fatto dai presenti intorno che si godevano la scena, e Brian e Frank che puntavano su chi secondo loro avrebbe vinto, mentre Gee osservava ogni volta attonito la scena, chiedendo sempre con aria sinceramente preoccupata: "Ma… e se si fanno male?" e ogni volta Ray e Bob dovevano fermarsi (repentino passaggio di soldi dalle mani di Frank a Brian, o viceversa) e rassicurare l’amico che era tutto ok.
E Gee… chissà che fine avrebbe fatto la loro amicizia. Chissà se li avrebbe rivisti, e quando. No. Non ce la faceva, non poteva fare finta che fosse tutto a posto, non poteva ignorare il fatto che quelli erano gli ultimi veri autentici istanti, che quelli erano loro e che non ci sarebbe mai stata nessun’altra Susie li con loro, e anche se ci fosse stata, non sarebbe stata lei, non sarebbe stata la stessa cosa.
Doveva ripeterselo ossessivamente, doveva ripetersi che nessun’altra avrebbe chiacchierato cosi con Gee o con Mikey, avrebbe scherzato cosi con Ray e Bob e che si sarebbe detta disposta a prendere ‘lezioni’ di chitarra (e di conseguenza quindi, anche a farsi insultare da un maestro furioso) da Frank.
Nessuna. Non l’avrebbe fatto nessuna.
…Ma nemmeno lei l’avrebbe fatto più.
Non seppe perché lo fece, non seppe perché successe proprio in quel momento, proprio allora.
Forse era stata la birra. Forse era nel suo ‘periodo-pre-rata-mensile-da-pagare-solo-femminile-ovvio’ nel quale diventava veramente ultra sensibile a qualsiasi cosa, pertanto intrattabile e molto incline al piano e alle crisi isteriche.
Forse era solo il fatto che sapeva le sarebbero mancati.
Fatto sta che Susie si alzò di scatto e si diresse velocemente fuori dal locale, nel freddo pungente della sera.
Un paio di squallide luci illuminavano l’entrata del locale, mentre appena a qualche metro lungo il marcia piede c’era il buio più totale. Fortunatamente era ancora troppo presto perché dei ragazzi ubriachi si accasciassero lungo la parete, cosi che potè farlo lei senza problemi, abbandonando tutto il corpo sul muro scomodo e spigoloso.
Fece due respiri profondi, l’aria fredda l’aiutava sempre a schiarirsi le idee e a farle recuperare un po’ di lucidità, si sentiva già meglio.
Poteva permettersi una sigaretta… che gli fu offerta da un cordiale Ray, che si presentava sempre al momento giusto e che, inaspettatamente, mostrava un sorriso sul volto, ma non un sorriso da ubriaco, un sorriso che sembrava proprio un invito a parlare, senza girare senza troppe parole intorno al problema.
Accettare la sigaretta e l’accendino per fumarla sembrò un buon inizio a entrambi, e, dopo aver reso l’accendino (di Gee) al ragazzo, Susie sembrò disposta a parlare.
"Allora… Che succede? E’ tutta la sera che ti vediamo strana, spero non sia successo niente in redazione… ci sono stati problemi? Hai avvertito di che ora arrivi all’aeroporto?" Ray parlava con tono cordiale e gentile.
Ma Susie non lo voleva ascoltare. Non voleva ascoltare nulla che non fosse il silenzio.
Girò leggermente la testa verso il viso di Ray, intenzionata a mandarlo via.
Seppure un po’ rattristato, Ray accettò di buon grado la richiesta di Susie, la quale però, vedendolo allontanarsi sempre più da lei lasciandola sola li fuori, lo richiamò. Forse potevano anche parlare un po’ dopo tutto.

