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Autore: xzaynsmeches    19/06/2013    7 recensioni
E se Harry frequentasse l'Università?
E se fosse pazzamente innamorato del suo professore?
E se il suo professore fosse proprio Louis?
(attention: Larry on stage)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo..piccolo’
Un sussurro all’orecchio di Harry, abbandonato ad uno stato pietoso di dormiveglia. Non capiva se stesse sognando o meno.
Hey, piccolo’
Un altro sussurro, questa volta un po’ più forte dei precedenti.

-Piccolo? Solo Liam ti chiama così. Harry, non avrai mica..?-

Stranamente, questa volta, Harry dovette ringraziare la sua coscienza, che lo fece alzare di soprassalto, trovando un Louis perplesso a pochi centimetri da lui, con i capelli stravolti e una Merit tra le dita piccole e magre, mezzo nudo sul loro letto. Per fortuna non aveva fatto cazzate, per fortuna non aveva sussurrato ‘Liam’ quando si era sentito chiamare in quel modo.
‘Che succede?’ aveva chiesto Louis, lasciando uscire del fumo dalle labbra fini, dopo alcuni istanti di silenzio.
‘Non chiamarmi piccolo’ aveva sbuffato lui, con un broncio dolce, lasciandosi ricadere sul materasso.
‘Perché? Non ti piace?’ chiese Louis, gattonando fino ad arrivare sopra ad Harry, per poi lasciargli un bacio a fior di labbra.
‘Sai di fumo’ affermò il più piccolo, storcendo la bocca in una smorfia che fece sorridere Louis per quanto facesse sembrare Harry un cucciolo.
Tu sai di me invece, piccolo’ sorrise Louis in modo malizioso e in parte derisorio. Il riccio arrossì al’istante, come potevano fargli ancora quell’effetto le affermazioni di Louis? E se la cavò con un
‘Ti ho detto di non chiamarmi così’ troppo impacciato per aggiungere altro.
Louis si alzò, spense la sigaretta sulla moquette di quel verde fastidioso che Harry amava e odiava allo stesso tempo - quel colore lo nauseava ma come non amarla? Come non amare qualsiasi cosa fosse di Louis?- e mentre si infilava una canottiera che lasciava intravedere le clavicole abbronzatesi voltò e chiese
‘Ah no? E come dovrei chiamarti allora? Preferisci ragazzino?’ e si lasciò sfuggire un sorriso ricordando quando Harry era soltanto il ragazzo fottutamente sexy in settima fila, quello che lo fissava durante le lezioni come fosse Brad Pitt, la Statua della Libertà o una qualsiasi altra opera d’arte.
In tutta risposta ottenne una cuscinata in pieno viso. Poi il più piccolo si alzò, afferrò i rayban lasciati la sera precedente sul comodino e con voce roca disse
‘Chiamami Bond, James Bond’ cercando, e riuscendo anche bene nel suo intento, di risultare sexy.
Louis invece rise di rimando dicendo
‘Mi  segua in cucina signor Bond, il caffè è pronto’ con aria divertita.
Harry lo raggiunse in corridoio, togliendo gli occhiali e sculacciandolo scherzosamente.


Mentre Harry addentava il terzo biscotto integrale con faccia disgustata –insomma, proprio oggi dovevano finire quelli al cioccolato? Di domenica?!- Louis annunciò
‘Vado a farmi una doccia. Vestiti, ti porto in un posto!’ per poco ad Harry non andò tutto di traverso.
‘Dofe m fuoi portre scufa?’ riuscì solo a farfugliare con la bocca ancora piena. Louis invece scoppiò a ridere.
‘Dopo lo vedrai.. Ah, vestiti poco’ poi si chiuse la porta del bagno alle spalle.
Una volta in camera Harry infilò una maglia bianca a mezze maniche del suo professore, una con una fantasia decisamente assurda -Che, a dirla tutta, gli andava leggermente stretta. Ma che importanza aveva quando poteva sentire l’odore del suo Louis addosso?- e i suoi pantaloncini bianchi. Gli unici corti che si era portato via. Quando Louis entrò lo abbracciò da dietro, facendo aderire il proprio petto con la schiena di Harry. Poi gli morse il lobo, in punta di piedi, e sorridendo sussurrò divertito
‘Hey, non ti sto mica per portare in Marocco per sposarci in riva al mare’
‘Troppo bianco?’ chiese Harry, con un tono leggermente preoccupato.
‘Troppo bello’ rispose lui, vestendosi.

Uscirono dopo dieci minuti, Louis con un borsone a righe bianche e gialle sulla spalla destra. Cosa conteneva, per Harry era un mistero.
Dopo neanche dieci minuti trascorsi nella porsche rossa decappottabile di Louis, il riccio cominciò a fare mille domande.
‘Dove mi porti?’
‘Manca tanto?’
‘Louis vuoi dirmi dove stiamo andando?’
‘Su mi metti ansia, dove siamo diretti?’
‘Dammi qualche indizio, suuu’

Harry sembrava tanto un bambino, con quel broncio insistente e un po’ offeso sul viso.
‘Finiscila ragazzino’ disse solo Louis, con un sorriso divertito.
‘Stronzo’ borbottò Harry, accedendo la radio.

