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Autore: Ordinaryswan    19/06/2013    10 recensioni
Lana ha 17 anni ed è difficile e scontrosa. L'unica cosa che la fa stare bene è il conservatorio, la sua seconda casa.
Kristian ha 20 anni. Un arrogante studente universitario. Bello e stronzo. La loro routine si spezzerà quando si incontreranno nella stessa aula scolastica. L'insegnante e la studentessa, una storia già vista no?...Un patto. Prime volte. Nuove sensanzioni. Una tesi.
Dal prologo:
Era assurdo, quel ragazzo, perché avrà avuto più o meno la mia età si andò a sedere alla cattedra.
Scossi la testa amareggiata. Un moccioso che beveva ancora il latte era stato mandato a insegnarmi la materia più importante della mia sezione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Pov Kristian

 

La stagione primaverile era finita.

Non riuscivo a credere a quello che stavo vivendo.

Io e Lana eravamo un duo.

Ci chiamavano la coppia musicale. Io componevo, Lana suonava. I suoi concerti erano accompagnati spesso o dai quartetti o dagli strumenti a fiato, ma spesso teneva concerti solisti di opere create da me.

Avevamo una sintonia -un'armonia- unica.

Dopo l'estate, dopo il viaggio a Parigi, in realtà erano iniziati i problemi.

Io dovetti andare a vivere a Milano, per un altro trasferimento di mio padre e soprattutto per darmi la possibilità di farmi conoscere da molti musicisti e direttori d'orchestra e così feci.

La relazione a distanza non faceva al caso nostro, e per qualche mese non ci vedemmo e non ci sentimmo, finché non la ritrovai ad un mio concerto a Firenze. Ascoltava dalla prima fila, attenta una delle mie prime composizioni per pianoforte.

Quando entrai sul palco per ricevere gli applausi la notai, e lei puntò gli occhi nei miei.

Non c'era mai stata una volta che non avessi pensato a lei e dopo svariati incontri tormentati decidemmo di riprovarci.

Le cose si stravolsero nuovamente con il diploma di Lana.

Era voluta ovunque, era voluta anche a Milano, così non esitò un attimo a raggiungermi.

Poi per caso è nato il duo.

Io componevo, lei provava ad aiutarmi suonando quello che componevo come ai vecchi tempi e alla fine un Maestro della Scala ci ascoltò e ci produsse. Suo zio si trasferì a Milano per supportarla.

Sul palco Lana era sublime, era di una bellezza che mi avrebbe tormentato per sempre. Si trattava solo di perfezione musicale più Lana, le due cose più importante e travolgenti della mia vita fino a quel momento.

Era la fine della nostra prima stagione, finita a Firenze dove tutto era iniziato. Salutammo tutti dopo la cena in nostro onore. Lana aveva le lacrime dalla gioia da tutta la serata.

“Voglio portarti in un posto Lana”

“Non ti stanchi mai?” disse strappandomi un bacio.

“Sarà divertente e ti ricorderà una delle nostre prime uscite” disse facendo l'occhiolino.

“Mi fai paura” borbottò, salendo in macchina.

 

Pov Lana

 

Guardavo Kristian guidare come in incantata dai suoi movimenti.

Avevo imparato ogni centimetro del suo corpo, ogni suo difetto ed ogni suo pregio, ogni sua espressione, sapevo come ansimava quando provava piacere e come stringeva gli occhi quando si faceva male. Avevo conosciuto la sua famiglia, una strana e geniale famiglia.

Si girò sorridendomi, con un'espressione che faceva male tanto era bella.

Distolsi lo sguardo, posandolo poi su ciò che scorreva fuori dal finestrino.

Non sapevo dove mi stava portando, ma mi stavo facendo una vaga idea visto la direzione.

“Stavo pensando che non potrai vivere per sempre da Jack, voglio dire, anche lui ha i suoi bisogni”

“Ti assicuro che li soddisfa i suoi bisogni” dissi, non dandogli la soddisfazione di dire quello che volevo sentire da lui.

“A parte tutto, perché non vieni nel mio appartamento?” anche se mi aspettavo una cosa del genere non ero totalmente pronta a sentire quella domanda. “...Aspetta, prima che tu vada in iperventilazione, non mi devi dire si o no ora, so che una cosa importante e so anche che tu hai bisogno di più tempo per le cose importanti”

“O meglio per le cose che amo” lo corressi, poi proseguii “ Facciamola gradualmente questa cosa, inizierò a portare le cose da te e a dormire da te, ma non sempre, non voglio aver fretta e voglio assaporare ogni attimo di questo cambiamento” lui mi sorrise, un misto di dolcezza e impazienza.