"La rivista non centra nulla Ray, il fatto è che… semplicemente, mi mancherete. Ci l’avrebbe mai detto eh? Eppure so che mi mancherete tutti, dico davvero cioè…non so, credo di essere una di quelle narcisiste che apprezzano davvero le cose solo quando non ci sono più… abbiamo passato un sacco di tempo insieme, tutti quanti, eppure sento che avrei ancora cosi tante cose da dire, da fare… e mi sento una stupida, perché potevo uscirmene prima con tutte le mie stronzate, o meglio ancora tenermele per me, invece di rovinare la serata a tutti… -sospirò- beh, credo di aver fatto abbastanza danni per oggi, potresti cortesemente dire algi altri che me ne vado in albergo? Devo ancora finire la valigia…" senza nemmeno aspettare che Ray acconsentisse, Susie s’incamminò verso una direzione a casa, in realtà non aveva affatto voglia di tornarsene in albergo, voleva solo fare quattro passi.
Non fece in tempo ad allontanarsi di molto però, perché senti quasi subito alle sue spalle dei passi e voci concitate che la chiamavano schernendola quasi, qualcuno stava dicendo con una vocina stridula: "Hey Susieeeee ma nooooooh! Dove te ne scappi? Ma torna qui con noi scemaaaaah daaaiiiiiiiiiii!" si girò.
Gerard avanzava verso di lei, o meglio tentava di venirle incontro, (con scarsi risultati fra l’altro) per cercare di trattenerla, non era ubriaco, ma decisamente allegro.
Quell’immagine mise ancora più malinconia addosso a Susie, che sapeva che seppure questo lato di Gee non l’amava particolarmente, le sarebbe mancato persino quello.
Sentì qualcuno stringerle forte il polso, come per trattenerla… Mikey.
Si girò, incontrando i profondi occhi del ragazzo, che le sussurrò: "Susie, andiamo, per favore, resta. Non vedi che siamo tutti qui, per cercare di trattenerti? Non immagini nemmeno la fatica che è costato trascinare giù da quel tavolo Gee che voleva continuare ad esibirsi per il suo immaginario pubblico esultante…" il bassista venne interrotto da Frank, il quale s’intromise nella conversazione chiedendo poco cortesemente ai ragazzi di camminare, visto che si stava avvicinando un cameriere che sembrava poco propenso alle chiacchiere… A sentire lui, il piccolo show di Gerard (guarda caso) non era stato troppo gradito, anzi, alcuni clienti abituali del locale avevano protestato minacciando di non mettere più piede nel pub, cosi che il proprietario convenne con un poco lucido ma comunque in grado d’intendere e di volere Brian, che aveva scortato la ciurma fuori dal pub, e assistendo cosi alla bella sceneggiata che aveva intavolato Susie, che ora si sentiva più stupida che mai.
Come le era venuto in mente di rovinare anche gli ultimi bei momenti che potevano vivere tutti insieme?
Che era la ‘loro’ ultima serata era un dato di fatto che non potevano cambiare, ma di sicuro era in loro potere decidere come passare la serata, se bene o male. E Susie era davvero stufa di soffrire per motivi più o meno inutili.
Guardò Mikey con fare deciso, e decisero che si sarebbero diretti nel primo posto dove avrebbero potuto ‘accamparsi’ senza dare fastidio a nessuno, e senza che nessuno desse fastidio a loro.
Mikey disse che credeva di poter ritrovare la via di un piccolo ma tranquillo bar che avevano visto per la strada, e si offrì di andare in avan scoperta.

Nemmeno due ore dopo, i ragazzi vennero sbattuti in galera.
A quanto pareva, qualche simpatico cliente del locale, o forse qualche vecchietta stanca di sentire ‘voi ubriaconi che avete ancora una vita davanti…’ non aveva trovato nulla di meglio da fare se non avvisare la polizia che c’era un gruppo di ragazzi che stava disturbando la quiete pubblica.
La situazione non era migliorata quando, vedendo la volante sbucare praticamente dal nulla, Frank si era messo a urlargli contro tutto ciò che gli veniva in mente, insultandoli in tutti i modi possibili e immaginabili.
Seppur di poco, la situazione era migliorata quando Brian aveva tentato di calmare Frank e spiegare la situazione al poliziotto, il quale però infastidito dalle smorfie che gli faceva Gee e i versi di Frank che non ne voleva proprio sapere di stare buono, decise che comunque una bella nottata in questura non gli avrebbe fatto male, se non altro si sarebbero ricordati del fatto che era poco furbo mettersi a sfottere un pubblico ufficiale rispettabile e distinto come lui.
Cosi che la mattina i ragazzi furono dimessi tutti con un mal di schiena atroce, un dopo sbronza non indifferente come non era indifferente il momentaneo ma intenso odio per Frank e Gee, il quale decise di scusarsi con tutti offrendo una colazione al bar con i controfiocchi.
Una volta finito, i ragazzi si divisero in due taxi per essere nuovamente scortai all’albergo, dove Susie raccolse le sue ultime cose e si diresse nuovamente nella hall.
Al suo ingresso, vide tutti i ragazzi alzarsi e lasciarle libero il passo, per andare poi dietro di lei. Fece un piccolo sorriso. Avevano deciso che forse sarebbe stato meglio salutarsi li, visto che i ragazzi erano esausti e fargli fare un viaggio inutilmente fino all’aeroporto non era il caso… Eppure sembrava che i ragazzi avessero cambiato idea. Susie non disse una parola per tutto il tragitto dall’albergo al parcheggio della grande struttura. Non disse niente fino a che non arrivarono al chek in.
Ma una volta che la ragazza fu indirizzata a fare i controlli di sicurezza e fu detto a chiunque non avesse il biglietto di non farsi avanti, si girò verso i ragazzi.