Il viaggio, purtroppo per Louis, che fu costretto a sopportare le lagne di Harry tutto il tempo, durò quasi due ore e mezza. Quando arrivarono, ne era sicuro, ne era valsa la pena. Non sapeva se fosse più bello il paesaggio o l’espressione sorpresa del riccio, che mutava in un sorriso mentre osservava il lago immerso nel verde, con la gente che passeggiava intorno e faceva pick-nick degni di un oscar.
‘Wo’ fu l’unica parola, se così si può chiamare, che uscì dalla bocca di Harry.
‘Che c’è?’ chiese Louis sorridendo.
‘T-tu?’ chiese Harry.
‘Io?’
‘Tu, Louis William Tomlinson? Tu mi hai davvero portato qui?’
‘Si, quello è il mio nome’ rise Louis.
‘Questo è davvero per me?’ domandò ancora con aria sbalordita.
‘A quanto pare’ affermò Louis.
‘Troppo sdolcinato?’ continuò, vedendo che l’espressione sorpresa di Harry non accennava a sparire dal suo volto.
‘No, assolutamente no’ sussurrò il riccio, mentre seguiva Louis guardandosi ancora intorno.


A cosa servisse il borsone a righe gialle e bianche gli fu chiaro solo quando il più grande tirò fuori due asciugamani e li stese per terra. Guardandoci dentro Harry scorse anche dei sandwich.
‘Sandwich  al burro d’arachidi? Sei serio?’ chiese, ridendo come un bambino, mentre li tirava fuori dalla borsa.
‘Senti, non sono bravo in queste cose, ok? Accontentati’ affermò lui, con l’aria leggermente imbronciata.
‘Eccome se mi accontento’ disse poi, sporgendosi per baciarlo.

Dopo due ore passate a coccolarsi distesi in riva al lago si decisero finalmente ad alzarsi, per camminare un po’, magari mano nella mano. Se tre settimane prima avessero detto ad Harry che nel giro di nemmeno un mese si sarebbe ritrovato a fianco del suo professore d’epica e letteratura inglese, camminando lungo un lago, tenendolo per mano, probabilmente sarebbe scoppiato a ridere, fangirlando mentalmente su quanto gli sarebbe piaciuto in realtà. Schifosamente romantico e sdolcinato, sì, ecco cos’era quell’appuntamento. (Perchè era una specie d’appuntamento, no?)
Ancora perso tra quei pensieri, Harry si avvicinò a Louis, per baciarlo, quasi a testare che fosse davvero la realtà, quella. E ci sarebbe riuscito, se vicino a loro non fosse passato un ragazzo, che Harry stimò avere 26-27 anni. Vedendolo Louis si staccò all’improvviso, imbarazzato, sciogliendo anche le loro mani.

Strano.

‘Va tutto bene?’ chiese Harry, l’espressione perplessa.
‘Mh? Si, certo.’ Rispose un Louis distaccato.
‘Lo conoscevi?’ domandò allora il riccio, senza saper dare una spiegazione al comportamento ambiguo del suo professore.
‘Di chi stai parlando?’ chiese lui ingenuamente.
‘Del ragazzo che è appena passato, Louis’
‘Chi? Lui? No! Allora, andiamo?’ chiese poi, con un sorriso, facendo scomparire ogni dubbio dalla mente di Harry.

‘Andiamo?’ chiese Louis, quando tornarono ai loro asciugamani.
‘Mh, ancora un po’ biascicò Harry, stendendosi.
‘Sono stanco’ si lamentò lui, ma il riccio non poteva più sentirlo.
‘Come cazzo fa ad addormentarsi così in fretta?’ domandò ad alta voce, più a sè stesso che ad Harry, che ovviamente non l’ascoltava.
Dopo trentasette minuti in cui il riccio non aveva fatto altro che dormire, ancora non accennava a svegliarsi. Così Louis, dopo averlo scosso un po’ senza ottenere risultati, passò alle maniere “forti”, svuotando una bottiglia d’acqua quasi intera addosso ad Harry.
‘Che cazzo?’ domandò lui, con la voce ancora impastata dal sonno, sollevandosi sui gomiti. Quando la vista appannata si schiarì e vide un Louis che rideva come un pazzo, si alzò di scatto, rincorrendolo. Non ci volle molto perché lo raggiungesse, lo prendesse tra le braccia e lo trascinasse verso il lago, mentre lui si dimenava e cercava di opporsi. Inutile. Harry era almeno dieci centimetri più alto di lui, con delle spalle da nuotatore e delle braccia forti.
‘Che-che vuoi fare?’ chiese Louis, con gli occhi sbarrati. Harry non rispose, sfoderando solo un sorriso che di dolce non aveva nulla.
‘Non vorrai.. Harry! Harry mettimi giù! Non ti preparo più il caffè! Stasera niente coccole!’ ma il riccio non accennava a metterlo giù.
‘Ti metterò D- nel prossimo compito’ affermò allora.
‘Mmh, che minacce, professore’ poi rise.
‘Haz, non sto scherza-’ non fece in tempo a finire, perchè l’acqua gelida lo sommerse. Quando riemerse urlò
‘Ti odio!’ e per tutta risposta vide Harry rotolarsi a terra dalle risate, le lacrime agli occhi. Quando ebbe finito, si rialzò col respiro corto, tenendosi ancora la pancia, corse e si buttò insieme a Louis nel lago. Fece per avvicinarsi a lui, nuotando.
‘No, vattene’ disse lui, con aria falsamente arrabbiata.
‘Vieni qua’ disse Harry, e, nuovamente, non fu difficile per lui raggiungere Louis e stringerselo addosso, per poi posare le sue labbra carnose su quelle fine di lui.


Aveva sempre sognato un bacio ammollo.



Ma per quanto durerà, questa pace?





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ello pippol! :)
ecco il nuovo capitolo! scusate per la lunghezza, ma preferivo finirlo qua per mettere la prossima parte tutta nel nuovo capitolo! scusate se non aggiorno così spesso come all'inizio ma in estate sono ancora più occupata che durante la scuola ahahah
grazie mille per le recensioni allo scorso capitolo davvero! e anche a chi mette la storia tra le seguite, siete ogni giorno di più ghjks
al prossimo capitolo (presto spero)
baci xx
  
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