“Perfetto”

“Ti chiamano Maestro ora” lo canzonai riferendomi alla cena in nostro onore in cui veniva chiamato appunto in quel modo.

“Detto da te è più eccitante” mi fece l'occhiolino.

“Mm, il mio Maestro e il mio professore... quanta malizia” dissi scherzando, lui mi guardò invece serio.

“...Amore, non so se te ne sei accorta ma siamo arrivati”

 

“Stai scherzando?” lui rise e scosse la testa. Eravamo davanti a quel locale prima del Piazzale, quel locale di burlesque di una delle prime uscite. Quel locale che ci servì da passatempo prima di vedere l'alba.

“Perché fai sempre cose poco romantiche eh?” gli diedi una spinta, ma lui mi fermò il braccio e si avvicinò lentamente alla mia bocca, sfiorandola di poco con la sua..

“Voglio un altro tuo spettacolo” il suo respiro caldo si scontrò sulla mia bocca, impaziente di un bacio che lui mi stava negando

“Peccato che dovrà essere privato, devi aspettare” pronunciai prima di circondargli il collo con le braccia con fare malizioso.

“E ora balliamo finché non cadiamo per terra distrutti”

“Penso sia un'idea bellissima” dissi e lo baciai.

Posai i tacchi in macchina e misi delle ballerine, pronta per passare una nottata di divertimento, una nottata in cui saremmo stati solo io e Kristian due ragazzi un po' cresciuti ma con la stessa passione di quando si erano incontrati.

Così facemmo, bevemmo fuori da ogni controllo e per non rimetterci in macchina ci fermammo sulle scalinate della Chiesa di San Miniato dopo averla raggiunta a piedi.

Il mondo sembrava più bello in quel momento.

Misi la testa sulle gambe di Kristian e guardai in alto, avevo bevuto ma ero piuttosto cosciente di quello che c'era intorno a me.

Lui prese a giocare con le ciocche ribelli dei miei capelli.

“Ti ho mai detto che hai i capelli rossi più belli che abbia mai visto?”

“Dovrebbe essere un complimento Kri?” dissi posando lo sguardo sul suo.

“Beh si, sei la mia ragazza rossa preferita”

“Quante altre ragazze rosse vuoi?” domandai indispettita.

“Conosco solo te.. purtroppo” disse ridendo, e prendendo un pugnetto da parte mia.

Mi alzai di poco e mi misi a cavalcioni su di lui che alzò un sopracciglio sorpreso e contento dell'iniziativa.

Iniziai a baciargli il collo, finendo poi per fargli un succhiotto e proseguendo poi a lasciare una scia di baci sul viso.

“Voglio fare l'amore con te su queste scale fino a quando non è giorno e poi ripartire con te ovunque tu voglia, ho bisogno di amarti tutta la notte Lana” mi sussurrò all'orecchio con dolcezza, una dolcezza che non faceva parte né di me né di lui, ma in quel momento con il sapore ancora di alcool e pesca in bocca sembrava terribilmente perfetto e non romantico, audace semmai.

Lo iniziai a baciare e inutile dire che cademmo da quelle scale svariate volte, rotolando e facendo l'amore come se il tempo si fosse fermato.

Ciao :)
Scusate per il ritardo, ma mi hanno fatto una sorpresa e sono partita per un po' di giorni ..
Comunque questa è la fine, davvero.
Mi mancheranno da morire, mi mancherà leggere le vostre recensioni ( siete state carinissime con me **)
Probabilmente farò un capitolo extra su quel famoso viaggio a Parigi, ma arriverà tra un bel po' ;)
Lorenzo e Samuele? .. Avevo già detto che avrei lasciato a metà la loro situazione, non so se fare una FF a parte su di loro o se pubblicare solo qualche One-shot.. vedrò
Bene, io vi vorrei ringraziare uno per uno per aver letto la storia, davvero GRAZIE. GRAZIE MILLE
.. Vorrei scrivere molte altre cose ora ma poi divento noiosa, perciò spero di non avervi deluso e che vi sia piaciuto anche questo epilogo.
Baci,
Cri

 

  
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