Li guardò attentamente, uno per uno.
Avevano volti tesi, nessuno sapeva cosa dire e soprattutto come dirlo.
Che si sarebbero mancati.
Che avevano condiviso qualcosa che era molto di più che il posto su uno sgangherato pulmino pieno di lattine di birra vuote, riviste o giornali di ogni tipo e cd che ti cadevano addosso da ogni cavità non appena si faceva un inchiodata.

Li guardò attentamente, uno per uno.
Adesso quegli occhi non le sembravano affatto minacciosi come la prima volta che li aveva visti.
Adesso sapeva cosa c’era dietro.
Sapeva cos’era quella malinconia nei grandi occhi di Gerard.
Cos’era quell’insicurezza in quelli di Mikey.
La strafottenza, in quelli di Frank.
La gentilezza, nei gradi occhi blu di Bob.
E la determinazione in quelli di Ray.

Sapeva che molto probabilmente i ragazzi erano cosi fantastici ben da prima che si conoscessero, eppure sperava che un po’ di quel loro carattere fosse stato un po’ anche merito suo se fosse uscito.
Li guadò tutti insieme, tutti vicini, con le mani dietro la schiena e che guardavano dritto davanti a loro.
Senza quasi rendersene conto pronunciò quattro parole che credeva non avrebbe mai avuto il coraggio di dire in loro presenza, disse: "Sono fiera di voi". Lo disse forte e chiaro, dando una solennità al periodo.
Gee si fece avanti e l’abbracciò, seguito dagli altri ragazzi che, a turno, la strinsero forte promettendole che si sarebbero rivisti presto. E lei sapeva che non erano frasi di circostanza.
L’uomo che controllava i biglietti ammiccò un attimo nella sua direzione, doveva andare.
Salutò un' ultima volta tutti e s’incamminò.
Passati i controlli si girò un’ ultima volta e vide che i ragazzi erano ancora tutti li, non si erano mossi.
L’unica differenza era che avevano tutti, lei compresa, gli occhi lucidi.
Non riuscendo a sopportare più la pressione si voltò di nuovo.
Un urlo fece voltare tutti i presenti che assistettero alla scena abbastanza interdetti.
Un coro di persone aveva urlato: "Anche noi siamo fieri di te Susie!"
Quelle stesse persone che ora si stavano facendo scortare non troppo entusiasticamente fuori.
Susie non si girò di nuovo però.
Continuò per la sua strada, camminando a testa alta nonostante le lacrime le rigassero il viso e, nonostante avesse un mal di testa allucinante, formulò chiaramente queste parole nella sua mente: "Grazie ragazzi. Grazie mille".
E se le incise nell’anima.


P.S. Martunza:
hey! chiedo umilmente perdono per l'immenso ritardo di questa pubblicazione, ma ero convinta di aver già postato sto capitolo [ò.ò] vabbè sono un po' rincoglionita insomma<3
cooomunque, v'informo che questo è il penultimo capitolo, ciò significa che è finita ;___;
da una parte sono contenta, dall'altra se ci penso mi viene la malinconia [T__T è la mia prima storia seriaaaaaa, che tristezza ._.] beh comunque ne parliamo la prossima volta [che comunque sarà a breve, visto che il 15° capitolo è già pronto, devo solo risistemarlo un attimo o/]e anche perchè mi devo seriamente mettere a fare biologia, giuoia -.-'''
mi scuso ancora tantissimo anche perchè non ho tempo di rispondere alle recensioni, ma un grandissimo grazie a tutte coloro che hanno recensito e anche a chi ha solo letto^^ e, anche se con notevole ritardo, faccio tanti auguri a tutti, sia di Natale che di buon anno nuovo! *_*
A presto, ditemi che ne pensate di Gee che balla la tarantella! XD
  
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